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La “lingua di Menelik”

menelik2menelik1Originale fischietto che spopola a carnevale, venne così ribattezzato – in epoca coloniale – con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La “lingua” consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di ferro, schiacciato ed arrotolato. Basta soffiarvici dentro e questa  si svolge e s’allunga di scatto. Appena si smette, questa ritorna – grazie all’anima di ferro, nella posizione arrotolata

La “lingua di Menelik” , originale fischietto che spopola a carnevale, venne così ribattezzato – in epoca coloniale – con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La “lingua” consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di ferro, schiacciato ed arrotolato. Basta soffiarvici dentro e questa  si svolge e s’allunga di scatto. Appena si smette, questa ritorna – grazie all’anima di ferro, nella posizione arrotolata. Solitamente dal lato dell’imboccatura viene messo un fischietto, associando il fischio all’allungamento della “lingua”. C’è chi sostiene come questo giocattolo prese il nome di Menelik , rammentando come l’imperatore etiope fosse dotato di una lingua assai poco disciplinata. Questa diceria, in realtà, prese corpo da un episodio ben preciso, riferito al trattato di Uccialli , località del nord del paese del Corno d’Africa, stipulato fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia il 2 maggio 1889. Il trattato era volto a regolare i rapporti reciproci tra i due Stati, oltre che a riconoscere le recenti acquisizioni territoriali italiane in Eritrea, che il sovrano etiope riconosceva come colonia italiana.

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Come da tradizione, il trattato era stato redatto in due versioni nelle lingue dei due contraenti, italiano e amarico. La stesura dell’articolo 17, uno dei più controversi,  risultò differente nelle due versioni. Nella versione in italiano si leggeva “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia consente di servirsi del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia per tutte le trattazioni di affari che avesse con altre potenze o governi”, mentre quella in amarico era ben diversa e recitava così: “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia puòtrattare tutti gli affari che desidera con altre potenze o governi mediante l’aiuto del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia “. In pratica, secondo la versione in italiano, il negus delegava al governo di Roma tutte le sue attività di politica estera, rendendo di fatto l’Etiopia un protettorato dell’Italia; in base alla versione in lingua etiope, invece, la delega era solo facoltativa, e il negus vi poteva ricorrere solo quando ciò gli fosse convenuto. Un semplice errore di traduzione o  una deliberata mossa di una delle parti per indurre l’altra a firmare? La cosa non è mai stata chiarita ma è certo che le controversie sul trattato furono una delle cause della successiva Guerra di Abissinia tra l’Italia e l’Etiopia, conclusasi, il 1° marzo 1896 con una netta e pesante sconfitta delle truppe italiane comandate dal generale Oreste Baratieri nella  battaglia di Adua. Il successivo trattato di pace di Addis Abeba, nello stesso anno, abrogò definitivamente il trattato di Uccialli, del quale è rimasta solo traccia nei libri di storia. Mentre la “lingua di Menelik” continua a produrre il suo irridente sberleffo.

 

Marco Travaglini

La comunicazione con il cane

Solitamente, quando si decide di iniziare un percorso educativo con il proprio cane, l’educatore fa una specie di “interrogatorio” al proprietario o, se possibile, all’intero nucleo familiare, perché è da lì che spesso nascono incomprensioni che poi possono trasformarsi in problemi di gestione. Ciò che reputo fondamentale per un corretto approccio sta alla base di ogni relazione sociale, ovvero la comunicazione. Proprio per questo risulta necessario non solo cercare di farsi capire da una specie che comunica in maniera diversa dalla nostra, ma anche riconoscere cosa il nostro cane sta cercando di comunicare. In questa prima parte andremo a sviluppare l’argomento della nostra comunicazione con il cane; in quelle successive approfondiremo le modalità con le quali il cane comunica con noi (e con gli altri cani). In ambito umano, la comunicazione si suddivide in verbale (l’uso delle parole), paraverbale (tono, volume e timbro della voce) e, infine, il non verbale (il linguaggio del corpo e le posture, ossia il linguaggio che i cani codificano più velocemente).

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Per quanto riguarda l’aspetto verbale, quando chiediamo qualcosa al cane dobbiamo assicurarci che il messaggio sia chiaro, univoco ed eseguibile: per esempio, se desidero che il cane si metta “seduto”, chiedergli, per esempio, “dai, siediti” o “ seduto, seduto, seduto” crea nel cane confusione, perché per lui sono due richieste diverse; se invece gli chiedo “seduto” su una superficie a lui sconosciuta o in luogo in cui non si sente al sicuro, l’unica cosa che otterremo è che il cane sarà in difficoltà. Idem se facciamo una richiesta di un qualsiasi comportamento al cane senza essere sicuri che lo abbia effettivamente appreso cognitivamente e motoriamente, prima contestualizzando e poi generalizzando, attraverso esercizi fatti appositamente che lo aiutino nella comprensione di quanto gli stiamo chiedendo e rinforzando in modo positivo la riuscita di quel comportamento. Grande importanza riveste anche il paraverbale, la nostra voce può produrre suoni estremamente variegati, in termini di tono, timbro ed enfasi, attraverso i quali possiamo trasmettere al nostro cane diversi stati d’animo. Se l’intenzione è quella di calmare il cane, un tono di voce pacato lo aiuterà a rilassarsi; se abbiamo bisogno di incoraggiarlo, utilizzare una voce allegra e un tono più acuto, li porterà verso l’eccitazione; se invece vogliamo chiedere al cane un comportamento di interruzione, un tono deciso ed esplosivo (non severo!), lo porterà ad arrestare ciò che stava facendo.Richiamare il cane, ad esempio, con un tono di voce arrabbiato, anziché allegro e invitante, oppure sgridare il cane, se necessario, sorridendo o in modo non convinto, o ancora dare un comando di arresto con voce sommessa o con morbidezza, non facilita il cane a comprendere il nostro intento, dando luogo a una probabile disobbedienza per incomprensione e andando a vanificare l’importanza del ruolo di guida che stiamo andando a costruire.

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In ultimo, ma in primis in ordine di priorità agli occhi del nostro cane, nella comunicazione non verbale la postura fa da cornice alla comunicazione verbale e paraverbale: la posizione eretta trasmette sicurezza, il busto inclinato in avanti minaccia e il busto inclinato indietro denota insicurezza. Inchinarsi e allargare le braccia invoglia, invece, il cane a raggiungerci. Anche lo sguardo ha la sua importanza, per cui altra buona regola è quella di non fissare mai insistentemente un cane negli occhi, soprattutto se non lo si conosce; questo gesto, infatti, per lui indica una minaccia. Infine, avvicinarsi ai nostri amici a quattro zampe con una traiettoria indiretta, renderà più agevole, se il cane è ben predisposto, una possibile interazione con lui; viceversa, avvicinarsi in modo diretto lo metterà a disagio. Il cane non solo è in grado di studiare attentamente il nostro volto ma anche di decodificare tutte le variazioni impercettibili che occhi, bocca e sopracciglia producono al variare di umore e stato d’animo. Riassumendo, il corpo e le posizioni che assumiamo rappresentano un libro aperto per il cane, che imparerà a decifrarli reagendo di conseguenza. Inutile dire che la coerenza tra i tre livelli di comunicazione è indispensabile per non creare confusione e rischiare possibili incomprensioni. Il cane fa sforzi enormi per cercare di capirci, anche se utilizziamo per lo più un linguaggio che lui non conosce, ma che impara a definire. Questo dovrebbe farci ammirare la loro forza di volontà, perché ce la mettono proprio tutta per non deludere e imparare a comprendere quanto ci stanno comunicando è il minimo che possiamo fare! Per scoprirlo, dovrete solo attendere il prossimo articolo.

 

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila – Istruttrice Rally Obedience

(foto: F. Mezzapesa)

In 42mila allo storico carnevale di Ivrea

Grande successo per il Carnevale storico di Ivrea, con 42 mila le persone che hanno assistito o partecipato alla tradizionale battaglia delle arance. I paganti sono stati 11.500. Il bilancio dei feriti tra gli aranceri – a piedi o sui carri – è di 180 persone, di cui 4 finite al pronto soccorso. Altri 67 sono stati medicati nelle postazioni della  Croce Rossa in diversi punti della città. Ospite d’onore il Capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha indossato per l’occasione lo storico berretto frigio e si è congratulato con gli organizzatori per le misure di sicurezza adottate.

Torino a misura di bambino

Torino fa felice anche i bambini, molti sono i luoghi dedicati a loro, le attività di intrattenimento sono diverse come quelle formative e culturali.

Sia come turisti che come abitanti di questa splendida città, i bambini possono essere coinvolti in esperienze spassose e interessanti, la vacanza ma anche una semplice passeggiata domenicale diventano così un momento di aggregazione familiare.

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Il Museo del Cinema è una tappa obbligata, divertente e magico con attrezzature cinematografiche antiche e moderne, riproduzione dei set dei primi film italiani, oggetti e personaggi di famosi film internazionali. Percorsi tematici e laboratori basati sulla scoperta, la creatività e la sperimentazione attiva: un approccio didattico interattivo e coinvolgente.

Salire sull’ascensore panoramico poi è un momento unico per ammirare Torino dall’alto.

 

Il Planetario e il Museo interattivo dell’Astronomia e dello spazio per scoprire e ammirare il cielo, approfondire temi astronomici attraverso percorsi interattivi ed esperimenti scientifici. Il primo weekend di ogni mese, “Lo Spazio ai bambini” interamente dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie, propone spettacoli, laboratori e un accesso a tariffe agevolate.

 

Il Museo Egizio di Torino è il più importante del mondo dopo quello del Cairo, dopo il rinnovamento propone una esposizione moderna e suggestiva. I suoi capolavori, gli oggetti arrivati da lontano storicamente e geograficamente ipnotizzano grandi e bambini, affascinano gli amanti della millenaria civiltà e incantano i piccoli e curiosi visitatori. Il museo organizza visite per famiglie.

 

Parco Avventura Tre Querce, che riaprirà il 31 marzo prossimo, è una divertente ed ecologica esperienza a due passi da Torino.  7 sono i percorsi avventura all’interno di un bellissimo bosco di frassini e querce, più di 60 giochi aerei eccitanti e avventurosi durante i quali i bambini saranno equipaggiati, istruiti e seguiti dagli istruttori.  Novità 2017: nuovo percorso Crypto Baby per bimbi dai 3 ai 6 anni e per i più coraggiosi invece il Tree Climbing con salto nel vuoto, un’arrampicata su una delle grandi querce per poi rituffarsi giù a terra, ovviamente il tutto in assoluta sicurezza.

 

Il Bosco delle Meraviglie, a San’Ambrogio di Torino, è un parco emozionale, un percorso fiabesco, interattivo, un vero bosco incantato, tra orchi, fate e cavalieri dove i bambini saranno coinvolti e immersi in una favola mentre gli adulti vivranno un momento ludico che li riporterà magicamente

indietro nel tempo. Nella Bottega si possono trovare giochi didattici, di strategia e classici per tutti.

Torino per tutti, Torino per vivere momenti formativi e ricreativi, Torino per rilassarsi e passare il tempo tutti insieme.

 

Maria La Barbera

 

Andrea Vecera, il torinese cittadino del mondo

Il mondo del design rappresenta un fiore all’occhiello nel capoluogo subalpino anche grazie alla presenza di giovani designer come Andrea Vecera che, nonostante   la sua giovane età, ha già   ampiamente dimostrato il suo talento realizzando numerosi progetti. Conseguita una laurea in Design industriale alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, oggi è impegnato nel campo del product design, cui è approdato dopo gli inizi quale progettista grafico. Nel 2006, quasi alla fine del corso di laurea, Vecera giunse a Milano, dove svolse un tirocinio nello studio di Giulio Iacchetti e Matteo Ragni. A quegli anni risalgono i suoi disegni per la Guzzini e le sue due proposte, di cui una dal titolo ” Espressioni pizzesche”, originali piatti per pizza. Unico e duraturo anche il suo contributo per la comunicazione visiva relativa alle rassegne culturali del Sistema Bibliotecario dell’area Metropolitana Torinese. Ad Andrea Vecera si deve la creazione del personaggio di Melvil Dewey, capostipite di tutti i bibliotecari moderni, ideatore del celebre sistema di classificazione decimale che, sulle pagine della brochure, ha presentato la nuova edizione della rassegna di incontri nelle tredici Biblioteche civiche dell’ Area Nord Ovest della Città Metropolitana Torinese. Dopo averle idealmente visitate, con il suo antico velocipede, prima, e con un avveneristico skateboard fluttuante, dopo, lo fa ora in groppa ad una fidata lumaca, per ricordarci che leggere rappresenta un piacere che va assaporato lentamente, dedicando il tempo e lo spazio giusti, soprattutto in un’epoca digitale come la nostra, in cui la lettura sta diventando, purtroppo, sempre più superficiale e incostante.

 

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Il giovane designer torinese ha anche realizzato recentemente la comunicazione visiva ed un originale segnalibro per la rassegna dal titolo “Al di là del muro” che, entrata nel vivo, si articola in un ricco calendario di iniziative per celebrare il quarantennale dell’abbattimento del muro del manicomio di Collegno e l’approvazione della legge Basaglia, che decretò la chiusura degli ospedali psichiatrici. Il 2018 per Vecera è, poi iniziato, all’insegna di un nuovo progetto grafico studiato ad hoc per la rassegna dal titolo “Musica e letteratura”, in collaborazione con la Biblioteca & Archivio della Città di Chieri e l’ Accademia dei Solinghi. Vecera ha anche disegnato l’originale scacchiera Paperloo (Moglialab), esposta e in vendita presso Interni Bonetti, in occasione del “Natale degli artisti”, da poco concluso. Ancora più recente e tuttora in corso è il suo progetto per la realizzazione dell’arredamento interno di un ristorante nel centro di Torino, di prossima apertura. Se la creatività è, come afferma il saggista Arthur Koestler, l’arte di sommare due e due ottenendo cinque, Andrea Vecera è un artista assoltamente creativo, che è stato capace di rompere gli schemi, trovando nella natura quelle eccezioni che ella fornisce a qualsiasi regola.

 

Mara Martellotta

 

Vacanze di Carnevale al Castello di Rivoli

A cura del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Bambini e ragazzi possono trascorrere le vacanze di Carnevale al Castello di Rivoli con le Artenaute del Dipartimento Educazione. Due giornate di attività, laboratori e giochi ispirati alla figura di Arlecchino, re del Carnevale, camaleonte che si riveste di forme e colori.

 

Due formule a scelta tra:

 

GIORNATA INTERA DAI 5 ANNI

Accoglienza ore 8.30-10

Uscita ore 16.30-17.30 / Pranzo al sacco

Tariffe €. 10 per ogni partecipante, pranzo al sacco escluso.

Ridotto €. 6,50 per fratelli/sorelle e possessori di Abbonamento Musei Junior Card pranzo al sacco escluso.

 

MEZZA GIORNATA

Dalle 15 alle 17.30 bambini dai 3 anni in su accompagnati

Tariffa €. 4 a partecipante sia adulto sia bambino

 

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Tel. 011.9565213

educa@castellodirivoli.org   www.castellodirivoli.org/dipartimento-educazione

Fanpage facebook Dipartimento Educazione Castello di Rivoli twitter@EdRivoli

La Ribollita (o il pasticcio politico)

Non c’è altro mezzo per andare al potere che gridando: Popolo, ti stanno ingannando!
(Louis Latzarus)

 

Il lavoro di 2 persone mantiene decine e decine di “parolieri”.

La Ribollita è un piatto tradizionale toscano, che deriva dalla tipica zuppa di pane raffermo e verdure. E’ un piatto povero di origine contadina, il cui nome deriva dal fatto che un tempo le contadine ne cucinavano una gran quantità (soprattutto il venerdì, essendo piatto magro) e quindi veniva “ribollito” in padella nei giorni successivi, da qui il nome di ribollita, perché la vera zuppa si riscalda due volte. Questo piatto torna negli ultimi anni prepotentemente in auge, non nei ristoranti dove sarebbe la sua vera collocazione, ma nei vari “rimpasti” politici. Si parla e si “sbraita” ma alla fine il piatto che si serve al popolo è sempre lo stesso: la ribollita e forse, proprio in quanto da tradizione povero, è li che si vuol far ritornare il popolo italiano…alla povertà!

Il governo ha per missione di far sì che i buoni cittadini siano tranquilli, e che quelli cattivi non lo siano affatto.
(Georges Clemenceau)

Ma come dire basta al piatto tradizionale, la ribollita appunto, oramai offerto ogni qual volta ci sono nuove elezioni?

I capi di governo sono fantastici. Spesso sembra che siano gli ultimi a sapere quello che la gente vuole.
(Aung San Suu Kyi)

Forse ricorrendo alle scienze occulte o all’astrologia?

Giulio II, noto come “il Papa guerriero” o “il Papa terribile“, venne eletto pontefice il 1 novembre del 1503 ma fece in modo di fissare il giorno e l’ora della sua consacrazione, che avvenne il 26 novembre del 1503, basandosi unicamente su calcoli astrologici. Questo nonostante la Chiesa avesse sempre condannato le scienze occulte come pura eresia.”  La storia insegna e la storia si ripete, dai Papi ad oggi, passando attraverso Re e Imperatori. Oggi le monarchie hanno lasciato il posto alle Repubbliche, alla democrazia ma il piatto è sempre povero e sempre lo stesso: la ribollita.

L’umanità non potrà mai vedere la fine dei suoi guai fino a quando gli amanti della saggezza non arriveranno a detenere il potere politico, ovvero i detentori del potere non diventeranno amanti della saggezza.
(Platone)

Le parole di Platone sono pura utopia così come gli ideali socialisti di Marx e dei suoi discepoli? Il piatto del popolo sarà sempre la ribollita? Renzi o Berlusconi, la Lega o il Movimento 5 Stelle, Grillo o Salvini, nomi e facce che si ripetono. Perché non cambiare, perché no allora una nuova ricetta al posto della solita ribollita… Qualcuno potrebbe fondare una “Giovine Italia”, un’organizzazione che segnò l’inizio di un cambiamento politico radicale in Italia ma forse Giuseppe Mazzini potrebbe rivoltarsi nella tomba se vedesse qualcuno che propone in continuazione la ribollita al posto di proporre un vero cambiamento.

 

I grandi successi del Governo sono come i fuochi d’artificio di giorno anche se fanno rumore, nessuno li vede.
(Corneliu Vadim Tudor)

Ma se speranza non c’è, l’unica via è quella di una …rivoluzione?

Inizialmente la parola rivoluzione venne usata nel campo astrologico/astronomico ad indicare il moto ciclico dei cieli e dei pianeti. Fu nel Settecento illuminista che il termine “rivoluzione” mutò significato. Esteso al campo politico, passò ad indicare non più una trasformazione ciclica, un perenne ritorno o ripetizione, ma un brusco cambiamento. Il concetto fu consacrato dalla Rivoluzione Francese. L’assalto alla Bastiglia da parte di un gruppo di facinorosi si verificò nella tarda mattinata del 14 Luglio 1779, ma la notizia giunse al re soltanto in nottata; fu il duca Francois La Rochefocauld Liancourt ad avvertire Luigi XVI e a ragguagliarlo su quanto era accaduto.

“E cosa sarebbe questa, una rivolta?” disse il monarca,

e Liancourt: “No Maestà, è una rivoluzione“.

Utilizzando una figura retorica potremmo forse arrivare a pensare che la ribollita sia un’affermazione vera per definizione, una sorta di tautologia logica e il suo ragionamento circolare ci induca a pensare che prima o dopo, rivoluzione o continua ipocrisia, la ribollita sia l’unica soluzione possibile

 

a cura di  Maurizio Platone

Ulteriori approfondimenti nel mio blog: www.astrologiadiplatone.com

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Damiano Carrara, il pasticcere-star a MondoJuve

Domenica 4 febbraio dalle ore 17:00 Mondojuve – lo Shopping Center situato tra i Comuni di Vinovo e Nichelino che ha dato il via allo sviluppo del maggiore Parco Commerciale del Piemonte – ospiterà Damiano Carrara, il pasticcere-star giudice delle trasmissioni Bake Off Italia Junior Bake Off Italia, che incontrerà i suoi fan e sarà a disposizione per firmare autografi a grandi e piccini. Damiano, classe 1985 originario di Lucca, raggiunge la fama nel 2012, quando si stabilisce in California e insieme al fratello Massimiliano, apre la pasticceria Carrara Pastries, che riscuote immediatamente un grandissimo successo. Dopo la partecipazione a svariati programmi televisivi statunitensi e la partecipazione a Bake Off Italia e Junior Bake Off Italia, dal 2 febbraio vestirà nuovamente i panni di giudice su Real Timecon il nuovo Cake Star: Pasticcerie in sfidaOltre ad incontrare il celebre pasticcere, i clienti di Mondojuve avranno anche la possibilità di usufruire di un’interessante promozione sulla Gift Card: la tessera che permette di effettuare acquisti presso i negozi del Centro con validità di 12 mesi e senza costi aggiuntivi, sarà acquistabile nel taglio da 50 Euro al prezzo di 35 Euro tutti i giovedì dall’8 Febbraio al 1 Marzo.  Per maggiori informazioni sull’iniziativa e su tutte le attività del centro è possibile consultare il sito ufficiale:www.mondojuve.it  o la pagina Facebook Mondojuve Shopping Center.

Il trucco c’è e si vede

Sono infinite le promesse miracolose che ci confondono quando dobbiamo comprare uno shampoo, una crema antirughe o una anticellulite. Pubblicità e strategie di marketing ci promettono meraviglie e finiamo per smarrirci tra dubbi e aspettative esagerate.

Ora possiamo orientarci meglio perché abbiamo una bussola in più: il libro ″Il trucco c’è e si vede″ (Chiarelettere) della biotecnologa e divulgatrice scientifica Beatrice Mautino che lo presenta al Circolo dei lettori di Torino (Via Bogino 9) lunedì 5 febbraio alle ore 18. L’autrice è un’autentica esperta: biotecnologa, giornalista e divulgatrice scientifica, cura anche la rubrica di successo“La ceretta di Occam” su “Le Scienze” dove…curiosità, le scrivono anche tantissimi uomini per chiedere consigli. Ci siamo fatte aiutare da lei per sfatare alcuni inganni, a partire dai falsi allarmi sui Parabeni: «Sono dei conservanti che impediscono ai cosmetici di essere invasi da batteri e muffe. Sono stati scoperti negli anni 20 e da allora li abbiamo usati senza problemi. E’ nel 2004 che un pool di scienziati inglesi ha lanciato l’allarme sostenendo che sarebbero cancerogeni perché rilevati nelle cellule tumorali di donne con cancro al seno. Negli anni sono stati fatti altri studi, quei dati sono stati messi alla prova e smentiti, i parabeni sono stati riabilitati, ma ormai il danno era fatto.

Oggi, anche se gli organismi regolatori europei e americani stabiliscono che sono sicuri, la diffidenza è rimasta e siamo circondati da prodotti “senza parabeni”, complice anche il marketing. Ma allora i prodotti paraben free deperiscono prima?

No perché non è possibile fare prodotti senza conservanti (con l’eccezione di prodotti particolarissimi, per esempio alcuni shampoo senza acqua); semplicemente si chiamano in un altro modo …

Come possiamo   difenderci dai falsi allarmismi?

Statisticamente la maggior parte sono infondati. Poi non siamo sole di fronte a cose che non possiamo controllare: c’è chi vigila ed è molto intransigente. Il sistema di sicurezza europeo che monitorizza i nostri cosmetici è il più severo al mondo ed ha una legislazione molto più rigida di quella americana. Enti e consigli scientifici rivedono periodicamente tutti gli studi e la letteratura scientifica, valutano regolarmente di volta in volta se ritirare prodotti dal mercato o autorizzarne di nuovi. Più che cercare in rete possiamo imparare a individuare una fonte attendibile, come un’associazione di consumatori, e la stessa Unione Europea fa circolare fogli informativi scritti in modo che tutti possano capire.

Cosa dobbiamo sapere invece dei prodotti cruelty free?

«Dal 2009 in Europa è severamente vietato fare esperimenti sugli animali per i cosmetici finiti e i loro ingredienti ed è anche vietato importare dall’estero prodotti testati su di loro. Quindi oggi tutti i prodotti cosmetici su suolo europeo sono rigorosamente cruelty free. Esistono ancora i bollini con i famosi coniglietti e non si capisce bene perché»

Dove finisce la cosmesi e inizia la farmaceutica?

«Sono due mondi separati con regolamentazioni completamente diverse. Per definizione legale un cosmetico non può essere curativo di malattie, ma non può nemmeno risolvere definitivamente problemi di rughe o cellulite. Mettiamoci l’animo in pace perché tutt’al più è un prodotto che migliora l’aspetto e serve a prendersi cura del proprio corpo. La sicurezza stabilita dagli organi di controllo è garantita e vale per tutti, che si compri al discount o in profumeria. Le creme vendute dal farmacista rispondono semplicemente a una scelta di posizionamento e di tipo commerciale diversa: sono rivolte al target specifico di chi preferisce acquistare lì i suoi prodotti. C’è poi la Cosmoceutica, ancora poco definita e fatta di prodotti cosmetici, inclusi principi attivi che viaggiano al confine tra i due mondi».

Il prezzo di un prodotto ne garantisce l’efficacia?

«Una crema da 10 euro non equivale a una da 200, ma il prezzo incide sul nostro cervello. Lo dimostra un esperimento fatto sulla percezione dei consumatori e che in medicina si chiama effetto placebo. A un gruppo di donne è stata fatta provare una crema del supermercato ma spacciata come costosissima e famosa…risultato? Hanno detto di aver ottenuto risultati superiori rispetto a quelli di creme più economiche. Insomma: se un prodotto costa molto, siamo portati ad attribuirgli caratteristiche migliori rispetto a uno di basso costo. Non tutti i prodotti sono uguali, ci sono quelli fatti bene e quelli fatti male e il punto è che il prezzo non è un indicatore della qualità. Piuttosto è definito da fattori come investimento, pubblicità, testimonial e packaging. Il consiglio è fate delle prove e poi acquistate il prodotto con cui vi siete trovate meglio».

Cosa è efficace contro la cellulite?

«Cominciamo col dire che non è una malattia come vogliono farci credere, ma una condizione fisiologica che assilla 9 donne su 10, spiacevole ma normale. Lo afferma uno studio scientifico uscito 40 anni fa che ha messo un punto fermo. Non essendo una patologia   non può essere curata e i prodotti anticellulite sono cosmetici e non farmaci (poi ci sono anche quelli ma è un’ altra storia). In realtà le creme funzionano indipendentemente da quello che contengono (caffeina o altro); determinante è massaggiarle bene per creare un po’ di ricircolo, ma è sempre e solo un miglioramento apparente e temporaneo. Le tecniche proposte dagli studi medici ed estetici fanno qualcosa in più, ma non è definitivo».

L’acqua micellare che va tanto di moda, fa meraviglie?

«Fa quello che promette: strucca, leva residui di grasso e sporco dalla pelle e ha un nome che richiama il mondo scientifico. Ma dal punto di vista chimico altro non è che acqua e sapone un po’ diluito; solo che detto così non affascina e venderebbe di meno. Il nome è una scelta di marketing vincente perché oggi tutti la vogliono: fa il suo dovere ed è onesta, non certo miracolosa».

Come orientarci nella scelta dello shampoo visto che in commercio ce n’è di tutti i tipi?

«La parola d’ordine è proteggere i capelli. In realtà molte diciture delle confezioni di shampoo (germe di grano, olio eccezionale direttamente dai paesi più esotici,ecc.) non ci dicono nulla di utile e quegli ingredienti finiscono nello scarico della doccia. Dobbiamo capire che tipo di capello abbiamo e sapere che è fondamentale usare uno shampoo che lavi bene con tensioattivi che eliminino lo sporco ma non aggressivi, se sono sottili magari ricorrere a un balsamo volumizzante. E via così».

Per difenderci dal sole quali Filtri solari dobbiamo scegliere?

«L’ideale sarebbe stare al sole meno possibile, fa male non solo a chi ha la carnagione chiara e può causare tumori. Ma, senza arrivare a tanto, ci basti ricordare che favorisce la comparsa delle rughe perché danneggia l’impalcatura dell’epidermide. Dato che evitarlo del tutto non è proprio possibile e neanche lo vorremmo, allora armiamoci di una protezione solare adatta al nostro fototipo: pelle diafana 50, olivastra 30. Al di sotto è comunque sconsigliato andare perché le protezioni solari filtrano solo una parte dei raggi nemici: e non è che la 30 valga quasi metà della 50, bensì molto meno. Poi una cosa che non facciamo mai è metterla in proporzione adeguata: una persona alta tra 1 metro e 60, 1,70, dovrebbe spalmarne 30 grammi su tutto il corpo: equivalgono a circa un sesto del flacone che è tantissimo».

La battaglia contro i peli?

«La depilazione che si fa con il rasoio o la crema depilatoria toglie solo la parte esterna e non intacca il bulbo; invece l’epilazione con la ceretta toglie anche quello. Quindi, ceretta vince su rasoio, dura di più e agisce maggiormente in profondità. L’evoluzione di queste tecniche sono la depilazione laser e la luce pulsata, che funzionano anche bene e permettono l’eliminazione del nemico per tempi più lunghi, addirittura anni… ma non li debellano in modo definitivo».

 

Laura Goria

 

 

Il Real Carnevale fa 40

A VENARIA INVESTITURA DEI PERSONAGGI STORICI E DOMENICA 11 FEBBRAIO: GRANDE PARATA CARNEVALESCA

Sono da poco finiti i festeggiamenti del Natale a Venaria Reale che prende il via la 40^ edizione del Real Carnevale.  L’inizio della kermesse carnevalesca è il prossimo 3 febbraio, con l’investitura ufficiale dei due personaggi storici, “Il Lucio d’la Venaria e la Castellana” e la consegna delle chiavi della Città da parte delle autorità istituzionali, alle ore 11 presso la sala consigliare del Comune.  Torna il Trenino del Carnevale, con partenza da piazza della Repubblica per un giro nel parco de La Mandria. Iniziativa che si protrae anche nei sabati e domeniche successive fino al 25 febbraio, alle ore 11,00 – 14,00 – 15.30. Gratuito per i bimbi vestiti in maschera accompagnati da nonni, zii, genitori e tanti piccoli amici, da Venaria Reale al Parco La Mandria, con tappa alle scuderie della Cascina Vittoria, durata 1 ora. Rientro in piazza della Repubblica. Costo biglietto per adulti e over 15: € 6,00 (€ 5,00 per i possessori di Piemonte Card e Carta Musei). Domenica 11 febbraio, ritrovo in piazza De Gasperi dove alle ore 14,00 partirà la Grande Parata Carnevalesca. Sarà formata da cittadini venariesi e non, dalle associazioni, dagli oratori e dalle scuole della Città.  La sfilata si snoderà lungo viale Buridani, piazza Vittorio Veneto, via Mensa, piazza Annunziata. La parata in maschera sarà accompagnata dal venariese corpo Musicale Giuseppe Verdi e dagli Alfieri Sbandieratori e Musici di Venaria Reale. Altre associazioni venariesi saranno partecipi all’evento: Vespa e Moto club, Famija Turinèisa gruppo Città di Torino e Venaria Reale, la Crisalide di Ieri e di Oggi. Un programma semplice che mette al centro la voglia di divertirsi e passare insieme una giornata scherzosa, una giornata dedicata al sorriso dei bambini, dove la partecipazione dei cittadini, delle scuole e delle associazioni è la vera festa. Molte le iniziative correlate: dalla distribuzione dei palloncini a cura dell’Avis ai Laboratori di Carnevale dell’Unitre, al trucca bimbi con “I tre…mendi” e i ritratti e le caricature a cura dell’Accademia Pictor, alla Grande Polentata (ore 12,30 in piazza Martiri della Libertà – contributo di 7 € – polenta con spezzatino e salsiccia 1 bicchiere di vino o bottiglietta di acqua) a cura della Pro Loco Altessano-Venaria Reale. Grande festa finale, alle ore 17,00 in piazza Annunziata, con distribuzione di bugie e cioccolata calda per tutti a cura del Comitato per il Carnevale.