POLITICA- Pagina 40

Quel 1994 nero

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

Nella primavera del 1994 Berlusconi vinse le elezioni politiche contro la “gioiosa macchina da guerra” della sinistra, che riteneva di aver già trionfato. Vinse a capo di una coalizione di salvezza nazionale con leghisti e missini che poteva suscitare dubbi, garantiti da lui. Dopo pochissimi mesi il governo entrò in crisi anche a causa di alcuni ministri. Il risultato storico di aver fermato la sinistra era stato comunque raggiunto. A volere la crisi fu soprattutto Bossi che domenica ha detto di votare il partito di Berlusconi alle Europee. L’intervista al Cardinale Ruini, 92 anni, uscita oggi ci da’ un particolare di non lieve importanza: il presidente Scalfaro, tradendo in modo clamoroso il suo ruolo di arbitro, tento’ il suo coinvolgimento nel defenestrare Berlusconi. Spero non sia vera quella dichiarazione perché i sistemi di Scalfaro, cattolico integralista e ministro degli interni accusato di una gestione di fondi mai chiarita per la quale a pagare fu il prefetto Malpica, sono davvero lontani da quelli di una repubblica democratica. Dopo qualche tempo Berlusconi venne accostato alle banane anche se quella Repubblica e’ da accostare a Scalfaro. Non stupiamoci: oggi è rivalutato e solo una piccola parte di faziosi, che porta l’odio oltre la morte,  parla di lui come di un nemico della democrazia.

Il Centro e le incompatibilità

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Dunque, la vulgata che va per la maggiore è ormai chiara dopo il recente voto europeo. E la possiamo riassumere così. Serve un Centro sia alla coalizione guidata da Giorgia Meloni e sia a quella coordinata da Elly Schlein. Anche perchè, come tutti sanno, non solo in Italia si governa “dal centro” e “al centro” ma, sempre in Italia, le elezioni sui vincono al centro. Occorre, cioè, saper intercettare quel segmento della pubblica opinione – che negli ultimi si è prevalentemente astenuto – che non è riconducibile alle tifoserie organizzate da un lato e agli “opposti estremismi” dall’altro. Ora, alla luce di queste banali e persin scontate considerazioni, è di tutta evidenza che ci si deve attrezzare in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Locali e nazionali. Ma per poterlo fare è indispensabile, nonchè necessario, che il Centro e “la politica di centro” non siano strutturalmente esterni ed estranei alle coalizioni che li dovrebbero ospitare. E questo era, e resta, il vero nodo politico da sciogliere.
E, per entrare nello specifico, si tratta di capire quindi come viene costruito e concretamente declinato questo Centro. Sul versante della sinistra si prospetta un ostacolo che non è affatto secondario ai fini di questo progetto. Ovvero, il blocco sociale costituito dalla sinistra radicale e massimalista della Schlein, dalla sinistra estremista e fondamentalista di Fratoianni/Bonelli /Salis e dal populismo dei 5 stelle, è sostanzialmente estraneo a tutto ciò che è riconducibile al Centro, alla sua prassi, alla sua cultura, alla sua tradizione e al suo pensiero politico. E, non a caso, emerge la necessità a tavolino di dar vita ad una sorta di “gamba centrista” coordinata da qualche professionista della politica – ovviamente organico al Pd e alla sinistra – che dia almeno l’impressione di saper intercettare quel mondo. Con il rischio, più che concreto, che pensare di sommare elettoralmente tutte le attuali opposizioni al governo Meloni per ottenere maggior consenso è una pia illusione. C’è chi lo pensa, ovviamente. Ma il risultato non sarebbe quello auspicato dagli strateghi di questa operazione perchè, da sempre, non si sommano le pere con le mele.
Sul versante opposto, invece, il Centro già c’è. Ed è quello interpretato e rappresentato da Forza Italia. Si tratta, al riguardo, di capire adesso come avviene un potenziale processo di allargamento politico del partito e come si intende rafforzare il profilo e l’identità culturale di quella formazione politica. Una iniziativa che si rende semplicemente necessaria ed indispensabile, se si vuole radicare la cultura politica di Centro all’interno del partito e, soprattutto, come farla pesare maggiormente nella coalizione di riferimento.
In mezzo, almeno per il momento, restano i cocci di una ambizione politica miseramente fallita e su cui è meglio stendere un velo pietoso dopo l’ultima ed incommentabile performance elettorale. Quella, cioè, rappresentata dai due partitini personali di Renzi e di Calenda.
Ecco perchè, in conclusione, il Centro indubbiamente risorgerà. Ma non a prescindere dal profilo politico e culturale e dall’identità programmatica delle rispettive coalizioni. Questa non sarà una variabile indipendente ai fini della compatibilità del Centro e del suo ruolo concreto nella politica contemporanea.

Giachino, una lettera toccante “agli amici sinceri”

“Le elezioni regionali sono andate bene politicamente ma non mi hanno premiato nei voti di preferenza. Ho tanti amici di qualità che non hanno l’abitudine di chiedere ad altri amici di votare un amico che ha fatto le battaglie più importanti per difendere la economia e il lavoro di Torino e del Piemonte”. Il candidato di Fdi ha postato su Facebook  una lettera che ha ottenuto oltre 200 Like e più di 100 commenti.  Giachino non si ferma e dà appuntamento ai suoi amici martedì 18 alle 18   in via Nizza 43  nella sede regionale FDI. Ecco il post pubblicato:

 

Ambrogio – Ravello (Fdi): “Nuova stangata sulla Tari”

“E’ come un cane che si morde la coda: alzando i costi, la tariffa deve giocoforza allinearsi e garantire la copertura. Quello che va fatto non è un frenetico potenziamento del sistema integrato, ma occorre lavorare a una radicale ottimizzazione dello stesso. Non è pensabile che il miglioramento del servizio passi esclusivamente da una maggiore spesa, così sono capaci tutti!”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.
“Siamo di fronte – continua Roberto Ravello, Dirigente Regionale di Fratelli d’Italia e neo eletto in Consiglio Regionale del Piemonte – all’ennesima stangata targata Lo Russo. Non è solo una questione economica: se i cittadini non percepiscono un reale tornaconto dalla differenziazione dei rifiuti, i dati su qualità e quantità di RD non potranno che risentirne. Bisogna assicurare una premialità del processo, ne va della sua credibilità e sostenibilità sociale”.

Salis, Grimaldi: “Ilaria libera, Europa libera!”

Salis, Grimaldi (AVS): Chi ha votato Ilaria è stato la scorta civile che l’ha portata a casa. “Ilaria Salis è tornata libera, la polizia ungherese le ha tolto il braccialetto elettronico. È la notizia più bella di questa campagna elettorale straordinaria, in cui tutti e tutte coloro che hanno scritto il nome di Ilaria sulla scheda sono stati la guardia civile antifascista che l’ha protetta dalla repressione autoritaria. E ora, insieme, la scortiamo fino a casa e in Parlamento europeo. Ilaria libera, Europa libera!” – lo dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.

Affidi, Montaruli (FDI): “Caso Torino alla Commissione d’indagine su affidi minori”

“Le ulteriori notizie apparse oggi sui presunti “affidi facili” a Torino confermano ciò che come Fratelli d’Italia denunciamo da tempo, il sistema degli affidi minori, per come ha funzionato in questi anni, non può proseguire, per questo porterò il caso in Parlamento – ad annunciarlo è la Vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli, che prosegue -. Ad accendere un’importante luce su questo mondo era stata già la Commissione d’indagine conoscitiva nata in Consiglio Regionale del Piemonte, su proposta di Fdi, all’indomani dei fatti di Bibbiano. Mancanza di regole chiare, possibili conflitti di interesse, ed in alcuni casi un’impostazione ideologica incapace di mettere davvero i bambini al primo posto. Oggi più che mai occorre ricordare che, secondo i dati della commissione, solo il 14% degli allontanamenti di minori disposti in passato in Regione Piemonte era motivato dal sospetto di maltrattamenti e di abusi, il restante 86% sostanzialmente si andava a ricondurre spesso a modelli educativi giudicati “inidonei” dagli assistenti sociali e a formule assolutamente fumose e discrezionali sulla base delle quali però i Servizi Sociali chiedevano all’autorità giudiziaria l’allontanamento. Le indagini della magistratura ora sembrano chiarire il vero motivo di alcune di queste anomalie, che risultano ancora più inquietanti se si pensa che in Piemonte il costo del sistema degli affidi assorbe dalle casse pubbliche 12 milioni all’anno. Per questo motivo in andremo fino in fondo. Oggi scriverò alla Commissione parlamentare affidi della Camera perché il caso Torino sia ulteriormente approfondito e si accolga l’auspicio di Procura e Tribunale”.