Cosa succede in città- Pagina 383

Bimbo del Somaliland, malato grave, sarà operato al Regina Margherita

Arriverà a Torino nei prossimi giorni il piccolo Ahmed, un bimbo di 13 anni proveniente dal Somaliland ed affetto da una grave cardiopatia congenita, costituita da una stenosi valvolare ed infundibolare polmonare. Questa è stata diagnosticata presso il MAS Teaching Hospital di Hargeisa, l’ospedale, nato grazie al contributo della Fondazione Specchio dei Tempi, che dal 2012 ha permesso di curare circa 50000 piccoli pazienti.

Ahmed sarà curato presso la Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, grazie al contributo della Fondazione FORMA, che si occupa dell’organizzazione logistica del viaggio, e dell’Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici, che garantisce il vitto e l’alloggio al paziente ed alla sua mamma. Le spese dell’intervento invece saranno coperte dalla Regione Piemonte, grazie ai fondi che consentono di curare pazienti provenienti da Paesi in via di sviluppo.

Il bimbo sarà ricoverato presso il nuovo reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica dell’ospedale Regina Margherita per eseguire gli accertamenti necessari da parte dei cardiologi, diretti dalla dottoressa Gabriella Agnoletti, tra cui un cateterismo cardiaco. In seguito Ahmed sarà sottoposto ad intervento correttivo di valvuloplastica polmonare e resezione infundibolare a cuore aperto da parte dell’équipe cardiochirurgica diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone.

La pressoché totale ristrutturazione del percorso del paziente affetto da cardiopatia congenita, in atto presso il Regina Margherita, resa possibile grazie al contributo della Fondazione Specchio dei Tempi e che si concluderà entro la fine dell’anno, consentirà alle Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica, afferenti al Dipartimento di Pediatria e Specialità Pediatriche (diretto dalla dottoressa Franca Fagioli), di aumentare consistentemente le proprie prestazioni. Il Centro, che già rappresenta un punto di riferimento regionale e nazionale di altissimo livello, potrà così rafforzare la propria collaborazione con le Associazioni che consentono l’accesso alle cure necessarie ai piccoli pazienti portatori di cardiopatia congenita e provenienti da Paesi in via di sviluppo.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi


di Pier Franco Quaglieni

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 G7, a Torino i problemi – Luciano Violante e l’immigrazione – I migranti protestano – Bentivoglio non conosce l’8 settembre – Giannone chi era costui ? 

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G7, a Torino i problemi
E allora per il summit di settembre sembra che a Torino restino solo i contestatori,le delegazioni internazionali si riuniranno a Venaria Reale e albergheranno in Canavese.Non ci sembra un bel risultato e non ci sembra tranquillizzante.Cosa farà Torino per difendersi dai violenti? E’ una domanda che è lecito porre. E perché si consentiranno le manifestazioni contrarie proprio a Torino? Si capiscono le ragioni che portano a tenere lontane da Venaria i contestatori,ma diventa difficile accettare che la zona urbana di Torino possa essere lasciata a disposizione di gente che ,dove arriva ,tende a distruggere e saccheggiare. Forse gli spazi andranno ripensati per difendere Torino ,senza paralizzarla per alcuni giorni. Il buon senso lo imporrebbe.

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Luciano Violante e l’immigrazione 
 Luciano Violante che venne dileggiato per il caso di Edgardo Sogno(ci fu chi lo definì un participio presente ) è persona molto diversa da come lo definì Cossiga e da come, una volta, lo liquidò Lucio Libertini che mi disse che, con lui ministro degli interni, si sarebbe rifugiato all’estero. L’estremismo di destra si accanì contro di lui in modo volgare,dimenticando che l’ultima intervista rilasciata da Sogno ad Aldo Cazzullo riaprì totalmente il discorso relativa alla sua innocenza in merito al cosiddetto Golpe bianco.  Come presidente della Camera  Violante dimostrò un raro equilibrio istituzionale e contribuì a svelenire il clima di odio attorno ai temi della guerra civile. Come presidente del gruppo DS a Montecitorio fu tra i padri del Giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo il 10 febbraio. Ebbi il piacere di incontrarlo proprio in occasione del primo Giorno del ricordo che si tenne a Torino nel 2005 e la sorte ci collocò vicini sul palco degli oratori a Palazzo Carignano. Non lo conoscevo, ma seppe mettermi subito a mio agio con grande cordialità. Sicuramente sapeva che ero stato amico di Sogno, una delle mie scelte sbagliate, dettate da simpatia o antipatia, che da tempo ho rivisto.   Facemmo due interventi diversi, ma che si incrociavano nell’affermazione di alcuni valori condivisi. Poi ci furono parecchie, ulteriori occasioni di incontro negli anni che mi fecero accrescere la stima nei suoi confronti. A Finale Ligure parlammo insieme del caso Tortora, un tema che per un ex magistrato poteva essere difficile, ma per lui non lo fu affatto. E’ un uomo di profonda onestà intellettuale. La sua posizione sulla Magistratura espressa anche in un libro rivela la capacità di  mettersi in discussione e  di rivedere le posizioni, una virtù di pochissimi. Chi gli impedì di essere eletto alla Corte Costituzionale sbagliò ,basandosi su pregiudizi. La profonda cultura giuridica di Violante sarebbe stata molto utile alla Consulta. Anche sul referendum costituzionale  del dicembre 2015 la sua posizione fu distante da quella di Zagrebelski e di Rodotà. Adesso in una intervista Violante  ha toccato un nervo scoperto : la posizione ideologica della sinistra sul tema dell’immigrazione, affermando che “non esiste il valore assoluto dell’accoglienza” perché bisogna sempre curarsi della praticabilità delle scelte che si fanno e delle loro conseguenze. In sostanza c’è chi ha sostituito il mito dell’operaio con quello del migrante. Sono cose che io ho scritto per anni  .Mi fa piacere trovarmi in compagnia di Violante.

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I migranti protestano 
La forma della loro protesta, il rifiuto di prendere cibo, sarebbe anche accettabile, persino esemplare, di fronte al richiamo alla violenza che seduce tanti italiani. Ma il fatto che i migranti di Alpignano ,circa 350 persone, inscenino una protesta ,dicendo che le loro condizioni di vita sono  inaccettabili  e che il direttore del loro centro di accoglienza va rimosso, suscita perplessità .Sono  stati accolti dalla comunità di  Alpignano senza proteste ,sono stati accolti in Italia e sicuramente la maggioranza di loro non ha i requisiti del profugo, ma è un emigrante economico. A meno che ci siano gravi motivi, la loro protesta appare difficile da accettare. L’Italia e’ un paese stremato da una politica folle di accoglienza indiscriminata. Forse dovrebbero darsi una calmata. E chi specula su questo dramma dell’accoglienza deve  rivedere qualcosa. In caso contrario la polveriera rischia di esplodere. La sicurezza di chi accoglie è almeno pari a quella di chi è accolto che deve comunque stare dentro le regole dei primi.

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Bentivoglio non conosce l’8 settembre
La cena in bianco non sarà quella degli altri anni, ma ci sarà . La sua inventrice Antonella Bentivoglio d ‘Afflitto non si è abbandonata alle lamentazioni di fronte al diniego poco tempestivo, ma comprensibile, della sindaca di Torino a svolgere in piazza l’evento. Ha saputo reagire in modo geniale: fare la cena in bianco a casa propria il 9 settembre, invitando amici,vicini di casa, persone vicine e lontane. Una scelta di realismo creativo, magari l’uovo di Colombo, ma sicuramente non una resa. Aggiungeremmo un suggerimento : utilizzare i cortili delle case e anche le terrazze e i giardini privati. Cenerà insieme una Torino che non si arrende e che vuole farsi vedere,che non danneggia nessuno, rifiuta la violenza e pratica anzi l’educazione civica . Non ci sarà l’8 settembre per la cena in bianco. Quest’anno  si terrà il 9 in modo diverso, è stato detto, quasi virtuale. Ma non è così perché l’importante è fare l’evento. Quello che invece appare  certo è Torino continua a perdere colpi .E,  andando avanti così, la città e’ destinata al declino,in cui la relegò il sindaco  Novelli con le sue scelte tristi e  miopi, nel decennio 1975/85 , con tanti assessori funzionari di partito che assomigliano molto a molti dell’attuale Giunta. Non a caso,Novelli venne soprannominato Crisantemo.

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Giannone chi era costui ? 

Pietro Giannone fu un illuminista napoletano morto a Torino alla Cittadella ,dopo 10 anni di carcere duro, nel 1748. Era stato anche 6 anni rinchiuso nel forte di Ceva. Perseguitato a Napoli per i suoi scritti,era fuggito a Vienna dove ottenne la protezione del principe Eugenio di Savoia. Successivamente trovò rifugio presso la  Repubblica di Venezia  e poi a Ginevra, riparo sicuro a cui guardavano i perseguitati di tutta Europa.  Venne indotto con l’inganno a trascorrere qualche giorno in  un villaggio della Savoia dove venne arrestato e imprigionato. Su richiesta della Chiesa cattolica  lo stato sabaudo tese una trappola allo studioso.La libertà del Giannone venne sacrificata sull’altare dei  buoni rapporti  con la Chiesa come contropartita di un concordato che chiudesse lo scontro con la Chiesa  avviato da Vittorio Amedeo II.   Nell’opera “ Il Triregno .Del regno terreno,del regno celeste,del regno papale”  delineò una concezione laica dello Stato,su cui Franco Venturi  ha scritto pagine di fondamentale importanza.  La sua “Istoria civile del Regno di Napoli” denuncia l’acquiescenza dello Stato nei confronti della Chiesa che nel Mezzogiorno fu ancora maggiore che nel resto d’Italia. Manzoni  dedicò ampio spazio al Giannone della sua” Storia della Colonna infame”,  citando i plagi e gli errori del Giannone che gli vennero rimproverati anche da Voltaire. Si trattava di limiti nel campo  della ricerca erudita ,ma non nell’impianto  storiografico complessivo della sua opera che ebbero eco e traduzioni in tutta Europa. Ciò che dava fastidio in Giannone era il suo spirito  laico,il senso dell’autonomia dello Stato che non era l’ empia irreligiosità di cui fu accusato.La sua opera in questo senso  si colloca nella linea alta di Machiavelli,di Guicciardini,di Sarpi,il meglio del pensiero storico italiano.Citava il Giannone un mio professore liceale che era stato prete. Le sue erano parole piene di indignazione. Da lui incominciai a capire il valore della laicità e della tolleranza. Quando poi lo studiai più da vicino ne vidi anche i limiti. Un mio nipote che ha da poco finito il liceo non sapeva della sua esistenza. Invece è una figura che anche a Torino andrebbe ricordata. Fu una vittima che pochi ricordano. In passato per ragioni politiche,oggi per ragioni soprattutto di ignoranza. Giannone ? Chi era costui ?

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

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Addio spaghetti “borghesi” la domenica

Carissimo, tutto  mi  sarei  aspettato , ma  non certo  la  ricetta  degli  spaghetti ( qualcuno  preferisce  i  rigatoni ) “alla  gricia”  e  il  ristorante  del  “Pantheon” . Come  spesso  è  accaduto  per  persone od  eventi  politici    i  tuoi scritti  risvegliano  in  me  ricordi  e  così  è  in  questo  caso . La  trattoria  del  “Pantheon”  esisteva  ben  prima  del  1961  ed  era  gestita  da  Nunzio  Fidanza ( amatriciano  doc )  ed  era ben  frequentata  da  buoni  borghesi  amanti  del  buon cibo  per  cui  io  ed  i miei , negli  anni  ’50 , spesso  andavamo  a  cena  o  la  domenica  a pranzo. Di  parlamentari all’epoca  nemmeno uno ! poi  una  bella  sera  ,entrando,  trovammo  Moravia , Maraini, Pasolini  ed  altri  loro  amici . Invece  di  lanciarlo , affondarono  il  locale  perché  cominciarono  a  venire  i  giovani  amici  di Pasolini   per  cui  la  vecchia  clientela  via  via  abbandonò  il  locale ed il  povero  Nunzio  si  trasferì  dal  fratello  che  gestiva  un  raffinato  ristorante  vicino  a  piazza  Augusto Imperatore  che  si  chiamava  l’ Augustea .      D.G.

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Una bella testimonianza, direi storica.  Non ho mai parlato con Dacia Maraini, l’unica con cui ho rapporti amichevoli, del “Pantheon” che rinacque a nuova vita con Armando Gargioli nel 1961 e oggi ha un successo internazionale per merito dei suoi figli. Chiederò a Dacia i suoi ricordi. Il mondo è cambiato. Come moltissimi ristoranti anche il “Pantheon” è chiuso di domenica. L’abitudine di andare a colazione la domenica a mezzogiorno non c’è più. Un ulteriore segno della fine di una certa borghesia che reggeva l’Italia e che oggi è scomparsa.

pfq

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Il Ferragosto cristiano  dimenticato

Caro Quaglieni,
Ho letto il suo elzeviro sull’estate  che ho apprezzato per l’ironia,il tono lieve ,direi estivo, che non dimentica però  anche la storia. Mi ha stupito che non abbia fatto neppure un accenno alla festività religiosa dell’Assunta che si festeggia il Ferragosto. Per molti è un riferimento importante,come lo sono le diverse feste di  San Rocco che si tengono in Piemonte e non solo. Nelle piccole borgate e’ un evento che si aspetta tutto l’anno.

Germana Zullo

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In effetti ho tralasciato l’aspetto religioso . Il ’68 segno’ un lunga eclisse religiosa. Ho analizzato solo la festa “pagana” dell’estate. In effetti, c’è anche l’aspetto religioso, ma la vacanza sembra metterlo in disparte. Forse e ‘ anche perché la Chiesa ha demonizzato per troppo tempo il sesso, vedendolo come colpa grave  e non come un aspetto bello della vita. Oggi e’ difficile identificare Ferragosto con la festa dell’Assunta,un dogma proclamato da Pio XXII nel 1950.  Solo i vecchi se ne ricordano.Sui giornali non c’è spazio per le cerimonie religiose del 15 d’agosto.Ed è sicuramente un  male perché anche d’estate  le parole dell’arcivescovo di Torino sono importanti. Nel nostro egoismo pensiamo solo a festeggiare per vivere  una giornata piacevole senza affanni.  Mario Berrino ad Alassio parlava della Gran Cagnara estiva. E ci si divertiva veramente. Oggi fingiamo o ci illudiamo di divertirci .A Ferragosto andrebbe   anche  ricordato ,ad esempio, chi soffre negli ospedali . Solo un uomo del livello morale di Giovanni Conso mi telefono’,il giorno di ferragosto di tanti anni fa,chiedendo di mio padre gravemente ammalato . Fu l’unico,il solo. Un certo nichilismo  ci fa perdere di vista anche alcuni valori solidali che dovrebbero essere irrinunciabili. Questa in cui viviamo ,non è una società più laica,ma semmai una società  totalmente secolarizzata  e impoverita che ha emerginato la dimensione religiosa del vivere per privilegiare un edonismo  senza futuro.

pfq

 

La Mole si spegne in omaggio alle vittime di Barcellona

A Torino bandiere a mezz’asta in tutti gli edifici pubblici e Mole Antonelliana spenta in segno di lutto per le vittime dell’attentato di Barcellona. Il capoluogo catalano e la nostra città sono legati da un lungo e consolidato rapporto di amicizia e cooperazione che in questi anni le ha viste insieme nello sviluppo di numerosi progetti. “Con lo spegnimento del suo monumento simbolo – dice la sindaca Chiara Appendino – Torino intende esprimere solidarietà alle Città di Barcellona e di Cambrils, colpite in queste ore da atti di folle violenza che hanno spazzato via vite umane, spargendo terrore e sangue tra turisti e residenti”. 

Tutto su Metro, tram, bus e strisce blu in agosto

Nel mese di agosto, si sa, oltre al disagio dei cantieri, chi resta in città deve fare i conti con le limitazioni del trasporto pubblico. Per evitare di “restare a piedi”, ecco da Gtt tutte le informazioni relative al servizio di agosto di metro, tram e bus, Centri di Servizi al Cliente, parcheggi e ZTL, servizi turistici.

bus fermata Servizio urbano e suburbano: metro, tram e bus

Nel mese di agosto la metropolitana osserverà il normale orario di servizio.

La rete GTT di superficie sarà invece operativa con le variazioni sotto elencateIn particolare tra il 5 e il 19 agosto, non saranno gestite le linee feriali 12, 20, 21, 40, 52, 58, 66, 77, 83, SE2. Le linee 10, 11, 27, 33 e 67 effettueranno il percorso festivo che consentirà, in molti casi, di coprire in parte o integralmente il percorso delle linee feriali non gestite.

Nello stesso periodo sarà in servizio la linea 40 navetta da piazzale Caio Mario a via Martiri della Libertà (Moncalieri).

Scarica il cartello riepilogativo del servizio di agosto (pdf).

  • Linee Star 1 e Star 2: non gestite dal 5 al 27 agosto
  • Linea 5b: non gestita dal 7 al 25 agosto nello stesso periodo la linea 5 transita dal Cimitero Parco nelle ore di apertura)
  • Linea 6: non gestita dal 5 al 27 agosto
  • Linea 17b: non gestita dal 5 al 25 agosto
  • Linea 36 navetta Rivoli-Alpignano: non gestita dal 5 al 27 agosto
  • Linea 36 Paracca: non gestita dal 7 al 25 agosto
  • Linea 39: in servizio dalle ore 6.00 alle 21.00 dal dal 5 al 26 agosto (non effettua servizio serale)
  • Linea 45b: non gestita dal 5 al 26 agosto
  • Linea 46 navetta: servizio sul percorso Park Stura – Villaretto dal 7 al 25 agosto
  • Linea 53: non gestita dal 5 al 26 agosto
  • Linea 54: servizio su percorso festivo dal 5 al 26 agosto
  • Linea 72b: non gestita dal 5 al 25 agosto
  • Linea 78: non gestita dal 5 al 26 agosto (percorso coperto da linea 54)
  • Linea 83: non gestita dal 5 al 19 agosto
  • Linea 84: non gestita dal 5 agosto al 1° settembre
  • Linea 1 di Nichelino: non gestita dal 5 al 26 agosto
  • Linea 2 di Rivalta: non gestita dal 5 al 26 agosto
  • Linea 2 di Chieri: non gestita dal 5 agosto al 1° settembre
  • Linee 90-91-92-93b-94-95-95b-96-97-98- 99 (speciali per stabilimenti FCA Mirafiori): non gestite dal 7 al 19 agosto
  • Linee 22-24-25 (speciali per stabilimenti CNH-FTP): non gestita dal 7 al 18 agosto

Variazioni linee dal 5 al 19 agosto

  • Linea 10: attiva con bus sul percorso piazzale Caio Mario – via Massari (per corso Settembrini utilizzare le linee 38 e 43)
  • Linea 11: effettua percorso festivo da Venaria a corso Tazzoli
  • Linea 12: non gestita (percorso coperto in parte dalla linea 11)
  • Linea 20: non gestita (percorso coperto in parte dalla linea 27, da strada della Magra a via Torre Pellice)
  • Linea 21: non gestita
  • Linea 27: effettua percorso festivo da via Torre Pellice a via XX Settembre angolo via Bertola
  • Linea 33: effettua percorso festivo da Collegno a piazzale Adua
  • Linea 40: non gestita (percorso coperto in parte dalla linea 40 navetta e dalla linea 62, da piazza Massaua a via Guido Reni angolo corso Sebastopoli)
  • Linea 52: non gestita (percorso coperto interamente dalle linee 64 e 67)
  • Linea 58: non gestita (percorso coperto in parte dalle linee 11 e 58b)
  • Linea 66: non gestita
  • Linea 67: effettua percorso festivo da Moncalieri a via Scialoja
  • Linea 77: non gestita
  • Linea SE2: non gestita

night buster estate 2015 rid Rete notturna Night Buster

Fino al 9 settembre, tutti i venerdì, sabato e nei prefestivi, sarà in servizio la versione estiva della rete notturna potenziata con 16 linee che collegano 24 Comuni della cintura al centro Città. Per maggiori informazioni visitare la pagina dedicata al servizio.

csc porta susa ext rid Centri di Servizi al Cliente 

Durante il periodo estivo, fino al 24 agosto, i Centri di Servizi al Cliente, lo sportello disoccupati di corso Francia 6  e le biglietterie di via Fiochetto e di Ivrea presso il Movicentro saranno interessati da variazioni di orario e da chiusure che sono riportate nella tabella (pdf) da scaricare.

Gli Uffici Ricorsi Sanzioni Amministrative di via Monginevro 135A e Contenzioso Sinistri di via Monginevro 139 rimarrano chiusi dal 14 al 18 agosto.

logo parcheggio Sosta nelle strisce blu, parcheggi in struttura e ZTL

Da lunedì 14 a sabato 26 agosto è sospeso il pagamento della sosta nella zone delimitate dalle strisce blu.
Gli abbonamenti convalidati per il mese di luglio potranno essere utilizzati fino al 12 agosto, mentre quelli convalidati per il mese di settembre saranno validi già a partire dal 28 agosto.
Nello stesso periodo resterà a pagamento la sosta nei parcheggi a barriera e in struttura.

Dal 14 al 25 agosto è sospesa anche la ZTL Centrale.

venaria express icona Servizi turistici

Ad agosto saranno in servizio con i normali orari la tranvia Sassi-Superga (che sarà in servizio straordinario mercoledì 16 agosto dalle 9.00 alle 19.00), i bus Venaria Express (che sarà in servizio anche lunedì 14 agosto) e Rivoli Express e l’ascensore della Mole Antonelliana. L’ascensore sarà eccezionalmente in funzione anche nelle giornate di martedì 8, 15 e 22 agosto (il martedì normalmente è giorno di chiusura settimanale) con il consueto orario feriale, dalle 9.00 alle 20.00.

La Città cerca sponsor per promuovere e tutelare il verde pubblico

La Città di Torino ricerca sponsor privati per la valorizzazione, la promozione e la manutenzione delle sue aree verdi, delle aree gioco e degli spazi dedicati ai cani per il quinquennio 2017-2021. Le imprese interessate potranno finanziare anche l’incremento e la cura del patrimonio arboreo, la sistemazione di arredi, manutenzione di fontane e di impianti di irrigazione, fioriture.

Il 30 maggio 2017 la Giunta comunale, su proposta dell’Assessore all’Ambiente e Verde, ha approvato le linee di indirizzo; si dà ora avvio alla ricerca degli Sponsor con l’avviso pubblico, valido per il 2017 e il 2018; ogni mese è prevista una scadenza (la prima, il 7 agosto, l’ultima, il 29 dicembre) entro la quale le aziende potranno presentare il proprio progetto di sponsorizzazione.

Il contratto di sponsorizzazione consentirà di promuovere il proprio marchio o un prodotto associandolo alla realizzazione di un’attività di cura del verde torinese; si potrà mettere a disposizione una somma di denaro, oppure fornire direttamente beni o servizi, sia per curare in toto un’area verde, sia per realizzare una specifica attività di manutenzione (piantare alberi, prendersi cura di un’area cani o dei giochi per i bambini, sostituire panchine, riaprire una fontana chiusa da tempo…).

Tutte le aree verdi sono potenzialmente sponsorizzabili. Le seguenti sono quelle che sono già state oggetto di specifica valutazione di sponsorizzabilità, con relativa quantificazione dei costi, dal Servizio Verde pubblico (si veda l’allegato A1 dell’Avviso):

  • Circ. 1: Giardino Sambuy, Rotonda Piazza XXVIII Dicembre + aree verdi corso Bolzano
  • Circ. 2: Parco Pietro Mennea
  • Circ. 5: Giardino Edera Cordiale (Corso Lombardia, Lucento, Potenza)
  • Circ. 6: Giardino piazza Rebaudengo, Parco Aurelio Peccei
  • Circ. 7: Giardino Don Giussani/ Piazza Gozzano
  • Circ. 8: Giardino Piazza Galimberti

Queste invece le aree suggerite dalle Circoscrizioni:

  • Circ. 1: Murazzi, piazzale Duca d’Aosta, Largo Turati, Giardino Geuna, Giardino Valperga di Masino, Area cani Clessidra, Piazza Arbarello, Giardini Anagrafe, Corso Siccardi
  • Circ. 2: Via Acciarini, Giardino Fred Buscaglione, Rotonda via Tirreno/Tripoli, Piazza Basilicata, Via Boston/Gorizia, Piazza Montanari, Piazza Livio Bianco, Aiuole Castelgomberto/Filadelfia-Zona 30km, Giardino Natale Re, Corso Orbassano-svincoli tangenziale, rotonda strada del Drosso (accesso da Beinasco), Via Geymonat, Via Gaidano int.103, Parco Lineare Tazzoli, Giardino Boccioni
  • Circ. 4: Piazza Perotti
  • Circ. 6: Rotonda piazza Bottesini, Area verde via Tollegno/via Pacini, Area cani via Enna, Area verde piazza Sofia/corso Taranto-area taxi, Rotonda strada Settimo, Area cani via Petrella 24, Area giochi via Anglesio
  • Circ. 7: Lungo Dora Colletta/via Nievo, Lungo Dora Voghera/corso Cadore, Piazza Giovanni delle Bande Nere, Giardino Vittorio Pozzo (ex Italgas) corso Regina Margherita 68, Corso Regio Parco tratto corso Palermo / corso Verona e tratto corso Verona/via Buscalioni e tratto corso Novara/via Buscalioni, Aree corso Regio Parco/via Padova, rotonda e aree spartitraffico Lungo Dora Voghera/corso Brianza
  • Circ. 8: Piazza Graf lato ex Microtecnica, Giardino Rodari, Giardino Anglesio (via Madama Cristina/corso Dante), Rotonda corso Moncalieri/corso Sicilia, rotonda corso Sicilia/viale Dogali, piazza Muzio Scevola, piazza Carducci, Via Tunisi int. 9, Giardino via Richelmy, aiuola fronte civ. 15 banchina alberata via Richelmy, Area cani via Richelmy, Giardino Battistini/corso Maroncelli, Via Tommaso Villa, Giardino Benedetto Croce, Via Olivero, Mandorla di via Galluppi/via Giordano Bruno, n. 2 rotonde Via Zino Zini fino a via Bossoli, Via Carolina Invernizio/via Palma di Cesnola, corso Traiano/via Casana/Via Guala (area spett viagg.), rotonda via Bossoli

Un’altra opportunità di partecipazione alla cura del verde pubblico è fornita dai Patti di collaborazione, ai sensi del Regolamento 375 sui beni comuni, per i quali i cittadini attivi possono presentare le loro proposte di cura del verde o gestione condivisa all’e-mail benicomuni@comune.torino.it.

 

(foto: il Torinese)

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Liceo breve, laurea breve, ignoranza lunga – Estate e la gioia di vivere – Vita e tradizione torinese – Una ricetta per il Ferragosto: spaghetti alla gricia

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Liceo breve, laurea breve, ignoranza lunga  

In  pieno periodo di vacanza scolastica il ministro dell’istruzione Fedeli che dovrebbe traghettare la “buona scuola ” di Renzi verso  lidi meno agitati, lancia a livello sperimentale la scuola media superiore breve, di appena quattro anni,tornando allo schema  degli istituti magistrali e dei licei artistici modulati sui quattro anni di corso. Questo schema si rivelò del tutto insufficiente perché non preparava in modo adeguato,riducendo i programmi scolastici a cenni  e impedendo un qualunque approfondimento. Per definire una cultura superficiale,si parlava  infatti di maestrine elementari alle quali era consentito il percorso universitario solo al Magistero,una università di serie b. Anche gli allievi dell’artistico potevano proseguire solo all’Accademia di Belle Arti che si insiste ad equiparare  immotivatamente ad Università . Altrimenti maestri ed artisti, per proseguire ,dovevano frequentare un anno in più definito  propedeutico alla frequenza universitaria . Ora sembra che di voglia tornare al vecchio,mentre la scuola del facilismo si è rivelata del tutto fallimentare. Si tratta di un esperimento che è facile prevedere fallimentare. La scuola necessita di interventi seri e non improvvisati. Il liceo breve farà coppia con l’università breve di tre anni dove  si consente ad infermieri,massaggiatrici,igienisti dentali di farsi chiamare dottore . Un’aberrazione voluta dal ministro Luigi Berlinguer  che ha provocato il degrado dell’Università ridotta a liceo . Dal 2018/19 avremo anche il liceo ridotto a scuola media . Non c’era in effetti bisogno  del ministro Fedeli per raggiungere questo obiettivo perché la scuola superiore si era già  ridimensionata e abbassata di livello dal ’68 in poi con la desertificazione degli studi  e il diritto al titolo di studio confuso con quello allo studio che è tutt’altra cosa.Berlinguer propose  di centrare almeno  l’obiettivo dei”saperi minimi “, una vera e propria follia perché a minimizzare i saperi ci pensa autonomamente il fluire del tempo e il logorio della memoria. Da molti anni sforniamo giovani ignoranti che non sanno parlare e scrivere in modo adeguato e sono profondamente incolti. Con l’idea balzana  del ministro Fedeli finiremo nell’abisso. E avremo magari il primato di dottorini  ventenni . Forse nessuno ricorda più Ivan Illich che animo’ il dibattito sulle descolarizzazione degli Anni ’70 del secolo scorso.Le sue tesi vedevano nella scuola un male,voleva una società descolarizzata,un vera utopia  velleitaria che,se realizzata,avrebbe ricacciato indietro il vivere civile. Il ”68 provoco ‘  effetti distruttivi che crearono la crisi delle istituzioni scolastiche e ne provocarono l’inefficacia. Che la Fedeli abbia letto, in qualche ritaglio di tempo libero dall’attività sindacale e politica ,la voce relativa ad Illich  su Wikipedia?

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Estate e la gioia di vivere   
C’ è chi fa sesso vicino al ponte di Rialto a Venezia, chi si butta nudo nella fontana di Trevi ,il 31 luglio si è festeggiata la giornata internazionale dell’orgasmo che ha oscurato l’obsoleta  e sessista festa degli uomini del 2 agosto. L’estate è un inno al sesso e il nudo abbronzato e riscaldato dal sole ne fa parte. Sulla spiaggia non si legge più. Pochi i libri,pochissimi i giornali,al massimo i tablet e tanti ,tanti messaggini.C’è gente che sta incollata ai cellulari per ore anche in spiaggia. Una signora che usa il cellulare solo per telefonare, poco distante, fuma in continuazione perché-dice- in spiaggia si annoia. Sua figlia si arrotola le sigarette con le cartine ,come facevano i contadini  70 anni fa.
Ambedue non usano il portacenere che da quest’anno finalmente appare vicino all’ombrellone.   Il topless ormai si incontra poco,i naturisti non rischiano sanzioni e si rifugiano nelle loro oasi protette.Spesso non è un bel vedere e fanno bene ad evitare si esibirsi in pubblico, come succedeva in una spiaggia di Varigotti.  Sul “Mondo” che era un giornale liberale ,ma non era” libertino”,nel 1966,all’annuncio del topless negli Stati Uniti(la Francia venne dopo) il filosofo Guido Calogero ne scrisse,facendo una vera e propria lezione sulla nudità e sul pudore,dando il via libera al topless e al nudo. “Paese sera”giornale scandalistico di sinistra, ne fece una battaglia di liberazione sessuale della donna ante litteram. Alfredo Todisco ,sempre sul “Mondo”, mise in luce la futilità della discussione sul topless. E’ certo che oggi il pudore  inteso in un certo modo non esista più.Nessuno si rivolgerebbe ad una signora scollacciata, come fece il futuro presidente Scalfaro negli anni ’50 , definendola spudorata. Anzi, parte della seduzione viene spesso proprio dall’essere considerata spudorata,come rivela ,ad esempio, internet. Ci sono signore -bene che ,appena è loro consentito,perdono il controllo “pro forma” che tengono in città.A volte,in verità, non ce l’anno neppure in città. Un centimetro o un decimetro in più o in meno di pelle scoperta non fa ormai più  la differenza. Il linguaggio femminile è cambiato e la parità dei sessi ha sdoganato un linguaggio unisex all’insegna di una certa volgarità che non si coglie però neppure più. In una società involgarita anche le donne si incazzano senza problemi e lo dicono ad alta voce.In effetti anche i bambini si incazzano. Tutti si incazzano e almeno in parte hanno ragione da vendere. Tutto sommato, è un bene che l’epoca dell’ipocrisia di certo perbenismo sia finita . Con essa è finita da tempo anche la buona educazione. Vizi privati e pubbliche virtù appartengono al passato,forse anche perché i vizi sono rimasti,ma le virtù, pubbliche o private che siano,sono diventate rare e in vacanza  si pensa solo ai piaceri della vita e alla gioia di vivere.Al resto penseremo ,quando torneremo in città,se e quando riterremo.

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Vita e tradizione torinese 
La lettura del libro di Gabriella Mosso ” I miei ,i tuoi,i nostri ” edito da Araba Fenice ,rappresenta la storia individuale di una donna e di una famiglia torinese.Una storia qualunque,ma nel contempo irripetibile come e’ sempre la vita di ognuno di noi. L’ambiente in cui sono vissuto e vivo io,e’  molto diverso da quello dell’autrice  e mi fa riandare indietro di decenni a realtà  che credevo scomparse. Parlare il piemontese pensavo fosse un uso  ormai relegato al passato. Le grandi migrazioni dal Sud degli anni’ 60 pensavo avessero obbligato all’uso dell’italiano,non foss’altro per necessità comunicativa. Personalmente ho sempre pensato all’importanza dell’italiano ed a casa mia mi hanno invitato sempre a studiare le lingue ,insieme all’italiano , evitando” contaminazioni” dialettali  che mio padre detestava per i  suoi figli  , pur parlando il piemontese con persone non di famiglia .Invece la famiglia Mosso parla  normalmente il dialetto,ricalcando i detti piemontesi canonici ricostruiti con rigore e amore filologico dall’autrice. Sono frasi  e modi di dire che sentivo dai contadini dei miei nonni  e che  mi sono tornati in mente all’improvviso. Espressione di una semplicità di vita arcaica e sana che oggi non c’è più. La storia narrata rivela gioie e dolori,amori e delusioni,come forse accade in ogni famiglia.Una saga famigliare che non ha nulla di eclatante,nessun personaggio importante. E forse, proprio questa quotidianità strapaesana ,pur vissuta a Torino e nella sua cintura ,rende il libro unico nel suo genere. Ho subito pensato,leggendo il titolo ,a “I me'” di Davide Lajolo. Il libro della Mosso e’ diverso,ma ricalca l’elogio della vita semplice,faticosa,sobria,parsimoniosa,serena  della famiglia astigiana di Lajolo.Una storia che profuma di vecchio Piemonte come le linde pagine di Gabriella Mosso ,una donna che ha affrontato la vita molto seriamente,ma anche con una certa  gioia.Nel lavoro,nella famiglia,con gli altri con cui e’ venuta a contatto,praticando un’umanita’  e una semplicità oggi sempre più rara .

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Una ricetta per il Ferragosto: spaghetti alla gricia

Claudio Gargioli è il patron inimitabile dello storico “Armando al Pantheon” di Roma, luogo irrinunciabile di ritrovo per i cultori della cucina romana ,ormai apprezzato a livello internazionale a tal punto che diventa difficile ,senza prenotazione preventiva, riuscire a pranzarvi.Claudio è figlio di Armando che fondò nel 1961 la trattoria. Laureato in scienze politiche,è persona colta.Inevitabile che da “Armando” si ritrovino personaggi legati alla cultura. E’ anche scrittore che ha vinto importanti premi letterari.Il suo secondo libro ,tradotto in inglese, ha per titolo “La mia cucina romana” Atmosphere libri 2017. Sta diventando un vero e proprio successo letterario,presentato in molte librerie italiane Feltrinelli. Il   suo primo libro è stato “ Menu letterario tipico romano,stesso editore,uscito 2014. Anche il primo ha registrato un vasto indice di gradimento. Nei suoi libri Gargioli alterna ricette ,aneddoti e raccanti di incontri con personaggi famosi di cui negli anni è diventato amico. Ricette della cucina ,commentate amabilmente,come sapeva fare Mario Soldati. Eccone una che potrebbe essere realizzata per il Ferragosto. E’ meglio assaggiarla da lui,ma chissà che,seguendo le sue indicazioni,non venga fuori un piatto piacevole ? Proviamo. Buon Ferragosto! Ecco cosa scrive Claudio nel suo libro :

 

Spaghetti alla gricia

 

Scusate, ma prima di parlarvi della gricia, devo alzarmi in piedi e mettermi sull’attenti per renderle omaggio. Ragazzi, questa è una delle ricette più minimaliste, più geniali e gustose della cucina non solo romana ma mondiale. Esagero? Bene, venite a mangiarla all’”Armando al Pantheon” e poi mi direte. Allora, come recita lo slogan del mio caro amico Giuseppe Palmieri, sommelier della “Francescana” di Massimo Bottura: << Basso profilo, alte prestazioni!>> è la definizione esatta della gricia. Semplicità e virtù. Ma, attenti, gli ingredienti devono essere il non plus ultra di quello che si trova al mercato, quindi olio extravergine eccellente, guanciale (tante volte ho segnalato quello di Bassiano o Montefiascone o Norcia), pecorino romano d.o.c. (Lopez può essere un nome), pepe nero cambogiano (di Kampot), spaghettoni (io uso la pasta Martelli, ma anche altre paste come la del Campo, la Cavaliere e la Verrigni sono ottime).

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Ingredienti (per 6 persone)

600 gr. di spaghetti n. 7; 200 gr. di guanciale; 80 gr. di pecorino romano; 2 cucchiai di olio extravergine di oliva; mazzo bicchiere di vino bianco; sale e pere q.b.

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Fate soffriggere l’olio in una padella capiente e aggiungeteci il guanciale tagliato a listarelle o a dadini. Quando è croccante sfumatelo con un goccio di vino bianco e toglietelo dal fuoco. A parte mettete a cuocere la pasta al dente.Scolatela e versatela nella padella facendola amalgamare con una parte del pecorino romano. State attentissimi perché non appena apparirà cremosa, ci vuole un nonnulla perché diventi troppo oleosa. Cosa fare in questo caso? Aggiungete un goccio d’acqua di cottura e tutto torna a posto. Sporzionate nei piatti e sploverate sopra il pecorino restante e un bel pizzico di pepe nero macinato. I vostri invitati vi chiederanno più volte il bis!

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

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E’ LA STAMPA, BELLEZZA

“La stampa “in Liguria e’ stata guidata  da un giornalista eccezionale come Sandro Chiaramonti ,oggi la fusione con il”Secolo XIX “ha eroso lettori e  ne diminuito il prestigio. Due giornali concorrenti si sono di fatto fusi con articoli identici. E la “Stampa” ha perso terreno rispetto allo scandalismo del vecchio concorrente  diventato alleato.Mette  in prima pagina la  balla  della fionda di Albenga, ma ignora che la ferrovia in Liguria non funziona e l’autostrada dei fiori e ‘ insufficiente e provoca code.Si perde dietro a storie insignificanti e non segue la cronaca . 

Gino Cegliutti 

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E’ un processo di concentrazione giornalistica inarrestabile iniziata col gruppo Monti e adesso con il gruppo De Benedetti – Agnelli. Uno dei pochi giornali non ancora troppo intruppati e’ il “Corriere della sera” che si appresta a sbarcare in Piemonte e in Liguria.Dara’ un segnale di pluralismo,portando i lettori a comprare  di nuovo i giornali ? Dipenderà molto da come verrà fatto il giornale .E’ certo che il giornale di carta e’ in crisi. Se poi i giornali non sono fatti bene,il risultato, non solo commerciale,  è prevedibile.I giornali on line sono il futuro.Lo pensava già il grande Giovanni Giovannini ,giornalista di talento e presidente della Federazione degli editori.Aveva viaggiato e vedeva cosa stava succedendo in Giappone e in America.

pfq

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ODISSEA METROPOLITANA

Caro Quaglieni, 
 I cinque stelle mettono in dubbio persino l’utilità della linea 2 della Metro . Dove andremo a finire con questi amministratori?                                  Gabriella Berrino 
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La Metro e’ stata ostica a tanti , non solo ai Cinque Stelle. Novelli e i comunisti andati al potere nel 1975 ,bloccarono la Metro che stava per decollare sotto la guida di un grande tecnico come il prof. Vittorino Zignoli ,progettista del traforo del Monte Bianco.Condannarono la città a ritardi paurosi. La linea 1 non ha posto rimedio ai ritardi nelle grandi opere.Una sola linea serve a poco. La Metro e’ utile se e’ fatta di molte linee che si intersecano e formano una griglia come  a Parigi,Londra ,Vienna ecc. Forse solo Milano, in Italia, ha una Metro relativamente efficiente.A Roma e’ un disastro. Torino e ‘ stata condannata da Novelli ad essere in ritardo su tutti,direi ultima.  Ha avuto una linea di Metro nel 2000 ,altre Metro ebbero inizio nell’800. In questo contesto c’è spazio anche per chi mette in dubbio l’utilità della metropolitana,preferendo le piste ciclabili. La non cultura del nulla che prevale. Una vera tristezza.

pfq

 

Ecco i servizi comunali “aperti per ferie” nel ponte di Ferragosto

In occasione del ponte di Ferragosto il Comune garantisce, lunedì 14 agosto, l’apertura di alcuni servizi

Servizi sociali

Sono assicurati i servizi assistenziali prestati da Istituto RAA “Maria Bricca”, Comunità alloggio per disabili di via Sostegno, Comunità alloggio di corso Racconigi, oltre alla “Casa rifugio” per donne vittime di violenza.

Polizia Municipale

Sono aperti gli uffici delle Sezioni Territoriali Circoscrizionali (eccetto STC 1 Centro) e attivi tutti i servizi operativi sul territorio attivabili, come sempre, tramite Centrale Operativa al numero telefonico 011.011.1.

Circoscrizioni

Sono garantiti i servizi dello spazio polivalente di via Dego 6 (Circoscrizione 1) aperto il 14 e il 15 agosto a partire dalle ore 15. Nella Circoscrizione 3, il Centro Anziani di via Millio 20 è aperto il 14 dalle 15 alle 18,30. Lunedì sarà in funzione anche la piscina Lombardia della Circoscrizione 5, mentre la 7 terrà aperti due centri d’incontro (corso Belgio 91 e via Cuneo 6bis) e la piscina Colletta, con gli usuali orari d’apertura. Altra piscina aperta è la Lido di via Villa Glori 21, nella Circoscrizione 8; sempre la 8 terrà in funzione anche il Centro d’incontro di via Monti 21, con orario 15-18,30.

Urp e Informacittà

Urp e Informacittà, in piazza Palazzo di Città 9/a, saranno disponibili nella giornata di lunedì 14 agosto con il solito orario: apertura per entrambi alle 8,30 e chiusura alle 16 (Urp) e alle 18 (Informacittà). Quest’ultimo sportello sarà aperto anche sabato 12 (orario 9-18) e domenica 13 agosto (10-18,30).Chiusi invece gli sportelli anagrafici, sia la sede centrale di via della Consolata, sia gli uffici circoscrizionali; chiuse le biblioteche, gli sportelli dell’Edilizia privata (piazza San Giovanni), del Catasto e dei Tributi (corso Racconigi). Più prolungata la chiusura, dal 14 al 18 agosto, per l’Ufficio Permessi di Circolazione della Città di Torino, di via Cavour 29/a angolo via Accademia Albertina. Gli sportelli riapriranno al pubblico con il consueto orario, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30, a partire da lunedì 21 agosto. Nella stessa data riaprirà al pubblico anche l’Informagiovani.

Smat

Lunedì saranno regolarmente aperti, con orario continuato 8,30 – 16,30, gli sportelli dell’Assistenza Utenti e dei Contratti della sede di Torino in corso XI Febbraio 22. Garantiti anche i servizi di emergenza e di pronto intervento per la riparazione dei guasti e delle fughe: gli utenti potranno rivolgersi al numero verde 800 060 060.

Gtt

I Centri di servizi al cliente dell’azienda di trasporto pubblico saranno in parte attivi: apriranno con orario 9-17 i Centri di Porta Nuova (lato binario 20) e di Porta Susa; mentre gli sportelli di via Fiochetto (autostazione) osserveranno l’orario 7,15-13. Chiusi invece gli sportelli di corso Turati 13, via Cavour 25 e corso Francia 6.Gli Uffici Ricorsi Sanzioni Amministrative di via Monginevro 135A e Contenzioso Sinistri di via Monginevro 139 rimarranno chiusi dal 14 al 18 agosto.

 

(mm) www.torinoclick.it

MUSEI REALI, SI PREPARA UN FERRAGOSTO ALL’INSEGNA DELLA GRANDE ARTE

L’estate in città non è mai stata così allettante, diventando un’occasione per scoprire o riscoprire lo sterminato patrimonio artistico custodito all’interno dei Musei Reali di Torino, che in occasione del ponte lunedì 14 e martedì 15 agosto rimangono aperti con i consueti orari.

La Biblioteca Reale ospita nei suoi caveaux Intorno a Leonardo. Disegni italiani del Rinascimento, che vede protagonista il celebre Autoritratto insieme a parte della straordinaria collezione di disegni frutto degli illuminati acquisti del re di Sardegna Carlo Alberto.

Nella mostra, i disegni saranno disposti in modo da illustrare l’evoluzione dell’arte italiana secondo il racconto vasariano: dal Rinascimento toscano e veneto a Leonardo; maestri e allievi di Raffaello; Michelangelo e la prima Maniera a Firenze; il ‘500 tra classicismo e manierismo; Vasari e le sue omissioni.

L’ingresso alla mostra è di 5 Euro, con biglietteria presso Palazzo Reale per i giorni 14 e 15 agosto; presso la Biblioteca Reale per mercoledì 16 agosto.

 

Al piano terra della Galleria Sabauda, i visitatori troveranno ad attenderli la Venere di Botticelli, recentemente tornata nel regolare percorso espositivo dopo il suo viaggio negli Stati Uniti. In autunno il dipinto riprenderà il suo tour: questa tappa estiva si presenta davvero come un’imperdibile occasione per ammirarlo.

 

Ai piani superiori proseguono le mostre Le bianche statuine. I biscuit del Palazzo Reale, ovvero le pregiate porcellane che nel Settecento costituivano l’orgoglio e il vanto delle più prestigiose case regnanti, Le invenzioni di Grechetto, allestita all’interno delle spazio Scoperte, con oltre trenta incisioni dell’artista esposte.

 

Scendendo al Museo di Antichità si potranno ammirare gli affascinanti accessori in bronzo, argento, osso, pasta vitrea e ambra, provenienti da ogni parte di Italia esposti inPrima del bottone: accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità.

 

Continua l’imperdibile appuntamento serale con Cinema a Palazzo, la rassegna cinematografica che anima le sere d’estate all’interno della Corte d’Onore che la sera di Ferragosto proporrà un grande classico adatto a tutta la famiglia, Mrs. Doubtfire (apertura biglietteria ore 21; inizio proiezioni ore 22. Info a info@distrettocinema.com).

 

Lunedì 14 e martedì 15 agosto i Musei Reali saranno aperti e osserveranno il giorno di riposo mercoledì 16 agosto, ad eccezione della mostra Intorno a Leonardo. Disegni italiani del Rinascimento, allestita nella Biblioteca Reale di Torino, che sarà aperta orario 10 – 18 (ultimo ingresso ore 17,15).

 

(FOTO: IL TORINESE)

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Quale futuro per il turismo torinese?  – Da Caporetto alla Vittoria –  Mauro Corona – I baci di Alassio – Attacchi giacobini  a cui Boeti risponde, altri tacciono – Ingrati  e boriosi con la memoria corta finiti male 

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Quale futuro per il turismo torinese?    

 I dati dell’afflusso turistico a Torino, con il 2,6 per cento in più nell’ultimo anno, sono in crescita . In confronto  a Milano si tratta  però di un incremento quasi non significativo, anche se va detto che siamo in un momento non facile per il turismo in generale e per quello in particolare  di una città non adeguatamente attrezzata all’accoglienza. Basta vedere le chiusure estive dei ristoranti per rendersi conto che Torino chiude per ferie,più che aprirsi a chi viene in città in agosto. I loisirs estivi,ma anche i servizi sono scarsissimi. Veniamo salvati dalla Reggia di Venaria e dal Museo Egizio. I dati comunicati dalla Sindaca riguardano l’anno  che intercorre tra giugno 2016 e giugno 2017. Cioè i dati intercorrenti tra l’elezione a Sindaco di Chiara Appendino e la fine di giugno,compresi i 27 giorni successivi ai gravissimi  fatti di piazza San Carlo. Si potrebbe dire che sul turismo non ha influito la mancanza di grandi eventi,ma se si guardano più da vicino i dati ci si accorge che invece nel corso dei mesi la mancanza di mostre di richiamo ha pesato sul numero di presenze. In ogni caso la mancanza di grandi eventi ha inciso sull’immagine complessiva della città. E,se consideriamo che questa immagine è stata lesa in modo fortissimo dai fatti di piazza San Carlo,ci rendiamo conto che è necessario mettere in cantiere politiche volte a rendere  più attrattiva ed anche più sicura Torino. I dati dal giugno 2017 a giugno 2018 saranno la prova del 9 per la tenuta del turismo torinese. Se, come purtroppo è più che possibile,ci sarà un calo saranno chiare anche le responsabilità.Soprattutto è necessario però muoversi.Una volta c’era uno slogan, andato in disuso,  che Torino si muove sempre o qualcosa del genere. Era stampata persino sulla carta intestata del Comune. Adesso, più che muoversi ,bisognerebbe agitarsi o almeno agire con rapidità e determinazione. 

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Da Caporetto alla Vittoria 
Il 4 novembre del 2018 si dovrebbe festeggiare il centenario della conclusione della Grande Guerra e della vittoria.  La parola vittoria è stata cancellata da molti anni,anche se era la festa della Vittoria,l’unica che possa essere vantata nella storia dell’Italia unita. Il 1866 ,III Guerra di Indipendenza, si concluse  con due sconfitte militari una a Lissa e l’altra a Custoza. Alcune imprese africane non furono proprio entusiasmanti. La IV Guerra di Indipendenza che concluse il Risorgimento con Trento e Trieste ,ma anche con l’Istria e  Fiume, fu un evento straordinario che consacrò nelle trincee del Piave il senso di essere italiani. Benedetto Croce,scrivendo a Viù il 5 novembre 1918,disse che la vittoria non andava festeggiata perché troppi erano stati i morti e troppi gli sconvolgimenti  provocati,come la fine dell’impero austro-ungarico. Oggi,però,nel deserto di valori storici condivisi,la data del 4  di novembre assume un nuova luce. Bisogna farla conoscere ai giovani e ai meno giovani che non sanno nulla della nostra storia nazionale.Così ragionavo con Pier Paolo Cervone,uno dei massimi storici della Grande Guerra a cui ha dedicato molti volumi,presentando insieme a lui la sua ultima fatica dedicata a Caporetto ,edita da Mursia. Si tratta di un libro molto documentato,frutto di un’intensa e seria ricerca non ideologizzata che ripercorre le gravi responsabilità di Luigi Cadorna,ma anche del generale Badoglio a cui sono da attribuire le conseguenze degli errori che portarono alla rotta di Caporetto. Caporetto è diventata la metafora della sconfitta, della fine. Ugo La Malfa parlava già di Caporetto dell’economia ,quando essa appariva floridissima rispetto ad oggi. La Malfa era considerato una “Cassandra”. Come ha rilevato Cervone, dalla sconfitta di Caporetto rinacque un nuovo Esercito comandato da Armando Diaz che ebbe però come suo vice Badoglio, salvato dalla massoneria. La resistenza sul Piave portò, nel giro di un anno, a Vittorio Veneto. Fu anche una rigenerazione dell’Italia che trovò un’unità mai più conosciuta perché anche chi era contrario alla guerra,sentì il dovere di parteciparvi nell’opera estrema di difesa del territorio italiano minacciato. Anche Turati e gran parte dei socialisti si sentirono patrioti.  A Peschiera Vittorio Emanuele III parve” un titano”-così disse testualmente  il premier inglese Lloyd  George – nel difendere le ragioni dell’Italia e dell’Esercito italiano di fronte agli Alleati. Sono pagine da ricordare anche oggi.  Forse ripristinare nel 2018 la festa della Vittoria il 4 novembre assumerebbe un certo significato. Come nel 2011, quando il 17 marzo fu dichiarato festa nazionale e gli italiani ritrovarono per un giorno l’orgoglio di essere italiani e il valore del tricolore simbolo della Patria,una parola relegata nei solai per decine d’anni. Fu il presidente Ciampi,eletto quasi all’unanimità dal Parlamento,a preparare il terreno. Oggi avremmo più che mai bisogno di ritrovare la nostra identità nazionale.

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Mauro Corona
Mauro Corona ,scrittore ed alpinista,ha inseguito a piedi scalzi dei teppisti con l’accetta,dicendo che li avrebbe ammazzati,se li avesse presi. E ha dichiarato poi, a mente fredda , di essere contento di non esserci riuscito. In Tv ha parlato di giovinastri ubriachi e drogati,”capaci di tutto e buoni a nulla”,citando senza saperlo Leo Longanesi. Poi,quando gli hanno chiesto la sua opinione sulla droga si è dichiarato,essendo lui uomo di sinistra, a favore della liberalizzazione,anche se lui ha detto a favore della liberazione. Anche lui rude montanaro ,politicamente corretto.Colpito negli interessi ,ha reagito come farebbero tanti,si è dichiarato anche contro il disegno di legge sulla legittima difesa, ma poi il richiamo del conformismo ha finito di prevalere. Peccato,l’ho conosciuto e ho passato con lui una piacevole serata al premio letterario “Albingaunum Nino Lamboglia” che presiedevo.Abbiamo anche concordato sulla truffa dei premi letterari  e su certi intellettuali di carta pesta che sono da troppi anni sulla scena. C’è chi lo ha definito un finto ribelle nazional-popolare,finto povero,grezzo e prevedibile.Addirittura è stato detto di Corona che è il Vasco Rossi della montagna,meno simpatico e più furbo del cantante. Giudizi  certamente esagerati e ingiusti. Io preferisco il Corona che ho conosciuto e che mi ha fatto vivere qualche ora ad alta quota.Con semplicità,senza discorsi politicamente corretti. E senza la tendenza a fare il citazionista, per esibire una cultura che non ha e che nessuno pretende da lui.

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I baci di Alassio
I “baci” di Alassio,che un lettore ha richiamato domenica scorsa in una sua lettera,  sono una specialità  molto apprezzata dai turisti e non solo. Non hanno la fama del “Muretto” di Berrino,ma sicuramente sono un elemento indentitario del turismo alassino. Il torinese Roberto Baldassarre, mitico direttore della Biblioteca sul mare di Alassio ,vero demiurgo di una stagione culturale irripetibile, amava offrire ai relatori delle conferenze e dei convegni di alto livello che organizzava,  una scatola di “baci” acquistati dalla storica pasticceria Sanlorenzo. Lui diceva che era il primo e l’unico produttore di “baci” e mi fece vedere anche la pubblicità dei primi del Novecento che lo attestava. Un benvenuto della Città,un po’ come il sindaco Castellani faceva regalando i gianduiotti di Giordano,fatti a mano. Il cioccolato che lega Torino con Alassio, una laison che non è casuale perché quello alassino è il mare dei torinesi per antonomasia.  Sono infatti piccoli dolcetti al cioccolato con un eccezionale cuore morbido di ganache di cioccolato. Molti hanno cercato di imitarli, ma solo Sanlorenzo sa realizzarli nel modo giusto.Ho assaggiato altri “baci” molto reclamizzati, ma non c’è paragone. Per anni li ho regalati, ma non li ho quasi mai mangiati. Mi sembrava che non mi piacessero perché da bambino mangiavo quelli prodotti da altri pasticceri alassini. Adesso che non posso più per ragioni di dieta, ho scoperto che mi piacciono molto  e qualche volta trasgredisco gustandone uno. Stranezze della vita.

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Attacchi giacobini a cui Boeti risponde, altri tacciono
 Nella loro ultima conferenza stampa in Consiglio regionale  i 5 stelle hanno affisso le immagini dei 38 ex consiglieri regionali che hanno fatto ricorso circa la decurtazione dei loro vitalizi che hanno a fronte di regolari versamenti. Un’aggressione intimidatoria contro chi rivendica il riconoscimento dei diritti acquisiti e rifiuta la retroattività delle legge. Quest’ultimo è un principio giuridico basilare,irrinunciabile perché ci siano ancora le condizioni di uno Stato di diritto. Se salta quel principio ,cadiamo nella barbarie giuridica.Il giacobinismo taglia le teste o ,quando non può farlo,mette alla berlina le fotografie dei nemici.  Il Movimento 5 stelle ha trasformato spesso  il Parlamento nazionale e a volte anche il Consiglio regionale in un far west.Ma ,ad ad esempio, sulla legge sulla cultura non è stato capace di denunciarne le storture che possono strangolare il pluralismo o forse è proprio indifferente al pluralismo perché è quanto di più distante dal pensiero liberale. Il vice presidente del Consiglio regionale Boeti, in un imbarazzato e imbarazzante silenzio generale, ha avuto il coraggio di prendere posizione,difendendo le ragioni del diritto. “Ho detto ai giornalisti – ha dichiarato Boeti – che in consiglio regionale si sono seduti nomi come Viglione, Nesi,Oberto, Zanone, Bajardi e molti altri che hanno, con il loro impegno civile, posto le basi per una Regione democratica e moderna.” La fase costituente fu una cosa esaltante. Ed anche il decennio della presidenza Ghigo è stata del tutto dignitosa ed utile per il Piemonte come la presidenza del Consiglio regionale di Carla Spagnuolo. Il Movimento 5 stelle ha avvelenato i pozzi della politica utilizzando la diffamazione come strumento della lotta.” Li considero- ha detto Boeti – dei miserabili ignoranti,presuntuosi, arroganti e, come stanno dimostrando nelle città che amministrano, anche incapaci”.Come dargli torto ? 

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Ingrati  e boriosi con la memoria corta finiti male 

Uno era uno sconosciuto professorino precario in una scuola Cattolica che doveva persino tenere nascosta la relazione con una donna nel timore dei superiori  sessuofobi.  Era originario di Vercellli. Un noto professore di letteratura  inglese che  non fu mai  un anglista autorevole  ,ma un  bravo divulgatore  , gli fece rifare i suoi manuali e , da quel momento egli stesso, da divulgatore che era, anzi da rifacitore di manuali scolastici , si ritenne anglista . Il meschino non sapeva 
che il vecchio  prof. chiese  a me un parere su di  lui  che non aveva nessuno che garantisse per lui. Io glielo nascosi , per lasciargli gustare la conquista fatta. FIni’ , che dopo avermi considerato impropriamente  un maestro quando non lo ero, ed essersi proposto di tenere lezioni al Centro Pannunzio, assunse una boria intollerabile. Non volle neppure dirmi dove si era trasferito ,dando l’indirizzo di un hotel di Napoli  dove spedire la corrispondenza. Un fermo posta mascherato.Ovviamente non per sfiducia ,ma per privacy, disse lui, perché gli studiosi non devono essere disturbati nei loro studi. Adesso  è un vecchio e continua, a maggior ragione, a ritenersi un maestro, magari con la  m maiuscola, ma nessuna Università  l’ha visto docente e i suoi giri di lezione in Italia sono inesistenti .  A Torino lo feci parlare una volta all’Università davanti a 20 persone .  Una cosa imbarazzante .Un fallimento. Peccato, sapeva spiegare la letteratura alle signore che volevano darsi un atteggiamento intellettuale, venendo al Centro Pannunzio  , prima di trasferirsi al più snob circolo di via Bogino dove coniugare anche lo scopone ,un bicchiere di birra e quattro pettegolezzi tipicamente torinesi. Un altro ingrato e ‘ uno  più giovane di lui  che vanta su FB  interviste con persone importanti, senza dire chi gliele fece fare, chi garanti’  per lui, dove le pubblico’ e in che occasione le fece. Riguarda il Premio Pannunzio, ma non  lo scrive . Oggi ha la memoria corta. Io mi sono sempre  rifiutato  di dirgli i giudizi poco lusinghieri su di lui che mi fecero alcuni  intervistati autorevoli : non mi sembrava bello, verso un giovane, scoraggiarlo. Aggiustavo io i pezzi. Nessun giornale lo assunse, ma la  superbia impera lo stesso sovrana . Sarebbe ora che abbassasse la cresta. Igor  Man era su tutte le furie quando lesse la sua intervistina che passo’ senza ritocchi , per un errore deprecabile . Non dirò mai, neppure sotto tortura, i loro nomi. Anzi ho cambiato qualche particolare perché non siano riconoscibili. Ammesso che i loro nomi di  Carneadi boriosi interessino a qualcuno, interessano la serietà degli studi . Un volta a Genova  offrì un soggiorno  ad una ragazza che gli preferì un amico e il poveretto  non tocco ‘ palla. Lui, diceva ,sono un giornalista, il mio amico e’ un fuoricorso ,ma  dimostro’ di non saperci  fare con le donne.  Di ingrati ce se sono altri , hanno cercato notorietà e poi sono scomparsi  senza riuscire a volare  con le loro ali. Sono stramazzati al suolo. Molte donne velleitarie e sciocche che hanno ritenuto il centro Pannunzio un trampolino di lancio si sono sfracellate nella vasca senz’acqua. Peccato , alcune erano anche gradevoli. Una si è anche indebitata , ma ha dovuto abbassare le ali e chiudere la botteguccia pseudo-culturale che aveva aperto con l’aiuto del vecchio professore. I velleitari a Torino sono tanti, troppi.

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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com

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Bettiza e Gawronski

Caro Quaglieni,

Ho letto il suo bel ricordo di Enzo Bettiza. Un ritratto non retorico,fuori dagli schemi come mi è parso solo quello di Marcello Sorgi. Io, socialista, l’ho conosciuto durante la campagna elettorale per le Europee. Era la dimostrazione che il socialismo liberale di Craxi stava attecchendo . Perché non ha citato il suo amico comune Gawronski?

                                                                                                             Bianca Bicanzi

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Lo chiamavano il “barone” per il suo aspetto aristocratico e il suo eloquio raffinato. Sorgi ha parlato persino di una vita principesca. Bettiza era anche molto amico di Alberto Ronchey che aveva fatto il corrispondente da Mosca come Bettiza. Ho evitato di citare Jas Gawronski a cui devo, se non l’amicizia con Bettiza, almeno il suo,diciamo così, rafforzamento. Non l’ho fatto perchè Jas ,quando mancò Gianni Agnelli, suo storico amico,non volle dire nulla. Si chiuse nel dolore e nella riservatezza più assoluta. Gawronski appartiene ad una famiglia di principi polacchi ed ha un grande stile.Tirarlo in ballo non mi sarebbe apparso di buon gusto. Non ho invece apprezzato il “coccodrillo” di Ferrara , anche se sicuramente rimaneggiato e rivitalizzato da nuove citazioni. Ferrara e Gawronski sono molto amici,non ho mai capito il perché. Sono tanto differenti,direi incompatibili. Io ,in ogni caso, non ridurrei ,come fa lei, Bettiza ad un satellite di Craxi. Era molto di più. Era un uomo libero da ogni costrizione,come ho cercato di dimostrare nell’articolo.

 

pfq

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La Libia, Gheddafi e Macron

Caro Professore, Nel luglio del 1970 tanti italiani che avevano profuso il loro lavoro in Libia,vennero cacciati dal col. Gheddafi. Oggi la Libia è allo sbando. Macron sta prendendosi i pozzi di petrolio,lasciando a noi i migranti che le navi ONG portano nei soli porti italiani senza controlli.L’esempio della nave tedesca è allarmante. La Marina ha aiutato inconsciamente gli scafisti ? Un paese come il nostro è allo sbando.E pensare che nel 1911 l’Italia di Giolitti rese la Libia una colonia italiana. E Italo Balbo la governò con capacità e saggezza.
                                                                                                        Vittorino Banchio 

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La situazione è molto più complessa di quella che Lei delinea. Aver eliminato il dittatore senza avere una soluzione di ricambio fu un gravissimo errore del presidente francese e di quello americano di allora. Un atto insensato.Non dobbiamo essere  nostalgici del periodo coloniale.Mussolini confessò che la colonizzazione della Libia costò più che ospitare in un grand hotel di Roma  migliaia di coloni. E la II guerra mondiale ha devastato gran parte del lavoro profuso dagli italiani. Vorrei invece  che si pensasse anche ai siti archeologici molto importanti che ci sono in Libia. Nessuno ne parla. Leptis Magna,ad esempio. Quando li  visitai nel 2006 erano già pochissimo curati,oggi temo che abbiano subito gli effetti devastanti della guerra  tribale . Un patrimonio artistico inestimabile che ai libici non interessava affatto già all’epoca del colonnello. Figurarsi durante la guerra civile quando l’Isis ha imperversato.  Non darei colpe alla Marina Militare italiana che ha fatto il suo dovere salvando vite umane. Metterei sul banco degli imputati i ministri degli interni e degli esteri per la superficialità con cui hanno trattato il tema emigranti in una maniera che è consentita solo al Papa e alla Boldrini. Un classe politica seria deve assumersi responsabilità e saper dire di no. Lo ripeterò sempre :l’etica della responsabilità è quella che governa gli stati,non il buonismo pressapochista.

pfq

 

Il grande caldo non demorde: quota 40 gradi in città e in Piemonte

Fa sempre più caldo in Piemonte, le temperature sono quasi ovunque oltre i 40 gradi percepiti. Le zone torride e più afose sono Alessandria, Novara e Vercelli. Il bollettino Arpa sulle ondate di calore segnala una situazione di “pericolo” con grande disagio per la popolazione, invitata a non esporsi al sole o svolgere attività fisiche. Ad Alessandria la temperatura percepita è stabile sui 42 gradi; seguono Vercelli 41 Novara 40, Torino e Biella 39, Verbania 37, Cuneo 37, Asti 38 . Nella città di Torino l’Arpa per tre giorni livello rischio d’ emergenza che prevede diverse precauzioni, soprattutto per gli anziani e le persone sensibili o a rischio alle quali è consigliato di non uscire di casa .

 

(Foto: il Torinese)