La storia della Falchera in un libro di Federica Calosso

Con “Falchera, Pietra Alta, Villaretto. Borghi fuori porta”, scritto da Federica Calosso con la collaborazione di Sergio Demarchi, la collana “Borghi di Torino” delle edizioni Graphot si arricchisce di un nuovo volume. Falchera è un quartiere all’estrema periferia nord del capoluogo piemontese che merita di essere scoperto anche dai torinesi “con le scarpe sulle sue strade bucate, con l’olfatto tra i suoi alberi e i suoi giardini, con gli occhi sulle sue architetture e i suoi laghetti, con le orecchie tra i tanti dialetti dei suoi abitanti”. Il borgo è nato negli anni ’50 grazie al lavoro di un gruppo di giovani architetti, guidati da Giovanni Astengo, che si sono ispirati ai quartieri operai del nord Europa. Il libro di Federica Calosso esplora un’area poco conosciuta della città: parte dal nucleo storico di Falchera e arriva alla zona nuova, attraversa il piccolo borgo semi agricolo del Villaretto nato nel ‘400 grazie ai mulini, raggiunge il Villaggio Snia voluto da Riccardo Gualino negli anni ’20 e, infine, approda a Pietra Alta, dove oggi il cinema indipendente ha trovato casa. Sono pagine che raccontano una storia intensa quelle scritte dalla giornalista che aveva già firmato, con Luisella Ordazzo, il volume dedicato allo storico quartiere operaio di Borgo San Paolo. Una lunga e minuziosa ricerca ha consentito all’autrice di proporre un percorso che si snoda attraverso i racconti delle persone che ogni giorno scelgono di vivere attivamente questa periferia, nonostante le sue numerose contraddizioni.

M.Tr.

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