Cosa succede in città- Pagina 383

Monorotaia di Italia ’61: oggi è un cumulo di travi

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Era il simbolo della fiducia nel progresso

Uno dei più emblematici simboli di Italia ’61, la celebre monorotaia Alweg, giace oggi ridotta ad un cumulo di travi abbandonate in un prato a Nichelino, a pochi metri dalla tangenziale di Torino, presso la stazione di servizio Nichelino Sud ed il cavalcavia di via Napoli. L’avveniristico treno soprelevato di Italia ’61 copriva un percorso di 1.2 chilometri, congiungendo la stazione Sud a quella Nord, che sorge in Corso Unità d’Italia 70, in prossimità dell’attuale sede del Museo Nazionale dell’Automobile, struttura nata originariamente come centro congressuale, in occasione delle celebrazioni del primo centenario dell’Unità nazionale. Attualmente, mentre la Stazione Sud versa in uno stato di completo abbandono, quella Nord è stata riconvertita quale sede di casa UGI (Unione dei genitori italiani contro i tumori dei bambini), per accogliere i parenti dei piccoli degenti del vicino ospedale Regina Margherita. L’infrastruttura della monorotaia, inaugurata il 6 maggio 1961, venne smantellata all’inizio degli anni ’70 dopo che il convoglio era stato mantenuto attivo ancora qualche anno dopo l’esposizione, soltanto il sabato pomeriggio e la domenica. Già nel 1965 venne, però, dismesso a causa dei suoi alti costi di manutenzione, allora pari a 6 milioni di lire annui. Nel 1975 il sindaco Novelli dichiarava: “Se qualche ditta è disposta a lavorare gratis, il Comune le regalerà tutto il materiale che potrà portare via, salvo un troncone di rotaia che terremo per ricordo e la stazione Nord”.  Oggi della monorotaia rimane, come testimonianza, presso il laghetto di Italia ’61, soltanto un piccolo tratto di appena 14 campate su 58. “E’ triste constatare – spiega l’ingegnere Luca Valzano che lavora ad un progetto di recupero e riconversione di questa infrastruttura – come il simbolo dello spirito avveniristico e della fiducia nel progresso espressi dall’expo di Italia ’61, ben incarnati nella sua monorotaia, risultino oggi dispersi rispetto alla sede originaria, in parte in un prato abbandonato di Nichelino e, in parte, per quanto riguarda una decina di travi, in una discarica abusiva presente nel parco del Meisino”. “Le travi – precisa l’ingegnere Luca Valzano – sono in calcestruzzo armato precompresso, a sezione cava, di altezza pari a 1.4 m, di lunghezza di circa 20 metri e del peso di circa 40 tonnellate ciascuna. I convogli del sistema Alweg sfruttavano carrelli di ruote gommate aventi sia funzione di appoggio sulla trave sia di trazione mediante trazione elettrica. La soluzione adottata era l’esito di uno sviluppo tecnologico che risaliva agli inizi del Novecento con le prime realizzazioni in Germania. L’infrastruttura, all’epoca rappresentata alla stregua di un aeroplano, era largamente ammirata per il suo carattere visionario. In quegli stessi anni, d’altronde, proprio in Germania, nell’ambito della sperimentazione, venivano realizzati appositi circuiti per testare i convogli che già procedevano ad alta velocità”. “E’ ancora più triste constatare – conclude l’ingegnere Valzano – in quale stato di abbandono sia stata ridotta e versi l’intera infrastruttura. Inoltre il mezzo che correva lungo la monorotaia è andato in parte distrutto da un incendio e da diversi atti di vandalismo. La parte sopravvissuta è stata smantellata nel 1981 dal demolitore Ovan che, a quell’epoca, lavorava alla dismissione dei mezzi dell’Atm, l’allora azienda di trasporti metropolitani”.

 

Mara Martellotta

 

Tutti, quasi, per il Sì

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Per questo primo appuntamento di Parole Rosse ero in dubbio fra diversi argomenti ma poi su tutti ha prevalso la manifestazione , la nuova , la seconda, a favore della TAV che si è svolta sabato 12 gennaio a Torino, sempre in Piazza Castello. La spinta finale me l’ha data il bell’ editoriale scritto venerdì 11 gennaio da Roberto Tricarico sull’edizione torinese del Corriere della Sera che condivido in buona parte tranne che nel possibile esito del risultato elettorale .Tornando alla manifestazione essa ha avuto diversi aspetti interessanti che di seguito provo ad elencare. Non in ordine di importanza, anche perché in una situazione così fluida l’ordine varia velocemente inserendo nuovi elementi o facendone tramontare altri, ma così come mi sono apparsi sabato tra i portici e la piazza. Le paure di una scarsa partecipazione sono state fugate ampiamente anche senza raggiungere assolutamente le cifre dichiarate . Comunque un successo. La manifestazione di sabato segna anche ridimensionamento delle , oramai famose ” madamin” che a meno di significative novità le vedo ritornare alle loro professioni riconoscendogli, comunque, meriti significativi. Il ritornare sulla scena , se non ancora dei partiti molti dei quali ancora ampiamente in difficoltà, dei suoi rappresentanti . Cioè di quegli oltre cento tra Sindaci , molti con la tanto discussa, sull’opportunità o meno di indossarla, fascia tricolore, e molti consiglieri comunali e regionali che dei partiti sono esponenti ed espressione. Per non parlare dei due Presidente di Regione, Liguria e Piemonte , Giovanni Toti e Sergio Chiamparino e poi ancora di molti parlamentari di diversi partiti. Tra gli altri il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina , il capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini e più di tutti il piemontese, ” mandrogno” , capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Riccardo Molinari. Questa novità , non tanto sulla posizione , la Lega è sempre stata a favore dell’opera , quanto sui riflessi che la presenza potrà avere sia sul piano nazionale che su quello regionale piemontese e cioè sulle ormai prossime lezioni regionali di fine maggio. Queste, le elezioni regionali, mi permetteno anche di parlare del ” quasi” del titolo e cioè di chi è contrario alla TAV e cioè dei 5 Stelle , posizione già nota da sempre , e di quel pezzo , sempre più marginale ed ininfluente, della sinistra riconducibile oramai neanche a tutta ma ad una parte dell’oramai evaporato , dopo la fallimentare prova elettorale alle recenti politiche , Liberi e Uguali e cioè Sinistra Italiana. Quindi per chi è contrario all’opera è facile decidere per chi votare e naturalmente premierà i cinquestelle piemontesi e non la sinistra . La cosa diventa più complicata per chi, d’accordo per la realizzazione dell’opera , dovrà scegliere uno dei tanti partiti favorevoli, sia quelli tradizionali che le diverse liste, sono sicuro che ce ne saranno più di una, Si Tav che si stanno predisponendo a sfruttare il sentire di molta parte dell’opinione pubblica. La presenza, ufficiale ai massimi livelli, della Lega ha tolto, a mio parere, qualsiasi speranza al centro sinistra , ed a Chiamparino in particolare , di acciuffare in extremis una vittoria che appare sempre più lontana. La TAV era l’unico argomento, vecchio tema che ha preso dinamiche e azione straordinaria proprio in questi ultimi mesi per merito delle già citate sette “madamin” , del ” madamino” Mino Giachino e di qualche professionista , notaio , che ha operato , neanche tanto, nell’ombra . Se la competizione elettorale per la guida della Regione Piemonte fosse rimasta con un centrodestra , quello dei partiti , diviso sul tema TAV e Chiamparino da solo a sventolare la bandiera della realizzazione dell’opera allora poteva essere possibile una sua vittoria , probabilmente come “anatra zoppa” . Cioè un candidato Presidente che arriva primo ma senza la sua coalizione che soccombe verso un’altra parte. Ma quasi sicuramente i piemontesi si troveranno a scegliere , per chi è a favore della TAV, tra tutto il centro sinistra, un po’ di liste varie e tutto il centro destra che a quel punto avrà scelto il suo candidato Presidente . Così ognuno potrà scegliere tranquillamente il proprio partito di riferimento. Per chi è contrario , come descritto sopra è ancora più semplice. Ultima considerazione il tema TAV ha escluso e chiuso qualsiasi possibilità , ne stavano parlando a livello nazionale, di riproporre in Piemonte un’alleanza gialloverde che comunque avrebbe visto la sconfitta del Presidente uscente e della coalizione che lo sosterrà . Per definire tutti i giochi, le alleanze e le candidature tutti aspettano le imminenti elezioni regionali in Abruzzo del 10 febbraio a cui seguiranno quelle , tormentate nella data, di fine marzo in Basilicata in un paese dove si è scimmiottato l’Election Day per arrivare poi a votare quasi tutti i mesi. Sulle cause di questa sconfitta annunciata qualcosa ho scritto e altro, probabilmente scriverò. 

 

(foto: il Torinese)

Tutti a testa in giù alla Festa dell’acrobatica

La quarta” Festa dell’Acrobatica – Una domenica a testa in giù” della stagione apre anche al mattino per bambini dagli 8 ai 12 anni di età

 Questi appuntamenti stanno accogliendo centinaia di piemontesi, e persone provenienti anche da altre regioni, con full immersion di sport, circo e cultura ad ingresso gratuito in cui è possibile sperimentare tutta l’acrobatica possibile e numerose tecniche circensi. La Reale Società Ginnastica, la società sportiva più antica d’Italia in cui ha sede anche la FLIC Scuola di Circo, sarà aperta dalle ore 10 alle ore 12 per bambini dagli  8 ai 12 anni in acrobatiche aeree e trampolino elastico, dalle  ore 16 alle ore 19 per adulti e ragazzi dai 16 anni di età in discipline aeree e a terra e dalle ore 19 alle ore 20 per un pubblico di tutte le età con “Palco Aperto”, esibizioni di circo contemporaneo che si concluderanno in un momento conviviale di condivisione e dialogo.

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Per ulteriori informazioni: Tel. 011 530217 – segreteriaflic@realeginnastica.it

Domenica 13 gennaio 2019
Reale Società Ginnastica di Torino e FLIC Scuola di Circo, via Magenta 11, TORINO

>   dalle ore 10 alle 12 attività per bambini dagli 8 a 12 anni di età in acrobatiche aeree e trampolino elastico
>   dalle ore 16 alle 19 attività per adulti e ragazzi dai 16 anni di età in acrobatiche aeree e a terra
>   dalle ore 19 alle 20 “Palco Aperto” con performance e momenti conviviali per un pubblico di tutte le età

Tutti a testa in giù alla Festa dell'acrobatica

La quarta” Festa dell’Acrobatica – Una domenica a testa in giù” della stagione apre anche al mattino per bambini dagli 8 ai 12 anni di età
 Questi appuntamenti stanno accogliendo centinaia di piemontesi, e persone provenienti anche da altre regioni, con full immersion di sport, circo e cultura ad ingresso gratuito in cui è possibile sperimentare tutta l’acrobatica possibile e numerose tecniche circensi. La Reale Società Ginnastica, la società sportiva più antica d’Italia in cui ha sede anche la FLIC Scuola di Circo, sarà aperta dalle ore 10 alle ore 12 per bambini dagli  8 ai 12 anni in acrobatiche aeree e trampolino elastico, dalle  ore 16 alle ore 19 per adulti e ragazzi dai 16 anni di età in discipline aeree e a terra e dalle ore 19 alle ore 20 per un pubblico di tutte le età con “Palco Aperto”, esibizioni di circo contemporaneo che si concluderanno in un momento conviviale di condivisione e dialogo.
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Per ulteriori informazioni: Tel. 011 530217 – segreteriaflic@realeginnastica.it
Domenica 13 gennaio 2019
Reale Società Ginnastica di Torino e FLIC Scuola di Circo, via Magenta 11, TORINO
>   dalle ore 10 alle 12 attività per bambini dagli 8 a 12 anni di età in acrobatiche aeree e trampolino elastico
>   dalle ore 16 alle 19 attività per adulti e ragazzi dai 16 anni di età in acrobatiche aeree e a terra
>   dalle ore 19 alle 20 “Palco Aperto” con performance e momenti conviviali per un pubblico di tutte le età

Le sculture di ghiaccio dell’Albertina conquistano la Cina

La Scuola di Scultura dell’Accademia delle Belle Arti di Torino, su iniziativa del Direttore, Salvo Bitonti, è stata invitata a partecipare alla competizione internazionale per  realizzazioni  di  sculture di ghiaccio durante l’annuale Festival che si svolge in questi giorni ad Harbin nel nord della Cina, denominato ” China Harbin Ice and Snow World” E’ la prima volta che a questa competizione viene invitata a partecipare un’Accademia di Belle Arti italiana, in una gara che vede impegnati partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo. Il team, capitano dalla docente Maria Claudia Farina, si avvale di due studenti del corso di Tecniche del marmo scelti appositamente, Francesca Malvaso e Andrea Catolino. La squadra artistica si trova già da diversi giorni nella freddissima città di Harbin, dove le temperature possono toccare facilmente i meno 30 gradi di temperatura. Qui la squadra dell’Albertina ha avuto modo di sperimentare la creazione artistica su ghiaccio, realizzando tre sculture di stile realistico, ( una grande poltrona, un accendino e un estintore)  in rappresentanza dell’Italia, per la Mable Leaf Exhibition, una rassegna parallela al grande Festival del ghiaccio; la grande kermesse   si è aperta ufficialmente il 5 gennaio  e  vede attrarre migliaia di visitatori per ammirare le   incredibile architetture di ghiaccio alte come interi palazzi alcune di fantasia altre   che riecheggiano edifici artistici da tutti i continenti. Quest’anno si potrà vedere anche una porzione del Colosseo romano e la facciata del Duomo di Milano. L’idea della scultura che rappresenterà l’Accademia Albertina a questo concorso è una alta scala a gradini che si affaccia su una finestra aperta e sarà intitolata “Una finestra verso il futuro”. Realizzata con blocchi di ghiaccio provenienti dal fiume della città, impegna i realizzatori in una   performance   non solo artistica ma anche fisica per via del lavoro svolto all’aperto con temperature proibitive. La città di Harbin vanta anche un accordo di cooperazione con la Città di Torino da diversi anni.

Le sculture di ghiaccio dell'Albertina conquistano la Cina

La Scuola di Scultura dell’Accademia delle Belle Arti di Torino, su iniziativa del Direttore, Salvo Bitonti, è stata invitata a partecipare alla competizione internazionale per  realizzazioni  di  sculture di ghiaccio durante l’annuale Festival che si svolge in questi giorni ad Harbin nel nord della Cina, denominato ” China Harbin Ice and Snow World” E’ la prima volta che a questa competizione viene invitata a partecipare un’Accademia di Belle Arti italiana, in una gara che vede impegnati partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo. Il team, capitano dalla docente Maria Claudia Farina, si avvale di due studenti del corso di Tecniche del marmo scelti appositamente, Francesca Malvaso e Andrea Catolino. La squadra artistica si trova già da diversi giorni nella freddissima città di Harbin, dove le temperature possono toccare facilmente i meno 30 gradi di temperatura. Qui la squadra dell’Albertina ha avuto modo di sperimentare la creazione artistica su ghiaccio, realizzando tre sculture di stile realistico, ( una grande poltrona, un accendino e un estintore)  in rappresentanza dell’Italia, per la Mable Leaf Exhibition, una rassegna parallela al grande Festival del ghiaccio; la grande kermesse   si è aperta ufficialmente il 5 gennaio  e  vede attrarre migliaia di visitatori per ammirare le   incredibile architetture di ghiaccio alte come interi palazzi alcune di fantasia altre   che riecheggiano edifici artistici da tutti i continenti. Quest’anno si potrà vedere anche una porzione del Colosseo romano e la facciata del Duomo di Milano. L’idea della scultura che rappresenterà l’Accademia Albertina a questo concorso è una alta scala a gradini che si affaccia su una finestra aperta e sarà intitolata “Una finestra verso il futuro”. Realizzata con blocchi di ghiaccio provenienti dal fiume della città, impegna i realizzatori in una   performance   non solo artistica ma anche fisica per via del lavoro svolto all’aperto con temperature proibitive. La città di Harbin vanta anche un accordo di cooperazione con la Città di Torino da diversi anni.

La bellezza degli animali a “GiovedìScienza”

In collaborazione con il Goethe Institut. 10 Gennaio 2019, ore 17.45

TEATRO COLOSSEO TORINO

Gli uomini trovano bellissimi i colori, le livree e i canti degli animali, quasi come si trattasse di opere d’arte, dipinti e musica. L’arte è creata dagli umani per gli umani ma che dire delle meravigliose opere della natura, degli ornamenti e dei suoni degli animali? Perché e per chi esistono? Da dove nascono? Ce lo racconta il premio Nobel Christiane Nüsslein-Volhard che sarà la relatrice del quarto incontro diGiovedìScienza. Il modo in cui insetti, mosche e farfalle sviluppano i loro colori è abbastanza noto, ma nei vertebrati molte cose sono ancora oscure. In mammiferi e uccelli, i passaggi critici nello sviluppo di schemi di colore sono nascosti nel ventre della madre o nell’uovo dell’uccello. Su questi processi nei pesci di recente si sono fatti grandi progressi, e questa sarà l’occasione per scoprirli. In un appuntamento gratuito e aperto, la biologa e biochimica, pluripremiata per la scoperta dei geni che controllano lo sviluppo negli animali e nell’uomo, svelerà tutti i segreti della bellezza degli animali e dei loro ornamenti a partire dal suo ultimo studio dedicato ai ‘pattern’ di colore nei pesci.

La bellezza degli animali a "GiovedìScienza"

In collaborazione con il Goethe Institut. 10 Gennaio 2019, ore 17.45

TEATRO COLOSSEO TORINO

Gli uomini trovano bellissimi i colori, le livree e i canti degli animali, quasi come si trattasse di opere d’arte, dipinti e musica. L’arte è creata dagli umani per gli umani ma che dire delle meravigliose opere della natura, degli ornamenti e dei suoni degli animali? Perché e per chi esistono? Da dove nascono? Ce lo racconta il premio Nobel Christiane Nüsslein-Volhard che sarà la relatrice del quarto incontro diGiovedìScienza. Il modo in cui insetti, mosche e farfalle sviluppano i loro colori è abbastanza noto, ma nei vertebrati molte cose sono ancora oscure. In mammiferi e uccelli, i passaggi critici nello sviluppo di schemi di colore sono nascosti nel ventre della madre o nell’uovo dell’uccello. Su questi processi nei pesci di recente si sono fatti grandi progressi, e questa sarà l’occasione per scoprirli. In un appuntamento gratuito e aperto, la biologa e biochimica, pluripremiata per la scoperta dei geni che controllano lo sviluppo negli animali e nell’uomo, svelerà tutti i segreti della bellezza degli animali e dei loro ornamenti a partire dal suo ultimo studio dedicato ai ‘pattern’ di colore nei pesci.

"Torino – Matera 2019: un dialogo culturale"

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Se ne parla alla “Fondazione Giorgio Amendola”
L’appuntamento é per giovedì 10 gennaio, a partire dalle ore 18,30, presso la Fondazione Giorgio Amendola – Associazione Lucana in Piemonte Carlo Levi ed é inserito nell’ambito della retrospettiva “Carlo Levi e la Basilicata: dal confino a Italia ‘61”, ospitata sempre nelle sale della Fondazione in via Tollegno 52, a Torino, fino al prossimo 28 febbraio. Mostra perfettamente in linea e a tema con un dibattito che al centro vedrà proprio la discussione su quel “rapporto antico” fra Torino e la Basilicata cui molto contribuì l’impegno letterario ed artistico di Carlo Levi, durante e dopo i mesi del confino politico trascorsi ad Aliano, modesto centro in provincia di Matera, e teatro per lui di un’esperienza fortemente toccante sul piano umano, da cui nascerà, a metà degli anni ’40, il suo “Cristo si è fermato a Eboli”, appassionato e suggestivo diario intimo al pari dei quadri in cui il Levi-pittore seppe mirabilmente tradurre la cruda realtà di terre e uomini e donne “invisibili” al mondo in pagine di graffiante e vigoroso realismo. “Difficile pensare – sottolinea in proposito Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Giorgio Amendolache ci sarebbe stata Matera ‘Patrimonio dell’Unesco 1993’ e ‘Capitale Europea della Cultura 2019’, senza l’impegno di Levi, indomito e convinto ‘torinese del Sud’”. Su questi concetti – ricordiamo che Matera sarà ufficialmente proclamata Capitale Europea della Cultura il 19 gennaio prossimo – si confronteranno nell’incontro di domani, Antonella Parigi, assessora alla Cultura della Regione Piemonte e Roberto Cifarelli, assessore alla Cultura della Regione Basilicata. A introdurre l’incontro, Domenico Cerabona (Fondazione Giorgio Amendola); moderatore, Daniele Valle, presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale del Piemonte.

g.m.

 
Carlo Levi: “Autoritratto”, olio su tavola, 1935 

“Torino – Matera 2019: un dialogo culturale”

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Se ne parla alla “Fondazione Giorgio Amendola”

L’appuntamento é per giovedì 10 gennaio, a partire dalle ore 18,30, presso la Fondazione Giorgio Amendola – Associazione Lucana in Piemonte Carlo Levi ed é inserito nell’ambito della retrospettiva “Carlo Levi e la Basilicata: dal confino a Italia ‘61”, ospitata sempre nelle sale della Fondazione in via Tollegno 52, a Torino, fino al prossimo 28 febbraio. Mostra perfettamente in linea e a tema con un dibattito che al centro vedrà proprio la discussione su quel “rapporto antico” fra Torino e la Basilicata cui molto contribuì l’impegno letterario ed artistico di Carlo Levi, durante e dopo i mesi del confino politico trascorsi ad Aliano, modesto centro in provincia di Matera, e teatro per lui di un’esperienza fortemente toccante sul piano umano, da cui nascerà, a metà degli anni ’40, il suo “Cristo si è fermato a Eboli”, appassionato e suggestivo diario intimo al pari dei quadri in cui il Levi-pittore seppe mirabilmente tradurre la cruda realtà di terre e uomini e donne “invisibili” al mondo in pagine di graffiante e vigoroso realismo. “Difficile pensare – sottolinea in proposito Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Giorgio Amendolache ci sarebbe stata Matera ‘Patrimonio dell’Unesco 1993’ e ‘Capitale Europea della Cultura 2019’, senza l’impegno di Levi, indomito e convinto ‘torinese del Sud’”. Su questi concetti – ricordiamo che Matera sarà ufficialmente proclamata Capitale Europea della Cultura il 19 gennaio prossimo – si confronteranno nell’incontro di domani, Antonella Parigi, assessora alla Cultura della Regione Piemonte e Roberto Cifarelli, assessore alla Cultura della Regione Basilicata. A introdurre l’incontro, Domenico Cerabona (Fondazione Giorgio Amendola); moderatore, Daniele Valle, presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale del Piemonte.

g.m.

 

Carlo Levi: “Autoritratto”, olio su tavola, 1935