ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 635

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Terrorismo. Un’accusa forse esagerata, ma certo esistono, documentate da filmati, le prodezze non proprio gandhiane  dei No Tav. Anche la violenza verbale e i danni arrecati alle cose sono fatti incontestabili. Gli stessi blocchi dell’autostrada sono stati atti di illegalità per troppo tempo tollerati

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L’eroismo stoico di Chicco
 La scrittrice Elisabetta Chicco,appena uscita dal pronto soccorso,molto provata e visibilmente  sofferente, ha affrontato la presentazione del suo nuovo libro “Nietzsche. Psicologia di un enigma”.Ha fatto un lucido intervento  di un quarto d’ora,dimostrando un vero e proprio eroismo stoico. Il folto pubblico l’ha applaudita a lungo.E ovviamente ha ascoltato la presentatrice,la brillante  docente di filosofia   Carla Barbero , ed ha discusso con lei . Si è anche intrattenuta con i lettori ,firmando molte copie del libro. Alla fine è uscita a fatica dalla sala sorretta dal marito.Mi è capitato di dover supplire all’ improvvisa assenza di relatori che, per una minima indisposizione, danno forfait.  Addirittura ho conosciuto relatori che ambivano quasi esclusivamente  ad  ottenere il loro nome nel panel , vere prime donne viziate e poco serie. Potrei citare ,ad esempio, il compianto Nico Orengo che si faceva notare per le sue assenze neppure anticipate da una telefonata  e per la sua smemoratezza indisponente.
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Il Guazzaloca torinese che non ci fu 
E’ morto Giorgio Guazzaloca,il macellaio colto di Bologna che nel 1999 riuscì a farsi eleggere sindaco di Bologna che sembrava una roccaforte comunista inespugnabile. Fu un segnale importante. Non saprei dire se fu un buon sindaco.  Un Gazzaloca torinese non ci fu. Costa andò  molto vicino a superare nel ballottaggio  Castellani ,Rosso riuscì a portare Chiamparino,subentrato a Carpanini morto all’inizio della campagna elettorale,al ballottaggio. A riuscire vincitore nella contesta poteva solo Enzo Ghigo, presidente della Regione Piemonte  per dieci anni,uomo capace,con i piedi per terra, radicato e stimato a Torino e in Piemonte per il suo buongoverno.  Il centro-destra con Rocco Buttiglione candidato sindaco scelse il suicidio e fece trionfare Chiamparino al primo turno. E’ strano che il centro-destra non sia riuscito a trovare un candidato torinese credibile,se se si eccettua la candidatura di testimonianza dell’assessore regionale Michele Coppola. Nell’ultima tornata elettorale si è addirittura diviso con tre candidati diversi in corsa. Il risultato non poteva che essere pessimo. Eppure c’erano professionisti e professori che avrebbero potuto essere alternativi al centro- sinistra. Alcuni non ebbero il coraggio di accettare,altri non furono mai interpellati. Un ricambio democratico al “sistema Torino” avrebbe evitato il successo grillino, come è accaduto a Milano l’anno scorso nello scontro tra Sala e Parisi .Ma, in effetti, il sistema Appendino è in linea di continuità con il sistema Chiamparino ed a molti questa continuità fa molto comodo.Fassino resta un’altra cosa,anche se fu imprigionato dal sistema consolidato nei decenni  e dai debiti contratti dal suo predecessore. Anche solo l’idea   di candidare il prof. Buttiglione, che a Torino fece un anno di liceo al “d’Azeglio” quando il padre era questore, fa accapponare la pelle:sarebbe bastato un macellaio come Guazzaloca, senza andare a cercare il candidato a Gallipoli.
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Vanna Chirone Wick        
 Venerdì gli amici hanno accompagnato al cimitero Vanna Chirone Wick,mancata a 92 anni dopo lunga malattia. Era la vedova del prof. Giancarlo Wick, scienziato di fama internazionale,figlio di Barbara Allason, liberale torinese antifascista,amica di Benedetto Croce .Giancarlo era stato uno stretto collaboratore di Enrico Fermi. Una volta venne al “Pannunzio” a parlare dei “ragazzi di via Panisperna” e del suo  maestro. Ho a lungo frequentato Vanna e Giancarlo Wick che abitavano al 35 di Via Maria Vittoria. Una coincidenza che mi ha offerto l’opportunità di conoscere un uomo che superava anche il celebrato Tullio Regge che fu deputato al Parlamento Europeo. Wick amava la riservatezza di una vita appartata. Vanna gli è sopravvissuta per un quadro di secolo. Parlava poco con le persone ,ma più volte mi ha raccontato la sua vita. Wick e mio padre erano ricoverati in due stanze vicine nello stesso  repartino delle Molinette. Avemmo tante volte occasione di parlare in momenti difficili per ambedue nell’anno horribilis 1992. Era ricoverato anche il prefetto Carlo Lessona.  Non voglio scrivere dei nostri dialoghi  che continuarono negli anni ,perché forse  Vanna non gradirebbe .Voglio però ricordarla come una grande donna colta e raffinata che viveva con la stessa dignità della grande suocera scrittrice e germanista  che nella villa di Pecetto dava ospitalità alle riunioni clandestine degli antifascisti.  Era gente fuori ordinanza con una signorilità innata. A Torino simile a lei ho conosciuto solo Edoarda Fusi e l’avvocato Maria Adelaide  Zammitti Dal Piaz . Che differenza con le donne torinesi più in vista che Montanelli chiamava “madamazze”  e sono poco di più che delle “madamine”, che Gozzano descrive da Baratti a mangiare pasticcini.
 
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Tempo di asparagi
Gli asparagi di Santena,ma anche quelli di Poirino,sono tornati sulle nostre mense e nei menu dei ristoranti. L’”asparagiata”  tradizionale è però un retaggio del passato. Ai giovani non piace.
Io ricordo quando a Santena c’era “Pinin” quasi di fronte al castello dove riposa Cavour.
Faceva il rappresentante di tessuti e nei fine settimana si occupava del suo ristorante, celebre perché sembra frequentato dallo statista. Si metteva sulla strada con un tovagliolo bianco ad attirare l’attenzione di chi passava in macchina. C’erano contadini che vendevano asparagi appena colti.Festeggia i 70 anni di vita la Proloco di Santena ,che  ha avuto un ruolo importante nel difendere il prodotto tipico locale ,con la ripubblicazione  in anastatica  di una storia di Santena scritta nel 1961 dal parroco e dall’arciprete di Revigliasco.  Adesso tuttavia  è tutto diventato più difficile.  Forse si salva ancora la semplicissima trattoria della” Pace” a Santena. Anche il bel ristorante “Cacciatori” di Cambiano ha chiuso da tempo. La verità è che a Santena i terreni agricoli coltivati ad asparagi sono diventati edificabili e invece degli asparagi sono cresciuti i casermoni. Ci sono anche ,e sono sempre più rari,gli asparagi violetti di Albenga,una prelibatezza servita al Quirinale e alla Corte inglese. Slow Food ha creato i  suoi presidi quando gli asparagi quasi non c’erano più. Anche ad Albenga sui terreni migliori per la coltivazione degli asparagi direttamente sul  mare, hanno edificato palazzi già trent’anni fa. Bisogna stare attenti perché molti asparagi arrivano da altre zone: Sardegna,Campania ed altre regioni. L’obbligo di indicare la località di provenienza dei prodotti è diventato un optional. Ma non riguarda certo solo gli asparagi. 

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Vittimismo No TAV

Sabato scorso ,andando a comprare le famose fragoline di Nemi (quelle di San Mauro non si trovano più)al mercato di piazza Madama Cristina, un’attivista No Tav ,una bella ed esile ragazza, anche un po’  impacciata e timida,mi ha dato con gentilezza un volantino che vi invita ad una proiezione sulle presunte violenze da parte della Polizia nei confronti di manifestanti no Tav in Valle di Susa “nelle operazioni di ordine pubblico”. Il volantino non fa cenno alle illegalità commesse dai manifestanti,alle violenze in cui sono distinti  che hanno portato , in alcuni casi, all’accusa di terrorismo. Un’accusa forse esagerata,ma certo esistono,documentate da altri filmati,le prodezze non proprio gandhiane  dei No Tav. Anche la violenza verbale e i danni arrecati alle cose sono fatti incontestabili. Gli stessi blocchi dell’autostrada sono stati atti di illegalità per troppo tempo tollerati. Di questi aspetti gravissimi si tace. Dopo aver letto il volantino con attenzione,avrei voluto dirlo alla ragazza,ma non sono più riuscito a rintracciarla nella bolgia dei banchi in cui operano indisturbati borsaioli e ladri di ogni tipo e colore. Le fragoline potrebbe subire,ad esempio, il sovrapprezzo del costo di un cellulare. Ma di  questo i vigili in servizio pare non si accorgano.
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LETTERE (scrivere a quaglieni@gmail.com)

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Nella sua rubrica  ha citato Saverio Vertone, considerandolo “un po’ volubile” Non è stato troppo generoso? 

                                      Gianni Cusano 

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Ho conosciuto Vertone quand’era comunista duro e puro,l’ho frequentato quando si staccò dal Pci e scriveva sul “Corriere della Sera” ed anche quando fu deputato di FI.Quando passò con Dini e poi con la Margherita,tornando addirittura con i comunisti italiani,rallentai i nostri rapporti. Era un uomo complicato,colto,contraddittorio,aspro. Era anche di rara intelligenza. I suoi articoli ed i molti suoi saggi appaiono pregevoli. Ha creduto nel Pci,in Craxi, in Berlusconi  e poi lentamente è tornato alle origini.E’ passato troppo poco tempo dalla sua morte per dare giudizi.Figlio di un colonnello dell’Esercito caduto in Russia,era stato anche nella Repubblica sociale italiana. Definirlo volubile mi è sembrato inevitabile. Seppe andare controcorrente. Aveva l’ambiguità del laico che aveva abiurato le certezze del marxismo.Su di lui invoco una sospensione di giudizio che mi pare doverosa. C’è una parte dei suoi saggi destinati ad andare oltre le sue (discutibili) scelte politiche. Lo chiamavano professore,ma non era neppure laureato. E’ stato uno dei pochi intellettuali che Torino abbia avuto.E l’intellettuale ha il diritto- dovere di contraddirsi. Il politico molto meno.

PFQ

Il 7 maggio torna la “Run for Parkinson”

L’A.I.P. Associazione Italiana Parkinsoniani Sez. Cavallari di Torino, domenica 7 Maggio correrà la sua sesta edizione della “Run for Parkinson” allo stadio Primo Nebiolo

La corsa che è mondiale, in quanto nello stesso periodo gareggeranno tante città italiane ed estere, ha lo scopo di rendere sempre più nota la malattia (che conta circa 6000 malati in Torino e Provincia e circa 20000 in Piemonte) e sensibilizzare persone e istituzioni al sostegno del parkinsoniano e la sua famiglia; nonché dare visibilità all’Associazione che ai soci è vicina da 23 anni con varie attività finalizzate a rendere meno impervio il cammino della malattia.

La corsa non è competitiva, ma saranno raccolti i chilometri di ogni partecipante, che andranno a sommarsi con quelli di tutte le altre città italiane ed estere aderenti alla mondiale “Run for Parkinson”, nell’intento di correre, come recita lo slogan della Manifestazione, “La distanza che separa la terra dalla Luna”.

I podisti correranno dentro lo Stadio e nel Parco Ruffini. All’interno del Nebiolo (sui suoi 400 metri di pista) come consuetudine si camminerà o passeggerà, a seconda delle possibilità individuali e si vedranno deambulatori, carrozzelle, carrozzine con bebè e bambini correre a rendere ancor più gioiosa la giornata.

L’appuntamento allo Stadio Primo Nebiolo é alle ore 8,45 per le iscrizioni e consegna pettorale.La corsa prenderà il via alle ore 9,45 e terminerà alle ore 11,45.

Stilata la classifica si passerà alle premiazioni. Poi la “Festa” continuerà con un pic-nic … cantando con le “Vos grise an libertà”. Allo Stadio Primo Nebiolo sono disponibili docce, spogliatoi e armadietti (occorre il lucchetto). Al momento dell’iscrizione alla gara sarà richiesta un’offerta minima di 5 euro. A fine gara è contemplata una borsa con uno spuntino ed un omaggio per i partecipanti, nonché l’omaggio di una pianticella floreale.

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A.I.P. – Associazione Italiana Parkinsoniani G. Cavallari Torino

Tel./Fax 011 3119392 – N. Verde 800 884422

e-mail: info@parkinsoninpiemonte.it – Sito Web: www.parkinsoninpiemonte.it

 

 

La morosità soffoca il condominio

La morosità soffoca il condominio, anche in conseguenza della crisi economica. Sempre più spesso sia i condomini proprietari, che gli inquilini versano in ritardo, o non versano proprio le loro quote di spese condominiali. Come recuperare i crediti, che creano un contenzioso pesante e costoso per tutti?

Il Convegno promosso da Confedilizia in collaborazione con Confedilizia Regionale Piemonte e Valle d’Aosta e con Ape Torino Confedilizia dal titolo “Morosità nel condominio: debiti e recupero crediti, aspetti giuridici e fiscali”, che si terrà giovedì 4 maggio dalle 9,30 alle 13,30 nella Sala Convegni ATC di corso Dante 14, cercherà tramite la presenza e la partecipazione di professionisti del settore di spiegare gli aspetti giuridici e fiscali della morosità in ambito condominiale.

I saluti dei Presidenti: ATC Torino, Marcello Mazzù, Ape Confedilizia Torino, Erasmo Besostri, AGIAI, Tommaso Mongiovì,Collegio Geometri Torino, Ilario Tesio, Confedilizia Nazionale, Giorgio Spaziani Testa, apriranno i lavori. Interverranno alla Tavola Rotonda: Pier Paolo Bosso, presidente Confedilizia Piemonte e Valle d’Aosta, Annarosa Penna,responsabile legali Ape Torino Confedilizia, Carlo Besostri, consulente legale Ape Torino Confedilizia e Giorgio Cesare Amerio, consulente legale Ape Torino Confedilizia, Eugenio Mario Braja, professore dell’Università degli studi del Piemonte orientale,Giancarlo Carasso del Collegio Geometri di Torino e  Domenico Italia di AGIAI.

Modera Saverio Fossati, giornalista Il Sole 24 Ore.

Il Papa, gli sbarchi e i numeri

IL COMMENTO / di EffeVi

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Papa Bergoglio è andato a Sant’Egidio dove, davanti a una platea rigorosamente interreligiosa comme il le faut, ha tenuto un discorso molto alto e nobile su natalità e immigrazione. Con un inciampo logico: a un certo punto ha dichiarato testualmente: 

 “Se in Italia si accogliessero due migranti per municipio ci sarebbe posto per tutti”

 

Senza accodarci alle già nutrite polemiche politiche, parliamo di numeri crudi. Secondo Frontex, l’Agenzia che coordina il controllo delle frontiere dell’Unione Europea, nel 2016 sono sbarcati in Italia 181.436 migranti; nel 2017, 8.500 migranti sono sbarcati durante i soli tre giorni di Pasqua.

 

Forse Sua Santità si riferiva a questi ultimi e non ha completato la frase. O forse parlava per metafore. Però le agenzie di stampa e le televisioni, nel mondo di oggi, non sono fini esegeti e tendono a prendere tutto alla lettera, soprattutto da un Papa che li ha abituati a un certo stile, piuttosto diretto. Un Papa che piace proprio perché, si presume, dice quello che pensa senza troppi infingimenti (mica come quell’altro Bavarese, che era tutto un nascondersi dietro citazioni scritturali e letture difficili).

 

Fatto sta che, per far tornare i conti papali, mancano all’appello circa 82.000 Comuni. Neppure l’Argentina ne conta 90mila (anzi, quelli propriamente costituiti sono poche centinaia); in Italia poi, dopo le ultime fusioni, restano 7.947 campanili. Nella soluzione prospettata dal Vaticano, ogni Comune italiano dovrebbe ogni anno accogliere 22 migranti, non due. Ogni anno.

 

In teoria, in due anni il Comune di Moncenisio, con i suoi 35 residenti, in pochi mesi diventerebbe un paese di stranieri, operazione che agli occhi di chi non si deve occupare di amministrazione quotidiana deve apparire piuttosto semplice e anche simpatica, nel segno dell’arricchimento culturale.

 

Per farla più semplice per i semplici, forse sarebbe meglio che il vicario di Cristo in Terra si esprimesse sul piano dei principi, senza impegolarsi nei numeri: no son lo suyo, come direbbero le sue pecorelle bonaerensi. Qualche pierino potrebbe far notare che lo stesso Bergoglio, in quanto capo di Stato, regna con mano ferma su 600 cittadini vaticani, ben protetti entro le Mura Leonine, dove non si ammettono rifugiati dal 4 giugno 1944 – giorno della liberazione di Roma da parte degli Angloamericani.

 

Il Papa predichi, ammonisca anche severamente, richiami ai doveri dei Cattolici, ci mancherebbe. Ma lasci che di numeri, accoglienza, distribuzione si occupino le autorità civili del Paese che deve pensare a governare i flussi di immigrazione. E’ un po’ più complesso che dividere il numero di arrivi indiscriminati per il numero dei Comuni.

 

(foto: il Torinese)

Comau, trasformazione digitale con Microsoft e ICONICS

 

La  nuova soluzione Comau DiWo, supportata dalla tecnologia Microsoft, aiuta le aziende manifatturiere a ottimizzare l’efficienza e ridurre i costi. Cloud Computing, Machine Learning e Realtà Mista abilitano il monitoraggio da remoto  e la manutenzione predittiva e consentono di ottenere insight strategici, valorizzando i dati della linea di produzione e della supply chain

 

 In occasione di Hannover Messe 2017, l’appuntamento internazionale dedicato al mondo dell’industria in corso dal 24 al 28 aprile in Germania, Comau – azienda parte del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles e leader a livello globale nel settore dell’automazione industriale – nello spazio espositivo Microsoft mostra innovative soluzioni frutto della nuova collaborazione con Microsoft e ICONICS, sviluppate per ottimizzare i processi produttivi di aziende di qualsiasi settore industriale e area geografica in termini di efficienza e Total Cost of Ownership. Facendo leva su dati e insight operativi, rilevati in tempo reale da impianti, prodotti, persone e nel complesso dall’ambiente produttivo, Comau consente alle aziende manifatturiere non solo di incrementare l’efficienza dei macchinari e ridurre le operazioni di manutenzione, ma anche di migliorare le performance degli operatori e la capacità di plasmare le potenzialità delle nuove tecnologie digitali agli obiettivi di incremento di efficienza della produzione. In quella che rappresenta una vetrina internazionale d’eccellenza spicca quindi la proposta italiana di Comau, che con i suoi oltre 40 anni di esperienza nel mercato industriale e con il suo network multinazionale di 34 sedi, 15 impianti produttivi e 5 centri d’innovazione distribuiti in 17 Paesi, fa squadra con Microsoft e ICONICS per arricchire la gamma di soluzioni digitali al servizio delle aziende di tutto il mondo.

 

Il progetto Comau DiWo (Digital Workplace) è supportato dalla piattaforma cloud Microsoft Azure e dalla soluzione per l’Internet of Things Azure IoT Suite, oltre che dal sistema operativo Windows 10, che consentono di utilizzare in totale sicurezza i dati generati all’interno degli impianti industriali. Grazie all’uso combinato delle Universal App di Windows 10 e di soluzioni di Realtà Mista è possibile ridurre i tempi di inattività operativa, incrementare l’efficienza e localizzare più rapidamente i guasti, migliorando in questo modo la collaborazione e il lavoro in team. Con Microsoft HoloLens, Comau è per esempio in grado di controllare il robot Comau Racer3 che manipola componenti di varia natura in diversi ambienti produttivi e può già monitorare da remoto macchinari in fabbrica offrendo ai produttori un nuovo modo di interagire con i dati attraverso gesti naturali e senza utilizzare le mani. Le funzionalità di Machine Learning e l’Interoperabilità, garantita in primis dal supporto allo standard di comunicazione machine-to-machine OPC-UA, consentono di integrare i dati relativi alla produzione con fonti interne/esterne ottenendo insights di business e valore aggiunto lungo tutta la supply chain. Inoltre gli utenti possono accedere alla soluzione Comau DiWo attraverso qualsiasi device, macchinario, sensore, robot e altro tipo di strumentazione in uso presso l’azienda.

 

La nostra strategia volta a rendere l’automazione industriale sempre più ‘aperta’ ed easy-to-use si basa su innovative soluzioni come DiWo, il programma di ricerca e sviluppo sull’Industrial IoT di Comau. In questo ambito, la collaborazione e soprattutto la sinergia che deriva dall’unione del know-how di tre grandi aziende, messa in luce nella prestigiosa vetrina di Hannover Messe attraverso una applicazione sviluppata congiuntamente, ci aiuta nel percorso di sviluppo delle infrastrutture software per la ‘fabbrica 4.0’, applicandole direttamente negli stabilimenti industriali, nel pieno rispetto di criteri per noi fondamentali come sicurezza, velocità e semplicità di utilizzo” – ha rilevato Massimo Ippolito, Innovation Manager di Comau.

 

“L’Internet delle Cose, La Realtà mista, il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale stanno ridefinendo il mondo industriale e Microsoft si pone in questo senso come l’abilitatore del successo delle aziende che vogliono ripensare il proprio business in modo più efficiente, sostenibile e sicuro grazie alle nuove tecnologie. IDC stima che la fabbrica intelligente sia già una realtà ed entro il 2022 il 40% dei processi operativi sarà in grado di ‘auto-apprendere’ e ‘auto-ripararsi’: attraverso la tecnologia Microsoft stiamo aiutando le imprese italiane a cogliere le enormi opportunità che deriveranno da questa rivoluzione” – ha commentato Tiziana Olivieri, Direttore Divisione Enterprise e Partner di Microsoft Italia.

 

“Siamo entusiasti di collaborare con una realtà leader come Comau per offrire soluzioni intelligenti che possano guidare il percorso di trasformazione digitale delle realtà industriali italiane: grazie al progetto con Comau siamo sicuri di poter permettere a sempre più aziende di far leva su insight utili provenienti dall’interno e dall’esterno della fabbrica, garantendo al contempo sicurezza, flessibilità e interoperabilità” – ha commentato Fabio Moioli, Direttore della Divisione Enterprise Services di Microsoft Italia.

 

“ICONICS è orgogliosa di collaborare con Comau e Microsoft su questo interessante caso applicativo nel segno delle operazioni connesse, facendo leva su Microsoft HoloLens e sulla tecnologia IoT di Azure”, ha dichiarato Russ Agrusa, Presidente e CEO di ICONICS. “Con l’Holographic Machine Interface di ICONICS, gli utenti possono ora visualizzare rapidamente le informazioni necessarie in tempo reale e relative alla manutenzione predittiva, attraverso gesti naturali e operazioni intuitive che lasciano libere le mani. Queste capacità offerte dalla realtà mista ampliano le possibilità delle nostre soluzioni, consentendo ad ICONICS di rendere visibile l’invisibile per i clienti e i partner a livello globale”.  

 

 

DEMO IN FIERA

  • Ad Hannover Messe, Comau offre una demo di una soluzione focalizzata su business intelligence, remote controlling e monitoraggio operativo, oltre che sull’integrazione del customer service. Facendo leva su diversi scenari di malfunzionamento di un robot, si mostra come grazie alle piattaforme di Microsoft Azure IoT Suite e Dynamics 365, la soluzione è in grado di elaborare dati, creare alert immediati e identificare azioni correttive e competenze utili a risolvere il problema, concludendo con la pianificazione di una chiamata all’esperto giusto. Questo processo semplifica l’individuazione di anomalie e migliora l’efficacia degli interventi di riparazione in loco. Inoltre, facendo leva sulle funzionalità di analisi di Microsoft Power BI è possibile ottenere, in tempo reale, da diversi tipi di dashboard, insight utili per diversi ruoli con i dettagli necessari e sul device di preferenza.
  • In Fiera, presso lo spazio espositivo Microsoft, Comau mostra anche come ogni azienda cliente può ricevere attraverso il portale una diagnosi di base e avviare un dialogo via chat con un operatore di back-office disponibile a monitorare da remote il macchinario per risolvere il problema.
  • Allo stand, Comau dà infine dimostrazione della capacità di controllare un robot Comau Racer3 utilizzando la tecnologia ICONICS Holographic Machine Interface per rendere visibile l’invisibile: i tecnici di Comau usano infatti la realtà mista di HoloLens per monitorare da remoto gli impianti, offrendo ai produttori un nuovo modo per interagire con i dati della linea di produzione attraverso gesti naturali e operazioni che non richiedono l’uso delle mani. Gli operai sono quindi abilitati a interagire con ologrammi 2D e 3D sovrapposti all’ambiente di produzione reale per ottenere maggiori insight dalle operazioni. Un’applicazione che abilita scenari d’uso legati al monitoraggio da remoto, alla gestione degli asset e alla manutenzione predittiva.

 

Aleppo prova a rinascere

FOCUS /di Filippo Re

Aleppo prova a rinascere dopo quasi cinque anni di guerra civile. Dal luglio 2012 fino a dicembre 2016 Aleppo è stata trasformata in un grande campo di battaglia. Poi le forze governative siriane sostenute da russi, milizie iraniane e dagli Hezbollah libanesi hanno posto fine al lungo assedio che ha sventrato la città lasciando una lunga scia di morte e disperazione. È stata imposta la tregua e gli ultimi gruppi di ribelli siriani sono stati costretti a lasciare la parte orientale della città che occupavano da oltre quattro anni. Migliaia di Aleppini, in gran parte civili, sono morti e la città, un tempo una delle più belle e affascinanti del Medio Oriente, presenta oggi un volto spettrale.

Una città fantasma, con due milioni di abitanti rimasti al buio per cinque anni, senz’acqua, cibo e medicine e con gli ospedali ridotti a un cumulo di macerie. Ma com’era Aleppo prima della guerra civile, nella Siria del clan alawita degli Assad, del padre Hafez el Assad e del figlio Bashar? Negli anni Settanta e Ottanta il partito baathista al potere a Damasco divenne bersaglio dell’opposizione armata e numerosi alawiti furono eliminati. Il fatto più grave accadde proprio ad Aleppo il 16 giugno 1979 quando decine di cadetti, quasi tutti alawiti, della locale scuola di artiglieria furono massacrati da un gruppo di terroristi. Scrive Patrick Seale nella sua biografia di Hafez el Assad “Il Leone di Damasco”: “un insegnante, il capitano Ibrahim Yusuf, riunisce i cadetti nella sala mensa e fa entrare i guerriglieri che aprono il fuoco sui giovani. Trentadue restano uccisi sul colpo, secondo il rapporto ufficiale, e altri 54 vengono feriti. Ma altre fonti affermano che l’effettivo bilancio sarebbe almeno di 83 vittime. È una dichiarazione di guerra”. La reazione di Damasco non si fece attendere e centinaia di membri dei Fratelli Musulmani e degli oppositori baathisti finirono in carcere. Molti furono condannati a morte. Gli attacchi al potere erano una prassi quotidiana in Siria fin dall’intervento in Libano nel 1976 ma non c’era mai stato un attacco così grave prima di Aleppo. Fino a quel momento il governo di Damasco vedeva dietro ogni attentato la mano dei servizi segreti iracheni ma l’eccidio di Aleppo rappresenta indubbiamente un salto di qualità nell’offensiva contro la sicurezza dello Stato.

 REUTERS/Khaled al-Hariri 

Il nuovo nemico da combattere diventa l’opposizione interna vicina ai Fratelli musulmani. Tra il 1979 e il 1981 i terroristi sconvolgono Aleppo facendo oltre 300 vittime, in gran parte baathisti e alawiti. Arrivano improvvisamente nelle strade delle città siriane, piazzano bombe, bruciano gli edifici pubblici, costringono i negozianti a tenere le serrande abbassate, e sparano all’impazzata per cercare di controllare i quartieri. Accerchiati dalle forze di sicurezza e ormai in trappola, di frequente si facevano saltare in aria attivando le bombe legate alla cintura, iniziando una pratica che sarebbe diventata negli anni successivi sempre più rituale per i terroristi per non cadere nelle mani del regime. Dopo aver mirato molto in alto ai vertici del potere e delle forze di polizia ottenendo importanti successi ma senza riuscire a far crollare il governo, i Fratelli Musulmani provano a dar il colpo decisivo al regime bloccando il commercio e i trasporti, paralizzando le città e le attività lavorative. Riescono a far chiudere per due settimane il centro economico e finanziario di Aleppo e sfidano le autorità ad Hama, Homs, Idlib, Deir-ez Zor e in altre città. Il fronte interno scoppiò tra le stesse mani di Assad e la reazione fu durissima. Centinaia di esponenti della Fratellanza musulmana furono arrestati insieme a numerosi oppositori del regime, tra i quali il predicatore della Grande Moschea di Aleppo, lo sheik Zayn al Din Khayrallah, che aveva mandato in piazza decine di migliaia di persone a protestare contro il regime. Nel congresso regionale del Bath del dicembre 1979 – gennaio 1980 fu deciso di annientare l’opposizione armata. Le forze di sicurezza di Damasco, guidate da Rifat Assad, fratello del presidente Hafez, si scagliarono contro i Fratelli musulmani e fu un macello. Il clan laico degli Assad detestava in modo particolare i Fratelli Musulmani e, come ricorda Seale nella biografia di Hafez Assad, “fin dalla giovinezza Assad aveva combattuto i religiosi radicali ingaggiando con loro numerose risse nel cortile della scuola di Latakia. In effetti una corrente di islamismo militante aveva fatto parte della vita pubblica siriana fin dagli anni Trenta, quando sacche di resistenza islamica al regime francese erano spuntate un po’ ovunque nel Paese”. I membri della Fratellanza musulmana furono inseguiti ovunque, anche al di fuori del territorio siriano. Vendette sanguinose si registrano ad Aleppo nell’estate 1980 e ad Hama, dove centinaia di uomini e ragazzi minorenni vengono arrestati a caso e uccisi in strada. Per mettere a tacere l’opposizione religiosa estremista, il “Leone di Damasco” sguinzaglia servizi segreti e forze speciali oltre confine. Commando siriani danno l’assalto a campi di addestramento dei Fratelli Musulmani in Giordania mentre in Libano vengono uccisi alcuni giornalisti ostili al regime ma le rappresaglie governative non fermano le rivolte che minacciano l’ordine pubblico e mettono in ginocchio l’economia delle maggiori città della Siria.

In particolare ad Aleppo, dove nel marzo 1980 venne inviata la III Divisione dell’esercito con oltre 10.000 soldati e 250 mezzi corazzati sotto il comando del fratello Rifaat Assad per soffocare le sommosse e riportare l’ordine. Centinaia di oppositori furono uccisi ma non si hanno dati attendibili. La città fu militarizzata e in quasi tutte le strade era presente un carro armato. “In piedi sulla torretta del suo blindato, annota Patrick Seale nel suo volume, il generale Shafiq Fadyah grida agli aleppini di essere pronto ad uccidere anche 1000 uomini al giorno se sarà necessario per ripulire la città dalla “peste” dei Fratelli Musulmani. La sua divisione resterà ad Aleppo per un anno” come ricorda il console sovietico Anwar Ahmadov (i sovietici erano alleati di Assad già a quel tempo e oggi Aleppo, dopo la liberazione dai gruppi ribelli, è difesa da reparti siriani e russi con l’ausilio di un battaglione ceceno). Anche Hama conoscerà una terribile repressione nel febbraio 1982 che cancellerà un terzo della città e causerà la morte di circa 30.000 civili. Importante città commerciale e più ricca di Damasco, dopo la Grande Guerra Aleppo venne separata da Alessandretta e dal suo sbocco al mare e conobbe un periodo di declino. La nascita dello Stato baathista a Damasco fece perdere ad Aleppo l’importanza politica che aveva acquisito negli anni precedenti e il ruolo svolto successivamente durante le rivolte dei Fratelli Musulmani la fece diventare una città nemica. Assad la punì anche sotto il profilo industriale e turistico: la lasciò senza un aeroporto internazionale, senza un centro commerciale e priva di hotel di lusso. Restava però lo storico Baron’s Hotel, costruito ai primi del ‘900 da una famiglia di armeni, che ospitò tra gli altri re Faysal, Lawrence d’Arabia, lo scià di Persia e Agatha Christie, e accolse anche Assad nei primi anni della sua presidenza (1971-2000). Negli anni Ottanta le condizioni di Aleppo migliorarono nettamente con la ricostruzione della città devastata dalla stagione delle violenze, con la realizzazione di nuove ferrovie, strade e industrie. Si sviluppò in modo eccezionale l’Università di Aleppo che passò dai 5.000 studenti del 1980 ai 35.000 di cinque anni dopo. Oggi molti cristiani che vivevano ad Aleppo se ne sono andati, almeno i due terzi sono fuggiti. “Prima della guerra, ricorda il vescovo caldeo cattolico di Aleppo, Antoine Audo, questa era una città ricca e non mancava nulla. Ora i ricchi se ne sono andati, la classe media è diventata povera e i poveri sono miserabili. I giovani sono scappati per evitare di andare a combattere e i tecnici hanno perso il lavoro”. Secondo il Patriarca greco-ortodosso di Antiochia, Yohanna X, i cristiani di tutte le confessioni presenti oggi a Aleppo non sono più di 35.000.

 

Filippo Re

(Rivista “Il dialogo-al hiwar” del Centro Federico Peirone)

Boom turistico: anche nel ponte della Liberazione pienone negli hotel torinesi

Il ponte del 25 Aprile, tra venerdì 21 e lunedì 24 ha registrato per gli hotel torinesi, dopo i positivi dati ottenuti nelle vacanze pasquali, risultati superiori alla media. I dati sono dell’Osservatorio alberghiero della Camera di commercio  e di Turismo Torino, insieme  con le associazioni di categoria del settore.L’Osservatorio, nato nel 2010, raccoglie le informazioni di numerose strutture torinesi, per un totale di 3.714 camere, circa il 54% della capacità del comparto alberghiero in città (6.817). L’occupazione delle camere è stata pari al 78.1%  rispetto al 67.6%  di Pasqua:  in crescita del 16.1% sul  corrispondente periodo dell’anno prima. Le camere sono state vendute a una tariffa media  89,9 euro ( 85 nel periodo pasquale), in salita del 5,4% rispetto alla Festa della Liberazione 2016. I  ricavi medi per stanza ammontano a 70,2 euro, in crescita del 22,4%. 

(foto: il Torinese)

Il Monferrato casalese corteggia Torino

Torinesi venite a visitare e a conoscere le bellezze di Casale e del Monferrato. E’ il messaggio alla base di un progetto lanciato dall’amministrazione comunale di Casale Monferrato nei confronti del capoluogo subalpino, reso possibile grazie ad uno stanziamento effettuato dalla Regione Piemonte per valorizzare la Rete MoMu – Monferrato Musei (che racchiude Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi, Sacrestia del Duomo, Sinagoga e Musei Ebraici a Casale Monferrato, Sacro Monte di Crea e Cappella del “Paradiso”, Centro di Interpretazione del Paesaggio del Po a Frassineto Po, Museo Etnografico “Coniolo il paese che visse due volte”, Ecomuseo della Pietra da Cantoni a Cella Monte e Museo San Giacomo a Lu). Nell’ambito delle iniziative finalizzate a captare nuovi visitatori sono organizzate quattro gite gratuite riservate ai titolari dell’Abbonamento Musei Torino – Piemonte. Per partecipare è sufficiente essere in possesso della tessera Abbonamento Musei Torino – Piemonte per prenotare il proprio posto sul bus accedendo online alla propria area riservata oppure telefonando al numero verde 800 329329 attivo dalle 9 alle 18. La prima della serie è prevista domenica 7 maggio, “Casale capitale del Monferrato”. Si tratta di una dedicata alla scoperta dell’antica capitale che conserva importanti testimonianze artistiche e storiche: partendo dalla splendida Sinagoga con i Musei Ebraici e la mostra di Fabio Mauri si arriverà a visitare l’antica Cattedrale di Sant’Evasio con l’annessa Sacrestia Aperta per poi approdare, nel pomeriggio, al Museo Civico e alla Gipsoteca Bistolfi che custodiscono importanti testimonianze d’arte e dove è stato recentemente inaugurato il restauro del paliotto-arazzo fiammingo “La Circoncisione di Gesù”. Le altre date sono domenica 21 maggio, in concomitanza con la kermesse “Riso & Rose in Monferrato, domenica 24 settembre (il programma è ancora da definire) e domenica 8 ottobre “Dall’infernot al Paradiso” con una significativa puntata al Sacro Monte di Crea, da secoli meta devozionale delle genti monferrine e non solo. Ed è significativo che Casale, dopo anni in cui pareva avere lo sguardo (peraltro non ricambiato appieno) rivolto verso Milano, adesso riprenda a guardare nella direzione che le è naturale, ovvero Torino.

Massimo Iaretti

 

 

Idee appassionate di giovani creativi in erba

SAVE YOUR PASSIONS Per dar voce ai giovani leader del domani, Torino TED-Ed Club sceglie la Scuola Holden per presentare al pubblico le idee appassionate di giovani creativi in erba.

Per la prima volta a Torino, 14 storie che hanno in comune il dare valore alla propria unicità e alla voglia di lottare per salvare le proprie passioni dal rischio di estinzione.

Saranno raccontate in inglese da ragazzi torinesi – dai 15 ai 17 anni – che si esibiranno sul palco del General Store, l’auditorium della Scuola Holden, venerdì 28 aprile 2017, dalle ore 18 alle 20. Un evento che segue il format delle celebri conferenze TED – ideas worth spreading (“idee che val la pena diffondere”). I ragazzi racconteranno al pubblico le loro idee durante interventi singoli, della durata massima di 10 minuti: potrà essere un’innovazione che sono riusciti a progettare o a realizzare, oppure un’esperienza che ha avuto o avrà un impatto importante nella vita delle persone. La rete globale di TED-Ed conta 250.000 insegnanti che hanno portato il mondo di TED nelle loro scuole. Un progetto di cultura e apprendimento aperto a tutte le scuole di Torino, dove i giovani studenti possono condividere le proprie passioni ed esprimere le proprie idee e avere un’opportunità di formazione unica, che tiene conto di quello che sarà per loro il mondo del lavoro. Questo tipo di esperienza attiva ha come mission la stimolazione creativa dei ragazzi, per orientarli e sensibilizzarli verso argomenti di rilevanza mondiale a livello umanistico, artistico, tecnologico, filosofico e politico. I temi trattati possono essere il potere dei propri sogni, il non essere spaventati dall’essere se stessi, l’influenza e il condizionamento dei social, l’interrogarsi sul concetto di infinito e su come si vorrebbe morire, i progressi della scienza contrapposti alla legge che depenalizza la violenza domestica, la discriminazione, il cambiamento climatico, la felicità e le attività ludiche. Torino TED-Ed Club nasce dall’innamoramento per i TED TALKS di Gabriela Alvarez, Language e Skill Coach. L’idea prende il via dalla forte ambizione di coinvolgere studenti delle scuole medie e dei licei torinesi in un progetto innovativo, completamente gratuito, in cui imparare a comunicare e condividere le proprie idee di fronte a un pubblico. I talk presentati alla Scuola Holden sono il risultato di 13 incontri formativi, avvenuti in parte presso il Toolbok Coworking, durante i quali sono stati esplorati i principi del public speaking.

 

Il programma viene promosso con la definizione “1 ciclo 4 skill”: Public speaking, Lingua Inglese, Comunicare con video e presentazioni multimediali, Comunicare sui social per far crescere le idee. Attraverso lavori individuali e di gruppo, il programma è stato arricchito da incontri e workshop guidati da professionisti che lavorano nel campo della comunicazione digitale, per permettere ai ragazzi di esplorare tutte le possibilità del web. Gabriela Alvarez è diventata così licenziataria e Team Leader del progetto, con l’importante collaborazione di Riccardo Antonino, docente di Effetti Speciali a Ingegneria del Cinema e dei mezzi di Comunicazione del Politecnico di Torino e Tania Ciurca, ex studentessa del corso e professionista del settore. A sostegno dell’iniziativa anche Mauro Berruto, Amministratore Delegato della Scuola Holden, che ha sposato il progetto dando il via a una partnership che dimostra quanto la città di Torino sia un luogo dominato da entusiasmo e forti stimoli per i giovani. Supportano con la loro testimonianza Guido Avigdor – Fondatore di Eggers, Gianlorenzo Lagna – Fondatore di Jai Guru Deva-Il Network dei Creativi, Christian Racca – Presidente Associazione PLUG / Senior Engineer @TOP-IX e Mamma Bianca – Bianca Gardella, una mamma entusiasta.

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Per partecipare all’evento è gradita la prenotazione: www.torinotededclub.com

I migliori talk saranno successivamente candidati per i main event dedicati ai giovani in Italia e all’estero.Il successo e l’entusiasmo di questa iniziativa ha stimolato l’interesse di ragazzi provenienti da diverse scuole. Gabriela e il suo team di professionisti stanno già lavorando alla seconda edizione, raccogliendo nuove adesioni per il prossimo ciclo di laboratori.

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Scuola Holden – Storytelling & Performing Arts, in Piazza Borgo Dora 49 a Torino.

Congresso internazionale sulla fisioterapia

I fisioterapisti si confrontano sul tema della molteplicità delle diagnosi: medica, fisioterapica, differenziale

L’appuntamento annuale del congresso scientifico di AIFi Piemonte e Valle d’Aosta verterà sul lavoro del fisioterapista e il suo rapporto con le possibili diagnosi con cui il paziente viene preso in carico.Dalla diagnosi medica, con la sua specificità ma anche le sue limitazioni nel classificare il problema del paziente, alla diagnosi fisioterapica, che cerca con un approccio biopsicosociale di abbracciare tutti i bisogni di salute della persona, passando per il riconoscimento, attraverso la diagnosi differenziale, di patologie gravi che possono mascherarsi a lungo sotto la forma di sindromi comuni: una sfida per i professionisti sanitari anche a fronte dei nuovi risvolti della legge sulla responsabilità professionale (legge Gelli).Durante il congresso verrà presentato un bando di finanziamento per progetti di ricerca scientifica nell’ambito della fisioterapia promossi dall’associazione, e sarà presentato un progetto di accesso alla biblioteca virtuale sanitaria del Piemonte(BVS-P) da parte anche di professionisti non dipendenti dal sistema sanitario regionale.Interverranno diversi ospiti di elevato calibro scientifico sia nazionali che internazionali e ci si confronterà su come il fisioterapista viene educato a sviluppare il suo particolare spirito di ascolto e osservazione.L’AIFi (Associazione Italiana Fisioterapisti), è l’organizzazione che promuove e tutela la professione del fisioterapista in Italia.Ha sedi in ogni regione e raggruppa circa 10.000 professionisti a livello nazionale, più di 1.000 in Piemonte e Valle d’Aosta.La sua principale mission è sviluppare la cultura della prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie che interessano svariati ambiti, tra cui quello ortopedico, neurologico e delle funzioni viscerali, garantendo il massimo rispetto dell’integrità della persona anche in presenza di gravi disabilità.

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www.aifi.net

www.piemontevalledaosta.aifi.net

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29 aprile 2017

ore 9:00/18:00

Hotel Fortino –

strada del Fortino 36

Torino