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Bagna Cauda Day 2025: annunciati i premi Testa d’aj

Un calendario ricco di eventi, camminate, incontri e iniziative in tutto il mondo

Due weekend, gli ultimi di novembre, saranno al profumo di aglio e acciughe: sabato 22 novembre saranno premiati Paolo Pejrone, Gian Marco Griffi, Matteo Piano, Raffaella Bologna e Raffaele Iachetti.

Vi è un appuntamento che, più di ogni altro, racconta lo spirito del Piemonte, la bagna cauda condivisa intorno al fujot. Anche nel 2025 il rito si rinnova con il Bagna Cauda Day, in programma il 21, 22, 23 novembre e il 28, 29 e 30 novembre, oltre alla seconda edizione della “Bagna della Merla” dal 28 gennaio al primo febbraio 2026.

Dalle colline astigiane alle metropoli internazionali, la più grande bagna cauda planetaria riunirà migliaia di persone in oltre 150 locali, confermandosi una festa globale della convivialità piemontese. L’evento, ideato dall’Associazione Astigiani, conferma anche quest’anno la sua vocazione internazionale e solidale.

Nato ad Asti, il Bagna Cauda Day celebra il piatto simbolo dell’inverno piemontese, un intingolo caldo di olio, acciughe e aglio, in cui si pucciano cardi, cavoli, rape  e porri, topinambur e altre verdure di stagione. Si tratta di un rito collettivo che unisce tradizione, amicizia e ironia.
Ogni locale aderente elencato su www.bagnacaudaday.it propone la sua versione identificata dai celebri semafori del gusto : rosso, classica, come Dio comanda; giallo, eretica con aglio stemperato; verde, “atea”, senz’aglio.
Il prezzo resta popolare , quello del Bagna Cauda Day, 30 euro per la Bagna cauda, 15 euro per la bottiglia di vino.
Vi è anche chi propone la Bagna Sovrana, con un menu in cui è inclusa anche la Bagna cauda, o il finale in gloria con tartufo. Disponibile anche la “Sporta a cà”, la bagna cauda da asporto. Come da tradizione, ogni partecipante riceverà il bavagliolone in stoffa, simbolo ufficiale del Bagna Cauda Day.

L’edizione 2025 è illustrata da Raffaele Iachetti. Protagonista una grande testa d’aglio che campeggia sul motto “Usiamo la testa”, un invito ironico, ma profondo, a riflettere, in un tempo che ci chiede di tornare a pensare con la nostra testa.

Dal 2016, il Bagna Cauda Day assegna i riconoscimenti “Testa d’aj” a personaggi che si distinguono per coraggio, ironia e autenticità. Dopo i premiati delle passate edizioni, da Carlin Petrini a Margherita Oggero, da Guido Ceronetti a Don Luigi Ciotti, l’associazione astigiana annuncia il vincitore 2025, Paolo Pejrone, architetto e paesaggista, lo scrittore Gian Marco Griffi, l’atleta astigiano Matteo Piano, la produttrice vitivinicola Raffaella Bologna e Raffaele Iachetti, artista e autore del Bavagliolone 2025. Il premio sarà consegnato sabato 22 novembre, alle 18.30, nel Salone delle Colonne della sede centrale della Banca d’Asti, in piazza della Libertà, ad Asti. Torna anche la carovana d’auto d’epoca, che sabato 22 novembre, partendo da Asti, raggiungerà Vessalico, il paesino dell’Alta Valle Arroscia, in provincia di Imperia, famosa per la produzione di uno speciale aglio ad alta digeribilità. Qui saranno consegnate le simboliche trecce d’aglio con le acciughe del mar ligure, e l’olio extravergine da olive taggiasche dal frantoio Roi di Badalucco. Ripercorrendo la strada del Col di Nava, le auto d’epoca raggiungeranno la cantina di Nizza Monferrato, dove saranno aggiunte al carico le verdure piemontesi, dal cardo gobbo alla Barbera d’Asti DOCG. La carovana raggiungerà poi Asti, dove avverrà l’accensione del grande fujot similmente a un braciere olimpico, alle ore 17.30, davanti al magico Paese di Natale. L’evento del Bagna  auda Day non è più solo piemontese: cresce ogni anno la rete di partecipanti all’estero: a Londra, Pezzana Family realizza la bagna cauda “come Dio comanda”, preparata da Silvio Pezzana e famiglia nella loro casa di Hackney. Negli Stati Uniti, a Figulina, nel Raleigh, North Carolina, lo chef David Ellis e il wine expert Jeff Bramwell preparano per la prima volta la bagna cauda con metà incasso destinato alle associazioni locali. A Wuhan, in Cina, nel ristorante Mediterraneo, l’astigiana Roberta Menin propone la versione tradizionale con ingredienti italiani; a Shangai, sempre in Cina, l’Associazione Piemontesi nel mondo, il 29 novembre, rinnova pa collaborazione con il ristorante Da Marco e la FIC Cuochi China. A Tokyo, in Giappone, a Isetan Shinjuku, Pop Up ha dedicato la bagna cauda con degustazione e incontri guidati dallo chef Yuji Hayashi e dalla giornalista Yuka Yamashita. Tra le iniziative da segnalare spicca l bagna cauda organizzata dalla Pro Loco di Castiglione, andata sold out in pochi giorni. Il ricavato sostiene il progetto “Sarah”, in Madagascar, dedicato all’assistenza sanitaria, è all’educazione dei più piccoli, in ricordo di Sarah Bergoglio, giovane di Robella d’Asti scomparsa nel 2007. Accanto a quest’ultima, un’altra storia virtuosa: SbAglio, l’aglio coltivato nel carcere di Quarto d’Asti insieme all’associazione Dui Puvrun, un progetto agricolo sociale e di reinserimento che restituisce dignità, competenze e un raccolto tutto piemontese.

Il Bagna Caud Day si accompagna a un brindisi con quattro storiche cantine astigiane: Bava, di Cocconato; Braida, di Rocchetta Tanaro; Cascina Castlét, di Costigliole; Coppo, di Canelli. Insieme porteranno il sapore autentico della Barbera d’Asti, il vino che più di tutti racconta convivialità e radici. Non mancheranno le amate mascotte Acciù in stoffa e porta fortuna.

Sono inoltre segnalati alberghi e agriturismi convenzionati per un weekend all’insegna del profumo e del piacere. Un’altra iniziativa riguarda il “Bagna Cauda Walk”, per il terzo anno la camminata con la guida escursionistica Enrico Panirossi, prevista per domenica 30 novembre. Una marcia di 12 km con un dislivello di 14 metri. Partenza da Alfiano Natta, in provincia di Alessandria. Per iscrizioni trekking: enricopanirossi.it.

Torna il Bagna Bike, un’esperienza che unisce sport, natura e tradizione, domenica 30 novembre, grazie all collaborazione tra EbikeOne e Il Cicchetto. I partecipanti potranno vivere un emozionante tour in ebike tra i vigneti e i panorami del Monferrato, con tappa finale a Sant’Agata, per il rito conviviale della bagna cauda. Prenotazioni: 335 7573794.

Infine “Bagna Caval”, in collaborazione con Turismo Verde e CIA, e prevede passeggiate a cavallo tra i colori d’autunno e gli infernòt, con approdo finale alla bagna cauda. Le aziende aderenti sono: I Salici Ridenti, di Nizza Monferrato; Casa Castellini, di Garbagna; il Branco, di Sarezzano; Cascina Lunguria, di Capriata d’Orba. La bagna cauda sarà anche oggetto di studio promosso nelle scuole astigiane, per raccontare i cambiamenti dell’alimentazione tra generazioni. Disegni, video e ricerche degli studenti saranno premiati in collaborazione con la libreria Marchia di Asti, finanziato da Asti Agricoltura, organizzazione agricola che fa capo a Confagricoltura. Il Bagna Cauda Day non è solo gusto e convivialità, ma anche azione concreta per l’ambiente, in quanto parte del ricavato finanzierà la crescita del Bosco degli Astigiani sulle colline di Viatosto, su un terreno di oltre 5 ettari donato dal Comune di Asti dalla Banca di Asti. Ogni fujot acceso contribuirà a far crescere un grande parco pubblico dedicato alla sostenibilità e alla biodiversità.

Mara Martellotta

Sformatini di cavolfiore viola con salsa al parmigiano

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Un’idea deliziosa per gustare il cavolfiore. Ideale come antipasto o contorno, sono facilissimi da preparare e raffinati da presentare.

Ingredienti per 8 sformatini

1 cavolfiore viola
3 uova intere
30gr.di parmigiano grattugiato
100ml di panna liquida fresca
Sale, pepe, burro

per guarnire
Parmigiano grattugiato
Latte
Nocciole tostate

Cuocere a vapore il cavolfiore. Quando cotto, lasciar raffreddare poi frullare in mixer con le uova, il parmigiano, il sale ed il pepe.
Imburrare 8 stampini da creme caramel, versare il composto e cuocere a bagnomaria coperto con un foglio di alluminio per circa 30/40 minuti. Preparare la salsa facendo fondere il parmigiano con poco latte o panna liquida e tritare le nocciole. Servire lo sformatino capovolto nel piatto nappato con la salsa e spolverizzato con il trito di nocciole. Servire tiepido.

Paperita Patty

Piemonte, cresce l’allarme contraffazione e il rischio per il Made in Italy

Il Piemonte si ritrova al centro di una nuova emergenza legata alla contraffazione. Secondo l’analisi regionale del Rapporto Iperico 2024, la regione è la quinta in Italia per quantità di merce sequestrata, con 6,3 milioni di pezzi intercettati e un incremento impressionante del +553% rispetto al 2023.

Un segnale preoccupante per il Made in Italy, già impegnato in una fase complessa in cui diventa sempre più urgente preservare credibilità, trasparenza e legalità lungo l’intera filiera produttiva.

Il rapporto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy conferma il Lazio come prima regione per merce sequestrata (33,7%, circa 12,1 milioni di pezzi, in calo del 70% rispetto al 2023), seguito da Campania (23,3%, 8,4 milioni di pezzi e +1.163%), Toscana (17,6%) e Friuli Venezia Giulia (5,5%). Una crescita che rivela come la rete del falso si stia radicando anche nei territori simbolo dell’eccellenza manifatturiera italiana.

«Il Rapporto Iperico conferma ciò che purtroppo osserviamo quotidianamente: il mercato del falso cresce più rapidamente di quello legale» commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino. «La contraffazione danneggia soprattutto i piccoli brand indipendenti, altera il mercato della produzione e della vendita e genera ricadute pesantissime sull’intero comparto. Chi acquista prodotti falsi tradisce il Made in Italy, alimentando sfruttamento e concorrenza sleale.»

Per Confartigianato, la risposta non può limitarsi alla repressione: occorrono strumenti di trasparenza e tracciabilità capaci di rendere riconoscibile e protetto il valore autentico dell’artigianato italiano.

«Accogliamo con favore l’introduzione della Certificazione unica di conformità delle filiere della moda, prevista nel Ddl annuale Pmi – conclude De Santis –. È uno strumento utile per rafforzare legalità e tracciabilità, ma dovrà evitare di trasformarsi in ulteriore burocrazia. La certificazione deve valorizzare chi opera nel rispetto delle regole, garantendo tracciabilità completa, equa remunerazione e il riconoscimento degli audit già esistenti. Le piccole e medie imprese non sono semplici anelli della filiera: sono i pilastri della nostra manifattura. Per questo la certificazione deve premiare l’intero percorso produttivo, non solo il marchio o il prodotto finito.»

In Piemonte i webinar di Poste Italiane

Torino, 17 novembre 2025 – In occasione della Settimana dell’Educazione Previdenziale, in programma dal 17 al 23 novembre, Poste Italiane mette a disposizione dei cittadini del Piemonte, 4 webinar di Educazione Finanziaria sulla tematica “La previdenza”.

Si comincia martedì 18 con un doppio appuntamento: il primo alle ore 10:00 (con sottotitoli e interprete LIS), mentre il secondo alle ore 16:00. Si prosegue giovedì 20 novembre, sempre in un doppio incontro online: alle ore 10:00 e poi alle ore 16:00 (con sottotitoli e interprete LIS).

Nel corso di ciascuna sessione i relatori condivideranno con i partecipanti utili suggerimenti sull’opportunità di pianificare da subito il proprio percorso previdenziale.

Gli incontri, promossi da Poste Italiane, hanno l’obiettivo di divulgare e diffondere una cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale per compiere scelte consapevoli e adatte agli obiettivi personali e familiari.

Per partecipare gratuitamente basta collegarsi su https://www.posteitaliane.it/educazione-finanziaria/eventi alla pagina web di Educazione Finanziarianella sezione sostenibilità del sito istituzionale www.posteitaliane.itscegliere la tematica di interesse e registrarsi. All’interno del sito sono disponibili, inoltre, molteplici contenuti multimediali fruibili da tutti, come ad esempio, la sezione “A scuola di economia”, con due percorsi di educazione finanziaria destinati agli studenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado e la sezione podcast “Generazione EF – Giovani” dedicata agli studenti della scuola secondaria di secondo grado.

 

L’iniziativa si muove nel segno della tradizionale attenzione di Poste Italiane alle esigenze dei cittadini e in coerenza con la sua storica vocazione di azienda socialmente responsabile che aderisce ai principi internazionali ESG, promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.  

AccessiWay per l’inclusione digitale con Microsoft e Intesa Sanpaolo

Mercoledì 19 novembre prossimo, dalle 10 alle 18, presso il Tool Box di Torino, in via Agostino da Montefeltro 2, AccessiWay presenterà in anteprima i risultati del sondaggio svolto con YouGov. AccessiWay è società leader in ambito europeo nel settore dell’accessibilità digitale e, insieme a Digital Days, ha ideato e organizzato l’Accessibility Summit, una giornata interamente dedicata al tema dell’inclusione sul web. L’incontro è stato progettato per supportare le aziende nell’adozione di soluzioni inclusive attraverso panel dedicati, workshop, strumenti pratici, una road map di accessibilità e incontri con esperti. L’agenda prevede anche la la partecipazione di altre grandi società quali Microsoft, Intesa Sanpaolo e Synesthesia. In occasione dell’Accessibility Summit, Accessy Way presenterà, in anteprima assoluta, i risultati del più recente sondaggio sui consumatori, svolto grazie al supporto di YouGov. L’evento è rivolto a decision maker, imprenditori, responsabili IT, marketing manager e HR, e si propone di essere un punto si svolta nella trasformazione dell’accessibilità, da obbligo normativo, dopo l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act lo scorso 28 giugno, a vantaggio competitivo. Sono diversi gli speaker delle grandi società che parteciperanno, quali Edoardo Arnello, Executive VP di AccessiWay; Daniele Cassioli, 100 volte campione di sci nautiche Presidente della Real Eyes Sport ASD; Dajana Gioffrè, Chief Vision Officer di AccessiWay; Valentina Tomirotti, giornalista, diversity storyteller e content creator; Jie Yuan, Strategic Account Manager & Global Commercial Accessibility Program Lead di Microsoft;Francesco Ronchi, President & CTO di Synesthesia e Andrea Mariatti, Headof Partnership di AccessiWay.

Il programma completo sarà composto dal talk della mattina, dalle 10 alle 13, una parte dedicata all’Accessibility Road Map, dalle 14.30 alle 18, e dai workshop pomeridiani dalle 14 alle 16 e dalle 16 alle 18.

AccessiWay è nata a Torino nel 2021 da un’idea di Amit Borsok, Gianni Vernetti e Eldad Bar-Nun, con lo scopo di rendere Internet un luogo piu accessibile ai portatori di disabilità. Oggi fa parte di Team Blue, Gruppo Tech, che occupa nel servizio digitale per le imprese. Quelli della Diversity & Inclusion, e la Corporate Social Responsability sono temi sempre più importanti e al centro delle politiche aziendali, sia nel settore pubblico che in quello privato. Per garantire pari diritti e opportunità è necessario che anche Internet abbastanza ogni barriera che causi discriminazioni. Questa è la vision di AccessiWay, che ha già supportato 1500 aziende a rendere i loro siti più accessibili e fruibili. AccessiWay, nel 2024, ha ricevuto il Premio DNA Award, destinato alle imprese italiane per le migliori progettualità e pratiche di inclusione della diversità, ed è stata selezionata da Linkedin come Top Startup. AccessiWay è attualmente tra le 45 aziende finaliste della seconda edizione della Blue Green Economy Award, che premia le realtà più significative.

Mara Martellotta

Si festeggiano i 50 anni delle Guide Turistiche GIÀ

Mercoledì 19 novembre, alle ore 10, presso ASCOM Confcommercio Torino e Provincia, al Salone Massena di via Massena 20, si terrà un incontro sui 50 anni delle guide turistiche GIÀ, nell’ambito dell’incontro su “2006-2026 Torino che cambia”, dal cuore industriale all’anima turistica. Si tratterà di un momento istituzionale di condivisione e approfondimento delle tendenze attuali del turismo a Torino e in Piemonte in cui si parlerà delle strategie più efficaci per la promozione della città, e di come il turismo possa contribuire a valorizzare la città e il territorio regionale. Parteciperanno all’evento il Presidente Confcommercio Torino e Provincia Maria Luisa Coppa, Barbara Sapino e le Guide Turistiche GIÀ, Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, Valentino Castellani, Sindaco di Torino dal 1993 al 2001, e Paolo Bongioanni, Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Parchi, Caccia e Pesca, Turismo e Sport postolimpico della Regione Piemonte. A seguire il taglio della torta per festeggiare le Guide Turistiche GIÀ.

Mara Martellotta

Castello (Lista Cirio): “Educare i giovani alla prevenzione della violenza”

Passo fondamentale contro i femminicidi e altre forme inaccettabili di prevaricazione

Una mattinata dedicata ai ragazzi delle scuole di Pianezza per analizzare, insieme a esperti di livello nazionale, il fenomeno del cyberbullismo. E’ uno degli eventi che il Comune ha organizzato nell’ambito dell’iniziativa “Pianezza contro la violenza sulle donne”: tra i relatori, i referenti nazionale e regionale dell’Osservatorio Violenza e Suicidio, Stefano Callipo e Ludovica Franchini, l’attrice e conduttrice Emanuela Tittocchia, Ivano Zoppi, Segretario generale della fondazione Carolina, e Cristina Seymandi, Coordinatrice Italia Economy.

Ad aprire il dibattito, moderato dalla giornalista Adele Piazza, Mario Salvatore Castello (Lista Civica Cirio Presidente PML), Consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte: “Coinvolgere i giovani in una seria riflessione sulla violenza – ha affermato Castello -, è indispensabile per prevenire eventi ancora più gravi: se uno dei nostri obiettivi è prevenire la violenza sulle donne e i femminicidi, non possiamo che passare dai giovani, condividendo con loro una seria riflessione sulle dinamiche culturali che vi sono sottese. Nell’ambito della mia delega al Corecom, che si occupa anche di prevenzione del bullismo e cyberbullismo, sottolineo l’importanza dell’attivazione del patentino per i giovani per l’utilizzo di dispositivi elettronici, in modo che siano formati e anche preparati ai rischi che si possono correre online: il nostro dovere, come istituzioni e come adulti, è tutelare le vittime e aiutare anche chi è autore di episodi di cyberbullismo, intervenendo quanto prima”.

“Non posso che ringraziare il Comune di Pianezza e tutti i Comuni piemontesi che in questi giorni stanno organizzando eventi, momenti di riflessione e testimonianza – conclude Mario Salvatore Castello -; è compito anche di tutti noi che siamo impegnati nelle Istituzioni offrire modelli alternativi di società e di comportamento, evitando azioni e soprattutto parole, anche nel dibattito, che possano essere travisate o trascendere il normale livello della dialettica fra le parti. Come componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale mi propongo di essere particolarmente attento e sensibile proprio a questi aspetti: a volte è sufficiente una parola non adeguata o non collocata al posto giusto, nella foga della discussione, per rendere meno efficaci molteplici sforzi e costante impegno per la prevenzione”.

Lions, la riabilitazione all’Ospedale di Orbassano diventa robotizzata

Martedì 18 novembre, alle ore 11, presso il reparto di Riabilitazione Neuromotoria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Luigi Gonzaga” (Regione Gonzole, 10 – 10043 Orbassano, Torino) ci sarà la presentazione ufficiale dei dispositivi “Diego” e “Glider”.

Nell’ambito dello sviluppo di una palestra riabilitativa robotizzata con apparecchiature ad alta tecnologia, il reparto di Riabilitazione Neuromotoria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Luigi Gonzaga” di Orbassano ha ritenuto utile inserire un dispositivo robotico per la riabilitazione degli arti. Uno strumento essenziale per il trattamento e il recupero funzionale di coloro che presentano deficit motori di origine post chirurgica, post traumatica o di origine neurologica, utile a migliorare anche i deficit cognitivi-attentivi spesso compresenti nei pazienti in postumi di eventi cerebrali.

Il socio del Lions Club Torino Monviso, Pier Paolo Martinengo, “ospite” della struttura in seguito a un grave problema cardiaco, avendo rilevato di persona la necessità di questi strumenti, se ne è fatto immediatamente portavoce all’interno dell’Organizzazione. È così nato il progetto “Diego”, dal nome del macchinario individuato per l’esigenza. Una serie di eventi è stata organizzata non solo dal Lions Club Torino Monviso, ma anche dal Lions Club Rivoli Castello e molti altri sul territorio di Torino e cintura, per raccogliere i fondi necessari a ottenere il robot. 

Si è partiti nel 2022 con una lotteria natalizia che ha coinvolto il Comune di Rivalta di Torino e l’ACARC (Associazione Commercianti e Artigiani Rivalta Capoluogo), seguito da una festa di Carnevale nel 2023 presso lo storico locale Le-Roi a Torino. Importanti contributi sono giunti dall’Onlus Abilityamo, coinvolta dalla Dott.ssa Federica Gamna (già responsabile della Medicina Fisica e Riabilitazione del “San Luigi”), e soprattutto dalla Lions Club International Foundation, la fondazione che supporta in tutto il mondo i progetti lionistici più consistenti.
A “Diego” si è quindi potuto aggiungere anche “Glider”, uno stabilizzatore e movimentatore attivo che combina la tecnologia “sit to stand” al movimento attivo/passivo degli arti superiori e inferiori.

Il completamento dell’articolato progetto verrà celebrato martedì 18 novembre, alle ore 11, presso il reparto di Riabilitazione Neuromotoria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Luigi Gonzaga” (Regione Gonzole, 10 – 10043 Orbassano TO), con l’apposizione di una targa presso la sala dove sono presenti i macchinari.

Saranno presenti, oltre ai presidenti e ai rappresentati dei club Lions che hanno condotto l’iniziativa, Giovanna Sereni, Governatore del distretto Lions 108-Ia1 (Torino, alto Piemonte e Valle d’Aosta), la Direzione Sanitaria del “San Luigi” e la dott.ssa Dal Fior (Direttore della Struttura Complessa a Direzione Ospedaliera SCDO di Medicina Fisica – Neuroriabilitazione).

L’umanità disillusa di Contrera: il noir torinese di Christian Frascella

TORINO TRA LE RIGHE

Il protagonista di questa settimana di Torino tra le righe è Christian Frascella, autore torinese che con Non si uccide il primo che passa (Einaudi, 2023) torna a raccontarci la città attraverso lo sguardo disilluso e ironico del suo investigatore più amato: Contrera. Un antieroe unico nel panorama del noir italiano, capace di incarnare con irresistibile sarcasmo le contraddizioni e la malinconia di una Torino che, tra cemento e umanità, si rivela specchio del nostro tempo. Christian Frascella è nato e cresciuto a Torino. Dopo diversi lavori, anche come operaio in fabbrica, si è dedicato alla scrittura a tempo pieno. Esordisce nel 2009 con Mia sorella è una foca monaca (Fazi), candidato al Premio Viareggio. Con Einaudi ha pubblicato La sfuriata di Bet (2011), Il panico quotidiano (2013) e, dal 2018, la serie noir dedicata a Contrera, inaugurata da Fa troppo freddo per morire e ambientata nel quartiere torinese di Barriera di Milano.
Nel cuore di una città torrida e brulicante, tra i palazzi popolari e le vie di Barriera di Milano, Contrera conduce la sua quinta indagine. Non ha un ufficio, non ha un’auto, non ha neppure una casa: vive in un camper malridotto, parcheggiato davanti all’abitazione della sorella, come un ancoraggio precario a una quotidianità che gli sfugge. Quando Paola gli chiede di aiutare un’amica, Giulia, sospettosa del compagno Enzo Marsala, accetta l’incarico quasi per noia. Dovrebbe essere un lavoro semplice: qualche pedinamento, una conferma di tradimento, un compenso rapido. Ma quella che sembra una banale indagine coniugale si trasforma presto in un omicidio, quando Marsala viene freddato sotto i suoi occhi.
Da quel momento, l’estate torinese di Contrera diventa un vortice di indagini, sospetti e incontri ai limiti dell’assurdo. Con il suo camper sgangherato e la sua lingua tagliente, si muove tra le periferie e le strade roventi della città, cercando una verità che si dissolve a ogni passo. Tra una birra e una riflessione amara, tra una battuta sarcastica e un gesto di inaspettata tenerezza, il nostro investigatore affronta i propri fantasmi, oscillando tra disincanto e un’irriducibile voglia di giustizia.
Frascella costruisce un noir che va ben oltre la trama investigativa. Il cuore del romanzo è l’umanità dolente del protagonista, capace di ironizzare sui propri fallimenti e di intenerirsi per un’anatroccola in pericolo. La narrazione in prima persona, diretta e vivida, ci trascina nel suo mondo di contraddizioni e malinconie, restituendoci una Torino viva, contraddittoria e autentica.
In Non si uccide il primo che passa, l’autore alterna ironia e introspezione, sarcasmo e poesia, delineando un personaggio che, pur vivendo ai margini, conserva una luminosa umanità. E la città – con le sue periferie, le sue ferite e i suoi scorci reali – si trasforma in un personaggio a sua volta: silenzioso, presente, talvolta crudele, ma sempre vivo.
Ancora una volta, Christian Frascella ci regala un romanzo che parla di noi, delle nostre fragilità e delle piccole resistenze quotidiane che ci tengono in piedi. Perché forse, come suggerisce il titolo, non si uccide mai davvero “il primo che passa”, ma la parte più vulnerabile che in lui ci somiglia.
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MARZIA ESTINI

Kessler, oltre le gambe c’è di più

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Che leggi

RUBRICA A CURA DI  IRMA CIARAMELLA*

 

 

Alla lettura dell’ANSA della morte di Alice ed Ellen Kessler, le gambe più famose della nostra TV, la memoria è corsa immediatamente al loro sorriso impeccabile a quelle gambe interminabili e a quel ritmo inconfondibile: Da-Da-Un-Pa

Poi, la lettura della riga che cambia musica: sono morte insieme, con una procedura di suicidio assistito.

Le Kessler se ne sono andate come hanno vissuto: insieme, libere, padrone di sé. Due donne che hanno regalato leggerezza all’Italia del boom economico, che aveva bisogno di sognare di guardare oltre, hanno scelto proprio il 17 novembre per far calare il sipario sulla loro storia. 

A Monaco di Baviera, nel loro Paese, dove il suicidio assistito è riconosciuto come diritto personalissimo alla morte autodeterminata, avevano pianificato ogni dettaglio: colloqui medici, valutazione della loro capacità decisionale, verifica della volontà, fino alla scelta del giorno. Non eutanasia attiva, ma supporto alla loro decisione che era giunto il momento di tagliare il  filo della loro vita. Un addio che ancora ci parla di eleganza, autonomia, dignità.

In Germania questo è’ legale. 

 Dal 2020 il Bundesverfassungsgericht ha riconosciuto il diritto della persona di  decidere se, quando e come porre fine alla propria vita: un’espressione della dignità umana e un diritto della persona. Da allora l’assistenza al suicidio, in Germania, è lecita se svolta con garanzie rigorose. Ed è proprio quel percorso che le Kessler hanno seguito, fin nei dettagli finali, destinando, coerentemente, per testamento anche i loro beni a organizzazioni umanitarie.

In Italia sarebbe stato possibile? 

No. O almeno: solo in casi molto specifici. 

Il nostro ordinamento rimane ancorato all’art. 580 c.p., con una lettura costituzionalmente orientata da sentenze anche recentissime della Corte Costituzionale con un’unica finestra di non punibilità aperta dalla sentenza Cappato–Dj Fabo. La Corte ribadisce che non esiste un diritto generale al suicidio assistito. E le sentenze della Corte Costituzionale svolgono una attività di colmare un vuoto normativo  ( anche quella recentissima del 2025). Nel nostro Paese non c’è’  una legge organica, né una  procedura uniforme: i requisiti cambiano a seconda  della Regione di residenza e di appartenenza al SSN, e secondo interpretazioni che in mancanza di un quadro organico, sono lasciate alla soggettività degli interpreti locali. Il fine vita, da noi, è ancora una questione di coordinate geografiche (vedi approfondimento sotto) *

Ma la biografia delle Kessler ci dice di più’.

Dietro le due icone di fama e bellezza c’erano due bambine cresciute nella Germania dell’Est, un padre alcolista e violento, una madre che loro stesse  considerano da ‘proteggere’.  La danza come passione assoluta. A quattordici anni la fuga nella Germania dell’Ovest, e una promessa scolpita nella paura: “Mai più dipendere da un uomo”. Promessa mantenuta per tutta la vita: nessun matrimonio, relazioni affettive  importanti ma autonome; il rifiuto della maternità, scelta consapevole alla luce delle loro carriere e dell’abdicazione ai ruoli familiari tradizionali; la gestione congiunta delle case, del lavoro, delle finanze; e infine un testamento orientato alla solidarietà (lasciti ad Onlus).

È un femminismo concreto e silenzioso, lontano dagli slogan ma potentissimo: l’indipendenza economica come presupposto per liberarsi da ogni forma di violenza o subordinazione; libertà di costruire il proprio progetto di vita senza matrimonio, né maternità obbligata; l’autodeterminazione sul corpo e sul fine vita, perché decidere come morire è la naturale continuità di una vita vissuta rivendicando la libertà di ‘ disporre’ di sé. Persino la loro determinazione di morire insieme appare oggi come l’estensione estrema di un patto di sorellanza, che ha sostituito per loro i modelli familiari tradizionali.

La loro scelta interroga il giurista e il legislatore. Se due donne lucide, informate, non fragili,  né in ‘difficoltà relazionale’ scelgono il suicidio assistito come compimento coerente della propria biografia, il diritto deve poter accogliere (e normare) questa decisione?  Oppure deve impedirla in nome di una vocazione protettiva di una vita che deve estendersi elasticamente sempre più anche resta poco o nulla della forza -non solo fisica – e dello spirito vitale complici trattamenti sanitari capaci di protrarre ogni giorno di più l’ultimo respiro? Possiamo accettare che in Italia l’accesso al fine vita dipenda ancora dalla disponibilità delle strutture sanitarie e dalla capacità – anche economica – di sostenere un contenzioso?

Le Kessler, senza proclami, hanno tenuto insieme le due parole cardine dei diritti del XXI secolo: dignità e autonomia.

E la domanda che ci consegnano, più che un testamento morale, è un’agenda politica:

Che leggi servono per trasformare una scelta individuale in un diritto regolato, garantito, sottratto alla clandestinità e alle diseguaglianze?

* Irma Ciaramella, avvocata

Approfondimento 

Il tema del fine vita resta uno degli argomenti  più delicati del dibattito giuridico e politico italiano. In assenza di una disciplina organica, è stata la Corte costituzionale a definire negli ultimi anni i confini entro cui l’aiuto al suicidio può considerarsi lecito, costruendo un modello fondato sul bilanciamento tra la tutela della vita e il diritto all’autodeterminazione del paziente.

Il punto di partenza è la legge n. 219/2017, che ha riconosciuto il diritto di ciascuno a rifiutare cure e trattamenti anche salvavita. La questione arriva alla Consulta con il caso Cappato–DJ Fabo, che apre il problema dell’aiuto al suicidio all’interno dell’ordinamento italiano.

1. L’ordinanza n. 207/2018: la Corte chiama il Parlamento

La Consulta rileva che l’art. 580 c.p. potrebbe essere incostituzionale in alcuni casi-limite e concede al Parlamento un anno per legiferare. Identifica già i criteri: patologia irreversibile, sofferenze intollerabili, trattamenti vitali, piena capacità decisionale.

2. La sentenza n. 242/2019: il perimetro della non punibilità

Constatata l’inerzia legislativa, la Corte dichiara parzialmente illegittimo l’art. 580 c.p. e stabilisce quando l’aiuto al suicidio non è punibile. Le condizioni sono cumulative:

• patologia irreversibile e prognosi infausta;

• sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili;

• dipendenza da trattamenti di sostegno vitale;

• piena capacità di intendere e volere;

• previo accesso (o rifiuto consapevole) alle cure palliative.

La procedura deve svolgersi sotto controllo del Servizio Sanitario Nazionale.

3. Le pronunce del 2024 e 2025: conferma e chiusura del perimetro

• Sentenza n. 135/2024: conferma il requisito della dipendenza da trattamenti vitali, ritenuto essenziale per delimitare il campo dei casi ammessi.

• Sentenza n. 66/2025: ribadisce che solo il legislatore può ampliare la platea dei soggetti ammissibili; la Consulta mantiene il perimetro definito nel 2019.

Situazione attuale

L’assenza di una legge nazionale lascia un quadro frammentato: i comitati etici territoriali applicano i principi costituzionali senza linee guida uniformi, mentre alcune Regioni (Emilia-Romagna e Toscana) hanno avviato proprie discipline.

Le pronunce della Corte hanno costruito un sistema di garanzie minimo e coerente, evitando arbitri e offrendo tutela ai pazienti più vulnerabili. Ora la responsabilità è del Parlamento: trasformare questa architettura giurisprudenziale in una normativa chiara, uniforme e rispettosa dei diritti fondamentali.

 

Avv. Maria Irma Ciaramella

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