L’Italia è stata tra i primi paesi europei a fare proprio il documento, ratificandolo nel giugno del 2013
Il prossimo primo agosto entrerà ufficialmente in vigore la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica – meglio nota come “Convenzione di Istanbul” – adottata dal Consiglio d’Europa l’11 maggio 2011.
Grazie alle recenti ratifiche di Spagna, Andorra e Danimarca, infatti, si è superata la soglia delle 10 convalide da parte degli Stati firmatari. Un passo fondamentale per l’entrata in forza del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per combattere concretamente la violenza domestica nei confronti delle donne.
L’Italia è stata tra i primi paesi europei a fare propria la Convenzione, ratificandola nel giugno del 2013.
(Fonte: www.irma-torino.it)
L’amore non invecchia e non muore. A 96 anni ha tentato, disperato, di uccidersi sulla tomba della moglie, morta alcuni anni fa.
Ha lasciato nella buca delle lettere del suo potenziale rivale in amore una serie di biglietti sui quali erano scritte parole minacciose e la richiesta di 5mila euro.
Il progetto è stato finanziato nel 2012 nell’ambito del Programma Operativo della Regione Piemonte
Una Reggia sempre più famosa, tanto da entrare (con l’Egizio) nella Top 100 delle realtà culturali più prestigiose al mondo, non può concedersi soste.
70 sono gli anni che andrà a compiere quest’anno la Rai, 150 sono i milioni che il nuovo premier Matteo Renzi pretende dall’universo della TV pubblica, e numero non ancora calcolabile sono i dipendenti, di tutte le sedi regionali, che rischiano di veder cambiare la loro vita lavorativa. Questi sono solo alcuni dei numeri che in questi mesi stanno caratterizzando e monopolizzando il “mondo Rai”.
Nonostante vari malumori, l’adesione allo sciopero è stata abbastanza alta soprattutto a Torino, dove pare che si sia raggiunto il 70%. Dalla Rai di via Verdi, oltre un centinaio di lavoratori si è mosso in corteo per raggiungere Piazza Castello, dove sono stati allestiti due gazebo e distribuiti volantini contro il “prelievo” dei 150 milioni. Il “mondo Rai” torinese è forse il più colpito dalle nuove linee guida del Governo, soprattutto dopo le polemiche riguardanti la destinazione dei palazzi di via Cernaia ( quello strapieno di amianto su cui indaga il PM Guariniello) e quello di Corso Giambone, dove ha sede il centro di ricerche. Per sopperire alle accuse di “insostenibili sprechi”, da mesi è iniziato il laborioso trasferimento dei dipendenti delle due strutture (circa 500 in tutto) nell’ex palazzo Telecom di via Cavalli che, preso in affitto, sarà completato entro l’autunno.
Ma nonostante sia stata riconosciuta come un’intelligente operazione di razionalizzazione delle spese, non è bastato a fermare la “cesoia” di Renzi, che sembra anzi sempre più convinto (come abbiamo sentito dalle varie interviste, ultima fra tutte quella famosa con Floris) a chiedere e pretendere “tagli da 150 milioni di euro”.C’è chi accusa il governo ed in particolare il premier Renzi, di mettere sotto assedio con attacchi populisti e demagogici la cosidetta “casta giornalistica” , diventata ultimamente per molti impopolare e quindi facile da attaccare. E c’è chi invece lo difende e lo appoggia sostenendo che, pagando i 150 milioni di euro, la Rai non farebbe altro che adempiere al suo compito di televisione pubblica facendo, anche lei, i sacrifici che tutti i cittadini italiani sono stati chiamati a fare.
Nel 1954 venne diffusa proprio qui, da Torino, la prima trasmissione Rai. L’impegno, la passione e l’entusiasmo di persone che forse all’epoca non erano ancora nate, hanno permesso che quella fosse la prima di una lunghissima serie. Quelle di mercoledì non erano solo voci di dipendenti Rai,erano soprattutto voci di torinesi, di cittadini italiani con un nome, un conto corrente e magari un mutuo da pagare. In questo momento di crisi è giusto che tutti – come ha detto Renzi- siano disposti a fare sacrifici; ci auguriamo solo che tali sacrifici non ricadano sempre sugli stessi.
Una passeggiata in via Lagrange può salvare la vita. Addirittura? Il Governatore piemontese Sergio Chiamparino commenterebbe con un suo classico esageruma nen. Ma l’affermazione non è del tutto priva di fondamento. Perché ciò che ci ha sempre suggerito il buon senso ora è legge: è scientificamente dimostrato, infatti, che 20 minuti di camminata al giorno – pari a duemila passi, per circa un chilometro e mezzo – riducono di molto il rischio di infarto e ictus. E si tratta di un esercizio che anche i più anziani si possono e si devono permettere. Lo rende noto la recente ricerca condotta dall’università inglese di Leicester e pubblicata dalla prestigiosa rivista Lancet. Ovviamente lo studio non si riferiva a Torino, ma è facile tradurre i 20 minuti salvavita in una serie di itinerari tutti torinesi, in centro città o in periferia. 
Le casse della Regione sono vuote, non c’è più un euro. E i problemi da risolvere aumentano di giorno in giorno. Per cercare di battere cassa al governo, il presidente Sergio Chiamparino è volato a Roma per incontrare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, con l’intento di portare a Torino la bellezza di 200 milioni di euro, quota minima necessaria per fare fronte alle emergenze piemontesi.