ilTorinese

Le mitiche origini di Augusta Taurinorum

Torino, bellezza, magia e mistero   Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume? Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori.

Articolo 1: Torino geograficamente magica
Articolo 2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo 3: I segreti della Gran Madre
Articolo 4: La meridiana che non segna l’ora
Articolo 5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo 6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo 7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo 8: Gli enigmi di Gustavo Roll
Articolo 9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo 10: Torino dei miracoli

Articolo 2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum

Nelle alte valli delle Alpi era usanza liberare una mucca prima di fondare una borgata; l’animale andava al pascolo tutto il giorno per poi trovare il punto in cui distendersi a terra e riposarsi. Quello sarebbe stato il luogo in cui i montanari avrebbero iniziato ad edificare il borgo: «la mucca può “sentire” cose che all’uomo sfuggono, se il posto è sicuro o meno e se di lì si irradiano energie benefiche o maligne».

Anche la fondazione di Torino potrebbe rientrare in una di tali credenze. Ma a questa versione, tutto sommato verosimile e riconducibile a qualche usanza rurale, fanno da controparte altre ipotesi, decisamente più complesse e letteralmente “divine”, poiché hanno come protagonisti proprio degli dei, Fetonte ed Eridano.  Avviciniamoci allora a queste due figure. Secondo il mito greco, Fetonte, figlio del Sole, era stato allevato dalla madre Climene senza sapere chi fosse suo padre. Quando, divenuto adolescente, ella gli rivelò di chi era figlio, il giovane volle una prova della sua nascita. Chiese al padre di lasciargli guidare il suo carro e, dopo molte esitazioni, il Sole acconsentì. Fetonte partì e incominciò a seguire la rotta tracciata sulla volta celeste. Ma ben presto fu spaventato dall’altezza alla quale si trovava. La vista degli animali raffiguranti i segni dello zodiaco gli fece paura e per la sua inesperienza abbandonò la rotta. I cavalli si imbizzarrirono e corsero all’impazzata: prima salirono troppo in alto, bruciando un tratto del cielo che divenne la Via Lattea, quindi scesero troppo vicino alla terra, devastando la Libia che si trasformò in deserto. Gli uomini chiesero aiuto a Zeus che intervenne e, adirato, scagliò un fulmine contro Fetonte, che cadde nelle acque del fiume Eridano, identificato con il Po. Le sorelle di Fetonte,, le Eliadi, piansero afflitte e vennero trasformate dagli dei in pioppi biancheggianti. Le loro lacrime divennero ambra. Ma precisamente, dove cadde Fetonte? In Corso Massimo d’Azeglio, proprio al Parco del Valentino dove ora sorge la Fontana dei Dodici Mesi.  In un altro mito, Eridano, fratello di Osiride, divinità egizia, era un valente principe e semidio. Costretto a fuggire dall’Egitto, percorse un lungo viaggio costeggiando la Grecia e dirigendosi verso l’Italia. Dopo aver attraversato il mar Tirreno sbarcò sulle coste e conquistò l’attuale regione della Liguria, che egli chiamò così in onore del figlio Ligurio. Attraversò poi l’Appennino e si imbatté in una pianura attraversata da un fiume che gli fece tornare alla mente il Nilo. Qui fondò una città, che dedicò al dio Api, venerato sotto forma di Toro.


Un giorno Eridano partecipò ad una corsa di quadrighe, purtroppo però, quando già si trovava vicino alla meta, il principe perse il controllo dei cavalli che, fuori da ogni dominio, si avviarono verso il fiume, ed egli vi cadde, annegando.  In sua memoria il fiume venne chiamato come il principe, “Eridano”, che è, come abbiamo detto, anche l’antico nome del fiume Po, in greco Ἠριδανός (“Eridanos”), e in latino “Eridanus”.  Questa vicenda ci riporta alla nostra Torino, simboleggiata dall’immagine del Toro, come testimoniano, semplicemente, e giocosamente, i numerosissimi toret disseminati per la città. Storicamente il simbolo è riconducibile alla presenza sul territorio della tribù dei Taurini, che probabilmente avevano il loro insediamento o nella Valle di Susa, o nei pressi della confluenza tra il Po e la Dora. L’etimologia del loro nome è incerta anche se in aramaico taur assume il valore di “monte”, quindi “abitanti dei monti”. I Taurini si scontrarono prima con Annibale e poi con i Romani, infine il popolo scomparve dalle cronache storiche ma il loro nome sopravvisse, assumendo un’altra sfumatura di significato, risalente a “taurus”, che in latino significa “toro”. È indubbio che anche oggi l’animale sia caro ai Torinesi, sia a coloro che per gioco o per scaramanzia schiacciano con il tallone il bovino dorato che si trova sotto i portici di piazza San Carlo, sia a quelli vestiti color granata che incessantemente lo seguono in TV. C’è ancora un’altra spiegazione del perché Torino sorga proprio in questo preciso luogo geografico, si tratta della teoria delle “Linee Sincroniche”, sviluppata da Oberto Airaudi, che fonda, nel 1975, a Torino, il Centro Horus, il nucleo da cui poi si sviluppa la comunità Damanhur. Le Linee Sincroniche sono un sistema di comunicazione che collega tutti i corpi celesti più importanti. Sulla Terra vi sono diciotto Linee principali, connesse fra loro attraverso Linee minori; le diciotto Linee principali si riuniscono ai poli geografici in un’unica Linea, che si proietta verso l’universo. Attraverso le Linee Sincroniche viaggia tutto ciò che non ha un corpo fisico: pensieri, energie, emozioni, persino le anime. Il Sistema Sincronico si potrebbe definire, in un certo senso, il sistema nervoso dell’universo e di ogni singolo pianeta. Inoltre, grazie alle Linee Sincroniche è possibile veicolare pensieri e idee ovunque nel mondo. Esse possono essere utilizzate come riferimenti per erigere templi e chiese, come dimostra il nodo centrale in Valchiusella, detto “nodo splendente”, dove sorge, appunto, la sede principale della comunità Damanhur. Secondo gli studi di tale teoria Torino nasce sull’incrocio della Linea Sincronica verticale A (Piemonte-Baltico) e la Linea Sincronica orizzontale B (Caucaso).Vi sono poi gli storici, con una loro versione decisamente meno macchinosa, che riferiscono di insediamenti romani istituiti da Giulio Cesare, intorno al 58 a.C., su resti di villaggi preesistenti, forse proprio dei Taurini. Il presidio militare lì costituitosi prese il nome prima di “Iulia Taurinorum”, poi, nel 28 a.C, divenuto un vero e proprio “castrum”, venne chiamato, dal “princeps” romano Augusto, “Julia Augusta Taurinorum”. Il resto, come si suol dire, è storia.
Queste le spiegazioni, scegliete voi quella che più vi aggrada.

Alessia Cagnotto

Merlo: No alla ‘via giudiziaria al potere’ della sinistra populista

“La lingua batte dove il dente duole. Questo vecchio proverbio non passa di moda. Basti pensare,
per fare un solo esempio, al ritorno in grande stile della ‘via giudiziaria al potere’ nel campo della
sinistra. Un vecchio tic che evidenzia una deriva autenticamente e schiettamente antidemocratica.
Purtroppo la sinistra populista, giustizialista ed ideologica, non riesce a disfarsi di questa vecchia
prassi che rischia di inquinare profondamente la fisiologica dialettica democratica da un lato e
che, al contempo, crea le condizioni per una radicalizzazione permanente del conflitto politico.
Con il solito seguito della delegittimazione morale e dell’annientamento politico dell’avversario/
nemico. Ma dire no alla ‘via giudiziaria al potere’ significa anche, e soprattutto, ridare qualità alla
democrazia e credibilità alle nostre istituzioni democratiche. Nonchè rispettare sino in fondo i
principi e i valori della Costituzione”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’

“Tennis and Friends – Salute e Sport”, a Torino dal 12 al 14 settembre

PREVENZIONE E SPORT: UN DOPPIO VINCENTE

L’evento è l’Official Charity delle Nitto ATP Finals e unisce visite gratuite, screening per la prevenzione, esibizioni di tennis ed incontri con i volti noti dello sport, dello spettacolo e della cultura

 

 

 Il Tour per il XV anno di “Tennis and Friends – Salute e Sport” farà tappa a Torino, dal 12 al 14 settembre 2025. La centrale Piazza Castello sarà il cuore della manifestazione dedicata a prevenzione e sport. Per il quinto anno consecutivo, l’evento è Official Charity delle Nitto ATP Finals, a riprova del forte legame tra l’appuntamento internazionale di tennis e la promozione della salute e del benessere.

 

La giornata di venerdì 12 settembre sarà dedicata agli studenti delle scuole, organizzata in collaborazione con la Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), all’insegna del tema “La prevenzione è giovane, il Tennis come esempio di vita”. Migliaia di ragazzi avranno la possibilità di cimentarsi sui campi da tennis e pickleball ed assistere al raduno “Wheelchair”, il progetto dedicato alle persone con disabilità motoria.

 

Nei mesi che precedono le Nitto ATP Finals, la città di Torino, infatti, accoglierà “Tennis in città”, la manifestazione della FITP che porta gli sport da racchetta nelle piazze e nei luoghi più iconici del capoluogo piemontese, con l’obiettivo di avvicinare sempre più la popolazione a questi sport che stanno appassionando grazie ai successi dei tennisti e delle tenniste italiani.

 

Sempre venerdì, i giovani e le loro famiglie saranno coinvolti nelle attività ludico-educative organizzate da Forze Armate e Polizia di Stato. Nel corso della giornata, sarà presentata ufficialmente #BeActive Settimana Europea dello Sport, iniziativa promossa dal Ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, co-finanziata dalla Commissione europea attraverso il Dipartimento per lo sport, i cui tre temi portanti sono benessere, inclusione e appartenenza.

 

Prenderà, inoltre, il via nei reparti pediatrici l’iniziativa “Tennis and Friends in Corsia”, già sperimentata a maggio presso il Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli di Roma, grazie alla quale i maestri della FITP potranno testimoniare il valore terapeutico dello sport come strumento di sollievo e resilienza per i pazienti più giovani e fragili.

 

Tennis and Friends fa inoltre “scendere in piazza” le eccellenze del mondo sanitario del territorio a disposizione della cittadinanza, creando un vero e proprio Villaggio della Salute e dello Sport, che vede la collaborazione della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP), delle strutture sanitarie partner del progetto sotto il coordinamento della ASL Città di Torino: la stessa ASL Città di Torino, IRCSS Istituto Candiolo, GVM Care & Research Maria Pia Hospital – Clinica Santa Caterina da Siena, Ospedale Koelliker, J|medical, Istituto di Medicina dello Sport di Torino.

 

Sabato 13 e domenica 14, gli screening polispecialistici gratuiti per tutte le fasce d’età saranno offerti sotto il coordinamento della Regione Piemonte e dell’ASL Città di Torino. Inoltre, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Fondazione AIOM, SIRM, Società Italiana di Urologia (SIU), Guardia di Finanza e Polizia di Stato metteranno a disposizione delle Unità Mobili per attività di consulti medici gratuiti e la distribuzione di materiale informativo di prevenzione.

 

Domenica, in qualità di ospite d’onore, si esibirà il cantante Al Bano, insieme a numerose altre personalità del mondo dello spettacolo. Immancabile sarà infine il “Torneo Celebrities” che vedrà alternarsi gli Ambassador della manifestazione, sia dello spettacolo che della medicina e dello sport, garantendo divertimento e intrattenimento per famiglie e visitatori.

 

IN ALLEGATO FOTOGRAFIE DELL’EDIZIONE 2024 DI TENNIS AND FRIENDS A TORINO

L’evento sarà svolto in collaborazione con il Ministero della Salute, il Ministro per lo Sport e i Giovani, la Federazione Italiana di Tennis e Padel (che è anche media partner), la Regione Piemonte, la ASL Città di Torino.

Il progetto “Tennis and Friends – Salute e Sport” ha ricevuto il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero dell’Istruzione e del Merito, Ministero del Turismo, Città di TorinoRoma Capitale, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Stato Maggiore della Difesa, Sport e Salute SpA e CONI, Croce Rossa Italiana.

Troppo alcol (e droga). Sospesa licenza a un locale

E’ stata sospesa per 15 giorni, ai sensi dell’art. 100 TULPS, la licenza di bar situato a Torino in corso Vigevano, con contestuale chiusura al pubblico dell’esercizio.

Il provvedimento è frutto dei costanti controlli svolti, nelle scorse settimane, dal personale del Commissariato di P.S. Barriera Milano all’interno del locale, ove è stata accertata la sistematica presenza di clienti con precedenti di polizia e/o penali, fra i quali, in particolare, soggetti dediti al consumo smodato di sostanze alcoliche e allo smercio di sostanze stupefacenti, nonchè di avventori stranieri, irregolari sul territorio nazionale.

L’esercizio commerciale è stato, altresì, teatro di diversi episodi di violenza, quali aggressioni e risse fra avventori, alcuni dei quali rimasti anche gravemente feriti, con l’utilizzo di armi improprie, come bottiglie e spranghe e con il coinvolgimento di cani dal comportamento aggressivo.

Considerato, dunque, che l’esercizio costituisce fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini e degli avventori, con indubbi riflessi negativi sulla sicurezza pubblica, è stata disposta, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico leggi Pubblica Sicurezza, la sospensione per 15 giorni dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande a decorrere dal 5 Agosto 2025.

Il Padiglione misterioso di Palazzo Carignano

Nell’ormai lontano 2017, in seguito alla documentata inchiesta di “Torino storia”, Il “Torinese” riprese ed approfondì un mistero subalpino  che resta anche oggi senza spiegazioni. Ma oggi il padiglione vuoto e inutilizzato potrebbe venir utilizzato come fermata sotterranea  della linea 2 della Metropolitana che consentirebbe un ingresso diretto  al Museo del Risorgimento, un po’ come l’accesso al Louvre di Parigi. Gli autori di quel padiglione inutilizzato sono tutti morti e quindi val  la pena tentare di dare risposta agli interrogativi all’articolo che qui ripubblichiamo. Allora cercammo appoggio in una nota trasmissione televisiva specializzata negli “scandali“ italiani, ma la trasmissione nicchiò , dicendo che chiudevano per ferie. Che oggi si intenda utilizzare quello spazio è cosa molto importante e positiva, ma il silenzio  tombale dagli Anni 80 ad oggi  insospettisce anche i più ingenui.  ( Pfq )
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Palazzo Carignano, il mistero del padiglione sotterraneo dimenticato

Di  Pier Franco Quaglieni*

Il numero di maggio 2017  del mensile “Torino storia” “dedica il suo principale articolo ad un fatto scandaloso: l’esistenza di un padiglione creato negli anni ’80 dall’architetto Andrea Bruno, progettista di fama internazionale, sotto il cortile di palazzo Carignano “sepolto  e dimenticato” da molti anni. Si tratta di un padiglione modernissimo da 300 posti a sedere o 700 persone in piedi. Era un’idea che aveva iniziato a prendere forma per iniziativa del Presidente della Regione Aldo Viglione, così attento al restauro e al rilancio del patrimonio storico-artistico del Piemonte, a cominciare dalle residenze sabaude e dal Museo del Risorgimento. Ne parlò lo stesso prof. Bruno, quando venne a ricordare Viglione al Centro “Pannunzio” una decina di anni fa. Il lavoro costò 13.945.000 euro e si protrasse dal 1987 al 1994,scoperchiando il cortile di palazzo Carignano e scavando fino a 11 metri. Viglione morì nel dicembre 1988. E’ diventato un pezzo modernissimo  di archeologia sommersa, come ironicamente afferma il prof. Bruno. Venne infatti ricoperto da pesanti lastroni di metallo per occultare i lucernari, in modo da impedire che si potesse vedere dall’esterno la sua esistenza.  La spesa dell’opera, il suo non utilizzo per tanti anni che ha privato palazzo Carignano di una struttura molto importante, l’occultamento del lavoro ci portano necessariamente a pensare a precise responsabilità. Non sappiamo di chi siano state, ma sicuramente ci sono. Se l’opera non venne utilizzata neppure un giorno, non fu un fatto casuale, ma il frutto di una scelta . Chi fece questa questa scelta? Quali sono stati i motivi dell’occultamento? Qualcuno si accorse che il lavoro era inutile e che furono gettati al vento ingenti fondi pubblici? E perché ,invece di far porre lastroni, non ha segnalato la cosa alla Procura della Repubblica ? Noi chiediamo che il Consiglio Regionale si faccia carico, in primis, di far chiarezza. Il Museo del Risorgimento rimase chiuso per anni per lavori di rifacimento per presentarsi con un nuovo allestimento in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia nel 2011.Si spesero fondi ingenti. Sarebbe importante-ribadiamo – stabilire  chi fece  mettere i lastroni metallici per occultare il padiglione sotterraneo inutilizzato. Ad un certo momento la dott. Cristina Vernizzi direttrice del Museo per molti anni venne improvvisamente sostituita, non si è mai saputo in base a quali motivi. La sua rimozione suscitò scalpore. La democrazia comporta chiarezza e non consente zone d’ombra. Noi chiediamo che il numero di “Torino Storia” n. 18 venga acquisito agli atti e venga ascoltato in seduta pubblica  il prof. Andrea Bruno. Grazie per l’attenzione e molti cordiali saluti. Siamo certi che un fatto del genere  non verrà sottovalutato nella sua gravità.                                                       

* Direttore del Centro “Pannunzio”

“Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” con Giulia Pont


Un monologo su amori che finiscono e vita che ricomincia,  la musica leggera che ci ha rovinato con i suoi testi romantici,
le app di dating e le avventure che regalano,  le donne single che ancora vengono viste come “mancanti di un pezzo”

 

Se i divorzi sono in aumento, credere nella coppia è un progetto fallimentare? Se Emma Bovary avesse avuto Tinder, come sarebbe finita? E’ il Teatro San Sipario a San Sicario (Cesana) a fare da cornice allo spettacolo di Giulia Pont: venerdì 8 agosto alle 21 presenta “Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo”, per la regia di Carla Carucci. Fa parte della rassegna estiva organizzata da Onda Larsen in collaborazione con l’Associazione Non Solo Neve, partner del progetto: i biglietti (10 euro) sono in vendita su www.ticket.it e alla cassa.

 

Giulia Pont snocciola una mitragliata di domande. Come si fa a pensare di aver trovato l’anima gemella al supermercato sotto casa se siamo 7 miliardi sulla Terra? Avranno ragione i poliamorosi? E ancora: la musica leggera ha rovinato la nostra idea di amore?

E se stare da soli, alla fin fine, fosse meglio?

 

Pont, che ha scritto il testo e che lo interpreta sola sul palco per 70 minuti ininterrotti, spiega: «”Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” nasce come sequel dello spettacolo “Ti lascio perché ho finito l’ossitocina”, monologo che ha debuttato nel 2013 durante la prima stagione del Torino Fringe Festival e che è stato lo spettacolo più visto di quell’edizione». Racconta: «Si riallaccia al tema della fine dell’amore per raccontare, però, un punto di vista nuovo. Narra infatti come la fine possa essere, in realtà, un nuovo inizio: scoperta di se stessi, della propria individualità e liberazione».

In un mondo in cui ancora troppo spesso una donna single è considerata come “mancante di un pezzo”, la protagonista lotta contro i pregiudizi della società e della famiglia per affermare se stessa e i suoi desideri nonostante un padre patriarca, una mamma sessantottina pentita e una zia con l’hobby delle domande inopportune.

«Nel suo percorso di scoperta di sé stessa si confronta anche con un mondo estremamente avventuroso e talvolta insidioso: l’universo del dating, spesso popolato da “casi umani”. Un viaggio nel quale la accompagna una controversa psicologa» sorride Pont.

Tra ritratti di personaggi bizzarri, momenti di stand-up comedy e canzoni, la protagonista affronta anche il tema della ricerca del piacere femminile. Scoprendo, con ironia ed eleganza, le carte di un gioco che per anni alle donne non è stato concesso.

 

Lo spettacolo ha vinto il Bando Residenze 2022 del Teatro della Caduta. La regia del monologo è di Carla Carucci, che ha già firmato altri due spettacoli della Pont: il monologo “Non tutto il male viene per nuocere ma questo sì” e la commedia “Effetti indesiderati anche gravi” che ha debuttato nel 2018 nella stagione del Teatro Stabile di Torino per “Il Cielo su Torino”.

 

Palazzina di Caccia di Stupinigi: Le reali villeggiature

Domenica 10 agosto, ore 15.45

La Palazzina di Caccia di Stupinigi è stata dal 1909 al 1919 il rifugio estivo della prima vera Regina d’Italia, Margherita di Savoia, l’ultima illustre e regale abitante della Palazzina.

L’incontro di domenica 10 agosto “Le reali villeggiature a Stupinigi” è un viaggio nella vita di corte di inizio Novecento per scoprire, di sala in sala, i segreti del luogo di villeggiatura e loisir dove i reali trascorrevano le vacanze all’inizio del secolo scorso.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Domenica 10 agosto, ore 15.45

Le reali villeggiature a Stupinigi

Prezzo attività: 5 euro + biglietto di ingresso

Biglietto di ingresso: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per l’attività entro il venerdì precedente

(Per prenotazioni via e-mail attendere sempre una conferma scritta, controllare anche lo spam)

Info: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Detenuto si toglie la vita nel carcere di Torino

Un detenuto  di 45 anni, originario di Genova, questo pomeriggio  si è impiccato  nella prima sezione del padiglione C del carcere torinese.  Avrebbe utilizzato un cappio ricavato da un lenzuolo. La sua condanna era diventata da poco definitiva. Il corpo senza vita è stato scoperto dagli agenti di polizia penitenziaria in servizio.

Più di 95mila veicoli transitati nel tunnel del Tenda

Il tunnel è sempre monitorato e presidiato dal  personale sul posto e dalla Sala Operativa di Torino

Sono oltre 95 mila i veicoli transitati all’interno della nuova canna del tunnel di Tenda dal giorno dell’apertura al traffico. Il periodo di riferimento è compreso tra sabato 28 giugno e domenica 3 agosto.
Il dato emerge dalle relazioni settimanali di Anas che tengono conto dei passaggi di autovetture e motocicli transitati sia in direzione Italia e che in direzione Francia.
Durante i sei fine settimana compresi nello stesso periodo di riferimento il dato medio dei passaggi si attesta sulle 8.300 unità.
“L’apertura del tunnel di Tenda ha rappresentato un passaggio decisivo per il rilancio dell’intero territorio. A poco più di un mese dalla riapertura, registriamo con soddisfazione un incremento degli afflussi turistici superiore al 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – ha dichiarato il Sindaco di Limone Piemonte Massimo Riberi –. Non solo il nostro Comune, ma tutta la valle Vermenagna e la città di Cuneo stanno beneficiando in maniera significativa di questo collegamento strategico. Le attività ricettive, i ristoranti, gli alberghi e gli operatori del turismo segnalano un netto miglioramento della stagione estiva grazie a una rinnovata accessibilità e a un costante flusso di visitatori provenienti anche dalla Francia.”
A partire da sabato 28 giugno, il giorno dell’apertura al traffico, il volume di traffico attraverso il nuovo tunnel di Tenda ha registrato un progressivo aumento passando da circa 14 mila veicoli nella prima settimana tra fine giugno e inizio luglio ai circa 21 mila e 500 nella settimana tra lunedì 28 luglio e domenica 3 agosto.
Il flusso crescente dei veicoli si registra non solo durante il fine settimana ma anche nei giorni feriali per via dell’aumento del numero dei vacanzieri verso le località di villeggiatura. Lo scorso venerdì 1° agosto sono transitati nel tunnel 3.700 veicoli a fronte dei circa 2.400 transitati venerdì 25 luglio.
“Si tratta di dati di assoluto rilievo – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Anas Claudio Andrea Gemme – danno un’idea chiara e concreta del valore del collegamento internazionale ripristinato e restituito ai cittadini e agli utenti. Il tunnel è sempre monitorato e presidiato dal nostro personale sul posto e dalla Sala Operativa di Torino.”.
I dati di traffico hanno fatto registrare fino a oggi un passaggio di quasi 50 mila veicoli dall’Italia in direzione Francia a fronte di un transito in senso opposto pari a oltre 45 mila veicoli.
A partire da venerdì 18 luglio il nuovo tunnel di Tenda è aperto al traffico dalle 6:00 alle 21:00 con il senso unico alternato. Tale assetto orario resterà in vigore fino a domenica 14 settembre e consentirà di fluidificare il traffico transfrontaliero in concomitanza con il picco degli spostamenti estivi.
Il tavolo binazionale Italia-Francia si riunirà nuovamente nei primi giorni di settembre per deliberare le fasce di apertura del tunnel a decorrere da lunedì 15 settembre.
cs

Ecco come sarà la nuova piazza Bengasi

Ad oggi, piazza Bengasi (con l’accento sulla “e” come si dice a Torino) è una delle zone rosse della città per ragioni legate alla sicurezza. Proprio in quest’area, strategica per la mobilità cittadina, è stato da poco avviato un importante intervento di riqualificazione che prevede la realizzazione di un parcheggio sotterraneo di interscambio da 605 posti auto, gestito da GTT e collegato direttamente alla fermata della metropolitana. In superficie, invece, è previsto il ritorno delle bancarelle del mercato, che da 13 anni sono state trasferite in via Onorato Vigliani.

L’intervento ha un costo complessivo di 32 milioni e 263 mila euro, interamente finanziati dal bilancio comunale di Torino.

Il cantiere, appena aperto, interesserà l’area tra Torino e Moncalieri e si svilupperà nell’arco di due anni. Salvo imprevisti, la conclusione dei lavori è prevista per il 2027. Tuttavia, il Comune assicura che le bancarelle potrebbero tornare in piazza già dall’autunno del 2026, mentre i lavori per l’autorimessa proseguiranno nel sottosuolo.

Sui 14mila metri quadri della futura piazza pedonale troveranno spazio 173 banchi, immersi in 2mila metri quadri di aree verdi. Il progetto prevede inoltre 15 stalli — con possibilità di estensione fino a 80 — per la ricarica di auto elettriche, 80 posti dedicati a moto e ciclomotori, due depositi coperti per biciclette e monopattini, oltre a due aree di sosta bici esterne direttamente sulla piazza.

A settembre il cantiere entrerà nel vivo, con la chiusura della piazza al traffico veicolare per consentire l’avvio dello scavo.