La Pet Economy alla prova del mercato

Secondo le ultime stime, gli animali domestici sono circa 44 milioni, di cui 8 milioni di cani e 7 di gatti. La spesa per l’alimentazione si aggira intorno ai 1,6 miliardi

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di Paolo Pietro Biancone

Gli animali domestici tra business e valore sociale. Secondo le ultime stime, gli animali domestici sono circa 44 milioni, di cui 8 milioni di cani e 7 di gatti. La spesa per l’alimentazione si aggira intorno ai 1,6 miliardi, mentre quella per medicinali e prodotti igienici è stimata sui 465 milioni. Più del 43% delle famiglie italiane ospita almeno un animale, il 9% ne accoglie 2, il 4% tre, il 7% più di tre. La spesa mensile per la cura degli animali è di circa 50 euro al mese. Una situazione che registra un bisogno importante: l’animale domestico è sempre più parte integrante delle famiglie italiane. D’altronde, soddisfa bisogni di affetto, ma anche di cura (ne è un esempio la pet terapy), di sicurezza e altro ancora. Le aziende e il territorio sono allertate sul fenomeno; tanti sono, infatti, i bisogni connessi da soddisfare:  dal cibo alla salute, all’accoglienza turistica, all’assistenza per brevi periodi. Un business interessante e con ampie prospettive di crescita. La passione per gli animali e per tutto ciò che li riguarda può essere fonte di ispirazione imprenditoriale e può sfociare in nuove interessanti start up con valide prospettive di gradimento del mercato. Anche le aziende pubbliche locali fanno i conti con la Pet Economy,  riconoscendo il valore sociale degli animali domestici, si occupano di offrire servizi di assistenza.  Si stima che la spesa complessiva annua di assistenza agli animali da parte dei Comuni sia pari a 250 milioni di euro e gli investimenti pubblici in merito sono destinati ad aumentare. La Città di Torino dispone di due canili municipali: il Canile Rifugio di strada Cuorgnè 139 destinato ad accogliere cani e gatti abbandonati in attesa di adozione e il Canile Sanitario di via Germagnano n° 11 che accoglie tutti i cani vaganti, randagi o i gatti bisognosi di cure, trovati sul territorio cittadino. Così come Asti è tra le prime città in classifica per l’assistenza ai gatti randagi. Anche l’impegno delle risorse pubbliche è destinato a crescere, in proporzione al crescente riconoscimento del valore sociale degli animali per la cittadinanza. Anche questo è innovazione.

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