Quattro i temi: lavoro, scuola, Europa, famiglia, in un confronto soft in linea con la campagna elettorale
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Di Romana Allegra Monti
Si è svolto il 13 maggio, alle 20:45 presso il Salotto delle Idee – Collegio Artigianelli dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), il “confronto tra i principali candidati alla Presidenza della Regione Piemonte”, moderato da Domenico Baldassarre. Per principali si intende Sergio Chiamparino per la coalizione del centro-sinistra, Alberto Cirio della coalizione del centro-destra e Giorgio Bertola candidato del Movimento 5 Stelle. In realtà i candidati alla presidenza regionale sono quattro in totale, per cui mancava all’appello soltanto il già dato per spacciato Valter Boero del Popolo della Famiglia, a cui è stato riservato un posto (non occupato) in platea.
Un confronto a sala piena, che prevedeva un massimo di cinque minuti ciascuno per rispondere alle domande poste dai soci UCID su temi come lavoro, scuola, famiglia ed Europa, distribuiti con quattro domade. Al termine del confronto sono stati raccolte le domande dal pubblico su corruzione, attrazione di investimenti, cultura e turismo, Salone del Libro e vaccini, su cui non è mancata l’ironia tagliente di Chiamparino: “a questa rispondi tu Bertola”.
Si è trattato di un dibattito in pieno stile sabaudo, sobrio e pieno di contenuti, che nulla ha a che fare con i dibattiti politici televisivi a cui ormai siamo tutti troppo abituati. Alcune parole di approvazione e qualche passaggio cross tra Alberto Cirio e l’attuale Presidente, l’unica piccola schermaglia è stata quella tra Giorgio Bertola e Chiamparino, il quale ha inaugurato la disputa inserendo nella sua prima risposta una scoccata rivolta all’esponente 5stelle: “non polemizzo con nessuno, ma la decrescita non è mai felice”. Provocazione non raccolta da Bertola che, intanto, preferiva riferirsi ad ogni risposta a scelte prese a livello nazionale, declinandole poi con un “noi”.
Numerose le posizioni condivise dai candidati come: apertura a reinserire il Comitato regionale per i diritti umani, verso l’Europa e la necessità di accedere ai fondi europei, disponibilità ad attuare Legge Regionale 16/2019 approvata a marzo – “in extremis” come Cirio non manca di sottolineare – che istituisce il “fattore famiglia” sulla scia di quella lombarda istituita due anni fa.
La timida platea divideva i suoi applausi tra Cirio e Chiamparino, il quale però era impegnato a scagliarsi frecciatine con Bertola, lasciando forse un po’ troppo campo alla dialettica di Cirio che nel frattempo si ingraziava la platea, raccogliendo gli applausi più vigorosi del pubblico, anche grazie a risposte chiare, sempre concluse da frasi a effetto a cui spesso seguiva qualche mugugnato commento di approvazione. D’altronde si sa, tra i due litiganti…
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Leggi anche le interviste ai candidati alla presidenza della Regione:
GIORGIO BERTOLA http://www.iltorinese.it/bertola-cosi-il-piemonte-cambia-passo/
ALBERTO CIRIO http://www.iltorinese.it/intervista-cirio-le-mie-proposte-per-un-nuovo-piemonte/
VALTER BOERO http://www.iltorinese.it/boero-lunica-scommessa-in-cui-si-e-sicuri-di-vincere-e-quella-della-famiglia/
(nei prossimi giorni SERGIO CHIAMPARINO)
La politica decadente e l'ombra delle inchieste
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Anche in occasione di queste elezioni l’Ucid, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti sezione di Torino (www.ucidtorino.it), intervista i principali candidati alla Presidenza della Regione sui temi che più stanno a cuore ai propri aderenti: la centralità della persona umana, la dignità del lavoro, la gestione valoriale dell’impresa, il bene comune, la famiglia
Quest’anno abbiamo invitato i principali candidati alla presidenza regionale Bertola, Chiamparino e Cirio. Perchè solo loro? I sondaggi li indicano quali possibili eletti e noi imprenditori e dirigenti vogliamo conoscere la posizione sui temi sociali e del lavoro di chi sarà eletto.
Al candidato Boero è stato comunque riservato un posto in sala sia per un coinvolgimento attivo sia per essere eventualmente intervistato dalla stampa.
I nostri 100 soci, imprenditori, dirigenti e professionisti, ed i loro invitati hanno saturato in breve tempo la capienza del nostro “Salotto delle Idee” presso la nostra sede di c.so Palestro 14 a Torino all’interno del collegio Artigianelli.
Proprio da un confronto tra i soci sono emersi i temi che sottoporremo ai candidati, prima del dibattito libero:
Famiglia (recepimento Legge regionale 16/2019 del 9 aprile 2019,sull’istituzione del Fattore Famiglia)
Europa (visione generale e promozione/utilizzo dei fondi europei)
Ucid infatti ritiene opportuno meglio informare chi ha ideali e morale cattolica in occasione di un momento politico così importante, nel quale vengono rinnovati anche i nostri rappresentanti in Europa. Non bisogna dimenticare che le strategie operative nella regione sono finanziate da fondi europei che i nostri politici regionali dovranno intercettare e utilizzare a favore del nostro territorio.
Di Pier Franco Quaglieni
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Non sono mai stato socialista, anche se ho apprezzato Craxi, stando sempre lontano dal servo encomio e quindi anche dal codardo oltraggio ,quando cadde in disgrazia. Ma alcune volte ho votato socialista con convinzione: spesso votavo alla Camera socialista e liberale Senato, o viceversa, asseconda dei candidati proposti. La mia amicizia per un uomo come Aldo Viglione non poteva non portarmi ad essere almeno un simpatizzante socialista, malgrado le mie convinzioni liberali o forse proprio perché liberale : era infatti esistito il Socialismo liberale di Rosselli e il Liberalsocialismo di Calogero. De Michelis, pur provenendo dalla corrente lombardiana del PSI, fu un convinto sostenitore del dialogo tra liberali e socialisti – il cosiddetto lib- lab – dove sul versante liberale c’erano Zanone ed Altissimo, anche lui come De Michelis attratto dalle discoteche romane . Ho conosciuto Gianni De Michelis sia perché fui amico di suo fratello Cesare, docente ed editore, sia perché una volta lo incontrai insieme a Mario Soldati. Carattere esuberante, fu uomo di grande e scintillante intelligenza. Come ministro degli Esteri ebbe intuizioni molto significative e dimostrò lungimiranza. Nessun ministro italiano degli Esteri degli ultimi quarant’anni può essergli paragonato. Alla Farnesina ci furono ministri sterilmente allineati alla burocrazia del ministero o lanciati in avventure politicamente poco lucide e soprattutto poco utili agli interessi dell’Italia. De Michelis sui temi dell’Europa, dei Balcani, dell’Est, di Israele ebbe capacità di iniziativa. Fu, in una parola, uno statista capace di guardare lontano, un homo europeus come pochi altri. Spiace che alcuni giornalisti, tra cui Antonio Stella, giacobino fomentatore dei vari populismi antipolitica, non abbiano voluto cogliere la statura di De Michelis e si siano attardati a ricamare sulle sue vicende giudiziarie che pure sono esistite e che pure si conclusero, senza quasi lambire l’imputato che venne subito condannato in modo clamoroso sui roghi mediatici e televisivi in modo inqualificabile. Spiace che Vauro abbia disegnato un’immonda vignetta in cui evoca i nani e le ballerine.
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Fu certo una sorta di nuovo doge di Venezia ed amò vivere con un certo sfarzo. Amava andare in discoteca e tenere i capelli in disordine, amava e desiderava le belle donne e la convivialità, ma chi lo ricorda solo per questo è uno sciocco superficiale o e’ in malafede. Io so che ancora adesso stava pagando i debiti contratti durante la sua carriera politica, un po’ com’era accaduto al deputato socialista novarese ed eroe della Resistenza Corrado Bonfantini che per ,tenere in piedi il giornale “Sempre avanti!”, si era indebitato a vita. Si può dire che sia morto povero, dopo cinque anni di terribile e devastante malattia. Aveva anche aspetti indisponenti: lo ricordo una sera a cena con tutto il codazzo dei suoi sostenitori ai “Do Forni “ di Venezia . Fu una scena che diede l’idea di una certa arroganza che era propria di molti socialisti rampanti, ma sicuramente non solo dei socialisti, perché l’arroganza dei comunisti non era da meno e non si manifestava nelle cene, ma nella feroce egemonia culturale e politica esercitata in modo intollerabile per tanti decenni. Al di là delle apparenze, era un uomo di qualità, uno di quei politici di cui si è perso il conio. E un politico va giudicato in base a criteri politici e non etici od estetici. All’indomani della sua morte, va giudicato con criteri storici, come si addice a chi è passato dalla cronaca banale e sciatta alla storia di questo Paese.
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Dissentii aspramente da lui su Expo2000 a Venezia e sostenni che avrebbe distrutto quella città . Ne parlai anche con lui personalmente e non mi convinse . Voleva una Venezia viva e non città museo. Fu lui ad avere l’idea di rilanciare il Carnevale veneziano, diventato da allora un appuntamento imperdibile .Vedendo come e’ oggi la città della laguna, preda di orde di turisti e attraversata da grandi navi, forse le idee di De Michelis non erano tutte da gettare perché erano ragionamenti in grande, quelli di cui oggi non c’è più traccia. Se pensiamo all’ inesistenza dell’attuale ministro degli Esteri e alla totale mancanza di una politica estera italiana ,non possiamo non rimpiangere uomini e ministri come lui, corazzati di cultura e capacità di agire. Sbagliava grossolanamente Enzo Biagi, quando lo definì sprezzantemente “ un avanzo di balera “. Era uno di quegli uomini che ti restano impressi nel ricordo, al di là’ degli anni. De Michelis aveva previsto Tangentopoli e fu lucidamente consapevole degli errori commessi dai socialisti, ma non rinnegò mai le sue convinzioni politiche, dimostrando una coerenza che lo pone tra i grandi socialisti del secolo breve a livello europeo ed internazionale, oltre che ovviamente italiano . Il suo nome non sarà facilmente dimenticato.
scrivere a quaglieni@gmail.com
“Qualora la Città decida di non aderire alla sanatoria, dovrà spiegare ai Torinesi perché non dà esecuzione ad una misura del governo a sostegno dei contribuenti e preferisce conservare residui attivi il cui importo per sanzioni e interessi cresce ogni anno, ma che nei fatti sono difficilmente incassabili aumentando così le difficoltà finanziarie dell’ente”
Il Comune di Torino, come risulta dall’Allegato 10 alla delibera del Consiglio Comunale n.2019-01339/024, vanta residui attivi (per tasse, multe, sanzioni e interessi passivi) al 31 Dicembre 2017 per complessivi Euro 676.979.677 così ripartiti:
a) ICI Euro 10.983.709
b) TASI Euro 1.131.925
c) IMU Euro 39.152.647
d) TASSA SULLE AFFISSIONI 20.447.905
e) TASSA SMALTIMENTO RIFIUTI SOLIDI Euro 255.678.808
f) ENTRATE DA REPRESSIONE IRREGOLARITA’ STRADALI Euro 349.584.683
Ai contribuenti è offerta la possibilità di pagare i debiti maturati, con lo stralcio di sanzioni ed interessi così come previsto per la rottamazione ter delle cartelle.
La sanatoria entra in vigore a condizione che l’ente interessato (nel nostro caso il Comune di Torino) deliberi entro 60 giorni dal 1 Maggio 2019 di aderire alla detta sanatoria.
In Commissione Capigruppo ho chiesto ai rappresentanti della Giunta 5 Stelle quale decisione ha assunto, o intende assumere, la Città di Torino. In merito non mi è stata fornita risposta; il Vice Sindaco Montanari mi ha però assicurato che nei prossimi giorni mi verranno comunicate le decisioni della Giunta.
Qualora la Città di Torino decida di aderire alla sanatoria dovrà:
a) stabilire il numero delle rate dovute dai contribuenti e le relative scadenze che non potranno andare oltre il 30 Settembre 2021;
b) stabilire le modalità con cui il contribuente può manifestare la volontà di aderire alla sanatoria;
c) fissare il termine entro il quale l’ente risponde alla richiesta del contribuente e gli comunica l’ammontare dovuto, l’importo delle singole rate e le relative scadenze.
Qualora invece la Città decida di non aderire alla sanatoria, dovrà spiegare ai Torinesi perché non dà esecuzione ad una misura del governo a sostegno dei contribuenti e preferisce conservare residui attivi il cui importo per sanzioni e interessi cresce ogni anno, ma che nei fatti sono difficilmente incassabili aumentando così le difficoltà finanziarie dell’ente.
La decisione richiesta alla Città non ha, e non deve avere, una valenza politica, ma deve essere finalizzata esclusivamente a migliorare le entrate finanziarie dell’ente, sgravando nel contempo i contributi di oneri molto gravosi.
Alberto Morano
Consigliere comunale
Salvini Vs Zingaretti nei comizi in Piemonte
“Alla sinistra sono rimaste solo le urla e gli insulti”, afferma Matteo Salvini, a Fossano per un comizio elettorale. “Abbiamo già vinto a Fossano come in Italia, perché quando vai in piazza – ha detto – devi proporre delle idee sulle tasse, sul lavoro e sull’Europa, sulle banche e sulla giustizia. Invece le uniche idee che hanno loro sono ‘fascisti’, ‘razzisti’ e ‘no no no’, ma noi abbiamo bisogno di una vagonata di sì”. Sul versante politico opposto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, è intervenuto a Torino, dove ha esortato a votare per Sergio Chiamparino: “Avere un buon governatore fa la differenza e non è vero che la crisi è stata affrontata da tutti nello stesso modo: c’è chi ha avuto buone amministrazioni e l’ha affrontata meglio. In Piemonte abbiamo un grande presidente, che ha difeso la regione non solo risanandola, ma ricollocandola in Europa. Difendete questa terra – ha concluso – Non fatela cadere in mano a chi sta distruggendo l’Italia”.