ilTorinese

Fdi, A Pinerolo nessun allarme fascismo, solo sinistra senza argomenti

Binzoni replica a Canalis: “Nessuna impunità con il Governo Meloni. Preoccupa piuttosto il doppiopesimo della sinistra, che fa finta di nulla quando a venir bruciati sono i manichini raffiguranti il Presidente del Consiglio”

Riguardo ai presunti saluti romani durante la sfilata del Carnevale, credo occorra fare chiarezza – afferma Alessandra Binzoni, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale – prima di emettere frettolose sentenze di condanna”.

Detto questo – aggiunge Binzoni a Pinerolo non c’è nessun allarme fascismo, solo una sinistra senza argomenti. Stesso discorso vale per le affermazioni della Canalis, non c’è alcun clima di impunità, né da parte del Governo né tantomeno da parte di Fratelli d’Italia”.

Piuttosto, è notizia di pochi giorni fa, al Carnevale di Poggio Mirteto è stato dato alle fiamme un fantoccio raffigurante il Presidente del Consiglio Meloni. Cos’ha da dire al riguardo, da donna e da democratica la consigliera Canalis?”

Quest’ultimo è un fatto gravissimo, che dimostra il doppiopesimo della sinistra, sempre pronta a perdonare azioni di odio ed intolleranza quando rivolte all’avversario politico, per loro nemico da abbattere a qualunque costo ed in qualunque modo”.

L’evocazione continua del pericolo fascismo da parte della sinistra rischia unicamente di alimentare la violenza e di portare indietro l’orologio della storia alle pagine tristi e terribili del terrorismo” conclude il vice Capogruppo Binzoni.

Gaza, Grimaldi (AVS): Italia ed Europa si dissocino 

“Almeno 404 morti e 562 feriti sono arrivati negli ospedali della Striscia, dopo i molteplici attacchi aerei e bombardamenti dell’esercito israeliano, con diverse vittime ancora sotto le macerie. Il massacro a Gaza è ripreso a pieno regime, nello sconcerto dei vertici ONU. Il ministro della Difesa israeliano Katz dichiara che ‘le porte dell’inferno si apriranno a Gaza’ fino a quando tutti gli ostaggi non saranno rilasciati, ma l’inferno è già di casa a Gaza: senza più cibo, energia, acqua pulita, aiuti e medicine. La verità è che la tregua si è rotta per il rifiuto di Israele di dare seguito al ritiro delle truppe e a far cessare il blocco umanitario e gli attacchi. È il momento che l’Italia e l’Europa si dissocino e rifuggano ogni complicità con il criminale di guerra Netanyahu e il piano genocidario del suo governo di estrema destra; che si dissocino da Trump e sostengano con forza il piano di pace della Lega Araba, avallato dall’ONU; che chiedano sanzioni economiche e diplomatiche per Israele e chiudano ogni canale di approvvigionamento militare” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi

Le vostre foto. Un viaggio tra gli sfarzi di Palazzo Reale

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Dallo scalone monumentale che accoglie i visitatori con imponenza, si accede agli ambienti sontuosi, come la sala da pranzo, perfetta testimonianza della magnificenza regale.


L’Armeria Reale è una delle collezioni di armi e armature più ricche e antiche al mondo.

La Cappella della Sindone, capolavoro del Guarini, affascina per la sua straordinaria architettura barocca.


Un percorso che intreccia arte, storia e bellezza.

(Le foto sono della nostra lettrice Alessandra Macario)

Infrastrutture in Piemonte, emerge un quadro in chiaroscuro

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L’analisi dell’Osservatorio di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte su 67 infrastrutture del Nord Ovest registra progressi per le opere finanziate Pnrr. Rallentano il Terzo Valico e i collegamenti con Malpensa. Bene A33 AT-CN, Tenda e Frejus

A poco più di un anno dalla fine del Pnrr, sulle infrastrutture monitorate dal Rapporto OTI Piemonte 2025 emerge un quadro in chiaroscuro. Se sono infatti 11 su 67 le opere monitorate che registreranno avanzamenti rilevanti o saranno completate nel corso di quest’anno, salgono da 16 a 22 quelle che hanno subito un ritardo, mentre scendono da 9 a 5 quelle in grave ritardo. Passano poi da 30 a 31 le infrastrutture in linea con il programma, e cresce anche il numero complessivo di opere monitorate dall’Osservatorio Territoriale Infrastrutture, grazie all’aggiunta della Tangenziale di Carmagnola e del Quadrante casalese per lo sviluppo logistico. Scendono infine da 12 a 8 le opere in fase di proposta progettuale. Queste le principali evidenze del rapporto Oti Piemonte 2025 di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte presentato a Cuneo questo pomeriggio, presso la sede della locale associazione territoriale.

Oti Piemonte si conferma uno strumento imprescindibile per le nostre imprese, perché infrastrutture materiali e immateriali rappresentano sempre di più un elemento cruciale per la competitività dei territori. Le multinazionali, così come i grandi gruppi nazionali, scelgono il Piemonte anche in virtù della posizione geografica, è un asset su cui dobbiamo continuare a lavorare, imprese e pubblica amministrazione per arrivare a progettazioni che raccolgano le esigenze delle tante filiere che compongono il tessuto economico del Piemonte e del Nord Ovest” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Il Rapporto OTI Piemonte 2025 offre un’analisi dettagliata dello stato delle infrastrutture nella nostra regione, delineando un quadro che presenta sia elementi positivi che sfide da affrontare. A poco più di un anno dalla conclusione del PNRR, è motivo di soddisfazione constatare che 11 delle 67 opere monitorate sono in fase di completamento o registreranno progressi significativi nel corso del 2025. L’apertura della seconda canna del Frejus e il ripristino della storica linea Torino-Lione rappresentano traguardi importanti, che miglioreranno la connettività e la mobilità nel nostro territorio. Tuttavia, non possiamo ignorare le criticità. Questo richiede un’attenta valutazione delle cause e l’adozione di misure correttive efficaci. La collaborazione tra istituzioni, imprese e territorio è essenziale per superare le sfide e garantire che le infrastrutture siano adeguate alle esigenze del tessuto economico e sociale. L’Osservatorio Territoriale Infrastrutture si conferma uno strumento prezioso per monitorare l’andamento dei progetti, identificare le criticità e promuovere soluzioni condivise. Continueremo a lavorare con determinazione per un Piemonte dotato di infrastrutture moderne, efficienti e sostenibili, in grado di sostenere la crescita economica, attrarre investimenti e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Scendendo nel dettaglio dei dati Oti Piemonte 2025 emerge come delle 67 opere monitorate, 34 opere sono lavori in corso 8 sono proposte progettuali, e 25 sono in fase di progettazione fattiva di cui 8 con progetto preliminare (invariate rispetto al 2024); 14 con progetto definitivo (-1 rispetto al 2024); 3 con progetto esecutivo (-1 rispetto al 2024). Il valore complessivo dei cantieri da completare entro il 2033 è pari a 27,4 miliardi, ci dui 2,5 miliardi quest’anno con 11 opere attese e 1,1 miliardi entro il 2026 con la conclusione del Pnrr con la previsione di 16 opere

Proprio riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, le su 9 opere monitorate e finanziate da fondi PNRR, 8 procedono: quadruplicamento della linea ferroviaria Tortona-Voghera, potenziamento e ammodernamento delle linee Acqui Terme-Ovada-Genova, Linee ferroviarie Torino-Ceres e Canavesana, elettrificazione della Ivrea-Aosta, SP460 tra Lombardore e Salassa, Superstrada Novara-Vercelli e scalo di Torino Orbassano, mentre sul Terzo Valico dei Giovi ci sono stati rallentamenti (previsione attivazione nuova linea marzo 2027). Ulteriori 16,4 miliardi saranno spesi entro il 2030 e si attendono 13 opere in conclusione e infine altri 7,4 miliardi entro il 2033, grazie all’attivazione del tunnel di base del Moncenisio ovvero la tratta binazionale nota come Torino Lione e il primo lotto della Metro 2 di Torino.

Scendendo sulle , 11 opere che nel 2025 dovrebbero registrare passi avanti significativi o essere completate, cui spiccano: apertura al traffico della seconda canna autostradale del Frejus, forse già a luglio; dal primo aprile ritorno all’operatività della linea ferroviaria storica Torino-Lione chiusa da agosto 2023 per una frana in Francia; sulla A33 Asti-Cuneo entro fine anno sarà completata la tratta Verduno-Cherasco; a giugno in funzione la nuova canna del tunnel del Colle di Tenda. A queste si aggiungono: adeguamento SS33 del Sempione; potenziamento stazione ferroviaria di Rivalta Scrivia; adeguamento raccordo con scalo Boschetto per il CIM di Novara; completamento Tangenziale di Fossano; sul passante ferroviario di Torino, ultimazione della stazione Rebaudengo-Fossata; ultimazione tangenziale di Novara; apertura della tangenziale di Romagnano Sesia.

Focalizzando l’attenzione poi sui corridoi europei Ten-T, per quello Mediterraneo, che comprende la Torino-Lione, Oti Piemonte rileva una situazione complessivamente migliorata poiché procedono i lavori di realizzazione del tunnel di base del Moncenisio 40 km scavati totali circa il 25% dei 162 km di gallerie previste, con data di attivazione fissata al 2033, mentre nelle prossime settimane riapriranno sia il collegamento ferroviario storico, che la seconda canna del tunne autostradale del Frejus. A Chiomonte si sta lavorando allo svincolo autostradale a servizio e del cantiere per il tunnel di base lato Italia. Segnali contrastanti arrivano dal Corridoio Mediterraneo-Reno-Mare del Nord, dove sulla tratta italiana negli ultimi mesi sono emerse criticità legate alla situazione geologica particolarmente complessa sotto l’Appennino, tra Alessandria e Genova, dove si sta scavando il tunnel ferroviario, che sta condizionando il completamento del Terzo Valico. Positivo l’avanzamento sulle linee ferroviarie del Sempione e la linea Acqui Terme-Ovada-Genova che sono passate da una fase progettuale all’avvio dei lavori, e lo sblocco dell’iter per la riattivazione del servizio sulla linea ferroviaria Novara-Varallo.

Per quanto riguarda il sistema aeroportuale, positivo l’avvio dei lavori sulla linea Fossano-Cuneo per il collegamento con l’aeroporto cuneese e la prosecuzione dei lavori di messa in sicurezza sulla linea Torino-Ceres che dovrebbe concludersi nel primo trimestre 2026, mentre restano in stallo i progetti per il miglioramento dei collegamenti con l’aeroporto di Malpensa e il raccordo tra la SP662 e la A6 nel cuneese. Sui centri intermodali avanzano i lavori sui nodi logistici di S.I.TO Orbassano, C.I.M. Novara, Domo 2 e polo logistico alessandrino e l’interesse nella logistica aumenta in quanto abbiamo inserito come nuova proposta progettuale il Quadrante casalese. Per quanto riguarda i valichi alpini, oltre a Frejus e Tenda, sul traforo del Monte Bianco sono finora stati completati i primi due cantieri-test di risanamento della volta e in merito al raddoppio, l’ipotesi è stata accolta dalla regione Valle d’Aosta ed è stabilmente oggetto di discussione tra i Governi italiano e francese. Proseguono i progetti di viabilità stradale per l’accesso da sud al Sempione, mentre lato ferrovia si segnala positivamente l’avvio dei lavori di potenziamento dell’imbarco autotreni della stazione di Iselle di Trasquera. Infine, per i nodi urbani, si segnala positivamente il lancio dei bandi per Metro 2 previsti per fine 2025, la Tangenziale Cuneo, il passaggio da proposta progettuale a progetto preliminare per l’interconnessione con linea AV a Chivasso e rifacimento ponte Preti della SP665 nel canavese.

Passando alle connessioni immateriali, proseguono i lavori di posa della Banda Ultralarga, seppur a ritmi più lenti rispetto all’anno precedente. A febbraio 2025 sono 793 Comuni con cantieri chiusi con collaudo certificato (+170 rispetto al 2023); 293 Comuni con cantieri chiusi con collaudo certificato (+76 rispetto al 2023) e 992 cantieri chiusi (+113 rispetto al 2023).

Inaugurato l’anno accademico dell’Universita’ di Torino

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Si è svolta ieri  mattina al Teatro Regio la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/2025 dell’Università di Torino. La cerimonia dal titolo “Università e cittadinanza europea. La conoscenza come ponte verso il futuro” ha visto tra gli altri la partecipazione di Enrico Letta e il contributo musicale del Coro delle Voci Bianche del Teatro Regio e degli allievi e le allieve del Teatro Stabile di Torino.

Sul palco è intervenuto il sindaco Stefano Lo Russo che ha ribadito la vocazione universitaria di Torino. «Essere città universitaria – ha detto – significa anche pensare alla trasformazione della città fisica, sociale, economica, culturale con un’ottica che vede l’alta formazione scientifica e l’alta formazione di carattere universitario come una cifra caratterizzante di sviluppo. Credo davvero che la prospettiva che ha l’Università di Torino, in sinergia con noi, con la Regione, con l’altro sistema che compone questo territorio, sarà la chiave di volta vincente anche per il proseguo del nostro lavoro nei prossimi anni».

L’intervento è stato anche l’occasione per una riflessione sullo scenario internazionale “quello che sta succedendo a livello internazionale – ha aggiunto – sconvolge schemi che erano consolidati da decenni e, intorno alle risposte che daremo a queste nuove sfide, credo che si giocheranno i futuri decenni di prosperità e sviluppo dell’Europa, che uscì dal secondo conflitto mondiale praticamente distrutta, divisa, lacerata, e che è stata capace in questi ottant’anni di rappresentare per milioni di persone un modello di sviluppo, di inclusione sociale, di un’economia sociale di mercato, che è stata capace di garantire i diritti civili e i sociali in un mondo e in un contesto estremamente complesso”.

TORINO CLICK

Breakfast in America

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

I primi cento giorni del nuovo Presidente statunitense sono stati sufficienti per tramutare l’idillio iniziale con i mercati finanziari in un incubo.

Cosa è successo e perché l’umore è cambiato così velocemente?

Per meglio comprenderlo dobbiamo ricordare i presupposti che hanno consentito a Donald Trump di guadagnare il suo secondo mandato.

I timori sulla salute di Joe Biden ne avevano certamente minato la credibilità ma l’elemento chiave, presente in tutti i dibattiti tra i candidati presidenziali, era stata l’inflazione, ritornata ad erodere i redditi degli americani negli ultimi anni dopo essere stata pressoché assente nei decenni precedenti.

Su questo aveva fortemente fatto leva il candidato repubblicano i cui auto-dichiarati super-poteri, da Trump a SuperTrump il passo è breve, avrebbero consentito di rendere l’America nuovamente grande e, soprattutto, senza inflazione.

La sconfitta della malabestia sarebbe arrivata attraverso una politica di deregolamentazione (minori regole, maggiore competizione, prezzi di beni e servizi più bassi) unita a severi controlli sugli aumenti dei prezzi praticati dalle aziende produttrici, per evitare ingiusti arricchimenti a danno dei consumatori.

Ma il menu elettorale presentava anche altre portate, non tutte così gradite, quali gli sgravi fiscali a famiglie ed imprese, il taglio del numero di dipendenti pubblici e, in cauda venenum, i pesanti dazi sulle importazioni.

Un programma così assortito aveva in qualche modo disinnescato i timori derivanti da un ulteriore passo indietro verso la più antica tradizione degli Stati Uniti, che sul protezionismo ed i dazi hanno costruito buona parte della loro storia (sino almeno alla creazione del GATT, dopo la Seconda Guerra Mondiale).

La prima colazione servita dalla nuova amministrazione ha però smentito le troppo ottimistiche previsioni degli analisti finanziari: in questi primi mesi il presidente ha battuto e ribattuto esclusivamente la grancassa delle sanzioni e dei dazi, ignorando le altre, più gradite, iniziative preannunciate.

E dire che, sul piano internazionale, il processo di pacificazione dell’Ucraina, sembra procedere speditamente anche grazie alla spinta statunitense ma, anche qui, alcune sorprendenti prese di posizione, sul Canada, la Groenlandia, il canale di Panama, e, meno inaspettatamente, il disimpegno nei confronti del contributo alla difesa dei Paesi europei, hanno contribuito ad innervosire gli investitori. Viene da chiedersi il perché di tanto accanimento…

La spiegazione potrebbe essere legata al ciclo elettorale: il neopresidente ha di fronte a sé l’intero mandato quadriennale e due anni alle elezioni di mid-term, che, rinnovando tutta la Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato, potrebbero ridefinire l’assetto del Congresso statunitense.

È, quindi, forse questo il momento ideale per servire i piatti più indigesti ai mercati internazionali e per chiedere sacrifici agli stessi americani (il primo effetto dei dazi potrebbe essere quello di far ripartire l’odiata inflazione) avendo poi tutto il tempo, prima del ritorno alle urne, per servire in tavola le portate più appetitose, favorendo così una risalita del consenso elettorale del partito del presidente.

L’incertezza, si sa, è la cosa che più detestano i mercati finanziari e la strategia, spesso ondivaga e dai toni tutt’altro che ortodossi, di The Donald non sta facendo altro che complicare le cose.

Si tratta indubbiamente di un percorso molto rischioso: saltellare sul filo a strapiombo dei dazi e delle sanzioni è molto pericoloso e disattendere la promessa fatta sull’inflazione, che potrebbe ripartire spinta dalle imposte doganali, finirebbe per alienare a Trump una fetta importante degli elettori che lo hanno riportato alla Casa Bianca.

Se però il progetto fosse proprio quello di fare seguire, al bastone dei dazi, la carota (estratta, durante il primo mandato, alla fine di aprile), riuscendo, prima, a negoziare accordi ragionevoli per dare, poi, spazio alle manovre pro-crescita, allora la correzione delle borse potrebbe essere una semplice pausa (con un benefico riequilibrio delle valutazioni, in particolare delle “Magnifiche 7”) nel loro ciclo di crescita e non una duratura inversione di rotta.

È ben noto, infatti, che i mercati azionari possono subire oscillazioni anche molto violente ma i periodi di discesa peggiori (e più lunghi), i “mercati orso”, coincidono con le recessioni economiche.

Questa non sembrerebbe la situazione attuale, sebbene una cattiva gestione dell’impeto fustigatorio trumpiano (con i suoi possibili effetti sulla ripartenza dell’inflazione e le conseguenti ripercussioni negative sulla crescita economica) renderebbe assolutamente possibile un esito negativo, ancorché indesiderato.

D’altronde, in barba alla tanto decantata “efficienza dei mercati”, non sempre le borse hanno ragione ed infatti, come ci ricorda un vecchio adagio, attribuito all’economista Paul Samuelson, gli indici di Wall Street hanno previsto ben 9 delle ultime 5 recessioni…

Va anche detto che quanto descritto provocherà comunque, con tutta probabilità, una recessione “tecnica”  (breve e dovuta a fattori temporanei) nei primi due trimestri dell’anno: i timori sui dei dazi in arrivo stimola, da un lato, l’accelerazione all’acquisto dei prodotti importati, prima che questi ne siano colpiti (rendendoli più costosi), e questo va a detrimento del PIL (nel cui calcolo le importazioni sono computate con segno negativo, quando queste salgono ne riducono la crescita) e dall’altro potrebbe congelare, vista l’incertezza, le decisioni d’investimento e nuove assunzioni da parte delle imprese.

La giuria, insomma, deve ancora pronunciarsi ma quello che sembra certo è che le radici protezionistiche stanno trovando terreno estremamente fertile oltreoceano e noi europei ce ne dovremo fare una ragione, prendendo atto del fatto che, dopo più di sessant’anni, la globalizzazione sembra ormai essersi arrestata.

Speriamo solo che, a ragion veduta, il “breakfast americano” servito da SuperTrump consenta una digestione non troppo complicata e faccia dormire sonni tranquilli anche a noi, poveri investitori.

 

Hiroshima mon Amour, la pièce “The Snow Goose” per la regia di Renzo Sicco

A dieci anni di distanza ritorna giovedì 20 marzo

Presso l’Hiroshima Mon Amour, in via Bossoli 83, giovedì 20 marzo prossimo alle ore 21 si terrà lo spettacolo “The Snow Goose”, piccola opera musical teatrale liberamente ispirata alle musiche e alle parole di ‘The Snow Goose’, musiche originali dei Camel. Interpreti Cristiana Voglino, Alberto Barbi, Chiara Biancardi, Arturo Gerace, Pierluigi Vancheri. Suoni e flauto di Alfredo Ponissi, immagini video di Renato De Gaetano. La regia è di Renzo Sicco.

I Camel sono stati un gruppo musicale inglese degli anni Settanta particolarmente importanti nella corrente del cosiddetto rock progressive. Erano dei giovani appassionati, come tanti loro coetanei inglesi, di un libro che ha ispirato una delle loro opere più interessanti “The Snow Goose”, di cui composero un’omonima suite musicale di circa 50 minuti, che hanno eseguito anche a Torino in un memorabile bellissimo concerto tenutosi proprio al Centro Culturale Hiroshima Mon Amour il 20 marzo 2014.

La composizione, come il libro, tratteggia vivamente l’esistenza attorno ad un faro, dove abita un personaggio bizzarro e marginale che incontrerà una bambina e un pennuto ferito, a cui dedicherà cure amorevoli, che gli ridaranno la possibilità di volare. Il tutto si svolge, però, in tempi di guerra, durante la seconda guerra mondiale. La partitura musicale è totalmente strumentale e priva di testo cantato. La proposta di Assemblea Teatro è stata quella di realizzare un ascolto di questa suite musicale nella sua versione integrale, ma arricchita di frammenti che ricompongono i percorsi della storia, attingendo alle pagine letterarie che l’hanno ispirata, in una chiusura del cerchio, dalla pagina alla musica al racconto, confermando così la forte possibilità di incontro tra musica e letteratura che lega musicisti e autori di romanzi, narrazione musicale e letteraria, e che da sempre caratterizza il percorso di Assemblea Teatro ( “After Punk Revolution”, “Nei segni dell’alveare”, “Camaleonte”, “L’aria triste che tu amavi tanto “ e ”The dream of reason”)

Sembra un assurdo rappresentare un libro senza le parole, ma lo si poteva fare perché in quel periodo la musica era decisamente visionaria. Con Pink Floyd, Amon Düül, Grateful Dead, è stata visione, melodie e suoni, da un lato all’altro degli oceani, e il libro racconta proprio una storia sull’oceano dove avvenne anche la battaglia di Dunkerque.

Ed è così che ci piace ricordare, come Assemblea Teatro, eleven years after, quella data del 2014, tornando sul palco di Hiroshima Mon Amour per proporre una nuova replica di “The Snow Goose”.

Hiroshima Mon Amour, via Bossoli 83, 20 marzo ore 21

Biglietti 10euro (ingresso unico)

Mara Martellotta

Alle cantine Morbelli di Ivrea si parla di sostenibilità

 Con Dario Casalini, alla guida dell’azienda di famiglia Oscalito giovedì 20 marzo

 

Torna una serie di incontri ospitati nelle storiche cantine Morbelli di Ivrea, progettati per far riflettere sul progresso sostenibile del Piemonte fra scienza, innovazione e cultura.

Giovedì 20 marzo si terrà il terzo appuntamento de “I Giovedì Morbelli”. Ospite della serata sarà Dario Casalini, già docente universitario di Diritto Pubblico, ideatore e presidente di Slow Fiber, autore del libro “Vestire buono, pulito e giusto”, edito da Slow Food Editore. Oggi è alla guida dell’azienda di famiglia Oscalito, che produce maglieria di alta qualità.

Casalini presenterà il suo libro che contiene il manifesto di Slow Fiber, associazione che nasce dall’incontro tra il movimento di Slow Food e alcune aziende Italiane virtuose appartenenti alla filiera del tessile.

L’impegno di questa associazione è quello di creare e promuovere modelli industriali capaci di offrire prodotti belli perché sani, puliti, giusti e durevoli, rispettosi della dignità degli esseri umani e del resto della natura nei suoi delicati equilibri.

Fondata nel 2022, Slow Fiber è composta da circa trenta aziende, tutte italiane, tutte con caratteristiche comuni, processi produttivi a ridotto impatto ambientale, rispetto per i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti nella filiera, valorizzazione delle competenze e saperi tradizionali e durevoli nel tempo. Tutte le aziende della rete hanno sede legale e operativa in Italia, hanno almeno il 70% dei fornitori di prossimità e investono in sostenibilità almeno l’1% del fatturato annuo.

L’evento, moderato dal giornalista Maurizio Menecucci, è aperto al pubblico fino ad esaurimento dei posti ed è gratuito.

Prenotazione su Eventbrite o via mail a morbelli@accordogroup.com

L’evento si terrà alle Cantine Morbelli alle 18.15 di giovedì 20 marzo in via Dora Baltea 20/a a Ivrea.

 

Mara Martellotta

Dialogues. Una mostra collettiva della community IAAD

Gagliardi & Domke Contemporary, via Cervino 16, Torino

18-22 marzo 2025

A cura di Lucrezia Nardi

 

 

“Dialogues” è la seconda edizione della mostra collettiva degli artisti provenienti dalla community IAAD. selezionati attraverso un processo di open call interno all’Istituto. I sei artisti individuati esplorano il dialogo tra arte e design intorno al tema del rispetto attraverso installazioni, video, fotografia e sperimentazioni audiovisive.

La mostra è organizzata da IAAD. – Istituto d’Arte Applicata e Design in collaborazione con Gagliardi & Domke Contemporary e curata da Lucrezia Nardi.

 

Ogni anno viene scelto un valore chiave per stimolare la ricerca artistica. In questa edizione, il rispetto amplia il concetto di dialogo, invitando i partecipanti ad esplorare le dinamiche tra individuo, società e contesto. Inteso come attenzione per la diversità culturale, l’ambiente e le relazioni umane, il rispetto diventa il punto di partenza per un’indagine artistica che prende forma attraverso installazioni, video e fotografia. La mostra invita gli artisti emergenti provenienti dal mondo del design a sperimentare nuove forme espressive e a superare i confini disciplinari, immergendosi in un contesto artistico più ampio. Inoltre, questa edizione conferma il successo del percorso degli studenti IAAD., che hanno avviato carriere nel panorama artistico emergente, testimoniando la sinergia tra arte e design che la mostra Dialogues intende promuovere.

Davide Racca (AUTOMEDON, 2024) presenta un’installazione che esplora il conflitto interiore attraverso una serie di elaborati – video, performance, scultorei, cartacei – mettendo in scena un processo evolutivo di ribellione e trasformazione identitaria. Chiara Vivalda, con il progetto video a tre canali S0M3WH3R3 B3TW33N TH3 P4551NG 0F T1M3 (2024), realizzato in collaborazione con John Bringwolves, sovrappone immagini e suoni in un flusso poetico che riflette la fragilità del tempo e della memoria. Martina Leone, con A Body (2025), affronta il tema dell’auto-oggettificazione del corpo femminile, interrogando il sottile confine tra esposizione e protezione. Uno scatto della serie è presentato stampato su un tessuto le cui trasparenze si muovono come influenzate dal passaggio dei visitatori e delle altre opere in mostra: come la società influenza la percezione del suo corpo, l’allestimento è eco di un processo intimo e personale. Debora Borsetta, con il progetto video Trauma come forma d’arte (2025), racconta le storie di due donne, restituendo il loro dolore in una narrazione visiva che dà voce a ciò che le parole spesso non riescono a dire. Attraverso un processo collettivo e simbolico, il trauma si trasforma in un linguaggio artistico condiviso. Beatrice Siviero, con la serie fotografica Sotto la superficie (2025), esplora l’inquietante equilibrio tra innocenza e violenza, costruendo immagini potenti e disturbanti che mettono in discussione la vulnerabilità infantile di fronte alla brutalità del mondo. Vanessa Dagostino, con (Non) lo merito (2025), indaga la depressione attraverso un racconto audiovisivo frammentato, in cui il contrasto tra immagini e pensieri limitanti riflette la natura caotica dell’esperienza interiore, aprendo un dialogo sulla condizione psicologica e sul senso di indegnità.

 

La mostra è stata costruita attraverso un processo di selezione supportato da una giuria composta da Alessandro Colombo (direttore generale AD Education Italia), Marco Rainò (direttore artistico IAAD.) e Pietro Gagliardi (direttore di Gagliardi & Domke Contemporary).