Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Terrorismo. Un’accusa forse esagerata, ma certo esistono, documentate da filmati, le prodezze non proprio gandhiane  dei No Tav. Anche la violenza verbale e i danni arrecati alle cose sono fatti incontestabili. Gli stessi blocchi dell’autostrada sono stati atti di illegalità per troppo tempo tollerati

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L’eroismo stoico di Chicco
 La scrittrice Elisabetta Chicco,appena uscita dal pronto soccorso,molto provata e visibilmente  sofferente, ha affrontato la presentazione del suo nuovo libro “Nietzsche. Psicologia di un enigma”.Ha fatto un lucido intervento  di un quarto d’ora,dimostrando un vero e proprio eroismo stoico. Il folto pubblico l’ha applaudita a lungo.E ovviamente ha ascoltato la presentatrice,la brillante  docente di filosofia   Carla Barbero , ed ha discusso con lei . Si è anche intrattenuta con i lettori ,firmando molte copie del libro. Alla fine è uscita a fatica dalla sala sorretta dal marito.Mi è capitato di dover supplire all’ improvvisa assenza di relatori che, per una minima indisposizione, danno forfait.  Addirittura ho conosciuto relatori che ambivano quasi esclusivamente  ad  ottenere il loro nome nel panel , vere prime donne viziate e poco serie. Potrei citare ,ad esempio, il compianto Nico Orengo che si faceva notare per le sue assenze neppure anticipate da una telefonata  e per la sua smemoratezza indisponente.
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Il Guazzaloca torinese che non ci fu 
E’ morto Giorgio Guazzaloca,il macellaio colto di Bologna che nel 1999 riuscì a farsi eleggere sindaco di Bologna che sembrava una roccaforte comunista inespugnabile. Fu un segnale importante. Non saprei dire se fu un buon sindaco.  Un Gazzaloca torinese non ci fu. Costa andò  molto vicino a superare nel ballottaggio  Castellani ,Rosso riuscì a portare Chiamparino,subentrato a Carpanini morto all’inizio della campagna elettorale,al ballottaggio. A riuscire vincitore nella contesta poteva solo Enzo Ghigo, presidente della Regione Piemonte  per dieci anni,uomo capace,con i piedi per terra, radicato e stimato a Torino e in Piemonte per il suo buongoverno.  Il centro-destra con Rocco Buttiglione candidato sindaco scelse il suicidio e fece trionfare Chiamparino al primo turno. E’ strano che il centro-destra non sia riuscito a trovare un candidato torinese credibile,se se si eccettua la candidatura di testimonianza dell’assessore regionale Michele Coppola. Nell’ultima tornata elettorale si è addirittura diviso con tre candidati diversi in corsa. Il risultato non poteva che essere pessimo. Eppure c’erano professionisti e professori che avrebbero potuto essere alternativi al centro- sinistra. Alcuni non ebbero il coraggio di accettare,altri non furono mai interpellati. Un ricambio democratico al “sistema Torino” avrebbe evitato il successo grillino, come è accaduto a Milano l’anno scorso nello scontro tra Sala e Parisi .Ma, in effetti, il sistema Appendino è in linea di continuità con il sistema Chiamparino ed a molti questa continuità fa molto comodo.Fassino resta un’altra cosa,anche se fu imprigionato dal sistema consolidato nei decenni  e dai debiti contratti dal suo predecessore. Anche solo l’idea   di candidare il prof. Buttiglione, che a Torino fece un anno di liceo al “d’Azeglio” quando il padre era questore, fa accapponare la pelle:sarebbe bastato un macellaio come Guazzaloca, senza andare a cercare il candidato a Gallipoli.
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Vanna Chirone Wick        
 Venerdì gli amici hanno accompagnato al cimitero Vanna Chirone Wick,mancata a 92 anni dopo lunga malattia. Era la vedova del prof. Giancarlo Wick, scienziato di fama internazionale,figlio di Barbara Allason, liberale torinese antifascista,amica di Benedetto Croce .Giancarlo era stato uno stretto collaboratore di Enrico Fermi. Una volta venne al “Pannunzio” a parlare dei “ragazzi di via Panisperna” e del suo  maestro. Ho a lungo frequentato Vanna e Giancarlo Wick che abitavano al 35 di Via Maria Vittoria. Una coincidenza che mi ha offerto l’opportunità di conoscere un uomo che superava anche il celebrato Tullio Regge che fu deputato al Parlamento Europeo. Wick amava la riservatezza di una vita appartata. Vanna gli è sopravvissuta per un quadro di secolo. Parlava poco con le persone ,ma più volte mi ha raccontato la sua vita. Wick e mio padre erano ricoverati in due stanze vicine nello stesso  repartino delle Molinette. Avemmo tante volte occasione di parlare in momenti difficili per ambedue nell’anno horribilis 1992. Era ricoverato anche il prefetto Carlo Lessona.  Non voglio scrivere dei nostri dialoghi  che continuarono negli anni ,perché forse  Vanna non gradirebbe .Voglio però ricordarla come una grande donna colta e raffinata che viveva con la stessa dignità della grande suocera scrittrice e germanista  che nella villa di Pecetto dava ospitalità alle riunioni clandestine degli antifascisti.  Era gente fuori ordinanza con una signorilità innata. A Torino simile a lei ho conosciuto solo Edoarda Fusi e l’avvocato Maria Adelaide  Zammitti Dal Piaz . Che differenza con le donne torinesi più in vista che Montanelli chiamava “madamazze”  e sono poco di più che delle “madamine”, che Gozzano descrive da Baratti a mangiare pasticcini.
 
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Tempo di asparagi
Gli asparagi di Santena,ma anche quelli di Poirino,sono tornati sulle nostre mense e nei menu dei ristoranti. L’”asparagiata”  tradizionale è però un retaggio del passato. Ai giovani non piace.
Io ricordo quando a Santena c’era “Pinin” quasi di fronte al castello dove riposa Cavour.
Faceva il rappresentante di tessuti e nei fine settimana si occupava del suo ristorante, celebre perché sembra frequentato dallo statista. Si metteva sulla strada con un tovagliolo bianco ad attirare l’attenzione di chi passava in macchina. C’erano contadini che vendevano asparagi appena colti.Festeggia i 70 anni di vita la Proloco di Santena ,che  ha avuto un ruolo importante nel difendere il prodotto tipico locale ,con la ripubblicazione  in anastatica  di una storia di Santena scritta nel 1961 dal parroco e dall’arciprete di Revigliasco.  Adesso tuttavia  è tutto diventato più difficile.  Forse si salva ancora la semplicissima trattoria della” Pace” a Santena. Anche il bel ristorante “Cacciatori” di Cambiano ha chiuso da tempo. La verità è che a Santena i terreni agricoli coltivati ad asparagi sono diventati edificabili e invece degli asparagi sono cresciuti i casermoni. Ci sono anche ,e sono sempre più rari,gli asparagi violetti di Albenga,una prelibatezza servita al Quirinale e alla Corte inglese. Slow Food ha creato i  suoi presidi quando gli asparagi quasi non c’erano più. Anche ad Albenga sui terreni migliori per la coltivazione degli asparagi direttamente sul  mare, hanno edificato palazzi già trent’anni fa. Bisogna stare attenti perché molti asparagi arrivano da altre zone: Sardegna,Campania ed altre regioni. L’obbligo di indicare la località di provenienza dei prodotti è diventato un optional. Ma non riguarda certo solo gli asparagi. 

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Vittimismo No TAV

Sabato scorso ,andando a comprare le famose fragoline di Nemi (quelle di San Mauro non si trovano più)al mercato di piazza Madama Cristina, un’attivista No Tav ,una bella ed esile ragazza, anche un po’  impacciata e timida,mi ha dato con gentilezza un volantino che vi invita ad una proiezione sulle presunte violenze da parte della Polizia nei confronti di manifestanti no Tav in Valle di Susa “nelle operazioni di ordine pubblico”. Il volantino non fa cenno alle illegalità commesse dai manifestanti,alle violenze in cui sono distinti  che hanno portato , in alcuni casi, all’accusa di terrorismo. Un’accusa forse esagerata,ma certo esistono,documentate da altri filmati,le prodezze non proprio gandhiane  dei No Tav. Anche la violenza verbale e i danni arrecati alle cose sono fatti incontestabili. Gli stessi blocchi dell’autostrada sono stati atti di illegalità per troppo tempo tollerati. Di questi aspetti gravissimi si tace. Dopo aver letto il volantino con attenzione,avrei voluto dirlo alla ragazza,ma non sono più riuscito a rintracciarla nella bolgia dei banchi in cui operano indisturbati borsaioli e ladri di ogni tipo e colore. Le fragoline potrebbe subire,ad esempio, il sovrapprezzo del costo di un cellulare. Ma di  questo i vigili in servizio pare non si accorgano.
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LETTERE (scrivere a quaglieni@gmail.com)

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Nella sua rubrica  ha citato Saverio Vertone, considerandolo “un po’ volubile” Non è stato troppo generoso? 

                                      Gianni Cusano 

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Ho conosciuto Vertone quand’era comunista duro e puro,l’ho frequentato quando si staccò dal Pci e scriveva sul “Corriere della Sera” ed anche quando fu deputato di FI.Quando passò con Dini e poi con la Margherita,tornando addirittura con i comunisti italiani,rallentai i nostri rapporti. Era un uomo complicato,colto,contraddittorio,aspro. Era anche di rara intelligenza. I suoi articoli ed i molti suoi saggi appaiono pregevoli. Ha creduto nel Pci,in Craxi, in Berlusconi  e poi lentamente è tornato alle origini.E’ passato troppo poco tempo dalla sua morte per dare giudizi.Figlio di un colonnello dell’Esercito caduto in Russia,era stato anche nella Repubblica sociale italiana. Definirlo volubile mi è sembrato inevitabile. Seppe andare controcorrente. Aveva l’ambiguità del laico che aveva abiurato le certezze del marxismo.Su di lui invoco una sospensione di giudizio che mi pare doverosa. C’è una parte dei suoi saggi destinati ad andare oltre le sue (discutibili) scelte politiche. Lo chiamavano professore,ma non era neppure laureato. E’ stato uno dei pochi intellettuali che Torino abbia avuto.E l’intellettuale ha il diritto- dovere di contraddirsi. Il politico molto meno.

PFQ

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