Dall’agricoltura all’intrattenimento, fino all’aerospazio, alla medicina, all’industria: la robotica sta assumendo una centralità nei sistemi di produzione e non solo mai conosciuta in passato. Questo grazie anche a interfacce sempre piu´ autonome, intelligenti e capaci di imitare il comportamento umano.

foto: il Torinese
Dal 21 al 23 giugno, Torino diventer¨¤ capitale europea della robotica, con pi¨´ di 120 esperti e ricercatori provenienti da 30 Paesi per la 26a edizione della conferenza RAAD (International Conference on Robotics in Alpe-Adria-Danube Region), ospitata dal Politecnico di Torino e promossa dai prof. Carlo Ferraresi e Giuseppe Quaglia (Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale).
Le 24 sessioni tematiche copriranno tutti i principali settori di ricerca e di applicazione della robotica. Si va dalla sessione dedicata ai droni, con le loro applicazioni estese ormai dall¡¯agricoltura alla tutela dei beni culturali, alla sicurezza, a quella che si occuper¨¤ di esoscheletri, cio¨¨ di strutture indossabili di supporto e potenziamento delle capacit¨¤ umane. Altre sessioni, solo per citarne alcune, saranno dedicate alle applicazioni biomediche, ai robot mobili (che possono essere di supporto ad esempio in caso di calamit¨¤), oppure ai dispositivi di afferraggio: le ¡°mani¡± dei nostri futuri compagni robotici.
Tutte queste nuove applicazioni rappresentano uno straordinario stimolo verso la ricerca e lo sfruttamento di nuovi materiali, strutture, attuatori, sensori, immagazzinamento energetico, tecniche di controllo. La Robotica ¨¨ oggi quindi un campo di ricerca nel quale coesistono tante discipline differenti.
Anche il Politecnico di Torino ha recentemente rafforzato ulteriormente la propria ricerca nel settore in direzione multidisciplinare, grazie alla creazione di un nuovo Centro Interdipartimentale coordinato da Marcello Chiaberge (Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni) e dedicato in particolare alla robotica di servizio, PIC4SeR, con lo scopo di accompagnare il mercato, attualmente in una fase di crescita, grazie ad un approccio alla ricerca di tipo multidisciplinare, basato sulle tecnologie e sulle applicazioni. In questo modo, sar¨¤ possibile unire e integrare soluzioni innovative legate non solo a controllo, percezione, intelligenza artificiale, sistemi di locomozione e architetture meccaniche intelligenti, ma anche agli aspetti della progettazione, dell¡¯interazione e della sicurezza, cos¨¬ come alle questioni sociali, economiche ed etiche sottese all¡¯introduzione dei robot in tanti campi della nostra vita.
L’Olanda ha comunicato formalmente la cancellazione della dicitura “Tonda Gentile delle Langhe” dal proprio registro vivaistico nazionale.
L’
L’amministratore è tenuto a convocare tutti i comproprietari
FOCUS di Filippo Re
suolo. Ma per il regime iraniano dietro l’assalto al centro del potere c’è la mano degli americani e dei sauditi che dopo aver rotto i rapporti diplomatici con il Qatar perchè sostiene il terrorismo ed è troppo vicino agli ayatollah, rivoluzionano le alleanze nel Golfo e puntano a destabilizzare la massima potenza sciita. Gli attentati a Teheran giungono in un momento di grande tensione nella regione cresciuta dopo il viaggio del presidente Trump a Riad dove accusò l’Iran di essere la base del terrorismo nel mondo. Secondo alcuni analisti una guerra frontale tra l’Iran e l’Arabia Saudita, che già si combattono per procura, con l’appoggio di eserciti locali e milizie fedeli, in Siria, Iraq e nello Yemen è oggi molto più vicina. Lo scontro tra sciiti e sunniti e gli attriti all’interno dell’islam sunnita (wahhabiti sauditi e Fratelli musulmani qatarini) può produrre conseguenze nefaste in tutta l’area. Dall’Intifada in Europa alla conquista dell’Asia: è una guerra a tutto campo, sanguinosa sul terreno e martellante sul web, quella lanciata dal Califfo, dall’ Iraq alla Siria, dalla Libia allo Yemen, dal Golfo all’Iran. 
movimento dei cittadini, i Basij (le milizie del popolo) e gli apparati che guidano la repressione? Tutti scavalcati da un manipolo di attentatori che si fanno beffe della sicurezza interna con invidiabili capacità tecniche e organizzative raggiungendo l’obiettivo di colpire gli odiati sciiti dentro le loro mura. Un attacco ai centri politici e simbolici della Repubblica islamica in perfetto stile militare e con le tecniche del terrore che ricorda quelle degli attentati compiuti in Europa dai gruppi jihadisti. Certamente qualcosa di molto più grave di un “problema di poco conto” come lo ha definito Ali Larijani, presidente del Majlis, il Parlamento iraniano. Un evento eccezionale che potrebbe avere serie ripercussioni in tutta la regione e nello stesso Iran. Sono le prime crepe che affiorano in un sistema impenetrabile da quasi 40 anni? Scricchiola la rigida impalcatura militare e teocratica del regno degli ayatollah? Si è trattato certamente di un attacco pianificato da settimane e forse da mesi e che ha potuto contare probabilmente sul sostegno di minoranze sunnite attive in alcune province meridionali del Paese. 
delle più grandi basi militari americane in Medio Oriente con oltre 10.000 soldati e un centinaio di cacciabombardieri. La strategia di Trump è quella di sostenere e difendere la visione saudita della regione con l’obiettivo di isolare il Qatar, rivale di Riad, per l’egemonia nel Golfo Persico. La crisi che spacca il Consiglio di Cooperazione dei Paesi arabi del Golfo e l’isolamento del Qatar, che punta già a nuove intese con Cina e Russia, rimescolano le alleanze nella regione: l’Iran offre a Doha il proprio spazio aereo e marittimo, invia aiuti alimentari a bordo di navi e velivoli da trasporto con tonnellate di merci mentre la Turchia prepara l’invio di truppe nell’emirato “sotto assedio” in base a un accordo di mutua difesa. A questo punto la presenza militare degli Stati Uniti nell’Emirato diventa fonte di preoccupazione per la stessa diplomazia statunitense.

totalmente appannato,per non parlare dello spirito italiano che pare essere evaporato insieme alla memoria storica. A quasi un anno dalla strage di Nizza si impone un momento di riflessione,senza cadere nei luoghi comuni e senza indulgere a tendenze razziste e xenofobe che vanno respinte con fermezza. Cambiare il diritto di cittadinanza ha un senso se prima si conduce una riflessione seria sui temi dell’integrazione. Non va confusa,per dirla con Weber, l’etica dei principi con l’etica della responsabilità. L’etica dei principi propende per lo Ius soli,quella della responsabilità ci porta invece al pessimismo,anzi ,se vogliamo essere schietti,al realismo. Dal dibattito parlamentare non sono emerse novità rispetto a quello avvenuto nell’ottobre del 2015 alla Camera dei Deputati, anche se questi due anni sono stati decisivi per capire il fenomeno del rifiuto dell’integrazione.
ho letto risposte convincenti. Chi governa non può limitarsi a guardare all’oggi,ma deve guardare al domani. Quando Fini si affannava a sostenere lo Ius soli ,io obiettai che a Fini le sorti della democrazia italiana interessavano poco,non foss’altro per le sue origini genetiche che poi ha finito di cancellare.Fini non credo abbia mai avuto un particolare interesse per le sorti della democrazia italiana. Ha scritto Dino Cofrancesco, una delle menti più lucide e libere,corazzate di senso storico:”Immaginiamo venti milioni di cittadini extracomunitari che abbiano acquisito il voto politico.(…) Se la democrazia è un principio irrinunciabile che fa corpo con l’idea stessa di libertà,preoccuparsi della composizione dell’elettorato non può essere considerato prova di regressione tribale e nazionalistica.”. Sono parole da meditare da parte di chi ama la democrazia e intende difenderla. Diventare italiani è una scelta che implica diritti ,ma anche precisi doveri. L’italianita’ è una cosa seria, essa implica anche identità e cultura.
La cantautrice Ella e la Onlus “Io sto con il Regina Margherita” contro il cyberbullismo.
IVREA – 16 giugno 2017 – ore 10.00, Salone dei 2000 – Corso Jervis n. 11
industriali, uffici, edifici destinati a servizi) con il loro contesto territoriale, e con l’obiettivo di supportare le politiche dell’amministrazione e la candidatura UNESCO nel processo di valorizzazione, anche economica, della Core Zone.
La G
“Giunge così a compimento
dell’area, inserita alla testata del bacino orografico padano e chiusa su tre lati dai rilievi alpini. Questa conformazione particolare “a catino”, contribuisce a rendere più difficile il rimescolamento e il ricambio dell’aria, in particolare nei bassi strati, influenzando direttamente ed indirettamente il trasporto, la dispersione e la deposizione al suolo di gas e aerosol presenti in atmosfera, determinando, in autunno ed in inverno, frequenti periodi di stagnazione nelle zone pianeggianti della regione.
Le previsioni sugli inquinanti.
gasolio, a partire da quelli più obsoleti fino a quelli più recenti, dal rinnovo dei veicoli adibiti al trasporto pubblico locale alla promozione della mobilità alternativa. Per quanto riguarda l’energia, dalla promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili alla riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici, dallo sviluppo del teleriscaldamento alla regolamentazione dell’utilizzo delle biomasse. Nel comparto industriale gli interventi vanno dall’applicazione delle migliori tecniche disponibili ai processi produttivi alla riduzione delle emissioni di polveri. In agricoltura le misure si concentrano sulle riduzioni di emissioni di ammoniaca in atmosfera dal comparto zootecnico e sulla limitazione della combustione dei residui colturali in campo nella stagione invernale, più problematica per l’accumulo di polveri sottili. Il piano sarà a breve consultabile sul sito della Regione nell’
Erano gli anni ’80, gli anni in cui tutto era lecito. Gli anni in cui il crimine passava spesso inosservato. Era una vita piena: c’era chi sguazzava nell’agio degli anni d’oro, chi tirava a campare arrangiandosi con quel che poteva. Ma erano anche gli anni in cui il boom delle droghe cominciava a mietere vittime
all’esterno questo mio malessere e quindi sarà l’altro a diventare marcio e vuoto. Ma allo stesso tempo ho bisogno di colmarlo quel vuoto, quindi decido di appropriarmi di ciò che credo possa essere in grado di farlo e mentre me ne approprio, per giustificare il mio gesto, lo accuso di essere malvagio, meritevole di qualsiasi azione io decida di compiere. Così funziona la psiche di un narcisista patologico. Ora cerchiamo di capire, nello specifico, come ha funzionato quella di Giancarlo. Il nostro assassino faceva il camionista. Tante ore da solo, lungo strade più o meno conosciute. I suoi compagni di viaggio erano le sue droghe.
delle sue vittime che le ha uccise perché gli ricordavano la sua matrigna, donna che odiava. Le vittime erano tutte prostitute sulla quarantina. Donne oggettivamente poco attraenti, trasandate. Altra frase detta da lui stesso “erano vecchie, grasse e poco curate”. È probabile che quest’associazione inconscia lo abbia spinto ad uccidere, ma è anche probabile che esse rappresentino il rancore verso sua madre e l’odio che provava nei suoi confronti per averlo abbandonato, ma che era “molto più accettabile” per la sua labile psiche affermare che questi gesti così brutali erano compiuti a causa di una matrigna non benvoluta.
cadavere in un campo. Lì ho deciso di bruciarlo. Un po’ di benzina e poi il fuoco”. Era il 1983 quando cominciò. E il 25 agosto 1986, per puro caso, fu catturato. Tre anni in cui sei donne sono state strangolate, due freddate con colpi di arma da fuoco, una sgozzata. Giancarlo Giudice fu condannato all’ergastolo in primo grado e ritenuto totalmente capace di intendere e volere.