CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 549

Danza e coreografia si incontrano al Teatro Nuovo

Atteso ritorno al teatro Nuovo di Torino, il 4 e 5 maggio prossimi,della rassegnaCoreografica”, giunta alla sua seconda edizione nella veste di concorso per danzatori, coreografi, compagnie  e scuole di danza

Organizzatrici della manifestazione, che vedrà la partecipazione di cinquecento danzatori, appartenenti a decine di scuole di danza e compagnie di ballo, sono Adriana Cava ed Enrica Patrito, che si avvalgono del collaborazione di Opus Ballet. In occasione della manifestazione,  patrocinata dalla Città di Torino in collaborazione con Regione Piemonte, Torino Metropoli, Piemonte dal Vivo, Ministero dei Beni ed Attività Culturali, è stato creato il premio “Torino Città coreografica, rivolto a scuole, gruppi e compagnieprofessionali emergenti, ed a giovani coreografi desiderosi di visibilità e confronto.  Torino Città coreografica nasce dalla necessità spiegano Enrica Patrito ed Adriana Cava –  di proporre un nuovo spazio di incontrocon le tante altre realtà nazionali ed internazionali legate al mondo di Tersicore. La rassegna si sviluppa in collaborazione con “DanzaFirenze“, promossa da OpusBallet e giunta quest’anno alla sua diciottesima edizione. Coreografica ” diventa, così, una preziosa occasione di crescita per molti giovani danzatori ed un evento nuovo per la piazza torinese“.

 

Mara Martellotta

Viaggi e vedute da Roma a Shanghai

Al MEF di Torino, suggestivo faccia a faccia fra due grandi artisti ammaliati dal fascino dell’architettura urbana. Fino al 14 luglio

Mostra singolare, il cui corpus centrale è impostato con sapiente intelligenza organizzativa sull’ardito confronto fra le opere di un sublime Maestro della fotografia, vissuto a cavallo fra il ‘900 e i primi anni del nuovo Millennio, e quelle di uno dei più grandi artisti dell’arte incisoria del ‘700 italiano. Entrambi, a quasi tre secoli di distanza l’uno dall’altro, soggiogati dall’imponente forza visiva ed emozionale di architetture urbane tanto esplosive, visionarie e grandiose da far quasi passare in secondo piano l’esistenza dell’uomo, che pure le progettò e le creò. I due sono Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013) e Giovan Battista Piranesi (Mogliano Veneto, 1720 – Roma, 1778). A farli virtualmente “incontrare”, l’incarico commissionato al primo nel 2010 dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia (in occasione di una retrospettiva dedicata al grande incisore veneto) di ritrarre dalle stesse angolazioni delle incisioni piranesiane su tavola, segnate da toni piuttosto cupi e improntate ad una magnificenza tutta romana, la “città eterna” e altri luoghi d’Italia. Il risultato fu allora riassunto in 32 scatti, messi successivamente a confronto con le 32 incisioni di Piranesi. Ciò che ancora accade, in parte, nella preziosa mostra ospitata, fino al prossimo 14 luglio, negli spazi del MEF – Museo Ettore Fico di via Cigna, a Torino, sotto la curatela di Andrea Busto, in collaborazione con la stessa Fondazione Cini e la torinese Galleria Photo & Contemporary. Ecco allora, fra gli altri, lo scatto del “Ponte Sant’Angelo e del Vaticano”, realizzato ai sali d’argento su carta baritata da Basilico a confronto con la stampa originale di Piranesi, edita fra il 1800 e il 1807, così come quello delle “Due Chiese presso la Colonna Traiana” dove, rispetto alla tavola piranesiana, anch’essa edita fra il 1800 e il 1807, ben emergono i segni palesi della contemporaneità, laddove lo scatto di Basilico non può fare a meno di riprendere ciò che al tempo di Piranesi manco ci si sognava, ovvero il chiosco quasi addossato al monumento e lo striscione segnaletico delle “indagini archeologiche” in corso. Segni del tempo che scorre portandosi appresso inevitabili, a volte poco edificanti, “novità”; ma lo sguardo di fotografo e incisore appare comunque, e in ogni caso, stregato e rapito dal portentoso rincorrersi e dalla voracità di architetture urbane, diventate voce portante e inconfondibile del loro lavoro. A completare la mostra che, per la prima volta in Italia, mette in luce la poetica urbana e concettuale di Basilico (accostatosi alla fotografia alla fine degli anni Sessanta con lavori prevalentemente di indagine sociale), è una vasta selezione di oltre cinquanta opere, di diverso formato e scattate nel corso dei suoi innumerevoli viaggi. Al centro sempre il tema delle città, la forma e l’identità delle grandi metropoli, strepitose protagoniste di un centinaio di libri pubblicati negli anni. Fra le molte “esplorate”, basti ricordarne alcune come Amburgo, Barcellona, Istanbul, Madrid, Liverpool, Mosca. E ancora: Beirut, Lisboa, Berlino, via via fino a Rio de Janeiro, San Francisco, San Sebastian e Shanghai. In Italia: Napoli, Bari, Genova, Palermo, Roma, Torino e Trieste. Scrive Andrea Busto: “Guidato da una passione sincera e da una viva ammirazione per le architetture e tutti i manufatti che nel tempo hanno dato forma alle città, egli ha scelto il rigore dello stile documentario per raccontarne il costante processo di stratificazione e ibridazione che le modella, in un lavoro di indagine del rapporto tra l’uomo e lo spazio costruito durato quasi quarant’anni”. Spesso riproposto nella magica sontuosità di grandeurs mozzafiato, non meno che nella cruda realtà di contesti urbani martoriati dalla miseria o dalla bellicosa stupidità dell’uomo.

Gianni Milani

 

“Gabriele Basilico / Giovan Battista Piranesi. Viaggi e vedute da Roma a Shanghai”
MEF-Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino; tel. 011/852510 o www.museofico.it
Fino al 14 luglio
Orari: merc. – dom. 11/19
***
Nelle foto

– Gabriele Basilico: “Veduta del Ponte Sant’Angelo e del Vaticano”, stampa ai sali d’argento su carta baritata, 2010
– Giovan Battista Piranesi: “Veduta del Ponte e Castello Sant’Angelo-Vedute di Roma”, stampa originale, 1800 – 1807
– Gabriele Basilico: “Veduta delle due Chiese presso la Colonna Traiana”, stampa ai sali d’argento su carta baritata, 2010
– Giovan Battista Piranesi: “Veduta delle due Chiese, l’una detta della Madonna di Loreto, l’altra del nome di Maria – Vedute di Roma”, stampa originale, 1800-1807
– Gabriele Basilico: “Napoli”, stampa a colori, 2004

Il premio Omegna a Enzo Bianchi e Marco Balzano

Si aprirà VENERDÌ 3 MAGGIO con un incontro al TEATRO SOCIALE con i
ragazzi delle Scuole Superiori la 37esima edizione del PREMIO
LETTERARIO“DELLA RESISTENZA” CITTÀ DI OMEGNA,
quest’anno assegnato a ENZO BIANCHI
per _LA VITA E I GIORNI._ SULLA VECCHIAIA, edito da IL MULINO.
  Alle ORE 11.45, ilvincitore del PREMIO OMEGNA GIOVANI, MARCO BALZANO,
autore di_ RESTO QUI_, quarto romanzo pubblicato con EINAUDI, si
confronterà con gli studenti degli IIS “PIERO GOBETTI” e “DALLA
CHIESA-SPINELLI” per parlare delle “varie forme di resistenza” e
dell’atteggiamento combattivo mostrato nella narrazione da “persone
giuste e di altre che non hanno raggiunto i loro scopi”.
Dopo questo primo incontro, il RICCO PROGRAMMA A CALENDARIO proseguirà
alle ORE 18, presso la BIBLIOTECA CIVICA “GIANNI RODARI”, con BRUNO
GAMBAROTTA, che ricorderà Mario Soldati. Proprio da un incontro nel
1959 con l’allora Sindaco di Omegna Pasquale Maulini, insieme a Mario
Bonfantini, Cino Moscatelli e Gianni Rodari, Mario Soldati dava vita al
Premio Letterario “Della Resistenza” Città di Omegna che, per tredici
edizioni consecutive, fino al 1974 (e poi di nuovo dal 1995 a oggi),
rappresenta un appuntamento alto della cultura italiana e
internazionale.

  SABATO 4 MAGGIO, alle ORE 11, presso FORUM OMEGNA, sarà la volta di
CARLO MARIA OSSOLA, Professore presso il Collège de France di Parigi
tenere una lectio magistralis su “FIGLI ED EREDI D’EUROPA”.
  È, invece, attesa nella medesima location ma alle ORE 17, la CERIMONIA
DI ASSEGNAZIONE DEL PREMIO a ENZO BIANCHI e a MARCO BALZANO che, dopo i
saluti delle Autorità, saranno moderati in un intervento dal Presidente
di Giuria BRUNO QUARANTA.
  La Giuria, quest’anno composta da ALBA ANDREINI, MICHELE BELTRAMI,
GIOVANNI CERUTTI, GIUSEPPE LUPO e ORESTE PIVETTA, ha scelto di
insignire
Bianchi con il Premio Letterario “Della Resistenza” Città di Omegna,
«per l’uso della “parola” come antidoto, argine, trincea contro le
fuoriuscite di senso e di senno».
  Parte integrante della vita, la vecchiaia – “con le sue grandi ombre,
le sue insidie e fragilità” , è il tema affrontato nell’ultimo libro
del fondatore della Comunità Monastica di Bose, di cui Enzo Bi
anchi è

stato Priore fino al 2017. Suo è l’invito a “prepararsi a lasciare la
presa” accogliendo questo tempo della vita pieno, come «occasione
preziosa di un generoso atto di fiducia verso le nuove generazioni».

Come sottolineato da SARA RUBINELLI, Assessore Comunale alla Cultura e
all’Istruzione: « Anche quest’anno il Premio Letterario “Della
Resistenza” Città di Omegna torna a far grande la nostra comunità e a
regalare momenti di profonda riflessione a giovani e adulti attraverso
la lettura, il confronto, la critica e il dibattito. Nel segno di una
Historia sempre più magistra vitae , ringrazio fin da ora gli
organizzatori, le Giurie, gli Autori e i relatori che con i loro
interventi sapranno divulgare storia e letteratura a beneficio di una
audience che mi auguro possa essere sempre più ampia».

Donne (in nero), L'Iverny: il tardogotico in Galleria sabauda

Donne (in nero) a Torino è una rubrica di pittura in dieci uscite del torinese.it ed è anche una manifestazione pacifista che si svolge in centro a Torino ogni ultimo venerdì di ogni mese

Donne (in nero) esce su iltorinese.it ogni martedì e potete leggerla quando volete, mentre avete occasione di incontrare il presidio cittadino del movimento nato in Israele nel 1988 solo una volta al mese, passando da via Garibaldi tra le ore 18 e le 19; le Donne In Nero manifestano contro la guerra, chiedono che il ruolo tradizionalmente attribuito alla donna nei confronti dei conflitti sia ripensato e, tra le molte discussioni a cui fanno riferimento, augurano che nessuna guerra sia mai dimenticata perché le prospettive di pace non vengano perse. Nero come l’inchiostro, il manto della madonna di Iverny attira lo sguardo dello spettatore, riassumendo su di sé la composizione tripartita e a due registri. Iverny lo dipinge sulle spalle, sulla testa e scivola sulle gambe, oltre ai piedi; apre sul fondo, sul lato destro e sul petto della donna per mostrare prima il risvolto verde, colore della femminilità e poi la veste, come si è visto anche in altre uscite, di uno dei colori tipici della madonna: l’arancione. Questa volta siamo di fronte a una “Madonna lactans”, in altre parole una madonna che sta allattando al seno il bambin Gesù. A ben guardare, dopo il primo avvicinamento al centro del trittico superiore, scopriamo che il mantello non è in realtà nero come è parso alla prima occhiata, ma piuttosto ha un ordito aranciato; potremmo immaginare che il pittore avignonese abbia voluto riprodurre un tessuto di pregiato velluto e che l’ombra arancione appaia nel lisciare distrattamente la stoffa. La madonna assisa su un trono sormontato da angeli, regge per le gambe il bambino lattante; il piccolo stringe il seno destro della madre portandolo alla bocca. Per associazione di idee legata alle dimensioni ridotte del seno della donna potemmo aspettarci di vedere Sant’Agata, la santa ritratta con i seni su di un piatto, invece la madonna in questo caso è accompagnata alla sua sinistra da santa Lucia, patrona della vista che infatti porta due occhi in una bacinella. A sinistra della composizione poi vediamo santo Stefano; nella biografia del santo si legge di un linciaggio e in effetti è dipinto con un sasso sul capo, si tratta probabilmente di uno dei sassi che lo colpirono, perché la testa è insaguinata. Come detto più sopra, si parla di un trittico con due registri; il registro superiore è molto più grande dell’inferiore che tuttavia è di grande interesse per il fatto che nella parte centrale mostra l’uscita dal sepolcro, ovvero la resurrezione di Cristo. L’opera di Iverny appartiene al tardo gotico, per la precisione è all’incirca del 1425 ed è realizzata in tempera e oro cosa che la collega all’altro trittico, lo Spanzotti, trattato nell’uscita precedente. Le opere menzionate si trovano in galleria Sabauda ai Musei Realidi Torino. Ci stiamo avvicinando alla fine di questa serie di quadri accomunati da madonne con veste nera, abbiamo visto opere in un arco temporale che va dal XIII secolo al XV toccando il XVI. Nella prossima e ultima uscita vedremo la bellissima Madonna con bambino di un pittore originario di Zara, lo Shiavone, conservata ancora una volta ai Musei Reali e ancora una volta ammantata di nero. Resta connesso!

Ellie 

 

Cartoons in Jazz

Domenica 28 aprile alle ore 17 presso la Sala Conference -CNH Industrial Village di Strada Settimo 223 , il Maestro Ugo Viola ha presentato “Cartoons in Jazz”, un progetto da lui stesso ideato, in collaborazione tra il Moncalieri Jazz Festival , di cui è tra l’altro il fondatore, e il Torino Jazz Festival. Come diceva Romeo, “er gatto del Colosseo ” , ne Gli Aristogatti :”Nessuno può resistere al ritmo del Jazz ! “. Lo spettacolo infatti è consistito in una bellissima fusione tra il mondo dei cartoni animati e la musica Jazz. Un’eccellente orchestra, formata da illustri musicisti, ,tra cui lo stesso Ugo Viola alla fisarmonica, Fulvio Chiara alla tromba, Valerio Signetto , clarinetto e sax tenore, Andrea Ravizza al pianoforte , Loris Bertot al contrabbasso, Giampaolo Petrini alla batteria, ha eseguito celebri musiche di alcuni dei più noti cartoni animati le cui immagini venivano proiettate contemporaneamente su un grande schermo. Dai cartoon Disney alla Pantera Rosa. Si è trattato di uno spettacolo dedicato non solo ai bambini, che Ugo Viola ha coinvolto in una simpatica lezione di musica ( ricordiamo che il Maestro è il fondatore della Scuola Musicale di Moncalieri) , ma anche ai genitori e agli adulti in generale. Come spiega il Maestro Ugo Viola : ” I bambini sono il pubblico del futuro. I loro occhi incantati dalla fusione tra il cinema e i nostri strumenti suonati in diretta sono il regalo più bello”.

Helen Alterio

(Foto: Raimondo Cesa – Ferdinado Caretto)

 

Un amore che uccide

“Scelgo me

e so che è egoista, amore

tu sei un sogno

e non ti ringrazierò mai abbastanza

ma do via un pezzo di me

ogni singolo giorno che sono con te”

Tre minuti e ventisette secondi di puro amore per questa traccia di Sam Smith contenuta nell’album The Thrill of It All. Siamo ai giorni nostri e la sua carezzevole voce ci porta alla malinconia della rinuncia…nonostante tutto.

Un po’ a ricordare un “troppo buono” del Tiziano nazionale …il grido di chi sceglie la propria salvezza ad un amore che, lo sa, lo ucciderà. (Il buon Freddy tocco’ lo stesso tema con una certa Too much love we’ll kill you n.d.r.).Quando il troppo amore uccide, l’atto più potente che si può fare è arrendersi.

Quindi raccolgo i pezzi

prendo il treno di mezzanotte

ho le mie ragioni

ma caro non posso spiegarti

ti amerò sempre

ma stanotte è la notte che scelgo per andare via

Perchè l’amore, quello vero, è una mano per perdenti lo diceva dodici anni fa la Amy Winehouse e lo ribadiva lo stesso Sam anni dopo con la stessa struggente rassegnazione ad una realtà che vede morire chi ama troppo e vincere chi, dell’amore, nemmeno potrebbe riempircisi la bocca. D’altra parte, il buon Buddha diceva: ”Lavora sulla tua stessa salvezza, non dipendere dagli altri” Non rinuncio a niente. Semplicemente faccio ciò che posso perché le cose rinuncino a me.

Buon ascolto
Chiara De Carlo
***

Chiara vi segnala i prossimi eventi… mancare sarebbe un sacrilegio!

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Chiara Gamberale “L’isola dell’abbandono” – Feltrinelli – euro 16,00
 
La giovane scrittrice romana fa centro un’altra volta con questo romanzo intimo, che parla di sentimenti, paure, persone in fuga, e celebra chi sa restare. Racconta le grandi trasformazioni di una vita, 3 punti strategici e nevralgici che ci fanno crescere: l’innamoramento, la perdita –con la morte o l’abbandono- di chi amiamo, la nascita di un figlio. Lo fa con dialoghi serrati che sviscerano i meandri dell’amore e l’intrico dei rapporti umani, scandaglia l’animo umano, in particolare quello femminile. E’ la storia della 40enne disegnatrice di fumetti Arianna che, diventata da poco mamma, torna sull’isola greca di Naxos –dove era stata abbandonata dal suo grande amore- per chiudere i conti col passato e mettere ordine nel suo presente e nel futuro che l’aspetta. Tre sono stati i suoi uomini determinanti. 10 anni prima era andata in Grecia con il suo primo e disperato amore, Stefano, che proprio lì l’aveva piantata per l’ennesima volta fuggendo a Londra con un’altra. Arianna aveva cercato di sopire dolore e delusione buttandosi sulla creatività e nel lavoro: aveva inventato il coniglietto bipolare Pilù, personaggio i cui sbalzi di umore sono misurati con l’umorometro. Rimasta a leccarsi le ferite a Naxos aveva poi incontrato Di, un giovane del luogo con cui vive una passione travolgente, fatta di sensi ed istinto, sognando figli e nido; ma poi lei torna a casa e le loro vite prendono tangenti diverse. Rientrata a Roma cerca aiuto da Damiano, che era lo psichiatra di Stefano ed ora è il suo. Un rapporto professionale che si trasforma: i due diventeranno amanti e da loro nascerà Emanuele. Ma anche qui le cose non saranno semplici….c’è già una moglie e il senso di abbandono finirà per riafferrare Arianna. La maternità sarà la chiave di volta con cui passa “…dall’assoluta libertà di un’eterna adolescente all’assoluta devozione”. Ed è allora che si sente forte abbastanza per tornare a Naxos, rivedere Di e riprendere le fila della sua vita.
 
 
Wallace Stegner “Verso un sicuro approdo”   – Bompiani – euro 22,00
 
Stegner, nato nell’Iowa nel 1909 e morto in New Mexico nel 1993, è considerato il cantore del West Americano. Autore di racconti, romanzi, saggi ed opere storiche, nel 1972 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con “Angolo di riposo”, e nel 1977 il National Book Award. Per 44 anni ha insegnato scrittura creativa in svariate università americane. Scrittore eclettico, è morto a 84 anni dopo una vita di successi e riconoscimenti, ma ancora troppo poco conosciuto da noi. Ha scritto 13 romanzi e questo è il suo ultimo, pubblicato negli Stati Uniti nel 1987, appena 5 anni prima della sua dipartita. Un po’ la sua opera di addio in cui, come il protagonista, tira le somme della propria vicenda umana. Voce narrante del romanzo è Larry Morgan, professore universitario, diventato scrittore di successo, che racconta la storia del legame e dell’amicizia tra lui e sua moglie Sally, con Sid e Charity Lang. La location è un prestigioso college del Wisconsin negli anni della Depressione. I Morgan all’epoca sono una giovane coppia squattrinata arrivata dal New Mexico, spinta da grandi speranze di carriera e futuro; i Lang invece sono ricchi, affascinanti, travolgenti e mondani. La loro sarà un’amicizia decisamente impari in cui la parte del leone la farà Charity Lang. Donna imperiosa e a tratti prepotente, organizzatrice sfrenata di eventi mondani e della vita quotidiana di tutti quelli che la circondano. Conosce Sally nel corso delle loro gravidanze parallele e la circonda subito di simpatia e affetto, introducendo lei e il marito nel suo mondo brillante e glamour. Poi si perderanno di vista per anni e si ritroveranno ormai ultra60enni. Quando il duplice menage si ricompone le cose saranno un po’ cambiate, i destini dei personaggi ormai definiti, e non secondo i pronostici. Larry è diventato uno scrittore affermato, Sally vive fiaccata dalla polio, Sid da fascinoso ex poeta senza gloria è ormai del tutto assoggettato al fallimento e accetta di buon grado gli ordini di Charity. E’ proprio lei che chiama i Lang, perché sta morendo di cancro e vuole essere la regista del suo commiato e della sua fine. 400 pagine che scorrono velocissime raccontando un mondo che non mancherà di ammaliarvi.
 
 
Antonio Monda “Nei territori del diavolo” – Mondadori –   euro 18,00
 
Antonio Monda è un’istituzione culturale nella Grande Mela. Autore di saggi e romanzi, direttore artistico del Festival cinematografico di Roma, (dove non c’è gara, ma incontri con i grandi personaggi del cinema che si raccontano) insegnante alla New York University. Da anni vive nella Big Apple e con la moglie giamaicana apre costantemente le porte del suo salotto ai maggiori scrittori, attori, registi, artisti ed intellettuali americani… e non solo. Ha ideato l’ambizioso progetto di 10 libri ambientati a New York nel 20simo secol, “Nei territori del diavolo” è il settimo tassello della saga. Siamo negli anni 80, quelli della strage per Aids di cui ancora si sa poco, e che la politica si ostina a non considerare. L’io narrante è quello del 30enne di origini greche Alexander Sarris, gay che fatica a dichiararsi pubblicamente, perché in qualche modo si sente in colpa per quella che suo padre definisce “condizione” e anche perché è un sopravvissuto all’HIV. Lavora per Boogie Man, come viene soprannominato l’orco Lee Atwater, uno dei più spietati e temuti strateghi dell’agone politico a stelle e strisce. La storia raccontata da Monda è vera, quasi una cronaca dei colpi bassi, personali e devastanti con cui Atwater abbatteva regolarmente i nemici. E’ stato lo spietato stratega che ha confezionato la vittoria di George Bush Senior alla Casa Bianca. Questo, dopo aver stracciato il governatore del Massachusetts Michael Dukakis, seminando un bel po’ di zizzania e notizie fasulle o gonfiate su di lui. Poi ad Atwater, appena 39enne, viene diagnosticato un cancro al cervello che non dà speranze (morirà a 40 anni nel 1991). E’ di fronte alla prospettiva della morte che Boogie Man sfronda il suo cinismo e sembra avviarsi ad una sorta di redenzione. Negli ultimi mesi che gli rimangono, sempre più indebolito dalle cure molto aggressive, scrive lettere alle persone che ha distrutto, incluso Dukakis. Ma c’è chi sostiene che anche in “articulo mortis” abbia giocato sporco…

 

Boom di turisti per Leonardo ai Musei Reali

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Il lungo ponte, iniziato il venerdì santo, ha portato oltre 32.000 persone, tra turisti e torinesi, a concedersi una giornata di visita ai Musei Reali di Torino. Per tutta la durata del ponte, con dei picchi di affluenza nei giorni di festa, le sale di Palazzo Reale, dell’Armeria e del Museo di Antichità sono state affollate dai visitatori, attratti dalle pregiate collezioni custodite nei Musei. Protagonista in Galleria Sabauda la mostra in corso nelle Sale Palatine fino al 14 luglio: Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro, che dal giorno della ha registrato oltre 15.000 biglietti staccati. L’esposizione celebra i cinquecento anni dalla morte del genio e ruota intorno al nucleo di disegni autografi di Leonardo da Vinci conservati alla Biblioteca Reale di Torino (tra gli altri l’Autoritratto e Volto di fanciulla). Le altre mostre in corso alla sono Ad acqua. Vedute e paesaggi di Bagetti: tra realtà e invenzione (fino al 1 maggio, Galleria Sabauda) e Le armi e il potere: l’Arcangelo longobardo (fino all’11 maggio, Museo di Antichità).I Musei Reali saranno aperti anche mercoledì 1 maggio 2019.

I vincitori del Lovers Film Festival

Oggi domenica 28 aprile si conclude la trentaquattresima edizione del Lovers Film Festival – Torino  LGBTQI Visions diretto da Irene Dionisio con la consulenza artistica di Giovanni Minerba, fondatore conOttavio Mai fondatore della rassegna

I giurati del concorso internazionale lungometraggi All the Lovers, Iaia Forte, Laura Bispuri e Neri Marcorè, hanno scelto come vincitore:  CARMEN Y LOLA di Arantxa Echevarria e hanno dato una menzione speciale a SAUVAGE di Camille Vidal-Naquet.

È invece risultato vincitore del concorso internazionale documentari Real Lovers, la cui giuria è composta da Bartholomew Sammut, Hamilton Santià e Luca PaladiniNORMAL di Adele TulliMenzione speciale della giuria a AN ARMY OF LOVERS di Ingrid Ryberg.

Per Carolyn Christov-Bakargiev, Leonardo Caffo e Luca Pacilio, giurati della sezione iconoclastaIrregular Lovers, la miglior pellicola è CAPITAL RETOUR di Léo Bizeul. La giuria sceglie inoltre di attribuire una menzione speciale pari merito a: MUDAR DE VIDA / LIBERA VITA di Tonino De Bernardi e a DID YOU KNOW di Lynn Kim.

La giuria speciale Centre d’Art Contemporain Genève formata da Andrea Bellini Andrea Lissoniassegna il premio a CAPITAL RETOUR di Léo Bizeul. Menzione speciale a: MUDAR DE VIDA / LIBERA VITAdi Tonino De Bernardi

I giovani giurati del concorso cortometraggi Future Lovers Giulia Allasia, Ottavia Isaia, Gaia Lorenzon, Alice Malaspina, Elena Rossi, coordinati da Andrea Panero Geymet per Sicurezza e Lavoro hanno scelto come vincitore CHECHNYA di Jordan Goldnadel.

Il Premio del Pubblico – che conta sulla collaborazione di My Movies – è andato a A DOG BARKING AT THE MOON di Lisa Zi Xiang.

La giuria Young Lovers ha assegnato il premio a KANARIE (CANARY) di Christiaan Olwagen.

 

Il Lovers Film Festival  Torino LGBTQI Visions dal 2005 è integrato nel Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiBAC – Direzione generale Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

Una settimana di eventi al "Pannunzio"

Gli appuntamenti culturali

Venerdì 3 maggio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, lo scrittore – avvocato Maurizio Merlo presenterà la sua trilogia di libri Un sogno diverso, edizioni Nerosubianco.

Lunedì 6 maggio alle ore 17,30, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35 H, Luciano Cappellari, a 70 anni dalla tragedia di Superga, parlerà del monumento da lui scolpito per ricordare “il grande Torino”, posto al Cimitero Monumentale.

Martedì 7 maggio alle ore 10,30 alla Tenuta Agricola “La Scolca” di Giorgio e Chiara Soldati a Gavi (AL), si apriranno le manifestazioni organizzate dal Centro “Pannunzio” per ricordare Mario Soldati, a vent’anni dalla scomparsa dello scrittore che confondatore e presidente del Centro Pannunzio. L’incontro ha il Patrocinio del Senato della Repubblica e del Consiglio Regionale del Piemonte  e per l’occasione sarà presente una delegazione di Poste Italiane con uno speciale annullo filatelico. Interverranno Autorità regionali e locali.

Mercoledì 8 maggio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Carla Zullo Piccoli parlerà sul tema: L”Infinito di Giacomo Leopardi a 200 anni dalla sua composizione.