ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 129

Francesco Monchiero nuovo presidente di Piemonte Land of Wine

Il presidente del Consorzio Tutela Roero eletto alla guida dell’organismo che riunisce i Consorzi del vino in Piemonte

Cambio al vertice del superconsorzio dei vini piemontesi con la nomina a presidente di Francesco Monchiero, già rappresentante del Consorzio Tutela Roero. L’assemblea, riunita nel pomeriggio di oggi a Castagnito, si è pronunciata con convinzione a favore di Monchiero che, forte dei risultati ottenuti con la denominazione da lui rappresentata negli anni, ha riunito i consensi dei Consorzi di Tutela che si sono espressi eleggendolo per guidare e definire le strategie di promozione del vino piemontese per i prossimi 3 anni.

Un riconoscimento per il lavoro fatto in questi 3 mandati per la denominazione del Roero, per le strategie di valorizzazione e tutela messe in campo che hanno portato a una crescita della produzione del 40% dal 2013 – anno di costituzione del Consorzio – e un incremento del valore costante negli anni.

“Sono felice di questa attestazione di sostegno da parte dei Presidenti riuniti in Piemonte Land” commenta Francesco Monchiero, presidente del Consorzio Tutela Roero e di Piemonte Land of Wine “Supportato della Regione Piemonte, intendo proseguire con questo spirito di fattiva collaborazione tra le parti coinvolte per far ripartire la promozione internazionale dei vini piemontesi e accrescerne la visibilità. Piemonte Land è la casa comune dei Consorzi dei vini piemontesi, pur mantenendo ognuno di essi la propria peculiare identità. Al suo tavolo si elaborano e si definiscono le strategie e i programmi per proporsi all’esterno con la compattezza di un unico grande organismo e abbiamo in progetto di realizzare attività coordinate e strutturate per valorizzare tutto il Piemonte vitivinicolo come fatto in Roero”

Nato per offrire ai Consorzi di tutela dei vini piemontesi un’assise in cui individuare operatività e strategie comuni, Piemonte Land of Wine ha l’obiettivo di armonizzare la promozione dei vini, dell’eccellenza agroalimentare e delle bellezze del Piemonte in tutto il mondo, ottimizzando anche l’utilizzo dei fondi comunitari destinati alla promozione.

Nei mercati di Campagna Amica il fresco che ti aspetta

Il mercato che ti aspetta è il mercato contadino di Campagna Amica. Nei mercati settimanali contadini i banchi dei produttori sono aperti dalle 15 alle 19, sia a Torino che nei 19 comuni della provincia dove sono attivi i mercati di Campagna Amica. C’è anche un mercato dedicato esclusivamente ai produttori certificati biologici che si tiene il venerdì pomeriggio a Torino in via Cernaia-Giardini La Marmora.

La scelta dell’orario è dovuta soprattutto alla volontà di garantire sempre un prodotto fresco.

«Al mattino i produttori raccolgono i prodotti per portarli, freschi, al mercato pomeridiano – ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Se il mercato dura tutta la giornata, come nel caso dei mercati domenicali, l’azienda agricola raccoglie e prepara i prodotti il giorno precedente. Anche latte, yogurt e carni sono sempre freschissimi».

«Torino è la città dei mercati – osserva l’assessore al commercio del Comune di Torino, Paolo Chiavarino – Abbiamo ben 33 i mercati rionali, oltre al grande mercato di Porta Palazzo, che è il più grande d’Europa. I mercati contadini di Campagna Amica sono una parte importante di questo sistema. Una presenza preziosa che all’importanza sociale dei mercati tradizionali, punti d’incontro nei quartieri, unisce il contatto diretto tra produttori e consumatori che contribuisce all’educazione alimentare dei cittadini».

Ma la presenza dei banchi per tutto il pomeriggio si è rivelata azzeccata anche per garantire un servizio a chi non può fare la spesa negli orari mattutini.

Così il mercato contadino settimanale è frequentato da utenti diversi in fasce diverse di orario: all’apertura, nel primo pomeriggio, quando i consumatori arrivano alla spicciolata, si vedono soprattutto persone che possono concedersi più tempo per fare una spesa ragionata e si lasciano andare volentieri a fare due chiacchiere con i produttori dal grembiule giallo. Questo è il momento delle relazioni. Molti utenti e produttori dei mercati di Campagna Amica hanno un rapporto consolidato che dura da oltre 10 anni, quando aprirono i primi mercati. Soprattutto nell’orario iniziale, quando il mercato è più calmo, questa confidenza permette anche “servizi aggiuntivi” come il classico «per favore mi puoi tenere i sacchetti della verdura che vado a prendere la carne».

A metà pomeriggio il pubblico del mercato di Campagna Amica cambia. C’è l’uscita delle scuole elementari e materne e si vedono mamme e papà con i bimbi, zainetti e sacchetti della spesa, merende e verdure per la cena. Qui il rapporto si fa un più frettoloso: qualche consiglio rapido su come cucinare un ortaggio particolare e via a casa. Ma per il mercato contadino la giornata non è finita. Dopo le 17 e fino alla chiusura delle 19 è il tempo di chi ha terminato la sua giornata di lavoro, dipendente o partita Iva che vuole gustarsi il relax di una cena a base di prodotti freschi magari già porzionati. Non a caso, molti produttori dei mercati di Campagna Amica sono ormai attrezzati con laboratori in azienda per la confezionatura di prodotti pronti come sughi, antipasti, conserve oppure con preparazioni fresche per venire incontro alle esigenze di tempo come le porzioni di carni o di verdura di veloce cottura.

E se si ha solo il tempo di passare e via, i contadini di Campagna Amica possono anche preparare in anticipo i pacchi spesa o “tenere da parte” i prodotti previa prenotazione.

I mercati di Campagna Amica sono ubicati in punti facili da raggiungere e devono sottostare a un meticoloso regolamento che prevede che gli alimenti in vendita siano stati prodotti direttamente dalle aziende agricole che li mettono in vendita.

Ecco l’elenco dei mercati settimanali di Campagna Amica a Torino e in provincia.

Lunedì: Cuorgnè, piazza Martiri della Libertà, 15,00-19,00; Martedì: Avigliana, piazza del Popolo, 15,00-19,00; Castiglione Torinese, via Torino, 233 accanto a Il Centro, 15,00-19,00; Leinì, piazza I Maggio, 15,00-19,00; Torino, via Mittone angolo via F.lli Passoni, 15,00-19,00; Mercoledì: Chieri, piazza Dante, 15,00-19,00; Ciriè, piazza San Giovanni, 15,00-19,00; Grugliasco, piazza Matteotti Alta, 15,00-19,00; Torino, Corso Umbria, 15,00-19,00; Giovedì: Alpignano, piazza 8 Marzo, 15,00-19,00, Carmagnola, piazza Martiri della Libertà, 15,00-19,00; Torino, via Mittone angolo via F.lli Passoni, 15,00-19,00; Settimo Torinese, via Roma, 15,00- 19,00; Venerdì: Collegno, piazzale Santa Maria angolo corso Francia, 15,00-19,00; Torino, Giardini Lamarmora (mercato produttori biologici), 14,00-19,00; Rivarolo Canavese, corso Indipendenza, 15,00-19,00; Villarbasse, via San Martino presso centro sportivo, 15,00-19,00; Nichelino, piazza G. Di Vittorio, 15,00- 19,00; Sabato: Rivoli, via Nuova Collegiata, 15,00-19,00; Rivalta Torinese, piazza Bionda, 15,00-19,00; Rosta, piazza Stazione, 9,00-13,00; San Giorio di Susa, piazza Micellone, 9,00-13,00.

La domenica, il mercato di Campagna Amica è nel centro di Torino e si svolge dalle 9 alle 14 (orario estivo) in piazze diverse a seconda del calendario mensile: prima domenica del mese, piazza Palazzo di Città; seconda domenica del mese, piazza e giardini Cavour; terza domenica del mese, piazza Vittorio Veneto; quarta domenica del mese, piazza Bodoni; (eventualmente) quinta domenica del mese, piazza Vittorio Veneto.

Meeting annuale dell’European Educational Publishers Group

 

Torino, 20 e 21 giugno 2023

 

Il 20 e 21 giugno si terrà per la prima volta in Italia, a Torino, la EEPG Conference, incontro annuale dell’European Educational Publishers Group, associazione degli editori europei che si occupano di tematiche educative. L’appuntamento si svolge nel nostro Paese grazie alla proposta avanzata da Lattes Editori, casa editrice storica nell’ambito della scuola e della formazione, che nel 2023 compie 130 anni. Per festeggiare la ricorrenza ha deciso di promuovere questo incontro, in collaborazione con il Circolo dei Lettori, all’interno di una serie di iniziative che si sviluppano nell’arco di tutto l’anno.

 

L’EEPG è un’organizzazione senza scopo di lucro che collega 24 editori educativi da 24 paesi europei che realizzano un fatturato complessivo di 1 miliardo di euro realizzando gli strumenti per la formazione e lo studio di 93 milioni di studenti in tutta Europa.

I membri del network EEPG si riuniscono periodicamente per scambi di idee e buone pratiche su temi di attualità nell’editoria educativa e sono impegnati a promuovere la qualità dell’istruzione nei loro paesi e all’estero.

Ogni anno l’EEPG tiene il concorso Best Educational Learning Materials Award (BELMA) aperto a tutti gli editori educativi in Europa, che mira a valorizzare i migliori progetti del settore.

 

Il meeting annuale di EEPG rappresenta un momento fondamentale di confronto tra gli attori dell’editoria scolastica sul futuro di questo ambito. Tra i temi di cui si discuterà troviamo l’accessibilità dei prodotti educativi, oggi uno dei più importanti campi di innovazione nel settore editoriale, che entro il 2025 deve adeguarsi agli standard internazionali voluti dall’Unione Europea (interverrà Cristina Mussinelli, segretario generale della Fondazione LIA, realtà no profit voluta dall’Associazione Italiana Editori insieme a UICI – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti); l’integrazione degli studenti ucraini profughi all’interno delle scuole dei paesi ospiti e quali pratiche possono essere messe in atto per supportare i sistemi scolastici (ne parlerà Jana Huttova, Consulente di UNICEF); le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, che apre scenari sia per quanto riguarda la produzione dei libri di testo sia per l’utilizzo che può esserne fatto da insegnanti e studenti (relazione di Dominik Lukes del Centre for Teaching and Learning, Reading and Writing Innovation Lab dell’Università di Oxford).

 

Durante i lavori di EEPG, inoltre, verrà presentato agli editori internazionali il distretto dell’editoria torinese. Si tratta infatti di un territorio che presenta la rara caratteristica (unica in Italia) di ospitare al proprio interno l’intera filiera editoriale, ovvero tutti gli anelli della catena che, dalla progettazione al prestampa, dalla realizzazione dei contenuti digitali al marketing, dal trattamento della carta al packaging, dalla stampa alla logistica, fino alla distribuzione, permettono di completare da capo a fondo il ciclo del contenuto editoriale.

La mappatura della filiera, realizzata con il sostegno dell’Unione Industriali di Torino e presentata dall’Italian Cultural Content Industry (ICCI Hub), ha lo scopo di far conoscere agli editori stranieri le opportunità di questo distretto, sia per attirare commesse internazionali, sia per valorizzare questa unicità all’interno del sistema produttivo del nostro Paese.

 

Il convegno EEPG sarà inoltre un’occasione importante per la promozione della città. Infatti, i circa 50 partecipanti provenienti da tutta Europa avranno l’opportunità di visitare e vedere da vicino alcuni dei luoghi più celebri della nostra città, in particolare il Museo Egizio, guidati dal Direttore Christian Greco, e la Biblioteca Reale all’interno dei Musei Reali.

L’operazione prevede anche una collaborazione per la diffusione del patrimonio culturale conservato dai due musei, e gli editori saranno invitati a utilizzare nei libri di testo le immagini dei reperti lì custoditi. In particolare, per quanto concerne il Museo Egizio, gli editori riceveranno una selezione delle immagini più iconiche che, come tutte quelle presenti nell’Archivio online, potranno essere utilizzate gratuitamente con licenza Creative Commons.

L’operazione è frutto di un accordo fortemente voluto da Simone Lattes e dalla Casa editrice, che ha trovato sin da subito appoggio nelle due istituzioni museali. Si tratta di un’azione di grande importanza: non solo si facilita l’inserimento di immagini delle opere custodite a Torino nei libri di testo degli studenti di tutta Europa, ma si sensibilizzano gli stessi alla cura, tutela e fruizione del patrimonio culturale.

 

Tra i paesi aderenti all’Associazione europea troviamo anche l’Ucraina, rappresentata dal suo più importante editore nel settore educativo e non solo, Ranok, tutt’ora attivo anche nelle difficoltà contingenti. Questa casa editrice è stata di recente protagonista di un’azione di solidarietà messa in atto dal network. L’invasione e la conseguente guerra scoppiata nel Paese hanno violentemente sconvolto tutti i settori e le attività produttive, a partire da quelle educative.

Si stima che 12,5 milioni di ucraini siano stati costretti a lasciare le loro case, più di 2600 scuole sono state distrutte o danneggiate, colpendo 5,3 milioni di studenti, di questi moltissimo vivono e vanno a scuola all’estero. Inoltre, sono stati danneggiati 41 siti culturali, tra cui musei e biblioteche e il numero di editori ucraini è sceso da 1053 nel 2021 a 563 nel 2022.

Per permettere agli studenti profughi di proseguire gli studi e offrire dei punti di riferimento in un momento di grande disorientamento, gli editori aderenti a EEPG hanno diffuso gratuitamente attraverso i loro siti le versioni digitali dei libri di testo messe a disposizione da Ranok e rese così accessibili nei diversi Paesi. Per l’Italia i testi in lingua ucraina, che coprono numerose discipline scolastiche, sono stati messi a disposizione da Lattes Editori e si trovano sul sito della Casa editrice al link https://www.latteseditori.it/libri-scolastici-ucraini. Dall’inizio del conflitto sono stati effettuati oltre 24.000 download.

Inoltre, EEPG si è adoperata per un’azione legata alle biblioteche; molte hanno manifestato l’esigenza di avere dei libri in ucraino, soprattutto nei paesi che hanno preso i rifugiati. Per questa specifica esigenza la Commissione europea e il Parlamento hanno votato un bilancio per questo scopo e l’editore Ranok, pur con tutte le difficoltà, si è adoperato per organizzare la consegna di libri nei paesi europei.

 

Dichiara Simone Lattes, Amministratore delegato della Casa editrice: “Lavoriamo a questo appuntamento dall’anno scorso, quando il Direttivo EEPG ha accettato il nostro invito a riunirsi per la prima volta in Italia, in occasione dei 130 anni di Lattes Editori. Avere l’opportunità di ospitare a Torino 24 editori scolastici da tutta Europa è dunque un’occasione rara. Per questo abbiamo cercato di trarne il maggior valore possibile per il territorio, presentando le aziende della filiera editoriale torinese e promuovendo quella parte del nostro patrimonio culturale che a buon titolo può entrare nei libri di testo di milioni di studenti europei. Ci è parso che questo fosse un modo ulteriore di dare concretezza alle celebrazioni per il nostro anniversario.”

 

Ecco le parole di Helga Holtkamp, Presidente dell’European Educational Publishers Group: “La nostra missione è chiara: promuovere lo sviluppo di materiali educativi di alta qualità in tutta Europa e oltre. Crediamo che l’istruzione svolga un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro ed è nostra responsabilità garantire che gli studenti abbiano accesso alle migliori risorse possibili ora e in futuroL’obiettivo della prossima conferenza di Torino è quello di aumentare la consapevolezza sul significato dell’istruzione inclusiva e dell’accessibilità. Ogni studente ha diritto ad accedere a un’istruzione di qualità, indipendentemente dal proprio background o dalle sue abilità. Promuovendo pratiche educative inclusive e sostenendo l’accessibilità, miriamo a creare un ambiente di apprendimento più equo e inclusivo per tutti. ci impegniamo a creare un futuro migliore per gli studenti di tutta Europa. Da oltre due anni, Lattes Editori è membro dall’Italia. È la prima volta che un’azienda italiana entra a far parte del nostro stimato gruppo. La loro presenza arricchisce ulteriormente la nostra rete, migliorando la diversità di prospettive e competenze all’interno dell’EEPG, e siamo contenti che Lattes Editori (e l’Italia) facciano ora parte di questo gruppo.”

 

Paolo Tartaglino, Presidente del gruppo educativo dell’Associazione Italiana Editori commenta “Il tema dell’inclusione è centrale nell’attività dell’editoria scolastica in Italia, al fianco di scuola e famiglie a tutela delle difficoltà e dei pregiudizi di genere. Credo che iniziative di questo tipo, attraverso lo scambio di esperienze, costituiscano un grande arricchimento e una crescita di consapevolezza in un settore strategico per l’intero Paese.

 

L’EEPG Conference si svolgerà in inglese ed è aperta esclusivamente agli addetti del settore; non è previsto pubblico durante i lavori.

www.eepg.org

www.latteseditori.it

Va.L.E.Ria  aiuta le donne nel mondo del lavoro

In valle di Susa e val Sangone al via il progetto

Parte il progetto Va.L.E.Ria (Valli, Lavoro, Educazione, Reti Territoriali) iniziativa a favore delle lavoratrici occupate negli studi professionali e nelle aziende residenti in valle di Susa e val Sangone che vede, tra i partner, anche Coldiretti Torino. In particolare, l’ufficio di Zona di Bussoleno è “punto antenna”, cioè fornisce informazioni e raccoglie adesioni al progetto.

L’obiettivo è sviluppare professionalità delle lavoratrici degli studi professionali, delle professioniste e delle aziende (anche agricole) presso le quali lavorano. Gli stessi studi professionali e le aziende, agricole potranno segnalare le proprie lavoratrici in possesso dei requisiti e, grazie all’aiuto di un coach, potranno valutare le potenzialità di crescita e le necessità formative delle proprie dipendenti, ed essere supportate nella costruzione di strumenti di conciliazione vita e lavoro.

In favore delle lavoratrici individuate viene messo a disposizione il “Portafoglio dei futuri possibili”: un budget di 950,00 euro per ogni beneficiaria al fine di soddisfare le esigenze individuate grazie all’aiuto di una micro-equipe. Questo budget potrà essere utilizzato per aumentare le competenze e delle condizioni di occupabilità (corsi di formazione, contributo per il conseguimento della patente di guida, ecc.); per accedere ai servizi di conciliazione (asilo nido, pre e post scuola, ecc.); per contrastare la povertà educativa dei figli minori (accesso ad attività sportive, a supporto compiti ed attività extra-scolastiche, ecc.).

Gli studi professionali e le aziende clienti, potranno candidare le proprie dipendenti (indicando il solo valore numerico delle donne con i requisiti) che intendono accompagnare in un percorso di sviluppo di professionalità e che siano in possesso dei seguenti requisiti: residenza della beneficiaria nei comuni di Almese, Avigliana, Bardonecchia, Borgone Susa, Bruzolo, Bussoleno, Buttigliera Alta, Caprie, Caselette, Cesana Torinese, Chianocco, Chiomonte, Chiusa di San Michele, Claviere, Coazze, Condove, Exilles, Giaglione, Giaveno, Gravere, Mattie, Meana di Susa, Mompantero, Moncenisio, Novalesa, Oulx, Reano, Rubiana, Salbertrand, San Didero, San Giorio di Susa, Sangano, Sant’Ambrogio di Torino, Sant’Antonino di Susa, Sauze di Cesana, Sauze d’Oulx, Susa, Trana, Vaie, Valgioie, Venaus, Villardora, Villarfocchiardo (dipendenti degli studi professionali o dipendenti delle aziende clienti); almeno un figlio minore da 0 a 17 anni; un ISEE pari o inferiore ai 30.000 euro (totale familiare, cosiddetto “ISEE istantaneo”).

«Iniziative come il progetto Va.L.E.Ria – osserva Mirella Abbà, responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa – servono ad aiutare le donne a progettare il proprio futuro aiutandole nella formazione e nella conciliazione tra incombenze lavorative e familiari. Un’esigenza che è ben presente anche tra le donne agricoltrici che praticano un mestiere dove i tempi di lavoro devono seguire i ritmi degli animali e delle coltivazioni cercando di non sacrificare i tempi degli affetti e della famiglia».

«Il nostro ufficio di Zona di Bussoleno – ricorda Samanta Zolin componente del Coordinamento Coldiretti Donne Impresa per la valle di Susa e la val Sangone – è a disposizione per fornire tutte le informazioni alle donne che vorranno aderire. Un’opportunità che vorremmo fosse sfruttata soprattutto dalle colleghe che lavorano nelle imprese agricole molto numerose nelle nostre valli».

Per un Climate Clock a Torino

Il Consiglio comunale ha approvato una Mozione presentata da Valentina Sganga (M5S) che impegna il sindaco e la giunta a prendere in esame l’installazione di un Climate Clock in un luogo centrale e frequentato della nostra città, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema del riscaldamento globale e a favorire comportamenti e scelte responsabili e sostenibili.

Il Climate Clock è un progetto nato per installare un orologio climatico con due numeri indicanti: in rosso quanto tempo manca agli attuali tassi di emissioni per bruciare il “bilancio di carbonio” globale, vale a dire la quantità di CO2 che può ancora essere rilasciata nell’atmosfera limitando il riscaldamento globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali; in verde la percentuale di energia mondiale fornita al momento da fonti rinnovabili. Oggi orologi climatici sono installati a New York, Berlino, Seoul, Roma e Glasgow.

In una prima fase si ipotizza l’inserimento di un orologio climatico nel sito web della Città di Torino.

  L’Impero di mezzo (al guado) 

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

Da qualche settimana la Cina non è più il Paese più popoloso del mondo.

Il sorpasso da parte dell’India, previsto da tempo dagli studiosi di demografia, è la plastica rappresentazione del cambiamento profondo che sta attraversando il gigante asiatico.

L’invecchiamento della popolazione non è stato (e non lo sarà certo in futuro con l’aumento del benessere) intaccato dalla politica del figlio unico (e preferibilmente maschio) attuata tra il 1979 ed il 2015 per contenere la crescita della popolazione cinese.

Nel 2035 il 30% dei cinesi, 400 milioni di persone, avrà più di 60 anni e nel 2022, per la prima volta dal 1961, il numero di decessi ha superato le nascite.

Entro la fine del secolo la popolazione scenderà quindi dagli attuali 1,4 miliardi a 800 milioni (quella dell’India sarà praticamente doppia).

Nel 2100 saranno perciò molto diversi i rapporti di forza dettati dal peso demografico: la Cina passerà dalle 4 volte al doppio della popolazione statunitense che sarà quindi, con ogni probabilità, ancora una superpotenza economica in grado di mettere sotto scacco la Cina.

I trend dettati dall’evoluzione della demografia sono difficilmente disattesi e per questo vanno esaminati con attenzione per valutare per tempo le contromisure.

Le sfide per il Partito Comunista Cinese sono di non semplice soluzione e richiedono visioni di lungo termine, che vanno ben al di là dei piani quinquennali, utilizzati dal 1953 per guidare il Paese verso i suoi obiettivi sociali ed economici.

La prima sfida, forse più urgente, riguarda lo squilibrio che sta maturando tra la popolazione in grado di lavorare e gli anziani.

L’ultimo dato disponibile indica il rapporto di 2,26 persone in età lavorativa (tra i 16 ed i 60 anni) per ogni ultrasessantenne, un valore molto simile a quello italiano, pari a 2,36.

Nel 2050, poi, la situazione sarà di assoluta emergenza con poco più di un lavoratore per ogni pensionato.

Già oggi però la Cina si trova in difficoltà nella creazione di occasioni soddisfacenti per i, sempre più scolarizzati, giovani che si affacciano sul mercato del lavoro; basti pensare che il tasso di occupazione giovanile (tra i 16 ed i 24 anni)  è attualmente del 20,4% e che nel solo 2021 le università cinesi hanno sfornato ben 4,3 milioni di laureati.

L’economia cinese, cresciuta anche grazie ad una forza lavoro abbondante, priva di competenze e preparazione specifiche e a basso costo, non riesce ancora a generare opportunità in linea con le aspettative di decine di milioni di giovani ingegneri e dottori pronti a riscattare la povertà dei propri genitori (a loro volta con elevate aspettative per i loro giovani virgulti).

La Cina si trova così in mezzo al guado: da Paese emergente a elevatissima crescita e aumento vertiginoso della sua importanza sullo scacchiere mondiale a potenziale potenza in declino, incapace di superare con successo la transizione demografica ed economica richiesta dalla sua situazione.

Attraverso la lettura di questi venti potenzialmente contrari si può leggere meglio la politica di costruzione di alleanze sempre più estese e ramificate, in grado di sopperire alle tendenze demografiche sfavorevoli, e il massiccio sforzo in campo tecnologico, l’unico settore in grado di creare, irradiandosi in tutti i tessuti dell’economia e della pubblica amministrazione, posti di lavoro in linea con le attese dei brillanti laureati.

Vale le pena ricordare come una delle iniziative di maggior successo sia stata, a partire dal 2013, quella della Via della Seta, la Belt and Road Initiative (Bri), con la quale il governo cinese ha varato progetti di investimento in infrastrutture (ponti, strade, ferrovie, porti) coinvolgendo 150 Paesi.

La BRI coinvolge oggi buona parte dei Paesi africani ed asiatici (ma non l’India), parte dell’Europa (per lo più orientale) e del Sudamerica; l’Italia è l’unico Paese dei G7 ad avere dato, nel 2019, la sua adesione ed il nostro governo sta valutando proprio in questi giorni l’opportunità di sfilarsi prima del rinnovo automatico per 5 anni nel marzo del 2024.

Quanto le pressioni percepite dai leader cinesi potranno accelerare un’azione di forza su Taiwan, quanto mai strategica, con la sua tecnologia, per la Cina del futuro, è difficile dirlo; questo aggiungerebbe ulteriori criticità alla pianificazione del futuro dell’Impero, sempre più in mezzo ad un profondissimo guado.

Laurea al Politecnico di Torino garanzia di lavoro

ALMALAUREA:

 

Oltre il 90% dei laureati lavora a un anno dal titolo magistrale e con retribuzioni superiori ai laureati degli atenei italiani

 

 

È stata pubblicata oggi l’Indagine AlmaLaurea 2023 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati. I laureati nel 2022 del Politecnico di Torino coinvolti nel XXV Rapporto sul Profilo dei laureati sono 7.583. Si tratta di 3.634 di primo livello e 3.949 magistrali biennali.

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 11.865 laureati del Politecnico di Torino. I dati descrivono l’analisi delle performance di 4.263 laureati di primo e di 4.406 laureati di secondo livello usciti nel 2021 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle di 3.196 laureati di secondo livello usciti nel 2017 e intervistati dopo cinque anni.

Si tratta di un appuntamento atteso ogni anno dagli studenti e dalle loro famiglie, che spesso influenza la scelta del percorso di studi. L’indagine conferma una tendenza ormai consolidata: i laureati del Politecnico di Torino trovano lavoro, e ricevono in media retribuzioni più alte rispetto ai laureati degli altri atenei italiani, anche in periodi di recessione come quelli che stiamo vivendo.

Analizzando più nel dettaglio il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte (l’86,6%) continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta del 74,6%, a fronte di un dato nazionale del 75,4%.

Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, sempre decisamente sopra la media nazionale: è occupato il 90,7% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore al 77,1% nazionale. Aumenta rispetto allo scorso anno il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria, attestandosi sul 95,1%; in aumento costante anche il dato relativo ai laureati magistrali in Architettura, con l’87.7% di occupati.

 

La percentuale di occupati aumenta ulteriormente, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 94% a fronte dell’88,7% del dato nazionale.

Interessante anche la tipologia di occupazione di questi laureati (il 41,7% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato) e con una significativa differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.632 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.366 euro a un anno dal titolo e 2.013 euro rispetto a 1.697 euro a cinque anni dalla laurea: entrambi i dati in aumento rispetto al precedente rilevamento.

L’Indagine fornisce infine alcuni dati interessanti circa il profilo dei laureati. Da notare come il rapporto con il mondo del lavoro comincia per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi: il 35,6% tra i laureati di primo livello e il 46,5% dei magistrali ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e più della metà (52,6%) degli studenti dei due livelli di studio lavora già durante lo svolgimento del percorso formativo.

Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con una percentuale di studenti stranieri laureati in crescita anche per quest’anno: il 12,7% in media (il 16,5% di quelli magistrali, a fronte del 6,8% a livello nazionale). Inoltre, quasi un terzo degli studenti durante la Laurea Magistrale compie un’esperienza di studio all’estero, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, gli studenti hanno comunque ripreso a spostarsi.

Incoraggianti infine le risposte relative alla soddisfazione: in generale, quasi 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso e l’85,8% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. Il 90,3% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria al Politecnico nel suo complesso.

“I dati del rapporto AlmaLaurea confermano una volta di più l’ottimo lavoro svolto dal nostro Ateneo per fornire agli studenti e alle studentesse una preparazione orientata a un pronto inserimento nel mondo del lavoro, frutto di una programmazione e di investimenti specifici nel campo della didattica innovativa e della collaborazione con le imprese, a livello territoriale, nazionale e internazionale – commenta Il Rettore del Politecnico Guido Saracco – La formazione di professionalità adatte alle richieste del mondo del lavoro è una missione che il Politecnico ha messo al centro dei suoi sforzi, anche per quanto riguarda l’arricchimento del corpo docente con figure di grande autorevolezza internazionale e l’attrazione di ricercatori e studenti di eccellenza dalle Università di tutto il mondo”.

“Il miglioramento costante e duraturo nel tempo dei dati del rapporto AlmaLaurea è lo specchio di una stabilità nell’eccellenza per il nostro Ateneo, che consolida la sua reputazione di Ateneo a vocazione internazionale e orientata all’impatto sociale, attraverso l’inserimento dei suoi allievi e delle sue allieve nel tessuto imprenditoriale del nostro Paese e non solo – aggiunge la Delegata del Rettore agli Ex Allievi e Accompagnamento al Lavoro del Politecnico  Carla Chiasserini – I tanti accordi sottoscritti ogni anno con le aziende e il continuo rinnovamento degli strumenti di didattica  learning by doing, attraverso i tirocini, le tesi di laurea svolte in azienda e corsi specifici di orientamento al mondo professionale, consentono alla domanda e all’offerta di lavoro di incontrarsi e conoscersi al Politecnico ancora prima che studenti e studentesse abbiano concluso il loro percorso universitario”.

Il Master in Finance di ESCP è il Numero 1 al mondo

 

 

Il Master in Finance di ESCP Business School si è classificato primo al mondo nel ranking 2023 del Financial Times dei Master in Finance, guadagnando una posizione rispetto allo scorso anno.

 

Un risultato esemplare, che consolida il ruolo di ESCP come una delle business school più prestigiose al mondo.

 

Il ranking annuale del Financial Times viene stilato prendendo in considerazione un ampio ventaglio di fattori, tra cui il salario medio a tre anni dopo il conseguimento della laurea e il suo aumento medio percentuale, l’esperienza internazionale, il network degli alumni, la diversity, il career service e gli obiettivi raggiunti.

 

Il Master in Finance di ESCP ha performato eccezionalmente in ogni aspetto: in particolare, è primo per il suo network di alumni e per il career service, con il 100% dei laureati occupati a tre mesi dal conseguimento del master. ESCP ha guadagnato il primo posto anche per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti (96% degli intervistati).

 

Il Professor Philippe Thomas, Academic Director del Master in Finance di ESCP, ha commentato Siamo incredibilmente orgogliosi di essere primi al mondo nel ranking del Financial Times. Ciò dimostra che i nostri metodi di insegnamento innovativi, impartiti da docenti eccellenti con esperienza sul campo e numerose pubblicazioni, sono riusciti a formare i migliori leader al mondo nel settore finanziario.”

 

Il ranking ha anche riconosciuto l’eccellenza internazionale di ESCP, classificando il MSc al secondo posto in termini di esperienza internazionale del corso e al quarto per work mobility internazionale.

Il MSc in Finance è un programma intensivo post-laurea della durata di 15 mesi, equivalente ad una laurea specialistica di secondo livello, suddiviso tra i campus di Parigi e Londra, seguito da un tirocinio di quattro mesi che può essere svolto ovunque nel mondo.

 

Tutti i programmi di ESCP beneficiano del suo approccio europeo e multiculturale, supportato dai sei campus in tutta Europa, e da branch campus e partnership accademiche in business hub fondamentali, come Dubai e Singapore.

 

Il Professor Léon Laulusa, Dean ed Executive President di ESCP Business School, afferma “In qualità di business school più antica al mondo, ESCP mantiene la sua comprovata esperienza di eccellenza grazie alla dedizione e all’ingegno dei docenti, degli studenti e dello staff. Questi risultati eccezionali sono la dimostrazione del nostro impegno nel formare business leader del futuro a tutto tondo.”

 

“Stiamo vivendo un profondo cambiamento,” aggiunge il Prof. Philippe Thomas. “Oggi il mercato del lavoro nella finanza dà priorità a laureati ben preparati, , sia in termini di hard skill che di soft skill. Il nostro Master in Finance combina un contenuto accademico di alto livello con le best practice di applied banking. Questo programma ‘plug and play’ è l’anticamera dell’investment banking, e il nostro famoso ‘senso di appartenenza’ è uno dei nostri principali asset.”

 

Il Professor Francesco Rattalino, Executive Vice-President e Dean for Student Experience di ESCP Business School e Direttore di ESCP Turin Campus, dichiara “Questo prestigioso riconoscimento evidenzia la nostra costante dedizione nel fornire agli studenti una formazione d’eccellenza, preparandoli a distinguersi nel dinamico panorama economico globale.  La nostra mission è quella di ispirare ed educare leader motivati e responsabili che abbiano un impatto positivo sul mondo. La posizione di vertice in questo ranking dimostra che coloro che studiano all’ESCP vengono dotati delle conoscenze, delle competenze e delle esperienze necessarie per una carriera di successo”.

ESCP Business School

ESCP Business School ESCP Business School è stata fondata nel 1819. La scuola ha scelto di insegnare un modello di leadership responsabile, aperta al mondo e basata sul multiculturalismo europeo. La possibilità di studiare nei nostri campus a Berlino, Londra, Madrid, Parigi, Torino e Varsavia consente agli studenti di sperimentare questo approccio europeo al management. Diverse generazioni di imprenditori e manager sono state formate nella convinzione che il mondo imprenditoriale possa nutrire positivamente la società. Questa certezza e i nostri valori – eccellenza, singolarità, creatività e pluralità – guidano quotidianamente la nostra mission e sono la base su cui abbiamo costruito la nostra visione formativa. Ogni anno, ESCP accoglie 9000+ studenti e 5000 manager di 130 nazionalità diverse. La sua forza risiede nell’ampio ventaglio di programmi accademici, sia in Management sia specializzati (Bachelor, Master, MBA, Executive MBA, PhD ed Executive Education), che includono un’esperienza nei diversi campus della scuola. Dal 2004 ESCP Business School è presente a Torino, grazie al supporto della Chambre de Commerce et d’Industrie de Paris, la Camera di Commercio di Torino, l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino e numerose aziende partner.

It all starts here.

www.escp.eu

Tav e aeroporto per il futuro di Torino

Al termine di due giorni di lavori all’Urban Center di Torino nei quali gli esperti invitati dal sindaco LO RUSSO, a quasi due anni dalla sua elezione, hanno discusse le proposte attorno allo schema di nuovo Piano Regolatore , l’intervento della esperta di Bloomberg ha chiarito che Torino non è New York e neanche Milano.
Dopo tre Piani strategici/decennali che non hanno dato i risultati previsti,  se Torino dal 1996 cresce meno della media nazionale, e’ già un passo avanti.
Si è parlato di dotare la nostra Città di ben quattro Linee di Metropolitana, come ha da tempo Lione, tutte collegate con i Paesi della prima Cintura , ad esempio la Linea 2 dovrà assolutamente arrivare a S. Mauro Pescarito-Settimo. Qui saranno decisivi i tempi di costruzione e le fonti di finanziamento vista la grave situazione del bilancio Comunale lasciata da Chiamparino.
Così come potranno subire importanti gli interventi di sistemazione dei 4 fiumi che attraversano la nostra Città con lavori che potranno interessare i lavori socialmente utili dei titolari di reddito di cittadinanza . Concordo con la proposta dei costruttori edili di chiamare il nuovo Piano regolatore un Piano di Sviluppo di Torino .
Il rilancio della nostra Città , che come è noto da oltre vent’anni cresce meno della media nazionale potrà derivate solo dal grande salto di qualità dei collegamenti internazionali che potranno arrivare dalla TAV e dal rilancio del nostro Aeroporto .
Nella attesa che venga costruita la TAV, salvata dalla nostra grande manifestazione del 10.11.2028, e’ importante sviluppare  già oggi i rapporti tra Torino, Genova e Milano , come propongono intelligentemente gli imprenditori di Confindustria perché tra due anni grazie alla conclusione dei lavori della linea ferroviaria Genova Rotterdam, Genova sarà raggiungibile via treno da Torino e Milano in un’ora e pertanto la collaborazione e la integrazione delle attività di studio e di consulenza troveranno il treno come il mezzo di collegamento più competitivo . I porti liguri e gli aeroporti delle tre Città saranno raggiungibili molto più velocemente così come le venti tra Università, Centri di ricerca e i Politecnici potranno integrarsi e collaborare meglio.
In quest’ottica occorre risolvere al più presto la questione della concessione alla ATIVA, la società che gestisce la tangenziale, o per completarla con la Gronda Gassino-Chieri-Santena o con la quarta corsia perché a Settembre la tangenziale subirà gli effetti della chiusura del Traforo del Bianco.
Il salto di qualità definitivo si avrà con il termine dei lavori della TAV perché a quel punto territori che insieme producono oltre 700 miliardi di PIL  (Lombardia, Liguria, Piemonte, Rhone Alpes) potranno offrire una dimensione alle attività dei Servizi avanzati un mercato amplissimo.
La TAV VALLEY così chiamo io questa Nuova Entità territoriale e amministrativa non avrà nulla da invidiare alla Silicon VALLEY e Torino ne sarà la Città centrale.
Un’area talmente importante in grado di attrarre ogni tipo di investimenti pubblici e privati tali da fermare la emorragia di cervelli, anzi di diventare a sua volta attrattiva dei migliori laureati del Continente e del mondo.
Ecco perché da oggi noi dobbiamo difendere meglio e di più i nostri settori produttivi  a partire da quello dell’auto , perché l’industria ha bisogno dei servizi di un Terziario avanzato oggi trasferitisi prevalentemente a Milano. Ecco perché mi aspetto molto dalla gestione dei soldi  , oltre sei miliardi, del fondo auto Giorgetti nato da una mia iniziativa lo scorso anno. Ecco perché dobbiamo valorizzare in ogni modo le nuove eccellenze produttive sorte negli ultimi anni .
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Pininfarina: da piccola officina artigianale a marchio del made in Italy nel mondo 

L’AUTOMOTIVE A TORINO /3

 

Dalle Ferrari, Alfa Romeo, alle Lancia, l’azienda fondata a Torino negli anni ‘30 come “Società anonima Carrozzeria Pinin Farina” da Battista Farina – soprannominato “Pinin” in piemontese – nello stabilimento di corso Trapani – su una superficie di quasi 10mila mq – che conta 150 collaboratori è destinata a grandi cose. Il sogno di Pinin si realizza anche grazie al finanziamento di una zia della moglie e dall’appoggio di Vincenzo Lancia, che per primo crede nelle intuizioni dell’amico al quale poi fa “carrozzare” molte delle sue automobili; l’atto di costituzione, firmato dai soci Battista Farina, Giovanni Battista Devalle, Gaspare Bona, Pietro Monateri, Arrigo De Angeli e Vincenzo Lancia. La Pininfarina, nei primi anni fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, è una piccola attività artigianale che costruisce carrozzerie su ordinazione di facoltosi clienti privati e diventa negli anni un’industria con la capacità di offrire al mercato automobilistico progettazioni complete di autoveicoli e, più in generale, di mezzi di trasporto concepiti anche con l’ausilio di ricerche ingegneristiche avanzate.

Ma è nel momento della prima ricostruzione postbellica Pininfarina concepisce la prima automobile di fama mondiale, la Cisitalia 202: presentata nel 1947 è la prima autovettura che ottiene l’onore di un posto in un museo, nel MoMa di New York; da quel momento la Pininfarina inizia a disegnare lo stile di centinaia di autovetture. Negli anni ‘50 inizia la collaborazione della Pininfarina con case automobilistiche straniere, come la francese Peugeot con cui il rapporto continua anche oggi e, sempre negli anni ‘50, l’azienda passa da una struttura artigianale a una vera realtà industriale. L’evento di passaggio è la produzione per conto dell’Alfa Romeo di 27mila Giulietta Spider, nata in Pininfarina ispirandosi, per il design dell’auto, alla Lancia Aurelia B24.

L’azienda dal 1961 passa sotto la guida del figlio del fondatore, designer di fama mondiale Sergio Farina, che ha proseguito la ricerca del padre restando nel campo delle automobili; il biennio 1960-70 è quello che segna la creazione di alcuni tra i modelli più famosi, come l’Alfa Romeo Spider Duetto, la Lancia Flaminia, Lancia Flavia coupé, la Dino 246 e le Fiat 124 Sport Spider e Dino Spider. A partire dal 1967 la Pininfarina si trasferisce nei nuovi stabilimenti di Grugliasco (TO) e si riscontra un forte impegno nello sviluppo tecnologico e aerodinamico, prima con la creazione del Ccd – Centro di Calcolo e Disegno) e, in seguito, con la costruzione di una galleria di vento in scala naturale, la prima in Italia per le autovetture e una delle poche allora esistenti al mondo; nascono inoltre nuovi accordi per il reparto design e progettazione con Daewoo, Cadillac, Bentley e Mitsubishi. Come molte altre aziende di design automobilistico, oltre alle vetture poi entrate in produzione di serie, la Pininfarina ha presentato ai vari saloni delle vetture concept car, tra le quali si annoverano la Ferrari Modulo del 1970, la Ferrari Rossa Concept del 2000 e la Maserati Birdcage 75th del 2005.

Nel 1999 Pininfarina disponeva di tre unità produttive in Italia: Grugliasco per la lastroferratura, verniciatura e carrozzeria, San Giorgio Canavese per la carrozzeria di marchi vari e infine Bairo (TO) per la carrozzeria marchio Mitsubishi. Nel 2008, Andrea Pininfarina, presidente e amministratore delegato della storica carrozzeria torinese, muore sul colpo in un incidente stradale a Trofarello, e gli succede alla presidenza dell’azienda il fratello Paolo; il 3 luglio 2012 viene a mancare Sergio Farina, che ha guidato la crescita dell’azienda nell’ultimo mezzo secolo (1961-2001) e sempre nel 2012 la Pininfarina stringe un accordo con la cinese South East Motor per la realizzazione del design di una gamma di modelli destinati alla produzione. Nel 2015 viene comunicata la cessione dell’azienda – in grave insolvenza – al gruppo indiano Mahindra & Mahindra al prezzo di 1,10 euro per azione.

Giulia De Sanctis