POLITICA- Pagina 532

Bus Gtt in fiamme, interrogazione di Cassiani (Pd)

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi ho interrogato l’Assessore ai Trasporti Francesco Balocco per sapere come l’Amministrazione regionale intenda attivarsi, per quanto di propria competenza, per evitare all’utenza e agli autisti della Gtt di incorrere in situazioni di forte pericolo provocate dallo sviluppo di incendi dei bus causati dai guasti elettrici che si verificano nella parte posteriore dei mezzi, in corrispondenza dei vani motore” ha spiegato il Consigliere regionale del Partito Democratico Luca Cassiani. “E’ da molto tempo, infatti, che si verificano gravi episodi di autocombustione dei mezzi Gtt e si è evitato il peggio solo grazie ad interventi tempestivi degli autisti dei bus e dei vigili del fuoco” ha proseguito Cassiani “Con la ripresa delle attività dopo la pausa natalizia e il conseguente aumento dei passeggeri ritengo che sia quanto mai urgente assicurare controlli molto accurati, ma, purtroppo, ho appreso che le officine Gtt adibite a tali compiti risulterebbero, da circa un anno, in forte affanno per la carenza del personale, e la procedura di assunzione di 43 nuovi addetti risulta ad oggi bloccata, fatti che aumentano la preoccupazione” ha affermato Luca Cassiani. “L’Assessore Balocco, rispondendo alla mia interrogazione – ha concluso Cassiani – ha spiegato che l’obiettivo della Giunta regionale è quello di migliorare i servizi, rinnovare e potenziare il materiale rotabile e sono stati destinati 45,2 milioni di euro all’Agenzia per la Mobilità Piemontese allo scopo di sostituire gli autobus più vecchi. GTT, come ogni azienda impegnata nell’erogazione di servizi di trasporto pubblico locale, beneficerà di contributi regionali a fronte di investimenti per l’avvicendamento degli autobus che devono essere sostituiti. Le procedure di appalto del gennaio e dell’aprile 2018 relative alla fornitura complessiva fino a 178 nuovi autobus sono andate deserte. Tuttavia, l’Assessore ha assicurato che la Giunta assumerà tutte le iniziative necessarie a favorire il rinnovo del parco rotabile destinato ai servizi di t.p.l. piemontese al fine di alleviare le situazioni di disagio all’utenza in qualche modo riconducibili alle vetustà dei mezzi”.

FdI: "sì alla Tav per una crescita forte e competitiva"

Bloccare le infrastrutture equivale a bloccare il futuro e frenare la possibilità di crescita del Piemonte e del nostro Paese”. Così Fabrizio Comba, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, a proposito del dibattito sulla realizzazione della Torino- Lione. In accordo con quanto dichiarato dalla presidente on. Giorgia Meloni, per la quale “porre a compimento la Tav costa come quattro mesi di reddito di cittadinanza, con la differenza che quest’opera genera lavoro per almeno 6mila addetti tra diretti e indotto”, Comba sottolinea come “cresce chi investe in infrastrutture, ricerca e tecnologia. È più che mai necessario, in particolare, creare le premesse perché le aziende restino e lavorino sul nostro territorio. Quello con le infrastrutture è un confronto che sta diventando ideologico, non si può, neppure per un attimo, immaginare che qualcuno danneggi ciò che è investimento, progresso, sviluppo, manifattura e lavoro, cercando di sostituirlo con dei meri sussidi”

FdI: “sì alla Tav per una crescita forte e competitiva”

Bloccare le infrastrutture equivale a bloccare il futuro e frenare la possibilità di crescita del Piemonte e del nostro Paese”. Così Fabrizio Comba, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, a proposito del dibattito sulla realizzazione della Torino- Lione. In accordo con quanto dichiarato dalla presidente on. Giorgia Meloni, per la quale “porre a compimento la Tav costa come quattro mesi di reddito di cittadinanza, con la differenza che quest’opera genera lavoro per almeno 6mila addetti tra diretti e indotto”, Comba sottolinea come “cresce chi investe in infrastrutture, ricerca e tecnologia. È più che mai necessario, in particolare, creare le premesse perché le aziende restino e lavorino sul nostro territorio. Quello con le infrastrutture è un confronto che sta diventando ideologico, non si può, neppure per un attimo, immaginare che qualcuno danneggi ciò che è investimento, progresso, sviluppo, manifattura e lavoro, cercando di sostituirlo con dei meri sussidi”

Regionali Piemonte – Locatelli (Prc-Se): “Non si può rimanere inerti alla proposta di Chiamparino”

Ezio Locatelli, segretario provinciale di Torino e componente la segreteria nazionale Prc-Se, dichiara:  “Il tempo delle ambiguità è finito. Non si può rimanere inerti a fronte della proposta di Sergio Chiamparino di andare alle prossime elezioni regionali con una coalizione civica “Sì, al Piemonte del Sì” che ricalca in pieno i contenuti della piazza delle madamine e degli imprenditori. Una coalizione senza tanti distinguo – “i partiti si adeguino”  dice Chiamparino –  a servizio dei potentati economici, aperta a settori della destra a cominciare da Forza Italia.  

A fronte di tanta protervia le forze che in Piemonte si sono battute in questi anni contro le grandi opere inutili e speculative, contro le discriminazioni e le ingiustizie sociali, per i diritti sociali e del lavoro, battano un colpo. Mettano in campo una proposta politica che sia coerente con i tanti momenti di partecipazione e di lotta di questi anni. Una proposta di unità e di radicalità, com’è stato in occasione della grande manifestazione di Torino dell’8 dicembre. Manifestazione non solo NoTav ma contro razzismo, decreto “sicurezza”, tagli a sanità, pensioni, diritti, che impoveriscono la maggioranza della popolazione, tagli che servono a foraggiare  gli interessi affaristici di pochi. 

Quella dell’8 dicembre è stata una manifestazione di opposizione e di forte domanda di cambiamento che non può e non deve  rimanere senza risposte politiche. Come Rifondazione Comunista pensiamo che si debba andare alla costruzione di uno schieramento popolare e di sinistra alternativo non solo a Chiamparino e al Pd ma ai poli politici di destra e del M5S accomunati, con poche differenze, da medesima propensione neoliberista. Uno schieramento che metta insieme tutte le forze politiche, sociali, culturali e sindacali disponibili, senza esclusione alcuna, similmente a quanto si sta realizzando per le elezioni europee sulla base dell’appello, da noi condiviso, di Luigi De Magistris. L’unità nelle lotte di opposizione diventi unità anche sul piano politico.  L’impegno nostro sarà in questa direzione”. 

Regionali Piemonte – Locatelli (Prc-Se): "Non si può rimanere inerti alla proposta di Chiamparino"

Ezio Locatelli, segretario provinciale di Torino e componente la segreteria nazionale Prc-Se, dichiara:  “Il tempo delle ambiguità è finito. Non si può rimanere inerti a fronte della proposta di Sergio Chiamparino di andare alle prossime elezioni regionali con una coalizione civica “Sì, al Piemonte del Sì” che ricalca in pieno i contenuti della piazza delle madamine e degli imprenditori. Una coalizione senza tanti distinguo – “i partiti si adeguino”  dice Chiamparino –  a servizio dei potentati economici, aperta a settori della destra a cominciare da Forza Italia.  

A fronte di tanta protervia le forze che in Piemonte si sono battute in questi anni contro le grandi opere inutili e speculative, contro le discriminazioni e le ingiustizie sociali, per i diritti sociali e del lavoro, battano un colpo. Mettano in campo una proposta politica che sia coerente con i tanti momenti di partecipazione e di lotta di questi anni. Una proposta di unità e di radicalità, com’è stato in occasione della grande manifestazione di Torino dell’8 dicembre. Manifestazione non solo NoTav ma contro razzismo, decreto “sicurezza”, tagli a sanità, pensioni, diritti, che impoveriscono la maggioranza della popolazione, tagli che servono a foraggiare  gli interessi affaristici di pochi. 

Quella dell’8 dicembre è stata una manifestazione di opposizione e di forte domanda di cambiamento che non può e non deve  rimanere senza risposte politiche. Come Rifondazione Comunista pensiamo che si debba andare alla costruzione di uno schieramento popolare e di sinistra alternativo non solo a Chiamparino e al Pd ma ai poli politici di destra e del M5S accomunati, con poche differenze, da medesima propensione neoliberista. Uno schieramento che metta insieme tutte le forze politiche, sociali, culturali e sindacali disponibili, senza esclusione alcuna, similmente a quanto si sta realizzando per le elezioni europee sulla base dell’appello, da noi condiviso, di Luigi De Magistris. L’unità nelle lotte di opposizione diventi unità anche sul piano politico.  L’impegno nostro sarà in questa direzione”. 

E se il Chiampa resuscitasse?

Aveva proprio ragione il Divo Giulio Andreotti: il potere logora chi non ce l’ha. Alias chi arriva al potere fa di tutto per non mollarlo. A questa legge della natura non sfuggono i pentastellati torinesi che proprio non ne vogliono sapere di mollare il posto conquistato quasi tre anni fa. Per alcuni di loro (sicuramente la maggioranza) c’ è una radicale differenza tra l’ indigenza ed un certo attuale benessere economico. Assessori che prima dichiaravano 10mila euro all’anno ed oggi superano i 70mila. La legislatura dovrà durare. Viceversa torneranno ad essere quasi disoccupati se non disoccupati del tutto. Ai pentastellati la vicenda dell’eventuale rinvio a giudizio della sindaca Appendino e assessore competente non  fa dormire sonni tranquilli. Qualcosa di simile a ciò che è successo agli amministratori di Alessandria. Le similitudini non si fermano qui. Successivamente la Corte dei conti potrebbe chiedere i danni erariali. In questo caso il trucchetto di dire è colpa del PD non funziona.  Soprattutto una vicenda che si svilupperà per anni. Soluzioni? Dire ciò che è. Dunque dichiarare lo stato di dissesto. Commissario, nuove elezioni e non più prebende. Tanto in forma nell’affrontare questa nuova tornata elettorale tra Venaria e Torino i pentastellati non lo sono. Un grido di dolore, intanto,  arriva da Forza Italia. Mi raccomando: Matteo Salvini non ci mollare, sarebbe un disastro per tutto il centro destra. Vincerebbero i pentastellati.  Su questo si sbagliano. Ma urlare al Lupo ancorché non sia arrivato è saggio. Personalmente escludo un accordo tra i gialloverdi. Sarebbe più realistico se la Lega corresse da sola per incassare il massimo dell’ incassabile. A Matteo Salvini piace il gioco d’ azzardo. Sicuramente è tentato ma non stupido. Rimetterebbe in pista Sergio Chiamparino per il primo posto . Cosa impensabile solo tre mesi fa. La partita Tav sta facendo la differenza. Ed ampi settori dell’ elettorato sono infastiditi dal niente condito dai soliti no dei pentastellati. Il nostro Chiampa fiuto ne ha. Con il Ragazzo di Biella Paolo Furia che sicuramente comincia bene. La nostra linea Maginot è la vittoria di Sergio. Anche lui (magari) si gioca tutto cogliendo appieno l’occasione di un quasi immediato recupero di un Pd decisamente ammaccato. Alcuni suoi compagni o compagne o per meglio dire alcuni suoi amici o amiche non ce la possono proprio fare. E la sparano proprio grossa. Postano un’ immagine che dovrebbe essere un invito a votare Giachetti segretario del PD. Perché? Semplice, gli altri candidati sono peggio di Giachetti. Zingaretti amico politico di Massimo D’Alema. Ovviamente per questi sostenitori di Giachetti un grave peccato e sbaglio dello stesso Zingaretti. Con un insignificante dettaglio: secondo i più una notizia priva di fondamento. Insomma una notizia falsa. Così le notizie false irrompono nel dibattito interno del PD. Il masochismo continua incurante. Inquietante la ricerca del falso per demonizzare l’avversario. Come è avvilente sostenere di votare qualcuno perché è il meno peggio. Mio Dio, come (alcuni del PD) sono caduti in basso. Di fatto fanno il palo su una mediocrità diffusa. Non a caso il Chiampa si tiene distante dalle beghe dei piddini che loro chiamano congresso. Educatamente augura buon lavoro al nuovo segretario ma non perde  occasione nel rimarcare  che il suo orizzonte sono le liste civiche. Lista Monviso in primis.  Non avrebbe altro modo per conquistare l’elettorato moderato che volendo la Tav non capisce più il Salvini. Poco valgono le esternazioni del capogruppo della Lega in consiglio comunale, Ricca, che lo accusa di tardivo risveglio ( pro Tav ) elettorale. Il problema (almeno in questo caso) non è Lui ma il Ministro dell’Interno. Persino Feltri esorta Salvini nel rinsavire. Dopo “prima di tutto il Nord” e dopo “prima di tutti gli Italiani si affaccia”…”prima di tutto i piemontesi”. Molto è cambiato in questi ultimi dieci mesi. Cambiato in Italia ma anche nella nostra regione. Sono cambiate anche  le previsioni di ciò che potrà accadere. Soprattutto sono mancate le pur minime aspettative di chi votando 5 Stelle desiderava un punto di rottura con il passato giudicato troppo immobile. Ora constata il nulla di questa amministrazione. Piero Fassino ha un caratteraccio. Ma qualche investimento dall’estero l’ha portato. Qualche edificio (come la Cavallerizza) è stato venduto per fare cassa. Ora il buco di bilancio del Comune di Torino è un pozzo senza fondo. E la traballante credibilità di Chiara Appendino ha avuto un colpo di grazia con la vicenda delle Olimpiadi e della crociata No Tav . Non bisogna essere sociologi per dedurre che l’80% di chi era in piazza pro Tav l’ ha votata. Ora sono gli stessi che chiedono a Salvini di darsi una mossa. Unico elemento comune negli anni la totale confusione.  Forze politiche o uomini politici che mi sembrano delle boccette di carambola impazzite perché nel bigliardino sono state tolte le buche. Ogni tanto qualcuno fa un tiro e tutte si spostano ma rimangono sempre all interno del rettangolo. Per ora hanno l’unica alternativa di fuoruscire dal gioco carambolando. E Difficilmente avranno un’ altra occasione per rientrare.
Patrizio Tosetto

PATTO DI CONSULTAZIONE TRA MOVIMENTO PROGETTO PIEMONTE E MOVIMENTO NAZIONALE PER LA SOVRANITA’

Il coordinatore regionale del Piemonte per il Movimento Nazionale per la Sovranità – MNS, Marco Botta ed il presidente del Movimento Progetto Piemonte – MPP, Massimo Iaretti, hanno siglato a Torino un patto di consultazione tra i due movimenti. Il documento è stato sottoscritto anche dal presidente del Gruppo Consigliare MNS in Consiglio Regionale, Gian Luca Vignale

I due movimenti, che condividono la presenza a livello regionale piemontese nel Comitato per il referendum sull’autonomia del Piemonte ed hanno sviluppato una attiva collaborazione sul territorio, ad esempio, nel contrasto delle delibera di fusione tra Asl Al ed Aso di Alessandria, poi ritirata, hanno deciso di dare vita ad un patto finalizzato ad attuare politiche comuni a livello locale e regionale in modo da consentire lo svolgimento di convegni, dibattiti, seminari di studio, presentazioni librarie eseguite nelle sedi istituzionali competenti, politiche ed amministrative.

“I concetti di autonomia regionale e di sovranità nazionale non si contrappongono, né contrastano tra loro – dice Massimo Iaretti presidente MPP, realtà politica presente in alcuni consigli comunali nell’Alessandrino e nel Canavese – anzi contribuiscono ad una cultura identitaria di cui il Piemonte, oggi, ha assolutamente bisogno”. Dal canto suo il coordinatore regionale Mns, Marco Botta sottolinea che “il patto di consultazione parte dalle comuni battaglie portate avanti in particolare sulla sanità e sulle istanze di autonomia e sovranità. I prossimi appuntamenti elettorali, regionali ed amministrativi, daranno la possibilità ai due movimenti di creare momenti comuni di convergenza in particolare su sicurezza, identità territoriale, cultura e turismo”. I due Movimenti mantengono, naturalmente, ognuno la propria identità e le proprie linee guida.

Rete Bianca, Tav: si faccia, senza le eterne polemiche politiche

“Saremo di nuovo in piazza il prossimo 12 gennaio per dire Si’ alla Torino/Lione ma basta con le ormai sterili e inutili polemiche politiche. Tutto il mondo politico, e non solo, sa che sono ormai rimasti due soli partiti a dire un no secco alla Tav: il partito dei 5 stelle e Sinistra italiana. Tutti gli altri, seppur con sfumature diverse, sono decisamente favorevoli. Ora, visto che se ne parla da circa 30 anni, sarebbe anche un po’ specioso continuare questa eterna polemica politica. La Tav si faccia, cioè si completi, ma senza trasformarla – come ormai è evidente a tutti – in una continua e permanente polemica in vista della prossima campagna elettorale regionale. E senza gli ormai altrettanto noti protagonismi personali. Anche perché, sotto questo versante, le responsabilità politiche attraversano orizzontalmente le tradizionali coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Saremo di nuovo in piazza, dunque. Non per continuare a fare campagna elettorale o per rinfacciarsi le responsabilità politiche ma solo per dire Si’ alla Torino/Lione. La campagna elettorale per le regionali piemontesi, com’è ovvio a tutti, affronta anche altri temi. Fermarsi a questo sarebbe riduttivo e anche po’ curioso“.

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Rete Bianca Piemonte

Giorgio Merlo, Mauro Carmagnola, Giampiero Leo

Ascoltando Mattarella in attesa di tempi migliori

Ho sentito il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima mia reazione: forte perplessità. Chiarisco per non essere frainteso. Anche grazie ai suoi modi garbati giganteggia nei confronti degli attuali politici. Nani e ballerine, tutti chiacchiere e fumo. Ma ammetto di essere stato deluso perché da lui mi aspettavo molto di più. Mi aspettavo che cercasse di riempire il totale vuoto in cui siamo tragicamente caduti.  Appunto, solo ed esclusivamente proclami a cui non segue nulla . Poi Beppe Grillo che ci fa dono del suo corpo da culturista. Memore dell’essere un uomo di spettacolo. Il ritorno di Dibba che con Giggino farà coppia fissa alla Cric e Croc. Il nostro Conte avvocato e per caso Presidente del Consiglio.  Addirittura il mite Tria che accusa l’opposizione perché lui non ha scritto in tempo utile i cambiamenti imposti e dettati dai burocrati europei. Ed infine (ma non ultimo come capacità di eloquio e presenza scenica) Matteo Salvini il milanese alla conquista dell’Italia e dell’Europa. Lui presente cento volte al giorno. Fa cinque comizi  dal Brennero a Lampedusa cambiando uniforme sei volte al giorno: ha delle crisi esistenziali. In fondo sono tutti uomini di spettacolo. Capisco di aver preteso troppo dal nostro Presidente della Repubblica. Ciò che non mi aveva convinto è presto detto: concetti assolutamente condivisibili ma detti con tale genericità che di fatto hanno portato tutte le forze politiche nel riconoscersi in queste dichiarazioni. Eppure lo scontro in Parlamento e non solo tra partiti è palese e negarlo risulterebbe dannoso perché si nega la realtà dei fatti. Ma Mattarella deve parlare a tutto il Paese. Sappiamo che il nostro è un paese strano, diciamolo pure, particolare. Così Giggino precipita nei consensi tra il popolo che cita ogni volta. È viceversa il suo sodale Matteo Salvini continua nel volare nei consensi elettorali. Ma non sono tutti e due nello stesso governo? Insieme nel bene e nel male? Appunto siamo un Paese strano. Questa é la realtà con cui fa i conti il nostro Capo dello Stato. Difficile se non impossibile prescinderne. Poi Sergio Mattarella vuole e deve essere il Presidente di tutti gli Italiani.  Piaccia o non piaccia noi siamo anche questo, con i difetti e i pregi di un popolo che da quasi 3000 anni diciamo la nostra nella Storia.  Alti e bassi. Oggi è un momento storico  opaco. Diciamocelo, abbiamo visto tempi migliori. Nella storia remota come nella storia prossima. Vale l’inverso ed anche in passato hanno vissuto momenti opachi. Bisogna o bisognerebbe costruire una base per ritornare ai tempi migliori. Se non ai fasti del passato, ad una vera ripresa in mano del nostro destino. Questo è lo sforzo in positivo che ha cercato di fare il nostro Presidente della Repubblica. Sforzo titanico. Obbiettivo condivisibile. Questo ( forse ) non ho inizialmente capito. Difficile essere razionali e logici difronte ad una realtà irrazionale ed illogica. Ci si mette anche il Ministro Toninelli che blocca gli aumenti dei pedaggi per tutta Italia tranne per il Piemonte e la Valle d Aosta. Ma che gli abbiamo fatto di male? Vero ( probabilmente) la maggioranza della popolazione è pro Tav. Vero anche che  tra un po’ sarà smentito un’ altra volta.  Lui ci è abituato. Figuraccia più figuraccia meno, poco importa. Ma che cosa gli abbiamo fatto? Fa tutto da solo. Noi piemontesi abbiamo la colpa di ” non essere del giro”, di non contare per l’asse del governo  Asburgico e Borbonico. È Loro continuano facendo danno su danno. Non si vede la luce. Indubbiamente. Ma non ci si deve arrendere.  Ed il senso del limite del Presidente della Repubblica è uno dei pochi se non l’unico punto di ancoraggio per le nostre speranze. Anche per questo ho cambiato il mio giudizio sul discorso di fine anno.
Patrizio Tosetto

Sanità, Domenico Ravetti (Pd): “Il Piemonte viene sempre classificato al primo posto”

“LN e M5S mantengono un silenzio assordante per non riconoscere i risultati ottenuti dalla Giunta Chiamparino”

 “Alcuni consigliano di non parlare del tema della sanità durante la campagna elettorale perché, spiegano, è un settore sul quale i cittadini hanno maturato, in generale, un giudizio non completamente positivo. Consigliano, inoltre, di lasciar perdere perché non viene mai percepito, pienamente, il senso della riorganizzazione e del salvataggio della sanità pubblica, ma si colgono soltanto i “tagli”. Ne prendo atto con amarezza e, tuttavia, intendo affrontare questo argomento scomodo che i miei interlocutori politici tendono ad evitare e sul quale mi sembra rifuggano il confronto” ha affermato il Presidente del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“Dopo che la Regione Piemonte, proprio sul tema della qualità delle prestazioni sanitarie, era stata classificata al primo posto in Italia, è arrivata recentemente la notizia che il Ministero a guida pentastellata ha assegnato alla nostra Regione il primo posto come “benchmark” davanti a Umbria, Emilia Romagna, Marche e Veneto. Tre di queste Regioni saranno selezionate per fare da riferimento per “i costi standard” da utilizzare nel riparto del Fondo sanitario 2019. La Lombardia è classificata al sesto posto!” ha proseguito Ravetti

“In sanità, le tecniche di benchmarking hanno lo scopo di raggiungere uno standard di eccellenza, valutando il corretto impiego delle risorse e, considerate le performance raggiunte, di correggere opportunamente le politiche sanitarie. Nella scelta il Ministero della Salute tiene conto di una serie specifica di parametri, dal punteggio della cosiddetta “Griglia Lea” alla spesa farmaceutica, oltre all’efficienza della tenuta dei conti economici” ha proseguito Domenico Ravetti.

“Essere al primo posto nella graduatoria delle Regioni “Benchmark” è una novità assoluta per il Piemonte” ha concluso il Presidente Ravetti “e l’indicazione del Ministero della Salute rappresenta l’ennesimo riconoscimento del lavoro svolto in questi anni. Può non piacere, può dar fastidio, ma la verità è nei fatti: con il risanamento dei conti e l’uscita dal Piano di rientro, il Piemonte diventa sempre più un punto di riferimento per la sanità nazionale.  È un motivo di orgoglio e un ulteriore stimolo a continuare o stavamo meglio nei bassi fondi della classifica alle prese con i debiti accumulati nel tempo? Attendiamo una risposta da Lega Nord e M5S che, di fronte ai risultati positivi ottenuti dalla Giunta Chiamparino, mantengono un silenzio assordante”.