ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 118

Per il rilancio del territorio la Regione punta sui Distretti del commercio

Sportello aperto fino al 2 ottobre 2023 per i progetti che non erano riusciti a intercettare i fondi nella programmazione precedente

 

L’assessore Vittoria Poggio: «Mantenuto l’impegno di non lasciare indietro nessun comune e di coinvolgere altri territori»

Da oggi fino al 2 ottobre 2023 sono aperte le iscrizioni dei nuovi progetti dei Distretti del Commercio, il principale strumento di politica regionale per la valorizzazione dei territori per i quali nel triennio 2023-2025 è previsto uno stanziamento di 8.794.500 euro. Potranno partecipare al bando i Distretti del Commercio inseriti nell’elenco regionale del Piemonte che non erano stati ammessi al contributo nella precedente programmazione 2022-2024.

«Abbiamo mantenuto l’impegno di non lasciare indietro nessuno e di coinvolgere altri territori per estendere ulteriormente la rete dei distretti. I progetti che non erano riusciti a intercettare i fondi nella programmazione precedente – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggiosaranno infatti recuperati sapendo che la pianificazione regionale proseguirà nel prossimo triennio con una dotazione finanziaria di 8.794.500 euro».

Sono ammesse nell’ambito del progetto strategico candidato a contributo regionale, a titolo di esempio, le spese relative a progetti di qualificazione urbana, interventi inerenti il design urbano e gli spazi pubblici, progetti di sistemazione delle aree mercatali, iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, politiche attive sul riuso degli spazi sfitti, interventi per il recupero e la valorizzazione dei locali commerciali storici, progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci, formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione, interventi volti all’ammodernamento e al miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna).

Ogni Distretto potrà presentare e candidare un unico progetto strategico ricevendo agevolazioni corrisposte in conto capitale (fondo perduto) in misura dell’80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di euro 250.000 euro fino ad esaurimento delle risorse disponibili e tramite contributi di parte corrente nell’entità dell’80% della spesa nel tetto massimo di euro 36.300 euro per ciascuna istanza comunale.

Il caso “Mondo Convenienza” finisce in Regione

Lo Sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici di “Mondo Convenienza” è stato l’oggetto del question time che la consigliera del M5S, Sarah Disabato ha rivolto all’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, a cui è stato chiesto se la Regione intenda o meno prendere parte al tavolo in Prefettura a Torino, insieme alle altre istituzioni, per avviare un’interlocuzione con l’azienda e i sindacati.

“Confermo che, alla data di ieri, lunedì 24 luglio – ha esordito in aula l’assessore Elena Chiorino – gli uffici dell’assessorato non hanno ricevuto alcuna convocazione. Ci tengo comunque a precisare che siamo stati e saremo sempre al fianco dei lavoratori per garantire loro la tutela della dignità del lavoro, anche in questa occasione, ma sempre nel rispetto del ruolo e delle procedure. Dunque, solo per fare chiarezza, la Regione non era seduta a quei tavoli non perché non volesse ma perché al momento la procedura non lo prevede. Ciò non toglie che la situazione non sia stata monitorata informalmente”.

Da inizio luglio un centinaio di autotrasportatori, magazzinieri e montatori di “Veneta Logistic”, società che ha in appalto la gestione del magazzino di “Mondo Convenienza” a Settimo Torinese sta scioperando. Lo stabilimento è bloccato e i mezzi non possono entrare né uscire. Gli scioperanti sono tutti aderenti al sindacato “SI Cobas Torino” e chiedono miglioramenti immediati e concreti delle loro condizioni, un aumento di salari e riconoscimento degli straordinari lavorati.

“È necessario sostenere la lotta di chi sciopera per rivendicare condizioni di lavoro più sicure e dignitose – ha dichiarato la consigliera Disabato – Fondamentale è quindi passare dall’aumento dei salari al riconoscimento di straordinari e indennità di trasferta, dalla tutela della sicurezza ad orari più equi e giusti”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni del consigliere Pd Diego Sarno su ATC. Istituzione di una specifica Commissione per prevenire le decadenze. Qual è la posizione della Giunta regionale?; di Monica Canalis su Bando di “esperto ufficio stampa e relazioni esterne” aperto a NON giornalisti?; di Daniele Valle su ASO CITTA DELLA SALUTE E STUDIO KPMG; di Silvana Accossato, Luv  su privatizzazione degli ospedali di Cuorgnè e di Lanzo; di Sean Sacco  M5S su Popillia Japonica, quante trappole sono state installate fino ad ora? di Francesca Frediani M4O-UP su declassamento del Centro Grandi Ustionati, qual è la posizione della Giunta rispetto al futuro di questa eccellenza della Sanità piemontese?; di Silvio Magliano Moderati su Metro di Torino: scale mobili esterne fuori uso. Cosa intende fare la Giunta, tramite l’Agenzia della Mobilità Piemontese, per risolvere le problematiche legate alla Metro di Torino?;

 

Ecco il nuovo regolamento degli agriturismi in Piemonte

Gli agriturismi possono svolgere il servizio di asporto anche con consegna a domicilio dei piatti preparati in azienda. È la novità del nuovo Regolamento approvato oggi dalla Giunta regionale, risultato di un approfondito confronto dell’amministrazione regionale con tutte le associazioni di categoria che hanno contribuito a formulare un testo condiviso che rispondesse alle esigenze del settore agricolo.

«Con questo nuovo regolamento – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggioabbiamo ascoltato le istanze delle imprese che chiedevano di rendere più flessibile la normativa sulle loro attività che non comprendeva quella dell’asporto delle specialità fatte in casa, prodotti di punta della enogastronomia piemontese».

«Prosegue l’attivazione della Legge regionale 1 del 2019, testo unico dell’agricoltura, insieme all’approvazione del regolamento delle fattorie didattiche e delle fattorie sociali. Abbiamo dato agli agriturismi la possibilità di svolgere anche il servizio di asporto, riconoscendo ancora di più il valore dei prodotti locali e della nostra gastronomia. Offriamo così un servizio a tutti coloro che vogliono apprezzare i prodotti di qualità a chilometro zero», ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa.

Altro punto del nuovo regolamento è la possibilità per l’imprenditore agricolo che non ha spazi in azienda per l’apertura di un agriturismo, di aprirlo presso la propria abitazione, anche fuori dal comune in cui ha sede l’azienda, ma solo in comuni montani o in comuni di pianura che non superano gli 8.000 abitanti.

L’offerta ricettività negli agriturismi continua la sua crescita in Piemonte: nel 2022 ha fatto registrare +7 per cento di strutture e posti letto rispetto al 2019 concentrate prevalentemente sul territorio delle colline del Piemonte nell’area sud est della regione. Il 45 per cento nella zona delle Langhe Monferrato Roero e circa il 19% nell’Alessandrino.


I movimenti turistici negli agriturismi hanno registrato oltre 220.000 arrivi nel 2022 e quasi 500.000 pernottamenti con un tempo medio di permanenza di 2,2 notti che risulta maggiore per le provenienze straniere: 2,8. Oltre il 54% dei movimenti turistici negli agriturismi si concentra nelle Langhe Monferrato Roero.

Investimenti pazienti  

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

 

Le borse, luoghi un tempo fisici ed oggi mercati virtuali, telematici, dove si acquistano e vendono senza sosta quote di società reali (le “azioni”), salgono e scendono.

Sarebbe più corretto dire che di solito salgono e qualche volta, più raramente, scendono ma quando lo fanno devastano i portafogli e, ancor più, la psiche degli investitori che tendono, depressi e spaventati, a vendere nei momenti peggiori, consegnandosi all’impoverimento.

Le borse non sono per tutti e la cosa peggiore sarebbe leggere queste righe come un invito a investire.

Provare a raggiungere dei risultati superiori a quelli consentiti dalla propria, del tutto soggettiva, soglia del dolore finanziario (il livello di perdita che conduce a liquidare i propri investimenti) è una battaglia tanto inutile quanto dannosa.

Le riflessioni che vorrei condividere riguardano tutti, anche coloro che, per ragioni professionali, dovrebbero essere immuni da un eccesso di emotività da perdita in borsa.

Le borse, dicevo, per lo più salgono ma il timore che queste possano prima o poi scendere porta a perdere buona parte del viaggio che porterebbe alla felicità finanziaria.

Il 2022 sembrava potere sorgere sulle più rosee prospettive ma queste non potevano conto dello scoppio di una guerra. Disattesa la possibilità di proseguire il ciclo economico positivo nato sulle ceneri della pandemia, con l’inflazione in ascesa incontrollata (frutto dell’aumento dei prezzi delle materie prime), le borse non potevano che innescare la retromarcia.

Succede quando le recessioni si affacciano all’orizzonte e questo può rappresentare l’inizio di un periodo, anche molto lungo, di scarsissimi risultati e profonde frustrazioni per i risparmiatori.

Questo era certamente il timore che aleggiava ancora all’inizio del 2023, quando le previsioni economiche erano decisamente funeste: la guerra non dava (e così purtroppo è ancora oggi) segni di volere cessare, l’inflazione era del tutto comparabile ai livelli degli anni ’70 e le banche centrali manifestavano tutta la loro insofferenza promettendo nuovi rialzi dei tassi (che avrebbero dovuto “raffreddare” la domanda di beni e servizi e con essa anche l’indice dei prezzi).

Lo spavento dell’”annus horribilis” 2022 aveva nel frattempo spinto non pochi risparmiatori ad abbandonare la beccheggiante barca degli investimenti azionari nel timore di un possibile naufragio.

Ma l’economia è una scienza sociale: un modo elegante per dire che è dedicata allo studio della soddisfazione dei bisogni degli individui e le cui previsioni dipendono, di conseguenza, dai comportamenti umani.

Prevedere l’imprevedibile può essere frustrante e certamente lo è stato quest’anno per analisti ed economisti: la recessione, data per scontata a inizio anno, ancora non ha fatto capolino e questo è vero in special modo per gli Stati Uniti, che, mantenendo il loro passo di crescita, hanno sostenuto anche l’economia del vecchio continente.

Spiegare l’equazione apparentemente impossibile di inflazione elevata, autorità monetarie severamente impegnate a rallentare la crescita ed economia americana pervicacemente solida è compito arduo.

Certamente ha aiutato il cambiamento di direzione dell’andamento dei prezzi al consumo, tornati a crescere a ritmi molto più contenuti (negli Stati Uniti l’ultimo dato era del 4% non più così lontano dalla media dello scorso decennio) per merito della discesa dei prezzi delle materie prime (rientrato lo choc provocato dalla guerra e depresse, poi, dalla crescita inferiore alle attese della Cina, il Paese energivoro per eccellenza).

Ma a questo non basterebbe a spiegare l’imperturbabilità dei consumatori americani e la solidità dei loro consumi.

Per arrivare a una delle spiegazioni più convincenti occorre tenere conto della politica economica (attuata attraverso la spesa pubblica) messa in campo da Biden.

L’amministrazione USA, infatti, ha approvato negli ultimi 18 mesi una serie di massicci piani di sostegno economico,  l’ Infrastructure Investment and Jobs Act il CHIPS and Science Act e l’ Inflation Reduction Act, per complessivi 2.100 miliardi di dollari (pari all’8% deL PIL nazionale).

Seppure gli effetti di questi enormi programmi di spesa si dispiegheranno nell’arco di più anni, gli investimenti effettuati nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati già pari al 4% del PIL.

Ecco quindi che sembra avere più senso l’andamento dell’economia americana, del tutto immune dalla zavorra dei tassi d’interesse (e dei maggiori costi sostenuti, a causa di questo, dal governo sul proprio debito pubblico).

In parallelo, a beneficiare maggiormente di quanto descritto sono stati mercati borsistici (sensibili innanzitutto all’andamento dei profitti aziendali, strettamente legati a quello del PIL) mentre deludenti sono stati quelli obbligazionari (convinti che alla fine un rallentamento arriverà ma ancora non persuasi che l’inflazione tornerà presto al livello desiderato dalle autorità monetarie).

Gli analisti, attori anch’essi della scienza economica, spiazzati dal positivo ed inatteso andamento dei mercati, si trovano ora a rivedere le loro aspettative.

Dei 23 “strategists” delle principali case d’investimento, ben 18 prevedono una discesa dell’indice Standard and Poor entro la fine dell’anno, e ciò malgrado quasi tutti abbiano cercato di adeguare le loro stime ai rialzi avvenuti negli ultimi mesi!

Ma se tutto ciò spiega il progresso, ormai alle nostre spalle, delle borse poco ci può suggerire sul loro futuro.

I rialzi dei tassi, sinora inefficaci, grazie, come detto, all’azione dei governi ma anche al fatto che per dispiegare i propri effetti richiedono tempi lunghi (tra i 12 e i 24 mesi), potrebbero iniziare presto a incidere sulla crescita economica ma, per contro, la rapida discesa dell’inflazione, se continuasse, avrebbe l’effetto di indurre le autorità monetarie ad arrestare i rialzi dei tassi, rinvigorendo così l’umore degli investitori.

La bellezza e il fascino dell’economia risiedono forse, proprio nella sua natura, legata ai comportamenti di noi esseri umani, ma questo rappresenta anche uno dei suoi limiti più evidenti, rendendola uno straordinario strumento di analisi e monitoraggio a discapito però delle sue capacità predittive.

Come ricordava Isaac Newton, uno scienziato senza se e senza ma, possiamo misurare il moto dei corpi ma non l’umana follia…

Forse solo la pazienza può aiutare ad affrontare serenamente gli alti e bassi dei mercati, senza dimenticare che, come il coraggio di manzoniana memoria, “uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.

Donazioni in denaro fra parenti, come comportarsi

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Una donazione è un’operazione che, in molti casi, può essere effettuata tramite bonifico o una qualsiasi altra transazione bancaria. Chi riceve queste somme deve provvedere a dichiararle al fisco? Quando possono essere effettuate in contanti? Cerchiamo di comprendere come debbano essere gestite queste operazioni in modo da non incorrere in sanzioni o in spiacevoli controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. A definire nello specifico in cosa consiste una donazione ci ha pensato l’articolo 769 del Codice Civile, il quale ha espressamente previsto che: “La donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione”.

Sicuramente una delle forme più comuni di donazione è quella costituita da del denaro: per spirito di liberalità viene trasferito del denaro da un soggetto all’altro. Uno dei casi più frequenti è quello di vedere dei genitori regalare del denaro ai propri figli.

La donazione, però, può avere come destinatari anche soggetti terzi, che possono essere delle associazioni o degli enti. Quando si vengono a creare queste ultime situazioni è sempre obbligatorio recarsi da un notaio, che provveda a certificare l’effettiva donazione.

Nel caso in cui ciò dovesse essere fatto, si tratta di un semplice passaggio di denaro, che non viene regolamento in alcun modo e per il quale non può essere richiesta la restituzione.

L’articolo 782 del Codice Civile prevede che la donazione debba essere fatta attraverso un atto pubblico. È quindi obbligatorio recarsi da un notaio ed è necessario che siano presenti due testimoni.

Questi devono essere capaci di agire e non devono trarre alcun interesse o vantaggio dalla donazione. Nel caso in cui la donazione sia di modico valore, l’articolo 783 del Codice Civile prevede che non sia necessario un atto pubblico.

Qui le imposte da pagare: quando i soggetti coinvolti sono i coniugi o dei parenti in linea diretta, come genitori, figli, i rispettivi ascendenti e discendenti in linea retta, anche quando sono stati adottati, la legge prevede una franchigia di 1.000.000 euro e un’aliquota del 4%; tra fratelli e sorelle la franchigia è di 100.000 euro e l’aliquota è al 6%; gli altri parenti fino al quarto grado in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al terzo grado: non c’è alcuna franchigia e l’aliquota è pari al 6%; per gli altri soggetti non c’è franchigia e l’aliquota è all’8%; per le persone portatrici di handicap la franchigia è pari a 1.500.000 euro mentre l’aliquota è al 4%, 6% o 8% in base al grado di parentela.

In alcuni casi le donazioni non sono sottoposte ad alcun obbligo fiscale e non è necessario pagare alcuna tassa. In questa categoria rientrano: le donazioni di modico valore, che possono coinvolgere i passaggi di denaro o di altri beni mobili.

Il modico valore viene determinato direttamente dalle condizioni economiche del donante; eventuali spese di mantenimentoabbigliamentoeducazione o matrimonio; eventuali donazioni di aziende o rami di aziende, quote sociali o azioni, nel momento in cui vengono effettuate a favore dei figli, del coniuge o dei genitori; veicoli iscritti al PRA.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Il campeggio estivo di Fridays for Future

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Ragazze e ragazzi di Torino e dintorni hanno deciso di organizzare di nuovo il campeggio, che sarà incentrato sui temi attuali dell’acqua, il suo uso, e della cementificazione, e su come rispondere a queste realtà.

Il 2022 e il 2023 sono stati tra gli anni più critici per quanto riguarda la siccità estrema e l’emergenza idrica. L’ARPA ha detto che il 2022 si è chiuso con il 43% in meno di precipitazioni rispetto alla media. Questo ha causato, per diversi mesi, la riduzione del flusso del Po con gravi ripercussioni ecologiche ed economiche. Allo stesso tempo alluvioni e eventi estremi hanno colpito le vite di milioni in italia e nel mondo, cosa peggiorata dalle colate di cemento e dalle strutture che consumano il suolo nel paese, rendendolo meno resiliente alle piogge intense e meno adatto alla vita. L’estrema cementificazione della città e delle aree verdi, che comporta deforestazione ed impermeabilizzazione del suolo ha effetti devastanti sul clima, sulla biodiversità e sulla sicurezza idrogeologica.

 

Questo campeggio è organizzato per difendere proprio un suolo, o meglio un parco: si terrà nel parco Artiglieri di Montagna, vicino al centro culturale Comala, venduto dal Comune di Torino a Esselunga per essere distrutto e trasformato in un altro supermercato in un quartiere che ne è pieno. Per anni ormai il comitato Essenon porta avanti varie azioni per difenderlo, insieme al gruppo LEA – Laboratoria Ecologista Autogestita, che si è formata in modo spontaneo da qualche mese. La nostra presenza in questo parco è un messaggio di resistenza per chi porta avanti nella nostra città politiche di cementificazione e consumo di suolo, e di supporto a tutte le persone che si attivano per difendere il verde e il suolo.

 

Nel programma, (puoi trovarlo qui https://climatesocialcamp.com/program-2023/) tra gli appuntamenti ci sarà il tavolo di lavoro “Cemento: motore di devastazione e dominio” mercoledì alle 15. Giovedì sera alle 21 invece ospiteremo un talk con attiviste a attivisti dai territori del Sud del Messico, del Movimento di liberazione del Kurdistan, dai Paesi Baschi, Soulèvements de la terre dalla Francia e del movimento Stop Cop City di Atlanta, USA.

Giovedì dalle ore 16 pedalata per portare le nostre voci in giro in città e fare sentire che ciò per cui lottiamo riguarda la vita e la società.

 

“Mentre gli effetti della crisi climatica e ecologica colpiscono duramente ovunque nel mondo, siamo qui a difendere l’acqua e fermare il cemento e fare sentire la nostra lotta per il diritto a una vita su un pianeta sicuro.”

Grandine, formalizzata richiesta stato di emergenza

La Regione Piemonte ha inviato al governo la richiesta formale per lo stato di emergenza a seguito delle grandinate che si sono abbattute su vaste zone di Cuneese, Alessandrino, Astigiano e Torino il 6 luglio scorso. Dopo le verifiche e i sopralluoghi effettuati dai tecnici degli assessorati e di Arpa, è stato inviato il dossier per la richiesta formale dello stato di emergenza a cui la Regione Piemonte ha iniziato a lavorare già all’indomani delle grandinate. La richiesta dovrà ora essere esaminata dal Consiglio dei ministri.
«I tecnici di Arpa hanno certificato che le grandinate sono state provocate da una supercella temporalesca di straordinaria potenza – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – con chicchi di grandi dimensioni, uniti a raffiche di vento e precipitazioni molto forti. Gli effetti al suolo – prosegue il presidente – sono stati molto severi, con importanti danni all’agricoltura ma anche ai beni dei privati e ai centri abitati. Già dal giorno dopo, ci siamo attivati per la richiesta dello stato di emergenza e ora abbiamo inviato il dossier per la richiesta formale. Auspichiamo che dal governo arrivi un riscontro in tempi brevi perché i danni sono stati davvero ingenti e tante famiglie aspettano ristori».
In attesa di un riscontro, la Regione è pronta a dichiarare lo stato di emergenza regionale, sul modello di quanto fatto nell’estate del 2019 a fronte di gravi danni provocati da una serie di eventi  atmosferici.
«I tecnici dei nostri settori territoriali stanno effettuando sopralluoghi nei comuni che hanno segnalato danni per poter consentire ai sindaci di intervenire in somma urgenza e ripristinare le condizioni di sicurezza sulle infrastrutture pubbliche. Per i privati abbiamo attivato le procedure che ci consentiranno di rimborsare i danni una volta che lo stato d’emergenza sarà effettivo» chiarisce l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi.
A questo scopo la Regione ha inviato una lettera ai 108 sindaci dei Comuni coinvolti dall’eccezionale evento metereologico, per chiedere loro la rapida trasmissione del resoconto dei danni raccolti in queste settimane dai loro uffici in modo da poter completare il quadro di quanti hanno segnalato danneggiamenti – ad esempio auto, tetti, impianti e macchinari – oggetto in queste settimane di ricognizioni e sopralluoghi da parte dei tecnici regionali per poter procedere con i rimborsi e attivare gli indennizzi.
Prosegue nel frattempo l’iter della richiesta dello stato di calamità naturale che riguarda le colture agricole. Già dal giorno della grandinata il presidente Alberto Cirio è in contatto con il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida che ha assicurato il massimo supporto da parte del governo. In queste settimane i funzionari dell’assessorato all’Agricoltura hanno effettuato numerosi sopralluoghi per certificare i danni a coltivazioni orticoli, viti e noccioleti.
«Al governo chiediamo contestualmente rimborsi rapidi in deroga, considerando la richiesta dello stato di calamità relativa all’evento del 6 luglio, per supportare gli agricoltori in questa difficile contingenza: è necessario che siamo rimborsati non solo i danni alle infrastrutture agricole, ma anche ai raccolti che, in molti casi, data la stagione, erano nel pieno della crescita» sottolinea l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa.

Bioindustry Park partner del programma europeo EIC

 

Il Bioparco piemontese conferma il ruolo di hub europeo a supporto
delle imprese innovative nel settore della Salute 

 

COMUNICATO STAMPA   I  IMG1   I  IMG2 

Facilitare lo sviluppo di innovazioni sanitarie rivoluzionarie da parte di aziende di tutta Europa, garantendo l’accesso a una rete di ecosistemi locali di qualità, i cosiddetti catalizzatori, che comprendono acceleratori, incubatori e cluster con una vasta conoscenza ed esperienza nei rispettivi sistemi sanitari locali, quadri normativi e dinamiche di mercato.
E’ la via intrapresa della Rete europea EIT Health che ha selezionato Bioindustry Park quale unico catalizzatore Italiano nel programma Bridgehead rivolto a start-up e scale-up impegnate a creare innovazione nel settore medicale, dalle biotecnologie alla farmaceutica. Bioindustry Park sarà il punto di riferimento per le imprese d’oltralpe interessate a sviluppare la loro attività in Italia, con il ruolo chiave di aprire l’accesso al nostro mercato, in modo rapido e efficace, favorendo il contatto con reti locali di partner e clienti, l’utilizzo delle infrastrutture e la comprensione dei sistemi normativi.

Bioindustry Park è anche tra i partner italiani qualificati dell’European Innovation Council EIC, programma creato dalla Commissione EU in Horizon Europe con dotazione di 10 miliardi di euro (2021-2017) a supporto dell’innovazione. Bioindustry Park, come partner selezionato tra principali centri dell’innovazione europei dal programma EIC Ecosystem Partnerships and Co-Investment Support, offrirà alle startup selezionate le proprie competenze e il proprio network mediante consulenze specialistiche, integrazione nei programmi di accelerazione, formazione ad hoc, contribuendo a migliorarne l’accesso a servizi specializzati e l’attrazione di investitori privati.

 

I due riconoscimenti avvalorano le competenze di supporto all’innovazione nel settore della salute umana e delle scienze della vita dell’hub piemontese, inserito nel network dell’innovazione nazionale e, con il polo bioPmed, in quello internazionale dove supporta le imprese a competere nei mercati globali. bioPmed è parte del sistema di Poli di Innovazione del Piemonte con un ruolo di orientamento per le imprese che vogliano avvalersi degli incentivi del Piano regionale FESR Ricerca e innovazione finanziato dalla Regione Piemonte e è partner del progetto Nodes – Nord Ovest digitale e sostenibile che offre alle imprese numerose opportunità di sviluppo, supportate dai fondi del PNRR.

 

«Abbiamo lavorato per mettere a disposizione delle aziende servizi qualificati e rafforzare le connessioni con il network internazionale del settore, consapevoli che solo sistemi complessi e strutturati possono supportarle per competere in mercati sempre più globali – spiega Fiorella Altruda Presidente del Bioparco – Essere riconosciuti come ecosistema di qualità da due importanti network europei, conferma e rafforza il nostro ruolo di interlocutore qualificato per le imprese e potrà apportare importanti ricadute al settore nazionale e regionale, arricchendo le opportunità di accesso a un più ampio ecosistema di innovazione europeo. In qualità catalizzatore italiano nel programma EIT Health Bridgehead, avremo inoltre l’opportunità di portare nuove idee europee sul mercato italiano, migliorando nel contempo l’erogazione dei servizi».

 

 

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BIOINDUSTRY PARK IN NUMERI

Bioindustry Park Silvano Fumero SpA, dal 2021 Società Benefit, opera dalla fine degli anni’ 90 attraverso una governance mista, pubblica e privata, nella sede di Colleretto Giacosa, vicino ad Ivrea (TO), su una superficie di 80.000 mq, di cui 27.500 mq – in fase di ampliamento di ulteriori 2.000 mq – adibiti a laboratori, uffici, impianti di produzione e centri di ricerca, logistica, con 42 aziende insediate, tra cui 3 grandi imprese, e 800 addetti impiegati.

Attualmente sono 30 le startup supportate dal programma ReadytoStartUP! e dal 2015 Bioindustry Park ha accelerato 128 startup, 3 delle quali quotate in borsa, che nell’insieme hanno attratto oltre 150 mln di capitali raccolti Equity e Grants; dal 2018 ha erogato 25 mentorship in collaborazione con prestigiosi programmi dedicati alle startup. Si tratta di eccellenze nate sul territorio nazionale e operative nei settori di avanguardia dell’innovazione nei settori delle scienze della vita: farmaceutico e biotecnologico, diagnostico, dei dispositivi biomedicali e salute digitale.

Uno sviluppo rafforzato dal Polo di innovazione BioPmed che riunisce i principali attori dell’innovazione di Piemonte e Valle d’Aosta, con 450 soggetti della community, 87 aziende associate, 20 progetti europei realizzati, più di 20 mln finanziamenti regionali attratti; Bioindustry Park è tra i fondatori e ospita la Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della vita che propone alta formazione anche in sinergia con le aziende insediate nel Parco.

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Il Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) è stato istituito dalla Commissione EU in Horizon Europe, con un budget di oltre 10 miliardi di euro (2021-2027) per sostenere le innovazioni rivoluzionarie durante tutto il loro ciclo di vita, dalla ricerca iniziale al mercato. L’EIC offre opportunità di finanziamento per le aziende in diversi stadi di maturità tecnologica attraverso i suoi strumenti: EIC Pathfinder, EIC Transition e EIC Accelerator. I progetti EIC Accelerator possono ricevere fino a 2,5 milioni di euro in sovvenzioni e sono inoltre ammissibili per un massimo di 15 milioni di euro in investimenti azionari diretti dal Fondo EIC.

https://eic.ec.europa.eu/index_en 

EIT Health è la rete europea nata nel 2015 come “comunità della conoscenza e dell’innovazione” (KIC) dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT). EIT Health si avvale di un partenariato europeo di circa 150 membri, pubblici e privati, tra università, centri di ricerca, ospedali, grandi e medie aziende e alcune municipalità e si pone come interlocutore per creare un vero ecosistema coeso all’interno del settore industriale health, dove funge da acceleratore delle opportunità italiane verso l’Europa e dall’Europa all’Italia.

https://eithealth.eu/

Apre il parco urbano di Poirino

𝗔𝗿𝗯𝗼𝗿𝗲𝘁𝗼 𝗦𝘁𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶

7.220 mq sono usufruibili da parte della cittadinanza.
L’orario di apertura seguirà le seguenti indicazioni.
Dal Lunedì alla Domenica orario 7:00 23:00

A metà Settembre si procederà con l’inaugurazione.

I cittadini potranno godersi uno spazio verde e di qualità all’interno della loro città, migliorando la qualità della vita e promuovendo uno spirito comunitario positivo.

Poirino Via Pralormo / via Caduti di Nassirya

Affitti, il bilocale è la formula preferita

Il bilocale resta il preferito da chi affitta, scelto nel 39,1% dei casi
Aumenta il ricorso al contratto transitorio e al canone concordato

L’analisi dei contratti di locazione stipulati attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa nel 2022, evidenzia un 66,9% di affitti conclusi per scelta abitativa, un 25,4% di contratti stipulati da lavoratori trasfertisti e un 7,6% di affitti legati agli studenti universitari. Rispetto al 2021 si evidenzia un aumento della percentuale di contratti stipulati a lavoratori trasfertisti, si passa infatti dal 23% del 2021 al 25,4% del 2022. Sostanzialmente stabile la quota di affitti a studenti (7,6%), mentre la maggior parte dei contratti (66,9%) riguarda single, coppie e famiglie che scelgono l’affitto come soluzione abitativa per motivi personali oppure per esigenze economiche.

Tra le metropoli, le città in cui è più alta la percentuale di chi affitta per motivi di lavoro sono Bologna (51%), Firenze (42,3%), Milano (38,9%) e Verona (34,3%). Per quanto riguarda l’affitto a studenti universitari le città più attive sono Bologna (28,6%), Torino (26,4%) e Milano (25,7%). A Milano rispetto al 2021 sale la percentuale di affitti a studenti che passa dal 23,6% al 25,7%, mentre la quota di affitti a lavoratori trasfertisti rimane sostanzialmente invariata. Le città dove sono più alte le percentuali di affitti per scelta abitativa sono Napoli (81,4%), Palermo (78,6%) e Bari (75,0%). A Roma il 2022 evidenzia un aumento della percentuale di stipule a lavoratori trasfertisti, che passa dal 22,5% al 25,2%, mentre rimane invariata la quota di affitti a studenti universitari (11,0%). A Genova, rispetto all’anno precedente, aumentano sia le quote di affitti a lavoratori trasfertisti (19,2%) sia quelle a studenti universitari (12,3%).

I dati sui contratti stipulati nel 2022 in Italia vedono una contrazione di quelli a canone libero (passati dal 51,9% del 2019 al 44,0% del 2022) ed un aumento della percentuale di contratti a canone concordato (da 29,8% a 31,2%) e a carattere transitorio (da 18,4% a 24,8%). Questo risultato evidenzia l’aumento del ricorso a contratti più brevi e flessibili e spesso più convenienti dal punto di vista della tassazione. Ad ogni modo il contratto più stipulato in Italia rimane quello a canone libero, che nel 2022 si attesta al 44% sul totale delle stipule.

L’analisi delle grandi città mostra come a Milano ci sia una netta prevalenza del contratto a canone libero (69,5%), mentre a Roma è il contratto a canone concordato ad essere più utilizzato (68,5%). Alti tassi di contratti a canone concordato anche a Genova e a Verona, in quest’ultima si arriva al 71,9%. Le città con le percentuali più alte di contratti a carattere transitorio sono Firenze (34,4%), Milano (29,0%) e Bari (28,6%).

In Italia la tipologia più affitta è il bilocale con il 39,1% delle scelte, seguita dal trilocale con il 31,2%. Anche negli anni precedenti bilocali e trilocali sono state le tipologie più affittate a livello nazionale. Da segnala un progressivo aumento della percentuale di affitti di monolocali, che passa dal 7,5% del 2019 al 9,2% del 2022.

Infine, la maggior parte degli inquilini ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, nel 2022 si arriva al 45,9% sul totale degli affitti stipulati, con percentuali in progressivo calo all’aumentare dell’età.

UFFICIO STUDI TECNOCASA