Piazza della Repubblica a Venaria Reale in un momento particolare del tramonto con giochi di colori che sembra interagiscano magicamente con l’immagine della Torre dell’Orologio. Foto di Mauro Genovese.
Intelligenza artificiale e realtà virtuale tra economia digitale, i nuovi trend del mondo big-tech e le sfide delle startup più innovative. Sono questi i grandi temi al centro della Terza Edizione dell’AI&VR FESTIVAL Multiverse World, il Festival dedicato al mondo del Metaverso e a tutto l’universo della comunicazione digitale, chiamando a raccolta anche quest’anno, dopo il grande successo delle passate edizioni, le eccellenze dei giovani innovatori italiani in una preziosa occasione di incontro e confronto. Un evento che raccoglie l’eredità del Festival del Metaverso, diventando oggi “Multiverso”, evolvendosi anch’esso esattamente come le nuove tecnologie in un processo ancora più d’avanguardia.
La Terza edizione dell’AI&VR FESTIVAL multiverse world è stata presentata a Torino, nella prestigiosa sala delle Colonne del palazzo del Comune, alla presenza e con la partecipazione di rappresentanti del mondo istituzionale, digitale e culturale del panorama locale e nazionale, come Gabriele Ferrieri Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori; Chiara Foglietta Assessore del Comune di Torino; Anna Cavallo Direttrice Trasformazione Digitale CSI Piemonte; Stefano Boni, Responsabile Patrimonio del Museo Nazionale del Cinema, Giovanni Balletta co-founder del BAIFF – Burano Artificial Intelligence Film Festival e Hanna Rudak Direttrice Artistica e co-founder del BAIFF.
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato il programma completo della nuova edizione dell’AI&VR FESTIVAL Multiverse World che si svolgerà lunedì 21 ottobre (con una riservata cerimonia di apertura) e martedì 22 ottobre al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Un’importante iniziativa mai come quest’anno legata al mondo dei giovani e al ruolo cruciale dell’economia digitale e dei social network, coinvolgendo tutte le grandi realtà del mondo big-tech, startup e opinion leader per illustrare, confrontarsi e lanciare spunti di riflessione su tutti i nuovi trend del mondo della tecnologia, tra intelligenza artificiale e realtà virtuale.
L’evento è organizzato da ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, punto di riferimento in Italia e nel mondo per il settore dell’innovazione sviluppata in tutte le sue declinazioni.
“Siamo lieti di tornare a Torino che da sempre rappresenta un vanto per l’economia digitale in Italia. Tengo particolarmente a ringraziare tutte le istituzioni che hanno tenuto a promuovere e supportare l’iniziativa, a cominciare dal Comune di Torino e alla Regione Piemonte e al Museo Nazionale del Cinema per l’ospitalità. Abbiamo chiamato a raccolta alcuni dei più importanti esponenti del mondo istituzionale, accademico e delle grandi aziende per riflettere, confrontare ed evidenziare insieme i media trend più caldi dell’intelligenza artificiale e della realtà aumentata” spiega Gabriele Ferrieri Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori.
“Un occasione preziosa per condividere anche il lavoro del nostro Osservatorio sullo stato dell’ A.I. e della V.R. in Italia, grazie anche alle esperienze dirette nel mondo della virtual reality con il supporto dei set immersivi che saranno allestiti nei giorni del Festival proprio in collaborazione con RAI Cinema e Meta” continua Ferrieri, ricordando anche l’importante ruolo del mercato italiano che nella sfida tecnologica può trovare investimenti e opportunità di crescita, rivolgendo un appello alle istituzioni e al Governo Meloni “per rafforzare ancora ancora di più gli incentivi per lo sviluppo e dell’ecosistema delle start-up innovative con una visione sistemica in cui come giovani innovatori e come punto di riferimento dell’innovazione da anni in Italia cerchiamo di dare per vincere la sfida delle giovani generazioni”.
“Torino ha da sempre occhi aperti sul futuro. Lo testimonia anche la presenza della nostra città tra le finaliste del premio che designerà la ‘Capitale europea dell’innovazione’, riconoscendole un ruolo di avanguardia nell’adozione di soluzioni innovative che migliorino la qualità della vita delle persone – commenta Chiara Foglietta Assessore all’Innovazione e alla Transizione Digitale della Città di Torino -. L’AI&VR FESTIVAL Multiverse World e i tanti altri appuntamenti ospitati ogni autunno in città rappresentano un’occasione imperdibile di conoscenza e confronto sul ruolo e sul potenziale delle tecnologie emergenti, sul loro impiego e sull’impatto che hanno e potranno avere nella nostra vita”.
Per Anna Cavallo, Direttrice Trasformazione Digitale CSI Piemonte “Il Festival rappresenta un’importante occasione per far conoscere i progetti di intelligenza artificiale che stiamo sviluppando per la Pubblica Amministrazione, focalizzati principalmente su tre filoni: automazione intelligente dei processi, assistenti digitali conversazionali e soluzioni di data insight e analisi predittive. In particolare durante l’evento, nell’area espositiva, i partecipanti potranno interagire con Camilla, l’assistente virtuale basata sull’intelligenza artificiale generativa, realizzata dal CSI, che affiancherà i cittadini nell’utilizzo dei servizi digitali e renderà più agevole il loro rapporto con la Pubblica Amministrazione. Un esempio concreto di strumento al servizio delle persone, capace di semplificare l’accesso ai servizi pubblici e migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
L’iniziativa è nata con la sua prima edizione nello scorso ottobre 2022 e che vanta la collaborazione degli Uffici del Parlamento Europeo in Italia e del patrocinio della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, della Regione Piemonte, del Comune di Torino, dell’Agenzia ENEA, dell’AGID, del CNR, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, di Anitec Assinform, di Anica – Unione Creators Digitali, di Assintel Confcommercio e di AIDP.
L’edizione di quest’anno vede anche come Main Cultural Partner Rai Cinema e l’adesione e il sostegno di altri importanti attori del territorio tra cui la Fondazione Compagnia di Sanpaolo, il CSI Piemonte e l’Archivio Storico Olivetti.
TORINO CLICK
Ruba in profumeria, arrestato
In via Garibaldi di Torino, in una profumeria, un ventinovenne, senza fissa dimora, noto alle forze di polizia, ha rubato dei cosmetici e ha tentato di eludere la sorveglianza dandosi alla fuga; e’ stato bloccato ed arrestato da una pattuglia del nucleo radiomobile per il reato di “furto aggravato”. Il giovane è stato accompagnato in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo.
(foto archivio)
I carabinieri della compagnia Torino Mirafiori e Moncalieri hanno effettuato controlli capillari nelle aree lingotto – Bengasi – millefonti e lungo Po, segnalando alla prefettura quattro giovani sorpresi (in momenti diversi) in possesso di sostanze stupefacenti – hashish e crack . Infine è stato sanzionato amministrativamente un trentaquattrenne di origine africana sorpreso nei giardinetti di corso caio Plinio a rifornire di cibo e bevande (previo corrispettivo in denaro) i giovani che bivaccavano nell’area, datisi alla fuga alla vista dei militari.
(foto archivio)
Nella Cripta di San Michele Arcangelo, fino al 27 ottobre
A irrobustire il lungo progetto iniziato nel 2020, Enrico Vanzina – lui e il cinema, i primi passi con papà Steno, la passione per le sceneggiature disposte a mettere allo scoperto i tanti vizi e le poche virtù di un’Italia sempre più piccola, produttore, scrittore che ha dato alle stampe tra l’altro il “ritratto di un paese che non cambia” come quello del fratello Carlo prematuramente scomparso sei anni fa – prosegue con “Atlante Pop”, affidato all’organizzazione di Mauric Renaissance Art e alla curatela di Giuseppe Biasutti e Marcello Corazzini, il suo sguardo, pubblico e privato, sull’Immagine e sulle immagini che si sono impossessate della nostro quotidiano. Immancabile il passaggio dall’immagine in movimento a quella fissa: “Non c’è da stupirsi se un uomo di cinema come Enrico Vanzina – annotava Francesco Poli in una precedente mostra di eguali soggetti -, immerso da sempre nelle immagini in movimento, si dedichi anche, per conto suo come fotografo, alla realizzazione di immagini fisse. Ma l’aspetto interessante e intrigante, è che Vanzina ha utilizzato tecniche fotografiche caratterizzate da una specifica connotazione artistica, con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche… si tratta di lavori che si collegano alla gloriosa tradizione dei foto-collage d’avanguardia (in particolare quelli dadaisti, neo-dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali.” Per dirla con Giuseppe Biasutti, in un tempo di maggiore attualità, “una fotografia è l’orizzonte dell’arte e ammette innumerevoli sconfinamenti.”
Sconfinamenti che sono variazioni, diciotto per l’esattezza, rappresentazioni su un palcoscenico felicemente pop. E allora sono gli oggetti, i ricordi privati come una camera d’albergo, un paesaggio tutto torinese che accomuna un volto di donna e la Mole, o un altro che rende omaggio al De Chirico di un interno metafisico che racchiude la grande fabbrica; e allora sono i volti di Mina biondissima e unghie laccate di un rosso vivissimo – era “Milleluci” di cinquant’anni fa? -, o di Albertone Sordi alle prese con il suo pantagruelico piatto di pasta (“maccarone, m’hai provocato e io te distruggo, me te magno!”), incastonato nella piazza Santi Apostoli vuota e piovosa, o della signorina Chanel, eterna sigaretta tra le labbra; e allora è il volto di Marilyn negli scatti di Sam Shaw e nei colori di Wharol, nelle immagini che ci lasciano intendere quanto “Diamonds Are a Girl’s Best Friend” o quanto sia sensuale augurare buon compleanno a mister President; e allora è il cinema alto, Hollywood e dintorni, dove campeggiano il Billy Wilder dell’eterno “Some Like It Hot” e il nome di Stanley Kubrick, maestro insuperato. E ancora idee, suggestioni, momenti, realtà e invenzioni lunghe decenni, rappresentazioni e set, un amore senza fine, posti in cui sentirsi bene, passioni e memorie, una cultura impareggiabile. Una società che un artista ha saputo e continua a raccontare, un panorama che ci coinvolge, “un atlante” definisce la mostra Biasutti, in cui è bello perdersi.
Suggestioni che crescono in quell’ambiente nuovo e per molti versi ricercato al riparo del quale Enrico Vanzina trova spazio per le tessere del suo atlante, quella Cripta di San Michele Arcangelo di fine Settecento che s’affaccia sulla piazza Cavour (da mercoledì a domenica dalle 15 alle 19, sino al 27 ottobre), spazio antico, pronto a mettere a disposizione di uno sguardo moderno quella sua certa magia che può incantare oggi il visitatore.
Elio Rabbione
Nelle immagini, di Enrico Vanzina “Variazione Torino”, 2022, fotografia a colori; “Variazione Mina”, 2024, fotografia a colori; “Variazione Chanel”, 2024, fotografia a colori.
A Chivasso e Brandizzo, il dispositivo messo in atto dai Carabinieri della locale compagnia ha portato al controllo di una ventina di autovetture e più di cinquanta persone nonché l’ispezione di alcuni esercizi commerciali: il risultato finale ha registrato la denuncia di un sessantaseienne della zona per guida in stato di ebrezza, la denuncia di un ventisettenne di Settimo perché trovato con un manganello a bordo della propria autovettura e la segnalazione alla prefettura quale assuntore di sostanze stupefacenti di una ventunenne trovata in possesso di alcuni grammi di hashish.
(foto archivio)
La bocciatura ingiusta configura un giusto risarcimento? Sì, vengono risarciti il primo anno di lavoro e i danni morali.
Un alunno maltrattato in classe da un professore può subire un trauma, con conseguenze negative sul proprio rendimento scolastico, fino a portarlo alla bocciatura. Questa, a sua volta, può precludere l’accesso all’università, la partecipazione a concorsi pubblici o la ricerca di un lavoro, causando un danno che necessita, ovviamente, di un adeguato risarcimento.
L’articolo 2043 del codice civile prevede infatti che «qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno».
Un’applicazione concreta di questa norma si trova in una recente sentenza del Tar della Liguria, che ha condannato il Miur e un Liceo Scientifico di Savona a risarcire una studentessa ingiustamente bocciata. La ragazza era stata sottoposta a una valutazione più severa rispetto ai suoi compagni e, a causa di un accanimento da parte dei docenti, era stata bocciata dopo l’esame di riparazione in matematica e fisica. Questo stress emotivo ha rallentato il suo percorso accademico e professionale e il tribunale ha riconosciuto un risarcimento di 10.000 euro in suo favore.
Non è stata accolta la richiesta di risarcire un intero anno lavorativo, ma il risarcimento è stato concesso per il ritardo di un anno negli studi universitari e nell’inizio della carriera lavorativa.
La decisione del Tar dimostra comunque che, con il giusto supporto legale e una buona dose di consapevolezza, è possibile tutelare i propri diritti!
STEFANO CALLA’
Avvocato
Balla Torino Social Dance svela una delle sue anime più intense e profonde, quella che interpreta “il ballo come cura”: sono molti, infatti, gli studi che provano che il ballo è un ottimo approccio terapeutico a svariate patologie, dal sovrappeso all’ipertensione fino alla depressione. Ballare mette in moto le endorfine, le sostanze prodotte dal cervello e che hanno lo scopo di alleviare il dolore e di stimolare il buonumore.
Ecco allora che lunedì 14 ottobre alle 13.30 l’ingresso dell’Ospedale Sant’Anna di Via Ventimiglia diventa un luogo di festa e benessere con le “Vitamine Jazz” con il quartetto di Max & Mirella Gallo per la musica dal vivo e la swing dance di Accademia Carma, n collaborazione con Direzione sanitaria Presidio Sant’Anna, Fondazione Medicina a Misura di donna e Vitamine Jazz.
Alle 17.30 al Creative Hub del Cortile del Maglio (Via Vittorio Andreis 18, Torino), il primo dei molti laboratori proposti dalla manifestazione sotto il cappello “Danzo o ballo?” Con partecipazione gratuita e prenotazione obbligatoria sul sito ballatorino.it la coreografa canadese di danza percussiva Sandy Silva terrà un seminario intitolato “Body Music Percussion”. I partecipanti saranno coinvolti, attraverso un’inedita esplorazione sensoriale del corpo e della percussione vocale, in un viaggio comune condiviso attraverso la “pulsazione”, generata naturalmente dai corpi e dai gesti ritmici. La connessione delle vocalizzazioni con il movimento conduce il gruppo a generare un’autentica orchestra corporea in processione. In collaborazione con Torino Creativa e Coorpi.
Balla Torino al Triciclo di Via Arbe
Balla Torino 2024 è patrocinato dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di commercio di Torino e Ireninsieme a numerosi partner tecnici e alla Fondazione Contrada Torino Onlus che ha pensato e prodotto la manifestazione insieme a Luigi Ratclif, coordinatore del programma.
Per delineare temi e azioni dell’iniziativa è stato costituito un Gruppo di Indirizzo formato da Paolo Apolito, Antonio Damasco, Sergio Durando, Elisa Guzzo Vaccarino, Antonella Frontani, Lorenzo Immovilli, Luca Morino, Alessandro Pontremoli, Catterina Seia e animato da Luigi Ratclif, coordinatore del programma.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero: per maggiori informazioni e programma dettagliato: https://ballatorino.it/
Ufficio stampa
L’sola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Simona Dolce “Il vero nome di Rosamund Fisher” -Mondadori- euro 19,50
E’ possibile amare profondamente il proprio padre -attento e affettuoso- senza accorgersi che è uno dei peggiori mostri del nazismo? E’ esattamente quello che ha vissuto la piccola Inge Brigitte, figlia di Rudolph Höss, comandante della più atroce ed efficiente macchina di morte per lo sterminio degli ebrei (e non solo), il campo di concentramento di Auschwitz. E una volta scoperta la verità, come è possibile convivere con un tale fardello nell’anima? La verità è quello che viviamo o quello che accade alle nostre spalle?
Per capire l’enigma un aiuto arriva da questo romanzo, basato su una storia vera, frutto dei ricordi della figlia dell’aguzzino. E’ Rosamund Fisher, ha 80 anni, è vedova e vive ad Arlington in Virginia. Ma il suo vero nome è Inge Brigitte, nata in Germania, ed è la figlia del mostro. Incalzata dal giornalista Thomas Harding, (discendente di Hanns Alexander, l’uomo che arrestò Rudolf Höss) finisce per farsi convincere a rilasciargli un’intervista esclusiva in cui racconta la sua vita.
Ed ecco riaffiorare i ricordi di bambina. Dal 1940 al 1944 la sua famiglia visse nella lussuosa villa il cui muro confinava con l’orrore del campo. A un passo dalle camere a gas e i crematori, e pare non sospettasse neanche lontanamente che il padre era colui che ordinava e assisteva personalmente all’eliminazione di milioni di prigionieri.
Il comandante era semplicemente Vati per i suoi 5 figli, padre amato e rispettato. All’epoca Brigitte aveva 7 anni e in casa transitavano domestiche, giardinieri, operai che in realtà erano prigionieri del lager. Tutto quello che serviva alla villa arrivava direttamente dal “Kanada”, ovvero il deposito in cui venivano ammassate le proprietà requisite agli internati. Insomma un’infanzia agiata e protetta, nessun sospetto che al confine ci fosse l’orrore.
Poi la fuga nel 45. Il padre si separa dalla famiglia e si nasconde fino all’arresto e alla condanna. I primi ad essere trovati sono i figli e la moglie che, per salvare il primogenito, consegnerà il marito.
In esilio e con un’altra identità, Brigitte fugge dapprima a Parigi, poi a Madrid dove diventa la modella prediletta di Balenciaga. Infine sceglie una vita normale, sposa un Americano e con lui crea una famiglia oltreoceano. Ma per tutta la sua lunga vita farà i conti con quel segreto inconfessabile.
Rudolf Höss “Comandante ad Auschwitz” -Einaudi- euro 13,00
Questa è l’agghiacciante autobiografia scritta da Rudolf Höss, che comandò il campo di sterminio di Auschwitz dal 1940. In fuga nel 44 venne infine scoperto e arrestato. La Corte Suprema di Varsavia lo giudicò colpevole di crimini contro l’umanità e lo condannò all’impiccagione, eseguita nel cortile del campo di Auschwitz il 16 aprile 1947.
Scrisse queste memorie in carcere, mentre attendeva l’esecuzione. Pagine in cui per la prima volta si scopre la psicologia e la mentalità di uno dei nazisti più spietati. Un vero e proprio squarcio nell’orrore di un’anima nera priva di pietà, che giustificò la morte di milioni di persone in nome dell’ideologia nazista.
Sono un viaggio all’inferno le sue descrizioni dello smistamento dei deportati, le camere a gas in cui stipava e gasava masse di bambini, donne, vecchi.
Non c’è mai neanche l’ombra di un vago pentimento da parte del comandante che descrive, senza emozione, le fosse comuni, le morti per asfissia, l’estrazione dei denti e il taglio dei capelli dai cadaveri, la cremazioni dei corpi.
Racconta anche la vita e i rapporti nel lager, il dividi et impera per cui le lotte interne tra i prigionieri facevano buon gioco alla gestione delle SS. Emerge il disprezzo per i deportati che descrive mettendo in risalto solo patologie e difetti caratteriali.
Si assolve sostenendo di avere semplicemente eseguito gli ordini di Himmler; anzi è fiero di averli portati a termine brillantemente. Neanche vede la mostruosità dello sterminio di massa.
Katja Petrowskaja “La foto mi guardava”
-Adelphi- euro 24,00
La giornalista e scrittrice tedesca di origine ucraina che ha già rivelato la sua profondità di pensiero nel bellissimo “Forse Esther”, ora entra nell’essenza di 57 fotografie, scelte tra ricordi di famiglia, scatti di fotografi famosi –come Robert Capa, Josef Koudelka, Francesca Woodman- oppure scovate nei mercatini, su Internet, in mostre, libri e archivi storici.
Immagini che in qualche modo l’hanno chiamata a gran voce, per qualche dettaglio o per emozioni e ricordi che smuovono i pensieri. Da ogni scatto parte una micro narrazione che scandaglia a fondo luci, ombre, profili, scenari e altri particolari percepiti da una sensibilità acuta. Poi c’è la scrittura alta e raffinata tipica della Petrowskaja. Fondamentalmente sono racconti in miniatura contro le guerre, la solitudine, la disperazione e le pagine buie della Storia.
Tra le tante immagini, alcune sono indimenticabili. Come l’impatto emotivo della snella silhouette di una donna (della quale non compare il viso) che accarezza la testa di un cigno. Lo scatto è della 18enne Francesca Woodman; figlia di artisti, dotata di talento straordinario, si suicidò a 22 anni… e quel cigno senza zampe sembra quasi averne presagito la morte.
Tra le altre foto da segnalare: le macerie rimaste nella piazza dell’Indipendenza a Kiev occupata dalla Wehrmacht, che rimandano all’orrore della guerra.
Quella dell’autrice bambina che disegna con alle spalle il padre in tenero atteggiamento; e il racconto di come e perché ritrovare questa scheggia della sua infanzia sia stato uno shock.
Poi, la buia immagine degli ombrelli e della folla di newyorkesi sotto la pioggia per le vie di Manhattan durante funerali di 7 bare che racchiudevano le vittime non identificate tra le 146 operaie bruciate nel rogo di una fabbrica tessile nel 1911, quando si moriva spesso per le pessime condizioni di lavoro.
Roberto Emanuelli “Ora amati” -Feltrinelli- euro 19,00
Questo romanzo nasce dal vissuto in prima persona dell’autore, che ha attraversato entusiasmi e dolori di una relazione tossica che rischiava di rovinargli la vita. Lui è riuscito a smarcarsi dal pericolo, ha fatto tesoro della sua esperienza e ha scritto il libro.
Protagoniste due donne diverse per età anagrafica, formazione e latitudine, ma travolte entrambe da passioni altamente nocive.
Clara vive a Roma, dirige una libreria e adora il suo lavoro.
Da tre anni ha una relazione con un uomo sposato che dichiara di amarla e voler lasciare la moglie per lei; di fatto è un’altalena di false promesse e tentennamenti all’idea di far soffrire i figli. Forse più che altro è determinante la paura di perdere l’agiatezza nelle mani della consorte che detiene soldi e potere.
A Milano c’è Anna, studentessa di Economia alla Bocconi, spinta dalle aspettative dei genitori che le hanno programmato il futuro a capo dell’azienda di famiglia in Calabria. E’ infelice, in una città che sente estranea e costretta a studi che non le interessano.
L’ orizzonte sembra aprirsi quando incontra Francesco e si innamora. Peccato lui si riveli un egoista di prima grandezza, troppo preso da stesso; un giorno c’è e quello dopo scompare, centellinando il tempo concesso ad Anna.
Due storie personali, ma universali, vissute da chi si appoggia a pseudo amori tossici: quelli che divorano l’anima, logorano la vita, promettono e non mantengono, catapultano in cima a vette di felicità e poi fanno sprofondare in baratri di dolore.
Ma, dopo la sofferenza e la solitudine, nel romanzo ci sono anche riscatto e rinascita, quando le protagoniste riescono a sganciare le zavorre di compagni narcisisti e nocivi.