ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 697

La Porta Santa di Aleppo, un segno di speranza contro la violenza

bibliotecaria di AleppoCittadella di AleppoAntonietta Bahar, 39 anni, nata in Venezuela da genitori siriani, vive e lavora ad Aleppo come bibliotecaria, da oltre 30 anni. Ogni giorno rischia la vita per andare al lavoro ma ci racconta che dalla sua città non se ne vuole proprio andare

 

É un segno di speranza nella città martire. Il 13 dicembre, pochi giorni dopo l’inizio del Giubileo della Misericordia voluto dal Papa, tra le macerie di Aleppo verrà aperta una Porta Santa e altre due verranno aperte a Damasco e a Latakia. Accadrà nella chiesa che porta il nome del Pontefice, la chiesa di San Francesco, che alla fine di ottobre era stata colpita dai miliziani dell’Isis. Una bomba squarciò il tetto dell’edificio dove era in corso la Messa. Per miracolo non ci fu nessun morto, solo qualche ferito ma ad Aleppo continua la battaglia decisiva per le sorti del conflitto, tra l’esercito regolare e i gruppi jihadisti della galassia anti-Assad, in particolare Isis e Al Nusra. Gli aleppini continuano a fuggire e da 4 milioni di abitanti la popolazione è calata a meno di due milioni mentre i cristiani sono scesi da 200.000 a 90.000 che in gran parte vivono nei quartieri controllati dall’esercito governativo. Antonietta Bahar, 39 anni, nata in Venezuela da genitori siriani, vive e lavora ad Aleppo da oltre 30 anni. Ogni giorno rischia la vita per andare al lavoro ma ci racconta che dalla sua città non se ne vuole proprio andare.

 

Lavoro nella Biblioteca Spirituale, l’unica rimasta aperta al pubblico ad Aleppo, solo parte time, perché prima della guerra lavoravo in una scuola, ma ora non più, é stata chiusa essendo fuori città, in una zona pericolosa. Non nego che sono paurosa, da quando esco di casa fino al ritorno dal lavoro, non riesco a superare la paura e abituarmi ai rumori delle bombe e dei razzi, ma la volontà di sfidare la morte é più forte, sfido la morte con il mio lavoro. Nonostante la paura ci accompagni ormai quotidianamente, in una città colpita dal terrorismo, questo terrorismo non ha impedito alla città di continuare a vivere in modo incredibile: passiamo le giornate ascoltando i rumori della guerra, un razzo lanciato dai gruppi armati potrebbe cadere vicino a noi, allora partono le telefonate, e dopo che ognuno si accerta che stanno tutti bene, il lavoro riprende, fino a risentire un altro razzo, e si cerca di scoprire dove potrebbe essere caduto. Insomma, siamo diventati esperti di razzi e colpi di mortaio. Alcuni sono potenti e fanno danni e vittime, altri rumori ci assicurano che l’aviazione dell’esercito siriano sta bombardando le basi dei terroristi. Vivo in centro che spesso è l’obbiettivo dei razzi dei terroristi che causano subito morti e feriti, poi ne arriva un altro con il suo carico di morte e dopo i soccorsi, la gente tenta, ripulendo le strade, di superare questo orrore e continuare la propria vita. Tutto riprende in modo normale e nella stessa via colpita dai terroristi, vedi la gente affollata, mercati e negozi aperti, traffico e macchine come prima. La sera, la città riprende a vivere, i locali e i bar sono affollati di gente che ama la vita e sfida la guerra e il terrore, una tazza di caffè con un amico per dimenticare la fatica della giornata, ragazzi e ragazze insieme per non vedere i loro sogni cancellati dalla guerra, famiglie che provano a passare un pò di tempo con i propri bambini, per mantenerli allegri, mentre il fine settimana celebriamo, come avveniva prima del conflitto, i matrimoni. É strano ma c’è ancora qualcuno che si sposa in questi tempi, è un quadro surreale, é la sfida alla morte degli abitanti di Aleppo, la vita deve continuare e l’amore é più forte della guerra.

 

 Com’è Aleppo dopo 5 anni di guerra civile? Alcuni quartieri sono ancora in piedi? La storica Cittadella esiste ancora?

Aleppo è la città più antica al mondo, dopo cinque anni ha perso tanto, molte vittime e tanta distruzione, ha sofferto tanto, ma resiste ancora confermando che é una città che ama la vita, nonostante manchino i requisiti basilari di una vita umana dignitosa, come accade in tutto il mondo: l’acqua, la corrente elettrica, il gas, la benzina, il cibo. I gruppi armati tentano in tutti i modi di piegarla con il loro terrorismo senza riuscirci, uccidono con i loro razzi tutti i giorni nel nome dell’Islam, ci privano dell’acqua potabile e del cibo, distruggono la storia e il patrimonio della città, e malgrado tutto ciò, gli aleppini possiedono forza, resistenza e fede senza paragone, che li aiuta a superare l’orrore di questa maledetta guerra, certi che dopo tanta sofferenza e resistenza arriveranno giorni migliori. Alcuni quartieri sono completamente distrutti, altri invece sono in piedi, ma in ogni caso, il terrorismo minaccia ancora la città, e non c’è più zona sicura, finchè l’esercito siriano non riprende il totale controllo di Aleppo. La Cittadella é ancora intatta, nonostante i gruppi armati abbiano tentato diverse volte di colpirla, scavando tunnel e lanciando razzi, tentano di colpirci distruggendo il simbolo della città, ma la Cittadella di Aleppo resiste come i suoi cittadini.

 

 In città c’è bisogno di tutto. É un’emergenza umanitaria di grandi proporzioni e arriva anche il freddo…

Viviamo un’emergenza umanitaria continua. Povertà, bisogni, insicurezza, fame. Le condizioni di vita della gente sono molto precarie, tanti hanno abbandonato tutto, altri hanno perso tutto. Ognuno di noi ha perso qualcosa in questa guerra. Tanti hanno perso il lavoro, rimasti senza reddito, mentre la maggior parte della gente vive con i sussidi delle organizzazioni umanitarie e con gli aiuti del governo, che malgrado le sanzioni e l’embargo, continua a pagare gli stipendi e a sostenere le famiglie bisognose. Diverse famiglie hanno perso le proprie case e sono sfollati in altre città siriane o immigrate in altri Paesi. Tanti di noi hanno perso parenti, famigliari e cari, militari caduti nei combattimenti contro i terroristi, vittime civili di razzi e colpi di mortaio e di attentati terroristici. 

 

 Si avvicina Natale, sarà un altro Natale di guerra. Rimarrà ad Aleppo?

Resterò ad Aleppo, dove passerò il Natale, con la mia città, gli aleppini celebreranno le festività con la speranza che domani sarà migliore.  Io personalmente sto partecipando ad un mostra di lavori artistici e artigianali che si terra nella nostra biblioteca, alla quale partecipano con i loro lavori una trentina di donne. Un messaggio di speranza dalle donne siriane, creative e coraggiose malgrado tutte le difficoltà. Sono certa che alla fine il male sarà sconfitto e la speranza trionferà, anche se non subito, cosi ritornerà a risplendere la Siria, e Aleppo, la mia amata città, sarà di nuovo sana e salva e ancora più bella di prima.

 

Filippo Re

PortaNatura, e la spesa diventa green

PORTANATURA

Consegne a domicilio alle famiglie di Milano, Genova e Torino

 

Il progetto portaNatura nasce sulle verdi colline di Novi Ligure, al confine tra Liguria e Piemonte, dove ha sede l’azienda agricola La Raia: 180 ettari tra viti, pascoli e terreni convertiti all’agricoltura biodinamica. Nata dalla dedizione di Tom e la moglie Caterina, portaNatura ha lo scopo di avvicinare le famiglie cittadine ad una realtà più sana e naturale grazie al servizio di spesa a domicilio di frutta e verdura di stagione biodinamica e ad un’ampia scelta di prodotti biologici e rispettosi dell’ambiente. Molte altre famiglie sono coinvolte in questo progetto: contadini, allevatori e fornitori. Tutti uniti dall’orgoglio di creare una attività ecosostenibile e dalla convinzione che il biologico non sia una moda, ma una scelta di salute, di rispetto per l’ambiente e le persone. L’idea di portaNatura è semplice e tuttavia unica: creare un network virtuoso che metta in contatto piccoli contadini e allevatori, destinati altrimenti a scomparire, con famiglie desiderose di ricevere direttamente a casa il meglio della produzione biologica italiana. Il contatto avviene attraverso un moderno e semplice portale ecommerce, tramite il quale il cliente può effettuare in tutta comodità la sua spesa.

 

Consegniamo a domicilio alle famiglie di Milano, Genova e Torino.  Oltre la grande cura nella ricerca dei prodotti e conoscenza dei loro produttori esclusivamente biodinamici e biologici, la grande caratteristica di portaNatura è il metodo di acquisto. Il cliente, dopo essersi registrato sul sito www.portanatura.it, può effettuare una spesa scegliendo tra la moltitudine di prodotti presenti sul portale, ognuno accuratamente raccontato e selezionato. Una volta completata la propria scelta e riempito il carrello virtuale, ci si reca alla cassa, si salda il conto tramite carta di credito oppure bonifico bancario e si riceve comodamente la spesa a domicilio. – ecologia – portaNatura riserva grande attenzione verso l’ambiente, partendo dalla consegna a domicilio. E’ infatti dimostrato, oltre che intuitivo, come un unico mezzo in movimento inquini decisamente meno rispetto ad una moltitudine di veicoli che si muovono verso un supermercato. Inoltre ad ogni consegna il nostro incaricato recupera i vecchi box che vengono riutilizzati diverse volte, evitando così inutili sprechi nella confezione. 

 

La spesa può partire da una box composta ogni settimana dalla migliore selezione di frutta e verdura freschissima e stagionale. Le box, comunque personalizzabili grazie al menù dei “preferiti e indesiderati”, sono il vero cuore di portaNatura perché rappresentano tutti gli sforzi dei contadini che partecipano al progetto. Di diverse “misure” (small, medium e large) e composizioni (Veg, Fruit oppure miste) le box di portaNatura sono la scelta ideale per ogni famiglia che si avvicina ad una sana alimentazione. Ma portaNatura non si limita a tutto questo: cerca invece di coinvolgere la famiglia nel progetto informandola su cosa c’è dietro. A ogni consegna arriva in casa insieme alla propria spesa una preziosa newsletter, ricca di informazioni sui produttori, sui prodotti e arricchita di ricette per preparare i piatti più accattivanti con il contenuto della box. Molte altre informazioni , ricette e interviste ad esperti del settore vengono trasferite attraverso il blog di portaNatura e la pagina facebook dedicata.

 

 PORTANATURA S.r.l. Strada Monterotondo 79 – 15067 – NOVI LIGURE – AL-  Tel.: 348 7446271, www.portanatura.it

 

Più sicurezza con l'App PoliziaPecetto

Il Progetto, promosso dal Comune di PecettoTorinese, primo nel suo genere, nasce dal concetto di garantire una comunicazione istantanea e bidirezionale tra la cittadinanza e chi si pone in prima linea per garantirne la sicurezza

 

PECETTO APPIn attesa che l’amministrazione comunale guidata da Adriano Pizzo sviluppi il progetto del Controllo del Vicinato (dopo l’incontro che c’era stato con l’Associazione nel mese di ottobre in cui era stato illustrato ed ora è al vaglio dell’esecutivo) si apre una nuova opportunità di contatto e di dialogo continuo con il comando di Polizia Locale del Comune grazie all’App PoliziaPecetto, sviluppata da GaspariWeb e disponibile gratuitamente su Apple Store, Google Play e Windows Store.

 

Il Progetto, promosso dal Comune di PecettoTorinese, primo nel suo genere, nasce dal concetto di garantire una comunicazione istantanea e bidirezionale tra la cittadinanza e chi si pone in prima linea per garantirne la sicurezza.  Uno strumento importante per tutti i cittadini, che potranno in ogni momento consultare informazioni utili, conoscere gli orari di apertura degli uffici, essere aggiornati sulle ultime notizie e sugli eventi in programma, e molto altro ancora.

 

Di particolare rilievo le campagne contro la violenza sulle donne e sugli anziani, con approfondimenti e consigli utili per tutelare la sicurezza propria e degli altri: ad esempio, è possibile far partire una chiamata d’emergenza geolocalizzata direttamente dalla App, oppure aprire una segnalazione.

 

PoliziaPecetto è una risorsa per una comunicazione immediata, semplice ed efficace tra i cittadini e la Polizia Locale. Consentendo a ciascuno di far sentire la propria voce, l’applicazione favorisce una partecipazione attiva e consapevole alla vita della comunità.

 

Massimo Iaretti

FELICITA' E INTEGRAZIONE ALLA 2^ MARATONINA DEL PARCO COLLETTA

PRO.CIVI.CO.S. onlus che l’ha organizzata, devolverà il ricavato all’acquisto di un furgone per le attività di protezione civile che l’associazione svolge sul territorio dal 2002, mentre sono già iniziati i preparativi per l’edizione 2016

 

MARATONINA36 km totali di percorso (km 21, 10 e 5), circa 300 partecipanti, un centinaio di persone impegnate in diverse forme di volontariato, quattro pattuglie della Polizia Municipale, una dozzina di sponsor sostenitori, podisti giunti dalle Marche, dalla Toscana, dalla Lombardia, dalla Svizzera, dalla Liguria e da svariate provincie piemontesi, oltre 10.000 copie della guida al buon senso di L. Ron Hubbard “La Via della Felicità” in fase di distribuzione, tanta, tantissima amicizia e divertimento. 

 

Sono queste le cifre della 2^ Maratonina della Felicità – Memorial Valter Caporaso che si è corsa domenica 29 novembre 2015, manifestazione podistica ludico-motoria a scopo benefico inserita nel calendario ufficiale di Torino 2015 Capitale Europea dello Sport e affiliata alla Federazione Italiana Amatori Sport Per tutti (FIASP) con il patrocinio della Città di Torino e della Circoscrizione 7.

 

Madrina della manifestazione è stata la pallanuotista di Serie A ed ex campionessa europea Giulia Bartolini in forza al Mediostar Prato Waterpolo che assieme all’ultra maratoneta Simone Leo hanno dato il via a quello che vuole diventare un appuntamento fisso nel panorama dello sport popolare torinese. 

 

Nessun premio a Morignouma Kamara velocissimo atleta di punta dell’associazione podistica Novara che Corre che per la seconda volta consecutiva ha tagliato per primo il traguardo della 21 km nella bellissima cornice del Parco Colletta.

 

 <<Perché la Maratonina della Felicità – spiegano gli organizzatori – è autenticamente non competitiva e chi partecipa lo sa. L’unica piccola coppa l’ha ricevuta un podista che al traguardo ha colto il senso dell’evento in una frase: “Questa è una maratonina della felicità e dell’integrazione, perché lungo il percorso ho scoperto cose della mia città che mi hanno fatto riflettere.”>>

 

In una mattinata fredda, ma soleggiata, alla partenza e all’arrivo si sono visti mamme con bimbi in passeggino, podisti giovanissimi e meno giovani, tra i quali una pimpante signora di 82 anni, runner esperti e camminatori, famiglie e single e questo vuole essere lo spirito di una manifestazione simile a molte altre, ma allo stesso tempo decisamente diversa.

 

PRO.CIVI.CO.S. onlus che l’ha organizzata, devolverà il ricavato all’acquisto di un furgone per le attività di protezione civile che l’associazione svolge sul territorio dal 2002, mentre sono già iniziati i preparativi per l’edizione 2016.

+ bio – CO2

IL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau *

bio ambienteIl mondo del bio, in contemporanea con l’apertura della Conferenza sul Clima di Parigi, evidenzia l’impatto positivo sul clima, e non solo, dell’agricoltura biologica e chiede maggiore supporto istituzionale per una crescita del settore a livello nazionale e internazionale

 

Se tutte le superfici agricole fossero coltivate con metodi biologici, le emissioni di CO2 causate dall’agricoltura potrebbero ridursi del 23% in Europa e del 36% negli Usa. Lo dice uno studio, pubblicato nel 2013 e diretto da Andreas Gattinger (del FiBL, l’Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica con sedi in Svizzera, Germania e Austria), con la collaborazione di un gruppo di ricercatori internazionali. La ricerca ha esaminato i risultati di 74 studi internazionali che hanno paragonato gli effetti sul terreno delle coltivazioni biologiche e di quelle convenzionali e dimostra come l’agricoltura biologica permetta di fissare nel terreno quantità di carbonio significativamente superiori, garantendo un importante contributo per frenare il riscaldamento globale. Gli autori hanno inoltre calcolato che ciò corrisponderebbe a circa il 13% della riduzione complessiva necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030.

 

I risultati di un altro studio «Enviromental Impact of different agricultural management practices: conventional versus organic agriculture», apparso sulla rivista «Critical reviews in plant sciences», realizzato dai ricercatori guidati da Maurizio Paoletti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Cornell (Usa) evidenzia: “I terreni gestiti con il metodo bio hanno una maggiore capacità di sequestrare CO2 e di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsità di precipitazioni”.

 

In concomitanza con l’inizio della conferenza COP21 di Parigi, Federbio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, e le associazioni del biologico evidenziano il forte impatto ambientale che l’agricoltura intensiva ha giocato nei decenni passati, sottolineando la necessità di promuovere e adottare sempre più un metodo di produzione innovativo e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente, in tutte le sue declinazioni.

 

“Come abbiamo dimostrato con la Carta del Bio in EXPO, il modello agricolo e alimentare biologico è la risposta più efficace alle sfide del futuro in quanto capace di conciliare la tutela dell’ambiente, la salute e la nutrizione adeguata della popolazione con un’economia rurale equa e migliore. – sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – Questo anche perché le tecniche di agricoltura e allevamento biologico possono concretamente contribuire alla lotta al cambiamento climatico e, comunque, assicurano migliore resilienza all’agricoltura, soprattutto se si utilizza la biodiversità locale. L’Italia è già un Paese leader per il biologico, deve quindi avere il coraggio di fare del biologico il proprio modello agricolo e alimentare e proporlo quale strategia globale anzitutto in occasione della conferenza di Parigi.”

 

“I terreni biodinamici sequestrano almeno il 15% in più di carbonio organico rispetto a quelli coltivati con l’agricoltura convenzionale. Si tratta di un vero e proprio servizio che viene fornito al contrasto dei cambiamenti climatici”, continua Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. “Oltre a questa capacità maggiore di riassorbimento dei gas che provocano l’effetto serra, i terreni coltivai in modo ecologico reagiscono meglio agli eventi estremi, sono più stabili rispetto al dissesto idrogeologico provocato anche dalle mutate condizioni climatiche. L’agricoltura biologica e biodinamica sono quindi tra le possibili medicine alla febbre del pianeta: il governo italiano è quello che maggiormente può far sentire a Parigi il peso e l’importanza di questa realtà, e a maggior ragione potrà farlo se continuerà a dare forza allo sviluppo dell’agricoltura ecologica che nel nostro Paese è una realtà in continua espansione”.

 

L’agricoltura biologica è, dunque, fondamentale nella sfida, definita la più grande del nostro tempo, per arginare il riscaldamento globale che minaccia il nostro Pianeta grazie alla sua capacità di favorire naturalmente lo stoccaggio nel terreno di grandi quantità di gas serra, come la CO2.

Ciascuno di noi può contribuire al raggiungimento del risultato con le sue scelte quotidiane: scegliere di mangiare bio è un gesto di responsabilità verso se stessi e verso l’ambiente in cui viviamo!

 

 

* Presidente Italiabio

 

ciao@italiabio.net

 

Torna per il terzo anno il Piemonte Visual Contest

visual contestOggi il Piemonte sta vivendo importanti trasformazioni. Da territorio fortemente improntato all’industria e alla produzione, negli ultimi decenni sta accogliendo la sfida del cambiamento in ambito urbanistico, architettonico e paesaggistico fino a quello sociale, economico e culturale

 

Torna per il terzo anno il Piemonte Visual Contest, concorso su digitale, dati, mappe e creatività organizzato da Consiglio regionale, Consorzio Top-Ix e Csi Piemonte. #piemonteviz nelle prime due edizioni ha sperimentato modalità innovative del racconto del territorio, esplorando le possibilità che arrivano dalle esperienze collaborative all’interno delle comunità legate agli open data, alle mappe open, al design e alla data visualization. In questi anni ha aggregato reti di innovatori che l’hanno reso un’esperienza di rilievo nazionale, un’iniziativa pioneristica che unisce tecnologie, storytelling, nuove forme di cultura digitale.

 

Oggi il Piemonte sta vivendo importanti trasformazioni. Da territorio fortemente improntato all’industria e alla produzione, negli ultimi decenni sta accogliendo la sfida del cambiamento in ambito urbanistico, architettonico e paesaggistico fino a quello sociale, economico e culturale.Il turismo enogastronomico, il fenomeno migratorio, le nuove forme di economia, la fabbrica del futuro, la crisi che ha colpito imprese e famiglie, aprono nuove possibilità nell’utilizzo delle tecnologie digitali e della cultura open per raccontare la realtà che cambia. La terza edizione del Contest si pone l’obiettivo di coinvolgere la comunità di creativi, mappatori, sviluppatori, storyteller, data scientist, designer nella realizzazione di progetti che illustrino queste trasformazioni, oppure evidenzino un confronto con altri territori che hanno proposto soluzioni diverse alle medesime questioni. Dopo aver posto al centro, nelle edizioni precedenti, i temi dei dati aperti (Open Data) e delle mappe partecipate (OpenStreetMap), oggi proponiamo un’analisi accurata degli aspetti che maggiormente hanno apportato cambiamenti nel territorio e nella società piemontese o che potenzialmente potrebbero trasformarlo in futuro, perseguendo così l’intento di “raccontare il territorio piemontese” attraverso la partecipazione dei cittadini.

 

Tre le categorie previste. Infografiche/ Data Visualization (visualizzazione statica e/o interattiva di informazioni e dati), Mappe digitali (progetti basati sull’implementazione di cartografie digitali), Storytelling e data journalism (racconti, inchieste, ricerche e/o documentazioni che sfruttino i dati digitali e le potenzialità della comunicazione digitale e del web per raccontare il Piemonte che cambia) Saranno premiati i primi classificati di ogni categoria, eventuali premi speciali saranno finanziati e assegnati direttamente da sponsor e partner del contest. Come negli anni passati, #piemonteviz è anche un’occasione di formazione: verranno organizzati alcuni momenti, frontali o tramite webinar, per l’illustrazione dei principali strumenti e tool per la realizzazione dei progetti. Chi può partecipare? Il concorso è rivolto a tutti i cittadini, associazioni, comunità di sviluppatori, creativi, geografi, analisti dei dati, giornalisti, comunicatori e designer (Graphic e/o Web), scuole e aziende dell’Unione Europea.

 

La scadenza per la presentazione dei lavori è l’8 febbraio 2016, informazioni e programma su www.piemontevisualcontest.eu

 

fmalagnino – www.cr.piemonte.it

I padri Camilliani per Haiti

IRAQ ESODO 2Al Circolo dei Lettori asta benefica con due battitori d’eccezione, Guido Curto e Luca Beatrice. Il ricavato è a favore della costruzione dell’ospedale per la cura delle lesioni cutanee gravi dei padri Camilliani a Haiti

 

Ritorna sabato 28 novembre, alle 18.30, al Circolo dei Lettori di via Bogino 9, la settima e ultima edizione dell’asta di beneficenza per Haiti, organizzata dai padri Camilliani per sostenere la costruzione da loro promossa dell’ospedale per la cura delle lesioni cutanee  Saint Camille de Jeremie, a Haiti. Battitori d’eccezione saranno i critici d’arte Guido Curto e Luca Beatrice.

 

L’edizione di quest’anno risulta particolarmente importante perché è l’ultima e sigla la conclusione di un percorso ricco di emozioni, di arte, ma anche e soprattutto di cuore e di solidarietà,  avviato sette anni fa a sostegno delle missioni dei padri Camilliani a Haiti, Paese duramente colpito dal terremoto del 2010, e che continua a vivere in una condizione di profonda povertà. Haiti è, infatti, il Paese più povero e più densamente popolato del continente americano e dell’emisfero occidentale, al 168esimo posto su 187 Stati, nella graduatoria dello sviluppo umano della UNDP, Human Development Index. L’aspettativa di vita alla nascita è pari a soli 62 anni e il tasso di mortalità entro il primo anno di vita è pari al 52%.

 

L’intero ricavato dell’asta, che ha il patrocinio del Comune di Torino, sarà destinato ai Padri Camilliani che già gestiscono il Foyer di Saint Camille a Port au Prince e che hanno progettato, con l’ausilio del politecnico di Torino, un ospedale che possa rispondere alle esigenze di una vasta popolazione come quella della grande Ansa nel Sud Ovest del Paese, oggi pari a più di 900 mila abitanti.

 

Un’altra iniziativa di solidarietà sempre a favore della costruzione del Centro Ospedaliero per la cura delle lesioni cutanee gravi dei padri Camilliani a Jeremie è il concerto Sunshine Gospel Choir,  in programma giovedì 3 dicembre alle 21, al teatro Nuovo di Torino. Prenotazioni dei biglietti: tel 3273987768  o direttamente presso la farmacia Pensa, via Cernaia 14, o presso il negozio di arredamento Chave, in via Pietro Micca 15.

 

Mara Martellotta

Controllo di vicinato, per la sicurezza un modello che funziona

Negli ultimi giorni due appuntamenti a San Mauro Torinese e ad Asti ne hanno dimostrato la vitalità 

 vicinato iar

vicinato fotoCresce il modello del Controllo del Vicinato in Piemonte. Negli ultimi giorni due appuntamenti a San Mauro Torinese e ad Asti ne hanno dimostrato la vitalità ed il sempre maggiore interesse da parte dei cittadini e delle amministrazioni comunali, come deterrente passivo per la microcriminalità e mezzo di coesione sociale. A San Mauro Torinese, venerdì, una settantina di persone hanno preso parte all’incontro organizzato in collaborazione con la pro loco e alla presenza del sindaco Ugo Dallolio. Il centro della collina è stato il primo nella Città Metropolitana ad adottarlo, sin dall’inizio dell’anno, con una mozione approvata all’unanimità, presentata dal consigliere Ferdinando Raffero, che è anche referente per l’Associazione Controllo del Vicinato per la Città Metropolitana di Torino. Alla serata hanno preso parte anche il referente regionale dell’Associazione Massimo Iaretti, i componenti il primo gruppo di Controllo del Vicinato e i rappresentanti della polizia locale e dell’Arma dei Carabinieri. Nel corso dell’incontro, dopo la presentazione del sistema ed il punto sulla sua attuazione in Piemonte, ci sono stati diversi interventi costruttivi da parte dei cittadini che hanno dimostrato interesse a prendere parte a questo modello di sicurezza partecipata. Lunedì sera, invece, ad Asti, città che è stata ripetutamente ferita nel corso del 2015 da episodi, anche gravissimi, di criminalità, c’erano un centinaio di persone al Bar Vittoria per parlare delle iniziative di prevenzione e di deterrenza messe in campo dal sindaco Fabrizio Brugnolo e dalla sua giunta che vanno da un potenziamento della videosorveglianza, alla app, “Apriamo gli occhi” applicazione per smartphone attraverso la quale gli astigiani potranno segnalare ai loro concittadini situazioni sospette per la sicurezza e comportamenti scorretti di danneggiamento al decoro urbano, al sistema del Controllo del Vicinato. Iaretti e Raffero, intervenuti anche a questa serata (il Comune ha deciso di adottare il sistema con una propria delibera di giunta recentemente) hanno illustrato il Controllo del Vicinato spiegando anche che le migliori telecamere sono gli occhi di tutti i cittadini astigiani e che il metodo, in fondo, nella sua accezione più semplice, altro non è che ripristinare quel mutuo aiuto che c’era una volta soprattutto nelle comunità rurali. Per questo, d’intesa con il sindaco ed il consigliere Neri Baglione, verranno prossimamente organizzati altri incontri nelle diverse realtà astigiane per consolidare il sistema adottato come primo capoluogo di provincia in Piemonte. Ma non sono mancate anche dimostrazioni di interesse provenienti da altri centri, come quella data da due cittadini di Pianezza.

 

Pier Giorgio Minazzi

 (foto: il Torinese)

 

 

Via i tralicci della Pellerina, ora una linea interrata

TRALICCIOTerna ha predisposto interventi per 1,2 miliardi di euro, che frutteranno circa 250 milioni di euro ogni anno a favore di cittadini e imprese

 

La società  Terna si propone di ambiare il volto della rete elettrica urbana e di restituire alla città la sua più grande area verde: la Pellerina. Sono infatti iniziate le attività di demolizione di tre vecchie linee elettriche degli Anni 50 che si trovano nel parco. Alla partenza dei lavori, il 24 novembre, erano presenti il sindaco Fassino, l’amministratore delegato di Terna, Del Fante, e il vicepresidente nazionale di Legambiente, Zanchini. Quando i tralicci verranno smantellati si darà il via a una linea completamente interrata. Per ammodernare la rete elettrica piemontese, Terna ha predisposto interventi per 1,2 miliardi di euro, che frutteranno circa 250 milioni di euro ogni anno a favore di cittadini e imprese.