CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 701

Nel flusso

alessia-nuovaLe poesie di Alessia Savoini
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Nel flusso
Lungi dal vivere distante
estinguo l’istinto
imprimo l’esistente
con la forma del respiro
Filtrati i piani astrali
ti incontrai in attesa ..
di rinascere era il motivo
ma questa volta senza un corpo

Errant Shadow, un epico viaggio attraverso il tempo e lo spazio

errant-shadow“Errant Shadow” è il titolo del nuovo album musicale realizzato da Maurizio Seren Rosso, nella vita medico dermatologo torinese, ma da sempre con una profonda passione per la musica, che lo ha portato a diventare anche un poliedrico e fecondo artista. Quest’ultima creazione, prodotta insieme a Mattia Garimanno attivo manager dell’etichetta indipendente Animae Recordings, vuole essere un epico viaggio nel tempo e nello spazio, a partire dalle origini della vita. Ne risulta una affascinante e intensa opera gothic rock, che verrà rappresentata sabato 21 gennaio prossimo al teatro Murialdo in via Chiesa della Salute 17/d. Diversi gli artisti che hanno collaborato con Seren Rosso alla realizzazione di quest’opera gothic rock e che compongono gli “Errant shadow”, il gruppo che prende nome dal progetto: il cantante Kevin Zwierzchaczewski; Nalle Pahlsonn, bassista di Stoccolma; Isa Garcia Navas, cantante; Mattia Garimanno batterista; il chitarrista Emanuele Bodo   e Davide Cristofoli, tastiere ed orchestrazioni. “La vicenda – spiega Seren Rosso- vuol essere un racconto onirico collocato in un tempo che si può considerare un futuro indefinito. Incontriamo nel loro percorso due cavalieri erranti, un uomo e una donna. Nell’ambito di quest’opera ho voluto inserire una canzone dal titolo “Corvi nell’aria ” che ho composto all’indomani dell’attentato alla sede parigina di Charlie Hebdo, di cui ricorre in questi giorni il bianniversario. Questa gothic opera vuole essere una storia d’amore, ma anche della ricerca di un’identità, come avviene sempre nella narrazione delle vicende dei cavalieri erranti alla ricerca del Sacro Graal. Sei sono stati gli artisi coinvolti, un batterista, un bassista, due cantanti protagonisti, un chitarrista e un tastierista”.

Mara Martellotta

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Prevendite dei biglietti per il concerto del 21 gennaio al teatro Murialdo, Info e prenotazioni : 3476993496

“La La Land” di Damien Chazelle e i suoi attori, una strada aperta verso gli Oscar

lsls-film2Voglia di tenerezza, e di leggerezza, probabilmente. Forse evasione, immergersi senza se e senza ma con il gran desiderio di entrare in un sogno – nel grande mare del musical americano (con uno sguardo da non sottovalutare a certo cinema del troppo dimenticato Jacques Demy), quello antico, raffinato, profondamente sognatore, coloratissimo, quello che ha impressa la faccia del grande vecchio Gene Kelly, quello che danza sulle note di Cole Porter o sui passi di Fred Astaire e Ginger Rogers. Ecco che al di là delle indubbie qualità artistiche (grande successo a Venezia lo scorso settembre, Coppa Volpi a Emma Stone, un film che per certa critica getta le basi verso un cinema proiettato nel futuro), Hollywood 2017 s’è pienamente accorta della ventata di elegante spensieratezza che attraversa le immagini del film di Damien Chazelle e allora eccoli lì, sette candidature, sette premi. Centro pieno. “La La Land”, che arriva sui nostri schermi il 26 gennaio, si porta a casa i Golden Globe dell’anno per il miglior film commedia o musicale, per il miglior regista, per la miglior colonna sonora originale e miglior canzone (“City of Stars”), per la miglior sceneggiatura, a Emma Stone e Ryan Gosling quali migliori interpreti di commedia, doverosi omaggi alla vicenda e ai sogni di Sebastian, virtuoso pianista jazz, e di Mia, giovane attrice ormai stanca dei tanti provini che sembrano non approdare a nulla, al loro incontro nella Los Angeles che pare il porto di ogni più rosea realizzazione, al loro amore.

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Insomma, com’era nelle previsioni. Per il futuro, un’autostrada spalancata sulle nomination agli Oscar, in un gioco che dovrebbe ampiamente ripetersi. Sul versante drammatico, in questa serata americana di Beverly Hills che vede l’assegnazione dei premi della Stampa Estera accreditata nella Mecca del Cinema, condotta dal comico Jimmy Fallon e condita al pepe con il discorso anti-Trump di una sorridente quanto agguerrita Meryl Streep, bollata dal futuro presidente a poche ore di distanza con un secco “Hillary’s lover” – che tra l’altro sarà stata battuta per la sua “Florence” un po’ troppo macchiettistica e decisamente sopra le righe ma che s’è “già” portata a casa il premio alla carriera Cecil B. De Mille -, salta all’occhio la zampata della leonessa Isabelle Huppert, esemplare presenza europea, migliore attrice drammatica e del suo “Elle”, a firma Paul Verhoeven, migliore film straniero.moonlight-film La storia di “Moonlight”, regia di Barry Jenkins, ovvero l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta di un ragazzo di colore che vive in un quartiere violento e difficile della periferia di Miami (in uscita da noi il 2 marzo), s’è vista aggiudicare il Golden Globe come miglior film drammatico, superando il superpronosticato “Manchester by the Sea” (arriva il 16 febbraio) di Kenneth Lonergan, un ritorno a casa per fare i conti con un passato che ha diviso un uomo dalla famiglia e da una comunità apertamente ostile, pure lui ben piazzato per gli Oscar e qui apprezzato per l’intensa interpretazione di Casey Affleck. Tra i migliori attori non protagonisti, Aaron Taylor-Johnson vince per lo psicopatico quanto adamitico gangster di “Animali notturni” di Tom Ford mentre Viola Davis, togliendo il silenzio no black su cui manchester-filmi grandi premi 2016 erano incappati, batte con “Barriere” (sincerarsene dal 23 febbraio in poi) interpretato e diretto da Denzel Washington attrici come Michelle Williams o Nicole Kidman. Sul versante televisivo, cui i Globe pure ogni anno guardano, “The Crown” intorno al regno di Elisabetta II è la miglior serie drammatica e la sua interprete Claire Foy la migliore attrice, “Atlanta” la miglior serie comica. Ancora tra gli attori, premiati Billy Bob Thornton (“Goliath”), Tom Hiddleston con Hugh Laurie e Olivia Colman (“The Night Manager”). La miglior miniserie è “The People v. O.J.Simpson”, un caso che in passato ha riempito i giornali e le televisioni di tutto il mondo.

 

Elio Rabbione

 

“Il cliente” di Asghar Farhadi, angoscia e vendetta nell’Iran di oggi

A Cannes gli è stato conferito il premio per la miglior sceneggiatura (oltre al Palmarès per il miglior attore protagonista a Shahab Hosseini): che può anche essere inteso come il riconoscimento globale al grande lavoro di scrittura, alla costruzione della struttura narrativa che Asghar Fahradi, quarantacinquenne regista iraniano già acclamato autore di “About Elly”, di “Una separazione”, di “Il passato”, mette alla base delle proprie opere. Al racconto che poggiato quasi su un elemento da nulla s’ispessisce poco a poco, alla resa di particolari sminuzzati e sparsi come impercettibili indizi, agli sguardi e alle parole accennate che sottintendono emozioni e rabbie, sentimenti affaticati e ripensamenti, al quotidiano che più realistico non si potrebbe dove s’allineano azioni e contro azioni, correzioni ad un destino non mai scritto in modo definitivo.

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È un approfondire, un calarsi con sguardo sempre preciso e attento, un mezzo per nascondere dietro lo sguardo spoglio della macchina da presa che s’aggira per le stanze una realtà che si fa presto allegoria, portatrice del non detto ma del suggerito. Perché nelle scene iniziali del “Cliente” si va al di là, in una visione in trasparenza dell’oggi iraniano, dell’improvvisa fuga dei coniugi Emad e Rana e dei loro vicini d’appartamento da un palazzo che rischia di crollare e mostra attimo dopo attimo crepe troppo pericolose, mentre gli artigli di una rossa ruspa ripresa dall’alto sembrano sgretolarne le fondamenta. Lui è un insegnante, apertissimo con i propri allievi, ed è pure un attore che, come Willy Loman, con la moglie, come Linda, sta mettendo in scena una versione del dramma di Arthur Miller “Morte di un commesso viaggiatore”, dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari, in un quotidiano provare e vivere tra luci posizionate, ambienti scenografici, costumi, trucchi, parrucche, binario parallelo che a tratti si sovrappone alla vita vera. Che viene mortificata e squassata dall’aggressione che Rana subisce una sera, rientrando sola da una replica, nel provvisorio alloggio in cui la coppia è andata ad abitare, alloggio già affittato da una donna dall’esistenza non proprio cristallina. Farhadi prende esemplarmente la via del giallo, dei piccoli oggetti dimenticati che possono ricostruire un puzzle, dell’indagine, dell’analisi al microscopio di quanto quel fatto abbia prodotto nella vita e nell’animo della coppia: lei ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito, poi quietamente rappacificata, pronta a superare lo shock, lui pronto a suggerire per un attimo di buttarsi tutto quanto alle spalle ma poi con il desiderio di una vendetta, sino a sfiorare i tratti dell’aguzzino, che colpisca chi ha ridotto sua moglie in quello stato.

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Allo spettatore che vedrà il film la lenta, devastante scoperta di quel volto preciso; che potrebbe anche passare in secondo piano se messa di fronte agli attimi finali, bellissimi, quando, mentre iniziano a scorrere i titoli di coda, i due personaggi/attori in sala trucco s’impossessano di espressioni che la dicono lunga sul loro domani, o ce lo lasciano immaginare secondo il nostro sguardo, la nostra “simpatia”, mentre ogni cosa rimane impalpabilmente sospesa, inarrivabile. All’ultima immagine ci si arriva con una concreta tensione, senza un cedimento, senza un’immagine eccessiva, sempre catturati dall’aspetto claustrofobico, soffocante che dall’inizio alla fine circola nella storia, senza che né l’uno né l’altro degli attori abbia sovraccaricato il proprio modo d’agire, di pensare, di offrirci la propria verità, tra pubblico e privato, tra realtà e finzione, tra il positivo e il negativo di ogni sentimento.

 

Ultimi giorni per “Bambini nel tempo. Boldini guarda Van Dyck”

La mostra della serie Confronti/2 sarà alla Galleria Sabauda fino a domenica 8 gennaio

boldini-realUltimi giorni ai Musei Reali per Bambini nel tempo. Boldini guarda Van Dyck, secondo suggestivo appuntamento ospitato nello spazio Confronti della Galleria Sabauda, che propone contenute ma particolari mostre-confronto tra due o più opere diverse, ma collegate tra loro.Solo fino a domenica 8 gennaio sarà possibile ammirare i due dipinti, entrambi dedicati all’infanzia: da una parte I figli di Carlo I d’Inghilterra del più celebre ritrattista delle case regnanti europee nel Seicento Anton Van Dyck (1635, olio su tela), di proprietà della Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino; dall’altra il Ritratto del piccolo Subercaseaux del protagonista del ritratto mondano in stile Belle Époque nella Parigi di fine Ottocento Giovanni Boldini (1891, olio su tela), conservato presso le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara ed esposto per la prima volta a Torino.

Il primo dipinto raffigura un’immagine ufficiale dei principini d’Inghilterra, realizzata come dono da inviare ai parenti di Casa Savoia per far conoscere, come in una moderna fotografia, le fattezze dei bambini; nel secondo caso invece un ritratto eseguito in amicizia nello studio del pittore. Per entrambi gli artisti, però, si trattò di una sfida: mettere in gioco le proprie capacità con soggetti tanto affascinanti quanto sfuggenti. Si narra che la regina Enrichetta avesse fatto ritoccare più volte la figura della piccola Maria, troppo irrequieta per consentire a Van Dyck di terminare tranquillamente il suo lavoro. Per contro, sembra che Boldini fosse costretto a rincorrere sudando per tutto lo studio l’annoiato fanciullo. Entrambi i pittori affidano l’immagine dell’alta società del loro tempo alla lucentezza sfolgorante dei tessuti, descritti con rara raffinatezza ed eleganza. Gli accordi cromatici di Boldini, giocati sui toni del bianco, del nero e del grigio, si ispirano alla grande ritrattistica fiamminga del Seicento e in particolare alla pittura di Van Dyck, conosciuta e studiata durante i soggiorni in Olanda e in Inghilterra.

L’altezza dei due maestri emerge anche nella sottile sensibilità dell’introspezione psicologica: lo sguardo profondo e penetrante del futuro re Carlo II fissa intensamente lo spettatore, al pari di quello noncurante e sbarazzino del giovane cileno. Una curiosa somiglianza accentuata dal comune taglio della frangetta. Il dipinto di Boldini arriva a Torino nell’ambito di un amichevole scambio con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara: nel Palazzo dei Diamanti è esposta la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda in occasione della mostra che celebra i cinquecento anni di un capolavoro della letteratura italiana, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. La visita di Confronti/2: Boldini guarda Van Dyck. Bambini nel tempo è inclusa nel biglietto dei Musei Reali.

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www.museireali.beniculturali.it

ECCO COME PARLEREMO NEL 2050: CE LO SVELA L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA

Tra nuove tecnologie, migrazioni, demografia e contaminazioni. Claudio Marazzini Presidente della celebre istituzione e professore di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte Orientale

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Creature vive, che ogni giorno si plasmano e rinnovano con l’evolversi di costume, letteratura, tecnologia e delle relazioni tra popoli. Sono le lingue parlate, protagoniste con la loro vitalità del primo appuntamento del nuovo anno di GiovedìScienza. Vitalità che si misura nella capacità di assorbire parole straniere, magari adattandole, e neologismi introdotti dalle innovazioni tecniche e scientifiche: ingredienti che negli ultimi anni portano a dei cambiamenti più veloci che mai.

Come parleremo quindi nel 2050? Lo scopriremo con il Presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazziniprofessore di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte Orientale, giovedì 12 gennaio alle 17:45  al Teatro Colosseo (a Torino, in via Madama Cristina 71).

La diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione e delle applicazioni social di Internet, i grandi flussi migratori che caratterizzeranno questo secolo, i nuovi comportamenti, le tendenze demografiche che vedono il declino numerico degli italiani e l’aumento schiacciante dei cinesi, degli indiani e delle popolazioni arabe, l’affermarsi di un basic english d’uso comune: sono tutti  elementi che stanno modificando profondamente la lingua del nostro paese. Il  prof. Marazzini spiegherà come l’obiettivo non sia conservare a tutti i costi le parole che ci hanno tramandato secoli di letteratura, ma di interpretare il nuovo corso e orientare in modo culturalmente consapevole la formazione della lingua italiana che si parlerà nei prossimi decenni.

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Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it

Terza stagione per G&T, la serie gay italiana

gt-gayA distanza di 2 anni dalla messa in onda della seconda stagione, sono stati prodotti 2 episodi della durata di 30 minuti ciascuno grazie solo ed esclusivamente al sostegno economico dei fan. Le due puntate saranno disponibili sul canale Vimeo On Demand della serie al costo di 1.99 € ciascuna a partire dal 17 gennaio 2017. L’intenzione è quella di riuscire ad andare avanti con il progetto utilizzando nuovi metodi di distribuzione. Finora la visione free su Youtube è stata necessaria a raggiungere la più ampia fetta di pubblico possibile, ora la messa in vendita degli episodi, ad una cifra simbolica, permetterà alla produzione di proseguire il lavoro già nell’anno 2017. I due episodi realizzati, a livello narrativo, riprendono le vicende un anno dopo gli ultimi avvenimenti della seconda stagione. I personaggi, che crescono insieme agli autori, si confrontano sempre più con i problemi della vita di tutti i giorni. Parallelamente vengono affrontate le tematiche più sensibili già accennate nelle prime due stagioni: bullismo, accettazione di sé, omofobia senza tralasciare la legge sulle Unioni Civili da poco introdotta nel nostro Paese.

G&T, REALIZZARE UNA SERIE GAY IN ITALIA

Raccontare la complessa, seppur quotidiana, storia d’amore tra due ragazzi senza stereotipi o censure: era questo lo scopo principale che Francesco D’Alessio – interprete, regista e fondatore della compagnia di produzione RtaMovie – si era prefissato quando ha cominciato a pensare a G&T. Dopo aver coinvolto Matteo Rocchi, Gabriele Pellegrino e Lorenzo Li Calzi come co-sceneggiatori, non restava dunque che trovare il modo migliore per raccontare questa storia. È stato allora che la scelta è ricaduta sul web, che avrebbe consentito loro di restare fedeli all’idea originale, garantendogli una totale autonomia espressiva e offrendogli la possibilità di raggiungere un pubblico molto vasto. Il budget limitato messo a disposizione dalla RtaMovie messo a frutto grazie alla passione e alla determinazione di Francesco D’Alessio e Matteo Rocchi – sceneggiatori, registi, produttori e attori protagonista della serie –, ha fatto sì che nell’estate 2012, a Torino, si potesse dare il via alle riprese. Il primo episodio di G&T ha fatto il suo debutto on-line su Gay.it a dicembre del 2012, e subito dopo sul canale di YouTube dedicato. La serie ha guadagnato un numero sempre crescente di fan ed è stata rinnovata per una seconda stagione, che ha fatto il suo debutto in rete nel 2014.

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IL SIGNIFICATO DIETRO IL TITOLO

G&T sono Giulio e Tommaso, i protagonisti della serie, due amici d’infanzia che all’improvviso capiscono che il loro rapporto potrebbe nascondere un sentimento più profondo. Ma il titolo gioca anche con le diverse sfumature del verbo inglese “to get”: capire, diventare, conquistare…

ESPORTARE UN PRODOTTO MADE IN ITALY

La serie, nel corso degli anni, è riuscita a conquistare un pubblico internazionale e poliglotta: moltissimi fan si sono offerti di sottotitolare tutti i dialoghi in più di 10 lingue dando così la possibilità alla storia di viaggiare in tutto il mondo. Nel 2014, G&T è stata nominata come Miglior serie a tematica gay di tutto il mondo da MySoCalledGayLife, un gruppo di riviste del settore inglese, irlandese, australiano e americano e ha inoltre visto assegnare due premi come migliori attori protagonisti a Matteo Rocchi e Valeria Tardivo al Los Angeles WebFest. G&T conta oltre 91 milioni di visualizzazioni su You Tube, con più di 102.000 iscrizioni al canale. La colonna sonora della serie comprende brani composti e interpretati da artisti emergenti italiani che hanno realizzato canzoni inedite e cover di pezzi dance degli anni ’90 riarrangiati in chiave acustica. LE PRIME DUE STAGIONI G&T – Prima stagione (14 episodi) La trama ruota intorno a due ragazzi, Giulio e Tommaso: amici sin dall’infanzia, complice qualche bicchiere di troppo, finiscono per baciarsi a una festa universitaria. Tommaso, che ha già una ragazza, farà di tutto per dimenticare gli eventi di quella fatidica serata, terrorizzato dall’idea di dover affrontare una scomoda verità, e le strade dei due finiranno per separarsi. Cinque anni più tardi, il destino li farà rincontrare. G&T – Seconda stagione (13 episodi) “Impariamo davvero dai nostri errori, o siamo condannati a ripeterli ancora e ancora, in un circolo senza fine?”: questo è l’interrogativo da cui trae spunto la seconda stagione di G&T. Dopo il viaggio difficile e a tratti doloroso che li ha portati a ricongiungersi, Giulio e Tommaso sono finalmente una coppia. La loro tanto attesa – e per certi versi idealizzata – relazione dovrà ora scontrarsi con la routine e i piccoli – grandi – problemi del quotidiano. Riusciranno a far sì che la loro vita insieme continui, o la vedranno sgretolarsi davanti ai loro occhi?

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Vimeo On Demand: https://vimeo.com/ondemand/getwebserie Youtube channel: www.youtube.com/user/GETwebserie

 

Regia di Lavia per “I Pagliacci” di Leoncavallo

Al Regio di Torino  con la direzione del toscano Nicola Luisotti

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Approda al teatro Regio di Torino un nuovo allestimento dell’opera “I Pagliacci” di Leoncavallo, nella rilettura in chiave contemporanea da parte del regista Gabriele Lavia, con il maestro Nicola Luisotti, che dirige l’Orchestra e il Coro del teatro Regio.I Pagliacci furono composti nel 1892, sull’onda d’urto della Cavalleria rusticana di Mascagni, e con essi Leoncavallo fu capace di rinnovarne il successo, abbandonando i soggetti pseudo wagneriani sui quali fino ad allora si era concentrato. Leoncavallo scrisse da se’ il libretto e I Pagliacci divennero un vero e proprio manifesto di pensiero, convogliato nel prologo a sipario chiuso, in cui viene specificato e illustrato il valore realistico dell’azione che seguirà, un vero e proprio squarcio di vita. La nuova regia di Gabriele Lavia sceglie un orientamento che risponde alla poetica verista; l’ambientazione è quella di una periferia italiana del secondo dopoguerra, con forti richiami estetici al neorealismo cinematografico. “I Pagliacci – spiega Gabriele Lavia – è un’opera molto complessa con cui Leoncavallo ha costruito un impianto filosofico molto ben espresso nel Prologo, dove i temi dell’opera emergono in modo molto chiaro. Il personaggio del Prologo, Tonio, entra discretamente   in scena chiedendo permesso e dicendo timidamente due volte “Si può? “.

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La vicenda è basata su un episodio storicamente avvenuto nel piccolo paese in cui il compositore trascorse la fanciullezza. Leoncavallo inserì la cosiddetta “poetica del brutto”, entrata nell’opera italiana a partire dai tempi di Victor   Hugo, attraverso la mediazione del Rigoletto. Nei Pagliacci serpeggiano suggestioni della Carmen di Bizet, tra cui la trombetta giocosa e il Coro femminile in apertura, e gli effetti fascinosi di spazialità nella scena delle campane, che riecheggiano gli stilemi wagneriani. Dopo l’intermezzo sinfonico, lo stile viene a ricalcare minuetti e gavotte settecentesche, fino alla sovrapposizione finale in un intreccio grottesco, dove predomina la scrittura drammatica, dimostrazione prima del recupero delle maschere nel teatro non soltanto operistico novecentesco. La partitura, seppur nella sua brevità, mette a dura prova i cantanti impegnati. Nel ruolo della protagonista i soprani Erika Grimaldi e Davinia Rodriguez rendono la linea vocale di Nedda, giocata tra momenti lirici alternati a altri di più forte intensità drammatica. Il tenore Fabio Sartori interpreta il personaggio di Cani, presentando un timbro di rara bellezza e una presenza scenica notevole. Roberto Frontali, noto baritono romano, interpreta Tonio.La prima dei Pagliacci ebbe luogo al Teatro dal Verme di Milano nel 1892 e fu subito un grande successo. Divenne universalmente celebre la sua romanza ” Vesti la giubba”. L’opera fu capace di mettere in scena, magistrale esempio di teatro nel teatro, i profondi conflitti tipicamente novecenteschi e di anticipare, dal punto di vista drammaturgico, soluzioni che, qualche anno dopo, Pirandello avrebbe portato alle estreme conseguenze.

 

Mara Martellotta

Oggi al Cinema

film cinemaassassin-creed-filmLe trame dei film

nei cinema di Torino 

 

A cura di Elio Rabbione

 

 

Alps – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Ariane Labed, Aggeliki Papoulia, Johnny Vekris e Aris Servetalis. Un’infermiera, un paramedico, una ginnasta e il suo allenatore hanno creato un servizio a pagamento, che consiste nel sostituirsi a persone morte su commissione dei parenti, degli amici o dei colleghi del deceduto, in uno strano rapporto che cancella il sentimento di calore umano e quasi raggiunge la più esplicita freddezza. La società si chiama Alps, ilalps-film paramedico che ne è il capo si fa chiamare Mont Blanc. Anche se i membri di Alps operano sotto un regime di ferrea disciplina imposto dal capo, qualcuno all’interno pensa di ribellarsi. Dal regista greco di “The Lobster”, applaudito a Cannes e oggi in corsa ai Golden Globe per il miglior film straniero. Durata 93 minuti. (Classico)

 

Amore e inganni – Commedia. Regia di Whit Stillman, con Kate Beckinsale e Xavier Samuel. Tratto da”Lady Susan” di Jane Austen. La storia di una scaltra vedova che, nel desiderio di venire a conoscenza di certi pettegolezzi che giorno dopo giorno prendono a circolare nell’alta società, si reca a Churchill, in una elegante tenuta proprietà della famiglia del marito. Soggiorno che sarà pure occasione per assicurarsi un buon nuovo consorte e un altrettanto buon partito che faccia la felicità della figlia. Ospiti della casa, tra gli altri invitati, saranno due gentiluomini forse adatti alle aspettative di milady. Durata 94 minuti. (Romano sala 3)

 

Assassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. assassin-creed-filmUn’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

fantastic-filmCaptain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu, Massimo 2)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Sala i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Coppa Volpi veneziana al protagonista. Durata 118 minuti. (Classico)

 

cliente-filmIl cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’uomo in cui non vuole coinvolgere la polizia. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile, in gara come miglior film straniero ai Golden Globe. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)

 

collateral-filmCollateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

È solo la fine del mondo – Drammatico. Regia di Xavier Dolan, con Marion Cotillard, Nathalie Baye, Gaspard Ulliel, Vincent Cassel e Lea Seydoux. Trasposizione cinematografica del testo (per molti versi autobiografico) di Jean-Luc Lagarce messo in scena da noi al Piccolo di Milano. Louis, autore teatrale di successo, fa il suo ritorno in famiglia per annunciare la sua morte imminente. La madre, il fratello violento, la cognata fragile e sottomessa, la sorella sono lì a riceverlo. Ma le atmosfere di nevrosi, di risentimenti, di insinuanti invidie, che il giovane aveva abbandonato anni prima, ritornano in tutto eguali. Film irritante, importante, antinatalizio, sezionato nelle azioni, nei sentimenti, negli sguardi e nei piccoli gesti sino all’inverosimile, assolutamente da vedere. Gran Premio della Giuria a Cannes. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 2)

 

florence1-filmFlorence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Altra nomination per la Streep? Possibili riconoscimenti per un Grant in stato di grazia, capacissimo di tener testa con grande bravura alla diva di tanto calibro? Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Greenwich sala 2)

 

Fuga da Reuma Park – Commedia. Regia di Morgan Bertacca, con Aldo, Giovanni e Giacomo e Silvana Fallisi. La fuga dei tre comici novantenni, la notte di Natale, dalla casa di riposo dove sono stati abbandonati e dalle grinfie dell’infermiera bionda e giunonica che li sorveglia. Abbandonati dai figli, magari in sedia a rotelle e con flebo, magari con una memoria che comincia a fare un po’ di ruggine, non hanno nulla da perdere: perché non salire su una barca, imboccare i Navigli milanesi e andarsene giù già fino a Rio de Janeiro? Durata 90 minuti. (The Space, Uci)

 

passenge-filmIl GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Groucho, Massimo sala 3)

 

Mister Felicità – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Alessandro Siani, Diego Abatantuono e Carla Signoris. Martino, disoccupato cronico, vive alle spalle della sorella ma ad un certo punto riesce a inventarsi un’occupazione, sostituendosi ad un “mental coach”, un guru del pensiero positivo. La sua prima assistita sarà Arianna, una campionessa di pattinaggio in crisi in seguito a una caduta. Durata 101 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

peregrineMiss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Natale a Londra – Dio salvi la Regina – Commedia. Regia di Volfango De Biasi, con Lillo e Greg, Nino Frassica, Paolo Ruffini. Due fratelli pasticcioni nella capitale inglese con l’idea del colpo del secolo: rapire i cani della Regina e chiederne il riscatto. Al loro fianco un ristoratore che continua a portarsi la Sicilia nel cuore, una chef stellata più che apprezzabile, il suo sotto chef toscanaccio indomito, sullo sfondo la Brexit. Durata 89 minuti. (Uci)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà oceania-filmbasta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Passengers – Fantascienza. Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. La nave spaziale “Avalon” sta viaggiando, un lunghissimo viaggio, verso una colonia lontana, a bordo cinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Paterson – Commedia drammatica. Regia di Jim Jarmusch, con Adam Driver e Golshifteh Farahani. Un film intimista, sulla poesia e su chi la coltiva. Ambientato a Paterson, piccola cittadina del New Jersey; ma anche un poema dello scrittore William Carlos Williams s’intitola “Paterson” e ancora Paterson è il nome del protagonista, un gentile, sognatore conducente di autobus, legatissimo alla giovane moglie, artista, con una chitarra in mano e il desiderio di un qualche successo, abitudini e routine precise al cronometro, che nelle pause del lavoro butta giù poesie, raccogliendo immagini sulle cose semplici, di normale quotidianità. Emozioni allo stato puro da un poeta della cinepresa. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 3, Massimo sala 1)

 

poveri-ricchi-filmPoveri ma ricchi – Commedia. Regia di   Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 sully-2passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 1)

Esilarante “SensWuozzional”

Serata di cabaret con i Senso D’Oppio e Wuoz, sabato 7 gennaio 2017 ore 21:0 Teatro Magnetto, via Avigliana 17, Almese

cabaret
Primo appuntamento del 2017 con la rassegna CAMALEONTIKA con la sfrenata comicità dei Senso D’oppio, irresistibile duo comico-vorticoso, accompagnati dalla verve multicolore e imprevedibile di Wuoz. La potenza creativa di questo trio davvero speciale catturerà anche i bambini

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La rassegna proseguirà sino al 7 maggio 2017 con tanti appuntamenti diversi ed ospitando MEDICI SENZA FRONTIERE, presentando in ogni serata iniziative e raccogliendo offerte che andranno a sostenere alcuni loro progetti ed il progetto migrante Black Fabula.

 

Il nuovo anno della rassegna Camaleontika si apre il 7 gennaio con la sfrenata comicità dei Senso D’oppio, irresistibile duo comico-vorticoso, accompagnati dalla verve multicolore e imprevedibile di Wuoz. In “SensWuozzional” i Senso D’Oppio e Wuoz presentano una serie di esilaranti gags che si alterneranno a suon di musica e battute, con grande gioco di mimica ed un’ottima presenza oscenica, volta a far ridere il pubblico presente (quello assente no) con interventi da trio, duo e single, che andranno a decantare, sfiorare, toccare diversi argomenti con una chiave di lettura fantasiosa e comica. Ogni spunto viene rielaborato con sapienza e passione sincera, senza cadere nella presunzione di distinguere tra cultura alta e cultura popolare, tra padri autorevoli da omaggiare ed epigoni da sbeffeggiare: quello che conta è ridere, in maniera intelligente e di gusto, ogni suggestione è colta per la semplice ma nobile possibilità di divertire. Ѐ questo uno dei punti di forza dello spettacolo: la capacità di indirizzarsi alla platea più eterogenea, allo spettatore consumato ed esigente come al profano che abbia la sacrosanta voglia di distrarsiNon è un caso se tra i fans del trio comico ci sono tanti bambini, segno della maturità espressiva che ha portato il loro cabaret ad un linguaggio universale e ben comprensibile, per una più che abbondante ora di spettacolo tutto da ridere e…da pensare. I Senso d’Oppio, al secolo Franco (il lungo) e Pietro (il basso), sono, da più di un decennio, facce note della scena cabarettistica torinese e non solo. La passione verso la recitazione non si esaurisce con l’esplorazione della vena comica, ma prosegue con la partecipazione a pièces di teatro sperimentale o a ruoli fortemente drammatici per il cinema, come pure spettacoli per bambini e esibizioni di combattimento scenico. La versatilità artistica, e ancor di più quella culturale, costituisce una delle caratteristiche dell’umorismo dei Senso d’Oppio ed è alla base del successo che stanno riscuotendo sul palco dello Zelig e che li sta accompagnando lungo la penisola.Massimo Valz Brenta, in arte “Wuoz”, è un comico Valsusino che si sta facendo conoscere allo Zelig Lab di Torino ed in diversi altri contesti con la sua TecnoHouse Agenzia Immobiliare, una parodia in cui un venditore immobiliare si muove e parla con sottofondo di musica House.

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LE LINEE GUIDA DELLA RASSEGNA

CAMALEONTIKA 2016/2017 è la terza stagione teatrale organizzata ad Almese (TO) dalla compagnia Fabula Rasa diretta da Beppe Gromi, grazie al sostegno del Comune di Almese e della Fondazione Piemonte Dal Vivo.Una nuova stagione di colori per un Camaleonte che dal 15 ottobre 2016 al 7 maggio 2017 continua a giocare ridipingendo il paesaggio mutante che lo circonda sul palcoscenico del Teatro Magnetto di Almese, comune della bassa Valle di Susa, con spettacoli di teatro per tutte le età, cabaret, danza e musica.In questo edizione si è aperta una nuova importante collaborazione con “MEDICI SENZA FRONTIERE”, un sodalizio che aggiunge un tassello importante in una rassegna che sin dall’inizio si pone l’obiettivo di tenere acceso uno sguardo sul mondo dei più sfortunati. In tutti gli appuntamenti in programma vengono presentate alcune iniziative della nota associazione di aiuto umanitario con raccolta di offerte libere che andranno a sostenere le sue attività, oltre al progetto migrante Black Fabula che consiste in laboratori di teatro-danza condotti dalla Compagnia Fabula Rasa ed avviati nell’aprile del 2015 per rifugiati africani ospitati dal Comune di Almese.Il programma di Camaleontika 2016/2017 propone giovani compagnie e artisti conosciuti, spettacoli affermati e interessanti novità. Comicità e cabaret, musica, circo contemporaneo, teatro-danza e danza afro-contemporanea, improvvisazione e teatro di prosa per divertirsi ma anche per affrontare temi importanti con passione e poesia, per riflettere sulle nuove opportunità che può offrire la società contemporanea se basata sull’accoglienza e sull’accettazione delle diversità. Appuntamenti per bambini e famiglie, la domenica, con una sana merenda teatrale e tanto divertimento. Linguaggi e messaggi variegati si mescoleranno a colori e forme originali per continuare a stupire grandi e piccini, aprendo nuove finestre sul mondo che appartiene a tutti ma che spesso non si lascia cogliere.

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Fino a marzo completano il quadro della rassegna altri importanti appuntamenti, come la “Apocalisse” del grande Ugo Dighero il 21 gennaio, i Black Fabula con “Omaggio a Stefano Benni” il 22 gennaio, gli “Orti Insorti” di Elena Guerrini il 25 febbraio e i Sacchi di Sabbia con il radiodramma animato “I 4 moschettieri in America” il 26 febbraio, “All’Alba dell’orrido di Elva” della compagnia Stilema/Zona Castalia l’11 marzo e sempre Stilema con “Strip” di Silvano Antonelli il 12 marzo.

BIGLIETTI DI INGRESSO

Domenica teatro per bambini e famiglie/teatro per tutti ingresso unico: € 4,00

Spettacoli del sabato sera: Intero € 8,00 / ridotto € 5,00 (ne hanno diritto: iscritti ai laboratori di Fabula Rasa/Teatro Senza Confini, abilmente diversi e accompagnatori, under 18, , abbonati alla rassegna cinematografica del Magnetto, over 70 e sostenitori di Medici Senza Frontiere.

ABBONAMENTI

Abbonamento a 5 spettacoli: 30 € / ridotto: 25 € + 1 ingresso omaggio, la domenica

Abbonamento speciale per sostenere Medici senza Frontiere: 3 sabati a 20 €

INFO E PRENOTAZIONI Fabula Rasa Ass.ne Onlus/Teatro Senza Confini/Moderne Officine Valsusa fabulamail@gmail.com