POLITICA- Pagina 447

Regione, Rosso: “Affrontare situazione aeroporto Torino”

“L’aeroporto di Torino continua a perdere passeggeri e traffico merci, mentre tutti gli altri scali italiani registrano aumenti consistenti: è una situazione che va affrontata anche politicamente”. L’assessore regionale Roberto Rosso interviene dopo gli ultimi dati che segnano meno 1.106 tonnellate di merci trasportate da e per Caselle nel periodo gennaio-luglio di quest’anno rispetto allo scorso.

“Invece che migliorare continuiamo a peggiorare. Una grande città come Torino, la quarta in Italia, ha il 14esimo aeroporto e presto scenderemo ancora, visto che gli altri crescono del 5 per cento e noi scendiamo dell’1 per cento quest’anno, come traffico passeggeri”, aggiunge Rosso.

“Credo che il diritto alla mobilità sia importantissimo per chi vive in Piemonte e a Torino. Oggi, con questo aeroporto sempre meno collegato, si stanno ledendo i diritti dei piemontesi e dei torinesi, che devono sobbarcarsi lunghi viaggi verso altri aeroporti quando devono viaggiare. Senza contare il grave danno economico e turistico per tutto il territorio che questo comporta, ma che è di competenza di altri assessorati”.

Rosso conclude: “Mi attiverò al più presto per mettere la questione all’ordine del giorno in Giunta regionale, anche per capire come interagire con il Comune di Torino e soprattutto con Cassa depositi e prestiti, di fatto proprietaria dello scalo”.

Perché non candidare Conte a Roma?

E’ inutile negare che la confusione e il disorientamento regnano sovrani nella cittadella politica
italiana. Non passa giorno che non regali qualche novità politica sino a qualche ora prima esclusa
quasi scientificamente e con solenni dichiarazioni. E’ il trasformismo bellezza, direbbe qualcuno. E,
del resto, in una stagione dominata dal trasformismo non può che essere così.
Ora, seppur all’interno di un contesto come quello che caratterizza la situazione politica italiana,
qualche barlume di chiarezza può essere utile per orientare e condizionare lo stesso dibattito
pubblico. Pur dovendo fare i conti con una cornice politica, appunto, destinata a mutare in
continuazione e senza più potersi appellare alla coerenza e alla trasparenza dei comportamenti
come bussola per orientarsi e tracciare una linea.
Ma, se c’è un aspetto – tra i tanti – su cui adesso molti osservatori e militanti pollici, compreso chi
scrive, si esercitano quotidianamente e non solo da un mese, è quello di creare tutte le condizioni
affinché riparta quel progetto politico che comunemente viene definito come un “centro che guarda
a sinistra”. Recuperando uno dei pochi slogan degasperiani che però ha segnato, in contesti
diversi e in fasi storiche altrettanto diverse fra di loro, l’intero cammino politico e culturale del
cattolicesimo democratico, popolare e sociale nel nostro paese. Un progetto che, però, continua
ad essere straordinariamente moderno a prescindere dal vento trasformistico e dai tatticismi
esasperati che attraversano orizzontalmente la politica italiana. Perché un “centro che guarda a
sinistra” resta l’impegno prioritario per chi non si rassegna al triste epilogo del centro sinistra. E,
soprattutto, resta un impegno decisivo per quella tradizione politica, culturale, etica e
programmatica che va sotto il nome del cattolicesimo democratico, popolare e sociale. Non c’è
progetto più credibile e coerente per chi vuol costruire, senza trasformismi e tatticismi indigeribili,
una alternativa ad un centro destra altrettanto credibile, coerente e affidabile sotto il profilo
democratico e costituzionale.
Sotto questo versante, e’ stata una notizia forte e dirompente quella annunciata dal Presidente del
Consiglio Conte alla Festa di Articolo 1 a Roma di essere un esponente politico che riconduce la
sua “formazione alla sinistra” con una cultura ispirata al “cattolicesimo democratico e al
cattolicesimo sociale”. Ora, noi sappiamo chi sono stati, nella storia, i grandi punti di riferimento
politico e culturale di questa tradizione. Per fermarsi al cattolicesimo sociale non riconducibile alla
storia e alla esperienza della sinistra comunista e socialista, il pensiero corre immediatamente alla
sinistra sociale di Forze Nuove della Democrazia Cristiana interpetata e rappresentata con
autorevolezza e prestigio per molti anni da uomini come Carlo Donat -Cattin e Guido Bodrato. Una
tradizione che conserva, tuttora, una bruciante attualità e una forte contemporaneità. Del resto,
cresce la domanda in molte aree sociali e culturali del paese, e non solo nell’arcipelago cattolico,
di dare una rappresentanza, seppur non più autonoma e solitaria, a queste istanze politiche e
culturali.
Ma, per restare all’oggi, credo che anche alla luce delle considerazioni svolte dal Presidente Conte
alla festa di Articolo 1, non si possa non prendere in seria considerazione la proposta, maturata nel
movimento cattolico democratico e popolare Rete Bianca, di avanzare la candidatura dello stesso
Conte alle prossime suppletive Roma per sostituire il deputato uscente Gentiloni. E questo per
due motivi sostanziali.
Innanzitutto smentire, nei fatti, che il primo ministro continua a non essere un eletto. Un elemento,
questo, che non viene imposto da nessuna legge o regolamento ma che contribuirebbe, semmai, a
rafforzare anche politicamente la figura del Presidente del Consiglio. E, in secondo luogo, una sua
candidatura contribuirebbe anche a qualificare quel “centro che guarda a sinistra” concretamente,
senza ulteriori cambiamenti politici mensili o piroette improvvise.
Per questi semplici motivi la candidatura a Roma del Premier potrebbe rivestire un grande
significato politico e culturale e potrebbe anche ipotecare un progetto politico che deve ancora
essere costruito, definito e perfezionato anche se e’ fortemente richiesto e gettonato.
Giorgio Merlo

“Farsa RoboTò, nessun vantaggio per Torino“

Riceviamo e pubblichiamo
Oltre alla riqualificazione (temporanea) di due Arcate, nessuna vera ricaduta positiva per la nostra città dopo la sperimentazione, nell’estate 2018 ai Murazzi, del bar robotico. L’Assessore Schellino ci mette la faccia, Appendino la nasconde, l’ex Assessore Pisano è ormai a Roma. Milano ringrazia.
Tanto rumore per nulla, dove il “tanto rumore” sono le roboanti e vuote parole spese dalla Giunta in questi mesi e il  “nulla” è il vantaggio netto per Torino. Ho portato in Sala Rossa, con un’interpellanza, il tema di RoboTò, il bar robotizzato. Ha dovuto rispondere in Aula l’Assessore Schellino, mentre la Sindaca Appendino si è ben guardata dal metterci la faccia e mentre la ex Assessore Pisano “si gode” il Ministero a Roma.
Il senso della vicenda è presto riassunto: abbiamo a mio giudizio “stiracchiato” il Regolamento per che cosa…? Solo per garantire una risistemazione di due delle Arcate dei Murazzi.
Perché a questo, alla fine, si è ridotto il beneficio per la città di tutto questo balletto. Con la beffa finale che tutti ormai conosciamo: a Milano e non a Torino ha aperto, lo scorso luglio, il primo bar robotico d’Italia, di fronte al Duomo.
Questo è l’ennesimo schiaffo della Giunta a questa città. Non ho neanche voluto chiedere un approfondimento in Commissione: mi pare infatti che i fatti parlino meglio di ogni ulteriore discussione.
Questo episodio rimarrà tra le pagine più nere di questi tre anni di Amministrazione Cinque Stelle.

Silvio Magliano
Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Napoli (FI): “Sistema funziona solo con politica e idee”

Gli italiani hanno sperimentato tre diversi sistemi di votazione dal 1994 e ora devono prepararsi a conoscere il quarto. Cambiamenti così frequenti del meccanismo elettorale hanno raramente prodotto maggioranze solide e governi durevoli, per la ragione, semplice ma non da tutti riconosciuta e accettata, che il sistema di voto non può surrogare il vuoto della politica e delle idee. La fine dei partiti e l’affermazione del leaderismo hanno anestetizzato ogni passione civile e politica in una certa generazione di elettori e hanno gonfiato la platea del non voto.

Sono d’accordo con Prodi quando afferma che i partiti personali non hanno portato fortuna, ma ne trae delle conclusioni profondamente sbagliate perché Prodi difende quel sistema maggioritario che è stata la causa e la genesi dei partiti personali. Dal 1947 al 1994, quindi per 47 anni, l’Italia ha eletto il Parlamento con il sistema proporzionale e con le preferenze. Per pura curiosità sono andato a vedere le statistiche sui cambi di casacca: si contano sulle dita di due mani. Dal 1994 a oggi, con il maggioritario, la “transumanza” parlamentare da un gruppo all’altro arriva a contare circa 900 cambi di casacca.

Il sistema proporzionale e le preferenze erano fonte di grande responsabilità per chi veniva eletto in quel partito e in quel collegio. Dietro le coalizioni imposte dal maggioritario si sono potute compiere le peggiori nequizie perché chi è eletto in una coalizione non appartiene a nessuno e appartiene a tutti. Io voglio auspicare una riflessione approfondita in Forza Italia e nel centrodestra perché senza un orizzonte politico e ideale non ci sono meccanismi elettorali capaci di trasformare il rame in oro.

 

On. Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera

Dissidente turco Deniz Pinaroglu, Jessica Costanzo (M5S) chiede il rilascio

L’uomo è in sciopero della fame al CPR di Torino. La parlamentare scrive al Ministero dell’Interno
La deputata piemontese del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo ha visitato Deniz Pinaroglu, dissidente turco che ormai da 19 giorni porta avanti una lotta nonviolenta dentro il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Corso Brunelleschi a Torino. Fra le sue richieste, oltre la soluzione definitiva della sua situazione precaria, c’è anche l’aspettativa di un notevole miglioramento delle condizioni di vita dei trattenuti al Centro. La deputata 5 Stelle si dice impressionata da questo incontro e ha scritto una lettera al Ministero degli interni per chiedere lo sblocco della richiesta di protezione internazionale, dato che si ritiene ingiusta la sua detenzione presso il Cpr.Ecco il testo della lettera:

“Sono Jessica Costanzo, membro della Commissione XI, Lavoro Pubblico e Privato, alla Camera dei Deputati ed eletta nel collegio Piemonte 1. Vi scrivo per il caso di Deniz Pinaroglu, giornalista e blogger turco trattenuto da quindici giorni circa al Cpr di Torino. Come saprete, la definizione della pratica per l’ottenimento della protezione internazionale è ancora in alto mare, vista la necessità di appurare quale Stato tra Italia e Grecia abbia competenza per esaminare la domanda, incastrando dunque normative concorrenti, tra cui il regolamento UE 604/2013 (cd. Dublino 3) e il nostro decreto legislativo 25/2008, che regolamenta il procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale. Nel frattempo però Pinaroglu ha avviato lo sciopero della fame, ritenendo ingiusta la sua detenzione al Cpr in quanto oppositore politico del regime di Erdogan. Scrivo dunque per sollecitare la Commissione ad avviare al più presto la pratica, che so necessitare di un ulteriore passaggio presso la Questura di Torino. Per quanto possibile nell’esercizio delle mie funzioni, chiedo la massima celerità possibile affinché possa sbloccarsi una situazione paradossale e che rischia sempre più di avvitarsi su se stessa, tra le infinite pieghe della burocrazia, senza tener conto della situazione precaria di salute che va continuamente aggravandosi”.

Referendum maggioritario: l’opposizione del Pd

Riceviamo e pubblichiamo

“I CAPIGRUPPO DEL PD DI CINQUE REGIONI DEL NORD SI OPPONGONO ALLA FORZATURA VOLUTA DALLA LEGA”

“Salvini chiedeva i pieni poteri, oggi li esercita sulle Regioni del Nord, costrette da un diktat lanciato domenica scorsa a Pontida a forzare le procedure per approvare in pochi giorni, senza alcun dibattito, un referendum sulla legge elettorale nazionale. Le Regioni vengono svilite a meri strumenti di lotta politica al servizio della Lega. Peraltro, il quesito che stanno chiedendo di approvare non sta in piedi dal punto di vista giuridico e non ha le condizioni per essere ritenuto ammissibile, ma la strategia politica di Salvini, per i consiglieri regionali della Lega e delle forze politiche alleate, non ammette discussioni e va seguita con fede cieca. Noi abbiamo un altro modo di concepire la democrazia e ci opporremo in tutte le Regioni del nord a questo scempio delle istituzioni.”

Lo dichiarano i capigruppo del Partito Democratico nelle Regioni Piemonte Domenico RavettiLiguria Giovanni LunardonLombardia Fabio PizzulVeneto Stefano Fracasso e Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello in merito alla volontà della Lega, insieme agli alleati di centrodestra, di approvare entro lunedì 30 settembre in almeno cinque consigli regionali un quesito referendario parzialmente abrogativo della legge elettorale nazionale, con lo scopo di cancellarne la componente proporzionale e trasformarla in senso totalmente maggioritario.

A Palazzo Lascaris l’audizione sulle fusioni dei comuni

Mercoledì mattina si è svolta nella Sala dei Morando del Consiglio Regionale del Piemonte, l’audizione della Prima Commissione dell’assemblea subalpina nella quale era stato convocato il Movimento Progetto Piemonte – MPP.

Oggetto dell’incontro era un approfondimento sulla richiesta che era stata in una lettera alla Regione di modificare l’iter della legge regionale sulle fusioni di comuni nella parte legata al referendum, che in Piemonte è unicamente di natura consiltiva. Ad inviarla era stato il Movimento Progetto Piemonte insieme al Comitato Autonomia Piemont, ai comitati contro le fusioni di Cuccaro Monferrato e Gavazzana, al gruppo consigliare ‘Cassano e Gavazzana Insieme’ e con il supporto dell’associazione ‘Piemonte nel Cuore’. Il tutto per evitare quanto avvenuto nelle fusioni di Lu e Cuccaro Monferrato (con i voti contrari alla fusione maggioranza a Cuccaro), Cassano Spinola e Gavazzana (con i voti contrari maggioritari a Gavazzana) e Gattico e Veruno (dove si espressero in modo contrario la maggioranza dei cittadini in entrambi i comuni).

A rappresentare le istanze dei sottoscrittori a Torino c’era, su delega espressa dal presidente di MPP, Massimo Iaretti, c’era Andrea Riva, già consigliere comunale a Cuccaro Monferrato. Riva, su sollecitazione del presidente della I Commissione – Programmazione, Bilancio, Enti Locali –Carlo Riva Vercellotti ha ribadito le motivazioni contenute nella missiva sottolineando come la volontà popolare, secondo l’attuale impostazione legislativa, verrebbe meno.

Poi ha consegnato al presidente Riva Vercellotti una dettagliata memoria scritta nella quale erano motivate le ragioni della richiesta.

Sono seguiti gli interventi dei consiglieri Angelo Dago, Mauro Fava, Andrea Cane, Alberto Preoni, Sean Sacco, alla presenza dell’assessore agli enti locali, Fabio Carosso. Poi il presidente Riva Vercellotti ha dichiarato chiusa l’audizione in un clima assolutamente costruttivo. Ed è sua intenzione, successiva a questo passaggio, portare in tempi brevi l’argomento all’esame della Commissione.

“Non posso che esprimere soddisfazione per lo svolgimento di questa audizione – dice il presidente del Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti – perché ci ha consentito di esprimere chiaramente ed in modo esaustivo quella che per noi è una criticità nell’iter legislativo delle fusioni. Non siamo a priori contro le fusioni ma riteniamo che fusioni ed incorporazioni vadano fatte soltanto quando ci siano le condizioni oggettive e quando nelle consultazioni referendarie la maggioranza di entrambe le cittadinanze sia d’accordo. Un ringraziamento a tutti per la solerte convocazione ed espletamento di questa audizione, in particolare al presidente Riva Vercellotti”.

Legge elettorale: le minoranze intervengono sul Referendum delle Regioni

PD, LUV, Moderati, Monviso: “Se la Lega pensa di usare a suo piacimento il Consiglio Regionale, sappia che daremo battaglia”

Durante l’odierna riunione dei Capigruppo del Consiglio Regionale, la maggioranza ha espresso l’intenzione di presentare già nella prossima seduta di consiglio una delibera sulla richiesta di referendum sulla legge elettorale. Le regioni coinvolte sono Lombardia, Veneto, Liguria, Basilicata e Sardegna. La proposta, infatti, deve essere avanzata da almeno cinque Consigli regionali. L’intenzione è di arrivare a un sistema totalmente maggioritario come avviene per l’elezione dei sindaci.

“Quando Salvini ha chiesto al Parlamento pieni poteri si è visto come è andata a finire” – dichiarano i consiglieri di Partito Democratico, Liberi Uguali Verdi, Moderati e Lista Monviso. – “Se la Lega nostrana pensa di usare a suo piacimento il Consiglio Regionale, sappia che daremo battaglia. Ci coordineremo con le opposizioni delle altre regioni interessate per respingere questa delibera. Amareggia il fatto che la Giunta regionale non abbia idee proprie e sembri senza direzione, salvo ritrovare la verve quando può copiare qualche provvedimento lombardo o quando riceve una direttiva dall’ex Ministro dell’Interno. Se la maggioranza è a corto di proposte che interessino davvero i piemontesi, ci chieda suggerimenti, ne abbiamo in gran numero”.

Serve un moderno partito riformista

di Giorgio Merlo
Diciamoci la verità, che ormai quasi tutti sanno. Oggi, e non ieri, ci sono tutte le condizioni
politiche, culturali, sociali, istituzionali e ambientali finalizzate a dar vita ad una forza politica che
sappia rappresentare ed intercettare istanze, bisogni, domande esigenze e anche desideri che non
trovano più spazi nei partiti tradizionali che vanno dal Pd alla Lega, dai 5 stelle a ciò che resta di
Forza Italia. Sarebbe inutile, e anche un po’ puerile, negarlo. E Renzi ha saputo, nel momento
giusto, ridiscendere in campo. Al netto della valutazione sul merito e sulla tempestività del progetto
politico. Come, del resto, l’iniziativa intrapresa da Richetti e da Calenda.
Ora, però, quello su cui merita richiamare l’attenzione e’ sulla bontà e sul profilo di questo progetto
politico. E di governo, nonché culturale se qualcuno pensa di dargli anche una veste ideale. Non a
caso ci sono almeno 4 elementi che evidenziano la validità di questo progetto.
Innanzitutto la progressiva trasformazione del Partito democratico. Esaurita la “vocazione
maggioritaria” è tramontata anche l’antica sfida di riunificare nel medesimo soggetto politico le
migliori e piu’ qualificate culture politiche riformiste del nostro paese. Inevitabilmente, e
comprensibilmente, il Pd e’ ridiventato il partito della sinistra italiana. Anzi, il principale ed esclusivo
partito della sinistra italiana. In perfetta continuità con la tradizione del Pci/PdsDs. E, giustamente,
la guida politica di Zingaretti rientra a pieno titolo in questo progetto ed è perfettamente coerente
con quel profilo e con quella prospettiva.
In secondo luogo il progressivo ed irreversibile tramonto di Forza Italia. Al di là dei meriti e del
ruolo che quel partito ha giocato ed ha avuto nella politica italiana, e’ un fatto abbastanza noto, e
per molti versi anche comprensibile, che quella esperienza politica volge al termine. Un bacino
politico ed elettorale che però chiede di essere rappresentato nella cittadella politica italiana. Non
tutto quel mondo, al contempo, si riconosce meccanicamente nella prospettiva e nel progetto della
Lega di Salvini,. Probabilmente, a giudizio di quasi tutti gli osservatori, c’è una forte domanda
“moderata” e di “centro” che sale da ciò che resta di Forza Italia e che chiede di essere
rappresentata a livello politico ed elettorale.
In terzo luogo, dopo gli anni del bipolarismo selvaggio o del ritorno degli “opposti estremismi” – a
cui stiamo assistendo da qualche mese con una destra radicale a cui si contrappone una sinistra
sempre più massimalista – c’è, paradossalmente, ma neanche tanto, una richiesta di una
rinnovata, moderna, attuale e contemporanea “politica di centro”. Non un centro nostalgico o
legato alle categorie del novecento, ma un luogo politico dove si cerca di arginare la
radicalizzazione della lotta politica a vantaggio di una cultura politica e di governo che prescinde
dalla permanente delegittimazione morale e politica dell’avversario. In questo caso specifico del
“nemico” politico.
In ultimo, il potenziale richiamo del “proporzionale”. Dopo l’ubriacatura del maggioritario e del
dogma del bipolarismo – con scarsi risultati e deludenti prove di governo – si fa sempre più largo
nella società italiana la richiesta di riavere un sistema elettorale proporzionale che sia in grado, al
contempo, di garantire la governabilità e un minimo di stabilità dei governi. Pur senza entrare nei
dettagli del futuro sistema elettorale sempre più al centro del dibattito politico, e’ indubbio che con il
potenziale ritorno del sistema proporzionale, riacquistano un nuovo e rinnovato significato sia la
“cultura delle alleanze” da un lato e sia, soprattutto, le culture politiche – o quello che è rimasto –
dall’altro. Due elementi decisivi che spiegano e giustificano le iniziative politiche di questi ultimi
giorni.
Ecco perché la duplice iniziativa di Matteo Renzi e di Carlo Calenda non possono essere liquidate
semplicisticamente come operazioni di puro posizionamento politico o di banale gioco di potere. Si
tratta, a mio avviso, di iniziative che colgono un vuoto di rappresentanza politica ed istituzionale a
cui occorre dare una risposta politica credibile, seria e il più possibile coerente con le enunciazioni
fatte in questi ultimi e tormentati giorni.
Giorgio Merlo

Polizia, buoni pasto e straordinari: interviene FdI

“Straordinari eccedenti non pagati da 21 mesi e buoni pasto non assegnati da 9 mesi. E’ questa la situazione vergognosa in cui si trovano gli agenti che ogni giorno rischiano la vita per proteggere le nostre città – ha dichiarato la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, raccogliendo la denuncia del Siap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato. “Da nove mesi gli agenti sono costretti a pagare di tasca loro tutte le spese relative ai pasti durante il servizio. In questo tempo, infatti, non sarebbe stata data continuità nel passaggio da un appalto all’altro. Inoltre da 21 mesi gli agenti attendono che il Governo reperisca le risorse finanziarie necessarie, ma ad oggi nulla si è mosso, e l’arrivo del nuovo governo giallo-rosso non fa ben sperare. Mi attiverò immediatamente – ha annunciato la deputata di Fratelli d’Italia – presentando un’interrogazione parlamentare per fare luce sulla questione. Questo insulto verso gli uomini in divisa non è accettabile. Se gli agenti decideranno poi, come da loro annunciato, di scendere in piazza sotto la Prefettura noi di Fratelli d’Italia saremo con loro”.