POLITICA- Pagina 501

Cultura, turismo e Commercio: “Cura Italia insufficiente”

“Il DL Cura Italia – commenta l’assessore regionale alla Cultura, al Turismo ed al Commercio Vittoria Poggio – ci lascia molto perplessi. Le misure di sostegno alle imprese più colpite non solo sono infatti palesemente insufficienti, ma dimostrano anche che il Governo si è completamente dimenticato di interi settori.

Penso ad esempio a tutto il mondo della moda, ma anche a molti altri settori, come la gioielleria, i fioristi, le cartolibrerie, i negozi di arredamento e a tutto quanto è stato incluso nella sospensione dell’attività prevista dal Dpcm dell’11 marzo ma escluso dalle misure di sostegno del Cura Italia. Perché? E non solo, penso anche a tutte quelle attività che per Decreto possono stare aperte, con tutti i rischi e le preoccupazioni del caso, per garantire la salute propria e dei propri dipendenti, al fine di rendere servizi di prima necessità, che certamente vedono drasticamente ridotti i loro fatturati e che sono, anch’esse, escluse da alcune importanti misure di sostegno. Ancora una volta mi chiedo: perché?

Prendendo come esempio tutto il settore moda, che tra l’altro è uno dei settori che maggiormente contribuisce all’immagine del Brand Italia nel mondo, possiamo certamente affermare che dal punto di vista economico questa crisi, agisce già su una patologia pregressa del settore (come testimonia il dato sulla nascita-mortalità degli ultimi otto anni in cui hanno chiuso in Italia 52mila punti vendita della moda a fronte di 26mila nuove aperture, con un saldo negativo di 26.399 unità. Da 141.212 negozi di moda al 31 dicembre 2011 a 114.813 punti vendita al 31 dicembre 2019) rischi davvero di far registrare un numero di chiusure non immaginabile, mettendo la tenuta dell’intero settore, come tutti gli altri, fortemente a rischio dal punto di vista economico.

Sul fronte del mercato interno si è assistito, infatti, negli ultimi giorni in cui era concessa l’apertura ai negozi una decisa flessione dei ricavi, raggiungendo medie drammatiche del 60% tenendo conto anche dei luoghi non ancora raggiunti dal contagio.

Sul fronte dell’incoming estero, si fa presente inoltre che l’impatto del turismo non ricade solo sulle attività direttamente comprese nel settore, appunto, turistico-ricettivo, ma ha ricadute forti anche sugli altri settori della distribuzione e del commercio al dettaglio e su tutti i soggetti culturali che operano nel nostro territorio, indipendentemente dalle scritture contrattuali. L’ultima Indagine di Banca d’Italia sul Turismo Internazionale, pubblicata il 18 giugno 2019, evidenzia che su un budget complessivo di 41,71 miliardi di euro destinato dai turisti stranieri per i viaggi in Italia, la quota destinata allo shopping, pari a 7,34 miliardi di euro, rappresenta la terza voce di spesa (17,6%), dopo i 9,2 miliardi di euro per la ristorazione (22,1%) ed i 18,15 miliardi di euro per l’alloggio (43,5%). In Italia, lo stallo di arrivi di turisti cinesi che rappresentano il 28% dello shopping, ma anche di russi (12%), americani (11%), ed arabi (5%) ha provocato da gennaio un danno rilevante che si stima possa anche arrivare ad una perdita superiore ai 5 miliardi di euro per le attività di questi settori. Tutti ora interessati anche dal provvedimento di sospensione dell’attività disposto dal Dpcm dell’11 marzo 2020, ma dimenticati dai provvedimento del DL Cura Italia.

I settori del commercio al dettaglio, inoltre, sono anche quelli maggiormente colpiti da questa crisi, anche per far fronte alle scadenze dei pagamenti dei fornitori, programmate secondo logiche di normalità sulla base di previsioni di vendite nella stagione che sicuramente non si concretizzeranno.

Un problema che coinvolge l’intera filiera, sviluppandosi secondo logiche di produzione e di vendita in un lungo e impegnativo iter temporale che va dalla presentazione delle collezioni alla raccolta degli ordini (effettuate tra giugno/luglio 2019), per passare attraverso le diverse fasi di produzione fino alla messa a disposizione dei prodotti al cliente finale (febbraio/marzo 2020) che avviene dopo circa otto mesi dall’ordine. E così per gli ordini della prossima stagione autunno/inverno 20/21 conclusi da poco.

Per questo, servono eccezionali misure per la “Quarantena commerciale” a partire dall’inclusione del settore moda e di tutti quelli del commercio al dettaglio attualmente esclusi (gioiellerie, cartolibrerie, arredamento, etc) tra quelli maggiormente colpiti dalle disposizioni restrittive ed elencati nell’art. 61 del Decreto Legge n. 9 del 16 marzo 2020.

Non si comprendono, infatti, le motivazioni per cui questi settori non rientrino tra quelli previsti nell’art. 61, che beneficiano, tra l’altro, di una sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria fino al 30 aprile 2020.

Non si capisce inoltre perché il Dl Cura Italia, per queste imprese (non tutte, peraltro, perché si esclude una fetta di aziende con più punti vendita o che operano con l’estero, realizzando fatturati superiori a 2 milioni di euro) preveda solo in via residuale, nonostante la chiusura obbligatoria disposta ex DPCM dell’11 marzo e le presumibili impossibilità di un ritorno a breve ad una tanto auspicata normalità, la sospensione dei versamenti da autoliquidazione per il solo periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020, mentre per i settori riconosciuti come “più colpiti” ex art. 61, senza peraltro alcun limite di ricavi, tale periodo è esteso al 30 aprile 2020.

Chiediamo dunque che,- conclude l’assessore Poggio – nel corso dell’iter parlamentare, questi importantissimi settori siano ricompresi tra quelli elencati nell’art. 61 con il riconoscimento ufficiale di essere considerati tra i maggiormente colpiti dalla crisi. Sono settori, lo ribadisco, che meritano attenzione, rappresentando uno dei traini della nostra economia e del nostro made in Italy.”

Tangenti a Nichelino, Pd: “Convocare commissione legalità”

Da Palazzo Lascaris / “Abbiamo chiesto di convocare urgentemente la Commissione Legalità, al fine di ottenere un’informativa da parte della Giunta in merito alla gestione degli appalti affidati a SCR Piemonte, con una particolare attenzione a questo momento di crisi”

così i Consiglieri regionali del Partito Democratico Diego SARNO e Domenico ROSSI commentano l’arresto a Nichelino di Antonio Pastorelli, dipendente del Comune, a cui sono stati sequestrati contanti per un totale di 8000€, probabilmente ricevuti in cambio di una possibile assegnazione di un incarico di sanificazione di uffici pubblici. L’arresto è avvenuto nell’ambito di una più ampia indagine su un bando gestito da SCR Piemonte, la società di capitali interamente partecipata dalla Regione Piemonte, che ha l’obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica e di ottimizzare le procedure di scelta degli appaltatori.

“Il caso di Nichelino è purtroppo paradigmatico: in momenti di emergenza, è molto più alto il rischio di abbassare la guardia, diminuendo gli anticorpi utili a riconoscere e combattere la corruzione – aggiunge il consigliere Diego SARNO – Sia chiaro, nell’emergenza che stiamo vivendo è corretto effettuare urgentemente spese straordinarie ma è proprio in occasioni come queste che c’è il rischio che coloro che ignorano il significato dei termini ‘morale’ e ‘interesse pubblico’ tentino di approfittarsi della situazione”.

Ravetti, Salizzoni, Rossi (Pd) “Nessuna ambiguità sui tamponi”

L’altro ieri il Presidente Cirio ha annunciato il tampone per tutti gli operatori sanitari. Oggi leggiamo una sua intervista nella quale dichiara che i tamponi aumenteranno, ma le indicazioni del Comitato Scientifico mettono dei paletti:

“Non a caso, anche sul personale sanitario si seguirà il criterio della discrezionalità: il test sarà riservato soltanto a coloro che hanno avuto una esposizione diretta con i contagiati, per di più in assenza di adeguati dispositivi di protezione individuale”. Si tratta di una cosa ben diversa dal farlo a tutti gli operatori, ma anche dal farlo in maniera graduale a partire da quelli più esposti. Di fatto sarebbe tutto uguale alla condizione pre-esistente alle dichiarazioni. Ci aspettiamo una smentita di questa dichiarazione e azioni conseguenti agli annunci fatti in questi giorni per il rispetto nei confronti degli operatori sanitari verso cui siamo tutti in debito. Aspettiamo le Linee Guida del Comitato Scientifico, che comunque andava consultato prima dell’annuncio.

Ma, al di là del dato sugli operatori sanitari, resta comunque il dato oggettivo dei pochi tamponi eseguiti in Piemonte se confrontato con quello delle altre regioni, che come noi seguono le indicazioni dell’ISS. Secondo la protezione civile, ieri alle 17 noi avevamo eseguito 7516 tamponi contro i 15461 dell’Emilia Romagna e i 40000 circa del Veneto. Senza arrivare ai tamponi di massa, riteniamo che sia necessario aumentare il numero dei test nei confronti dei sintomatici e dei loro contatti stretti, a partire dagli operatori sanitari e dai tanti cittadini con sintomi isolati nel proprio domicilio, segnalati dai medici di medicina generale.

Non tutti i laboratori stanno lavorando anche di notte e alcuni, ora non utilizzati, potrebbero essere messi nella condizione di lavorare tramite l’acquisto della strumentazione necessaria.

 

Domenico Ravetti – capogruppo PD

Mauro Salizzoni – vice-presidente del Consiglio Regionale

Domenico Rossi – vice-presidente della Commissione Sanità

Petrarulo: “Troppa gente, fermare i mezzi pubblici”

E’di oggi la notizia riportata sui quotidiani locali dell’uso sconsiderato dei mezzi pubblici da parte di cittadini che, senza un reale motivo di necessità, continuano a non comprendere l’importanza di restare a casa
In una richiesta di comunicazioni urgenti alla Sindaca presentata in data 24 febbraio, il Capogruppo del Gruppo consiliare al Comune di Torino Lista Civica Sicurezza e Legalità Raffaele Petrarulo
aveva già domandato, senza avere risposta concreta e affermativa a tal riguardo. Con una nuova interpellanza presentata in data odierna avente ad oggetto “A quanti contagi dovremo arrivare prima di bloccare i mezzi pubblici? ”, ritorna a gran vocesull’ argomento chiedendo interventi urgenti.

“Il Comune dia alloggi a chi deve stare in quarantena”

“Lo ha fatto Milano, facciamolo anche noi!”

Pubblichiamo la dichiarazione di Igor Boni (presidente di Radicali Italiani), Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis (Coordinatori Associazione radicale Adealde Aglietta):

“La richiesta che facciamo a Sindaco e Giunta è semplice: gli alloggi liberi, di proprietà del comune, non destinati alla edilizia popolare, vengano dati in via temporanea, fino a fine della necessità dettata dall’attuale emergenza, a chi essendo messo in quarantena non abbia a disposizione una casa o un luogo adeguato. Lo ha fatto Milano, facciamo anche noi subito. Si potrebbero utilizzare anche immobili di proprietà del comune concessi a terzi ma attualmente liberi”.

Ruffino (Fi): “Più tamponi per i sanitari e random per le persone”

Bene fanno i governatori Luca Zaia, in Veneto, e Alberto Cirio, in Piemonte, a forzare le direttive Oms e del ministero della Salute chiedendo tamponi per tutto il personale sanitario, ma anche per tutti coloro impegnati nei servizi pubblici (autisti, polizia, vigili, cassieri nei supermarket, addetti alle pulizie)

Per quello che si vede nelle aree metropolitane, ma anche nei centri minori, molta gente continua a muoversi senza motivazioni valide sfidando i divieti ma soprattutto sfidando la minaccia del coronavirus, con ciò accrescendo la velocità di diffusione.
Mi rendo conto che la strategia coreana di tamponare tutta la popolazione è difficile da perseguire in un Paese che ha 60 milioni di abitanti. Può essere invece utile prevedere l’uso randomizzato del tampone nella popolazione. Per evitare il collasso delle terapie intensive, già verificato a Bergamo e in qualche altro centro minore, occorre rafforzare la strategia preventiva.
on. Daniela Ruffino, parlamentare di Forza Italia

Marrone (Fdi): “Tamponi di massa anche in Piemonte”

“Con i milioni donati alla Regione Piemonte si acquistino tamponi in gran quantità per effettuare test coronavirus di massa sui piemontesi”

A chiederlo è il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale Maurizio Marrone, dopo le donazioni di Lavazza, Fondazione Crt, IntesaSanpaolo e decine di privati.

“Le evidenze scientifiche – spiega Marrone – mostrano l’efficacia dei test con il tampone sulla popolazione per contenere i contagi da coronavirus. In Corea del Sud questa strategia ha dato i suoi frutti, ed anche in Veneto si è assistito a risultati soddisfacenti, con Zaia che ha effettuato oltre 35.000 test rispetto ai 6.000 in Piemonte.
L’anomala percentuale di positivi ricoverati in ospedale (87% in Piemonte rispetto al 28% in Veneto) ci fa seriamente preoccupare sulla quantità di infetti, magari addirittura consapevoli e comunque non considerati nel dato censito, che restano liberi di girare e diffondere l’epidemia.
E’ fondamentale, infatti, identificare i contagiati asintomatici perchè possano rimanere in quarantena a interrompere il contagio. La nostra richiesta è che anche la Regione Piemonte possa seguire questa linea, predisponendo tamponi per tutti i piemontesi, a partire dagli operatori sanitari, che hanno il diritto di sapere se sono positivi o meno, anche per evitare di diventare diffusori del virus loro malgrado. Sarebbe un ottimo modo per utilizzare i milioni donati dalla generosità di quanti hanno voluto sostenere il Piemonte in questo momento difficile”.

Bilancio, Ruzzola (Fi): “Già varate prime misure per emergenza”

“Apprendiamo che il PD propone le proprie ricette per il Bilancio regionale 2020  alla luce delle nuove condizioni determinate dal Coronavirus ponendosi in contrapposizione con la Giunta. Tutte le proposte sono ben accette ma si potrebbe loro rispondere quello che ha detto proprio oggi il vice segretario nazionale Orlando: “Le polemiche, in questo momento, servono a poco e fanno perdere del tempo. Dobbiamo essere concentrati a risolvere i problemi, non a descriverli o a dare la colpa agli altri”. 

E’ un dato di fatto che PD in questo momento di grande difficoltà per tutti non si è accorto che la Giunta non è restata con le mani in mano e ha già messo in campo delle misure. Ha disposto immediati pagamenti per 200 milioni di euro nei confronti dei fornitori della Regione onde erogare della liquidità in modo particolare ai Comuni, alle Cooperative e alle Associazioni.
Ha lanciato una moratoria delle rate per 110 milioni di euro nei confronti delle imprese fruitrici di prestiti da parte della regione Piemonte. 54 milioni sono stati destinati al Fondo di Garanzia con lo scopo di favorire l’accesso al credito delle micro-piccole-medie imprese, oltre ad una misura che potrà coprire fino all’80% degli interessi passivi per le imprese che dovessero ottenere un finanziamento di durata fino a 36 mesi. 90 milioni sono stati destinati sul Fondo Unico: partito il 18 febbraio 2020 il finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto per progetti di investimento e sviluppo. Quindi l’emergenza coronavirus è stata già oggetto di azioni concrete, senza perdersi in grandi proclami.
C’é poi la questione extralea: Forza Italia sin dalle prime riunioni di maggioranza nelle quali si è presentato il bilancio ha espresso che vista la sua sensibilità nei confronti delle fasce più deboli e fragili della popolazione non era possibile prevedere tagli. Certamente.  condividevamo con i nostri colleghi la necessità di aumentare le risorse per gli altri territori che compongono la nostra Regione ma siamo stati sempre chiari sul fatto che ciò non poteva avvenire a discapito della Provincia di Torino. Abbiamo presentato quindi un emendamento per destinare il 50% delle risorse individuate all’esenzione del Bollo Auto per chi sostituirà un’auto nel 2020 per importo pari a 3 milioni di euro proprio agli extra LEA di Torino portando cosi il fondo complessivo tra extra LEA e Assistenza Domiciliare a quasi il 10% in più dell’anno precedente. Mettiamo le mani avanti, anche il prossimo anno FI chiederà di avere su quel capitolo almeno le stesse risorse. Condividiamo che i fondi per l’assistenza vengano implementati per le altre province: ma non sulle spalle di un territorio rispetto ad un altro.
A completamento di questo va detto che attendavamo da giorni il parto del decreto del governo per comprendere se sarebbero arrivate misure a favore delle scuole e delle famiglie. Oggi posso annunciare che stiamo studiando misure per 10/15 milioni a favore delle famiglie per completare gli ovvi “buchi” che ha lasciato il ventaglio di misure nazionali.
Quello che non vorremmo è che alla fine il PD ci dicesse che ci ha permesso di approvare il loro bilancio. Un messaggio che è filtrato più volte in queste ultime settimane e che sicuramente non considereremmo responsabile visto il momento che sta vivendo il Piemonte”. Ad affermarlo in una nota il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola.

“Cantieri per la Bernini-Collegno iniziati senza dir niente a nessuno”

“Democrazia ai tempi del coronavirus: Da mesi chiedevamo, come anche i Comitati, una Commissione in Comune per discutere di questa pista ciclabile: invece, in piena pandemia, da un giorno all’altro sono partiti i lavori”


Da mesi chiedevamo un’audizione in Commissione per discutere della ciclabile Torino-Collegno: ma a questa Amministrazione, evidentemente, non importa nulla.
Idem ai Consiglieri di Maggioranza: avremmo voluto audire i Comitati a Palazzo Civico, ma il Presidente Malanca ha sempre ignorato le richieste mie, del collega Capogruppo Tresso e degli stessi Comitati.I Cinque Stelle hanno preferito fare tutto di nascosto: più comodo, evidentemente, che affrontare il confronto. È questa l’interpretazione che i Cinque Stelle danno delle parole “condivisione” e “partecipazione”?  O forse, semplicemente, i Comitati sono cosa buona e giusta solo a patto che siano allineati e controllabili?

Le richieste di confronto hanno una ragione precisa: la ciclopista, se costruita secondo il progetto approvato (e riportato sul cartello di inizio lavori), avrà conseguenze negative sulla viabilità veicolare e comporterà rischi per pedoni e ciclisti. I Comitati e i cittadini hanno più volte segnalato criticità e ripercussioni sulla viabilità : parole mai ascoltate da una Giunta che naviga a vista e si contraddice continuamente (per esempio sulla possibilità di far passare o meno la pista sui marciapiedi e sul volere o non voler sacrificare posti auto).

Ora, vista la situazione generale di emergenza, pensano di poter andare avanti senza voci contrarie.Non è così che si lavora. Comitati e cittadini sono increduli e amareggiati e io lo sono altrettanto. Mi auguro almeno che gli operai siano stati messi nelle condizioni di lavorare in perfetta sicurezza, da tutti i punti di vista.Chiederò conto all’Amministrazione di tutto questo.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

Emergenza abitativa ai tempi del coronavirus

Riceviamo e pubblichiamo / Nell’arco delle prossime settimane, Torino, sarà come l’abbiamo vista in questi giorni. Con le sue strade deserte, i suoi negozi, bar e ristoranti chiusi, e 880 mila persone chiuse in casa per far fronte all’emergenza Coronavirus. Ma le emergenze che emergono in questa situazione di crisi sono svariate e tutte molto gravi. Tra queste, una delle prime è il problema di chi a casa non può stare perché una casa non ce l’ha.

I coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino, Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis, insieme al Presidente di Radicali Italiani, Igor Boni, hanno dichiarato:

“In questi giorni, l’hashtag che vediamo più spesso sui social è #iorestoacasa. Perché questo è quanto si è deciso per far fronte all’emergenza coronavirus: restare a casa con lo scopo di proteggere noi stessi e gli altri, soprattutto i più deboli. Ma tra le persone da difendere, tra le categorie più deboli da tutelare, ci sono anche e soprattutto loro: i senzatetto che vivono nelle strade della nostra città. Persone che già vertono in condizioni critiche in tempi di normalità e che adesso hanno disperatamente bisogno di un supporto dalle nostre istituzioni.

Pertanto ci appelliamo alla sindaca Appendino, affinché vengano garantiti a queste persone (non certo di serie B) cibo e servizi per evitare il più possibile il contagio. Noi possiamo proteggerci, loro invece hanno bisogno di protezione. Se è vero che la nostra città ha la forza di diventare comunità, per fronteggiare insieme l’emergenza e proteggere chi ne ha bisogno, ora più che mai serve che vengano presi provvedimenti urgenti e immediati per difendere chi, di questa emergenza potrà molto più facilmente essere vittima”.