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Concessioni idroelettriche: accolte dalla Regione proposte di project financing di Iren

Iren ha presentato alla Regione Piemonte due proposte di Project Financing relative agli impianti idroelettrici con concessioni scadute sull’asta del torrente Orco e del fiume Po.

Con questa iniziativa Iren si attesta come la prima società del Paese a presentare una proposta di project financing applicato alle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche italiane. L’operazione si inserisce all’interno delle linee strategiche del Gruppo, orientato a consolidare e rafforzare la propria posizione nella generazione da rinnovabili.

Le proposte progettuali, del valore complessivo di 300 milioni di euro, includono interventi funzionali al potenziamento e all’efficientamento dei 300 MW attualmente installati, ottimizzando l’utilizzo delle risorse idriche disponibili, minimizzando l’impatto ambientale degli impianti e integrando opere a valenza paesaggistica e compensativa, con ricadute positive sul territorio.

La Giunta della Regione Piemonte, a conclusione dell’esame istruttorio, ha ritenuto accoglibili tali proposte nel contesto dell’attuale disciplina in materia di assegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica, demandando alla Direzione regionale Ambiente, Energia e Territorio l’adozione degli atti necessari a darne attuazione.

Andrea Cane (Lega): “Canavese e Valli, 16 progetti Pnrr per rigenerare il territorio”

 

Sono 16 i progetti in Canavese e Valli che si sono aggiudicati risorse del Pnrr per rigenerare un sito di interesse storico. 

“Il bando riservato a Comuni che ospitano un sito di interesse storico – spiega il canavesano Andrea Cane, Responsabile enti locali della Lega Salvini Piemonte – offre la possibilità di  rigenerazione del bene grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono compresi edifici, chiese e antichi casali tra cui, nella nostra zona, il risanamento della Baita rurale di Pian Belfè con annesso antico lavatoio e abbeveratoio per il bestiame ad Ala di Stura, il recupero del paesaggio rurale di Pessano adiacente alla chiesetta di Santissimi Pietro e Paolo e il restauro chiesetta di Santa Eurosia entrambi nel Comune di Bollengo”.

“Ancora a Borgiallo verrà garantito un restauro conservativo di diverse edicole votive e pitture murarie sacre presenti lungo antiche strade vicinali e sentieri – dettaglia Andrea Cane –  mentre la cappella dell’Assunta presso il Castello di Castellamonte verrà valorizzata, affinché ritorni ad essere un elemento di riferimento per la comunità locale. 

In località Vernetti-Salto a Cuorgnè ci sarà il restauro della casa Forte di Torre Pietra, a Groscavallo il consolidamento, restauro e recupero della chiesetta alpina del 1522″.

“Anche il mio Comune di Ingria – prosegue Andrea Cane che siede nel consiglio comunale – in Frazione Querio beneficeremo del bando per la casa museo dell’Arrotino. Il progetto prevede il recupero e il restauro conservativo della casa alpina, consistente in un’opera di conservazione di tutti gli elementi costruttivi presenti. A Lanzo Torinese si provvederà al recupero della Cappella campestre di San Giacinto e al ripristino dell’area prospiciente per favorirne la fruizione e valorizzare la componente storico, culturale e paesaggistica del sito, ubicato in una posizione panoramica nella riserva naturale del Ponte del Diavolo di Lanzo Torinese Belvedere di San Giacinto. Sempre in Valle il restauro conservativo e il risanamento del percorso di arte sacra della cappella San Giuseppe di Mezzenile, mentre Ribordone recupererà il crotin, edificio rurale tipo per la stagionatura formaggi e il forno di borgata in Località Boscalera.

San Carlo Canavese punta sul conservativo e recupero funzionale della cappella di San Gerolamo.

Settimo Vittone, invece, ha investito sul risanamento conservativo dell’abitazione rurale e dei Pilun siti in località Piole e lungo la via Francigena e al risanamento conservativo della cascina Località Pissapolla. Per termineare questo elenco di valori storici e culturali canavesani, Sparone ha scommesso su casa di forte di Onzino per recupero e restauro, mentre 

Valchiusa presso la Borgata di Cantoncello riporterà allo splendore i fabbricati storici. Il rilancio del Canavese passa da questi progetti e dall’attenzione che questa amministrazione regionale a traino Lega sta dimostrando costantemente: per queste ragioni sono orgoglioso di poter lavorare per questi territori ed enti locali”.

Carmagnola, lancio di sassi sul Consiglio comunale: arrivano i carabinieri

Momenti di paura al consiglio comunale di Carmagnola. Durante la fine della riunione, mentre si stava discutendo del sagrato della Chiesa di San Bernardo, alcune persone dall’esterno hanno tirato dei sassi contro la finestra della sala del consiglio, nelle vicinanze dei posti per il pubblico, causando la rottura della finestra. La riunione è stata immediatamente sospesa e i carabinieri della compagnia di Carmagnola sono stati chiamati per indagare sull’incidente.

 

Nursing Up: “l’età media degli infermieri al lavoro è sempre più alta”

Nel giro di 15 anni il 40% degli attuali infermieri sarà in pensione

 

Bisogna agire subito per non sguarnire il sistema sanitario pubblico

Chi di dovere convochi un tavolo strategico con i sindacati per una soluzione

 

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, lancia un preoccupato allarme sul continuo e inarrestabile invecchiamento della categoria, con l’età media attuale degli infermieri, rilevata sugli iscritti agli ordini, che è giunta a 52,2 anni, quando solo nel 2019 era di 45,6 anni.

Un fenomeno che non può che destare una concreta preoccupazione perché in proiezione, nel giro di 15 anni, avremo almeno il 40% degli infermieri attuali che avranno abbandonato il lavoro, perché andati in pensione. Quasi la metà degli attuali infermieri occupati, quindi, se ne andranno (giustamente per il raggiungimento dell’età pensionabile) e da chi verranno sostituiti, visto che già oggi gli organici avrebbero bisogno di massicce nuove assunzioni? Da chi, visto che come andiamo dicendo da mesi inascoltati, sarebbe necessario già oggi avere almeno 5000 infermieri in più, assunti e immessi nel sistema sanitario pubblico della nostra regione?

Le cifre di questo “disastro generazionale” che oggi viviamo, certificate a livello nazionale dall’indagine del maggio 2022 dell’osservatorio Oasi (Observatory on healthcare organizations and policies in Italy) del Cergas Bocconi che hanno evidenziato, drammaticamente, come l’età media dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale sia addirittura 56,49 anni, impongono immediate e risolutive azioni collettive, con strategie concrete messe in atto dalla Regione in accordo con i sindacati.

Le linee guida su cui lavorare sono essenzialmente tre: un rigoroso e coraggioso piano di assunzioni, che contribuisca a sanare la voragine esistente; rendere il lavoro nella sanità pubblica regionale più appetibile con una valorizzazione economica degna di tal nome che può e deve restituire appeal e credibilità alla nostra professione; incentivare il ricambio generazionale continuo e sostanzioso partendo dalle basi della professione, ovvero i corsi universitari.

 

Se non si agirà immediatamente su queste strategie, il futuro della nostra professione e dell’attuale sistema di sanità pubblica sarà davvero una grande incognita, con la chiara possibilità che molti dei servizi erogati oggi non possano più essere realizzati “domani” per la mancanza di personale.

Il Segretario regionale Nursing Up del Piemonte, Claudio Delli Carri, aggiunge: “Agire subito su queste drammatiche previsioni che poggiano su dati concretissimi odierni, che ognuno di noi vive di persona quotidianamente nei reparti in perenne emergenza di personale, non vuole dire impostare l’ennesima sterile discussione o polemica. Ma vuole dire pianificare da parte della Regione, assieme alla parte sindacale, immediate strategie per massicce assunzioni di forze fresche, incentivando la scelta della professione nella sanità pubblica con una valorizzazione economica adeguata e concreta, e supportando tramite ciò la scelta di questo mestiere dei giovani che iniziano l’università. Oggi, gli infermieri sono pochi, con un’età media superiore ai 50 anni, e si applicano in una professione usurante sia fisicamente sia psicologicamente, che non può essere affrontata per 40 anni lavorativi di fila. In più, anche la “finestra lavorativa” dell’infermiere si è ristretta, visto che fino a qualche anno fa i giovani assunti andavano dai 19 anni ai 22 anni e oggi, dopo la formazione universitaria, l’accesso al mondo del lavoro è slittato: infatti, i nuovi infermieri che entrano nelle strutture hanno in media dai 24 ai 28 anni. E, altro dato drammatico, le domande al corso di laurea per infermiere (dati nazionali) sono palesemente diminuite rispetto agli anni precedenti, dopo i “picchi” degli anni dal 2010 al 2013.

Ora, se è inevitabile che i colleghi che oggi sono over 50 andranno tutti in pensione, è chiaro che non abbiamo altre strade da percorrere se non quella di ricostruire da zero tutta la strategia di gestione della nostra professione nella sanità pubblica. La situazione è davvero allarmante. Per fare un esempio è come se la professione nel pubblico fosse una barca che mese dopo mese si riempie d’acqua, senza che nessuno faccia nulla per rimediare: la barca alla fine affonda. Le toppe, gli interventi tampone, il ricorso ad artifici estemporanei come l’appoggiarsi alle cooperative con le esternalizzazioni, non risolvono il problema. Se non vogliamo rischiare un’ecatombe di personale sanitario con tutte le conseguenze sulla qualità delle prestazioni dei cittadini che si possono immaginare, è imperativo agire.

Chiediamo dunque a chi di dovere di organizzare un tavolo permanente di “emergenza”, con la presenza dei sindacati, per creare una strategia d’azione concreta e da attuare subito per tentare di trovare una soluzione.

Se invece non si farà nulla, l’alternativa, come ci raccontano i dati, sarà un futuro su cui incombe un’enorme incognita sia per la nostra professione sia per il sistema sanitario pubblico come lo conosciamo”.

 

Chieri: “Slow Time. Siamo tutti nipoti”

“SLOW TIME 2023”: SIAMO TUTTI NIPOTI

Sabato 6 maggio in Biblioteca Civica

il primo laboratorio tra generazioni promosso dal Centro Famiglia

“Slow Time. Siamo tutti nipoti” è un progetto organizzato dal Centro Famiglia di Chieri e sostenuto dal Comune di Chieri, che coinvolge le scuole dell’infanzia Chieri1, Chieri3 e l’Istituto Santa Teresa, oltre al Liceo Monti e alla Biblioteca Civica.

Attraverso un laboratorio intergenerazionale, si intende promuovere occasioni ludico-educative ed iniziative per bambine e bambini e favorire l’attivazione di reti informali tra genitori e famiglie allargate con bimbi della fascia di età 0-6 anni.

        Il primo incontro, dal titolo «Il Villaggio che educa. Bambini, genitori, nonni, insegnanti in un laboratorio tra generazioni», è in programma sabato 6 maggio, dalle 10 alle 12, presso la Biblioteca civica “Nicolò e Paola Francone” (via Vittorio Emanuele II, 1).

        Qui saranno esposti i disegni e i lavori realizzati dagli alunni della scuola dell’infanzia Istituto Santa Teresa, che verranno illustrati dalle insegnanti. Nell’occasione è prevista la consegna alla scuola di libri per l’infanzia che rappresentano e narrano di nonne e di nonni. Gli alunni saranno coinvolti in un laboratorio di manualità,condotto da due animatrici, affiancate da studenti del Liceo Monti. Contemporaneamente i genitori, le nonne e i nonni, insieme agli insegnanti, parteciperanno a un incontro di riflessione sulle tematiche della “nonnità”, coordinato da due nonni del Centro Famiglia di Chieri.

                        «Con questa iniziativa vogliamo stimolare il coinvolgimento di nonni e genitori e attivare reti formali e informali sul territorio-spiegano i referenti del progetto Luciano TOSCO e Tiziana PIOVESANAL’obiettivo è promuovere una riflessione sui rapporti intergenerazionali tra le diverse figure familiari ed educative che ruotano intorno ai bambini (genitori, nonni, insegnanti) coinvolgendo e promuovendo nel contempo il loro protagonismo. Attraverso laboratori presso le Scuole dell’infanzia di Chieri gestiti dalle insegnanti sono stati prodotti dai bimbi disegni, pensieri, oggetti semplici, che parlano di loro in relazione con i loro genitori, le nonne e i nonni, e tutte le persone, gli animali e gli oggetti per loro significativi. Questi lavori vengono esposti alla Biblioteca Civica in occasione di incontri durante i quali i bambini sono coinvolti in laboratori di manualità (condotti dalle animatrici affiancate dagli studenti del Liceo Monti) e gli adulti in momenti di riflessione».

                        «Molteplici studi sociologici e le neuroscienze confermano l’efficacia di investire in momenti educativi e di socializzazione finché i bambini sono piccoli o piccolissimi – spiega Manuela OLIA, consigliera comunale del Pd con delega ai progetti e servizi per l’infanzia da zero a sei anni – Ricerche internazionali confermano che lo sviluppo della parola in questo periodo è collegato allo sviluppo del cervello dei bambini, e che chi ha avuto opportunità di sviluppo in questo periodo ha risultati migliori a scuola, nel lavoro e nello studio, per tutta la vita. L’inizio della vita è un momento strategico per i bambini, le bambine e le loro famiglie. Per questo la Città di Chieri sostiene il progetto del Centro Famiglia nell’ambito del pluriennale progetto Slow Time della città,per promuovere occasioni di socializzazione per bambini e genitori e favorire l’attivazione di reti informali tra famiglie con bambini della fascia di età 0-6 anni».

All’incontro sono invitati i bambini accompagnati da genitori, nonni e altri familiari (fratelli, zii…): per quelli frequentanti la Scuola dell’Infanzia Istituto Santa Teresa occorre dare comunicazione alla scuola stessa, per gli altri è opportuno dare comunicazione di partecipazione alla Biblioteca Civica.

I prossimi incontri si svolgeranno di sabato, sempre in Biblioteca, dalle 10 alle 12, con la partecipazione delle seguenti scuole: 14 ottobre Scuola infanzia Celestina Costa Istituto Comprensivo Chieri 1; 21 ottobre Scuole infanzia Istituto Comprensivo Chieri 3; 4 novembre Scuole infanzia istituto comprensivo Chieri 3; 18 novembre Scuola infanzia Istituto Santa Teresa.

Info:

Biblioteca Civica:

Tel.011/9428400, biblioteca@comune.chieri.to.it

Fondi Pnrr per rigenerare in Piemonte i siti di interesse storico. Coinvolto un comune su cinque

Quasi un comune piemontese su cinque ospita un sito di interesse storico che sarà rigenerato con i fondi del Pnrr: in meno di un anno finanziati più di 400 progetti culturali per un valore di quasi 130 milioni di euro

 

Nel Torinese sono stati finanziati 57 progetti in 44 comuni per un valore di 6,922 milioni e una ricaduta economica di 8,5 milioni

 

Ci sono anche 44 comuni del Torinese tra i 311 che si sono aggiudicati risorse del Pnrr per rigenerare un sito di interesse storico. Il bando è destinato complessivamente in Piemonte a duecentoquindici comuni, quasi uno su cinque, che ospitano un sito di interesse storico che sarà rigenerato grazie ai fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza: edifici del passato, chiese e antichi casali distribuiti praticamente su tutte le otto province. Una radiografia emersa dall’ultima graduatoria dei programmi di recupero degli edifici rurali stilata dalla Settore Cultura della Regione Piemonte che finora ha assegnato quasi 130 milioni di euro su alcune linee del Pnrr, di cui gli ultimi 38,2 milioni serviranno a recuperare edifici storici oggi in disuso o in stato di degrado attraverso 311 progetti che avranno una ricaduta economica di 49,7 milioni di euro.

Per il Presidente della Regione e l’assessore alla Cultura la ricognizione dei progetti, soltanto per quanto riguarda l’ultima assegnazione, racconta un Piemonte capace di raccogliere e sfruttare in pieno la sfida di spendere praticamente tutte le risorse messe a disposizione dal Pnrr hanno osservato. Gli investimenti sulla cultura sono ormai un asset e nello stesso tempo un patrimonio di cui è dotato il Piemonte.

Nel Torinese sono stati finanziati 57 progetti in 44 comuni per un valore di 6,922 milioni e una ricaduta economica di 8,5 milioni di euro

Ala di Stura (Pian Belfè): risanamento Baita rurale di Pian Belfè con annesso antico lavatoio e abbeveratoio per il bestiame;

Angrogna-Località Ciabas: intervento di risanamento conservativo, copertura facciate serramenti del tempio del Ciabas;

Arignano: restauro del mulino di Arignano, un mulino ad acqua della prima metà dell’800, dal punto di vista architettonico è uno splendido esempio di edificio rurale di ispirazione neoclassica;

Bardonecchia: consolidamento geologico e messa in sicurezza della chiesa parrocchiale di Millauress;

Bollengo località Pessano: recupero paesaggio rurale di Pessano adiacente alla chiesetta di Santissimi Pietro e Paolo;

Bollengo: restauro chiesetta di Santa Eurosia. Messa in sicurezza, Restauro e Recupero Funzionale della Chiesetta barocca di Santa Eurosia sita nel Comune di Bollengo (TO) lungo la Via Francigena di Sigerico.

Borgiallo: progetto «Sentieri tra arte e natura» che prevede il restauro conservativo di diverse edicole votive e pitture murarie sacre presenti lungo antiche strade vicinali e sentieri nel Comune di Borgiallo;

Bussoleno-Località Grangia dell’Alpe: ristrutturazione rustici;

Buttigliera Alta: recupero funzionale per la conservazione e valorizzazione culturale e paesaggistica e turistica della torre della Bicocca;

Candiolo: risanamento e recupero edificio rurale in Bosco Le Risere. L’immobile oggetto di intervento è situato nel Parco di Stupinigi, nel Sito Rete Natura 2000 “Stupinigi” e in zona oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico. L’immobile fa parte di un complesso di edifici classificati dal Piano d’Area del Parco Naturale di Stupinigi come “fabbricati d’epoca”;

Candiolo-Cascina Parpaglia: intervento sull’antica chiesa Maria dell’Immacolata;

Caprie- Borgo Case Mandria: recupero e valorizzazione fabbricato rurale Borgo case Mandria;

Castellamonte: il progetto si pone l’obiettivo di tracciare un percorso per proiettare la cappella dell’Assunta presso il Castello di Castellamonte verso una nuova dimensione, improntata alla tutela e alla valorizzazione di una realtà rurale antica, affinché ritorni ad essere un elemento di riferimento per la comunità locale;

Castiglione Torinese-Gerbas: cascina il Gerbas, recupero cascinale del ‘700;

Chieri: rifunzionalizzazione e restauro della Cascina Rubiotto;

Chivasso- Frazione Mandria: realizzazione di illuminazione su corte d’onore del complesso settecentesco della regia mandria realizzato dai Savoia per l’allevamento dei cavalli per rendere gli spazi pubblici praticabili in sicurezza e scoraggiare attività criminose o atti vandalici sui fabbricati adiacenti;

Condove-Frazione Mocchie: canonica della castellania abbaziale di Mocchie. Il progetto prevede la creazione di uno spazio espositivo nella località di villeggiatura di Mocchie soprattutto a favore dei turisti estivi mediante la rifunzionalizzazione della canonica antica della parrocchia, ora in stato di abbandono.

Condove-Cappella Madonna del Castello: recupero cappella della Beata Vergine Assunta.

Condove Frazione Frassinere: restauro della Cappella Volpi;

Condove-Reno Inferiore: il progetto prevede la ristrutturazione e il recupero del fabbricato adibito ad antico forno della borgata Reno e del fabbricato destinato ad essere adibito a contenitore culturale e luogo di dialogo tra la cultura scientifica e i cittadini nonché alla promozione enogastonomica del territorio;

Courgnè-Località Vernetti-Salto: restauro casa Forte di Torre Pietra;

Cumiana: restauro e risanamento conservativo del rustico Flandinet;

Groscavallo-Campo della Pietra: consolidamento, restauro e recupero della chiesetta alpina del 1522;

Ingria-Frazione Querio: casa museo dell’Arrotino. Il progetto prevede il recupero e il restauro conservativo della casa alpina, consistente in un’opera di conservazione di tutti gli elementi costruttivi presenti;

Lanzo Torinese: recupero della Cappella campestre di San Giacinto e ripristino dell’area prospiciente per favorirne la fruizione e valorizzare la componente storico, culturale e paesaggistica del sito, ubicato in una posizione panoramica nella riserva naturale del Ponte del Diavolo di Lanzo Torinese Belvedere di San Giacinto;

Mezzenile Località Plissy: restauro conservativo e risanamento percorso di arte sacra cappella San Giuseppe di Mezzenile;

Moncalieri: ripristino funzionalità aree di protezione ambientale a Moncalieri, strada Castel Vecchio;

Mompantero frazione Castegneretto: restauro cappella della Madonna del Castegneretto;

None: cascina Rondellino ristrutturazione del fabbricato.

Novalesa: restauro degli affreschi della cappella di Sant’Anna. La piccola cappella sorge in una frazione rurale, luogo di passaggio di un nutrito turismo interessato ai sentieri che percorrono il paesaggio alpino.

Novalesa-Frazione San Pietro: Abbazia dei santissimi Pietro e Andrea a Novalesa riqualificazione e valorizzazione del sagrato della chiesa Abbaziale;

Orbassano-Podere cascina Gorgia: restauro e valorizzazione e messa in sicurezza del basso fabbricato ad uso forno ubicato nell’area pertinenziale del podere Cascina Gorgia;

Oulx-Frazione Chateau Beaulard : restauro della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo;

Pavarolo: l’intervento riguarda la riqualificazione di un cascinale caratterizzante il tessuto storico e paesaggistico di Pavarolo;

Pinerolo: intervento sulla cascina Ai Nana che consentirà di far rivivere funzionalmente le componenti di architettura vegetale;

Pinerolo: ristrutturazione e recupero del fabbricato adibito ad antico forno della borgata Reno e del fabbricato destinato ad essere adibito a contenitore culturale e luogo di dialogo tra la cultura scientifica e i cittadini nonché alla promozione enogastonomica del territorio;

Pinerolo-Cascina Danesy: recupero funzionale compendio rurale;

Pinerolo-Località Baudenacca: restauro degli apparati decorativi pittorici del complesso rurale del Colombretto;

Pinerolo-Ai Nana: cappella di San Giovanni Battista. Il progetto di restauro e valorizzazione della Cappella di San Giovanni Battista si pone l’obiettivo di rendere nuovamente visitabile in sicurezza, creando un percorso che renda possibile restituire alla cappella di San Giovanni Battista una nuova dimensione, legata alla progettazione culturale, al turismo ecosostenibile, alla esplorazione del territorio rurale e alla riscoperta della storia del territorio;

Ribordone-Località Boscalera: recupero del crotin edificio rurale tipo per stagionatura formaggi e forno di borgata;

Salbertrand: restauro cappella di San Pancrazio;

San Secondo di Pinerolo-Miradolo: risanamento e recupero funzionale dei rustici del castello di Miradolo;

Sant’Ambrogio di Torino-Frazione San Pietro: restauro della Cappella Madonna di Fatima e Sant’Anna;

San Carlo Canavese: risanamento conservativo e recupero funzionale della cappella di San Gerolamo. Con l’intervento in programma si intende riportare all’antico splendore la storica cappella di San Gerolamo annessa alla nota Cascina Gonetta della prima metà del Settecento.

San Raffaele Cimena: tutela e promozione dei territori della collina torinese con la valorizzazione dell’offerta agricola ed ecoturistica della struttura di Cascina Malerbe;

Settimo Vittone: risanamento conservativo dell’abitazione rurale e dei Pilun siti in località Piole e lungo la via Francigena. L’intervento prevede il risanamento conservativo di un’abitazione rurale risalente al 1766 e del contesto terrazzato e vitato di cui è parte integrante in località Piole, Montestrutto, comune di Settimo Vittone. L’edificio è inserito un una conca terrazzata che degrada fino alla piana di proprietà dell’Azienda viticola Giovanetto e che si attesta lungo la via Francigena;

Settimo Vittone Località Pissapolla: risanamento conservativo della cascina;

Sparone Località Onzino: casa di forte di Onzino recupero e restauro;

Trana-Frazione Pianca: messa in sicurezza e conservazione della cappella Madonna del Belvedere;

Valchiusa-Borgata di Cantoncello: recupero di fabbricati storici della borgata di Cantoncello di Valchiusella;

Verolengo: Località Madonnina: recupero conservativa dell’ex molino di forno;

Verrua Savoia: opere di restauro e messa in sicurezza per la valorizzazione della chiesa campestre di Santa Lucia. La chiesa di Santa Lucia è una cappella situata in località Sivrasco, costruita nel 1695 nel sito di una preesistente cappella campestre dedicata alla Madonna del Carmine;

Verrua Savoia-Località Rocca: recupero funzionale casa colonica annessa alla fortezza di Verrua Savoia ai fini della realizzazione di un chiosco;

Villafranca Piemonte: lavori di consolidamento e restauro della chiesa di San Grato;

Villafranca Piemonte: restauro tettoie della cascina facente parte del complesso architettonico del castello di Marchierù;

Villarfocchiardo-Borgata Banda: Conservazione e recupero dei fabbricati dell’antica Certosa di Banda sita nel comune di Villar Focchiardo;

Volvera-Cascina Pascolo Nuovo: restauro e risanamento conservativo parziale del palazzotto Juva;

Festa della mamma: dal 2 al 14 maggio apre lo Store Adisco

Scenografie e allestimenti coloratissimi, oggettistica per la casa, la tavola e il giardino, abbigliamento in tessuti freschi e colorati, gioielli originali, cuori di ogni dimensione, articoli floreali e tanto altro ancora per contribuire a sostenere il nuovo progetto per l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino

  Immancabile anche quest’anno l’appuntamento con Adisco Sezione Piemonte: che dal 2 al 14 maggio apre al pubblico lo Store Adisco Piemonte di via Lagrange 5D a Torino in occasione della Festa della Mamma.

Tra le novità di questa edizione scenografie e allestimenti coloratissimi che richiamano l’imminenza dell’estate, tante idee regalo utili, originali ed esclusive per celebrare una persona importante come la mamma: oggettistica per la casa, la tavola e il giardino, accessori e abbigliamento in tessuti freschi e colorati, gioielli originali, cuori di ogni dimensione, articoli floreali e tanto altro ancora.

Nello Store Adisco tutto è in vendita e il ricavato contribuirà a sostenere le finalità dell’associazione e sarà devoluto all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino per il progetto pilota di screening neonatale mediante sequenziamento su larga scala, un esempio di prevenzione secondaria, che consentirà di identificare e trattare precocemente circa 500 malattie pediatriche.

Lo Store Adisco Piemonte di via Lagrange 5/D resterà aperto dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10:30 alle 19.

Il ricordo del questore Faraoni dieci anni dopo la scomparsa

Domenica 30 aprile ricorrerà il decennale dalla scomparsa del dr. Aldo Faraoni, Dirigente Generale di P.S., già Questore di Torino dal 25 agosto 2008 al 31 gennaio 2013.

Di concerto con la famiglia, sabato 6 maggio si onorerà  la memoria dell’ex Questore Faraoni con unaSanta Messa in suo suffragio, che avrà luogo alle ore 10 nella Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata Concezione e San Donato, in via San Donato 21; la funzione verrà concelebrata dal Parroco della Chiesa don Luca Pacificoe dal Cappellano della Polizia di Stato Don Cristiano MASSA.

Appena pochi giorni fa, anche il Questore Vincenzo Ciarambino, nel corso del suo discorso in occasione del 171° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, ha ricordato il caro ed amato Aldo, morto a pochi mesi dal collocamento in quiescenza al termine di una brillante carriera alla guida della sua questura, nei cui ranghi aveva militato per gran parte della sua storia di investigatore stimato ed apprezzato.

Nato a Sutri (VT) il 4 gennaio del 1948, dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Aldo Faraoni era infatti approdato a Torino: l’esordio professionale nell’ottobre del 1974, come funzionario di P.S. al Commissariato San Paolo, al tempo in via Cesana. Chiamato pochi mesi dopo alla Squadra Mobile del capoluogo piemontese, si distinguerà per le sue doti professionali e il particolare acume investigativo.  Il 30 ottobre del 1980, durante un’operazione di polizia, viene ferito in un conflitto a fuoco, fatto che l’anno successivo gli varrà un Attestato di Merito Speciale. Della Squadra Mobile diventerà anche Dirigente, dal dicembre del 1987 all’agosto del 1994, quando viene destinato alla direzione del Centro Interprovinciale Criminalpol. A quel periodo risalgono alcune brillanti operazioni, come quelle relative ai sequestri di Marco Fiora, Castagno, Alessi, nonché le numerose investigazioni sulla criminalità organizzata siciliana e calabrese e i casi di omicidio di Nazzareno Tidona, Raffaele Pelletto e Patrizia Esposto.

Dal settembre del 1995 fino ad ottobre dell’anno successivo sarà alla direzione della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Torino.

Dal 1996 al 1999 Aldo Faraoni viene chiamato a dirigere la Squadra Mobile di Napoli. Promosso Dirigente Superiore, è prima Questore della provincia del Verbano Cusio Ossola e poi di Treviso e Modena. Nel settembre del 2003 ricopre l’incarico di coordinatore del gruppo di lavoro che si occupa della logistica nella pianificazione per la sicurezza dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006.

Dal 1° Dicembre 2007 è Direttore del Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale di Torino.

Nominato Dirigente Generale di P.S., il 25 agosto 2008diventa Questore di Torino, alla cui guida rimarrà per un lungo periodo, il più lungo di tutti i questori torinesi, fino al 31 Gennaio 2013, suo ultimo giorno di servizio.Soltanto il giorno prima, nella sala riunioni della Questura, che oggi porta il suo nome, aveva avuto luogo la sua ultima conferenza stampa, insieme al Procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli, in occasione dell’arresto, operato dalla Squadra Mobile torinese,dell’uomo ritenuto responsabile del delitto del consigliere comunale Alberto Musy .

Il 30 Aprile dello stesso anno Aldo Faraoni muore a causa di una terribile e dolorosa malattia, che non gli ha però impedito di lavorare con amore ed assoluta dedizione, al servizio della Polizia di Stato e della sua città d’adozione, Torino, dove ancora oggi è ricordato con profonda ammirazione dalla cittadinanza tutta come il Questore “gentiluomo” per la sua profonda umanità.

​​​​​​(foto di repertorio)

Controlli nelle zone della movida, sanzionati tre locali

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Nella scorsa notte hanno avuto luogo, come di consueto, i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale –  nelle aree cittadine interessate dal fenomeno della “movida”.

L’attività, iniziata alle ore 20 del sabato sera, si è concentrata in Piazza Vittorio Veneto, Piazza Castello, Piazza Santa Giulia, Piazzale Valdo Fusi, Piazza Emanuele Filiberto, Via Sant’Ottavio angolo via Verdi, via Mattero Pescatore, via Rossini oltre che zona Murazzi e quartiere San Salvario.

Complessivamente, sono stati sottoposti a controllo 187 persone e diversi locali pubblici, 3 dei quali, ubicati in via Santa Giulia, via Balbi e corso San Maurizio, sono stati sanzionati amministrativamente per le violazioni in materia di vendita di bevande alcoliche. In due dei tre casi è stata riscontrata la vendita di alcol dopo le ore 21.

I servizi di polizia continueranno con cadenza regolare.