POLITICA- Pagina 524

No Tav – Locatelli (Prc-Se): «è rottura definitiva tra Movimento Notav e M5S. Avanti con la lotta»

«Dopo malumori, critiche più o meno sotterranee, è rottura definitiva tra il movimento No Tav e il M5S». 

A rivelarlo è Ezio Locatelli, della segreteria nazionale e segretario provinciale Prc di Torino facendo riferimento a una nota di Alberto Perino, uno degli esponenti di punta del movimento della Valsusa, per anni sponsor della creazione politica di Beppe Grillo. 

«Perino scrive parole durissime contro la decisione del governo di far partire i bandi di gara per la realizzazione della linea di Alta Velocità. In una lettera inviata a un gruppo di parlamentari e attivisti del M5S lancia un anatema: “attenti signori a 5 stelle … state calpestando i vostri principi fondatori, prendendo in giro voi e chi ha creduto in voi, per paura di far cadere il governo e di perdere (forse) la poltrona. Dopo le elezioni e il vostro tonfo verticale sarà Salvini a sfasciare il governo e voi sarete cancellati”. E più avanti “Noi non abbiamo governi amici, siamo abituati alle fregature, ma voi sparirete dal parlamento e dalla scena politica italiana. Non già cinque stelle ma un pulviscolo di meteoriti che si disgrega prima di arrivare sulla terra”. Nonostante le giravolte del governo Conte, Salvini, Di Maio non tutto è perduto. Avanti con la lotta NoTav. Dopo la bellissima giornata di oggi per la difesa del clima contro le opere inutili il 23 tutti a Roma per battere le politiche affaristiche e speculative del governo gialloverde».    

PIEMONTE NEL CUORE: BLITZ DI CHIAMPARINO SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI

“ANCORA UNA VOLTA DANNEGGIATI PICCOLI E MEDI COMUNI E I LORO ABITANTI”
 
“Chiamparino e il centro sinistra continuano a non ascoltare il territorio e in aula con un blitz propongono l’accorpamento immediato e obbligatorio per i Comuni nella raccolta rifiuti. L’ennesimo gesto di come questa amministrazione sia distante dai cittadini” lo dichiara Gian Luca Vignale, consigliere regionale e fondatore di Piemonte nel Cuore.
 
In Piemonte, tranne alcune eccezioni, i Comuni più efficienti sono quelli piccoli, mentre le grandi città, Torino in testa, sono lontane dall’obiettivo minimo di legge per la raccolta differenziata, e contemporaneamente nei medi e piccoli virtuosi comuni i cittadini per la raccolta rifiuti spendono meno che nelle grandi città.
 
“A fronte di questi dati – dichiarano Tina Assalto, sindaco di Lanzo Torinese (TO) e Franco Cominetto, sindaco di Burolo (TO) e presidente del direttivo dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani (ANPCI) Città Metropolitana Torino – anche un bambino capirebbe che bisogna valorizzare e premiare i piccoli comuni e aiutare i grandi a migliorare. Invece Chiamparino e il centro sinistra in Regione hanno preferito sfruttare il virtuosismo dei primi per abbassare i costi nelle grandi città, obbligando i grandi Comuni a unirsi in un unico Consorzio rifiuti, votando lo scorso anno una legge sulla gestione rifiuti assurda e contrastata da quasi tutte le amministrazioni comunali”.
 
Si tratta della legge n. 1/2018 che prevedeva la costituzione di un Consorzio per la raccolta rifiuti in ciascuna provincia e l’obbligo di accorpamento per quelli già esistenti. La norma aveva suscitato molta contrarietà a causa dell’inevitabile innalzamento dei costi per i comuni più virtuosi e dell’annullamento di ogni capacità decisionale per i comuni più piccoli. Dopo l’approvazione del testo l’unica speranza per amministrazioni e cittadini rimaneva nell’articolo 33 dove si prevedeva un periodo transitorio di 15 mesi per la fusione dei Consorzi. Periodo, che in vista delle elezioni regionale, lasciava qualche speranza di modifica con l’avvento di una nuova giunta.
 
“Ma Chiamparino e i suoi hanno incredibilmente accelerato l’iter di fusione – dichiara il consigliere Vignale – annunciando che presenterà un Disegno di Legge (a tempo scaduto) che prevede che i consorzi di bacino non ancora riorganizzati in Consorzi devono stipulare una convenzione entro l’11 aprile”. Il sindaco di Lanzo Torinese, Tina Assalto sottolinea “Così facendo si da attuazione preventiva alla norma senza tutti gli adempimenti previsti dalla legge stessa, pur di approvarla prima del termine legislatura. In poche parole il centro sinistra ritratta la stessa legge che aveva fatto”.
 
“Un vero e proprio blitz – continuano Massimo Ottogalli ed Ernesto Saggese, membri dell’Associazione Piemonte nel Cuore – che di fatto imporrà a tutti i Comuni a stipulare in tempi rapidi una convenzione antieconomica, non efficiente e assolutamente anti-producente per amministrazioni e cittadini.
 
“Francamente non capiamo – concludono gli esponenti dell’Associazione Piemonte nel Cuore – la volontà di Chiamparino e del centro sinistra di accelerare una norma ingiusta né comprendiamo come un presidente di Regione possa svilire in questo modo la Vostra preziosa e importante comunità. Piemonte nel Cuore darà battaglia in Regione e non si fermerà fino a quando questa norma non sarà cancellata”.

I Verdi in piazza per il Friday For Future

I Verdi del Piemonte sono scesi in piazza al fianco dei ragazzi del Friday For Future per la manifestazione mondiale per il clima

I verdi da anni sono impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici.” La politica deve essere rispettosa nei confronti del futuro delle nuove generazioni che non può che essere verde , occorre impegnarsi per salvaguardare il nostro pianeta ma anche creare impresa ed occupazione buona e durevole, puntando alla conversione ecologica dei modelli produttivi e sociali per regalare le prossime generazioni un futuro migliore e sostenibile” conclude la commissaria dei Verdi del Piemonte Tiziana Mossa.

Donat-Cattin, un'eredità attuale

Di Giorgio Merlo
Ricordare il centenario della nascita di Carlo Donat-Cattin significa anche e soprattutto rileggere il magistero politico, sociale e culturale di uno statista che ha segnato con la sua presenza la storia politica italiana

Attraverso la sua collocazione politica nella sinistra sociale della Dc, come esponente di primo piano del cattolicesimo sociale italiano e soprattutto con la sua concreta azione politica e legislativa. Certo, il ricordo di Donat-Cattin e’ molto vasto e articolato ma comunemente e’ conosciuto come il “Ministro dei lavoratori” per il varo di quello “Statuto dei lavoratori” che porta la sua firma nel maggio del 1970 e che ha caratterizzato per molti anni lo status, i diritti e la condizione concreta delle persone nei luoghi di lavoro. Ma sono sostanzialmente 3 gli elementi che, in forma dialettica e viva, hanno alimentato negli anni la sua azione – sindacale, politica, sociale – e che conferiscono spessore culturale ad ogni sua indicazione. Essi sono: a) una forte ispirazione cristiana che, per un verso, arricchisce di significato etico la sua azione politica e che, per l’altro, lo collega organicamente all’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa in difesa della dignità e sacralità della persona umana e delle società naturali: la famiglia, la comunità locale e le professionali; b) un saldo radicamento nel sociale e nel mondo del lavoro, sorretto però sempre dalla capacità creativa di ricavare dalla difesa degli interessi più deboli un progetto generale e solidaristico nel quale possa riconoscersi l’intera società; c) una irriducibile fedeltà al metodo democratico ed ai valori dello stato di diritto, nella convinzione profonda che non può esistere autentica emancipazione sociale se non all’interno di solide istituzioni democratiche. Questi 3 elementi nel pensiero politico di Carlo Donat-Cattin non appaiono mai separati l’uno dall’altro ma, al contrario, si integrano e si sorreggono vicendevolmente, conferendo forza morale e coerenza culturale ad ogni suo atteggiamento. Leader indiscusso della sinistra sociale Dc di Forze Nuove per molti anni dopo essere stato dirigente torinese e nazionale della Cisl, e’ stato più volte ministro della Repubblica e parlamentare. Il suo magistero politico, seppur declinato in un contesto storico che va dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ’80 – Donat-Cattin muore nel marzo del 1991 – conserva tuttora una bruciante attualità non solo per lo spessore e l’autorevolezza del personaggio ma anche, e soprattutto, per la modernità dei valori a cui si rifaceva e per le concrete scelte politiche che ha compiuto negli anni. Perché Donat-Cattin, come ha scritto recentemente l’ex sindaco di Torino Diego Novelli, “e’ stato sì un anticomunista. Ma un anticomunista che ha sempre difeso e valorizzato i ceti popolari”. Non nei libri, nelle conferenze o nei salotti aristocratici ma nella concreta battaglia politica, nel dibattito istituzionale e nel duro confronto con la piazza.

In attesa della Tav e della Cina capitalista

Ignazio Corrau eurodeputato 5 stelle non teme Matteo Salvini.  Contrarissimo alla Tav sostiene viceversa che il sottosegretario Giorgetti è favorevole all’opera perché fortemente condizionato dai poteri forti che i pentastellati combattono.  Poi affondo finale: la Lega stando al governo con i pentastellati  sta espiando la colpa di aver governato con Berlusconi. Reazioni tra ilarità e stupore, indicative di che clima si respira all’interno del governo.  Fino a queste dichiarazioni pensavo che ci fossero forti contrasti.  Ora sono convinto che c è anche disprezzo.  E noi piemontesi ci finiamo di mezzo. Giorgetti in questo caso ha solo una colpa: aver detto la verità.  Solo il Parlamento può decidere se interrompere l’opera con le conseguenze del caso. Difficilmente avverrà perché la maggioranza è saldamente in mano ai pro Tav, con le miserie pentastellate  e qualche balla di troppo. Abbiamo fermato la Torino-Lione. Balle spaziali. Conte ha chiesto al cda di Telt di soprassedere, per favore. Probabile che i bandi saranno confermati, il premier ha chiesto un incontro con Francia ed Europa per la richiesta di modificare il progetto. Probabilmente gli incontri si faranno. Sicuramente risponderanno di no. Se n’è accorto pure Perino, leader storico no Tav. E suppone che dietro la lettera ci sia lo zampino di Mario Virano .Se ha ragione è  palese la presa in giro grillina. Matteo Salvini si è arrabbiato tanto ma proprio tanto. Il motivo? Lesa maestà.  Non gli hanno detto nulla . Segna e farà un conto unico che salterà tra sei mesi. Mi sembrava difficile se non impossibile che Giggino battesse Matteo Fregoli . La lettera è fumo. Confermato il mio scetticismo.  Ed ecco che il Chiampa insiste ed ha formalizzato la richiesta di Referendum.  Alcuni dicono che è un bluff perché non si può fare. Non essendo esperti nel settore non ci esprimiamo e comunque osserviamo che i Si Tav lo vorrebbero convinti di stravincere.  I no Tav non lo vogliono perché sono convinti di straperdere e l’euforia di Giggino dura 24 ore. La Francia ed il cda del Telt hanno deciso: avanti con i bandi. Appunto, la Tav va avanti. Rimangono solo i pentastellati torinesi e la Sindachessa di Torino ad aver fiducia nelle lettera di Conte.  Tecnicamente si dice un buco nell’acqua. E sempre la Chiara Appendino si vede a Roma con la Castelli e le chiede: che sta succedendo? La sottosegretaria con occhi sbarrati nel vuoto confessa: francamente non so.  Tipico del loro non fare. A volte capita che la realtà abbia più fantasia dell’immaginazione. Così i Borboni pentastellati ottengono il reddito di cittadinanza per il Nord e gli Asburgo leghisti quota 100 pensionistica per Sud. Lombardia e Piemonte in testa alle classifiche del primo. Gli Enti locali al Sud primi per il secondo aspetto.  Siamo alle prime battute per queste classifiche, ma mi pare che una tendenza sia segnata. Tanti artigiani, pochi operai.  E se la povertà è stata sconfitta non pare si concretizzasse al Sud.
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Sicuro che qualcosa non torna, si vedrà a bocce ferme quali sono  le relative cause. Intanto nel Piemonte crollano le vendite delle auto.  Magneti Marelli componentistica saldamente in mano ai Giapponesi e le esportazioni diminuiscono. No,  non stiamo campando bene. Pure i deputati leghisti disertano gli incontri con gli Imprenditori. Loro sono solerti verso il capitano Salvini più che alle esigenze del territorio  e del mondo del lavoro. Ma noi torinesi e piemontesi che abbiamo fatto di male? Qualche amico in Lombardia Liguria e Veneto l’ abbiamo ancora. Indubbiamente qualche errore l’abbiamo fatto. basta vedere l’attuale compagine governativa per capirlo.  Siamo passati da Cavour a Laura Castelli via  Giolitti Gramsci Togliatti Einaudi Scalfaro. Oggi non contiamo più nulla, ed è ora che ci diamo una svegliata. Magari con la Regione Piemonte che sostituendosi alla ignavia del Governo italiano gestisca in prima persona la vicenda Tav. Poi non ho sentito o capito che cosa le forze politiche locali pensano della venuta dei cinesi nel porto di Genova e nella economia nostrana. Ricordo il mitico triangolo industriale del Nord con Milano Torino e Genova, nel mio immaginario arricchito ora dal nuovo polo Veneto. Ricordo anche quando per i comunisti era fortemente preferibile il trasporto su treno e non su gomma.  Anche qui non sono esperto nel settore, cerco comunque di utilizzare la poca logica che mi è rimasta.  Il porto di Genova vuol dire soprattutto merci che vengono importane ed esportate, dunque merci che debbono essere trasportate.  I Cinesi hanno già comprato i porti nel Pireo ed hanno forti capitali e liquidità. Se scelgono l’ Italia ed in particolare il Nord puntano a tutta l’Europa. Appunto mi sembra elementare prevedere le infrastrutture necessarie. Mi sa che l’ultima commissione-costi benefici ha scritto un sacco di stupidaggini. Strana è la vita. Ora un’ icona dei comunistoidi è il no Tav.  Lo scontro attuale tra Usa e Repubblica Popolare Cinese è tra chi è più capitalista tra i due. Le cose cambiano proprio.  Ora i capitalisti più sfrenati sono  i compagni cinesi.
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Patrizio Tosetto

BLUTEC, COSTANZO (M5S): “IL GOVERNO NON ABBANDONERA’ I LAVORATORI”

“In questi mesi siamo sempre stati al fianco dei lavoratori della Blutec, che impiega oltre 300 lavoratori in Piemonte. L’obiettivo del Governo, fin dall’inizio, è stato quello di prorogare la cassa integrazione per il 2019 e dare tempo all’azienda di rilanciarsi con un nuovo piano industriale per salvaguardare tutti i lavoratori. Purtroppo oggi capiamo il perché dei tanti ritardi e dei mancati investimenti da parte dell’azienda: l’arresto dei vertici conferma tutte le perplessità di questi mesi. Per questo la decisione del ministro Di Maio di contattare l’amministratore giudiziario per salvaguardare tutti i livelli occupazionali rappresenta il primo e fondamentale passaggio per tutelare i lavoratori, le vere vittime di questa storia, che questo Governo non abbandonerà”. Così in una nota Jessica Costanzo, portavoce del MoVimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera, impegnata da mesi sulla questione Blutec, che ricorda infine come l’azienda “occupa circa 300 lavoratori tra le sedi di Rivoli, Beinasco e Asti e già verso la fine del mese di gennaio aveva visto scioperi e proteste a causa di problemi nelle tempistiche di pagamento degli stipendi”.

Tav, Forza Italia: “Chiamparino non usi il referendum per farsi propaganda”

“Avevamo consigliato il presidente Chiamparino di lasciar perdere la via del referendum. Giusto fare le pressioni del caso quando il M5S tentava di bloccare la realizzazione dell’opera, ora che i bandi sono partiti e che il sottosegretario Giorgetti ha chiarito che in caso di nuovi blitz di Toninelli e Di Maio la parola spetterà al Parlamento la sua iniziativa ha un sapore esclusivamente elettorale. Il Governatore piu che alle ragioni delle imprese e delle famiglie piemontesi: si aggrappa al referendum sulla Tav per nascondere sotto il tappeto i tanti fallimenti della sua Giunta regionale che si traducono in un Piemonte che cresce meno delle altre regioni del Nord Italia. Tutti sappiamo le abilità di prestigiatore politico di Chiamparino, ma “esageruma nen”. Le elezioni di fine
maggio sono una partita che si gioca sulla sanità,  sulle politiche industriali, l’organizzazione del trasporto pubblico locale, il sostegno dei comparti turistici, sportivo e culturale. Tutti ambiti dove la sua Giunta di centrosinistra ha raccolto solo insuccessi. Non ci presteremo alla sua azione di distrazione di massa. Le uniche sentinelle Sì Tav siamo noi ed è la nostra coerenza di questi anni a certificarlo”. Ad affermarlo in una nota il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Andrea Fluttero e il vice Andrea Tronzano (nelle foto) con i consiglieri regionali Luca Bona, Franco Graglia e Luca Rossi commentando la conferenza stampa organizzata dal presidente Chiamparino per lanciare il referendum sulla TAV.

"Rosso (FdI): "Come le star Conte si ritrova al Roxy bar"

“Il Premier Giuseppe Conte si è ritrovato al Roxy Bar e ha accusato gli italiani di essere ossessionati dal Tav. Al contrario, lui sostiene di voler ripartire con i cantieri pubblici, ma intende però bloccarne soltanto uno: tra i più grandi e i più strategici, oltretutto finanziato in gran parte dall’Unione europea. Forse a essere ossessionato dal Tav è lui, ma soprattutto il partito che rappresenta”. Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune di Torino, interviene sulle ultime dichiarazioni rilasciate da Conte al Roxy Bar di Roma. “Certo, oggi lui è una star, però non può permettersi un discorso così contraddittorio – conclude Rosso – dice di volere i cantieri pubblici, tranne uno al quale è ideologicamente contrario. Stiamo assistendo alla politica dei cantieri pubblici tranne uno, ed è davvero bizzarra. Almeno i proto-grillini erano coerentemente contro ogni cantiere, oggi quello del Tav è soltanto un feticcio per tenere buona la base estremista”.

Tav, la sintesi tra sì e no non esiste

Matteo Salvini nervosetto. Appare spavaldo come suo solito. Sono i tempi, che per lui e per la Lega (anche) del Piemonte non collimano. Di fatto con i suoi che sul Tav gli sono addosso. Poi l’Europa e i francesi che non hanno più voglia di aspettare i comodi di Giggino e non fanno distinzioni tra le forze che compongono il governo
Come non fanno distinzioni tra chi governa e lo Stato. Questa non è una puntualizzazione da poco. E il torinesissimo architetto  Mario Virano vola dal Presidente del Consiglio Conte precisandogli che la sua presenza è dettata da cortesia istituzionale.  Istituzionalmente risponde anche a Francia ed Europa e in Italia al Presidente della Repubblica che sta facendo di tutto per salvare il salvabile. Sergio Chiamparino in Regione assume  Paolo Foietta,  ex commissario . L’ Ance Piemonte querela Di Battista e le Madamine riconvocano un’altra manifestazione. Il prof Ponti, presidente della commissione, quando paga l’ Europa dice che la Tav si deve fare.  Quando paga Toninelli (con i soldi nostri) dice che la Tav non s’ha da fare. Conte si porta i suoi esperti, Salvini i suoi e Di Maio “vedo gente, faccio cose”.Chiampa e centro destra si contendono all’ ultimo voto le elezioni in Piemonte.  Giachino ricordando sempre Cavuor mi sembra lentamente tagliato fuori. Almeno in questo caso il centro destra è in stato confusionale. Con tutte le organizzazioni di categoria sindacali che chiedono a Matteo Salvini: che stai combinando? Non ti seguiamo più. Con i pentastellati neppure considerati. Eppure artigiani, industriali, commercianti sia in Piemonte come in Lombardia hanno considerato positivamente la Lega.
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E Chiara Appendino è affranta dalle mafiose minacce degli anarcoidi teppistelli di quart’ordine, sempre comunque pericolosi. Loro non sono un problema politico. Sono un problema di ordine pubblico. Ma Chiara è anche basita dal comportamento di parte dei suoi che si sono voltati dall’ altra parte e anche per Lei non è un bel vivere.  Viale e opposizione manifestano sotto il municipio solidarietà morale e politica alla Sindachessa. Come non ricordare quando le minacce erano rivolte a quelli del PD ed esponenti delle sinistra sbrindellata ironicamente dichiaravano: capita, o con consumata malvagità sostenevano che erano pro Tav solo per farsi pubblicità politica fin tanto da inventarsi minacce e attentati. Continuano le miserie umane. Sulla Tav si sono rotti rapporti di amicizia e sodalizi politici.  Troppa acrimonia e odio. Ma una parte sembra proprio non accettare. Non accettare la conclusione di un’ opera che non dipende solo dall’Italia o dalla Val di Susa. Nel non accettare vale di tutto, anche la ritorsione. Il movimento No Tav stava scomparendo di fronte all’evidenza dei fatti. Il governo pentastellato ha d ringalluzzito tutto e tutti, compresi  gli atti di violenza. Con il paradosso della complicità dei leghisti che sono sicuramente un partito d ordine. Contraddizione evidente. Con questo non voglio automaticamente dire che tutti i No Tav sono violenti. Ma fare i conti politici sì. E per l’ ennesima volta Giggino viene smentito dai fatti. Conte ha mandato una lettera a Telt autorizzando gli appalti. Con la salvaguardia. Un elegante modo per affermare che si potrà anche chiedere delle modifiche al progetto originario. Salvini ha sostenuto di avere la testa più dura di Di Maio che giudicava questo atteggiamento infantile.
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Forse ma per ora (ancora) un punto a favore del milanese sul campano.  Concretamente i lavori vanno avanti . Persino il sindaco di Venaus, storico No Tav, propone comunque di andare avanti ponendo una modifica del progetto originale. Altro passo in avanti ma non giudicato sufficiente per tranquillizzare i pro Tav. Per i contrari, mi sa che non è un problema di merito. Tanta e fin troppa ideologia. Ma è difficile se non impossibile dialogare con chi ne fa una questione di carattere ideologico. Il confronto generalmente sfocia o in una mediazione o in sintesi tra tesi ed antitesi. Difficile trovare mediazione o sintesi tra il no e il sì  Anzi, impossibile, visto che in natura come in grammatica non esiste. Aspettiamo le reazioni a questa novità della lettera. Altro capolavoro della ” trasparenza” grillina.  Dimostrazione pratica che dal dire al fare c’ è  di mezzo l’ oceano. Se hanno ragione le indiscrezioni giornalistiche di una richiesta Italiana all’Europa e Francia di ridiscutere tutto il progetto, sono sicuro che la richiesta verrà rispedita al mittente. Con la Francia che si chiede cosa c’ entra la vecchia Italia che ha dato i natali a Leonardo da Vinci. Ma aspettiamoci anche locali reazioni di violenti e affini che reagiranno sicuramente. Per loro confusione e violenza vanno di pari passo. E sullo sfondo lo spauracchio del referendum.  Effettivamente è la prima volta nella storia dell’unità d’ Italia che il Piemonte si trova così in difficoltà.
Patrizio Tosetto