EDITORIALE
Di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”
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Si conclude con successo la prima edizione di AMTS – Auto Moto Turin Show,l’evento, organizzato da GL events Italia e gemellato con l’omonimo show ungherese, dedicato agli appassionati del mondo delle due e quattro ruote, che ha animato la città per tre giorni di esposizione, spettacolo e approfondimento.
Sono stati 22.000 i visitatori che in tre giorni hanno affollato il Padiglione 3, l’Oval e le aree esterne di Lingotto Fiere.
Come avevamo promesso, GL events si è impegnata per portare a Torino un grande evento dedicato alla passione per le quattro ruote, che reinventa la vocazione automobilistica della città e ne fa vera e propria cultura” ha commentato Gabor Ganczer, Amministratore delegato GL events Italia. Siamo molto orgogliosi dei risultati e ci impegneremo per far crescere ancora di più l’evento, per farlo diventare un riferimento a livello nazionale.
Un evento trasversale
Un pubblico variegato quello che ha riempito gli spazi di Lingotto Fiere in occasione di AMTS. Un successo dovuto grazie anche all’ampia offerta: spazi espositivi, eventi culturali, show, esibizioni adrenaliniche ed esperienze in grado di avvicinare anche le nuove generazioni e le famiglie con bambini. L’area dedicata al tuning ha entusiasmato anche i giovanissimi; così come i modelli youngtimer, vettureche oggi sempre di più coinvolgono e appassionano le nuove generazioni.
Tutto esaurito per le attività dedicate ai più piccoli, come “Karting in Piazza”, un format originale ideato da Aci Sport per sensibilizzare bambini e bambine alla sicurezza stradale attraverso il gioco, o come l’area videogames, realizzata in collaborazione con Torino Comics, con simulatori di guida di ultima generazione.
Auto, che passione
L’area expo – mercato ha portato a Lingotto fiere alcune delle più prestigiose auto e moto da collezione, gli ultimi modelli e le innovazioni del settore, con focus sulle tendenze per i giovanissimi e le proposte green in campo automotive, con la possibilità di testare in loco le auto del momento. Tutto esaurito per i test drive dei veicoli elettrici Tesla e BYD da Auto Torino; sguardo al futuro anche per Biauto Group e Autoingros, che hanno deciso di presentare per la prima volta al grande pubblico alcune importanti novità: Biauto Group ha esposto la Nuova MINI Countryman, il modello più spazioso della nuova famiglia MINI; Autoingros ha scelto AMTS per il presentare la nuova Omoda 5, il crossover prodotto dal gruppo cinese Chery.
Collezionismo e automobilismo storico
Spazio alle auto storiche all’interno del Padiglione 3, con l’esposizione Born in Turin, dedicata alle iconiche auto nate sotto il cielo di Torino in otto decenni di innovazione e stile automobilistico, e grazie alla presenza di ASI.
Con grande entusiasmo abbiamo collaborato a questo nuovo evento che mette al centro la passione per il motorismo in tutti i suoi aspetti. Noi ci impegniamo per tenere viva la passione per il motorismo storico, che è anche una grande opportunità di promozione del turismo e dei territori con questa vocazione. Gli eventi come AMTS sono importanti perché riescono ad avvicinare anche i giovani a questa passione e cultura. Per questo confermiamo la nostra disponibilità per supportare l’evento anche per le prossime edizioni, ha commentato Alberto Scuro, Presidente ASI.
Nell’area ricambi, curata con cura da Estrela Fiere, collezionisti e appassionati hanno trovato una vasta selezione di ricambi originali e pezzi unici.
Tuning: il contest Be bETTer
L’Oval è stato palcoscenico della quarta edizione del contest Be bETTer, che ha dato spazio ai professionisti del settore che desiderano mettere in gioco le loro qualità e le loro capacità d’inventiva e competenze, mostrando al pubblico come si possa creare un’auto modificata di altissimo livello. Hanno partecipato al contest otto aziende che si sono sfidate a colpi di creatività e abilità costruttiva. A valutare le auto in gara, una giuria internazionale di esperti del settore come Sven Shultz, Laszlo Szoke e Julien Boyer. Il contest è stato vinto dai veneti di Dickers Automotive Restomod con la loro Golf 1.
Al femminile
Al di là degli stereotipi, AMTS ha visto molte donne protagoniste delle attività su pista, tra gli stand e nel programma culturale. L’incontro DriveHER: Donne per l’Automotive, a cura di Associazione AIDA, ha proprio voluto affrontare il rapporto tra motori e donne. La pilota Federica Levy è stata una delle protagoniste dell’incontro Passione motori nei giovani; la giornalista e pilota Claudia Peroni ha moderato PASSIONE RALLY…e la favola continua! Guest starts Race for Glory, una tavola rotonda per raccontare il dietro le quinte delle gare, trasferire ricordi e far emergere il lato più umano e emozionale del motorsport.
La nostra giovane associazione lavora per la parità; ma ancora adesso il tema della passione delle donne per i motori è molto delicato. ha affermato Linda Villano, presidente e co-founder di AIDA Associazione Italiana Donne per l’Automotive. È stato molto importante esserci, e grazie a questo evento abbiamo avviato nuove collaborazioni e conosciuto realtà protagoniste del settore automotive con cui pensare dei progetti di inclusione e cultura.
Spettacoli e intrattenimento
Adrenalina e fiato sospeso per le esibizioni acrobatiche e le dimostrazioni mozzafiato che si sono susseguite all’interno dello Sparco Arena, la pista drift allestita nelle aree esterne: The Fast Family Extreme Show by No limit solutions, GTA Live, la parata di Hardcore Drivers, la D-Race Italian Drifting e le minimoto di Torino Bike Training Center hanno letteralmente ammaliato il pubblico di tutte le età. Negli spazi dell’Oval, lo spettacolo Lowrider Super Show ha portato sul palco veicoli lowrider, ballerini di talento, DJ e il grande ospite internazionale Luis da Silva, l’attore che ha interpretato Diogo in Fast X (2023) e Fast & Furious 5 (2011).
Il programma culturale
Per celebrare il mondo automotive a 360 gradi, AMTS ha organizzato un programma culturale e di approfondimento con alcuni grandi nomi del motorsport come Mauro Pregliasco, uno dei pionieri del rally italiano, Adartico Vudafieri, la regina del drift italiano Elena Zaniol, Gabriel Del Vuono, campione mondiale FIM MiniGP 2022, le campionesse di rally Antonella Mandelli e Tiziana Borghi, Riccardo Tonali e Michele Cinotto. Grande successo anche per la mostra CULT, il progetto trasversale di exhibit design a cura di GL events Italia che unisce cinema e automotive, cultura e tradizione, con i veicoli che hanno accompagnato nel successo alcuni film cultdella cultura pop & comics. Il progetto è stato presentato venerdì alla presenza dei partner Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Museo dell’Automobile di Torino e Film Commission Torino Piemonte, insieme ad Andrea Farina, Chris Bangle, Stefania Caretta e Pietro Ruspa.
Ma proprio nel momento in cui questa disposizione alla tolleranza, all’attesa e all’accettazione del tempo e degli eventi ci sembrava superata e inadeguata, ne abbiamo dovuto recuperare l’uso e la confidenza ridandole un valore attuale e senza scadenza. Parliamo della pazienza, termine che deriva dal latino patire, di una propensione alla attesa, di una non reazione avventata agli stimoli, non di passività tuttavia, non di rassegnazione ma di un equilibrio neutrale in un momento di difficoltà in cui l’azione immediata non dà frutti né risultati soddisfacenti, confermando semmai una sensazione di inevitabile impotenza.
Nel periodo di chiusura, di sospensione temporale ha abbiamo vissuto, di vita interrotta in cui non potevamo più muoverci liberamente, fare le cose di prima, marciare all’interno della nostra rassicurante routine, il virus, questo essere deforme e spaventoso, ci ha costretto a modulare anche le nostre reazioni, le nostre risposte emotive riportandoci sulla riva della pazienza appunto, della moderazione, della arrendevolezza.
Non è stato facile da gestire, non è stato semplice rallentare, aspettare, diluire e riorganizzare le nostre attività, abbiamo dovuto fare uso di qualità e abilità che pensavamo di non avere o di aver abbandonato definitivamente.
“La pazienza è amara, ma dolce è il suo frutto” diceva Jean-Jacques Rousseau, questo per capire che non è sempre comodo fermarsi a riflettere praticando la lentezza, ma il risultato di una attesa attiva può darci decisamente risultati migliori della fretta cattiva consigliera, di una reazione automatica e falsamente efficiente. L’approccio odierno e la gestione della nostra vita, figli di una cultura occidentale che non prevede pause e raccoglimenti, ma che persegue il risultato e il rendimento attraverso la conduzione di esistenze multitasking a ritmi serrati e senza respiro, dovranno certamente essere rivisti; una nuova coscienza fatta di riconsiderazione delle priorità e del tempo a nostra disposizione è l’unico futuro possibile se non vogliamo nuovamente essere trascinati in una esistenza che era nostra solo parzialmente.
Questa rivalutazione della pazienza ci aiuterà a guardare ciò che ci circonda con un occhio diverso, più consapevole, ci impedirà di vivere e affrontare le cose con smoderata attività e nevrotica inquietudine; il bottone per risolvere tutto istantaneamente non sempre funziona, questa epidemia ne è stata la testimonianza, abbiamo dovuto cambiare strategia e accettare di non sapere e ottenere tutto rapidamente, ci siamo dovuti fermare.
La pazienza sarà un mezzo autorevole e forte per non subire il tempo e le situazioni che ci impone la vita, una disposizione potente per non farsi trascinare, ma per scegliere di agire responsabilmente.
“Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza.” diceva Lev Tolstoj
Maria La Barbera
Da lunedì 22 a mercoledì 24 aprile, per il protrarsi dei lavori
A causa del protrarsi dei lavori sulla linea ferroviaria, a Volpiano il passaggio a livello della stazione, tra via Brandizzo e corso Regina Margherita, viene chiuso al traffico veicolare e pedonale in orario notturno, dalle 22 alle 5, da lunedì 22 a mercoledì 24 aprile.
8.11.43 LA SCINTILLA
Proiezione del documentario
in occasione del 25 aprile – Festa della Liberazione
Regia di Marzio Bartolucci e sceneggiatura di Arianna Giannini
con le animazioni di Fabio Marascio
Lunedì 22 aprile 2024
ore 17:00
Palazzo Madama Torino – Sala Feste
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica presenta, in occasione della Festa della Liberazione, il documentario che racconta un episodio storico avvenuto l’8 novembre 1943 a Villadossola (VCO) dove ebbe luogo una delle primissime insurrezioni contro l’occupazione tedesca e la neocostituita Repubblica Sociale Italiana.
Grazie ad alcune testimonianze, immagini di repertorio e un’animazione in bianco e nero, il film racconta l’insurrezione dei partigiani affiancati da giovani e operai guidati dalla figura di Dante Zaretti, detto il “Barbarossa”. Il film è basato sul libro “8.11.43” di Carlo Squizzi ed è stato realizzato nel 2023 per l’80mo anniversario di ricorrenza dall’episodio storico.
Alla proiezione parteciperanno il regista Marzio Bartolucci, la sceneggiatrice Arianna Giannini e l’autore delle animazioni Fabio Marascio.
Palazzo Madama. Sala Feste
Ingresso libero / fino a esaurimento posti
Info: www.palazzomadamatorino.it ; madamadidattica@fondazionetorinomusei.
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Elizabeth Strout “Lucy davanti al mare” -Einaudi- euro 19,00
L’esile scrittrice 68enne Elizabeth Strout, che vive tra New York e il Maine, è una delle autrici contemporanee più amate. Vincitrice del Premio Pulitzer nel 2009 con “Olive Kitteridge”, ha l’immensa capacità di raccontare la vita attraverso toni, pensieri e descrizioni appena sussurrati, che rendono il quotidiano teatro di un quadro molto più ampio. Tante pennellate lievi, ma potentissime.
Questo è il suo quarto romanzo dedicato a Lucy Barton, personaggio immaginario e suo alter ego. Scrittrice di successo, grande cuore materno nei confronti delle due figlie ormai adulte, due matrimoni alle spalle e la tendenza a qualche attacco di panico.
Dopo aver sposato e messo su famiglia con William, ha dovuto affrontare il divorzio. Poi la vita le ha messo sul cammino un secondo amore, l’amabile musicista David che però il destino le ha strappato troppo presto. Ora è una vedova pressoché inconsolabile.
A scompigliare ulteriormente le carte si mette il Covid. Siamo all’inizio della pandemia e William, che è uno scienziato (e reduce da un altro divorzio), capisce subito la portata drammatica del virus. Riesce a convincere Lucy a chiudersi insieme a lui in una casa nel Maine affacciata sull’Oceano. Nell’immaginaria Crosby in cui aveva ambientato “Olive Kitteridge” (che tra l’altro viene citata in più parti dell’ultimo romanzo).
Il romanzo è un po’ la cronistoria dello spaesamento dell’abitudinaria Lucy in una casa che non sente sua, alle prese con stati d’animo alterni, senza mai dimenticare da dove viene e la povertà traumatica della sua infanzia. Il suo tempo è scandito da rituali minimi: passeggiate, il progressivo riavvicinarsi a William, le notizie di cronaca. Ma anche i dispiaceri che stanno affrontando le figlie, inquiete e sfuggenti.
William fin dalle prime avvisaglie della pandemia ha spinto le figlie Chrissy e Becha, con i loro mariti, ad allontanarsi dai centri urbani per mettersi in salvo. Poi, una abortisce per la terza volta, si dispera, diventa scheletrica ed ha un amante. L’altra invece viene lasciata dal marito, pseudo poeta mediocre e geloso del successo letterario della suocera.
Teatro di tutto il romanzo è una tavolozza di colori della natura, tra mare in burrasca o calmo, cieli azzurri che virano in tempesta. Ma anche notizie di morte e pazienti intubati in lotta per sopravvivere.
Gaëlle Nohant “L’archivio dei destini” -Neri Pozza- euro 20,00
Dietro le pagine di questo libro ci sono oltre tre anni di lavoro in cui l’autrice ha svolto un’enorme indagine documentaristica, incontrato testimoni non solo in Polonia e Germania.
Fulcro delle sue ricerche sono gli Archivi Arolsen, noti anche come International Tracing Service, il più grande centro di documentazione e ricerca sulle persecuzioni naziste. E’ stato creato dagli Alleati alla fine della Seconda guerra mondiale, ed ha sguinzagliato dei detective col compito di indagare sui destini delle vittime del nazismo, su richiesta dei loro parenti. Tracce ovviamente difficili da seguire quando le camere a gas, i forni crematori e le fosse comuni hanno inghiottito famiglie intere.
I personaggi del libro sono quasi tutti di fantasia, ma le loro esperienze sono quelle vissute davvero da chi è stato travolto dal furore nazista. Tutto quanto viene narrato è basato sulla realtà storica. Tanto più che la Nohant si è avvalsa della collaborazione e dell’amicizia di persone come Nathalie Letierce-Liebig, che da 40 anni lavora alla Missione di Ricerca e Chiarimento dei Destini e si occupa della Missione Memoria Rubata.
A questa incredibile donna è ispirata la figura della protagonista del libro, Irene, per la quale il lavoro di ricerca svolto è una vocazione ed un impegno che pervade tutta l’esistenza. Il suo compito è restituire le migliaia di oggetti raccolti nel centro dopo la liberazione dei campi di sterminio. Cose materiali, per lo più di uso comune strappate alle vittime: fedi nuziali, foto, portafogli, orologi,…..
Tutti reperti di immenso valore simbolico, testimonianze silenziose, ma urlanti orrore e testamenti di vite falciate. Grazie a loro i defunti riacquistano il loro posto nel cuore delle famiglie.
Irene cerca in tutti i modi di rimettere insieme legami familiari interrotti dalla guerra, recupera poco a poco, con fatica, sensibilità e grande emozione, alcuni frammenti della quotidianità di chi è scomparso. Così facendo, le loro esistenze non restano limitate solo al tragico destino; ogni vita per breve e tremenda che sia è unica e preziosa.
Un libro magnifico e struggente che riunisce e riconcilia membri di famiglie attraverso generazioni. Mette anche il dito in piaghe dolorosissime come quelle dei bimbi ebrei strappati alle madri per essere dati in adozione a famiglie ariane. Molti di loro neanche ricorderanno più la lingua di origine, mentre i loro discendenti rintracciati da Irene saranno letteralmente scioccati di fronte ai segreti che la storia ha infilato nelle loro famiglie,
Serena Dandini “La vendetta delle muse” -HarperCollins- euro 18,00
Le muse raccontate da Serena Dandini sono state creature dotate di grande ingegno e talento, ma la storia ha steso un velo di indifferenza su di loro; ed ecco che l’autrice ha deciso di scrivere per rivendicarne la grandezza e un po’ anche per vendicarle.
La selezione è avvenuta in base alle preferenze dell’autrice che ha ricostruito un pantheon di figure femminili a lei particolarmente care, che i libri di storia non citano spesso. Grandi donne rimaste per lo più invisibili.
Alcune, come Colette, si sono vendicate da sole; mentre altre sono state considerate delle rovina famiglie, ragazze cattive. Tra queste ci sono Alma Mahler e la Gala di Dalì; ambiziose che hanno coltivato questa loro caratteristica contravvenendo alla regola secondo la quale le donne dovrebbero fare passi indietro per lasciare ampio spazio agli uomini.
Sono state capaci di trasformare in forza le loro debolezze, coraggiose nell’infrangere parecchi tabù, incluso quello di stare con uomini molto più giovani.
A determinare i loro percorsi è stata soprattutto l’ostinazione nell’inseguire i loro sogni. Una su tutte, la splendida Hedy Lamarr, prima donna a comparire nuda sugli schermi nel film “Estasi” nel 1933. Poi diventata l’attrice e la donna più bella del mondo; ma dalla sua aveva anche un quoziente intellettivo fuori dal comune.
Studiò un sistema radiocomandato a distanza che nel 1940 ancora non esisteva; meccanismo ultrasofisticato che consentiva alle frequenze radio di cambiare in continuazione ed ostacolare le intercettazioni del nemico. Un’arma che avrebbe potuto contrastare le aggressioni di Hitler e che è alla base di tutta la tecnologia odierna. Insieme al musicista George Antheil mise a punto un “Sistema di comunicazione segreto per missili radio controllati” che però restò inutilizzato fino al 1958.
Le radiofrequenze studiate da Hedy Lamarr troveranno poi applicazione nelle nuove tecnologie militari, mediche, ma anche nel Wi-Fi e nella telefonia mobile e in tanti altri dispositivi che usiamo oggi. Giusto per dire la grandezza di una donna.
Patricia Cornwell “Cause innaturali” -Mondadori- euro 22,50
Tutto inizia con il macabro ritrovamento dei resti orribilmente mutilati di due campeggiatori ritrovati in una zona selvaggia della Virginia settentrionale. Le vittime sono Huck e Brittany, che erano ricercati dai federali per il riciclaggio di denaro e terrorismo, dal momento che fiancheggiavano il gruppo filorusso “The Replubic.
Quello che gli investigatori trovano nell’accampamento semi segreto delle vittima fa pensare ad un violentissimo attacco a sorpresa computo da più assassini particolarmente spietati e sadici. A far luce sull’accaduto troviamo Kay Scarpetta e la nipote Lucy.
AL NUOVO PARCO BERLINGUER
Nel fine settimana sono state premiate le classi che hanno partecipato al progetto Ciclopatente. L’evento si è tenuto nel nuovo parco Berlinguer di Settimo Torinese, che nell’occasione è stato presentato a chi ha partecipato, in attesa dell’apertura prevista a breve.
Sessantamila metri quadri di verde e 2000 alberi in più si aggiungono all’attuale “bosco in città”, completando un’area boscata a ridosso dell’abitato. Un’opera di grande importanza ambientale dove si cerca di conciliare le esigenze di un parco cittadino con le necessità della natura (ecco perchè, ad esempio, alcuni alberi morti vengono lasciati sul posto per favorire lo sviluppo di funghi, il ricovero di picchi e altri uccelli).
Nel parco, oltre agli alberi già piantumati, troviamo percorsi ciclabili, panchine e presto un piccolo laghetto che ospiterà piante acquatiche. «Un investimento sul futuro e sulla sostenibilità, per cui abbiamo ottenuto un finanziamento dal PNRR – interviene la sindaca @elena piastra – La scelta di inserire un bosco in un bando per la rigenerazione urbana rappresenta bene l’importanza che l’ambiente ricopre nella nostra idea di città sostenibile».
Sostenibilità che si rispecchia in altre azioni, per esempio la promozione della mobilità dolce. Negli ultimi 5 anni sono stati realizzati un chilometro di nuove piste ciclabili, un cicloposteggio, una ciclofficina. «Le azioni per favorire gli spostamenti in bici sono state varie, anche di tipo educativo e culturale – prosegue l’assessore all’ambiente Alessandro Raso – Una di queste è il progetto Ciclopatente, grazie al quale, in collaborazione con Polizia locale, Legambiente Metropolitano e Future Parade coinvolgiamo studenti e studentesse delle classi quarte in attività all’aperto dove promuoviamo l’utilizzo della bici e l’attenzione all’ambiente».
«Gli agenti della Polizia locale spiegano ai ragazzi come muoversi in sicurezza in bici – aggiunge l’assessora alla scuolaAlessandra Girard – Le associazioni li coinvolgono in attività e giochi che stimolano la loro attenzione ed educano al rispetto degli spazi comuni. È un’azione fondamentale per diffondere un modo di spostarsi e di vivere sostenibile, e per affrontare, seppure in piccolo, i temi della la sfida forse più impegnativa, quella dei cambiamenti climatici».
Mercoledì 24 aprile
È un progetto ambizioso quello del Distretto del Cibo sull’area torinese delle Alpi Cozie e Graie. Già partito sul finire del 2020, quando la Regione Piemonte ha approvato un regolamento attuativo su proposta dell’Assessorato all’Agricoltura e al Cibo.
In questi anni i territori si sono mossi per individuare un’area omogenea su cui andare a costruire il Distretto del Cibo che comprenderà ben sei Unioni Montane: Unione Montana Comuni Olimpici della via Lattea, Unione Montana della Val Sangone, Unione Montana Alta Valle di Susa, Unione Montana Valle di Susa, Unione Montana Val Chisone e Germanasca e Unione Montana val Pellice con il supporto del Gal Escartons e Valli Valdesi.
La Regione Piemonte così definisce il Distretto del Cibo : “I Distretti del Cibo individuano sistemi produttivi locali, che si caratterizzano per una specifica identità storica e territoriale omogenea e integrano attività agricole e altre attività imprenditoriali, in coerenza con la tradizione dei luoghi di coltivazione. Obiettivo dei Distretti del Cibo è quello di favorire la valorizzazione delle produzioni agricole ed agroalimentari ed al tempo stesso il paesaggio rurale piemontese. In questo modo verrebbero favoriti più soggetti di un determinato territorio, dalla filiera produttiva all’offerta turistica e culturale locale.
I Distretti del Cibo devono garantire la sicurezza alimentare, diminuendo l’impatto ambientale delle produzioni, riducendo lo spreco alimentare e salvaguardando il territorio attraverso le attività agricole e agroalimentari.
Partecipano ai Distretti del Cibo enti pubblici, istituzioni, imprese la cui cooperazione può favorire ad esempio la promozione all’estero dei prodotto sul territorio e l’offerta turistica. Inoltre la collaborazione tra piccole e medie imprese agricole e alimentari è in grado di accrescere la competività delle imprese stesse attraverso la riduzione dei costi e l’innovazione.
Per far conoscere il Distretto del Cibo in via di costituzione sul territorio delle Alpi Graie e Cozie è stato indetto un doppio appuntamento in piazza Garambois 1 a Oulx presso l’Unione Montana Alta Valle Susa mercoledì 24 aprile dalle 16 alle 17.30 e dalle 18 alle 20 presso l’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea a Cesana Torinese.
“Ospitiamo molto volentieri presso la nostra sala Formont – spiega il sindaco di Cesana Torinese Roberto Vaglio – questo incontro per far conoscere il nascente Distretto del Cibo che offrirà, una volta costituito, possibilità di accesso a bandi e finanziamenti sia a livello individuale sia collettivo. La creazione di un Distretto del Cibo sull’area territoriale delle Alpi Cozie e Graie ha un’importanza strategica non solo a livello di sviluppo sostenibile, ma anche per le opportunità che può aprire anche sul fronte turistico di rete e di filiera, di identità territoriale. Per la sua importanza strategica invito caldamente alla partecipazione sia per saperne di più sia per poter offrire spunti ulteriori che potranno eventualmente essere inseriti nel piano del distretto”.
Mara Martellotta
Termina 0-0 Torino – Frosinone allo Stadio Olimpico Grande Torino. Punto importante per i laziali in ottica salvezza. Poche le palle gol, Zapata ha perso una opportunità importante nel primo tempo per i Granata. Poi Cheddira ha mancato un’altra occasione nella ripresa. Il Frosinone raggiunge l’Udinese a 28 punti, mentre il Torino arriva a 46 ma lontano dall’Europa.