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“Ringrazio il Garante Mellano, l’Ispettore Carabotta con i Sovrintendenti Capo Stella e Manoti e tutti coloro i quali hanno reso possibile questa visita – commenta il consigliere regionale Andrea Cane, vicepresidente della Commissione sanità del Piemonte – abbiamo visto un carcere che non ha conosciuto il Covid nei reparti detentivi, un caso quasi unico nella nostra penisola. Nell’infermeria si è lamentata la carenza di medici, di cui mi farò portavoce personalmente nelle prossime sedute di Commissione e direttamente all’Assessorato alla Sanità, situazione naturalmente legata al momento pandemico e che verrà ripristinata grazie ad un agognato ritorno verso la normalità di tutto il personale sanitario disponibile sul territorio”.
“Uno dei problemi della Polizia Penitenziaria a Ivrea – ha aggiunto Alessandro Giglio Vigna parlamentare del collegio eporediese, che ha contribuito a superare il problema delle comunicazioni all’interno delle celle – come in tutta Italia, è la carenza di agenti che ha come risvolto maggior lavoro e meno riposo per gli operatori, inoltre il sovraffollamento aumenta il rapporto fra numero agenti e numero detenuti. Siamo felici che dopo la mia Interrogazione e sollecitazioni al Ministero siano arrivati i dispositivi jammer che rendono inutilizzabili i cellulari”.
“In un paese normale i partiti – ha concluso l’onorevole Giglio Vigna – non si dividono fra chi sta con la polizia e chi sta con i detenuti. In Italia tutta la sinistra sta con i detenuti, come il mainstream; vuoi per buonismo, vuoi per indotto di voti, vuoi perché va di moda. La Lega quindi si schiera con gli altri, con chi ha deciso di servire lo stato, con la Polizia Penitenziaria. Al Carcere di Ivrea abbiamo trovato donne e uomini orgogliosi della loro divisa a cui va il nostro ringraziamento, a nostra volta siamo orgogliosi di portare la loro voce nelle sedi istituzionali “.
«La rabbia e la delusione degli operai della ex Embraco/Ventures sono pienamente comprensibili e condivisibili. Si sentono abbandonati e traditi dalle istituzioni, l’unica cosa certa sono le lettere di licenziamento per lo stabilimento del chierese, e per quello veneto l’autorizzazione alla vendita dell’azienda. Per questo ho voluto ancora una volta essere al loro fianco, nel corteo che ha raggiunto piazza Castello in occasione della partenza del Giro d’Italia. Resto convinto che lo sblocco del progetto Italcomp rappresenti la più concreta possibilità per dare un futuro ai 400 lavoratori che vedranno scadere la cassa integrazione il 22 luglio, e su questo fronte non solo si registra un completo stallo, ma il primo a non essere convinto pare proprio il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, che nei giorni scorsi ha invocato un intervento privato, come se mai nessuno prima ci avesse pensato. Ma Cirio, Allasia ed i vertici piemontesi della Lega su questo non hanno nulla da dire? Tirare in ballo ora scenari non più praticabili, è solo un modo per nascondere la mancanza di capacità politica nel perseguire il progetto Italcomp. Piuttosto, si dovrebbero prevedere vere incentivazioni per gli imprenditori locali disponibili ad assorbire quote degli operai ex Embraco, ad esempio attingendo al fondo Escrow.
Per questo mi associo all’appello lanciato dal Sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Casa, dove ha sede Wanbao Acc, che ha chiesto al Presidente del Consiglio Mario Draghi di prendere in mano le redini della vertenza Acc-Embraco, garantendo che l’azione del governo sia connotata da condotte trasparenti, affidabili e ispirate all’interesse generale. Solo il premier Draghi può chiarire la linea del Mise ed impedire al progetto Italcomp di naufragare. Al tempo stesso, visto che tecnicamente non pare possibile far rientrare i 400 lavoratori ex Embraco/Ventures nella cassa Covid, è urgente trovare una soluzione per prolungare per qualche mese gli ammortizzatori sociali. Non voglio credere che neppure su questo si riesca a dare una risposta alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex Embraco».
Nelle prossime ore sarà formalizzata la candidatura di Angelo D’Orsi, illustre storico torinese, da sempre uomo di sinistra, a candidato sindaco di un’ampia coalizione di sinistra a cui abbiamo lavorato in prima persona in questi mesi.
Un risultato straordinario. Una candidatura di grande prestigio per un coalizione che raccoglie svariate forze di sinistra (Rifondazione Comunista, Dema, Sinistra Anticapitalista, Torino solidale, Pci, Fronte Popolare, Potere al Popolo e altre forze ancora). Siamo soltanto all’inizio di un percorso che ha come obiettivo l’allargamento ulteriore della coalizione di forze di sinistra, per la costruzione di una sinistra in comune, a sostegno della candidatura di Angelo d’Orsi, una coalizione che scende in campo in alternativa agli schieramenti attuali di centrodestra, centrosinistra, M5s.
Rifondazione Comunista di Torino
10 maggio 2021 – Dall’audizione del Coordinamento Autismo Piemonte, tenutasi oggi in IV Commissione a Palazzo Lascaris per approfondire le problematiche delle persone con autismo in particolar modo in seguito alla pandemia in corso, è emersa una vera e propria emergenza autismo, soprattutto per quanto riguarda gli adulti. Com’era prevedibile, infatti, la pandemia da Covid-19 ha amplificato ulteriormente i problemi esistenti per le fasce più deboli.
“Dopo due anni dall’insediamento di questa nuova Giunta non è più accettabile il congelamento dei problemi, che continuano a crescere e ricadono sempre di più sulle famiglie” dichiarano il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi e i Consiglieri regionali Pd Monica Canalis e Domenico Ravetti.
“Le cose da fare, almeno per migliorare la situazione sono molteplici – proseguono gli esponenti dem – E’ assurdo che il responsabile del Centro regionale, unico riferimento in tutta la Regione, nonostante una lista d’attesa di 12 mesi, si possa dedicare al servizio solo parzialmente perché obbligato a lavorare anche in altri ambiti. Si strutturi una rete regionale con autonomia di gestione, capace di coordinare il lavoro su tutto il territorio”.
“Ripartire dai territori non deve essere solo uno slogan, ma deve concretizzarsi in progetti puntuali. Nel caso dell’autismo occorre creare equipe preparate in tutti i territori capaci di sostenere le famiglie e alleggerire il peso dell’unico centro regionale. Se il pubblico non è in grado di farlo nel breve periodo allora si proceda con accreditamenti e convenzioni con quei centri privati, promossi dalle associazioni che, in questi anni, hanno sopperito alle mancanze del servizio pubblico” precisano i Consiglieri regionali Pd.
“Ci auguriamo – concludono i Consiglieri – che l’Assessore Icardi trovi il tempo di incontrare una realtà così importante che rappresenta 20 associazioni in tutto il Piemonte e più di 1000 famiglie. Incredibile non averlo fatto in due anni di legislatura, così come è auspicabile che il prof. Fazio, referente del progetto di sanità territoriale per la Giunta incontri le realtà ascoltate oggi dalla Commissione”.
Domenico ROSSI – Vicepresidente Commissione Sanità del Consiglio regionale
Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale
Domenico RAVETTI – Consigliere regionale Pd
“NON HA SUOI DIRIGENTI CANDIDATI A PRIMARIE DI ALCUN SCHIERAMENTO POLITICO”
Caro direttore, in merito ad alcuni articoli apparsi in questi giorni sulla stampa locale di Torino e provincia, si precisa che il Partito Radicale, organizzazione politica fondata nel 1955 e che per Statuto non si presenta ad elezioni locali e/o nazionali, non ha suoi dirigenti candidati a primarie di alcun schieramento politico. Chiediamo alla stampa e a coloro che si candidano in altre organizzazioni politiche, utilizzando la definizione di “esponenti radicali”, di precisare sempre a quali organizzazioni fanno riferimento per evitare di ingenerare, anche involontariamente, confusione e/o falsificazione della realtà. Lo chiediamo per rispetto ai valori che il Partito Radicale ha sempre promosso e per rispetto alla deontologia professionale dei giornalisti.
Mario Barbaro
Membro della Segreteria del Partito Radicale
Sergio Rovasio
Membro del Consiglio Generale del Partito Radicale
Un risultato conseguito dal governo con l’interesse specifico del Ministero delle Infrastrutture d’intesa con la Conferenza Unificata. Un risultato importante per il nostro territorio che permette all’amministrazione locale di iniziare l’iter per la realizzazione di opere fondamentali per l’area. Il vice ministro Alessandro Morelli, con la sua attenzione alla nostra Città metropolitana, conferma come la Lega abbia a cuore gli interessi dei territori e dei cittadini affrontando le questioni con pragmatismo e concretezza. Con la Lega al Governo si passa dalle parole ai fatti”.
Lo dice in una nota la deputata Elena Maccanti, componente della Commissione Trasporti.
Con la mediazione della presidenza, i rappresentanti dei vari gruppi politici, in considerazione della comunanza di intenti delle tre proposte, hanno deciso di procedere all’esame congiunto delle Pdl per argomenti, per approfondire nel merito i tre articolati nelle prossime sedute di Commissione. Necessaria anche la rapidità per approfittare dei vari incentivi statali previsti in questo periodo (come 110% o bonus facciate)
Sono già state svolte le consultazioni online e vi è stato il parere favorevole del Cal. Si è quindi proceduto alla discussione generale con gli interventi di Valle, Marin, Sean Sacco (M5s), Paolo Ruzzola (Fi), Gianluca Gavazza e Matteo Gagliasso (Lega).
È stata rimarcata la possibilità di fissare obiettivi per gli enti locali e la Regione per evitare il consumo del suolo (Valle). Importante anche regolamentare per limitare le altezze interne degli edifici per diminuire il consumo energetico, nonché agevolare con degli incentivi (in termini di spostamento delle volumetrie) la demolizione degli edifici in aree esondabili e a rischio idrogeologico con la relativa naturalizzazione del sedime liberato dalla costruzione demolita (Marin).
Sacco ha sottolineato la necessità di deregolamentare e semplificare nel rispetto delle competenze comunali, mentre Ruzzola ha evidenziato il filo conduttore delle diverse proposte che possono con intelligenza rimuovere quei paletti troppo rigidi che hanno causato l’abbandono dei vecchi edifici e la dismissione di vecchi capannoni industriali che potrebbero essere riutilizzati.
Gavazza ha evidenziato la necessità di porre rimedio agli errori degli anni ’70 che hanno favorito l’abbandono degli edifici e il consumo spropositato del suolo, mentre Gagliasso ha parlato della possibilità, con queste proposte legislative, di ridare slancio all’economia piemontese e ridisegnare le bellezze del Piemonte, mettendo anche da parte le conflittualità tra partiti.
La legge elettorale nella politica italiana si cambia ormai in ogni legislatura. E questo per un semplice motivo: e cioè, non essendoci più una politica che proietta il suo orizzonte a lungo termine, tutto si riduce all’immediato.
E quindi i partiti, o quel che resta di loro, decidono sulla base dell’incrocio dei sondaggi degli ultimi mesi della legislatura. Non stupiscono, al riguardo, i repentini cambiamenti di opinione. Sotto questo versante l’iniziativa politica del Pd è persin troppo emblematica. Dopo aver tessuto le lodi per mesi e mesi del proporzionale e quindi della necessità di avere una legge elettorale che guardasse in quella direzione, improvvisamente è ritornata di moda, quasi come il dogma delle primarie, il sistema maggioritario e tutto ciò che comporta, in termini di benefici, quell’impianto regolamentare e legislativo. E questo perchè, come ricordavo poc’anzi, le leggi elettorali sono sempre e solo il frutto delle convenienze momentanee legate alle sentenze inappellabili dei sondaggi dell’ultimo mese. Adesso, almeno così pare, la convenienza ultima pare essere quella di ripuntare sul maggioritario – almeno da parte della ex maggioranza giallo/rossa con la tacita condivisione di quasi tutto il centro destra – dopo aver predicato la necessità e quasi l’obbligatorietà di procedere con il proporzionale. Ma, come ben si sa, in un contesto politico dominato dal trasformismo e dall’opportunismo, quello che si dice nel mese precedente viene puntualmente smentito e rinnegato nel mese successivo. Certo, il voto è ancora lontano – almeno così pare – e non sono ancora da escludere ulteriori capriole e cambiamenti di orientamento e di prospettiva. Dunque, tutto è ancora possibile perchè tutto è giustificabile.
Ora, però, se dovesse essere confermata sostanzialmente la pessima legge elettorale varata per disciplinare le ultime consultazioni – il cosiddetto “rosatellum” – seppure con qualche marginale correzione, dovremmo arrivare alla conclusione che il maggioritario resta l’impianto centrale della futura legge in vista della prossima consultazione elettorale, a prescindere dalla data in cui ci saranno le elezioni. E, di conseguenza, con il maggioritario occorrerà fare i conti.
E, sotto questo versante, per chi non si rassegna alla logica del bipolarismo secco e insindacabile, è indispensabile nonchè necessario, mettere in campo una iniziativa politica di centro che, come ovvio, si misuri poi con una dinamica bipolare ispirata alla nota democrazia dlel’alternanza. Ecco perchè, forse, è necessario pensare, sin d’ora, di dar vita ad una lista/ soggetto politico di centro – il più possibile inclusivo ed unitario – che sia in grado di convivere con un sistema maggioritario che inesorabilmente dovrà fare i conti con le coalizioni in campo. Certo, esiste sempre la possibilità di giocare un ruolo puramente testimoniale come, almeno così pare, faranno alcune realtà che non pensano minimamente di allearsi con chicchessia. Ma che si limiterebbe a giocare un ruolo politicamente insignificante ed elettoralmente irrilevante. Come ne abbiamo conosciuti a grappoli in questi ultimi anni, soprattutto sul versante moderato e di centro. Esperienze che continuano tuttora e che, come da copione, sono destinate a restare del tutto marginali nello scacchiere politico italiano.
La vera sfida politica, quindi, resta quella di verificare la compatibilità politica e programmatica con i due schieramenti che saranno probabilmente in campo. Quello di centro destra dove, di fatto, manca tuttora una chiara e robusta componente di centro, moderata e capace di riequilibrare la cultura leghista e quella della destra democratica. E quello di sinistra, condito ed arricchito dal populismo grillino e condizionato dal solito e ormai collaudato “culturame” di sinistra. Due offerte politiche che saranno destinate, salvo accadimenti ad oggi del tutto virtuali ed impensabili, a confrontarsi nella contesa elettorale. E il ruolo di chi cerca, seppur con difficoltà oggettive e strutturali, di declinare una “politica di centro” attraverso una offerta politica e programmatica “di centro”, sarà oltremodo importante e forse anche decisivo in vista della “vittoria finale”. E questo non per rivangare antiche esperienze o, peggio ancora, scimmiottare partiti che nel passato hanno fatto del “centro” e della “politica di centro” la loro ragion d’essere. Molto più semplicemente, si tratta di conservare uno spazio politico che sappia anche e soprattutto contenere quella radicalizzazione dello scontro politico che resta la vera causa del decadimento della politica stessa e delle sue ragioni ideali e progettuali. Ed è per questo motivo, semplice ma al tempo stesso impegnativo ed entusiasmante, che questa sfida va vissuta sino in fondo. Recuperando quella coerenza e quel coraggio che restano ingredienti fondamentali anche in questa stagione politica difficile e complessa.
Giorgio Merlo