ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 563

Il trend positivo di Iren

Risultati operativi e investimenti in forte crescita

 

Prosegue anche nei primi 6 mesi dell’anno la crescita di Iren nel solco dei positivi risultati conseguiti dalla società nel 2017 e, più in generale, negli ultimi 3 anni.

Il Consiglio di amministrazione della multiutility ha infatti approvato i risultati consolidati al 30 giugno 2018 con ricavi pari a 1,94 miliardi di euro in crescita del 6,8%, Ebitda a 505,8 milioni di euro (+14,4%) e Utile netto a 187,2 milioni di euro (+29,2%), “indicatori tutti positivi, secondo il Presidente Paolo Peveraro, grazie alla solidità del nostro modello multi-business e alla capacità di coniugare le leve di crescita interna e lo sviluppo per linee esterne. Sviluppo che continuerà con la previsione di completare entro l’anno alcune importanti operazioni. Nel primo semestre una parte importante della crescita è attribuibile proprio alle operazioni di consolidamento chiuse negli ultimi 12 mesi, tra le quali spicca l’aggregazione con ACAM La Spezia, perfezionata ad aprile di quest’anno. Quest’ultima, insieme al costante aumento degli investimenti tecnici, enfatizza il ruolo di motore di sviluppo che il Gruppo riveste per i propri territori di riferimento e la sua accresciuta capacità attrattiva”.

PAOLO PEVERARO PRESIDENTE GRUPPO IREN – FOTO SIMONE VITTONETTO

In uno scenario energetico non favorevole e in assenza di fattori positivi non ricorrenti registrati nel 2017, la crescita del Margine Operativo Lordo (Ebitda) è legata sia al riconoscimento di titoli di efficienza energetica per anni pregressi dovuti agli investimenti che il Gruppo ha effettuato nel teleriscaldamento, settore in cui è leader in Italia con oltre 87 milioni di metri cubi di volumetrie teleriscaldate sia all’ottenimento di circa 10 milioni di euro di sinergie, oltre al già citato contributo dell’aggregazione con ACAM La Spezia. Hanno inoltre contribuito positivamente i business a rete e il settore Ambiente.

 

La positiva dinamica registrata dal Gruppo si è riflessa nella robusta generazione di cassa, che ha permesso di coprire sia gli investimenti tecnici, in significativo incremento del 59%, sia la maggior parte dell’indebitamento derivante dall’aggregazione di ACAM La Spezia. “Escludendo le importanti operazioni di consolidamento effettuate nell’ultimo anno, il debito registrerebbe un ulteriore decremento pari a circa 106 milioni di euro, ha affermato l’Amministratore Delegato Massimiliano Bianco che ha annunciato per il prossimo settembre l’aggiornamento del Piano Industriale del Gruppo “con l’obiettivo di rendere Iren sempre più vicina al Cliente, fulcro centrale della nostra strategia”.

 

 

Librai addio per l’ignavia di Giunta e opposizione

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
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Era dal 1962 che all’inizio di corso Siccardi si vendevano libri usati. Poi è arrivata l’Appendino. Kaputt. Troppo cari gli affitti richiesti.  Risultato finale è stata la chiusura.  Eppure la vostra Sindachessa si è laureata alla Bocconi e dovrebbe sapere che 150 mila euro d’affitto  sono troppi per queste attività. Confida nell’affittare ad altri ? Chissà. Vuol dire che non conosce o che volutamente ignora. Risultato finale l’abbandono con la relativa incuria. E il degrado in pieno centro. Direi un ottimo risultato. Non si incassano 70 mila euro l’ anno. Non c’è più una storica attività, punto di riferimento per molti di noi, studentelli e non. Sarà che era invidiosa di cosa succede nelle nostre periferie e vuole portare il degrado in pieno centro.O forse è invidiosa degli insuccessi della Raggi, suo vero punto di riferimento,  e la vuole emulare a tutti i costi. Sì, avete letto bene: “vostra”, perchè io abdico da cittadino di Torino. Sto troppo male nel vedere la mia città lasciata allo stato brado. Dalle grandi questioni come Tav o Olimpiadi al decoro urbano tutto peggiora. E le opposizioni? Deboli o male organizzate. Vero, tanto chiasso in consiglio comunale o sul web e qualche intervista qua e là. Poi? Nulla . Nulla sul territorio. Come la chiusura di questo piccolo ed appunto storico punto di ritrovo, una fine nel silenzio generale. Un altro piccolo mattoncino per la chiusura totale della nostra città.  Ma l’ Appendino ha dei consulenti? Sembrerebbe di no. O, per meglio dire, non ha consulenti all’altezza. Eppure la sua giunta pare ne abbia assunti più di ogni altra giunta in tutta la storia della nostra città nella cosiddetta seconda Repubblica.  Sono i misteri dei pentastellati che fanno ciò che hanno contestato ai precedenti amministratori, moltiplicando. Incontro a Porta Palazzo Ermes, titolare dell’Abc, uno dei due librai sfrattati.
Mi dispiace… Mio padre era dal 62 che vendeva libri usati. Sono tristissimo.
Scusa, Piero Fassino come si è comportato?
Ha fatto tante promesse non mantenute. Ma almeno non ci ha sfrattato.
Cosa farai?
Mi trovate su internet.
Ed io capisco che “dimettermi ” da torinese è stata una stupidaggine. Simbolica, se volete, ma pur sempre una sciocchezza. Ho ceduto alla stanchezza di vedere questa chiusura progressiva per ” bancarotta”. Stanchezza per la totale solitudine ed impotenza nell’arrestare questo declino. Non che il mio dire od agire sia cosi fondamentale o essenziale. Ma voglio ancora ” battere le strade di questa città “. Per raccontarla. Una piccolissima goccia in un mare in tempesta. Ma non lasciamo nulla di intentato. Se poi il presidente di quartiere della zona centro facesse qualcosa per i librai di corso Siccardi non sarebbe male. Un presidente del centrosinistra che si opporrebbe a questo declino. Ma questa si chiama opposizione? Caro Pd, ci sei dentro anche tu in questa ignavia. Purtroppo.
Patrizio Tosetto

Da Fondazione CRT 5 milioni a volontariato, ricerca e cultura

Quaglia: “riconquistare i valori della solidarietà, della cittadinanza, della Comunità”

Quasi due milioni per le iniziative di assistenza alle categorie sociali più deboli ad associazioni di volontariato ad eventi destinati a valorizzare il territorio. E poi ancora circa 3 milioni di Euro per ricerca e istruzione e infine 775 mila euro per festival cinematografici, premi letterari, attività culturali e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico. E’ quanto ha stanziato ( per un totale di oltre 5 milioni di euro) la Fondazione CRT a sostegno di circa 400 iniziative del territorio: sono i risultati della prima sessione delle richieste ordinarie– ovvero le richieste di contributi non rientranti in alcun bando specifico – presentate nei primi quattro mesi del 2018 da enti operanti in Piemonte e Valle d’Aosta. “Con le erogazioni ordinarie la Fondazione CRT contribuisce a dare linfa alle tante attività e ai tanti soggetti impegnati nella crescita sociale, culturale, produttiva del Piemonte e della Valle d’Aosta. Siamo una ‘forza della società’ capace di sostenere le altre componenti della stessa – ha detto il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia . La capillarità del bando, ha aggiunto, che risponde alle molteplici esigenze territoriali (anche grazie all’impegno e alla rappresentatività del Consiglio della Fondazione ) sostenendo le realtà del Piemonte e della Valle d’Aosta, anche le più piccole, e le iniziative dalle stesse promosse nei vari ambiti – cerca di ricucire i legami, spesso sfilacciati, di coesione della società: quest’ultima, percorsa negli ultimi anni dall’illusione dell’accesso immediato ai servizi e alle opportunità, può essere aiutata anche dal sostegno delle Fondazioni a riconquistare i valori della solidarietà, della cittadinanza, della Comunità”. 

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“Il carattere innovativo delle iniziative proposte, la loro qualità e le potenziali ricadute sul territorio, sono tutti elementi centrali del processo di valutazione delle richieste ordinarie – ha affermato il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci .  Scorrendo i beneficiari dei contributi si trovano, ad esempio, il Soccorso alpino e speleologico piemontese di Grugliasco per l’acquisto delle nuove divise e dell’abbigliamento tecnico per i volontari della Regione Piemonte; l’Unione Montana dei comuni del Monviso Paesana per il concerto di Ferragosto Monviso Unesco 2018 che torna a Pian Muné, nell’ampio anfiteatro che ha come sfondo il Monviso; l’Associazione di promozione sociale “La bottega del possibile” di Torre Pellice per la realizzazione del 24° punto di ascolto sulla domiciliarità con focalizzazione sul tema dei minori; Dynamo camp di Marcello Pistoiese per “La terapia ricreativa per i bambini fragili di Torino”; la Fondazione cuneese Nuto Revelli Onlus per la “Rinascita pastorale alpina: progetto per un modello replicabile di insediamento produttivo permanente nella borgata Paraloup”. Nel ambito ricerca e istruzione, contributi al Centro Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi Torino per un progetto di formazione nelle scuole superiori sul tema “Internet, fake news e bolle informative”; la Fondazione Teatro Regio e Articolo Nove (dell’Opera Murialdo) per un programma educativo e di alternanza scuola-lavoro nelle periferie di Torino; la Fondazione Clément Fillietroz (Osservatorio Astronomico Valle d’Aosta) per l’attività di ricerca su nuclei galattici attivi e asteroidi; l’Associazione View Conference per le iniziative di rilievo internazionale View Conference 2018 e Viewfest 2018 che si svolgeranno quest’anno alle OGR; l’Istituto di Medicina dello Sport con il progetto “Drop out sportivo” per una maggiore consapevolezza degli effetti dell’abbandono dell’allenamento sulla crescita organica, sociale e motoria degli adolescenti; la Fondazione Donat Cattin per l’attività di ricerca nel centenario della nascita di Carlo Donat Cattin nel 2019; Sono inoltre stati sostenuti 40 progetti di ricerca degli Atenei del territorio e di enti di ricerca pubblici: le tematiche vanno dall’agroalimentare alla medicina, dalle scienze umane alla veterinariaNel campo Arte e Cultura le risorse vanno, in particolare, a “Scrittorincittà 2018” che ogni anno richiama a Cuneo 30.000 visitatori; “Corto e Fieno. Festival del cinema rurale” di Novara che promuove un recupero delle tradizioni della terra in chiave innovativa; il progetto “Il richiamo della foresta. Festival di arte, libri e musica in montagna” a Brusson, nella cornice delle Alpi valdostane; l’iniziativa “Sul Filo del Circo Lab” di Cirko Vertigo. E ancora: “Torino design of the city 2018 – verso una città accessibile”; il congresso di rilevanza internazionale dell’IIC – International Institute for Conservation of Historic and Artistic Works sulla conservazione preventiva del patrimonio artistico; Open Singing, appuntamento speciale nell’ambito del Festival Internazionale MITO Settembre Musica: un concerto aperto alla cittadinanza invitata a cantare insieme a coristi professionisti e a un direttore sul “palco” delle OGR.

Nell’ambito Ricerca e Istruzione sono stati approvati 157 contributi per complessivi 2,7 milioni di euro: 971.000 euro destinati agli Atenei e circa 1,7 milioni a enti del territorio. Tra i beneficiari vi sono

– 5,3 milioni di euro a sostegno di circa 400 iniziative del territorio: sono i risultati della prima sessione delle richieste ordinarie della Fondazione CRT – ovvero le richieste di contributi non rientranti in alcun bando specifico – presentate nei primi quattro mesi del 2018 da enti operanti in Piemonte e Valle d’Aosta.

Attraverso le due sessioni annuali dedicate alle richieste ordinarie, la Fondazione CRT sostiene un ampio ventaglio di attività e soggetti – sia piccole realtà, sia istituzioni di maggiore dimensione – capillarmente distribuiti in tutte le province piemontesi e in Vallée.

 

Grana Qui Ticket: come tutelare gli esercenti?

Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative del Piemonte chiedono un tavolo di crisi con la Regione per cercare forme di tutela nei confronti del debito insoluto causato dai buoni pasto non rimborsati Qui Ticket, di Qui group Spa. È quanto emerso nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris dove, nella pausa dei lavori del Consiglio regionale, sono state audite le delegazioni dei rappresentanti degli esercenti. Il quadro d’insieme, che riguarda diverse regioni su tutto il territorio nazionale, non è ancora ben chiaro – come è stato lamentato dagli auditi –, ma le dimensioni del fenomeno sono tali da essere paragonabile ad una vera e propria crisi industriale che riguarda centinaia di esercenti, che rischiano di chiudere e migliaia di lavoratori, che rischiano il posto di lavoro, solo in Piemonte. Il tavolo di crisi avrebbe lo scopo di trovare una salvaguardia per il debito degli esercenti causato, peraltro, da un appalto pubblico e per definire il perimetro del debito e lo stato dei pagamenti pubblici. L’incontro si è svolto alla presenza di numerosi consiglieri dei vari gruppi politici ed è stato coordinato dalla vicepresidente dell’Assemblea, Angela Motta, con il consigliere segretario Giorgio Bertola, il presidente della terza Commissione Raffaele Gallo e, per l’Esecutivo regionale, l’assessora al Lavoro, Gianna Pentenero.

WWW.CR.PIEMONTE.IT

Comprare frutta e verdura con un click

Dopo Roma, Milano, Firenze e Lecce sbarca anche a Torino il servizio di ORTO E PORTO, la startup che ha creato una piccola rete di agricoltori e permette ai “cittadini” di acquistare frutta e verdura direttamente dal campo, con un click. Moncalieri, Trofarello, Chieri, Cambiano, Envie: arrivano dalle campagne torinesi i prodotti genuini che da oggi possono essere acquistati anche a Torino, in base alla stagione e alla disponibilità. E’ la spesa agricola 2.0, economica, tecnologica, genuina e due volte green. Perché le startup che si sono unite nel progetto sono due e sono entrambe a vocazione green: ORTO E PORTO E TAKE MY THINGS. Il modello di business è semplice: Orto e Porto permette ai piccoli agricoltori di vendere i propri prodotti sul web e Take my Things si occupa di trasportarli a casa dei clienti. Orto e Porto è una  startup leccese che mette in contatto produttori agricoli e consumatori attraverso una piattaforma innovativa, disponibile via web e su app, che promuove un’alimentazione di qualità ed ecosostenibile. Km0, filiera corta, niente sprechi, niente intermediari, pochissime emissioni CO2. I piccoli produttori agricoli aderenti possono ricreare sul web il loro banco del mercato virtuale, esponendo i propri prodotti, evidenziando prezzi, offerte e servizi speciali. Chi compra inserisce con pochi click la lista della spesa, seleziona l’orario e l’indirizzo desiderati e le consegne vengono garantite nell’arco di 24 ore. Take My Things è un delivery network in perfetto stile sharing economy che sfrutta la rete per trasportare velocemente oggetti in tutta Italia. L’idea è nata per i trasporti tra privati ma il servizio funziona così bene (è veloce, dinamico, economico e 24 ore su 24) che anche alcuni negozi e realtà commerciali stanno iniziando ad utilizzarla. E da oggi anche frutta e verdura viaggiano con Take my Things. Nel caso di Orto e Porto il cliente non deve occuparsi di nulla, ci pensa la piattaforma. Ma se ho bisogno di trasportare un oggetto? Scaricare la App Take My Things è gratuito, iscriversi semplice e veloce. Basta inserire l’oggetto, l’indirizzo di presa e di consegna, la data e l’ora massima per la consegna, la cifra che si è disposti a pagare. Fatto questo Take My Things incrocia i dati inseriti creando una rete in grado di soddisfare le esigenze di trasporto 24 ore su 24. Guardandola da un altro punto di vista Take My Things è un’opportunità di business. Semplice e remunerativo. Perfetto per chi sta ancora studiando e vuole arrotondare con un piccolo lavoretto ma ancor di più per tutti quelli che non hanno un lavoro fisso e possono provare a guadagnare qualcosa. La transazione è lineare, l’accordo avviene in fase di match. L’offerta è chiara ed è il trasportatore a decidere se accettarla. Ancora un dettaglio. Take my Things è green, perché consente di ottimizzare gli spostamenti e di fare del peer-to-peer un’opportunità.

 

www.takemythings.com

www.ortoeporto.it

“Dimmi chi sono” per aiutare Sarita

È online su indiegogo.com la campagna di crowdfunding per il film Dimmi chi sono, diretto da Sergio Basso e prodotto dalla società torinese La Sarraz Pictures con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund.

C’è tempo fino al 12 agosto per contribuire alla raccolta fondi di Dimmi chi sono diretto da Sergio Basso e prodotto da La Sarraz Pictures, società di produzione cinematografica nata nel 2004 a Torino e che ha realizzato più di venti progetti tutti presentati e molto spesso premiati nei più prestigiosi festival di cinema​. Dimmi Chi Sono racconta le vicende di Sarita, una ragazza di 13 anni nata a Khudunabari, un campo profughi in Nepal dove dal 1990 vivono più di 100.000 esiliati bhutanesi. Una storia incredibile, ma sconosciuta. La Sarraz Pictures ha deciso di fare una scommessa: raccontare questa tragedia in modo totalmente innovativo e sorprendente. In Dimmi Chi Sono i rifugiati non racconteranno il loro passato e non spiegheranno cosa vuol dire perdere la propria identità. Lo canteranno e lo danzeranno. L’ironia è la sorprendente arma per raccontare una tragedia. Questo film combina due generi apparentemente molto lontani fra loro, il musical e il documentario. Un ibrido nuovo, dunque, la cui lavorazione è iniziata nel 2008. Le riprese sono finite, Dimmi Chi Sono è stato girato, ma per permettere al film di essere distribuito nei cinema quest’anno c’è bisogno del supporto di tutti coloro che vogliono dar voce alla storia di Sarita e del suo popolo. Per tutte le donazioni sono previste delle ricompense speciali, l’elenco è consultabile sulla pagina della campagna di crowdfunding (http://igg.me/at/dimmichisonofilm). “In questo momento politico e storico” afferma Alessandro Borrelli, produttore de La Sarraz Pictures, “credo che il Cinema debba essere sempre più veicolo di un messaggio culturale. Abbiamo iniziato a lavorare a Dimmi Chi Sono molti anni fa, anni in cui non pensavamo che questa vicenda – che parte da una storia piccola per raccontare un concetto universale – sarebbe stata così tristemente attuale. Ottanta minuti per fermarci a riflettere sul concetto di identità e sradicamento di persone che troppo spesso non vengono considerate come tali.”

 

Per contribuire alla campagna: http://igg.me/at/dimmichisonofilm

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/dimmichisonofilm/ http://www.lasarraz.com/

Gli industriali: “Bloccare la tav è una disgrazia”

Gli industriali torinesi si dicono “allibiti per il valzer di posizioni sul futuro della Tav, portato avanti dagli esponenti del Governo”. Ed esprimono preoccupazione per “l’inquietante piega che sta prendendo la situazione, a fronte anche delle ultime dichiarazioni del premier Conte, che annuncerebbero uno stop al progetto”. Lo sottolinea il presidente degli industriali di Torino, Dario Gallina, che aggiunge: “Fermare la Tav sarebbe un gesto autolesionistico, una disgrazia. Tornare indietro non si può e non si deve perché le conseguenze sarebbero drammatiche. In questo modo si svende il futuro del Nord industriale italiano”.

Ecco il nuovo settore cinofilo Anpas

Anpas Comitato Regionale del Piemonte ha riorganizzato il settore cinofilo con la nomina del nuovo responsabile regionale del Nucleo cinofilo, Fabrizio Rabelli, e la costituzione di un gruppo di lavoro di sei persone, tutti provenienti della Pubblica Assistenza Cusio Sud Ovest di san Maurizio d’Opaglio

 La nuova squadra coordinata da Fabrizio Rabelli – composta dai volontari Arianna GioriaAntonio EmidioLuciana BocconiValter Sinigaglia e Umberto Ferrari – intraprenderà le azioni necessarie allo sviluppo del settore cinofilo regionale in conformità con le direttive nazionali Anpas. Le principali tematiche oggetto di analisi da parte del gruppo di lavoro sono le linee di programma, i percorsi formativi comuni e standard operativi, la promozione di iniziative, progetti ed eventi a carattere nazionale e regionale, le metodologie interne di intervento. Gli ambiti di azione del Nucleo cinofilo Anpas Piemonte saranno le attività di soccorso inerenti la protezione civile (ricerca di superficie, ricerca sotto macerie, salvataggio in acqua), la pet-therapy e l’attività di carattere sociale a favore di anziani, minori, non normodotati, persone in difficoltà, il supporto alla persona e alla salvaguardia del territorio, la diffusione della cultura cinofila e di sistemi di addestramento e controllo finalizzati anche alle buone prassi da adottare nella vita sociale.Attualmente il Nucleo cinofilo Anpas Piemonte è composto da due unità cinofile abilitate alla pet-therapy (“Tripla A”: assistenza con l’ausilio di animali) del Corpo Volontari Soccorso di Villadossola e da due unità cinofile in addestramento provenienti dalla Pubblica Assistenza Cusio Sud Ovest di San Maurizio d’Opaglio e dalla Croce Verde PineroloFabrizio Rabelli, responsabile Nucleo cinofilo Anpas Piemonte: «In questi mesi di lavoro ci siamo impegnati soprattutto nel reclutamento e nell’addestramento delle unità cinofile, conduttore e cane. Non dimentichiamo che il conduttore deve essere costantemente preparato sotto il punto di vista tecnico, fisico e psicologico. Ci prefissiamo di formare e certificare, con brevetto Anpas, almeno dieci unità cinofile sul territorio. Un altro obiettivo è aprire un centro di addestramento Anpas qui in Piemonte. Il settore cinofilo fa riferimento al regolamento nazionale di Protezione civile e per quanto riguarda la formazione, per entrare a far parte del nostro Nucleo, occorre essere volontari soccorritori in una Pubblica Assistenza associata Anpas e intraprendere un percorso formativo che includa i corsi per operatore di colonna mobile nazionale e operatore categorie fragili. Previste inoltre lezioni di disciplina, di comportamento del cane, di socializzazione delle unità cinofile e di prove di specializzazione».

L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

Punti patente, come recuperarli

 

Di Patrizia Polliotto * 

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Dal 1° luglio 2003 in Italia vige il regolamento della patente a punti. Il riferimento della normativa è l’articolo 126-bis del Codice della Strada. È importante sapere che si possono recuperare e come fare. La patente di guida, al momento del conseguimento, ha un totale di 20 punti per ogni automobilista. Se i punti dovessero finire, allora la patente andrebbe sottoposta a revisione, quindi l’automobilista dovrebbe sostenere nuovamente l’esame. È possibile verificare i propri punti sulla patente registrandosi sul sito web Il Portale dell’Automobilista, ad uso gratuito e patrocinato dal Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. Esistono dei corsi di recupero appositi, organizzati da Autoscuole o altri soggetti autorizzati dal Ministero. Durano 12 ore e al termine i possessori di patente A e B potranno recuperare fino a 6 punti. Quelli che hanno patenti C, C+E, D, D+E, KA e KB possono invece arrivare a recuperarne fino a 9 con corsi di 18 ore. Se il punteggio non arriva a totale esaurimento e l’automobilista non commette infrazioni che comportino la decurtazione degli stessi per due anni, allora la patente torna a punteggio pieno. Non tutti sanno che i punti possono anche superare i 20 iniziali: se l’automobilista non ha mai subito una decurtazione, allora ne riceve in accredito due ogni due anni per arrivare a un massimo di 30 totali. Se si tratta di un neopatentato allora riceverà un punto all’anno per tre anni. I corsi di recupero hanno un costo. I prezzi sono differenti in base al soggetto e anche all’Autoscuola, ognuna delle quali applica una propria tariffa.

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*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

In nome dell’odio e del web

Ci sono parole che prima non si conoscevano e, per qualche brutta vicenda, diventano popolari, quasi di uso comune. Tutti imparano a conoscerle anche se qualcosa del loro significato non è pienamente compreso. Il vocabolo più recente e pericoloso, portato dal web, è “Haters” . Vale a dire, quelli che odiano su internet. Favoriti dall’anonimato, utilizzano sul web un linguaggio violento e lo vivono come fosse un’ arena dove sfogare il loro odio contro tutti con la sicurezza dell’impunità. Spiace notare che, in questo campo, la parità è raggiunta, perché non c’è distinzione tra uomini e donne, giovani e meno giovani, tutti odiano in ugual misura. In questo “gioco” al massacro, a chi odia di più, ci si mettono anche scrittori, giornalisti, politici e via di seguito. Il senso della misura non esiste più e se la parola, talvolta, ferisce più della spada, in questa gara, ce la mettono tutta per essere i primi della classe. L’ultima è quella dello scrittore pluriscortato Roberto Saviano che definisce, il vice premier Matteo Salvini, “Il ministro della Mala“. A parte le querele, che giustamente ci stanno, va rimarcato che lo scrittore ha parlato a sproposito. Delle due, o non sa quello che dice oppure lo sa e anche lui rientra, a pieno titolo, fra quelli che odiano (Haters) e sul ritorno di pubblicità ci marcia.Il fenomeno è tanto allarmante che Vox, l’Osservatorio sui diritti, assieme alle Università di Milano, Bari e La Sapienza di Roma, ha analizzato oltre 2,6 milioni di tweet riferiti alle 6 categorie più bersagliate dai messaggi offensivi, cioè le donne, gli omosessuali, gli ebrei, gli immigrati e i diversamente abili, considerando 76 termini sensibili (tra cui ‘troia’, ‘zoccola’, ‘frocio’, ‘rabbino’, ‘demente’ o ‘ritardato’). Dalla ricerca dello scorso anno emerge una mappa dell’intolleranza che pone le donne, come vittime del 63% dei tweet, a seguire quelle sugli omosessuali al 10,8%, sui migranti al 10%, e diversamente abili (6,4%) ed ebrei(2,2%).Sul caso Savino/Salvini il web si spacca e fa registrare frasi tese ad esprimere solidarietà all’autore di Gomorra contro il vicepremier, accusato di voler “abbattere le opinioni e la democrazia a colpi di querele”, di “zittire il dissenso“, di “minacciare” o “intimidire” chi “con il suo lavoro sta combattendo davvero le mafie”. Altri giudizi, sono di totale segno opposto, come   “Spero ti levi le mutande, oltre alla tua inutile scorta“, “parassita”, “venduto”,   “camorrista e “paraculo“a sostegno del ministro dell’Interno Salvini”. Se sull’odio ci sono quelli che, negli anni, hanno costruito un impero, perché frutta tanto denaro e voti in politica, anche l’ipocrisia e la presunta carità non sono da meno e fruttano altrettanto consenso e denaro.

 

Tommaso Lo Russo