LIFESTYLE- Pagina 400

Chi fa pipì sui muri da piccolo diventa buzzurro da grande

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 AVVISTAMENTI / di EffeVi

I disperati dei barconi, laceri e sporchi, accampati in stazione a centinaia, fanno notizia e certamente danneggiano l’immagine delle nostre città. Tutto un coro di voci indignate e di allarmi su focolai di scabbia, colera, Ebola. Ma probabilmente quelli, forniti di strutture igieniche anche temporanee, insegnerebbero ai loro figli come usarle. Attendiamo ansiosi fiaccolata di protesta contro i buzzurri italiani, che sono molti di più dei profughi stranieri

 

Un pomeriggio torinese qualunque, ore 17.00, nella centrale piazza XVIII dicembre: una madre – italianissima – aiuta il suo bambino a “liberarsi” direttamente su una colonna del porticato. Gli cala i calzoncini e lo incoraggia: il pupo (sui tre-quattro anni) in capo a qualche minuto completa l’operazione, la mamma lo riveste come se niente fosse e si avvia alla metropolitana.Il tutto, davanti a un bar, i cui avventori – seduti nel dehors – alternano espressioni tra l’incredulo, lo scandalizzato e il finto distratto. Non uno che si alzi a dire qualcosa.

 

Ammettiamo che la madre – normalmente vestita ed equipaggiata di costoso passeggino ultimo modello – non sia a conoscenza dell’obbligo per iPIPI2 bar, in quanto pubblici esercizi, di mettere a disposizione le toilettes anche senza consumazione al banco. Ammettiamo anche che, da bambina, non abbia mai sperimentato tale classica situazione, e che sua madre, a differenza delle nostre, non l’abbia mai portata nel primo caffè aperto, chiedendo dove fossero i bagni, prima di ordinare un bicchiere di acqua del rubinetto (costo: 30-50 centesimi) per salvare le forme. Ammesso tutto questo, resta un interrogativo: che idea resterà a quel bambino, una volta cresciuto, delle regole minime della civile convivenza?

 

Un uomo adulto, cui la madre ha insegnato con l’esempio che è normale calarsi le mutande e usare le strade del centro storico come una latrina, che idea avrà delle regole di convivenza, del  rispetto per la proprietà pubblica e altrui, per il decoro, per tutto ciò che, insomma, ci differenzia dagli animali dai tempi dell’uomo di Neanderthal ? Non si tratta di rimpiangere una lontana epoca di bigliettai del tram in uniforme, di maestri di scuola temibili, di carabinieri di Pinocchio; bisogna piuttosto interrogarsi sull’utilità di tanti discorsi e tante polemiche sulla “buona scuola”, e 

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sull’opportunità di spendere ogni anno milioni su progetti per la “coesione sociale” e contro il “disagio giovanile”, con lo sguardo rivolto a un futuro preoccupante che si fa presente, in cui al controllore non si presenta il biglietto ma si trancia un braccio con un machete da foresta pluviale. In un mondo in cui le madri insegnano ai figli piccoli a urinare sulla pubblica via in pieno centro, il disagio non è più dei giovani, ma di qualsiasi persona civile.

 

Recentemente il Comune di Torino ha annunciato che sperimenterà, insieme ad altre cittàPIPI4 della rete smart cities, una speciale vernice idrorepellente, brevettata ad Amburgo, che sostanzialmente rifletterà sugli zozzoni che si liberano sui muri la loro stessa urina. Quando al governo ci andrà una generazione di bambini abituati a considerare quello sopra descritto un comportamento normale, c’è da scommettere che la sperimentazione verrà sospesa. E sarà il minore dei problemi. Postilla per politici e giornalisti: i disperati dei barconi, laceri e sporchi, accampati in stazione a centinaia, fanno notizia e certamente danneggiano l’immagine delle nostre città. Tutto un coro di voci indignate e di allarmi su focolai di scabbia, colera, Ebola. Ma probabilmente quelli, forniti di strutture igieniche anche temporanee, insegnerebbero ai loro figli come usarle. Attendiamo ansiosi fiaccolata di protesta contro i buzzurri italiani, che sono molti di più dei profughi stranieri.

Pd da "rivedere": chi vince ha ragione, anche a Venaria

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STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Continuo a stupirmi pensando a chi, facendo politica a tempo pieno, prevedendo un possibile esaurimento della spinta renziana, non abbia sollecitato il Pd di Venaria  ed i suoi alleati a cercare altro candidato

 

Può anche darsi che gli elettori abbiano torto. Noi apparteniamo alla vecchia scuola del Presidente Sandro Pertini che diceva che preferiva la più imperfetta delle democrazie che la più perfetta delle dittature. In democrazia, poi, ha ragione chi vince ed ha torto chi perde. Nel caso di Venaria c’è qualcosa di più. Partiamo dalla durezza dei numeri.Falcone, il vincente, passa dal 17,3 al 69,1 dei voti. Salvatore, dal 38,5 al 30,9. Hanno votato il 47,5%,  pari a 13.500 votanti. Chi ha perso risiede a Venaria, chi ha vinto a Torino. Chi ha perso è da molti anni in politica, chi ha vinto no.

 

Venaria, storica roccaforte della sinistra torinese. Giustamente qualcuno ha fatto notare che Druento, Nichelino e Venaria insieme fanno oltre 100 mila abitanti diventando un significativo campione. Forse il segretario del pd torinese dovrebbe essere preoccupato, solo un po’ preoccupato. Poi, azzardo ipotesi, in questi ultimi 15 giorni qualcuno ha cambiato proprio voto:  viceversa non saprei darmi spiegazioni. Dunque a Venaria si è assommato lo sbiadimento dell’effetto Renzi con la scelta sbagliata del candidato del centrosinistra. Vedremo che succederà. Continuo a stupirmi pensando a chi, facendo politica a tempo pieno, prevedendo un possibile esaurimento della spinta renziana, non abbia sollecitato il Pd di Venaria  ed i suoi alleati a cercare altro candidato. Venerdì sono stato a Venaria incontrando onorevoli del Pd e partecipando ad una amabile passeggiata con il governatore Sergio Chiamparino. Ha scoperto che Il candidato del centro sinistra prima era di Forza Italia.

 

Forse – ripeto forse – almeno in Piemonte simili errori non verranno più fatti. Forse e ripeto forse, per ritornare in paradiso bisogna passare dall’inferno. Vedremo come i grillini governeranno, questo è il bello della democrazia.Ma qualcosa nel Pd di Venaria e di Torino dovrà cambiare.

Festa della Musica, tutti al Quadrilatero

Il tema dell’edizione 2015 è La tua Musica prende il Volo

 

festa_musicaDopo il successo degli anni passati, dal 12 al 14 giugno, la Festa della Musica torna ad animare piazze e vie del Quadrilatero Romano. Il tema dell’edizione 2015 è La tua Musica prende il Volo inteso come musica che solleva dal quotidiano, alleggerisce la mente e libera la parte più istintiva e leggera dell’anima. La musica che fa volare, ispira passione e alimenta sogni. La musica che ogni giorno ci permette di andare lontano, abbattendo i confini di spazio e di tempo. La Festa della Musica è anche Piano Day, con i punti musica, spazi allestiti per le performance dove, a disposizione dei musicisti sono posizionati dei pianoforti a mezza coda, eleganti strumenti che all’interno del contesto cittadino creano stupore e meraviglia.

 

La tre giorni offre un programma vastissimo e pronto a soddisfare ogni gusto musicale. Il giorno dell’anteprima il concerto di apertura e la festa animano il cuore del Quadrilatero. Il giorno seguente la manifestazione esplode e i punti musica triplicano, l’intero quartiere è coinvolto, e a guidare gli spettatori in questo magico viaggio musicale è una mappa colorata che segnala punti musica, band e musicisti. L’ultimo giorno, dal mattino, iniziano i laboratori musicali rivolti ai bambini, poi la giornata prosegue con le esibizioni degli allievi delle principali scuole di musica torinesi. Infine un grande concerto conclude la manifestazione. La Festa della Musica – Fête de la musique – nasce in Francia nel 1982 come grande manifestazione popolare e gratuita, un vero e proprio Music Day che il 21 giugno celebra il solstizio d’estate. In poche edizioni è diventata un autentico fenomeno che si iscrive in un contesto europeo e che coinvolge ormai numerose città in tutto il mondo.

 

www.piemonte.italia.eu

Una Carta per gli imprenditori

CAMERE COMMERCIONo a procedimenti burocratici superflui ed eccessivi. Libertà di stabilire e organizzare la struttura di un’azienda senza imposizioni di attività che divergano dal suo core-business

 

I principi guida per la difesa dei diritti degli  imprenditori per la prima volta sono stati formalizzati e presentati in occasione del 9th World Chambers Commerce, che Torino ospita dal 10 al 12 giugno. La Carta che li sintetizza è il risultato del lavoro di un gruppo composto da Camere di Commercio di tutto il mondo, guidato dalla quella israeliana, che viene ora discusso e condiviso con tutti i partecipanti al Congresso. No a tasse retroattive. No a rapporti di lavoro obbligatori. No a procedimenti burocratici superflui ed eccessivi. Libertà di stabilire e organizzare la struttura di un’azienda senza imposizioni di attività che divergano dal suo core-business. Libertà di associazione. Libertà di negoziare e finalizzare contratti. Queste sono alcune delle linee guida della Carta che include la richiesta di un processo di consultazione con gli imprenditori, o loro organismi rappresentativi, nel momento in cui qualsiasi autorità pubblica intenda proporre o legiferare su temi che abbiano effetto significativo sulle aziende.

 

Gli imprenditori sono creatori di lavoro, valore e innovazione, contribuiscono al Pil, investono risorse proprie e si assumono rischi. La Carta che presentiamo a Torino ne vuole riconoscere i diritti e ne riafferma il ruolo nel sistema economico globale” ha commentato Peter Mihok, Presidente della World Chambers Federation. “Il futuro di ogni Paese è legato alla gestione e alla crescita del mondo del lavoro: le sue dinamiche dipendono anche dal sistema legislativo e dalle norme che lo regolano. Alcuni principi fondamentali possono suonare scontati nel mondo occidentale, ma sicuramente non sono ancora consolidati ovunque” aggiunge Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino .

 

Obiettivo generale del documento è delineare i diritti degli imprenditori nel rispetto delle norme di ciascun Paese. Ruolo primario delle Camere di Commercio è infatti concorrere alla definizione dei principi legislativi in favore dello sviluppo economico e imprenditoriale. Esse si interfacciano quindi con amministrazioni e governi in rappresentanza delle “business community” locali, supportandole nella risoluzione di problematiche che difficilmente le imprese potrebbero affrontare e risolvere singolarmente. Partendo dal presupposto che ogni economia si basa sui concetti di libero mercato, sul diritto alla proprietà e alla competizione, i principi presentati dalla Federazione delle Camere di Commercio esprimono una visione comune sulla necessità di creare e proteggere i diritti dell’imprenditore di ogni  Paese. 

 

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Clinica della Memoria di Collegno, si lavora per il 2016

All’evento, realizzato dalle Fondazioni San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer e Giorgio Amendola con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea regionale, sono intervenuti numerosi esponenti delle istituzioni, della sanità e delle associazioni che si occupano dei malati

 

medico sanitaL’auspicio è che la Clinica della Memoria di Collegno, nata per accogliere e curare i malati di Alzheimer possa venir completata e aprire i battenti entro il 2016. Lo hanno formulato venerdì 12 giugno i presidenti del Consiglio regionale Mauro Laus e della Fondazione San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer don Mario Foradini in apertura del convegno “La malattia di Alzheimer e la Clinica della Memoria di Collegno”, ospitato a Palazzo Lascaris. “La Regione Piemonte – ha sottolineato il presidente Laus ricordando il lungo e complesso iter di realizzazione dell’opera – pur passando da Giunte di diverso colore politico, ha sempre visto il Consiglio regionale votare pressoché all’unanimità a favore della Clinica. Quello che oggi interessa è sottolineare come essa, più ancora di prima, possegga caratteristiche tali da rientrare a tutti gli effetti nella rete assistenziale integrata auspicata nel Piano nazionale demenze e possa rivelarsi per la Regione uno strumento innovativo d’intervento sulla malattia”. All’evento, realizzato dalle Fondazioni San Secondo per la ricerca sull’Alzheimer e Giorgio Amendola con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea regionale, sono intervenuti numerosi esponenti delle istituzioni, della sanità e delle associazioni che si occupano dei malati. Sono intervenuti – tra gli altri – il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, il vicesindaco della Città di Torino Elide Tisi e il sindaco della Città di Collegno Francesco Casciano.

 

www.cr.piemonte.it

L'ultima se ne va: addio a Rosilda Fanolla

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ruliAUGUSTA TAURINORUM / di Augusta Montaruli

 

A Torino si spegne l’ultima donna “repubblichina”: L’ultima se ne va e soccombe all’anzianità e alla malattia, non all’avversario, non alla storia, non all’oppositore interno, non all’imperfetta giustizia umana

 

Per le pagine della storia ufficiale lei è una che ha combattuto  dalla parte sbagliata, il nemico su cui costruire un’ideologia, una vinta. Per lei non ci saranno commemorazioni pompose, lutti cittadini, la corsa all’onorificenza patacca come omaggio della Città. Non ci sarà alcuna via intitolata proprio a lei che da sempre raccoglieva firme per una targa in memoria della sua amica Marilena, sedicenne trucidata al rondo’ della forca a guerra finita. E quella forca a cui Torino l’ha abituata forse le ha insegnato che nella vita le guerre non finiscono mai, soprattutto per chi sceglie di difendere un’idea anziché ritirarsi nei boschi. Neanche le rivalutazioni pansiane sono state sufficienti a permettere ai più di guardare con i giusti occhi le scelte delle ragazze come Rosilda: ultima donna repubblichina in un mondo da sempre dominato di primiuomini, che siano stati i suoi rapitori o quelli per cui ha dedicato una vita intera. L’ultima se ne va e soccombe all’anzianità e alla malattia, non all’avversario, non alla storia, non all’oppositore interno, non all’imperfetta giustizia umana. L’ultima se ne va chiudendo il cerchio di un mondo politico spentosi molto prima di lei ed è come in una parabola. Gli ultimi saranno i primi.

Donne, lavoro ed economia tra etica e business

donne impreseSono emerse riflessioni sulle attuali condizioni professionali delle donne non solo in Piemonte ma in tutta Europa, con particolare riferimento al ruolo sociale che ricoprono

 

“È più che mai necessario, oggi, superare le barriere invisibili che le donne quotidianamente incontrano nel loro percorso lavorativo e personale. Trovare il giusto ruolo di leadership nelle Istituzioni e nelle aziende, tutelarle attraverso una adeguata legislazione sono gli obiettivi sui quali stiamo lavorando”.  Così Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale, ha aperto il convegno “Donne, lavoro economia. Nuova etica nel business”, organizzato a Palazzo Lascaris dalla Consulta regionale femminile, in collaborazione con la Federazione italiana donne arti professioni e affari (Fidapa). Nel corso del dibattito, moderato da Graziella Camurati, past president di Fidapa, sono emerse riflessioni sulle attuali condizioni professionali delle donne non solo in Piemonte ma in tutta Europa, con particolare riferimento al ruolo sociale che ricoprono e alla partecipazione attiva nelle arti e nelle organizzazioni europee ed internazionali. All’incontro hanno inoltre partecipato Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale; Eufemia Ippolito, past president nazionale di Fidapa; Luisa Pavesio, rappresentante di Task force Salute Fidapa e la senatrice Maria Rizzotti.

 

 Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it

Dayslived, ecco il nuovo album “The Black Mouse”

Il 12 giugno, alle ore 21, presso lo sPAZIO 211 di via Cigna 211, i Dayslived presenteranno il loro nuovo album “The Black Mouse”. Abbiamo avuto modo di incontrare i membri del gruppo nel loro studio, e scambiare due parole circa il loro nuovo progetto discografico

 

MUSICAQuando sono nati i Dayslived?

Pleth ( batteria ) / Jack Arthur  ( chitarra ) : i Dayslived sono nati nel maggio 2010, da un primo incontro tra noi due, e visto che entrambi siamo appassionati di musica abbiamo deciso di provare a costruire qualcosa insieme. Il nome del gruppo fa riferimento ai giorni vissuti “musicalmente” dopo una giornata lavorativa impegnativa, quando finalmente la fatica lascia il posto alla passione e al divertimento che proviamo ogni volta che prendiamo in mano gli strumenti.

 

 

Parlateci del vostro nuovo CD “The Black Mouse”

Marko ( chitarra ) : “The Black Mouse” raccoglie i brani composti sia dalla primissima formazione, sia da quella attuale; vi si possono ascoltare vari generi e stili, che prendono spunto dalle varie influenze musicali di ogni componente del gruppo. Glen ( voce ) : I testi  sono scritti principalmente da me, con la collaborazione degli altri membri della band, mentre le parti musicali sono composte da tutti i componenti insieme. Molti testi attingono da esperienze personali: ad esempio la canzone “The Black Mouse”, da cui prende il titolo l’album, parla dell’ossessione di una ragazza per l’ex-fidanzato, visualizzato come un topo nero con gli occhi rossi. Marko: “Dayslived”, invece, il brano che ricalca il nome del nostro gruppo, è un invito a vincere le proprie paure e a vivere al massimo la vita, giorno per giorno.

 

Quali sono i vostri progetti futuri?

Thor ( basso ) : Abbiamo da poco firmato ( a febbraio 2015, ndr. ) un contratto con la Wall Records, la casa discografica di Dante Muro. Faremo prossimamente delle date di presentazione dell’album, oltre a quella del 12 giugno,  e potrete trovare informazioni dettagliate in merito sul nostro sito        ( www.dayslived.com ) oppure sulla nostra pagina facebook (www.facebook.com/dayslived) . Per il futuro abbiamo già in mente alcune idee per il prossimo album…Durante la serata del 12 sarà già possibile acquistare il CD al prezzo di €9.90, e il concerto sarà aperto dagli Ipo-Krisis.

Maria Ferreri

Chiara Mandich

Alla Scuola di Applicazione si parla di Waterloo 200 anni dopo

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Lo storico e scrittore Alessandro Barbero: “L’Esercito nell’Italia di oggi è una delle istituzioni che danno prova di professionalità, di serietà e di efficacia”

 

La rievocazione della battaglia di Waterloo è il tema della conferenza tenuta dallo storico e scrittore Alessandro Barbero presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, Istituto che ha la responsabilità della formazione degli Ufficiali e Sottufficiali e dell’insegnamento linguistico di tutta la Forza Armata.  L’illustre scrittore non poteva scegliere una location migliore dello storico Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, il più antico Istituto militare europeo, per raccontare ai numerosi ospiti le strategie, le gesta e gli errori commessi dai protagonisti di una delle battaglie più cruente e famose della storia, di cui il 18 giugno prossimo ricorrerà il bicentenario. L’attualità del fatto storico e la competenza de relatore hanno suscitato molte riflessioni tra gli Ufficiali frequentatori ed i presenti, generando un intenso dibattito al termine dell’incontro culturale, che ha avuto lo scopo di incrementare il patrimonio di conoscenze dei futuri Comandanti di uomini su temi di grande interesse storico e professionale. 

 

Abbiamo chiesto al Prof. Barbero cosa pensa dell’evoluzione del nostro Esercito.

L’Esercito italiano si è rinnovato da tempo. Tra le sue peculiarità ci sono la sempre più elevata formazione professionale/culturale e i compiti legati a missioni per il mantenimento della pace ed umanitarie nel mondo: per lei ha un significato particolare, in quanto storico e divulgatore di storia militare, essere qui oggi, nella Scuola di Applicazione?”

“Ha un significato particolare intanto perché i miei nonni, quando ero bambino, abitavano qui di fronte all’Arsenale e, quindi, l’Arsenale è un’immagine che io ho negli occhi da sempre, da cinquant’anni. Esserci dentro è un grande onore e un grande piacere; e poi perché comunque l’Esercito nell’Italia di oggi è una delle Istituzioni che danno prova di professionalità, di serietà e di efficacia. Vederlo, ed essere a contatto un poco con l’Esercito dal di dentro, per uno storico, è un fatto molto utile anche per il mio mestiere, oltre che molto importante per un cittadino italiano”.

Cari social, la Turchia per noi è importante

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LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

 

E’ probabile che in rete impazzino dibattiti sul parcheggio di corso Galileo Ferraris o sulle opposte tifoserie pro o contro l’ennesima cretinata leghista sui migranti

 

La notizia più importante non è certo quella che eccita di più i social networks. Oggi mi sembra la sconfitta elettorale di Erdogan in Turchia. Aveva preso il potere una dozzina d’anni fa, proponendosi come leader di un islamismo moderato, amico dell’Europa e della democrazia. Ha progressivamente accentuato il carattere islamico e tradizionalista, riportando la Turchia indietro di molti anni. Si è posto come possibile leader dei musulmani sunniti, arrivando a sostenere i miliziani dell’Isis pur di destabilizzare Siria e Iraq, in mano sciita. Accarezza l’idea di un nuovo impero ottomano, che, ad egemonia turca e sunnita, torni ad influenzare il sud del Mediterraneo. Riduce le libertà civili, arresta l’emancipazione femminile, mal sopporta il pluralismo di giornali e associazioni, disdegna l’eredità laica e modernizzante di Ataturk, che non è più vissuto come il padre della patria.

 

Ma sui social è probabile impazzino dibattiti sul parcheggio di corso Galileo Ferraris o le opposte tifoserie pro o contro l’ennesima cretinata leghista sui migranti.Perché le vicende turche sono importanti per noi? La Turchia è una crescente potenza economica, dispone del più numeroso e meglio addestrato esercito (a parte Israele) del Mediterraneo, fa parte della Nato ed è stato un pilastro dell’Occidente in Medio Oriente per mezzo secolo.Il suo progressivo spostamento geopolitico produce gravi danni all’Europa. I migranti da quei paesi destabilizzati e invivibili sono la più immediata conseguenza, ma ciò che temo produrrà danni durevoli è l’acquiescenza se non complicità con il Califfato Islamico.

 

Per questa spregiudicata politica Erdogan aveva bisogno di un potere sempre più forte e indiscusso. Da ciò la richiesta agli elettori della maggioranza assoluta, per poter instaurare una repubblica presidenziale. Gli elettori per ora almeno gli hanno detto di no, e hanno finalmente consentito un’ampia rappresentanza della minoranza curda, che è riuscita a superare lo sbarramento assurdamente alto del 10% ed è ora una delle forze parlamentari in gioco. In un’Italia che si dilania su questioni secondarie, questa mi sembra una buona notizia da segnalare, sempre che qualcuno ancora ritenga che le vicende internazionali siano importanti per la nostra vita interna.