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La Regione presenta il Programma Triennale della Cultura

L’assessore Chiarelli: «Più stabilità per gli operatori, più risorse ai territori e nessuno sarà lasciato indietro»

Nuovi fondi per la cultura, distribuzione territoriale più ampia e risoluzione delle pendenze economiche per gli operatori del settore. Questi i punti chiave annunciati  dall’assessore regionale al Turismo e alla Cultura durante il primo Tavolo della Cultura 2025. L’incontro ha riunito numerosi operatori del comparto culturale piemontese ed è stato l’occasione per illustrare le linee guida del Programma Triennale della Cultura 2025-2027 e per annunciare un accordo con gli istituti bancari volto a sbloccare il pagamento degli arretrati destinati alle realtà culturali della regione.

«Abbiamo ascoltato le esigenze del comparto e ci siamo mossi per trovare soluzioni concrete – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Marina Chiarelli –. Con il nuovo Piano triennale puntiamo su crescita, sostenibilità e accessibilità, mentre con questo accordo garantiamo la liquidità necessaria a chi ha subito ritardi nei pagamenti»

I DATI PRINCIPALI DEL PROGRAMMA TRIENNALE DELLA CULTURA 2025-2027

Il nuovo Piano Triennale si fonda su alcuni principi cardine: sostenibilità, valorizzazione dei territori e crescita del comparto. Secondo i dati raccolti dalla Regione, il 2024 ha rappresentato un anno di ripresa per il settore culturale piemontese, con 7 milioni di ingressi nei musei, 15.000 eventi realizzati, una crescita nel numero di spettacoli dal vivo e un incremento del turismo culturale del +2,2% negli arrivi e del +4,2% nelle presenze nel primo semestre del 2024.

Uno degli aspetti più rilevanti della nuova programmazione è l’attenzione alla distribuzione delle risorse sul territorio, per garantire che i fondi non siano concentrati esclusivamente a Torino, ma possano sostenere anche le realtà culturali nelle altre province piemontesi. Il piano prevede una suddivisione mirata dei finanziamenti, con particolare attenzione ai piccoli centri e alle realtà culturali locali.

DISTRIBUZIONE DEI FINANZIAMENTI SUL TERRITORIO

Durante il Tavolo della Cultura, l’assessore ha presentato i dati relativi ai progetti culturali finanziati nel 2024, che evidenziano una ripartizione più equa rispetto al passato. Ecco la distribuzione provinciale dei finanziamenti:

Torino Città: 189 progetti finanziati

Torino Provincia: 186 progetti finanziati

Cuneo: 111 progetti finanziati

Alessandria: 41 progetti finanziati

Novara: 37 progetti finanziati

Asti: 32 progetti finanziati

Verbano-Cusio-Ossola: 22 progetti finanziati

Biella: 20 progetti finanziati

Vercelli: 14 progetti finanziati

«Questi numeri dimostrano che, pur mantenendo un ruolo centrale per la cultura, Torino non è l’unica area beneficiaria delle risorse regionali. Abbiamo lavorato affinché ogni provincia potesse avere accesso a finanziamenti adeguati – ha sottolineato l’assessore –. Il nostro obiettivo è garantire una crescita omogenea della cultura piemontese, valorizzando anche le aree più periferiche»

LE NOVITÀ DEL TRIENNIO 2025-2027

Per offrire maggiore stabilità agli operatori culturali, la Regione proseguirà con la programmazione triennale dei bandi, permettendo alle realtà culturali di pianificare a lungo termine e migliorare la qualità delle iniziative. Sarà rafforzata la valorizzazione dei territori extra-metropolitani, con un’attenzione ai progetti che si sviluppano al di fuori dei capoluoghi di provincia, incentivando così una crescita capillare.

Un’attenzione particolare sarà dedicata al sostegno delle pratiche di inclusione e accessibilità, affinché la cultura possa essere fruibile da tutti, senza barriere economiche, sociali o fisiche. Infine, la Regione promuoverà eventi culturali sostenibili, incentivando le realtà che adotteranno soluzioni a basso impatto ambientale, dal risparmio energetico alla gestione sostenibile delle risorse, nell’ottica di un futuro più green per la cultura piemontese.

IL SOSTEGNO AGLI OPERATORI CULTURALI

Oltre alla programmazione futura, un tema centrale del Tavolo della Cultura è stato il sostegno immediato agli operatori culturali in difficoltà. La Regione ha attivato un’operazione di sensibilizzazione con gli istituti bancari per varare un meccanismo a salvaguardia di centinaia di realtà che rischiavano di non poter proseguire la propria attività a causa dei ritardi nei pagamenti.

«L’impegno della Regione è quello di non lasciare indietro nessuno. La cultura è un settore fondamentale per il Piemonte, non solo per il suo valore artistico e sociale, ma anche per l’impatto economico che genera. Garantire il pagamento degli arretrati significa permettere agli operatori di continuare a lavorare e investire nel futuro» ha ribadito l’assessore. «Questo è solo l’inizio di un percorso di dialogo costante – ha concluso l’assessore –. La cultura piemontese ha bisogno di stabilità, risorse e visione. Con il nuovo piano e con l’accordo raggiunto oggi, poniamo le basi per un sistema culturale più forte, inclusivo e sostenibile».

È stata confermata e potenziata la Misura di aiuti alla produzione cinematografica e televisiva (Piemonte Film TV Fund) che continua a dimostrare le potenzialità di ricaduta del Fondo in termini di moltiplicatore della spesa in Piemonte a favore in particolare dell’occupazione qualificata del settore e dell’indotto e mira ora a creare le condizioni per un radicamento più significativo di società di produzione sul nostro territorio.

Inizialmente attivata con una dotazione di 4 milioni all’anno per il triennio 2023/2025, la Misura passa nel 2025 a 7 milioni. Unitamente al ruolo di promozione e di servizio altamente qualificato svolto da Film Commission Torino Piemonte, questa Misura porta il Piemonte a posizionarsi fra le principali realtà italiane in ambito produttivo, attualmente seconda solo al Lazio per numero di giornate di ripresa annue.

MUSEI E PATRIMONIO CULTURALE

Uno degli assi portanti del piano è il rilancio del Sistema Museale Nazionale, che punta a garantire una governance integrata tra musei statali, regionali, comunali, diocesani e privati. In questo contesto si inserisce la riqualificazione del Museo Egizio di Torino, che nel 2024 ha avviato importanti trasformazioni sia architettoniche che espositive.

Tra gli interventi previsti, il proseguimento degli accordi pluriennali con la Conferenza Episcopale Piemontese e la Tavola Valdese per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico, oltre a una convenzione dedicata alla Sacra di San Michele, monumento simbolo della Regione. Previsto anche il trasferimento e l’ampliamento dell’Accademia Albertina e del Conservatorio Giuseppe Verdi all’interno della Cavallerizza Reale di Torino.

RIGENERAZIONE E TUTELA DEL PATRIMONIO DIFFUSO

Il programma prevede specifici investimenti per la rigenerazione dei piccoli siti culturali e del patrimonio rurale, con risorse destinate alla tutela di castelli, alpeggi, mulini, percorsi storici e chiese. Tra le misure più rilevanti, il progetto di catalogazione di 400 parchi e giardini storici, realizzato in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), con una dotazione di 120.000 euro e termine fissato per il 2025.

DATI E IMPATTO ECONOMICO

Nel 2024, l’Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta ha registrato oltre 1 milione di ingressi, segnando un aumento del 14% rispetto all’anno precedente. Il sistema ha inoltre generato rimborsi per oltre 5,4 milioni di euro, confermando il ruolo centrale della cultura nell’economia regionale.

Cirio di nuovo alla guida delle Regioni a Bruxelles

«Grazie della fiducia, lavoriamo insieme per far crescere sempre di più il ruolo delle Regioni e degli enti locali in Europa. Per il Piemonte la conferma della centralità nei dossier strategici per l’Ue».Ieri l’incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, domani con i vicepresidente Fitto e con il commissario Tzitzikostas

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio è stato indicato, all’unanimità, capo della delegazione italiana all’interno del Comitato delle Regioni che si è insediato ieri a Bruxelles, dopo le elezioni dello scorso giugno e la nomina della nuova Commissione europea.

Il Comitato delle Regioni è l’assemblea che riunisce i rappresentanti locali e regionali dei paesi membri dell’Unione europea. La delegazione italiana è composta da 24 membri (più altrettanti supplenti) , tra cui numerosi presidenti di Regioni – tra cui Fedriga per il Friuli Venezia Giulia, Acquaroli per le Marche, Marsilio per l’Abruzzo, Occhiuto per la Calabria, Proietti per l’Umbria, Todde per la Sardegna e Zaia per il Veneto – e sindaci, come quelli di Roma e di Bologna, Gualtieri e Lepore.

La designazione del presidente Cirio è avvenuta con voto unanime, confermandolo nel ruolo che ha già ricoperto a partire dal 2022.

«Desidero ringraziare la delegazione italiana per la fiducia: essere confermato alla guida di questa squadra, in modo unanime da tutte le forze politiche, è un motivo di orgoglio per il lavoro fatto in questi anni, ma soprattutto è la testimonianza di come a Bruxelles rappresentiamo tutti l’Italia, i suoi enti locali, le sue Regioni e i suoi Comuni, senza divisioni di partito – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Il Comitato negli ultimi anni ha saputo far crescere il suo ruolo all’interno di un’Europa nella quale, finalmente, si respira un’aria diversa anche alla luce della rinnovata consapevolezza dell’importanza che l’Ue ha e deve avere nello sforzo unitario per superare la crisi industriale dell’auto, nelle sfide della transizione energetica e del cambiamento climatico, della competitività delle imprese, del futuro della coesione e dell’Intelligenza Artificiale, per le quali il nostro ruolo diventa sempre più importante».

«Essere parte del Cdr e guidare la delegazione italiana contribuisce poi a consolidare la centralità del Piemonte in Europa: la frequentazione diretta dei palazzi di Bruxelles, con un ruolo che è parte integrante degli organismi comunitari, è per noi un’opportunità strategica – prosegue il presidente – Non è un caso che la nostra Regione abbia ottenuto, nell’ultima programmazione dei fondi europei, un aumento significativo delle risorse del Fondo Sociale e del Fesr, ovvero quello dedicato allo sviluppo e alle imprese, e non è un caso nemmeno che il Piemonte, come certificato dal ministero, sia la prima Regione d’Italia per capacità di spesa su questo fondo. Per contare, bisogna esserci ed è importante essere nei posti giusti – conclude il presidente – e il Piemonte a Bruxelles c’è».

Nella giornata di oggi il presidente Cirio ha incontrato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, con la quale ha fatto il punto su una serie di temi strategici per il Piemonte. I due hanno concordato una visita della presidente in Piemonte nel mese di aprile. Domani sono in programma gli incontri con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario europeo per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme Raffaele Fitto, per affrontare i dossier relativi ai fondi strutturali, e con il commissario ai trasporti sostenibili e il turismo, Apostolos Tzitzikōstas, in un vertice dedicato alla crisi e al futuro dell’automotive.

Queer studies, FI: “Autonomia università non è comizio politico”

“Sinceramente siamo alquanto perplessi su quanto avvenuto all’Università di Torino in occasione della prima lezione del corso multidisciplinare sui Queers  studies. Da un lato esiste l’inviolabile diritto all’autonomia universitaria che è un principio che dobbiamo difendere a tutti i costi, quello che è accaduto ieri però pare travalicare ampiamente quel confine. L’autonomia universitaria non può legittimare quello che è sembrato molto di più un comizio politico senza alcuna forma di contraddittorio. Pare peculiare che gli interventi che si sono succeduti parlino di un clima di minacce concrete e di censure quando addirittura esiste un corso per trattare l’argomento”. Ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente vicepresidente del Gruppo di Forza Italia al Senato e segretario cittadino degli Azzurri a Torino e i consiglieri di Forza Italia a Torino Domenico Garcea e Federica Scanderebech.

I quattro azzurri aggiungono “In modo altrettanto chiaro condanniamo la comparsa di svastiche in alcuni bagni delle università. Un episodio che a prescindere se sia legato o meno all’inaugurazione di questo corso dimostra che la madre degli stupidi è sempre incinta. Ed è proprio su questo punto che è fondamentale che l’Università lavori promuovendo il dialogo e non le tesi preconfezionate, che apra le menti approfondendo ma senza preconcetti. Principi che il nostro sistema di Atenei ha sempre saputo trasmettere ai suoi studenti e che siamo convinti che nonostante lo scivolone di ieri saprà garantire anche in futuro avendo il gravoso onere di formare la classe dirigente del Paese”.

Tigri, aquile e inermi coniglietti

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina

Il potere di attrazione generato dal nuovo corso statunitense, con l’azione congiunta del presidente e del suo iperattivo consulente Elon Musk, rischia di farci sottostimare quanto sta avvenendo sul fronte orientale.

La Cina ha subito negli ultimi 18 anni, in concomitanza, non certo casuale, con l’ascesa al potere di Xi Jinping, un evidente ridimensionamento della sua crescita.

Va ricordato, innanzitutto, come Xi Jinping, durante la sua presidenza, abbia riportato indietro con decisione le lancette della storia: la spinta riformistica (con vaste aperture all’iniziativa privata), iniziata più di quarant’anni fa da Deng Xiao Ping con la creazione del “Socialismo con caratteristiche cinesi”, ha subito una brusca frenata e lo Stato, controllore, imprenditore e pianificatore, è tornato, con una pericolosa inversione di marcia, pienamente protagonista.

La linea della “prosperità comune” e del capitalismo di Stato, il “nuovo concetto di sviluppo” secondo le parole di Xi, mira a ridurre le diseguaglianze esistenti all’interno del Paese reprimendo i monopoli delle aziende private ed i redditi “irragionevolmente” elevati e redistribuendo la ricchezza dalle ricche regioni costiere a quelle, molto più povere, dell’interno.

La Cina dovrebbe così affrancarsi dagli investimenti stranieri e dagli enormi gruppi di proprietà degli odiati “magnati assetati di profitti” (che controllano buona parte dei settori più innovativi), riducendo la sua dipendenza dalle esportazioni e privilegiando i consumi interni, ed emergere più forte che mai in settori strategici come la tecnologia, le telecomunicazioni e l’aerospaziale.

L’effetto combinato di questa politica economica, molto più attenta alla crescita interna, una sorta di MAGA, o meglio MCGA (Make China Great Again), ante litteram ha prodotto un rallentamento nella galoppata a doppia cifra del PIL cinese (che rimane comunque secondo solo all’India in termini di crescita annua) e considerevoli danni collaterali (il crollo del settore immobiliare e la stretta dei controlli pubblici nei confronti dei più importanti gruppi tecnologici).

Questa fase potrebbe però essere alle nostre spalle.

Le avversità interne ed esterne (i bandi provenienti dagli Stati Uniti nei confronti dei giganti della tecnologia e delle comunicazioni cinesi) hanno avuto l’effetto di stimolare lo sviluppo di una miriade di piccole aziende, alimentate dall’enorme disponibilità di laureati nelle discipline “STEM”, estremamente innovative.

La punta dell’iceberg è emersa con plastica violenza poche settimane fa con l’annuncio di Deep Seek, un software in grado di competere con l’ormai famoso Chatgpt ma con un costo infinitamente più basso.

Al di là delle polemiche e dei dubbi legati al nuovo LLM (allenato, forse, anche grazie a microchips e tecnologie occidentali e taiwanesi, la cui esportazione non è consentita in Cina), rimane la forte sensazione di un Paese che ha messo nel mirino gli Stati Uniti e si pone come obiettivo di diventare leader mondiale nelle nuove tecnologie, siano queste legate all’energia (lo è già, quanto meno nel settore dell’auto elettrica), allo spazio o all’intelligenza artificiale.

E’ questo il clima nel quale si svolgerà a Pechino nelle prossime settimane, dal 5 marzo, il Congresso nazionale del Popolo (“National People’s Congress”).

Sarà questa l’occasione per Xi Jinping per riaffermare gli obiettivi del gigante asiatico e per annunciare a chiare lettere l’intenzione di premere sull’acceleratore dello sviluppo economico basato, non più come nel passato, sulle produzioni a basso costo ma sull’innovazione e su tutta la sua filiera produttiva.

Si tratterebbe di una sorta di “Deng Xiaoping moment”, una potente iniezione di ottimismo, così come quando, nel 1992, il presidente cinese durante un lungo viaggio in treno nel sud della Cina (la regione più sviluppata) predicò il verbo dell’” arricchirsi è glorioso”.

Il messaggio di aperto incitamento allo sviluppo dell’imprenditoria privata ebbe effetti miracolosi sulla fiducia dei cinesi, ingrediente indispensabili per consentire alle potenzialità di crescita economica di dispiegarsi, inaugurando una lunga fase che sarebbe passata alla storia come “globalizzazione”.

La Cina oggi si trova in una fase per certi versi simile.

Anni di restrizioni, lotta alla corruzione e all’arricchimento “ingiusto” hanno depresso vasti  e importantissimi settori (l’immobiliare rappresenta tra il 20 e il 30% del PIL) e la fiducia dei consumatori è ora ai minimi degli ultimi decenni.

L’incertezza sul futuro, poi, conduce ad aumentare a dismisura i risparmi (per fronteggiare un destino difficile da interpretare) che, una volta dissipate le nuvole, potrebbero foraggiare consumi ed investimenti.

Il risveglio della tigre sarebbe un ulteriore segnale da non sottovalutare da parte di noi europei se non vogliamo rischiare di fare la fine, stretti sempre più tra il possente felino e l’aquila statunitense, di uno sparuto branco di inermi coniglietti…

Ruffino (Az): “Troppi commissari di governo, si restituisca valore ai sindaci”

“Non riusciamo a comprendere quale sia l’acrimonia di questo governo nei confronti degli enti locali e in particolare dei sindaci. Con il proliferare dei commissari di governo, i sindaci vengono di volta in volta esautorati: proprio loro che, di fronte alle emergenze e alle difficoltà, si trovano sempre in prima linea, spesso con risorse finanziarie insufficienti e con una carenza di organico. Una situazione che farò presente ad Anci, perché troviamo errato estromettere un sindaco dal proprio territorio”.
Così Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenuta in aula alla Camera in occasione della dichiarazione di voto al decreto Emergenze-Pnrr.
Secondo Ruffino “è lecito porsi un dubbio: si sta creando una nuova costosa sovrapposizione di figure? I commissari, infatti, non operano senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Non si tiene conto che il commissario di governo ha una struttura che prevede anche l’utilizzo dall’organico dei comuni che sono già ridotti all’osso. Vediamo crescere, quindi, una struttura parallela che fatica a fare sintesi. I nostri sindaci hanno dimostrato di essere in grado di affrontare le situazioni più difficili: per questo confido in un sussulto da parte degli amministratori che fanno parte della maggioranza, il governo dovrebbe conoscere la loro competenza e il loro impegno

Fdi, Vita Nascente, Raiteri: “Misura di libertà”

 “A sostegno delle donne in situazione di fragilità sociale”

Dichiarazioni in replica alla manifestazione di Non una di meno davanti al Consiglio Regionale del Piemonte

Il fondo Vita Nascente – oggi contestato dal collettivo Non una di meno – afferma Silvia Raiteri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – ha aiutato, in questi anni, tante donne in difficoltà ed ha garantito il diritto alla libertà di scelta della donna”.

Il fondo voluto dall’assessore Marrone è una misura di libertà, un sostegno concreto psicologico, medico ed economico-sociale ed è la miglior risposta a chi si oppone con presidi, manifestazioni e contestazioni unicamente mosse da ragioni ideologiche” conclude di consigliere Raiteri

Salizzoni (Pd): “Mobilità Sanitaria, intervenire urgentemente”

18 febbraio 2025 – “Dall’aggiornamento dei dati sulla mobilità sanitaria fornito dalla Fondazione scientifica indipendente GIMBE, del 13 febbraio scorso, emerge un quadro preoccupante per il sistema sanitario piemontese. I dati confermano una crescita costante dei flussi di mobilità sanitaria, evidenziando l’incapacità crescente delle regioni di garantire cure adeguate ai propri cittadini all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Nel 2022, il Piemonte ha registrato un saldo passivo di 6,3 milioni di euro, in calo rispetto ai -18,5 milioni del 2021. Tuttavia, abbiamo acquisito ulteriori dati sulla mobilità sanitaria da e verso le aziende sanitarie pubbliche, che indicano un possibile ampliamento della forbice passiva nel 2023” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Salizzoni.

“Particolarmente allarmante – prosegue il Consigliere regionale Pd – è il dato che rileva come il Piemonte eroghi il 50,6% della mobilità sanitaria attiva attraverso strutture private. Ciò significa che, su 293 milioni di euro, circa 148 milioni di euro sono stati destinati a prestazioni sanitarie erogate da strutture accreditate piemontesi a favore di cittadini non piemontesi. Questi 148 milioni rappresentano un’uscita economica per la Regione, poiché vanno rimborsati alle strutture private, aggravando ulteriormente le già esangui casse della sanità pubblica. Alla luce di questi dati preoccupanti, ho interrogato l’Assessore regionale alla Sanità per avere chiarimenti e indicazioni in merito strumenti intenda adottare per fronteggiare questa tendenza che, di fatto, penalizza la sanità pubblica a favore di un sistema che sembra sempre più orientato verso la privatizzazione”.

“Nella risposta data in Aula dall’Assessore Vignale ho ritrovato un elenco di dati sull’incidenza degli erogatori privati e sui tetti di spesa. Ma non ho ricevuto nessuna risposta alla mia richiesta riguardante che cosa la Regione intenda fare per salvaguardare la sanità pubblica, invertendo la tendenza di un utilizzo eccessivo del privato accreditato. E’, infatti, fondamentale che il Piemonte si impegni a garantire la salute dei propri cittadini, investendo nella sanità pubblica e riducendo la dipendenza dalle strutture private. La salute deve rimanere un diritto fondamentale per tutti” conclude Salizzoni.

Lista Cirio: “800 mila euro per case popolari, scuolabus e la rimozione dell’amianto”

Il Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale presenta tre emendamenti al Bilancio regionale: “Proponiamo lo stanziamento di 300mila euro per i piccoli lavori nelle case popolari che potrebbero tornare ad essere assegnate, 250mila in più per l’acquisto di scuolabus per comuni e altri enti locali e altri 250mila per la bonifica dell’amianto negli edifici pubblici”

Tre emendamenti al Bilancio di Previsione 2025-2027 presentati dal Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, su tre temi particolarmente significativi: ambiente, trasporto scolastico ed edilizia residenziale pubblica. Il totale delle risorse previste dai tre emendamenti è 800mila euro.

300mila sono destinati alle cosiddette case di risulta, immobili di edilizia residenziale pubblica che necessitano di piccoli interventi per essere nuovamente assegnati: grazie a questo emendamento, che aggiunge risorse alle economie degli enti gestori, sarà possibile ripristinare un centinaio di appartamenti con interventi tra i cinque e i quindicimila euro.

250mila euro, risorse aggiuntive rispetto a quanto già stanziato annualmente dalla Regione, andranno a Enti Locali per l’acquisto di scuolabus e altri 250 mila euro saranno destinati ai comuni per la bonifica dell’amianto da edifici pubblici non ad alta frequentazione: un Ordine del Giorno collegato al bilancio proporrà di destinare questi fondi esclusivamente ai comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti.

Abbiamo scelto – spiegano i Consiglieri del Gruppo – di rispondere a esigenze che abbiamo raccolto sul territorio: essere vicini agli enti locali e ai bisogni delle persone fragili fa parte dell’impegno che tutti noi abbiamo preso nei confronti dei nostri territori. Consideriamo prioritario rimettere a disposizione delle persone in difficoltà decine di case popolari che non vengono assegnate per mancanza di fondi per lavori di piccola o modesta entità, così come non possiamo non tenere conto delle esigenze prioritarie degli enti locali, come il trasporto scolastico, anche alla luce dei futuri dimensionamenti dei plessi scolastici, e la bonifica dell’amianto, argomento di grande attualità anche a seguito dei recenti studi epidemiologici presentati durante il processo Eternit”.

Nella foto i Consiglieri della Lista Civica Cirio Presidente PML Silvio Magliano (Capogruppo), Sergio Bartoli, Mario Salvatore Castello, Elena Rocchi, Daniele Sobrero

La Sala Rossa per il popolo curdo

Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno (primo firmatario, Simone Fissolo) in solidarietà con il popolo curdo, oggetto da molti anni di persecuzioni da parte di vari governi mediorientali.

Sindaco, la Giunta e Presidente del Consiglio comunale sono invitati, si legge nel documento, a farsi parte attiva presso il Parlamento affinché venga riconosciuto il genocidio del popolo curdo e sia dedicata una giornata per il suo ricordo, tenendo in considerazione che il 14 aprile è il giorno ufficiale per la commemorazione delle vittime dell’Operazione Anfal.

Scatenata dal regime di Saddam Hussein alla fine degli anni 80, l’operazione militare provocò 182.000 vittime nelle regioni irachene abitate dai curdi, con l’uso di armi chimiche e deportazioni di massa.

I curdi, ricorda l’ordine del giorno, rappresentano uno dei più grandi gruppi etnici senza uno Stato nazionale, una popolazione stimata tra i 20 e i 30 milioni di individui, distribuiti tra Iran, Iraq, Siria, Turchia e piccole comunità in Libano, Armenia e Azerbaijan. In anni più recenti hanno subito persecuzioni anche dal governo turco e dall’Isis, così come da parte del governo dell’Iran.

Il Consiglio Comunale – spiega il documento votato in aula –  vuole, con questo atto, sollecitare e portare all’attenzione del Governo Italiano una tragedia dimenticata e far sì che venga ricordata con la giusta considerazione. Ricordare il dramma del popolo Curdo e il processo di genocidio che ha subito, anche alla luce dei rischi di nuove violente repressioni da parte dei Governi turco ed iraniano”. Si ricorda inoltre come Il Consiglio Onu per i diritti umani nel settembre 2014 avesse aperto un fascicolo, dopo la grave crisi umanitaria generata dall’assedio portato dall’Isis ai centri della comunità yazida, parte del popolo curdo, nel nord dell’Iraq.

A sostegno dell’ordine del giorno, prima della votazione, hanno preso la parola le consigliere Diena, Garione, Patriarca e Apollonio, oltre al consigliere Abbruzzese.