Le campane sono una costante della vita di un paese rurale, da sempre. Segnano le ore, le nascite, i matrimoni, le dipartite, i momenti di gioia e di pericolo. E sono una costante nella traduzione italiana, anche se – talvolta – qualche nuovo residente, proveniente da città metropolitane (soprattutto Milano) diventa promotore di petizioni o, comunque, di iniziative finalizzate a silenziarle. Ebbe una certa eco in Monferrato negli anni Novanta l’iniziativa del discografico Ricordi, che aveva acquistato una casa a Sala Monferrato e cercò di “zittire” le campane perché lo disturbavano ma vi fu in loco una levata di scudi. Ed altrettanto è avvenuto in tempi più recenti in un comune del Monferrato astigiano dove il vice sindaco, appena eletto, e proveniente da una grande città propose di silenziare le campane, ma dovette fare una retromarcia di fronte ad un’opposizione di tutto il paese. E quanto contino le campane nella società piemontese lo si è visto bene sabato e domenica a Mombaruzzo, centro del Basso Piemonte astigiano, ma in Diocesi di Alessandria e nella circoscrizione del giudice di pace di Acqui Terme, famoso per i suoi pregiati amaretti e per il buon vino delle colline del Basso Piemonte. Qui nel fine settimana si è tenuto il raduno nazionale dei suonatori di campane che ha portato campanari da tutta la Penisola. Ad organizzarlo, d’intesa con la Federazione nazionale suonatori di campane, presieduta dalla veneta Eles Bentofontali, è stata l’Associazione campanari del Monferrato, guidata dal 25enne pasticcere di Mombaruzzo, con la passione per il suono delle campane, Emilio Gallina. Sabato e domenica artisti, perché tali sono, provenienti da Friuli, Bologna, Liguria, Milano, Veneto, Sardegna, Marche hanno offerto, nei vari angoli del paese, concerti che hanno creato a Mombaruzzo un’atmosfera suggestiva, allietata, nella giornata di domenica dalla presenza degli sbandieratori di Astesana. Il tutto all’insegna della cordialità, come ha sottolineato il sindaco Domenico Giovanni Spandonaro.
Massimo Iaretti