CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 639

Libri in fiera a Pragelato

E’ in corso a Pragelato la ‘Fiera del libro’ che si protrarrà nella palestra comunale sino al 6 gennaio prossimo con orario dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19, rimanendo chiusa soltanto il 31 dicembre al pomeriggio e a Capodanno al mattino. In programma ci sono anche una serie di incontri con gli autori: sabato 28 alle 17 viene presentato ‘Rita Levi Montalcini: una donna libera’ di Carola Vai, domenica 29, alle 17.30, ‘Piemontesi per sempre’ a cura di Loredana Cella ed Aurora Frola con l’intervento di Gianni Oliva, il 3 gennaio, alle 17.30 ‘Mise en abyme’ di Daniele Baron’, il 5 gennaio , alle 17, ‘Gli ultimi giorni del mondo’ di Patrizio Righero.

Massimo Iaretti

Il Russian National Show al Teatro Concordia 

Russian National Show: arriva a Torino la compagnia moscovita con esibizioni e danze per celebrare il folklore russo. Il 28 dicembre la compagnia moscovita porterà in scena “Russia Eterna”, un caleidoscopio di danze nazionali che rimandano all’antico folklore del popolo russo.

Il Russian National Show arriva a Torino, al Teatro Concordia. Il 28 dicembre alle ore 21 sarà possibile immergersi nell’atmosfera russa folkloristica con le danze del gruppo moscovita. La “Russia Eterna” protagonista dello spettacolo è un mix di danze antichissime e più recenti, ancora vive nella cultura russa.

La Compagnia è stata fondata nel 1988 a Mosca ed è considerata il biglietto da visita della cultura della capitale russa. Infatti partecipa regolarmente a celebrazioni ufficiali nella Piazza Rossa, e ai concerti al Palazzo dei Congressi al Cremlino. 

Dove e quando

Sabato 28 dicembre 2019, ore 21:00

Teatro Concordia – Venaria Reale (TO)

A Bardonecchia i trenta grandi italiani di Quaglieni

Domenica 29 dicembre alle ore 17,30, al Palazzo delle Feste di Bardonecchia (piazza Valle Stretta 1), nella Sala Giolitti, Pier Franco Quaglieni presenterà’ la nuova edizione del suo libro “ Figure dell’Italia civile”, Golem Edizioni. Si tratta di più’ di 30 ritratti di personalità’ importanti della cultura e della politica italiana del Novecento da Einaudi a Giovanni Amendola, da Concetto Marchesi a Soleri, da Calamandrei a Chabod, da Burzio ad Adriano Olivetti, da Ernesto Rossi a Balbo di Vinadio. La parte più’ consistente del libro riguarda gli “amici e maestri”che l’autore ha conosciuto e frequentato: Jemolo, Bobbio, Galante Garrone, Montanelli, Valiani, Casalegno, Alda Croce, Primo Levi, Ciampi, Luraghi, Romeo, Spadolini, Pininfarina, Ronchey, Bettiza, Tortora, Pannella.Due capitoli molto densi concludono il libro, quelli dedicati a Soldati e Pannunzio. Quattordici figure sono piemontesi, tra cui il grande storico Franco Venturi. Il libro e’ il ritratto di una Italia lontana, spesso dimenticata, un mondo purtroppo ormai scomparso che vuole essere anche un omaggio a quell’Italia che contribuì’ a far rinascere il nostro Paese dalla guerra perduta dopo il 1945, ricostruendo le Istituzioni democratiche e creando il benessere della Nazione con lo stesso spirito costruttivo che portò’ alla Costituzione. Dalle macerie della seconda Repubblica si potrà’ ricostruire qualche cosa di positivo anche guardando alle “ Figure dell’Italia civile”. La volgarità’- afferma l’autore-ha raggiunto livelli inauditi che hanno fatto perdere il senso stesso del valore della cultura e del suo rapporto con la politica intesa come disinteressato impegno al servizio della società’. L’Italia civile e’ anche un insieme di valori di cui abbiamo più’ che mai bisogno nella “società’ liquida” in cui rischiamo di affogare. Essi sono l’alternativa al nostro spaventoso decadimento nel campo della cultura, della politica e del giornalismo .

Con “Occhi, nasi e bocche… il gioco dei ritratti!”

Laboratori creativi a Palazzo Barolo

NELL’AMBITO DELLA MOSTRA “TANTE TESTE TANTI CERVELLI. LANTERNA MAGICA DELLE FACCE UMANE”

Sono tante le iniziative che affiancano la mostra “Tante Teste tanti cervelli. Lanterna Magica Delle Facce Umane”, curata da Pompeo Vagliani e attualmente in corso al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia di Palazzo Barolo. Durante il periodo delle festività natalizie, sono previsti due appuntamenti per tutta la famiglia, laboratori creativi per grandi e piccini sul tema della metamorfosi del volto.

Con “Occhi, nasi e bocche… il gioco dei ritratti!” – sabato 28 dicembre 2019 e giovedì 2 gennaio 2020, alle ore 15.30 e 17.00 – i partecipanti potranno comporre ritratti combinando le varie parti del volto in maniera creativa e fantasiosa per dar vita a buffi personaggi che diventeranno i protagonisti di storie da inventare insieme.

Con “Metamorfosi… emozioni a viso aperto” – domenica 29 dicembre 2019 e venerdì 3 gennaio 2020, alle ore 15.30 e 17.00 – si potranno analizzare invece le diverse espressioni umane e i sentimenti che le veicolano, a partire dagli antichi studi di fisiognomica fino ad arrivare alle moderne emoji. Durante il laboratorio, verrà realizzata una particolare tipologia di flap book per comporre tutte le espressioni umane e creare divertenti mutamenti.

I laboratori sono rivolti ai bambini a partire dai 4 anni. Per informazioni e prenotazioni: 011 19784944, 388 4746437, didattica@fondazionetancredidibarolo.com. Le attività sono organizzate su due turni, alle ore 15.30 e alle ore 17.00. Costo € 5,00 a partecipante; per genitori e accompagnatori € 4.00 Percorso Libro; € 7.00 Percorso Scuola + Percorso Libro; gratuito con Abbonamento Musei. Con la TESSERA 5 INGRESSI si potrà usufruire dell’accesso al Percorso Libro per adulti e accompagnatori, in occasione di 5 laboratori, al costo di € 10,00.

Show Time!

Venerdì 27 e sabato 28 dicembre 2019 | ore 21 Domenica 29 dicembre 2019 | ore 17

GYPSY ACADEMY in SHOW TIME! #CHRISTMASEDITION

Teatro Murialdo – Piazza Chiesa della Salute 17d, Torino

Un Natale da ricordare al Teatro Murialdo! Dopo il grande successo ottenuto alla Finalissima di “Italia’s Got Talent 2019”, sul palco del teatro di piazza Chiesa della Salute arriva la Gypsy Academy di Torino con SHOW TIME! #CHRISTMASEDITION, un coinvolgente concerto con musica live in stile americano dedicato allo spirito del Natale.

I cantanti e i ballerini che si sono aggiudicati il Golden Buzzer di Claudio Bisio proporranno per il Teatro Murialdo un grande show d’effetto in cui si alterneranno le musiche dei più grandi artisti del momento tra cui Imagine Dragons, Beyoncé, Bruno Mars, Lady Gaga, Rihanna, Ed Sheran, Jessy J., Justin Timberlake. Lo show, interpretato dai ragazzi di canto professionale della Gypsy Academy, con la regia di Neva Belli, direttrice artistica della scuola, sarà accompagnato dalle musiche pop, rock e R&B della Gypsy Lizard Band diretta dal M* Tony De Gruttola. Vocal trainer, Davide Pippa, coreografie di Manuel Operti. A concludere lo show, alcuni dei più celebri e classici brani natalizi verranno cantati dai più giovani studenti dell’importante Accademia torinese. Ideale anche per le famiglie, SHOW TIME! #CHRISTMASEDITION è lo spettacolo di intrattenimento perfetto per vivere insieme la magia di un live show da non perdere.

 

BIGLIETTO SERALE Intero 15 euro, ridotto 12 euro (over 65, under 35, convenzioni), ridotto gruppi 10 euro (almeno 20 persone) + 1,50 euro di prevendita.

I biglietti possono essere acquistati sul sito www.teatromurialdo.it e presso la biglietteria del Teatro Murialdo aperta il venerdì e il sabato dalle ore 17 alle ore 21 e a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Per informazioni al pubblico, chiamare il numero 011.2480648 (in orario di biglietteria) o scrivere a info@teatromurialdo.it

Vivere è pensare. E rispettare gli altri

La sentenza di assoluzione per Marco Cappato, pronunciata dai giudici della Corte d’assise di Milano, cancella l’imputazione di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, conosciuto dai più come “dj Fabo”, in una clinica svizzera a morire

 

E’ una sentenza storica, importante. E ci induce a riflettere sulla necessità di nuove norme di legge su questi temi delicati.

Qualche anno fa un bel film di Marco Bellocchio, Bella addormentata, presentato a Venezia, riaprì le polemiche sui temi etici, raccontando vari episodi sullo sfondo degli ultimi sei giorni di vita di Eluana Englaro. Nonostante il film non offrisse tesi o risposte, rispecchiando e rispettando i diversi stati d’animo nell’opinione pubblica su temi che toccavano le sensibilità etiche, le polemiche si sprecarono. Ripensando ora a quel film e all’ultima sentenza è naturale domandarsi come e quando si potrà discutere serenamente dei grandi interrogativi proposti dalla scienza e dalla bioetica. Un tempo ( non lontano) i temi etici riguardavano divorzio e aborto, ai quali si sono aggiunti il riconoscimenti dei diritti degli omosessuali, la fecondazione assistita, il testamento biologico, l’eutanasia, l’utilizzo delle cellule staminali. Il pensiero laico, in questi anni e di fronte a questi problemi è parso timido e incerto, quasi frastornato dal clamore di chi ha preferito gridare il proprio sdegno e la sua contrarietà ideologica. Eppure il dibattito sui temi “eticamente sensibili” è più aperto che mai e bisogna affrontarli senza i paraocchi. La gravidanza, la nascita, la vita , l’amore, la malattia e la morte un tempo erano regolate da quelle che venivano chiamate “leggi di natura”. Inviolabili e immutabili per secoli, davanti alle quali non si poteva far altro che chinarsi. Ora il mondo è più ricco di possibilità e di necessità. Ognuno di noi può scegliere come e quando mettere al mondo un figlio, correggerne le malattie prima della nascita. Ognuno di noi può scegliere come vivere, amare e (perché no?) come morire. Si sono allargati gli spazi di libertà. Con grande rispetto, bisogna tenerne tutti conto. Politica e diritto potranno dire la loro, ma nel rispetto più rigoroso della libertà degli individui e della laicità dello Stato. E’ bene che nessuno lo scordi, qualsiasi opinione intenda esprimere.

Marco Travaglini

Sold out per Roberto Bolle and Friends

Un viaggio imperdibile nella bellezza della danza

 

Teatro Regio, dal 29 al 31 dicembre 2019

 

Domenica 29 dicembre, alle ore 20.30, lunedì 30 dicembre alle 20.30 e martedì 31 dicembre alle 16 il Regio offre un viaggio imperdibile nella bellezza della danza.

Al Teatro Regio, insieme a Roberto Bolle, Étoile del Teatro alla Scala e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York, vedremo in scena le étoiles più scintillanti del momento: la torinese Silvia Azzoni (Hamburg Ballett, Amburgo), Young Gyu Choi (Dutch National Ballet, Amsterdam), Stefania Figliossi (Guest Artist), Melissa Hamilton (The Royal Ballet, Londra), Viktorina Kapitonova (Boston Ballet, Boston), Julian MacKay (Mikhailovsky Ballet Company, San Pietroburgo), Tatiana Melnik (Hungarian National Ballet, Budapest) e Alexandre Riabko (Hamburg Ballett, Amburgo).

Il programma prevede: il pas de deux dall’Atto II de Lo Schiaccianoci, coreografia di Lev Ivanovič Ivanov, musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij, interpretato da Viktorina Kapitonova e Julian MacKayBorderlands (balletto originariamente commissionato dal San Francisco Ballet) con la coreografia e i costumi di Wayne McGregor, musica di Joel Cadbury e Paul Stoney, nell’interpretazione di Melissa Hamilton e Roberto Bolle; a seguire, il pas de deux dall’Atto III di Don Chisciotte, coreografia di Marius Petipa, musica di Ludwig Minkus, in scena Tatiana Melnik e Young Gyu ChoiOpus 100 – fűr Maurice, coreografia di John Neumeier, musica di Simon&Garfunkel, danzano Roberto Bolle e Alexandre Riabko. Nella seconda parte del programma: Serenata tratta dall’opera Cantata con la coreografia di Mauro Bigonzetti, musica delle Assurd, interpretata da Stefania Figliossi e Roberto Bolle; il pas de deux da Il corsaro, coreografia di Marius Petipa, musica Riccardo Drigo, in scena Viktorina Kapitonova e Julian MacKay; ritroviamo quindi Melissa Hamilton e Roberto Bolle per il pas de deux da Caravaggio, coreografia di Mauro Bigonzetti, musica di Bruno Moretti, da Claudio Monteverdi; si prosegue con il pas de deux, VI movimento dalla Terza Sinfonia di Gustav Mahler, coreografia di John Neumeier, musica di Gustav Mahler, in scena Silvia Azzoni e Alexandre Riabko; il pas de deux da Le fiamme di Parigi, coreografia di Vasilij Vainonen, musica di Boris Asaf’ev, interpreti Tatiana Melnik e Young Gyu Choi. L’ultimo brano in programma è il solo di Roberto Bolle Waves, con la coreografia di Massimiliano Volpini e le musiche di Davide Boosta Dileo ed Erok Satie. Light designer del Gala è Valerio Tiberi.

Partner del Roberto Bolle and Friends è Intesa Sanpaolo.

I biglietti per i tre spettacoli sono pressoché esauriti. Per informazioni ed eventuale vendita: Biglietteria del Teatro Regio – Tel. 011.8815.241/242 e www.teatroregio.torino.it

Info: www.robertobolle.com.

Tutti scultori i bimbi all’Accademia Albertina

Forme di Scultura, speciale Santo Stefano. Un racconto attraverso le mani

Giovedì 26 dicembre 2019 alle ore 16:00

Un laboratorio artistico per bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni.
Un’esperienza accessibile, anche nella Lingua dei Segni.

Un giovane scultore  nelle sale della Pinacoteca dell’Accademia di Belle Arti per dare insieme forma alla  creatività.  A ispirare saranno gli angeli della collezione dell’Albertina, dal Rinascimento a oggi.

 

 

Costo dell’attività: 5 euro a bambino.

Biglietto d’ingresso: INTERO 7 euro, RIDOTTO 5 euro, GRATUITO (fino a 6 anni, possessori tessera Abbonamento Musei).

Per prenotare: pinacoteca.albertina@coopculture.it – tel 0110897370

 

Scopri le altre proposte nelle festività natalizie sul sito della Pinacoteca Albertina:

http://www.pinacotecalbertina.it/

“L’urlo di libertà e uguaglianza di Notre Dame de Paris”

Si è conclusa la tappa torinese di “Notre Dame de Paris” che ha illuminato il Pala Alpitour e che è stata caratterizzata dalla splendida prova dell’albanese Elhaida Dani che da quest’anno ha sostituito Lola Ponce nella parte di Esmeralda e che ci ha regalato un’interpretazione fresca e estremamente affascinante

Questo è il tempo delle cattedrali, ma potrebbe essere qualsiasi epoca, potrebbe essere oggi.

I fatti si svolgono a Parigi, ma potrebbero svolgersi in qualsiasi città. Il capolavoro di Victor Hugo, la musica senza tempo di Riccardo Cocciante si sono fusi creando un musical che continua ad emozionare e a parlare al cuore perché racconta la storia struggente dei “diversi”, dei diseredati alla ricerca disperata di un’occasione, di un riscatto che, purtroppo, non arriveranno. In un mondo in cui si costruiscono muri e barriere con gesti e parole, in cui si fomenta l’odio per chi non è allineato ai canoni stereotipati imposti dalla società, in cui i ponti vengono abbattuti e i barconi affondati, è di struggente attualità la storia di Esmeralda, la giovane zingara, condannata perché esotica e troppo bella, perché le sue danze turbano l’ordine e il buoncostume e di Quasimodo, il povero gobbo rinchiuso sulle torri di Notre Dame, in compagnia delle campane, perché il suo aspetto deforme scatena gli istinti primitivi di un popolo che non sa andare oltre l’aspetto fisico e che, invece di comprenderlo, sa solo deriderlo. Attorno a loro si muovono altri “diversi”, altri emarginati: un prete dannato dall’amore e dalla cattiveria, un capitano amorale, egoista e corrotto, la popolazione degli zingari di Parigi che lotta per avere un luogo dove vivere, per vedersi riconosciuto il diritto di esistere, il popolo parigino stesso, massa informe facilmente influenzabile e per questo vittima triste dei giochi politici dei potenti che lo soggiogano e ne piegano la volontà ai propri desideri. Victor Hugo scriveva che “l’unico pericolo sociale è l’ignoranza”. I suoi ultimi peccano per ignoranza e non conoscono riscatto per ignoranza. Ecco il grande male della società di allora. Ecco il grande male della società moderna, un male che non ha ancora trovato cura, un male per il quale la soluzione sembra essere lontana. Un male che si ripete, secolo dopo secolo, prendendo forme diverse come Proteo. “Notre Dame di Paris” non prevede riscatto come “I Miserabili”, non contempla il trionfo del bene sul male. In queste atmosfere cupe è la morte a trionfare e la vittoria dell’amore è rinviata in un aldilà dove le differenze scompariranno, dove la misericordia divina saprà restituire dignità e giustizia. Le atmosfere fosche dell’opera evocano tempi difficili e bui. Tutt’intorno è oscurità e non sembra che le tenebre possano diradarsi. Almeno per il momento. Eppure una luce c’è, una speranza di salvezza esiste: quella dell’arte. Amor, Mors, Ars hanno la stessa assonanza: la morte può trionfare sull’amore, gli amori non sono eterni, sono destinati a morire. Ma l’arte vince la morte perché solo l’arte sopravvive. È la bellezza delle cattedrali, della poesia, della scultura, della letteratura, della musica la speranza che salverà il mondo, lo strumento per elevare i popoli e per costruire un futuro diverso: questo è messaggio profondo dell’opera di Hugo, questo è il messaggio profondo della trasposizione di Cocciante.

Barbara Castellaro

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria. A cura di Laura Goria

Lawrence Ferlinghetti  “Little Boy”   -Edizioni Clichy-  euro 17,00

 

Ferlinghetti –scrittore, poeta, saggista, editore e pittore- è l’ultimo degli artisti della Beat Generation: quella che Fernanda Pivano fece conoscere all’Italia e annoverava pezzi da 90 come Allen Ginsberg, Jack Kerouac e compagnia bellissima. Oggi, arzillo centenario, Lawrence (nato a Yonkers nel 1919 da padre di origini  bresciane e madre franco-portoghesi) è una leggenda che ha attraversato tutto il secolo scorso.

A San Francisco ha fondato la libreria-casa editrice “City Lights” che tra gli autori pubblicati, oltre a Kerouac e Ginsberg, vantava anche Gregori Corso, Bob Kaufman e William Burroughs. Ora Edizioni Clichy ci propone un visionario racconto autobiografico che Ferlinghetti etichetta come romanzo, ma in realtà è una sorta di memoir. Una caterva di ricordi, fantasmi letterari e suggestioni che si innestano in tutta libertà su fatti e personaggi reali. L’inizio è il racconto di questo little boy, nato 6 mesi dopo la morte del padre, affidato alla zia Emilie, perché la madre già stentava dietro agli altri 4 figli. La prima infanzia a Strasburgo, poi a New York dove vivrà (accettato come un figlio adottivo) nella famiglia benestante dei Bisland. Si porta dietro il dolore per l’assenza dei genitori e va sempre alla ricerca della libertà e del senso più profondo delle cose. Poi scatta il racconto vorticoso degli artisti che ha incrociato nel corso della sua lunga vita, i suoi amori letterari, le tante occasioni che la vita gli ha offerto, alcune mancate e rimpiante. E nelle pagine fanno continuamente capolino gli artisti compagni  di avventura che hanno segnato letteratura e costume.

 

 

Fabio Volo “Una gran voglia di vivere”  -Mondadori- euro 19,00

Che si fa quando il matrimonio è sul dirupo della crisi? Marco, il protagonista dell’ultimo romanzo  di Fabio Volo, imbarca la moglie Anna e il figlio Matteo, destinazione Nuova Zelanda. Forse anche l’occasione di ritrovarsi a proprio agio in un nucleo familiare che ha perso smalto.  La situazione non è nuova, perché spesso gli umani hanno tutto per gongolare di felicità… ma proprio non ce la fanno. Volo è come sempre bravissimo a sondare pensieri, sentimenti e dubbi dei suoi personaggi e ammanta anche le cose  più tragiche con la sua ironia. Non è autobiografico questo suo decimo romanzo, anche se ha davvero attraversato il mondo con famiglia al seguito (prima dell’inizio della scuola per il suo primogenito) ed è approdato in Nuova Zelanda. La storia è quella di due architetti 45enni, sposati da 7 anni, con il figlio Matteo di 5 anni. Fanno lo stesso lavoro, ma le loro traiettorie di carriera sono agli antipodi. Anna ha smesso di lavorare quando è diventata madre ed ora la cosa le va stretta; Marco invece deve accettare o meno l’interessante proposta di trasferirsi ad Amsterdam per fare uno scatto in più. Questo uno dei problemi principali della coppia, inseguita da una crisi che, tra alti e bassi, li pedinerà fino alle spiagge dei surfisti neozelandesi. I tre si muovono in camper e incontrano altre famiglie, se hanno figli che fanno amicizia con Matteo, tanto meglio; e da ognuna delle coppie che incontrano finiscono per imparare qualcosa……

 

 

Silvina Ocampo & Adolfo Bioy Casares  “Chi ama, odia”  -Sur-  euro 15,00

Giallo, divertissement poliziesco, satira e un’azzeccata galleria di personaggi: sono questi i principali ingredienti di “Chi ama, odia”, l’unico libro scritto a 4 mani, nel 1946, dalla coppia Silvina Ocampo e Adolfo Bioj Casares. Marito e moglie, lui più giovane di lei, entrambi ricchissimi e geniali. Due giganti della letteratura sudamericana che uniscono le menti e, con la supervisione di Jorge Luis Borges, imbastiscono una trama gialla trasformandola in un gioco raffinato e ironico. Nell’hotel Central di Bosque del Mar, località di villeggiatura, rimasto isolato per una tempesta di sabbia, viene trovata morta una giovane traduttrice di romanzi gialli. Ed ecco sulla scena un microcosmo di personaggi che si affannano a trovare il colpevole “tra loro”, un classico delle trame con delitto. Spicca su tutti Humberto Huberman, omeopata convinto e colto scrittore pieno di sé, che s’ingozza di globuli di arsenico e spara deduzioni prossime a fesserie. Un po’ una satira di miti come Ercule Poirot o Sherlock Holmes. E’ lui a incaricarsi delle indagini e a far oscillare i sospetti ora su uno, ora sull’altro, degli ospiti dell’hotel. Un divertissement a tutti gli effetti in cui la scoperta del colpevole è solo un pretesto messo in campo dal trio Borges-Ocampo-Casares. Insieme giocarono con la letteratura in modo inarrestabile, in un’esplosione di idee, e fondarono case editrici, progetti e collane.