ilTorinese

Torino Capitale internazionale della fotografia, conclusa la IV edizione di The Phair

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Appuntamento dal 9 al 12 maggio 2024 per la V edizione

Si è conclusa  la quarta edizione di The Phair | Photo Art Fair. Da venerdì 5 a domenica 7 maggio, gallerie italiane e internazionali hanno animato i corridoi del Padiglione 3, portando oltre 80 artisti italiani e internazionali. Da Parigi, Bratislava, Zurigo, Berlino e da tutta Italia, le gallerie che hanno partecipato a The Phair hanno proposto una ricca e raffinata selezione di progetti. Inoltre, la fiera ha ospitato anche diverse case editrici di settore, che hanno contribuito alla riflessione sul mezzo fotografico.

Grande successo ha riscosso la mostra Mario Giacomelli. Forma e poesia, dedicata al grande artista marchigiano e curata da Chiara Massimello, comprendente una selezione di 70 fotografie provenienti dalla collezione privata di Massimo Prelz Oltramonti ed esposte per la prima volta al pubblico proprio a The Phair. Tra i grandi artisti che hanno trovato spazio in fiera, particolare interesse ha suscitato l’opera di Anton Corbijn, fotografo dei Depeche Mode e di Leonard Cohen, le cui opere sono state esposte dalla galleria Jaeger Art. Tutte le gallerie hanno avuto modo di interagire con visitatori e collezionisti, esponendo artisti di rilievo. Un’importante risposta del pubblico c’è stata anche per i workshop, tra cui quello con Paolo Cirio, svoltosi in fiera con grande partecipazione e interesse.

Sono oltre 2 milioni gli account raggiunti tramite i canali social, Facebook e Instagram, di The Phair, con una percentuale del 43% di utenti tra i 18 e i 24 anni e del 27% tra i 25 e i 34 anni, confermandosi dunque una fiera di grande richiamo anche per le generazioni più giovani.

Compatibilmente con le date del calendario nazionale e in accordo con il nuovo festival della fotografia della città, in dipendenza dalle date del Salone del Libro, l’appuntamento con la quinta edizione di The Phair sarà dal 9 al 12 maggio 2024.
In attesa della prossima primavera, al Padiglione 3 di Torino Esposizioni, tornerà dal 2 al 5 novembre 2023 con The Others, per la sua XXIII edizione.
Foto Isabella Castellano

L’autobiografia della Vedova Calabresi tra perdono e memoria storica

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Sono stato ad una presentazione del libro  “La crepa e la luce – Sulla strada del perdono” (ed. Mondadori)  di Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi ammazzato dai sicari di Lotta continua nel 1972. La signora Calabresi coglie l’occasione per tracciare una sua autobiografia all’insegna del perdono,  essendo ormai giunta a 75 anni di età.  Incontrandola,  ho detto pubblicamente  che è riuscita a trasformare una tragedia in poesia. Ho seguito con attenzione e anche commozione le sue parole ed oggi ho letto il suo libro.  Sotto il profilo umano emerge una donna fragile e forte ad un tempo che ha trovato nella fede il superamento di ogni odio sicuramente comprensibile in una persona che perdette il marito all’età di venticinque anni.
La Signora Calabresi è mia coetanea ed è anche torinese di origine: la nostra memoria quasi coincide ed ho sentito un’attrazione sentimentale verso questa donna che è riuscita a vivere due matrimoni tanto diversi uno dall’altro. Io ho conosciuto il figlio Mario Calabresi in alcune occasioni. Venne anche al ricordo di Carlo Casalegno che tenni nel luogo in cui subì l’agguato mortale delle Br. Posso dire che la vedova di Carlo Casalegno Dedi  nutriva sentimenti  molto diversi da quelli della Signora Calabresi e di suo figlio Mario. Così debbo dire anche  di un mio carissimo amico, il maestro Massimo Coco, figlio del Procuratore Generale di Genova  Francesco Coco  freddato dai brigatisti con la sua scorta. Massimo Coco ha scritto un grande libro destinato ad entrare nella memorialistica  del Novecento “Ricordare stanca” che ho presentato in diverse occasioni in cui dice anche con chiarezza che lui non è disposto a perdonare perché gli assassini di suo padre non sono mai stati identificati. Gemma Calabresi ha cercato invece nel suo libro addirittura di identificarsi nella vita dei responsabili della morte di suo marito, pensando a gente che avrebbe potuto anche fare del bene oltre che del male. Nel libro si parla  inoltre dei suoi incontri con il pentito Leonardo  Marino e degli “esuli” francesi condannati per l’omicidio Calabresi che non hanno mai fatto un giorno di carcere  per l’accoglienza loro accordata da Mitterand e confermata di recente dalle autorità d’Oltralpe. La comprensione della vedova Calabresi è sicuramente rispettabile, ma poco condivisibile. Con lo stesso metro avrebbe accordato fiducia anche al pluriomicida Battisti.  Sofri, il mandante, il capo supremo di “Lotta continua”, e’ difficile da perdonare non fosse altro perché mando’ allo sbaraglio tanti giovani in anni in cui bastava una parola per uccidere.  Ho chiesto alla Signora Calabresi cosa pensasse del delirante ed infame manifesto pubblicato su “L’Espresso” nel 1971 che raccolse 757 firme di intellettuali o sedicenti tali, il Gotha della cultura oltre che del culturame.
Persone come Giorgio Amendola firmarono il manifesto  insieme a Bobbio che si dissociò  molto tardivamente. Natalia Ginzburg  interrogata anni dopo disse: ”Non so cosa si vuole da me , non ho niente da dichiarare“. Il famoso critico Giulio Carlo Argan disse di “non ricordare nulla e di non volerne più parlare“.
A suo tempo mi sorprese che una storica dell’arte torinese stimata Anna Maria Brizio fosse stata tra i promotori del manifesto insieme a Musatti, Paci e Salinari, quello dell’ agguato di Via Rasella.
Ho raccontato in articoli e in un libro come fosse stata carpita da Moravia a Mario Soldati  la firma.  La signora Calabresi ha minimizzato il significato dell’appello di quasi tutta la cultura italiana  che armò la mano agli assassini del marito, dicendo che molte adesioni vennero ricavate dagli indirizzari di alcune associazioni. Può essere vero, come è vero quanto scrivo io per Soldati, ma solo in pochissimi si dissociarono dopo parecchi  anni. Bobbio espresse orrore per il testo sottoscritto.
Comprendo benissimo che armare la mano degli assassini con delle parole deliranti non equivalga ad ammazzare qualcuno, ma speravo che la signora Calabresi si sarebbe espressa  in un altro modo – pur perdonando tutti – nei confronti del meglio e del peggio della cultura italiana di allora che giudicò quasi coralmente  suo marito un assassino con le mani sporche di sangue dell’anarchico Pinelli. Io non riesco a dimenticare l’infame manifesto e non posso non ricordare che Giampaolo Pansa, Marco Pannella, Alberto Asor Rosa   e Sandro Galante Garrone rifiutarono la firma: rari nantes in gurgite vasto del conformismo e della violenza che sfociò nel terrorismo armato di cui l’ammazzamento di Calabresi fu il tragico inizio.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Ufficiali dell’Esercito fanno il saluto romano? Indagine a Torino

Avrebbero alzato il braccio destro nel saluto romano e poi pronunciato frasi sessiste alla compagna di corso che li aveva denunciati. Si tratta di quattro giovani sottotenenti dell’esercito, giunti alla Scuola di Applicazione di Torino dall’Accademia militare di Modena per completare gli studi. I militari sono  stati raggiunti da un provvedimento disciplinare interno per apologia di fascismo e comportamenti sessisti. Era  fine di febbraio e la vicenda sarebbe avvenuta nel corso di  una lezione sulla violenza di genere nella guerra di Etiopia tra il 1935 e il 1936, con gli stupri e le violenze commesse dai militari italiani sotto il regime fascista.

Donna investita da auto muore. Alla guida uomo sotto effetto di droghe

Aveva 82 anni e abitava a Ciriè la donna che lo scorso 5 dicembre era stata investita da un’auto. L’anziana, che era in compagnia del marito anche lui investito, è morta sabato all’ex ospedale Mauriziano di Lanzo Torinese. Il  marito era riuscito a salvarsi, ma la pensionata aveva riportato gravi ferite ed era in coma.

La Lancia Ypsilon che ha investito i due era guidata da un 54enne di Ciriè, ed era finita contro la coppia dopo aver urtato un’altra automobile. Il conducente era sotto effetto di droghe, ora per lui  l’accusa è di omicidio stradale.

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Susan Taubes “Divorzi” -Fazi Editore- euro 19,00

E’ l’unico romanzo della scrittrice ungherese –americana Susan Taubes, nata a Budapest nel 1928. Muore suicida a 41 anni, nel novembre 1969, gettandosi nell’oceano al largo di Long Island, pochi giorni dopo l’uscita di questo libro. Il suo cadavere ripescato in mare fu identificato dall’amica intellettuale e scrittrice Susan Sontang che imputò la causa scatenante del gesto estremo alla stroncatura della critica. Ma non fu l’unica molla a spingerla a congedarsi dalla vita.

E questo ci conduce alla storia della protagonista del romanzo, Sophie Blind, alter ego dell’autrice e portatrice come lei di un certo male di vivere. Il romanzo inizia con la morte di Sophie, in Avenue George V a Parigi, travolta e decapitata da un’automobile mentre attraversa la strada per prendere un taxi. Era appena stata dal parrucchiere e così muore sotto la pioggia, ma con la capigliatura in ordine.

Da morta Sophie ripercorre in ordine sparso – non cronologico ma sentimentale- gli eventi più importanti della sua vita.

Dopo 15 anni di soffocante matrimonio in cui è stata la moglie-trofeo, sempre al seguito del consorte in giro per il mondo, vuole il divorzio e riappropriarsi della sua esistenza.

E’ rimasta intrappolata in un destino diverso da quello che avrebbe voluto. Nelle pagine ricorre il desiderio di divorziare, anche perché tanto per cominciare non avrebbe mai voluto convolare a nozze.

La storia è semiautobiografica e la vita della Staubes fu parecchio complicata. Era emigrata negli Stati Uniti nel 1939 insieme al padre; lo psicoanalista (misogino e pioniere delle terapie freudiane) Sándor Fieldmann (seguace della scuola del celebre psicoanalista e psichiatra Ferenczi).

Tra le pagine del romanzo c’è anche molto del suo matrimonio infelice con il filosofo, teologo e rabbino Jacob Taubes, (uomo insopportabilmente pieno di sé) che si rivelerà inadeguato; così come lo saranno gli altri uomini della sua vita, incluso un nonno rabbino di cui subì il peso e l’influenza.

La Taubes fu un’intellettuale di alto livello, prima donna ad ottenere un dottorato ad Harvard in Storia e Filosofia della religione, insegnante alla Columbia University.

La Sophie del romanzo rivede l’intera sua vita, tra viaggi e amanti, compresa la fuga a Parigi d’accordo con il marito Ezra restio alla separazione. E punta il dito accusatore contro l’imperante maschilismo dei newyorkesi colti, ma parecchio ottusi nonostante il loro sapere. Questo è un libro che testimonia l’esigenza di una donna intelligente sopra la media di ridefinire la sua identità.

 

Lawrence Osborne “Il regno di vetro” -Adelphi- euro 20,00

Lo scrittore inglese 65enne Lawrence Osborne, nato a Londra e cresciuto in Inghilterra, viaggiatore, autore di saggi di viaggio e romanzi, da 10 anni vive in Thailandia, dopo aver girato mezzo mondo. Per 20 anni residente a New York, poi a Istanbul, Parigi, Marocco, Polonia e Messico.

Questo romanzo è ambientato nel complesso residenziale in cui lo scrittore vive da 10 anni a Bangkok, dove aleggia una certa atmosfera che lo intriga e lo ispira. Vivendo nel clima tropicale in cui la frescura si affaccia di notte, Osborne ha l’abitudine di scrivere nel silenzio dalle 10 di sera fino alle 4 del mattino, seduto alla scrivania sul balcone, circondato dai suoni della giungla.

Nel complesso di case a Bangkok in cui la storia è ambientata, composto da 4 torri di 21 piani collegate da passaggi di vetro, vivono parecchie persone che si spiano vicendevolmente, e quasi tutte nascondono qualche segreto.

Sono i “farang”, ovvero viziati e viziosi turisti occidentali, planati nella capitale thailandese sperando di vivere in un paradiso-rifugio esotico, lontano dalla frenesia dei loro paesi di origine. Per lo più sono uomini d’affari giapponesi, dirigenti di azienda americani, ma anche sudamericani e in genere persone in cerca di avventure, che non disdegnano escort asiatiche di alto bordo.

Tra di loro c’è anche la protagonista, Sarah Mullins, giovane americana fuggita in Thailandia con una valigetta piena di soldi di dubbia provenienza . Lei è una segretaria che ha truffato la scrittrice per cui lavorava e ora cerca rifugio lontano dal paese del misfatto.

Senza anticiparvi troppo, la Bangkok che nei suoi progetti doveva essere il rifugio in cui costruirsi una nuova identità e vita, si rivela invece un inferno, tra tumulti politici, karma negativo, un regno di vetro che è una lussuosa trappola.

 

 

Lawrence Osborne “Cacciatori nel buio” -Adelphi- euro 19,00

C’è tutto il fascino dei templi Khmer di Angkor Wat e della giungla cambogiana in questo romanzo del 2015, in cui Osborne dipinge una nazione enigmatica, impenetrabile per la sua natura, terra bellissima ma come gravata da una maledizione. Paese dell’Indocina con una storia recente spaventosa: il genocidio sotto il regime dei Khmer Rossi di Pol Pot che ha sistematicamente eliminato un terzo della popolazione.

Maledette anche le vicende dei personaggi. Protagonista è il giovane professore d’inglese Robert Grieve che, stufo della sua vita, ha deciso di lasciare per un po’ l’uggioso Sussex ed è partito all’avventura sul confine tra Thailandia e Cambogia.

E’ un barang, ovvero uno straniero, e viaggia con la guida cambogiana Ouksa che lo conduce in un casinò dove Robert inaspettatamente vince una bella somma; di quelle con cui nel paese asiatico si può vivere a lungo e bene. Una vincita che però innescherà una serie di eventi e incontri che finiranno per sparigliare le carte del suo destino.

Durante il viaggio incontra un altro barang che caratterialmente è il suo opposto. Si chiama Samuel Beauchamp: una sorta di dandy americano dell’upper class, debosciato e dedito alle droghe, che ha usato l’eredità del nonno per vagabondare nel mondo.

In Cambogia si accompagna ad una sensuale ed enigmatica donna del luogo. Quando conosce Robert lo invita a una partita di scacchi che dire insidiosa è poco.

Ma per l’ingenuo inglese sarà anche l’occasione da cogliere per diventare come invisibile, ed imprimere una svolta alla sua esistenza mimetizzandosi nel paese asiatico.

Ulteriori sviluppi ed altri incontri attendono Robert, compreso quello con il controverso poliziotto Davuth, “fantasma “ del truce passato dell’Angar di Pol Pot.

Sarà proprio questo ex aguzzino -che odia i barang e si diletta ad attendere, ripescare e derubare di tutto gli averi i loro cadaveri restituiti dal fiume- a sospettare la vera identità del protagonista.

Un romanzo a tratti tenebroso o fiabesco in bilico continuo tra vita e morte, vivere e non vivere, destino e karma, sullo sfondo di una Cambogia che è unica al mondo e se vi capita l’occasione vale la pena visitare.

 

Dominique Fortier “Le città di carta” -Alter Ego- euro 16,00

Questo breve ma intenso libro della scrittrice canadese è ispirato alla vita quasi monastica della poetessa Emily Dickinson, nata nel 1830 nella zona residenziale di Homestead della cittadina di Amherst in Massachussets, morta nella stessa casa nel 1886.

Quando era stata edificata dal nonno della scrittrice era la prima dimora in mattoni della città, poi l’antenato l’aveva persa ed era stato il padre di Emily a riscattarla nel 1855, riconducendovi la famiglia e la figlia 25enne che ritrovò così il nido sicuro dell’infanzia.

E’ lì tra quelle mura e nell’ampio parco-giardino circostante che Emily trascorre tutto il suo tempo terreno, coltivando non solo i fiori ma soprattutto il suo delicatissimo sentire interiore. Gran parte dell’ispirazione per le sue liriche arriva da quel giardino che è la più grande delle galassie in cui Emily si annulla «..Scompare dietro il filo d’erba che, senza di lei, non avremmo mai visto. Non scrive per esprimersi: qui è vissuto un fiore, per tre giorni di luglio dell’anno… ucciso una mattina da un acquazzone. Ogni poema è una minuscola tomba eretta in memoria dell’invisibile».

Aveva una certa frequentazione della morte, dapprima sviluppata tra i 10 e i 25anni nella casa temporanea in Pleasant Street, davanti a un cimitero; e più volte al mese vedeva «dalla finestra la morte passare in processione». Da allora con la sua scrittura sottile compone pensieri che prendono spunto dal verde e dalla natura che la circonda, poi li lascia volare dentro di sé per farli planare in versi poetici tra i più intensi mai scritti.

E non va dimenticato lo strepitoso erbarium realizzato dalla Dickinson durante l’adolescenza: 66 pagine, 420 esemplari di fiori e piante, disposti con una cura dettata da una preoccupazione estetica, più che dal rigore scientifico.

Una vita trascorsa tra le pareti di casa e in famiglia, apparentemente senza fatti degni di nota. In realtà quando si chiudeva nella sua stanza, nel silenzio sentiva le potentissime voci e i pensieri che abitavano nella sua testa.

 

Pd e 5 stelle, l’alleanza è ormai fatta. Anche grazie a Elly

Ci siamo. Finalmente il movimento populista per eccellenza dei 5 stelle sta trovando una perfetta
coincidenza con il partito radicale, libertario e massimalista della sinistra a guida Schlein. La
conferma arriva dai piccoli comizi che si svolgono qua e là nella periferia italiana in vista del
prossimo turno amministrativo. Del resto, era un esito già scritto. Quando c’è un comune quadro
valoriale e culturale, è del tutto naturale che poi si stringa anche una alleanza politica. Certo,
restano i posizionamenti tattici da conservare, i distinguo, sempre più sottili, da mantenere e le
rendite di posizione da salvaguardare. Ma ormai il dado è tratto, come si suol dire. E già alle
prossime elezioni regionali, probabilmente, vedremo la consacrazione di questo strano miscuglio
populista, anti politico, libertario ed estremista.
Detto questo, e dandolo per scontato, si tratta adesso di capire che cosa centrano con tutto ciò
alcune categorie politiche. Li elenco per evitare di creare equivoci e fraintendimenti: il Centro; i
cattolici popolari e sociali; l’area riformista; la galassia moderata e, dulcis in fundo, gli ex
democristiani. Mi fermo a questo piccolo elenco per arrivare ad una semplice e banale
conclusione: e cioè,
fi
nalmente si apre una fase politica fatta di chiarezza, di trasparenza e forse
anche di intransigenza morale, culturale e politica. I nodi saranno de
fi
nitivamente sciolti. E, sotto
questo pro
fi
lo – e lo dico senza alcuno spirito polemico o caricatura personale – il “nuovo corso”
della Schlein è quantomai utile e necessario per tutti. Per la semplice ragione che ha archiviato
de
fi
nitivamente il progetto iniziale, e storico, del Partito democratico per dar vita ad una nuova
fase. Che, com’è evidente anche ai qualunquisti e ai passanti per strada, è radicalmente diversa
da quella disegnata dai padri fondatori di quel partito. E questo al netto dell’ipocrisia recitata da
tutti coloro che debbono comprensibilmente giusti
fi
care la propria presenza nel Pd de
fi
nendolo,
come dice quel simpaticone di Zanda, una “casa aperta a tutte le culture politiche”.
Insomma, e
fi
nalmente, si apre una nuova fase della politica italiana. E di questo dobbiamo
rivolgere un semplice ma gigantesco grazie a Elly Schlein e anche, ma in minor misura, al
principale interprete del trasformismo politico italiano, cioè il capo dei 5 stelle Giuseppe Conte.
Giorgio Merlo

Oukhrid non fa sconti alla 9 Miglia di Aglié

Una corsa ma soprattutto una festa andata avanti fino a sera tarda. Questo è stato la sesta edizione della 9 Miglia Alladiese, la prova di Aglié (TO) completamente rimodellata sotto forma di kermesse serale del sabato, valida quale terza prova del circuito CorriPiemonte.

Tanti i concorrenti che si sono impegnati sul percorso di 14,5 km come anche gli appassionati non competitivi che hanno affrontato la camminata di 8 km, per tutti alla fine grande “polentata con salsiccia” per raccontarsi le proprie esperienze e godersi la serata primaverile.

La gara ha confermato il grande stato di forma del marocchino Lhoussaine Oukhrid (Aeneas Run), già vincitore due settimane prima de La Rapidissima 10K a Pietra Ligure (SV). Ad Aglié Oukhrid ha fatto fermare i cronometri sul tempo di 47’55” precedendo di 20” Francesco Breusa (Battaglio Cus Torino), reduce da un’altra piazza d’onore a Vigone la settimana prima, terzo Marco Mazzon (Torino Road Runners) a 1’25”. In campo femminile eccezionale prestazione di Carla Primo (Asd Borgaretto 75), categoria SF50 capace di chiudere 18esima assoluta in 55’59” davanti a Elisa Rullo (Cral Reale Mutua Ass.) a 2’38” e alla marocchina Mina El Kannoussi (Atl.Saluzzo) a 3’41”. Ben 345 i corridori al traguardo considerando solo la prova competitiva (quest’anno era prevista anche la 8 km non agonistica).

Il Team Peretti va avanti quindi nella sua avventura agonistica, dedicata alla memoria del Geometra Daniele Ferrando, attraverso l’abnegazione dei volontari che si sono impegnati nella gestione del percorso e di tutti i servizi. Un grazie particolare all’Amministrazione Comunale di Aglié che anche quest’anno ha accompagnato l’impegno organizzativo al pari degli sponsor che hanno garantito la loro fiducia, la storia della 9 Miglia va avanti, appuntamento al prossimo anno.

 

Estate Ragazzi: dal 9 maggio aperte le iscrizioni per le bambine e i bambini della scuola primaria

Anche per l’estate 2023 alle bambine e ai bambini torinesi saranno garantite e ampliate le opportunità ricreative ed educative volte a promuovere il loro benessere, stimolare la loro voglia di imparare e di socializzare offrendo attività di svago, movimento e rinforzo dell’apprendimento. Il tutto si inserisce in una più grande cornice, che coinvolge anche la conciliazione dei tempi di vita-lavoro delle famiglie durante il periodo di vacanze scolastiche.

Riparte dunque la nuova edizione di Estate Ragazzi, l’iniziativa della Città di Torino realizzata da ITER, l’Istituzione Torinese Educazione Responsabile, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Fondazione Ufficio Pio. 18 Enti qualificati gestiranno i 49 centri estivi presenti in tutte le Circoscrizioni, ospitati negli istituti comprensivi dal 12 giugno al 28 luglio 2023.

Il progetto Estate Ragazzi riprende forte della soddisfazione delle famiglie che nello scorso anno hanno accolto più che positivamente le iniziative proposte nel periodo estivo.

Estate Ragazzi è inserito nella cornice “2023.Un’estate insieme” che Fondazione Compagnia di San Paolo sviluppa insieme alla Città di Torino, in collaborazione con Fondazione Ufficio Pio, Fondazione per la Scuola, Consorzio Xkè? ZeroTredici e Abbonamento Piemonte Musei. Nel 2022 hanno partecipato oltre 17.700 bambine, bambini, ragazze e ragazzi: più di 3mila per la fascia 6-11 anni impegnati nelle attività di Estate Ragazzi, di cui 252 con disabilità. Risultati considerevoli anche per la fascia delle più piccole e dei più piccoli, con 4.556 bimbe e bimbi coinvolti in Nidi d’Estate e Bimbi estate (iniziativa della Città di Torino aperta a tutte e tutti i bambini da 0 a 6 anni). In circa 9mila tra i 6 e i 16 anni, invece, hanno partecipato alle attività degli oratori salesiani e diocesani con AGS per il Territorio (3.300 minori) e Associazione NOI Torino (5.500 minori). Sono stati 1.200 i bambini che hanno preso parte al Sam non va in vacanza e 31 i bambini che hanno frequentato le attività del CESM (Centri Educativi Specializzati Municipali).

Durante queste attività estive sono 9.567 i ragazzi e le ragazze dai 6 ai 14 anni che hanno beneficiato dell’Abbonamento Musei Junior, messo a disposizione dal palinsesto de La Bella Stagione.

Tra le novità del 2023, due corsi di formazione gratuiti ad animatrici/animatori ed educatrici/educatori dei centri estivi di Estate Ragazzi volti ad approfondire le tematiche sulla disabilità e sulla gestione di strategie educative volte all’inclusione, in particolare: supporto alla famiglia, strumenti e modalità da adottare con le bambine e i bambini con autismo, esperienze di gioco inclusivo, approccio alla disabilità fisica. È altresì previsto un servizio di trasporto verso/da il Centro estivo per i bambini con disabilità che ne hanno diritto, garantito dall’Amministrazione Comunale per i soli residenti a Torino.

È stato poi approvato un Protocollo d’intesa tra ITER e le associazioni Noi Torino e AGS per il Territorio che organizzano attività estive per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni negli Oratori parrocchiali e salesiani, con l’obiettivo di realizzare un migliore coordinamento dell’offerta dell’animazione estiva per offrire un servizio più rispondente ai bisogni delle famiglie, grazie anche a una comune azione di monitoraggio delle attività e della soddisfazione di bambini e famiglie.

Il programma 2023 di Estate Ragazzi prevede la frequenza di attività creative, esperienziali, di scoperta, socialità e movimento nei musei, nelle istituzioni culturali e nelle associazioni del territorio a Torino e nella prima cintura nell’ambito del palinsesto La Bella Stagione 2023, promossa dalla Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con il Consorzio Xké? ZeroTredici e con l’Associazione Abbonamento Musei.

Le pre-iscrizioni ai Centri Estivi dell’Estate Ragazzi Città di Torino potranno essere effettuate su uno o più turni settimanali a partire da martedì 9 maggio alle ore 12.00 sul sito www.estateragazzitorino.it, utilizzando le credenziali SPID. Per ciò che concerne i costi, invece, le tariffe di Estate Ragazzi sono calcolate in base all’ISEE, per cui le famiglie pagheranno da un minimo di 0 a un massimo di 95 euro per ogni settimana in cui vorranno usufruire del servizio.

La Città di Torino, inoltre, propone attività estive per le bimbe e i bimbi dai zero a sei anni “Nidi d’Estate” e “Bimbi Estate”. Il servizio per il 2023 è articolato su 4 turni di quindici giorni: per luglio dal 3 al 14 e dal 17 al 28, per agosto dal 31 luglio all’11 e dal 21 all’1 settembre.

Estate Ragazzi si conferma un pilastro dell’offerta estiva per le bambine e i bambini torinesi e per le loro famiglie” dichiara l’Assessora alle Politiche Educative Carlotta Salerno. “L’adesione riscontrata negli ultimi anni traccia un percorso certo. Fornire questo servizio significa garantire da una parte una continuità nelle attività formative, con una forte attenzione all’aggregazione e al gioco, per le e i più piccole/i anche durante la pausa scolastica; dall’altra un supporto per le famiglie che trovano in Estate Ragazzi un valido alleato nella complicata conciliazione tra casa e lavoro. Bambine e bambini restano, quindi, una priorità per questa amministrazione che, anche grazie alla forte collaborazione con Compagnia di San Paolo e, da quest’anno, anche con la rete degli oratori Noi Torino e AGS per il territorio, punta a rendere la loro estate ricca di attività ludiche ed educative, garantendo sempre più opportunità.

La Fondazione Compagnia di San Paolo ha contribuito negli ultimi anni ad arricchire e ampliare l’offerta educativa estiva – insieme a Fondazione Ufficio Pio, Fondazione per la Scuola e Consorzio Xkè? ZeroTredici – con la Città, gli oratori diocesani e salesiani di Torino, le scuole e gli enti del terzo settore, l’Associazione Abbonamento Musei e le istituzioni culturali, creando opportunità per tutti i bambini e le bambine. La capacità di lavorare in modo corale e integrato tra settori e ambiti differenti sull’intero territorio cittadino negli anni si è ulteriormente rafforzata, ponendo particolare rilievo sia al tema delle competenze degli operatori, sia al monitoraggio delle attività. Per creare contesti sempre più inclusivi, abbiamo progettato insieme ad Area Onlus, Fondazione Paideia, Associazione CasaOz, Cooperativa Il Margine, formazioni gratuite specifiche per gli animatori/educatori che forniranno nei centri estivi occasioni educative ulteriormente attente ai bisogni dei bambini e delle bambine, con particolare riguardo alle situazioni di minori con disabilità. Vogliamo creare sempre più opportunità accessibili a tutti e a tutte, che mettano in primo piano i più giovani, perché sviluppino il loro potenziale e diventino protagonisti del loro futuro” afferma Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Ragazzo di 15 anni prende a calci e pugni 13enne per derubarlo

Un ragazzo di 15 anni di origine albanese, che risiede ad Alessandria ha tentato di estorcere denaro in modo minaccioso a un altro ragazzo di 13 anni, che si trovava in compagnia di alcuni coetanei nel centro della città piemontese. Nonostante la vittima si sia rifiutata di consegnare il poco denaro che aveva, il ragazzo albanese ha iniziato ad aggredirla fisicamente, colpendola con pugni e calci. Le indagini sono svolte dai carabinieri. Il 13enne è stato accompagnato in ospedale per controlli.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Apnea disabili, Ilenia Colanero fa il bis: a Torino un nuovo record del mondo

Secondo, inaspettato, record mondiale di apnea in due giorni per Ilenia Colanero, che, in occasione dei Campionati Italiani di apnea indoor per diversamente abili, organizzati dalla Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva, Attività Subacquee e Nuoto Pinnato) in collaborazione con la Asd La Salle Eridano, ha stabilito anche il nuovo primato mondiale Cmas (Confederazione Mondiale Attività Subacquee) di apnea dinamica senza attrezzi, dopo aver conseguito ieri quello di apnea dinamica con pinne. A Torino, nella vasca da 25 m della Piscina Trecate, l’atleta abruzzese ha percorso 57,80 metri in 1’ 32’’ e 68, migliorando il precedente record mondiale di 17,65 metri. I record iridati Cmas conseguiti dall’atleta di Lanciano sono così saliti a quota sei. “Riuscire a superarsi quotidianamente dà soddisfazioni immense e i due record di Torino sono il premio più bello che potessi chiedere, dal momento che costituiscono la conferma della bontà degli sforzi fatti”, spiega Ilenia Colanero. “Proverò ad andare ancora oltre, mettendomi nuovamente in gioco e dimostrando che normalità e disabilità sono solo due parole, ma non uno stato. Il meritato riposo è per me comunque rimandato perché tra dieci giorni sarò in Sicilia, a Castellammare del Golfo, per DisabilidaMare, dove, in coppia con Stefano Makula e Fabrizio Pagani, insegnerò l’apnea a un gruppo di ragazzi disabili. Ecco, questa è la terza medaglia in un mese”.

www.fipsas.it