CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 242

Amori e amanti alla Corte dei Savoia

Fu un matrimonio sereno, nessun dubbio, malgrado la differenza di età, ben 18 anni, e nonostante le nozze combinate.
Ma la vita coniugale di Cristina di Francia, la prima Madama Reale, durò poco perché suo marito Vittorio Amedeo I di Savoia, sposato all’età di 13 anni, morì in circostanze misteriose, malaria o sospetti di avvelenamento.
Ebbero però il tempo di mettere al mondo diversi figli e di non passarsela tanto male tra feste e banchetti a corte, visite a palazzi e castelli, passeggiate nei parchi di Mirafiori e del Lingotto. Tutto insomma scorreva in modo tranquillo e piacevole. Ciò però non significa che la duchessa non abbia vissuto altre relazioni sentimentali durante il matrimonio. L’amato consorte è spesso lontano, sui campi di battaglia, Cristina è bella e giovanissima, ama divertirsi e ballare, e le cronache del tempo le attribuiscono avventure galanti. Alcune di queste relazioni sono provate mentre altre sono inventate di sana pianta come quelle che dicevano che Madama Reale ricevesse i suoi amanti nel Castello del Valentino. Tutte malignità ma comunque il vero grande amore della sua vita fu il conte Filippo d’Aglié, proprietario del famoso castello, la cui bellezza non passò inosservata alla duchessa. Un amore a prima vista. I due si cominciano a frequentare, si vedono spesso, le voci sul loro legame giungono alle orecchie di Vittorio Amedeo ma non è il caso di suscitare scandali, meglio tacere.
Per la duchessa Cristina, Filippo è un amante entusiasta ma anche un consigliere politico saggio e fedele. Un amore profondo che durò per il resto della loro vita. Dagli amori di Madama Cristina, la prima Madama Reale, passando per quelli di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours e gli intrighi dell’epoca di Vittorio Amedeo II per arrivare fino a Vittorio Emanuele II con la Bela Rosin, “da facile conquista a compagna di vita”, e alla contessa di Castiglione, il libro del fossanese Pier Giorgio Viberti “Amori e amanti alla corte dei Savoia”, Edizioni del Capricorno, rilegge le vicende di Casa Savoia in un modo nuovo e intrigante. Non un romanzo storico ma un saggio di storia a tutti gli effetti che riporta eventi realmente accaduti puntando l’attenzione sulle vicende amorose di alcuni personaggi vissuti dentro la corte dei Savoia dalla metà del Seicento alla fine dell’Ottocento. E che dire di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, la seconda Madama Reale? Quando morì suo marito, il duca Carlo Emanuele II, Maria Giovanna Battista assunse la reggenza del Ducato di Savoia ma non tralasciò di certo le avventure sentimentali, numerose e assai vivaci, all’interno di una corte amante dei piaceri, stile Versailles. D’altronde, lo stesso Carlo Emanuele II, durante la loro relazione, ebbe molte amanti e figli illegittimi. Ma attenzione, sottolinea l’autore, “l’uso del potere come strumento di seduzione e di conquista, precisa l’autore, non è stato prerogativa del solo genere maschile e lo dimostrano in modo clamoroso le vicende delle due Madame Reali che guidarono il Ducato Sabaudo nel Seicento. Alla morte dei rispettivi consorti, Cristina di Borbone e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours vissero intense vicende passionali, del tutto simili a quelle dei colleghi maschi”.
Poi il racconto si fa avvincente e si accendono i riflettori sulla capacità seduttiva delle donne per fini politici. Si entra nel campo delle spie o degli 007. Un compito svolto, per brevi periodi, da personaggi femminili presenti nella corte di Torino. Come la contessa di Verrua che non esitò a tradire il suo amante, Vittorio Amedeo II, inviando informazioni segrete al cardinale Richelieu. Oppure l’attrice teatrale torinese Laura Bon, il primo grande amore di Vittorio Emanuele II, della quale si servì Cavour per spiare il governatore austriaco del Lombardo-Veneto. Ma la più nota professionista in questo campo “paragonabile a Mata Hari per bellezza e fama”, fu la contessa di Castiglione, cugina di Cavour, ritenuta tra le donne più belle e affascinanti della sua epoca. Per la sua attività di agente segreto ebbe numerosi amanti di prestigio tra cui l’imperatore Napoleone III. La crisi dei rapporti matrimoniali e la libertà sessuale erano una consuetudine nelle famiglie regnanti in tutta l’Europa. Tutto ciò non accadeva solo alla corte sabauda ma anche, e in modo più spettacolare, a Parigi, Vienna, Mosca, San Pietroburgo e in altre città europee. Leggere il libro di Viberti è un po’ come indagare dietro le quinte della grande storia, un testo ben documentato in cui amori, amanti e tradimenti di Casa Savoia mettono in luce i meccanismi politici e sociali della vita di Corte dal ‘6oo alla fine dell’800. “Per scoprire che, per i Savoia come per tutte le grandi dinastie europee, amore e politica non sono due mondi così lontani e incomunicabili..”.
Filippo Re
nelle foto  Cristina di Francia
Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours
la Contessa di Castiglione (Virginia Oldoini)

La rivista Vernice dedicata a Wilma Minotti Cerini

Vernice, la rivista semestrale di formazione e cultura, edita dal 1994 a Torino e diretta da Sandro Gros-Pietro, si occupa da quasi trent’anni di letteratura proponendo nuovi testi di poesia, narrativa, teatro e testimonianze di arte contemporanea. L’ultimo numero, il sessantunesimo, come tradizione dedica la copertina e un’ampia biografia a un protagonista della cultura italiana, proponendo il profilo della scrittrice e poetessa Wilma Minotti Cerini. Milanese di nascita – è nata nel capoluogo lombardo nel 1940 – attualmente vive a Pallanza, sul lago Maggiore. Nell’ampio spazio dedicatole ( che ospita anche il racconto inedito Storia di un foglio puntiglioso ) emerge la ricca e avventurosa vita di questa donna dai molti interessi che ha vissuto un infanzia difficile durante la guerra, con la perdita prematura di entrambi i genitori – il padre partigiano venne ucciso dai fascisti ai primi di aprile del ’45 mentre era in missione per conto del Cln – ma seppe affrontare mille difficoltà fino ad affermarsi, frequentando i circoli culturali memeghini e sposando il Visconte Livio Cerini di Castegnate, fine gastronomo e studioso, membro dell’Accademia Italiana della Cucina. Personaggio di indubbio fascino e spessore culturale, Cerini ha pubblicato con Sonzogno, Salani e Longanesi  volumi di grande interesse e successo sulla gastronomia e sulla storia della cucina. Wilma Minotti Cerini nel corso della sua lunga carriera ha pubblicato molte opere tra le quali vanno segnalate il monumentale lavoro di ricerca sulla vita e la poesia dell’inglese Peter Russell, diverse sillogi poetiche, l’interessante saggio dedicato a Guido Gozzano, il racconto filosofico I figli dell’illusione, i romanzi Ci vediamo al Jamaica e Le verità nascoste. Recentemente ha curato i libri Il re mangia solo e altri racconti del marito Livio Cerini di Castegnate e C’era una volta il Bagutta, dedicato alla famosa trattoria milanese dove è nato il più antico premio letterario italiano, forse quello dalle origini più insolite che risalgono al 1927, scaturito dall’idea di un gruppo di amici, artisti, scrittori e giornalisti che avevano l’abitudine di riunirsi in quel locale per discutere di letteratura.

Marco Travaglini

“Musica da cameretta”, il nuovo spettacolo di canzoni de Lastanzadigreta

DOPO UN ANNO DI PAUSA TORNA DAL VIVO LASTANZADIGRETA

DEBUTTO NAZIONALE PER “MUSICA DA CAMERETTA

Barattoli, giocattoli, Vibraphonette, theremin. Sintetizzatori sequenzianti, banjolini danzanti, chitarre elettriche con corde mancanti. Voci del passato e del presente, dischi graffiati rotanti. È “Musica da cameretta”, il nuovo spettacolo di canzoni de Lastanzadigreta. Canzoni, sì: vecchie e nuove, adulte e bambine, lente e veloci, da ascoltare o da ballare da soli con le cuffiette nelle orecchie. Il debutto nazionale è sabato 13 maggio alle 21 allo Spazio Kairos di via Mottalciata 7 a Torino, in una serata organizzata da Onda Larsen.

Dopo una pausa di oltre un anno, Lastanzadigreta torna dal vivo, in versione rimaneggiata, con questo nuovo spettacolo in prima assoluta. È stato un anno di cambiamenti per il collettivo torinese, in attività da oltre un decennio. Il debutto di “Musica da cameretta” segna l’occasione per presentare nuovi materiali e per riascoltare in nuove versioni alcune delle vecchie canzoni del gruppo con qualche incursione a sorpresa nel passato del pop italiano.

«La pandemia è stata complessa da gestire anche per noi – racconta Lastanzadigreta – Sono successe diverse cose, ci siamo trovati a pubblicare un disco a cui lavoravamo da anni senza poterlo presentare e suonare. C’era la sensazione che fosse finito un ciclo. Ci siamo fermati e abbiamo fatto il tagliando alla nostra voglia di suonare insieme. Musica da cameretta è primo tentativo di dare un nuovo senso al nostro scrivere canzoni, al nostro voler raccontare il mondo con quella strana sintesi di parole e musica racchiusa in tre minuti o poco più. Sarà un’occasione speciale».

Lo spettacolo

Ci si ritrova intorno a un tavolo, su un palco, per fare canzoni insieme. Teatro-canzone? Non proprio, forse più un concerto teatrale, o una canzone in realtà aumentata. Non c’è una sola storia in “Musica da cameretta”, ma un filo di idee, situazioni, temi e personaggi che passano di brano in brano. Ci sono canzoni più tradizionali – con strofa, ritornello e tutto il resto – e altre più sfuggenti. Ci sono frammenti di voci del passato che riaffiorano da vecchi giradischi, e voci nuove – le voci di Lastanzadigreta, a raccontare storie d’amore, di lavoro, di mondi prossimi alla distruzione e di altri già salvati,di infanzia e di vecchiaia. Un concerto-mondo, insomma: il mondo di Lastanzadigreta.

Musica da cameretta

Uno spettacolo di canzoni di e con Lastanzadigreta

Leonardo Laviano: voce, chitarra baritona, dobro, Vibraphonette, percussioni e altri ammennicoli.

Flavio Rubatto: voce, theremin, pianoforte, Vibraphonette, drum machine, percussioni, harmonium e altri ammennicoli.

Jacopo Tomatis: voce, chitarra elettrica tenore, banjolino, machete, sintetizzatori, Vibraphonette, claviette e altri ammennicoli.

Lastanzadigreta

Lastanzadigreta è un collettivo di musicisti nato oltre un decennio fa tra Torino e San Mauro Torinese. Negli anni ha prodotto spettacoli, concerti, laboratori. Ha pubblicato due EP semiclandestini e due album ufficiali. Il primo, “Creature selvagge”, ha vinto la Targa Tenco 2017 per la migliore opera prima, il più importante riconoscimento in Italia per la canzone d’autore. Il secondo, “Macchine inutili”, è uscito in piena pandemia grazie al supporto del bando SIAE-Per Chi crea, ottenendo ottimi riscontri di critica. “Musica da cameretta” è il nuovo spettacolo del gruppo.

BIGLIETTERIA

Su www.ticket.it

Intero 13. Ridotto 10.
Info: biglietteria@ondalarsen.org.

Contro lo stato presente delle cose

Contro lo stato presente delle cose è il titolo dell’ultimo libro dello storico Filippo Colombara. Il volume, pubblicato dalle Edizioni ETS nella collana Verba manent con la prefazione di Carlo Greppi, uno dei più interessanti giovani storici emersi in questi anni, narra tre storie di gente non comune nell’arco temporale tra l’avvento del fascismo e la lotta partigiana. Un sovversivo piemontese, lo sterratore novarese Antonio Paglino; un rivoluzionario marchigiano d’origine trasferitosi sul lago d’Otya, l’operaio Nunzio Guerrini, e un giovane partigiano ligure, lo studente Aulo Formigoni, sono le figure qui presenti, assieme alle quali si attraversa il ventennio di Mussolini dal punto di vista della gente comune. Tre uomini comuni le cui vicende umane si intrecciano, attraversandoli, con i grandi eventi della storia. Ricostruendo le loro esperienze Colombara ricuce “dal basso” i fili della complessa trama con cui fronteggiarono il regime di Mussolini: dagli scontri di piazza del primo dopoguerra all’attività politica clandestina, dalla difesa in armi della repubblica e del legittimo governo in Spagna nella seconda metà degli anni trenta, alla generazione di nuovi antifascisti che si fecero partigiani. Tre personalità, la cui ricostruzione è avvenuta smontando e rimontando carte del potere, interviste orali, lettere e memorie scritte. Tre storie che consentono di capire le condizioni della lotta e, allo stesso tempo, di entrare nell’intimità degli individui per dare voce alle loro vicende umane. Scrive Carlo Greppi nella prefazione: “Ogni essere umano, che lo voglia o no, lascia tracce; sta a noi storici scovarle e raccontarle. Per questo Verba manent è una collana preziosa, come lo sono le storie qui racchiuse dal lavoro di Filippo Colombara che, attraverso gli accidentati e tenaci percorsi biografici di tre esistenze non comuni, ci mostra i risvolti più terribili e le energie più meravigliose della prima metà del XX secolo, e in particolare l’opposizione intransigente ai fascismi”. Tra i tanti meriti che vanno riconosciuti a Filippo Colombara, studioso di storia e cultura dei ceti popolari che ha indagato con le sue numerose pubblicazioni le vicende del movimento operaio e della Resistenza (tra le sue ultime pubblicazioni vanno segnale Vesti la giubba di battaglia. Miti, riti e simboli della guerra partigiana -DeriveApprodi; Raccontare l’impero. Una storia orale della conquista d’Etiopia.1935-1941 – Mimesis), va sottolineata la tenace ricerca della ricostruzione delle scelte di persone quasi sconosciute o dimenticate che hanno contribuito al pari dei protagonisti più noti agli eventi che hanno segnato intere comunità, popoli e nazioni. Attraverso le testimonianze scritte e orali della gente comune è possibile penetrare gli eventi storici in cui donne e uomini si trovano coinvolti partendo da un punto di osservazione privilegiato: dall’interno e dal basso. Utilizzando soprattutto la trasmissione orale, Filippo Colombara si è sempre mosso come valido interprete di una prospettiva storiografica basata su frammenti deboli e fragili fonti esposte ad un forte rischio di dispersione, tuttavia in grado di fornire risposte non trascurabili. Così è stato anche nel caso della stesura di Contro lo stato presente delle cose. E’ la storia di uomini che si opposero senza abbassare la testa, pagando un prezzo altissimo, in alcuni casi definitivo, per essere coerenti con le loro scelte e contribuire, per la loro parte, al desiderio di riscatto di un popolo intero che non ne poteva più delle angherie del regime fascista ma che non aveva ancora trovato il coraggio per fare un passo decisivo. Uomini che vissero in prima persona le discriminazioni, la violenza, patendo la fame e la perdita del lavoro, il carcere e persino l’ingiustizia di un giudizio pesante come quello dell’espulsione dal Partito. Per farsi un’idea del clima di diffidenze, insinuazioni e delazioni di quel periodo basta riguardarsi Il Sospetto, uno dei film più belli di Citto Maselli, con uno straordinario Gian Maria Volontè nei panni del militante comunista Enrico nella Torino del 1934. Questo libro ricostruisce il clima del ventennio fascista attraverso le storie di queste tre persone dalle biografie comuni a tante altre che ne furono coinvolte e travolte. Per far riemergere la trama vissuta e sofferta dell’opposizione al regime e alle trame dell’Ovra, della guerra di Spagna e della lotta di Liberazione si affida alle testimonianze, a documenti  e memorie per troppo tempo dimenticate nel fiume carsico delle scritture inedite, fragili e spesso incerte, prodotte dagli stessi protagonisti come il diario di Aulo, interpretate attraverso i verbali di polizia o le cronache dei giornali d’epoca. E’ una modalità interessante per far conoscere, dare un volto, un nome e un cognome, al contributo di lotte, dolori e speranze di questi uomini dentro il vortice di un periodo complicato e terribile della nostra storia. Quello degli storici e, nel caso specifico, di Filippo Colombara, è un compito estremamente importante in un’epoca dove la maggior parte dei giovani vive nel presente perpetuo dove manca ogni rapporto con il passato storico del tempo in cui ci è dato vivere. Un compito e un lavoro, in questo contesto, molto difficile: non si tratta solo di essere cronisti e compilatori di memorie ma riuscire a far comprendere che cercare nel passato la spiegazione e le radici, le cause remote o vicine dell’evoluzione e degli eventi di oggi, è l’unico strumento che abbiamo, per tentare di orientarci e di comprendere quello che ci circonda. E questo libro aiuta a guardare la storia con gli occhi e il cuore dei tre protagonisti che, come ricorda Greppi nella sua introduzione, “erano accomunati da una qualità rara, nell’essere umano, e cioè non voler tollerare i soprusi, e anzi decidere di combattere per porvi fine.. due comunisti e un ragazzo cattolico, le cui vicende potrebbero essere sepolte da una coltre d’oblio. E invece eccole qui nel loro splendore ribelle”.

Marco Travaglini

Salone Off a Bardonecchia il 13 e 14 ed il 20 e 21 maggio

Si preannunciano due fine settimana all’insegna dei libri a Bardonecchia.

Da domani, infatti, il Foyer del Palazzo delle Feste, ospitera’, l’edizione 2023 di Salone Off a Bardonecchia.

Si comincia sabato, alle 16, con Roberto Capocristi, autore della trilogia gialla ” I casi di Elettra Keita”, interamente ambientata a Bardonecchia.

Domenica alle 17 presentazione ” a due” di Elisa Bevilacqua con il libro di recente uscita ” Acqua Chiara” e Marco Gaviani con ” Sherlock Holmes e il cammino del poeta”.

Estemporanea curerà l’accompagnamento musicale degli appuntamenti.

Nel fine settimana del 20 e 21 maggio, in concomitanza con il Salone Internazionale del Libro di Torino, ancora autori ed ancora libri.

Sabato si potrà incontrare Diletta Bianco ed Erik Vergnano, autori di ” Un vichingo a Compostela” ed, a seguire,
Caterina Migliazzo Catalano con “Il falco e l’altalena”.

Ed ancora, nel pomeriggio di domenica saranno ospiti di Salone Off a Bardonecchia,
Bruna Bertolo che presenterà ” Donne e follia in Piemonte ” e Federico Ghirardi, con la sua ” La saga fantasy di Bryan”.

E Salone Off sarà anche in Biblioteca a Bardonecchia.

Venerdì 12 maggio alle 16 appuntamento con la presentazione in anteprima di “Dahu” di Riccardo Levi.
Il 19 maggio, invece, Letture e laboratorio per bambini dai 4 ai 9 anni “Tutto fa… libro”.

Alla Mole la Mostra delle meraviglie

Entrare nel cuore della Mole è sempre emozionante, trovarci una mostra tra fantastico e fiabesco è meraviglioso.
Fino all’ 11 settembre sarà possibile visitare gratuitamente una mostra diversa,divertente curata da Domenico De Gaetano -direttore del Museo del Cinema – e Stefano Bessoni regista, illustratore e animatore.
Per questa mostra è stata creata una nuova fiaba, con i protagonisti del Museo: Antonelli,Prolo,Darwin Lombroso e Greenaway.
L architetto della Mole, la Fondatrice del Museo Maria Adriana Prolo, Charles Darwin naturalista, Cesare Lombroso antropologo e Peter Greenaway regista.150 opere esposte raccontano gli ambienti in cui si muove Bessoni per la ricerca espressiva delle sue fiabe.
Un talento unico, un illustratore entusiasmante.La mole delle Meraviglie aiuterà a tutti i visitatori di interpretare il museo con nuovi occhi e sotto un profilo molto divertente.
La figura di Maria Adriana Prolo è raccontata anche in un libro nella figura di chi ha voluto la nascita del Museo Nazionale del Cinema.
Peccato per la mancata occasione di ricordare chi ha sostenuto la Prono nei Palazzi romani, il regista senatore Massimo Scaglione, allora  presidente commissione cultura al Senato.
La visita è vivamente consigliata. Gd

INTERPLAY, festival internazionale di Danza Contemporanea

23 MAGGIO > 10 giugno 2023 TORINO

Direzione artistica Natalìa Casorati
a cura dell’Associazione Culturale Mosaico Danza

È stata presentata  alla stampa la ventitreesima edizione di INTERPLAY, festival internazionale di Danza Contemporanea, a Torino dal 23 maggio al 10 giugno.

 

23 compagnie da 9 paesi diversi, 4 teatri e 4 spazi multidisciplinari della Città conquistati dalla danza, 7 prime nazionali, 14 compagnie italiane e 9 dall’Europa e dal mondo per un viaggio sempre attuale fra punti di vista, geografie e coreografie che interpretano un’attualità mutevole, qualche volta straniante e sempre sorprendente.  Un mondo di giovani artisti che parlano lingue diverse e che, nel gesto e nella danza, trasformano la babele delle lingue in codice universale insieme agli spettacoli di molti fra i nomi più interessanti del panorama nazionale e internazionale.

Moritz Ostruschnjak (DE) in Tanzanweisungen (It won’t be like this forever)
alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani il 23 maggio.
Foto di Wilfried Hösel
Il festival può essere uno strumento di indagine sociale? Può rappresentare la complessità del presente, le sue contraddizioni, la forza del potere e quindi la sua fragilità? Ci può parlare di disorientamento?  INTERPLAY, come sempre nella sua storia, si assume anche in questa edizione la responsabilità di creare incroci e scambi, al fine di favorire la crescita di un vivaio di artisti sostenendone la ricerca artistica, e offrendo loro opportunità di visibilità, tramite le progettualità in network e la crescita esperienziale, proprio in questi anni in cui sono sempre maggiori le contraddizioni economico-sociali.

Compagnia Abbondanza Bertoni, Michele e Antonella
in “Le fumatrici di pecore” il 1° giugno alle Officine Caos
INTERPLAY è una finestra sulle poetiche artistiche del presente, alle volte esasperate, scomode, altre volte oniriche o ironiche: la ventitreesima edizione di INTERPLAY, ideato e diretto a Torino da Natalia Casorati, sarà a Torino dal 23 maggio al 10 giugno!

Compagnia Enzo Cosimi in “Coefore Rock&Roll” alla Lavanderia a Vapore il 10 giugno.
Foto di Miriam Alé
Accanto ad un’importante programmazione in teatro, il festival continua ad avere una significativa sezione diffusa, di programmazione outdoor o site specific, al fine di intercettare nuovo pubblico e incrementare l’offerta culturale rivolta ai cittadini, anche nei luoghi “scomodi” della città, programmando parte del festival in spazi multidisciplinari delle zone periferiche.

Ertza (ES) in “Otempodiz” in Corso Palermo angolo Via Sesia (Barriera di Milano) il 26 maggio
INFO
Mosaico Danza
info@mosaicodanza.it | (39) 011.661.24.01 | mosaicodanza.it

La “Città” di MiTo Settembre Musica

La prossima edizione di Mito Settembre Musica che si svolgerà a Torino e Milano dal 7 al 22 settembre, avrà come tema la “Città”. I concerti saranno 69 tra le 2 città. Il direttore artistico Nicola Campogrande annuncia che questa sua ottava stagione sarà l’ultima. L’inaugurazione l’8 settembre all’Auditorium Agnelli del Lingotto, vedrà protagonista l’Orchestra e coro del Teatro Regio diretta da Wayne Marshall con il musical “Wonderful Town” di Leonard Bernstein. Chiusura del festival il 22 settembre con un concerto dedicato a Dvorak, con la Filarmonica della Scala diretta da Andrès Orozco-Estrada e con Mario Brunello, per l’esecuzione del “concerto per violoncello e orchestra” e la “settima sinfonia”. Piazza San Carlo farà da cornice al concerto che l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Juraj Valcuha eseguirà con omaggio a New York con Stefano Bollani al pianoforte con l’overture da “Candide” di Bernstein , “Rapsody in Blue” di Gershwin, la “Sinfonia dal Nuovo Mondo” di Dvorak e la prima italiana”Red da Color field” di Anna Clyne. Tra i vari concerti da segnalare le sorelle Katia e Marielle Labèque , I King’s Singers e i pianisti Ivo Pogorelich e Alexandre Tharaud.

Pier Luigi Fuggetta

Torino Fringe Festival mette in scena l’originalità

Conscious connection: a Torino una mostra che coniuga arte e sostenibilità

Si è tenuta il 5 maggio l’inaugurazione di Conscious connection, una mostra in occasione dei Torino Digital Days. Lo spazio espositivo comprende le opere interattive di XAARCHIVE, un collettivo composto da due artiste che si prefiggono di coniugare arte e sostenibilità. Nell’accattivante cornice di IN6 LAB SRL, posta al secondo piano presso il civico 30 di piazza Carlo Felice, la mostra prodotta da Artsted rimarrà aperta al pubblico fino al 9 giugno.

Conscious connections I Il Torinese

Una delle iniziative della Torino Digital Week

Dal 9 al 14 di maggio si terrà l’ultima edizione dei Torino Digital Days, un’iniziativa nata nel 2019 per promuovere e analizzare le tematiche legate al mondo digitale. Durante questo appuntamento la città si anima con presentazioni, workshop e incontri tematici tentando di favorire soprattutto la partecipazione giovanile. Le discussioni quest’anno ruoteranno intorno a temi come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, l’automotive e le blockchain.

Conscious connection

Per questo motivo lo spazio di Toro Legal Hub ha deciso di ospitare le opere di due giovanissime artiste, Nayla Cefarelli e Sofia Lorenzo. Entrambe hanno infatti indagato come si possa conciliare la natura e il rispetto per i suoi cicli con le tecnologie sempre più crescenti. Le tre ale utilizzate infatti vogliono ricreare l’illusione di una foresta composta di suoni e luci. I risultati sono sorprendenti e comprendono la realizzazione di immagini tramite algoritmi e la presenza di materiali biodegradabili realizzati tramite stampanti 3D. Su alcune sculture sono inoltre innestati dei funghi in modo da rendere ancora più evidente il legame con il mondo naturale e con il suo decorso. Infatti questi cresceranno autonomamente e moriranno alla fine dell’allestimento.

Così tramite gli oggetti presenti prendono vita le grandi domande che stanno infiammando la scena pubblica dalla fine della pandemia. Che fine fa ciò che utilizziamo? Qual è il ruolo dell’arte in un mondo sempre più automatizzato? Come cambierà il rapporto fra l’opera e il fruitore?

Conscious connections statua I Il Torinese

Informazioni utili

Conscious Connection sarà visitabile gratuitamente per tutta la Digital Week dalle ore 10 alle 18, registrandosi all’apposito link presente sul sito. Successivamente l’accesso sarà a pagamento solamente per i maggiori di 25 anni: il prezzo del biglietto è di 8 euro, sempre previa registrazione online. In questa circostanza sarà possibile fruire dell’esposizione grazie ad una visita guidata effettuata da un operatore in loco.

Leggi anche – Al via i Torino Digital Days

Francesca Pozzo