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Show cooking di Confagricoltura a Tuttomele

Confagricoltura Torino partecipa con

“MELE…CUCINO!” a TUTTOMELE 2022

 

 

TUTTOMELE è la grande manifestazione autunnale che giunge oggi alla sua 43^ edizione e che si svolge a Cavour dal 5 al 13 novembre. Richiama l’attenzione di oltre 300.000 visitatori offrendo una straordinaria mostra mercato regionale di frutticoltura, gastronomia ed artigianato. Una scommessa del territorio, per il suo sviluppo al fine di coinvolgere l’intero tessuto produttivo locale. Scommessa vinta e certificata da un successo crescente negli anni, che è culminato nel 2019 con il riconoscimento di Fiera Nazionale e la triplicazione delle aree allestite.

Puntare su Cavour, delizioso borgo in provincia di Torino, celeberrimo grazie al padre nobile dell’unificazione italiana, il conte Camillo Benso, nonché uno dei più fiorenti centri di coltivazione del frutto, è certamente la giusta occasione per stuzzicare il palato con menu golosi. Innumerevoli sono le qualità e le quantità di mele provenienti da tutto il mondo che vengono esposte durante la festa.

TUTTOMELE è dunque diventata una tradizione irrinunciabile, meta turistica, appuntamento enogastronomico e importante punto di riferimento per la frutticoltura, sviluppando radici solide e ben ancorate al territorio.

Come ormai da tradizione, Confagricoltura Torino sarà presente alla manifestazione nell’Area Fiere, organizzando sabato 12 novembre, due show cooking con cuochi del territorio che, pur essendo legati alle loro radici culinarie piemontesi, non disdegnano un po’ di fantasia nei loro piatti. Il primo appuntamento sarà alle ore 12.00 e verrà preparato un risotto alle mele dallo chef Mauro Agù de “‘L Ciabot” di Roletto. Alle ore 16 verrà invece proposta una gustosa merenda, sempre con protagoniste le mele della società agricola Terra della Rocca di Mattalia, dallo chef Franco Turaglio de “La Nicchia”. Accompagneranno le degustazioni i succhi di frutta dell’azienda agricola Bruno Steve.

Le degustazioni saranno condotte da Alessandro Felis, giornalista e critico enogastronomico e interverranno Tommaso Visca, Presidente di Confagricoltura Torino, Maria Luisa Cerale, direttore di Confagricoltura Torino, Roberto Ballario, responsabile zonale di Confagricoltura Torino con Elisa Bocco, tecnico frutticolo dell’Associazione e consigliere del comune di Cavour.  

Calamari ripieni in padella

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Un secondo di pesce facile e ricco di gusto.

Ripieno realizzato con pochi ingredienti, ma ugualmente goloso. I calamari ripieni si possono preparare con largo anticipo e incontreranno il consenso di tutti i commensali.

Ingredienti

2 calamari di medie dimensioni
2 spicchi d’aglio
1 uovo intero
50gr di parmigiano grattugiato
100ml di vino bianco secco
1 ciuffetto di prezzemolo
6 filetti di acciuga sott’olio
4-5 grissini
Olio, sale, peperoncino

Lavare e pulire bene i calamari. Tritare finemente i tentacoli. Tritare il prezzemolo ed i grissini. Scaldare l’olio in una padella, aggiungere uno spicchio d’aglio leggermente schiacciato ed i filetti di acciuga. Lasciar sciogliere le acciughe,  aggiungere i tentacoli tritati, lasciare cuocere per qualche minuto, togliere l’aglio ed unire i grissini tritati, sfumare con 50ml di vino bianco e cuocere qualche minuto. Lasciar raffreddare, aggiungere al ripieno il parmigiano, metà prezzemolo, l’uovo leggermente sbattuto ed un pizzico di peperoncino. Riempire i calamari con il composto lasciando almeno 2 cm dal bordo, chiudere con uno stuzzicadenti.
Scaldare l’olio in padella, unire lo spicchio d’aglio rimasto, lasciar rosolare i calamari, aggiustare di sale e sfumare con il vino bianco. Cuocere coperto per 15/20 minuti. A cottura ultimata spolverizzare con il prezzemolo e servire.

Paperita Patty

Zucca al Castelmagno con Franco Gray

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LE CENE DI BEATRICE

Era il 2007 quando la casa editrice Rizzoli pubblica “Scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia, con tutta l’annessa tematica sulle differenze generazionali.

Un concetto da me ampiamente sottovalutato, finora.

Ebbene, sottovalutando si impara.

Ma cominciamo dall’inizio.

Dalla solita ricerca dell’amore, dalla passione per la cucina, dall’invito a cena da parte di Franco al Carlo e Camillo bistrot.

Anna la mia visionaria amica tenta sin da subito didissuadermi indicando più volte la mia data di nascita sul documento.

Una consueta stretta di mano con Franco e tutti quei gingilli appesi alla cravatta rendono chiaro ciò che Anna intendesse.

“Escludendo Raoul Bova, vent’anni sono eccessivi.”

Appare cosi. Un levriero dipinto a olio, ricoperto da stemmi e polvere.

Rigato da anni di sigari.  

Chissà, mi domando, se la versione giovane di Franco Gray è a far festa con Lord Henry Wotton nella bellaParigi.

Chissà.

Superato il trauma iniziale ci conducono all’interno del Bistrot, prolungamento scintillante del Grand Hotel Sitea di  via Carlo Alberto.

In pochissimi istanti vengo rapita dall’aria aristocratica dell’arredamento.

Boiserie, inserti dorati, drappeggi rosso carminio lungo le pareti e mise en place minimal. L’assenza di tovaglie rimarca il concetto “Pop” voluto per questo formatDall’amore per la cucina e la capacità di mediazione di Camillo Benso nasce uno stellato dove l’eleganza sabauda è accessibile e intima.

Così intima che tutto induce ad allungare un tacco dodici sotto il tavolo.

Freno subito la fervida fantasia dei lettori: Fossi matta.

Ci accomodiamo accanto al caminetto sotto il dipinto di Vittorio Emanuele II, il quale ispira Franco a favellare su D’Annunzio, unità d’Italia e successioni reali.

Tipici discorsi da primo appuntamento.

La proposta gastronomica coordinata dallo chef stellato Davide Scabin veste di concretezza e di sapori conosciuti stupendoci tuttavia con paradossi fra gli elementi come solo un’ artista sa fare.  Un lavoro di meticolosa sottrazione che conduce alla frase: “La semplicità è un punto di arrivo non di partenza”.

Franco e i suoi ridondanti gingilli d’oro sembrano non aver appreso nulla dalle parole sopra citate.

Si presentano una serie di piccoli entrèe accompagnati da due calici di Franciacorta e Franco ordina un nebbiolo 2020 di Giacomo Fenocchio, vino che preannuncia in modo eccelso le portate che seguono.

Il vitello tonnato pop art con salsa tonnata e capperi, la zucca al castelmagno e tartufo nero, rivelano una scelta di materie prime di qualità, ma è la Faraona alla Marengo cotta a bassa temperatura a dare il vero twist al mio palato.

Accompagnata da funghi porcini e tuorlo d’uovo gioca sulle consistenze e sui colori caldi della stagione, rendendo i discorsi lenti e leziosi del mio commensale più sopportabili.

Terminato il suo caponet di trota salmonata e aceto rosso, Franco cerca nel mio sguardo una sorta di grafico dati sull’andamento della cena. Limito il feedback ad un sorriso circostanziale generando un’ involontaria speranza.

Franco Gray avanza così, all’atto finale.  

“Sali su in hotel per un drink?”

Meidei Meidei.

Si può dire del ristorante miei cari lettori, che questomeriti la fama che ha.

Una coccola, un piacere, un’ esperienza dai sapori piemontesi immersi in quello che è stato alloggio di famosi artisti, scrittori e musicisti del passato.

Ma che di certo, non sarà il mio per questa notte.

Addio mio caro, noioso, ritratto di Franco Gray.

In fondo era storia già scritta, finale già visto.

Soltanto io non avevo

un pugnale

nascosto nei collant.

Elena Varaldo

Ristoranti, le stelle del Piemonte brillano ancora

Come in ogni premiazione, c’è chi rimane contento, deluso, arrabbiato, chi contento a metà.

La cerimonia più attesa dell’anno, l’assegnazione del premio rivolto alla ristorazione italiana – la stella michelin – ha visto brillare in totale 385 stelle: segnale importante per questo comparto che ancora fatica a uscire dal periodo post pandemia ma che dimostra comunque di mantenersi solido e determinato nella proposte gastronomiche, con un trend costante di valorizzazione delle materie prime della regione, soprattutto nell’utilizzo e nella lavorazione della componente vegetale.
A Torino e in Piemonte, 44 in totale i ristoranti confermati o premiati con l’aggiunta di una nuova stella, rossa o verde : per quest’ultima, quella rivolta al riconoscimento dei ristoranti all’avanguardia nel campo della sostenibilità – sotto gli aspetti etici, ambientali e gastronomici –  i riflettori sono stati particolarmente accesi.
Interessante e anche  inaspettata, una new entry valsusina che saprà dire la sua molto presto.
Ecco, quindi, le ” stelle ” piemontesi :
 
TORINO
 
 Conferma 1 stella michelin: 
 
Cannavacciuolo Bistrot 
Carignano 
Casa Vicina 
Condividere ( oltre il premio Michelin per il miglior sommelier 2023 assegnato a Stefano Quero) 
Del Cambio 
Magorabin 
Piano 35 
Spazio 7 
Unforgettable 
Vintage 1997
Andrea Larossa 

Provincia di TORINO
 
Conferma 1 stella michelin 
 
Dolce Stil Novo ( Venaria Reale) 
Gardenia ( Caluso) 
Zappatori ( Pinerolo) 
La Credenza ( San Maurizio Canavese) 
 
Assegnazione  1 stella michelin
 
RistoranTino ( Sauze di Cesana) 
Provincia di CUNEO
Conferma 1 stella michelin
 
Locanda del Pilone ( Alba) 
All’Enoteca ( Canale) 
La Madernassa ( Guarene)  
Damiano Nigro ( La Morra) 
Massimo Camia ( La Morra) 
Borgo Sant’Anna ( Monforte d’Alba) 
Fre ( Monforte d’Alba) 
21.9 ( Piobesi d’Alba) 
Il Centro ( Priocca) 
Il Ristorante di Guido da Costigliole ( Santo Stefano Belbo) 
Guidoristorante ( Serralunga d’Alba – Fontanafredda) 
La Ciau del Tornavento ( Treiso) 
Il Nazionale ( Vernante) 
 
Conferma 2 stelle michelin 
 
Antica Corona Reale ( Cervere) 
 
Conferma 3 stelle michelin + assegnazione stella verde: 
 
Piazza Duomo ( Alba) 
 
 
 
Provincia di ALESSANDRIA: 
 
 
Conferma 1 stella michelin: 
 
I Caffi ( Acqui Terme) 
La Fermata ( Alessandria/ Spinetta Marengo) 
 
 
Provincia di ASTI: 
 
 
Conferma 1 stella michelin : 
Il Cascinale Nuovo ( Isola d’Asti) 
Ca’ Vittoria ( Tigliole) 
 
Assegnazione 2 stelle michelin : 
Locanda del Sant’Uffizio- Enrico Bartolini ( Penango / Cioccaro) 
 
 
NOVARA 
 
Conferma 1 stella michelin 
 
Tantris 
Cannavacciuolo Cafè&Bistrot
 
Provincia di NOVARA
 
Conferma 1 stella michelin 
 
Locanda di Orta – Andrea Monesi ( Orta San Giulio) 
Al Sorriso ( Soriso) 
 
 Assegnazione 3 stelle michelin:
 
Villa Crespi ( Orta San Giulio) 
 
                                                                                             PROVINCIA DI VERBANIA: 
 
Conferma 1 stella michelin 
 
Atelier ( Domodossola) 
Conferma 2 stelle michelin: 
 
Il Piccolo Lago ( Verbania/Fondotoce)
 
Buon appetito, dunque e che la stella della buona cucina vi accompagni nella scelta dei nostri ristoranti
Chiara Vannini
 
 
 
 
 
 
 
 
 

In “missione gastronomica” con la cena spaziale

Torino, oltre che a essere soprannominata la  ” piccola Parigi” è anche famosa come la ” piccola Houston” dove sono attive realtà come la Thales Alenia Space e Altec:

esse pongono la città di Torino in una posizione di livello sia negli studi di ricerca sulle caratteristiche dello spazio in continua evoluzione – alla luce anche degli attuali ambiamenti climatici – sia nella possibilità di narrarare i connotati che legano il modo di alimentarsi all’interno di una navicella spaziale e le modalità di cucinare i cibi direttamente nello spazio,  senza disperdere le loro qualità nutrizionali , essenziali agli astronauti durante i lunghi mesi di permanenza   in assenza di gravità.

A raccontare i vari aspetti della vita nello spazio, attraverso narrazioni gastronomiche espresse sotto forma di piatti presentati e pensati com un immaginario viaggio verso l’orbita terrestre, ci pensa la cena spaziale : format di successo già nelle passate edizioni, realizzata in storici ristoranti torinesi , ideata e condotta da Maurizio Maschio, giornalista e gastronauta che, giovedì 10 novembre , presenterà la nuova edizione presso i locali del Ristorante Spazio 7 ,all’interno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in V. Modane 20. Un luogo, un tema, dunque.
La cena, ideata dall’ingegno del ” neo acquisto ”  chef Antonio Romano, giovane talento, allievo del tre stelle michelin Heinz Beck de ” La Pergola” a Roma, sarà improntata verso la proposta di ricette dove gli ingredienti tipici del territorio piemontese vengono abbinati, in maniera studiata ma divertente,  a una cucina dai caratteri  squisitamente internazionali. Accostamenti mai banali e che vengono proposti attraverso l’uso di moderne tecniche di approccio declinate, proprio per il tema della serata,  alla sperimentazione attraverso l’uso di apposite tecnologie, allo stesso modo con cui ,sulle navicelle spaziali, si lavora per la ricerca. Ecco che , fra le varie tecniche, fa capolino l’utilizzo della stampante 3D, metodologia moderna largamente usata nelle missioni spaziali, con la quale il fantasioso re stellato dei fornelli di Spazio 7 disegna direttamente gli stampi da utilizzare per la realizzazione dei piatti nei quali è espresso chiaramente l’approccio a una cucina aperta alla novitá, alla sperimentazione e in linea con le esigenze del suo pubblico, che é quello di divertirsi a partire da ciò che si mangia e sotto quale forma.
Ogni piatto sarà fatto precedere da un breve incipit di descrizione,  con chiari riferimenti ai pianeti e alla luna.  Uno dei piatti che meglio esprime il senso della serata spaziale e la magia nella sua composizione di cui è capace chef Romano in tutte le sue espressioni culinarie è sicuramente l’antipasto,  la seppia in tre consistenze, alias ” Il paradosso della stella”: cottura alla brace, in padella e marinata in un unico composto e condito con pomodoro a crudo: un piatto da mandare letteralmente in orbita! Per proseguire con ” Marte in terra arida” , un irresistibile risotto con funghi porcini e topinambur; un secondo d’autore come il Filetto di Vitello e nocciole su ” Polvere di Luna” e, dulcis in fundo, ” Saturno contro ” , squisito dessert di semi di carrube, combava e fava tonka.
Al convivio gastronomico si aggiungeranno degli interesssanti talk, moderati da Maurizio Maschio insieme a importanti ospiti del settore spaziale, fra i quali Walter Cugno, vicepresidente di Thales Alenia Space Italia, e Giuseppe Scellato, presidente dell’incubatore I3P del Politecnico di Torino e direttore di ESA: la divulgazione e la descrizione  delle attuali missioni spaziali, a cosa servono e in  che modo le start up innovative nel mondo della ricerca nello spazio stanno trovando riscontro nella divulgazione di importanti tematiche quali, ad esempio, quelle relative allo sviluppo e all’applicazione di tecnologie di origine” spaziale” in campo agricolo per la cosiddetta ” agricoltura di precisione” ; o alla mappatura dei terreni per la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione dei raccolti stagionali.
Rappresenteranno motivo di orgoglio tutto torinese per prendere coscienza di vivere in una delle città europee con un potenziale enorme e ancora poco divulgato nel campo della ricerca e delle missioni nello spazio.  Attività – come si sta scoprendo – sempre più utili alle nostre capacità di adattamento su un pianeta terra che ha bisogno di essere ripensato e rinvigorito attraverso, soprattutto, l’uso ragionato di tutte le risorse naturali adatte al soddisfacimento del bisogno primordiale dell’uomo, nutrirsi. Sulla terra ma ancora di più in luoghi ostili alla sopravvivenza dell’uomo, proprio come nello spazio.
Il costo della cena è di 110 euro vini inclusi,  bevande e visita alla mostra in corso. Prenotazioni e informazioni allo 011. 37 97 626 o scrivere a info@ristorantespazio7.it oppure acquistando l’esperienza on line su www.nehexperience.com 
 
 
Chiara Vannini

La Makeup artist Tarannom truccherà al casting shooting di Torino le finaliste di miss Paradisia

Il 20 a Torino e il 27 a Saint Vincent si terranno due giornate di presentazione, casting e shooting per le ragazze che vorranno entrare nel tour 2023 legato a miss Paradisia. Il contest ideato dal patron Beppe Berlier ha molte novità da preannunciare per l’edizione del nuovo anno in primis la collaborazione come agente con il più prestigioso concorso al mondo, miss Grand international.


In queste 2 occasioni verrà presentato il piano di miss Paradisia 2023 e i suoi collegamenti importanti per la moda e miss Grand international Italy di cui il patron è anche agente. Saranno tante le novità che le ragazze scopriranno in anteprima compreso lo shooting che sarà loro offerto in esclusiva . Le finaliste testimonial 2022 sotto citate invece saranno truccate dalla bravissima Makeup artist Tarannom e pettinate dalla giovane ex finalista Martina musso. Erica Vacchiero miss Paradisia, Giorgia Giacobbe miss sorriso charme, alessia Notario miss web, Chiara d’aloia miss cinema Paradisia, Giulia Vezzoso miss eleganza Paradisia ed Elisa Scala miss Edelweiss scatteranno invece per la campagna pubblicitaria delle tappe del nuovo anno. È possibile partecipare o saperne di più scrivendo al 3274744451 numero ufficiale di Paradisia Event.

Green Pea, alla scoperta del primo centro commerciale dedicato ai temi della Sostenibilità

“Ozio. Intervalli di lucidità nei disordini della vita”.

Per godere di questo momento di “lucidità” nel bel mezzo della città, potete andare alla scoperta di Green Pea- il primo primo centro commerciale dedicato ai temi della Sostenibilità situato nel quartiere Lingotto di Torino. L’ edificio è unico nel suo genere per forme e architettura e i servizi spaziano dal benessere, al desing offrendo ai consumatori un’esperienza wellness a 360° gradi.

Il progetto è opera di Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, conosciuto in tutto il mondo per la tutela e la valorizzazione dei prodotti gastronomici Made in Italy. Questa volta la sua sfida era quella di creare un luogo in cui la tutela dell’ambiente incontrasse l’architettura e potesse rispondere in modo innovativo alle esigenze dei consumatori. Quello che ne è venuto fuori è un grande centro commerciale, totalmente eco- friendly, snodato su 5 piani che spaziano dal food and beverage, all’abbigliamento per finire con una terrazza dedicata all’ Optium completa di SPA. I primi 4 piani sono dedicati al neg-otium ovvero al lavoro: life-style, architettura e arredamento, abbigliamento sostenibile e beauty con annessa libreria.

Il terzo piano ospita il bistrot “100Vini&Affini” e il ristorante stellato “Casa Vicina”. L’ultimo piano è dedicato, invece, all’ Otium, un momento di pace che aiuti l’uomo allo sviluppo di nuove idee. Per rispondere a questa esigenza, la grande terrazza dell’ultimo piano, ospita una SPA, due piscine idromassaggio, una sauna, un bagno turco e la prima piscina a sbalzo su Torino. Tutto qui è creato in armonia con la natura con l’obiettivo di rispettare il pianeta. Se Eataly era nato per la tutela dei prodotti che mettiamo sulla tavola, questo posto ha l’intento di completare il percorso, garantendo servizi che soddisfino i consumatori in tutti gli aspetti della vita.

 

Il focus di Green Pea è il Rispetto dell’ambiente. Per questo l’edificio è interamente costruito con legno, acciaio e vetro. Anche la vernice Airlite è studiata in modo da eliminare l’80% dell’inquinamento e il 90% dei virus. All’esterno vi sono dei grossi smartflowers di Enel X che alimentano l’energia dell’edificio seguendo l’andamento della luce solare. Allo stesso modo funzionano le pensiline fotovoltaiche e le sfere eoliche esterne, entrambe in grado di creare energia in modo naturale. Non è solo quello che si vede ad essere studiato in modo eco- friendly, ma anche quello che sta nelle fondamenta di questo posto.

Sotto il centro commerciale c’è una serra idrica di capienza pari a 110 litri di acqua che recupera l’acqua piovana e viene riutilizzata per bagnare piante e fiori presenti nell’edificio e per dare acqua agli scarichi. E’ presente anche un sistema geotermico in grado di risparmiare all’ambiente ben 300 kg di Co2..
Il piano zero ospita tutti i servizi connessi ai beni essenziali: una lavanderia totalmente sostenibile che riduce la dispersione dell’acqua, Iren per la luce e il gas, TIM con tante offerte legate alla comunicazione sostenibile, fino ad arrivare alla mobilità con Stellantis &You Torino che,oltre alle auto elettriche e ibride, ha a disposizione scooter e monopattini. Il primo piano, invece, è dedicato all’architettura con tante soluzioni eco-solidali e materiali Made in Italy. Il secondo piano è totalmente incentrato sull’abbigliamento, con un interessante sezione iniziale focalizzata sui materiali. Solo per citarne alcuni è presente un campione di cotone biologico, uno di nylon rigenerato, un campione di lana vergine tinta in modo naturale (mediante l’utilizzo delle erbe), la lana grezza merino certificata a livello internazionale. Tra i materiali più insoliti, tramite un Partner Green Pea, c’è anche un pezzo di copertone di bicicletta riutilizzato per creare portachiavi e borse. Oltre all’abbigliamento, il piano offre una sezione di beauty con un ampliamento dei marchi presenti. La scelta dei brand si basa su due criteri differenti: alcuni vengono selezionati per i metodi di distribuzione, altri le tecniche di lavorazione totalmente sostenibili. Per quanto riguarda i primi sono aziende che riducono lo spreco derivante dall’eccessiva produzione dei capi, creando solo il pezzo richiesto ed evitando gli accumuli in magazzino.

 

I secondi, invece, utilizzano delle tecniche eco-solidali come il riciclo, le tinture o l’utilizzo del materiale sostenibile. Tra i capi in esposizione vi sono quelli di un’azienda che basa la produzione sul riciclo della plastica che viene pescata dai mari trattandola fino a diventare un tessuto. Vi è, poi, un marchio che produce solo in un certo giorno alla settimana e solo sulla base della richiesta del consumatore.
Il terzo piano ospita “100ViniAffini” e “Casa Vicina” e una zona dedicata alla libreria con un focus ambientale.Chiude il percorso il bellissimo terrazzo Otium Rooftop che, oltre ad un’esperienza di relax, regala una vista unica in modo da diventare un’oasi di pace e tranquillità nel bel mezzo della città. Così, Green Pea diventa un luogo unico nel suo genere, non solo per l’architettura ma anche per i servizi offerti, facendosi strada come il primo centro commerciale sostenibile e futuristico.

 

 Valeria Rombolà
Foto: Antonio Roseti