POLITICA- Pagina 506

CONTRO LA CHIUSURA DI RADIO RADICALE +EUROPA E RADICALI ITALIANI STESI PER TERRA

“IN SEGNO DI PROTESTA PER L’AZIONE CRIMI-NALE DEL GOVERNO”
Oggi a Torino, 16 maggio 2019, dalle ore 16 alle ore 17, dirigenti e militanti di +Europa e Radicali Italiani, in via Garibaldi angolo via San Dalmazzo, attueranno un Flash-Mob ” stesi per terra” in segno di protesta contro la decisione CRIMI-nale del Governo che porterà alla chiusura di Radio Radicale.
Tra gli altri hanno annunciato la loro partecipazione:
Silvja Manzi – Segretaria di Radicali Italiani, candidata di +Europa alle elezioni europee;
Silvio Viale – Comitato nazionale Radicali Italiani – candidato di +Europa SI TAV alle elezioni regionali;
Igor Boni – Coordinatore Gruppo +EUROPA Torino, candidato alle elezioni europee. 
(foto archivio)

Regionali, l' Ucid incontra i principali candidati presidente

Quattro i temi: lavoro, scuola, Europa, famiglia, in un confronto soft in linea con la campagna elettorale
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Di Romana Allegra Monti

 
Si è svolto il 13 maggio, alle 20:45 presso il Salotto delle Idee – Collegio Artigianelli dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), il “confronto tra i principali candidati alla Presidenza della Regione Piemonte”, moderato da Domenico Baldassarre. Per principali si intende Sergio Chiamparino per la coalizione del centro-sinistra, Alberto Cirio della coalizione del centro-destra e Giorgio Bertola candidato del Movimento 5 Stelle. In realtà i candidati alla presidenza regionale sono quattro in totale, per cui mancava all’appello soltanto il già dato per spacciato Valter Boero del Popolo della Famiglia, a cui è stato riservato un posto (non occupato) in platea.
 
Un confronto a sala piena, che prevedeva un massimo di cinque minuti ciascuno per rispondere alle domande poste dai soci UCID su temi come lavoro, scuola, famiglia ed Europa, distribuiti con quattro domade. Al termine del confronto sono stati raccolte le domande dal pubblico su corruzione, attrazione di investimenti, cultura e turismo, Salone del Libro e vaccini, su cui non è mancata l’ironia tagliente di Chiamparino: “a questa rispondi tu Bertola”.
 
Si è trattato di un dibattito in pieno stile sabaudo, sobrio e pieno di contenuti, che nulla ha a che fare con i dibattiti politici televisivi a cui ormai siamo tutti troppo abituati. Alcune parole di approvazione e qualche passaggio cross tra Alberto Cirio e l’attuale Presidente, l’unica piccola schermaglia è stata quella tra Giorgio Bertola e Chiamparino, il quale ha inaugurato la disputa inserendo nella sua prima risposta una scoccata rivolta all’esponente 5stelle: “non polemizzo con nessuno, ma la decrescita non è mai felice”. Provocazione non raccolta da Bertola che, intanto, preferiva riferirsi ad ogni risposta a scelte prese a livello nazionale, declinandole poi con un “noi”.
 
Numerose le posizioni condivise dai candidati come: apertura a reinserire il Comitato regionale per i diritti umani, verso l’Europa e la necessità di accedere ai fondi europei, disponibilità ad attuare Legge Regionale 16/2019 approvata a marzo – “in extremis” come Cirio non manca di sottolineare – che istituisce il “fattore famiglia” sulla scia di quella lombarda istituita due anni fa.
 
La timida platea divideva i suoi applausi tra Cirio e Chiamparino, il quale però era impegnato a scagliarsi frecciatine con Bertola, lasciando forse un po’ troppo campo alla dialettica di Cirio che nel frattempo si ingraziava la platea, raccogliendo gli applausi più vigorosi del pubblico, anche grazie a risposte chiare, sempre concluse da frasi a effetto a cui spesso seguiva qualche mugugnato commento di approvazione. D’altronde si sa, tra i due litiganti…
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Leggi anche le interviste ai candidati alla presidenza della Regione:
GIORGIO BERTOLA http://www.iltorinese.it/bertola-cosi-il-piemonte-cambia-passo/
ALBERTO CIRIO http://www.iltorinese.it/intervista-cirio-le-mie-proposte-per-un-nuovo-piemonte/
VALTER BOERO http://www.iltorinese.it/boero-lunica-scommessa-in-cui-si-e-sicuri-di-vincere-e-quella-della-famiglia/
(nei prossimi giorni SERGIO CHIAMPARINO)
 
 
 

La politica decadente e l'ombra delle inchieste

In molti sostengono che le ultime vicissitudini tra magistratura e politici non abbiano la benché minima influenza sul voto. Concordo. Ora Giggino si gode la sua vittoria di Pirro e poi tutto come prima. Matteo (Salvini), Fregoli per gli amici, in arte Rambo, sta mordendo il freno.  Bisogna stare calmi fino a dopo le elezioni.  Poi si fanno i conti in tutti i sensi.  Se il Carroccio supera abbondantemente il 30 % ed i pentastellati si fermano  intorno al 20%, ecco le tentazioni di rifare tutto con le politiche anticipate dietro l’angolo. Sicuro è che Giggino e Matteo non si considerano minimamente e  non danno un bello spettacolo di unità del governo. Viceversa tireranno a campare. Un Pd boccheggiante che  non appare allo stato attuale un’ alternativa. In verità Zingaretti ce la mette tutta ma la buona volontà non basta. Ma torniamo a bomba.  Si sta affacciando una nuova tangentopoli? La Storia quando si ripete da dramma diventa farsa, diceva un autorevolissimo filosofo dell’ ottocento. Qui (ho la netta impressione) si ripetono poche cose. Le diversità ci sono. Prima fra tutte: coinvolgimento di persone vicino od addirittura appartenenti ad organizzazioni criminali. Tra gli obbiettivi riciclare sporco attraverso l’ acquisto di società  cotte. Successivamente pressioni per aggiudicarsi lavori pubblici. Boccassini della Dia coordinatrice dei vari filoni di indagine. 
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Indubbiamente per qualcuno che ancora non compare fa caldo, molto caldo con Mafia e Procura Generale Antimafia. Poi come non si fa ricordare le polemiche tra Saviano e Salvini. Il primo che denunciava le infiltrazioni mafiose al Nord ed in particolare a Milano e Varese.  Il secondo che negava tutto sostenendo che erano solo maldicenze. Eppure da più di un decennio si parla di queste vicende, a Reggio Emilia dove forte è la presenza della Camorra o Milano o Torino con Mafia ed ‘ndrangheta a volte rivali ed a volte alleati. La criminalità organizzata non molla ma non molla anche lo Stato. E alcuni imprenditori ne vanno di mezzo. Sia ben chiaro, chi è causa del suo male pianga se stesso. Chi accetta denaro dalla dubbia provenienza non ha scusanti. Neppure della non conoscenza. In quel mondo nessuno fa nulla per beneficenza. Se poi l’ imprenditore non si informa è maggiormente responsabile. Non solo una questione morale: delinquono sapendo di mentire. La magistratura ha scoperchiato il vaso di Pandora. Domandare è un vizio che mi porto dietro da tanti anni. Parlando con un poliziotto in pensione mi ha spiegato cose è cambiato in trent’anni l’uso delle intercettazioni. La tecnologia si è molto evoluta con indagini sempre più efficaci. Evidentemente non anticipo nessun verdetto. Vedremo ma mi sa che siamo solo all inizio.  Magari non vi saranno influenze sul voto prossimo venturo.  Ma alla distanza qualcosa accadrà e cambierà, nella politica.
Patrizio Tosetto

Ucid dialoga sui temi cattolici con i candidati alla presidenza della Regione

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Anche in occasione di queste elezioni l’Ucid, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti sezione di Torino (www.ucidtorino.it), intervista i principali candidati alla Presidenza della Regione sui temi che più stanno a cuore ai propri aderenti: la centralità della persona umana, la dignità del lavoro, la gestione valoriale dell’impresa, il bene comune, la famiglia

Quest’anno abbiamo invitato i principali candidati alla presidenza regionale Bertola, Chiamparino e Cirio. Perchè solo loro? I sondaggi li indicano quali possibili eletti e noi imprenditori e dirigenti vogliamo conoscere la posizione sui temi sociali e del lavoro di chi sarà eletto.
Al candidato Boero è stato comunque riservato un posto in sala sia per un coinvolgimento attivo sia per essere eventualmente intervistato dalla stampa.
 
I nostri 100 soci, imprenditori, dirigenti e professionisti, ed i loro invitati hanno saturato in breve tempo la capienza del nostro “Salotto delle Idee”  presso la nostra sede di c.so Palestro 14 a Torino all’interno del collegio Artigianelli.
Proprio da un confronto tra i soci sono emersi i temi che sottoporremo ai candidati, prima del dibattito libero:

Promozione del lavoro e del capitale umano (promozione investimenti pubblici e privati e politiche atte a generare sviluppo e lavoro produttivo e ridare dignità alle persone)Rispetto Dottrina sociale della Chiesa (La solidarietà e la sussidiarietà nella pubblica amministrazione quali ad esempio: sostegno alle scuole paritarie e reinsediamento Comitato Diritti Umani del consiglio regionale
Famiglia (recepimento Legge regionale 16/2019 del 9 aprile 2019,sull’istituzione del Fattore Famiglia)
Europa (visione generale e promozione/utilizzo dei fondi europei)
Ucid infatti ritiene opportuno meglio informare chi ha ideali e morale cattolica in occasione di un momento politico così importante, nel quale vengono rinnovati anche i nostri rappresentanti in Europa. Non bisogna dimenticare che le strategie operative nella regione sono finanziate da fondi europei che i nostri politici regionali dovranno intercettare e utilizzare a favore del nostro territorio.
 

DE MICHELIS il Doge dai lunghi capelli che fu statista di qualità

Di Pier Franco Quaglieni
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Non sono mai stato  socialista, anche se ho apprezzato Craxi, stando sempre lontano dal servo encomio e quindi anche  dal codardo oltraggio ,quando cadde in disgrazia. Ma alcune volte ho votato socialista con convinzione: spesso votavo alla Camera socialista e liberale Senato, o viceversa, asseconda dei candidati proposti. La mia amicizia per un uomo come Aldo Viglione non poteva non portarmi ad essere almeno un simpatizzante socialista, malgrado le mie convinzioni liberali o forse proprio perché liberale : era infatti  esistito il Socialismo liberale di Rosselli e il Liberalsocialismo di Calogero.  De Michelis, pur provenendo dalla corrente lombardiana del PSI, fu un convinto sostenitore del  dialogo tra liberali e socialisti – il cosiddetto lib- lab – dove sul versante liberale c’erano Zanone ed Altissimo, anche lui come De Michelis attratto dalle discoteche romane . Ho conosciuto Gianni De Michelis sia perché fui amico di suo fratello Cesare, docente ed editore, sia perché una volta lo incontrai insieme a Mario Soldati. Carattere esuberante, fu uomo di grande e scintillante intelligenza. Come ministro degli Esteri ebbe intuizioni molto significative  e dimostrò lungimiranza. Nessun ministro italiano  degli Esteri degli ultimi quarant’anni può essergli paragonato. Alla Farnesina ci furono ministri sterilmente allineati alla burocrazia del ministero o lanciati in avventure politicamente poco lucide e  soprattutto poco utili agli interessi dell’Italia. De Michelis sui temi dell’Europa, dei Balcani, dell’Est, di Israele  ebbe capacità di iniziativa. Fu, in una parola, uno statista capace di guardare lontano, un homo europeus come pochi altri. Spiace che alcuni giornalisti, tra cui Antonio  Stella, giacobino  fomentatore dei  vari populismi antipolitica, non abbiano voluto cogliere la statura di De Michelis e si siano  attardati a ricamare sulle sue vicende giudiziarie  che pure sono esistite e che pure si conclusero, senza quasi lambire l’imputato che venne subito  condannato in modo clamoroso  sui roghi mediatici e televisivi  in modo inqualificabile. Spiace che Vauro abbia disegnato un’immonda vignetta in cui evoca i nani e le ballerine.
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Fu certo una sorta di nuovo doge di Venezia ed amò vivere con un certo sfarzo. Amava andare in discoteca e tenere i capelli in disordine, amava e desiderava le belle donne e la convivialità, ma chi lo ricorda solo per questo è uno sciocco superficiale o e’ in malafede. Io so che ancora adesso stava pagando  i debiti contratti durante la sua carriera politica, un po’ com’era accaduto al deputato socialista novarese  ed eroe della Resistenza Corrado Bonfantini che per ,tenere in piedi il giornale “Sempre avanti!”, si era indebitato a vita. Si può dire che sia morto povero, dopo cinque anni di terribile e devastante  malattia. Aveva anche aspetti indisponenti: lo ricordo una sera a cena con tutto il codazzo dei suoi sostenitori  ai “Do Forni “ di Venezia . Fu una scena che diede l’idea di una certa arroganza che era propria di molti socialisti rampanti, ma  sicuramente non solo dei socialisti, perché l’arroganza dei comunisti non era da meno e non si manifestava nelle cene, ma nella feroce egemonia culturale e politica esercitata in modo intollerabile per tanti decenni. Al di là delle apparenze, era un uomo di qualità, uno di quei politici di cui si è perso il conio. E un politico va giudicato in base a criteri politici e non etici od estetici. All’indomani della sua morte, va giudicato con criteri storici, come si addice a chi è passato dalla cronaca banale e sciatta  alla storia di questo Paese.
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Dissentii aspramente da lui su Expo2000 a Venezia e sostenni che avrebbe distrutto quella città . Ne parlai anche con lui personalmente e non mi convinse . Voleva una Venezia viva e non città museo. Fu lui ad avere l’idea di rilanciare il Carnevale veneziano, diventato da allora un appuntamento imperdibile .Vedendo come e’ oggi la città della laguna, preda di orde di turisti e attraversata da grandi navi, forse le idee di De Michelis non erano tutte da gettare perché erano ragionamenti in grande, quelli di cui oggi  non c’è più traccia. Se pensiamo all’ inesistenza dell’attuale ministro degli Esteri e alla totale mancanza di una politica estera italiana ,non possiamo non rimpiangere uomini e ministri come lui, corazzati di cultura e capacità di agire. Sbagliava grossolanamente Enzo Biagi, quando lo definì sprezzantemente “ un avanzo di balera “. Era uno di quegli uomini che ti restano impressi nel ricordo, al di là’ degli anni. De Michelis aveva previsto Tangentopoli e fu lucidamente consapevole degli errori commessi dai socialisti, ma non rinnegò mai le sue convinzioni politiche, dimostrando una coerenza che lo pone tra i grandi socialisti del secolo breve a livello europeo ed internazionale, oltre che ovviamente italiano . Il suo nome non sarà facilmente dimenticato.
 

scrivere a quaglieni@gmail.com

"LA CITTA’DI TORINO DEVE ADERIRE AL DECRETO CRESCITA E CONSENTIRE LA ROTTAMAZIONE DELLE MULTE NON PAGATE"

“Qualora la Città decida di non aderire alla sanatoria, dovrà spiegare ai Torinesi perché non dà esecuzione ad una misura del governo a sostegno dei contribuenti e preferisce conservare residui attivi il cui importo per sanzioni e interessi cresce ogni anno, ma che nei fatti sono difficilmente incassabili aumentando così le difficoltà finanziarie dell’ente”
Il Comune di Torino, come risulta dall’Allegato 10 alla delibera del Consiglio Comunale n.2019-01339/024, vanta residui attivi (per tasse, multe, sanzioni e interessi passivi) al 31 Dicembre 2017 per complessivi Euro 676.979.677 così ripartiti:
a) ICI Euro 10.983.709
b) TASI Euro 1.131.925
c) IMU Euro 39.152.647
d) TASSA SULLE AFFISSIONI 20.447.905
e) TASSA SMALTIMENTO RIFIUTI SOLIDI Euro 255.678.808
f) ENTRATE DA REPRESSIONE IRREGOLARITA’ STRADALI Euro 349.584.683

Il Decreto Crescita approvato dal Governo il 4 Aprile 2019 prevede la possibilità per i contribuenti di beneficiare del mini-condono delle cartelle per le tasse di competenza di comuni, province e regioni relative a debiti e cartelle maturati nel periodo compreso tra l’1 Gennaio 2000 e il 31 Dicembre 2017.
Ai contribuenti è offerta la possibilità di pagare i debiti maturati, con lo stralcio di sanzioni ed interessi così come previsto per la rottamazione ter delle cartelle.
La sanatoria entra in vigore a condizione che l’ente interessato (nel nostro caso il Comune di Torino) deliberi entro 60 giorni dal 1 Maggio 2019 di aderire alla detta sanatoria.
In Commissione Capigruppo ho chiesto ai rappresentanti della Giunta 5 Stelle quale decisione ha assunto, o intende assumere, la Città di Torino. In merito non mi è stata fornita risposta; il Vice Sindaco Montanari mi ha però assicurato che nei prossimi giorni mi verranno comunicate le decisioni della Giunta.
Qualora la Città di Torino decida di aderire alla sanatoria dovrà:
a) stabilire il numero delle rate dovute dai contribuenti e le relative scadenze che non potranno andare oltre il 30 Settembre 2021;
b) stabilire le modalità con cui il contribuente può manifestare la volontà di aderire alla sanatoria;
c) fissare il termine entro il quale l’ente risponde alla richiesta del contribuente e gli comunica l’ammontare dovuto, l’importo delle singole rate e le relative scadenze.
Qualora invece la Città decida di non aderire alla sanatoria, dovrà spiegare ai Torinesi perché non dà esecuzione ad una misura del governo a sostegno dei contribuenti e preferisce conservare residui attivi il cui importo per sanzioni e interessi cresce ogni anno, ma che nei fatti sono difficilmente incassabili aumentando così le difficoltà finanziarie dell’ente.
La decisione richiesta alla Città non ha, e non deve avere, una valenza politica, ma deve essere finalizzata esclusivamente a migliorare le entrate finanziarie dell’ente, sgravando nel contempo i contributi di oneri molto gravosi.
 

Alberto Morano

Consigliere comunale

Salvini Vs Zingaretti nei comizi in Piemonte

“Alla sinistra sono rimaste solo le urla e gli insulti”, afferma Matteo Salvini, a Fossano per un comizio elettorale. “Abbiamo già vinto a Fossano come in Italia, perché quando vai in piazza – ha detto – devi proporre delle idee sulle tasse, sul lavoro e sull’Europa, sulle banche e sulla giustizia. Invece le uniche idee che hanno loro sono ‘fascisti’, ‘razzisti’ e ‘no no no’, ma noi abbiamo bisogno di una vagonata di sì”. Sul versante politico opposto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, è intervenuto a Torino, dove ha esortato a votare per Sergio Chiamparino: “Avere un buon governatore fa la differenza e non  è vero che la crisi è stata affrontata da tutti nello stesso modo: c’è chi ha avuto buone amministrazioni e l’ha affrontata meglio. In Piemonte abbiamo un grande presidente, che ha difeso la regione non solo risanandola, ma ricollocandola in Europa. Difendete questa terra – ha concluso – Non fatela cadere in mano a chi sta distruggendo l’Italia”.
   

Parlano gli "esclusi" di Librolandia

“Le censure? Sono brutte e questa è la dimostrazione che il mio libro può e deve entrare ovunque”. Così Chiara Giannini, autrice del libro “Io sono Matteo Salvini” pubblicato da Altaforte, la casa editrice esclusa dal Salone del Libro, entrata oggi alla rassegna libraria in veste privata. E aggiunge:  “Ho portato una copia del mio libro  per far vedere a chi me lo impedito, compresoiil signor Lagioia e la sindaca Appendino, che la cultura spacca tutti  i ponti e può entrare ovunque”.
Intanto verrà presentato domani al circolo Asso di Bastoni il libro “Inferno spa” con l’autrice Francesca Totolo e Andrea Antonini responsabile editoriale di Altaforte Edizioni. Introdurrà la conferenza Marco Racca, candidato alle europee per CasaPound.”Domani presenteremo un altro libro edito da Altaforte Edizioni presso il nostro circolo Asso di Bastoni in via Cellini 22”, dice  Matteo Rossino, responsabile provinciale del partito della tartaruga frecciata.
Marco Racca, coordinatore regionale del partito e candidato alle europee, ha aggiunto: “La conferenza di oggi è stata un vero successo, a cui ha assistito una sala gremita che ha potuto ascoltare le parole, tra gli altri, del consigliere comunale di Torino Roberto Rosso e dell’ex deputato Corsaro. La recente censura al Salone del Libro da parte della politica ha scosso molti, che si sono riscoperti affamati di libertà di pensiero. Per questo motivo siamo felici di annunciare la presentazione di un’altra pubblicazione di Altaforte Edizioni, “Inferno spa” della “Dama Sovranista” Francesca Totolo”.
(foto: il Torinese)

Cdx: "Più autonomia, più fondi europei, meno burocrazia"

“Il progetto  per dare al Piemonte  un’altra velocità”. Cirio presenta il listino del presidente
Un’economia in frenata che ci rende il fanalino di coda delle regioni del nord Italia e una crescita demografica lenta che nei prossimi anni aumenterà del 50% gli over 75: è la fotografia oggi di un Piemonte che ha bisogno di un cambiamento, di un’altra velocità. Per farlo le parole chiave saranno: autonomia, fondi europei, delegificazione e sburocratizzazione. I quattro punti cardine del Piano strategico di rilancio del nostro territorio che, nella futura Giunta regionale che la coalizione di Centrodestra si candida a guidare, avranno una delega specifica
«Per candidarsi a governare bisogna essere chiari e noi vogliamo dire ai piemontesi sia quelle che riteniamo le priorità per il nostro territorio, ma anche dove andremo a prendere i soldi per realizzarle. E non sarà dalle loro tasche – sottolinea il candidato alla presidenza della Regione, Alberto Cirio, che ha presentato il suo “listino” dei candidati alle Regionali  –. I cassetti a cui attingere oggi non possono che essere due: quello dell’autonomia, ricontrattando con Roma, in modo meno timido rispetto a quanto ha fatto la Giunta uscente, le materie e le risorse da gestire direttamente per il Piemonte. E poi i fondi europei, che oggi usiamo poco e con troppa lentezza e su cui metterò a frutto tutta l’esperienza maturata in questi miei ultimi cinque anni a Bruxelles,  al Parlamento europeo. Infine meno burocrazia e meno leggi per una Regione che non sia di ostacolo, ma “amica” e al servizio di cittadini, imprese ed enti locali. Io, se i piemontesi mi daranno fiducia, vorrei essere ricordato non come il presidente che avrà fatto più leggi, ma come quello che le avrà tolte».
Per accedere in modo più efficace ai Fondi europei si punterà a una lobby Piemonte a Bruxelles, un gruppo di lavoro in cui riunire grandi aziende internazionali, associazioni di categoria, istituzioni, università e mondo accademico, con l’obiettivo di scrivere insieme all’Ue le linee guida della futura programmazione.