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LIONS CLUB INTERNATIONAL. OTTOBRE, MESE DELLA VISTA

lions zanPromossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della Cecità, ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre si celebra la “Giornata mondiale della vista”. Il 15 ottobre ricorre invece la “Giornata internazionale del Bastone Bianco”. Due eventi di estrema importanza soprattutto per il mondo Lions, da sempre attivo nell’organizzazione di service a favore dei non vedenti e delle persone con problemi di vista.

«Anche quest’anno spiega Gabriella Gastaldi, nellanno del centenario chiamata a guidare, nel ruolo di Governatore, il Distretto 108-Ia1 (che comprende le province di Torino, Biella, Novara, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola e Valle d’Aosta ed è formato da 73 club, per un totale di 2.400 soci) la vista, insieme ai giovani, lalimentazione e lambiente, compare tra i punti cardine del nostro impegno».

Proprio sulla vista è focalizzata la “Sfida del Centenario” della più grande organizzazione di club di servizio al mondo. E’ infatti ai nastri di partenza “Sight for Kids Italy”, la campagna di prevenzione delle patologie visive nei bambini, il cui obiettivo è raggiungere e visitare centomila bimbi in età prescolare o di scuola primaria entro la fine del 2017, indirizzando chi non supera lo screening al proprio medico di base o a un oculista per un ulteriore esame, la diagnosi o il trattamento.

«Di pari passo precisa Gastaldi proseguono le altre iniziative avviate nel tempo sullonda delle nostre tradizioni. Non dimentichiamo, infatti, che i Lions sono noti in tutto il mondo come “i Cavalieri dei non vedenti nella crociata contro le tenebre”, come li ha denominati la scrittrice e attivista americana sordo-cieca Hellen Keller alla Convention Internazionale dell’Associazione del 1925».

Tra queste anche il “Libro Parlato Lions” e il “Centro Italiano Lions per la Raccolta degli Occhiali Usati”. «Il Libro Parlato racconta Gastaldi è un servizio totalmente gratuito, nato nel 1975, rivolto alle persone con disabilità fisiche o sensoriali, anche momentanee, impossibilitate a leggere autonomamente. A loro viene messa a disposizione l’audiobiblioteca Lions, costituita da oltre novemila audiolibri registrati a viva voce da volontari Lions. Settimanalmente vengono spediti circa 800 audiolibri e altrettanti rientrano come resi». «Il Programma Lions di Raccolta e Riciclaggio di Occhiali da Vista prosegue il Governatore è stato adottato quale attività ufficiale di servizio del Lions Clubs International nell’ottobre 1994, ma per quasi 100 anni singoli club e distretti Lions hanno raccolto occhiali usati al fine di distribuirli a persone in stato di bisogno. Questo servizio è stato e continua ad essere gratuito e l’estate scorsa i Lions italiani e francesi, con i volontari del Centro Italiano per la raccolta degli occhiali usati, hanno stabilito il nuovo Guinness World Record, costruendo una catena di 27.656 paia di occhiali, con una lunghezza di oltre 3000 metri. I 27.656 occhiali utilizzati per il record sono stati tutti recuperati e, dopo essere stati lavati e catalogati, sono in fase di distribuzione nel mondo”. “E ancora precisa i Lions Club hanno creato a Limbiate (Mi) una struttura permanente che si occupa dell’addestramento di cani guida per persone ipovedenti. Ogni anno vengono addestrati circa 50 cani, poi donati gratuitamente a chi ne fa richiesta».

«Tutte iniziative conclude Gastaldi che si rifanno al motto dellassociazione We serve”, “Noi serviamo”».

Mantova guarda a Torino?

iaris-mantovaMonferrato e Mantovano sono più vicini nel nome Gonzaga e della devozione, ma questi percorsi potrebbero andare anche oltre Crea, in direzione di Torino, lungo l’asta della Valle

Giovedì 29 settembre nella sede dell’Infopoint turistico del Comune di Curtatone a pochi chilometri da Mantova, una delegazione dell’Unione dei comuni della Valcerrina guidata dal presidente Maria Rosa Dughera (con l’assessore e sindaco di Villamiroglio Paolo Monchietto, il consigliere delegato al turismo Massimo Iaretti ed il vice sindaco di Mombello, Augusto Cavallo) è stata ricevuta dall’amministrazione comunale con il sindaco Carlo Bottani, il vice sindaco ed assessore alla cultura Federico Longhi, il consigliere delegato al turismo Mirko Contratti e Riccardo Goatelli, già assessore comunale. Erano presenti Paolo Bertelli e Paola Artoni, presidente e consigliere di Progetto Gonzaga, l’associazione per il gemellaggio tra le città gonzaghesche. Ad agosto c’era stato un primo contatto per valutare la possibilità di collaborazione tra i due territorio, nell’ottica dello sviluppo di un percorso devozionale che colleghi il Santuario di Crea (che ebbe grande impulso artistico sotto i Gonzaga) con il Santuario delle Grazie, edificato dai Gonzaga sul territorio di Curtatone, come ex voto dopo la peste. Al primo contatto erano seguite reciproche manifestazioni di interesse e giovedì si è entrati nel vivo del rapporto. Entrambe le parti si sono dette interessate a creare una sinergia tra i due territorio per manifestazioni di tipo enogastronomico, culturale, turistico, con un reciproco scambio di informazioni, finalizzato ad aumentare gli scambi tra le due aree ed i flussi. “Stiamo elaborando una bozza di protocollo d’intesa – dice il presidente Dughera – che sottoporremo al Comune ed a Progetto Gonzaga entro pochi giorni. Poi, recepite eventuali osservazioni, si procederà alla firma ed ai primi passi concreti”. E Massimo Iaretti, consigliere delegato al turismo dell’Unione valcerrinese, che con il suo viaggio a Curtatone di agosto aveva preso il primo contatto con il Comune mantovano e Progetto Gonzaga, precisa che “un rapporto di collaborazione finalizzato ad un percorso comune, imperniato su Crea e la Madonna delle Grazie di Curtatone è un obiettivo importante per lo sviluppo del turismo, e conseguentemente, dell’offerta turistica sul nostro territorio. Ma è importante, almeno sul fronte piermontese, proseguire anche in direzione della Città di Torino, sempre partendo da Crea. Oltre all’iniziativa dei percorsi che collegano Crea con Superga, non va dimenticato che esistono su quella che è l’asta dell’ex strada statale 590 almeno tre monumenti di indubbio interesse e che potrebbero, se opportunamente connessi, costituire un elemento di valorizzazione del territrio: il Santuario di Crea, Santa Fede a Cavagnolo ed la Pulcherada a San Mauro Torinese, andando a costituire un secondo anello che si andrebbe a congiungere a Superga. Anche su questo lavoreremo nei prossimi mesi”.

 

Le donne al potere sono ancora poche

raggi-appendinoÈ arrivata nei giorni scorsi a Torino Jessica Grounds, la consulente strategica di Hillary Clinton, direttrice della sua campagna elettorale “Women Ready for Hillary” per la Casa Bianca e con il sindaco Chiara Appendino hanno affrontato il tema delle donne leader, in “Women, We Can”, con Maurizio Molinari, direttore de La Stampa e Alessandro Galavotti, direttore Ansa Torino, davanti ad una platea femminile dell’imprenditoria, della politica e dell’università.

In Italia due giovani donne, Virginia Raggi e Chiara Appendino hanno conquistato due importantissimi municipi eppure nonostante questi segnali positivi, per le donne rimane difficile conquistare posti di potere.

La stessa Hillary, che è la prima donna a sognare il primo posto di potere quello della presidenza della Casa Bianca, vedremo se riuscirà ad arrivarci.

Vedremo se le donne prima o poi andranno al vertice più facilmente, intanto sono ancora poche e continuano a guadagnare il 30% in meno degli uomini.

Cosa folle perché dovrebbero guadagnare di più, in quanto mettere insieme la vita familiare, i figli e il lavoro, non è facile.

Oggi le donne in Europa guadagnano in media il 16% in meno dei colleghi uomini e in alcuni paesi la percentuale arriva al 50%.

L’Italia si colloca al 42° posto nella classifica mondiale per numero di donne in politica, nel parlamento italiano si parla del 31%.

Ma per quanto riguarda il nostro paese potrebbe essere una svolta l’elezione di Raggi a Roma e Appendino a Torino e si avvicina il giorno in cui potrà esserci un candidato premier donna.

Sarebbe una disputa interessante, un esempio importante, una felice ispirazione per tutte le donne delle nuove generazioni.

Dipenderà anche da come verranno gestite le amministrazioni di Roma e Torino.

Quando si parla però di leadership femminile si dovrebbe ridisegnare un sistema di welfare che permetta alle donne di non dover scegliere la posizione di potere, magari anche con sensi di colpa non facili da superare.

Le donne in Italia che governano i comuni sono 1115, su 8000 e rotti, e prima della Appendino e della Raggi, in genere in comuni molto piccoli, perché dove le comunità sono piccole ci si fida delle donne.

Si verifica anche che costoro si affermano più facilmente dove non c’è bisogno di molti mezzi di propaganda e le spese per la campagna elettorale sono modeste.

Vito Piepoli

 

TEDxCrocetta Innovation Ecosystem

TEDxCrocetta Innovation Ecosystem Anche quest’anno il team TEDxCrocetta ha deciso di organizzare una conferenza TEDx a Torino e vi invita a prendere parte all’evento che si terrà sabato 22 ottobre 2016 dalle ore 14:30 alle 19:00 presso il MAUTO, museo dell’automobile, corso unità d’Italia, 40. Sette live speaker saliranno sul palco di TEDxCrocetta presentando, in meno di 18 minuti, le loro idee di valore. L’evento offre la possibilità di riconsiderare la nostra concezione di ecosistema, che esso sia inteso come l’ambiente, la tecnologia o il pensiero. Crediamo che si possa parlare di innovazione solo quando si coinvolga il più alto numero di persone e di idee rivoluzionarie. L’evento è in lingua Inglese ed accoglierà 400 partecipanti. Abbiamo deciso di suddividere gli interventi in due sessioni, intervallate da un coffee break all’interno della sala congressi del MAUTO. Dato l’alto numero di richieste, l’acquisto del biglietto potrà essere fatto tramite la compilazione del modulo su Eventbrite. Maggiori dettagli si possono trovare al sito dedicato www.tedxcrocetta.com

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Interverranno: Pierluigi Leone Professore di energia sostenibile al Politecnico di Torino Pierluigi ci parlerà dell’abuso delle parole tecniche nel linguaggio comune. Queste infatti si allontanano spesso dai loro significati originali. I termini presi da lui in considerazione possono portare alla polarizzazione dell’opinione pubblica, con la creazione di falsi miti. Ares Ferrigni CEO and co-founder di WallFarm Ci aspettano grandi sfide per il futuro, la sovrappopolazione e l’uso massiccio del suolo per soddisfare i bisogni di tutti sono tra le più preoccupanti. Ares presenterà al pubblico la sua soluzione a questi problemi: come possiamo produrre più cibo senza utilizzare altro suolo. Michele Bertero Account manager a Fortyfive 10 Michele cerca di unire vari elementi per indirizzarli verso un unico scopo. In particolar modo vedremo come musica, cibo, pesticidi e agricoltura possono avere un utilizzo diverso dal solito. Matteo Civaschi CEO & founder di H57 Durante la nostra infanzia siamo soliti esprimerci attraverso i disegni, ma Matteo ha inventato un modo per esprimere i pensieri in un linguaggio diverso grazie proprio all’uso della grafica, con molto umorismo e qualche tocco di cinismo. Briante Nicolò & Maurizi Niccolò CEO & founder presso D-Heart Questi giovani ragazzi hanno creato un modo innovativo per monitorare le patologie cardiache, prevenendone la degenerazione. Con il dispositivo D-Heart hanno rivoluzionato il mondo della medicina aiutando la gente con problemi cardiaci nei paesi sottosviluppati. Federica Maltese Capo fundraising e comunicazione della fondazione ricerca Molinette onlus Federica ci condurrà alla scoperta del lungo viaggio intrapreso dai nostri vestiti, rivelandoci i misteri e le strade che percorrono i nostri abiti a partire dalla loro produzione. Ignazio Roppolo Ricercatore presso l’Istituto italiano di tecnologia Ignazio ci mostrerà che, con i giusti materiali, è possibile realizzare con la stampa 3D tutti i nostri desideri e tutti gli oggetti che desideriamo. Ci spiegherà come in un futuro prossimo potremmo farlo comodamente da casa. Performance di Giampaolo Casati Trombettista jazz Giampaolo, artista jazz di fama internazionale, ci delizierà con la sua performance, travolgendo la nostra mente e la nostra anima con una composizione strabiliante.

Apidge: “la sicurezza sul lavoro sia obbligatoria nelle superiori”

scuola corteoMassimo Iaretti: “Tutto può avvenire senza aggravio per la spesa pubblica”

APIDGE – Associazione Professionale Insegnanti Scienze Giuridiche ed Economiche chiede che venga introdotta la Sicurezza sul Lavoro come materia di studio obbligatoria in ogni scuola superiore di secondo grado. La richiesta è contenuta in una nota inviata dal responsabile nazionale dell’Area Sicurezza sul Lavoro, Massimo Iaretti, a tutti i componenti delle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. L’invio è stato fatto all’indomani della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Parco Eternot a Casale Monferrato costruito a memoria delle vittime dell’esposizione all’amianto dello stabilimento Eternit. E partendo dalla costatazione delle malattie professionali contratte con l’esposizione ambientale e di infortuni gravi di cui i casi della ThyssenKrupp di Torino o dell’Ilva di Taranto sono solo la punta di una piramide, APIDGE è convinto che “la sicurezza sul lavoro è un diritto irrinunciabile e che pera tale motivo l’Istituzione Scolastica possa e debba avere un ruolo primario nella sua formazione a partire dall’età scolare”. Di qui l’opera di sensibilizzazione nei confronti dei Parlamentari affinché venga promossa la stesura di un progetto di legge con tali finalità. Iaretti, poi, evidenzia che “Tutte le Istituzioni scolastiche superiori sono oggi chiamate ad assicurare una seria e consapevole didattica strutturata. Eppure accanto ai 12mila docenti impiegati per l’insegnamento curricolare delle Scienze giuridiche ed economiche esistono, ad oggi, altri 4000 insegnanti nei ruoli dello Stato regolarmente abilitati per l’insegnamento del diritto e dell’economia politica nelle scuole, che non vengono utilizzati alle attività di insegnamento”. Questi, pertanto, rappresentano autentiche risorse professionali di cui le scuole possono avvalersi per realizzare i propositi della “Buona Scuola” in materia di sicurezza sul lavoro. E il tutto senza alcun aGgravio per la spesa pubblica. Il responsabile dell’Area Sicurezza sul Lavoro APIDGE precisa che l’Associazione è disponibile a fornire ogni ulteriore delucidazione, direttamente, sia in sede di audizione.

Una notte per la ricerca

ricercatori-notte4ricercatori-notte2ricerastori-notteFino alle 24, la Notte dei Ricercatori è di scena in Piazza Castello, Via Roma e nel cortile del Rettorato dell’Università di Torino. In tutto 1000 ricercatrici e ricercatori con più di 100 attività, esperimenti, mostre, spettacoli e le aperture straordinarie di biblioteche, centri e musei universitari, per l’ appuntamento annuale all’insegna dello slogan “Coltiviamo insieme la ricerca”.

 

(foto: Antonello Preteroti)

AGRICOLTURA, RUFFINO: REGIONE ALLARGHI ASSEGNAZIONI SUPPLEMENTARI DI CARBURANTE

ruffino daniela“La Regione Piemonte ha dato e continua a dare una risposta parziale alle richieste promosse da Coldiretti e Confagricoltura di allargare il numero di Comuni che possono contare sulle assegnazioni supplementari di carburante ammesso ad agevolazione fiscali per le operazioni irrigue che la siccità ha reso necessarie. Ancora oggi mancano all’appello numerosi Comuni della Regione, lancio un appello affinchè si dia una copertura totale, evitando interventi a macchia di leopardo”. A lanciare la denuncia il vicepresidente del Consiglio regionale,Daniela Ruffino, che ha discusso un question time nell’ultima seduta dell’assise piemontese.agricoltura

Conclude l’azzurra: “Sono ingenti i danni subiti dagli agricoltori in questo ultimo anno, danni peraltro resi più pesanti dalla forte crisi economica che attraversa il nostro Paese e la nostra Regione. Credo quindi che la Giunta Chiamparino non possa limitare il proprio intervento inserendo un elenco ridotto di Comuni, è invece indispensabile integrare l’attuale elenco stilato il 12 settembre aggiornandolo agli ultimi eventi di siccità che hanno colpito e continuano a colpire le colture di vaste aree del Piemonte. Sono certa che si possa dare risposta adeguata alle organizzazioni degli agricoltori non lasciando nessuno indietro”.

Il ponte sullo stretto val bene un Sukuk

biancone-stretto2Come finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina senza pesare sulla spesa pubblica e, in particolare, senza tagli in altri settori? Una possibile risposta viene dalla finanza islamica, dai Sukuk, simili, in sostanza, alle obbligazioni tradizionali garantite da attività, con la differenza che, invece di basarsi su un tasso di interesse, il ricavo per gli investitori deriva dall’affitto o vendita di attività tangibili, in primis beni immobili

Di Paolo Pietro Biancone*

Come finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina senza pesare sulla spesa pubblica e, in particolare, senza tagli in altri settori? Una possibile risposta viene dalla finanza islamica, dai Sukuk, simili, in sostanza, alle obbligazioni tradizionali garantite da attività, con la differenza che, invece di basarsi su un tasso di interesse, il ricavo per gli investitori deriva dall’affitto o vendita di attività tangibili, in primis beni immobili. L’utilizzo della finanza di progetto islamica è la soluzione per riempire il divario tra domanda di infrastrutture e disponibile finanza. Lo dimostrano le best practice internazionali: la competitività dei sukuk sui mercati finanziari internazionali è stata provato già nel 2004 dall’emissione sul listino della Borsa di Lussemburgo di ijara-sukuk, per un controvalore complessivo di 100 milioni dollari, da parte del Lander tedesco Sassonia-Anhalt. L’attivo sottostante all’operazione (quello che, in sostanza, consentiva unabiancone-stretto “materializzazione” del titolo) era costituito da edifici di proprietà del Ministero delle Finanze tedesco, ceduti in gestione ad una società veicolo per cento anni in cambio del pagamento di un prezzo pari al valore dell’emissione. A sua volta la società veicolo ha, poi ceduto gli immobili in leasing al ministero per cinque anni, garantendo un flusso di denaro in grado di ripagare il rendimento dei titoli. L’emissione appena descritta, la nascita della Islamic Bank of Britain e altre iniziative del genere dimostrano comunque come, ormai, la finanza islamica stia diventando una realtà concreta, ben radicata anche nel sistema finanziario occidentale. Insomma un sistema in veloce evoluzione su cui l’Italia rischia di restare indietro. In Gran Bretagna, per esempio, già a più di venti istituti sono state concesse le islamic windows (in pratica uffici e sportelli ad hoc), con possibilità di creare conti correnti speciali che utilizzano la compartecipazione agli utili al posto della garanzia sul valore nominale del deposito attraverso i tassi di interesse.

I numeri parlano chiaro: fino a oggi i sukuk hanno movimentato 632 miliardi di dollari, finora le istituzioni che hanno utilizzato lo strumento sono 19, tra cui Hong Kong, Lussemburgo, Senegal, Sudafrica e Regno Unito Lo sviluppo della finanza islamica è anche condizionato dalla predisposizione di un quadro normativo favorevole, sia in termini fiscali che regolamentari (come il recepimento dei prodotti islamici nella definizione e regolamentazione dell’attività bancaria). Per tali motivi la Gran Bretagna, seguendo il principio “no obstacles, no special favors”, ha emendato il proprio sistema fiscale (ad esempio eliminando nel 2003 la doppia imposta di registro sui finanziamenti immobiliari) e ha stabilito standard specifici di coperture del capitale e di gestione del rischio per creare un ambiente favorevole all’introduzione della finanza islamica.

In Italia, l’introduzione della finanza islamica è agli esordi: gli strumenti di finanza islamica interessano, ma ci sono ancora ostacoli da superare. Il primo ostacolo è rappresentato dalle stesse banche: n tutte le banche europee, per esempio, applicano tassi di interesse sui prestiti concessi. Quelle islamiche invece, non prevedono alcuna forma di commissione su prestiti e mutui, né tanto meno sui sukuk. Altra questione, non meno importante, la condivisione dei rischi e dei profitti. Nel mondo islamico il consiglio di amministrazione di un istituto condivide i rischi e profitti con la clientela, che può nel secondo caso partecipare attivamente agli utili di una banca. Ancora, la finanza islamica non prevede il cosiddetto deposito a garanzia, con cui le banche italiane garantiscono per esempio i depositanti fino a 100.000 euro in caso di dissesto bancario.

Ma gli studi accademici, rivelano che gli ostacoli sono superabili: il Centro Studi sulla Finanza Islamica dell’Università di Toino (www.ercif.org) ha condotto uno studio scientifico, pubblicato sull’European Journal of Islamic Finance, che ha indagato sull’opportunità di usare i sukuk per finanziare le infrastrutture e se lo strumento è compatibile con le leggi italiane. Il risultato è favorevole: lo studio conclude che l’uso di finanza islamica può essere utilizzato per progetti infrastrutturali finanza utilizzando le leggi e i regolamenti vigenti in Italia. Lo studio dimostra scientificamente che la maggior parte dei Paesi europei, Italia compresa, non hanno leggi che sono in contrasto con la finanza islamica e conclude che la finanza islamica potrebbe essere utilizzata per finanziare progetti di infrastrutture utilizzando le leggi e i regolamenti esistenti.

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* professore ordinario di finanza islamica, direttore del Centro Studi sulla Finanza Islamica (www.ercif.org) e coordinatore del corso di dottorato in Business e Management dell’Università di Torino

Le aziende: tra sogno e realtà

 

Di Paolo Pietro Biancone*

 

INTERNET WEB

Tra il sogno e la realtà imprenditoriale ci sta di mezzo la vision. Non mancano casi noti di sogni imprenditoriali di successo che si sono intrecciati con quelli dei managers, dei lavoratori, dei sindacati e dei consumatori e hanno dato vita ad aziende leader nei loro settori. E’ il caso, a esempio, di Bill Gates, fondatore della Microsoft Corporation, che ha il suo sogno di imprenditore: “Un personal computer su ogni scrivania, e ogni computer con un software Microsoft installato“; oppure è il caso di Henry Ford (fondatore dell’omonima casa automobilistica) :”I cavalli dovranno sparire dalle nostre strade“. O ancora, imprenditori come Walt Disney: ”Rendere felici le persone“. Altri esempi di Vision sono quelli di altre aziende famose nel mondo. Nokia (produzione di telefonia mobile): “Mettendo in contatto le persone noi aiutiamo il soddisfacimento di un fondamentale bisogno umano di contatti e relazioni sociali. La Nokia costruisce ponti tra le persone – sia quando sono lontane che faccia-a-faccia – e colma il divario tra le persone e le infomazioni di cui hanno bisogno”. Sogni sì, ma anche vision aziendale: idee di imprenditori di successo si intrecciano con quelli dei managers, dei lavoratori, dei sindacati e dei consumatori e hanno dato vita ad aziende leader nei loro settori.Quando si parla di gestione aziendale si ritiene spesso, a torto, che questa consista solo e soprattutto nel management, ossia nel controllo di cose concrete: produrre ottenere risultati, gestire risorse, prendere decisioni. Tuttavia una gestione che possa definirsi strategica, e quindi lavori per il futuro, implica anche l’attenzione ad aspetti che solitamente vengono considerati   astratti o teorici. La Vision è parte della strategia d’impresa, svolge una funzione di comunicazione della strategia, rafforza l’identità dell’organizzazione, l’identificazione dei singoli membri con questa e agevola l’allineamento degli obiettivi individuali. Pertanto, per delineare correttamente la sua strategia aziendale l’imprenditore e i suo collaboratori dovranno in via preliminare analizzare e definire chiaramente la vision aziendale. Tradurre il sogno, l’energia, il motore, in concetti concreti e condivisi da tutti coloro che credono nell’azienda, i suoi portatori di interessi. La vision mette in evidenza cosa un’azienda vuole essere. Si concentra sul domani, fornisce dei chiari criteri di “decision making” ed è per questo immutabile nella storia di un’azienda. La vision aziendale diventa così la proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi fissa gli obiettivi e incentiva all’azione tutti coloro che operano all’interno dell’azienda. Senza una vision chiara e definita sarebbe difficile stabilire lo scopo dell’azienda, la rotta che essa intende seguire e i benefici che ne potranno derivare. Dopo avere definito la vision, la direzione dovrà porsi come obiettivo continuo da conseguire la sua   comunicazione e la sua condivisione con il personale dell’azienda. Per ciò è strategico che la vision diventi il “manifesto” dell’azienda in modo tale che riesca a spronare i membri dell’organizzazione e renderli orgogliosi di farne parte. La vìsion racconta dove arriverà la startup nel futuro prossimo; riguarda il futuro e serve a far capire dove si vuole arrivare nel tempo, quanto grandi ed importanti si vuole diventare. Spesso la vision contiene frasi di impatto, facili da ricordare e di effetto. A vision ha un duplice compito: spiegare al mercato cosa offre e dove intende arrivare, ma dall’altro lato deve essere la guida del team durante il percorso. Spesso il fallimento di aziende in fase iniziale, startup, è dovuto al fatto di essersi allontanato troppo dalla vision iniziale. In pratica, ogni team deve avere ben chiaro in mente la vision ed affrontare le scelte che si susseguono durante la vita della startup sempre avendo ben chiaro cosa offrono e dove vogliono arrivare.Ogni volta che si presenta una scelta importante, la bussola deve essere la vision e deve essere lo strumento di conferma di una scelta piuttosto che un’altra.

Siate affamati, siate folli, ma con vision!

*Professore Ordinario di Economia Aziendale

Presidente del Corso di Studi in Professioni Contabili

Università di Torino

 

La Pet Economy alla prova del mercato

Secondo le ultime stime, gli animali domestici sono circa 44 milioni, di cui 8 milioni di cani e 7 di gatti. La spesa per l’alimentazione si aggira intorno ai 1,6 miliardi

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di Paolo Pietro Biancone

Gli animali domestici tra business e valore sociale. Secondo le ultime stime, gli animali domestici sono circa 44 milioni, di cui 8 milioni di cani e 7 di gatti. La spesa per l’alimentazione si aggira intorno ai 1,6 miliardi, mentre quella per medicinali e prodotti igienici è stimata sui 465 milioni. Più del 43% delle famiglie italiane ospita almeno un animale, il 9% ne accoglie 2, il 4% tre, il 7% più di tre. La spesa mensile per la cura degli animali è di circa 50 euro al mese. Una situazione che registra un bisogno importante: l’animale domestico è sempre più parte integrante delle famiglie italiane. D’altronde, soddisfa bisogni di affetto, ma anche di cura (ne è un esempio la pet terapy), di sicurezza e altro ancora. Le aziende e il territorio sono allertate sul fenomeno; tanti sono, infatti, i bisogni connessi da soddisfare:  dal cibo alla salute, all’accoglienza turistica, all’assistenza per brevi periodi. Un business interessante e con ampie prospettive di crescita. La passione per gli animali e per tutto ciò che li riguarda può essere fonte di ispirazione imprenditoriale e può sfociare in nuove interessanti start up con valide prospettive di gradimento del mercato. Anche le aziende pubbliche locali fanno i conti con la Pet Economy,  riconoscendo il valore sociale degli animali domestici, si occupano di offrire servizi di assistenza.  Si stima che la spesa complessiva annua di assistenza agli animali da parte dei Comuni sia pari a 250 milioni di euro e gli investimenti pubblici in merito sono destinati ad aumentare. La Città di Torino dispone di due canili municipali: il Canile Rifugio di strada Cuorgnè 139 destinato ad accogliere cani e gatti abbandonati in attesa di adozione e il Canile Sanitario di via Germagnano n° 11 che accoglie tutti i cani vaganti, randagi o i gatti bisognosi di cure, trovati sul territorio cittadino. Così come Asti è tra le prime città in classifica per l’assistenza ai gatti randagi. Anche l’impegno delle risorse pubbliche è destinato a crescere, in proporzione al crescente riconoscimento del valore sociale degli animali per la cittadinanza. Anche questo è innovazione.