ilTorinese

“Nuovi episodi violenti nel carcere di Torino”

“La sfrontatezza, il menefreghismo, il mancato rispetto delle regole minime ed il senso di impunità di cui sono convinti di godere taluni detenuti del carcere di Torino sono tali che assistiamo ogni giorno a incredibili e gravi episodi di violenza tanto che ci chiediamo cosa ci stiamo a fare in carcere a prendere ogni giorno sputi, insulti, minacce e parolacce se il primo a non tutelarci è quello Stato che noi rappresentiamo nelle galere regionali e della Nazione…”. E’ sconfortato Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, nel raccontare quel che è avvenuto nelle ultime ore nel carcere torinese, dove un detenuto straniero ha persino scagliato una scrivania contro un direttore penitenziario ed un educatore, tentando di aggredirli. “Questa volta i fatti sono avvenuti durante lo svolgimento dei consigli di disciplina nei confronti dei detenuti resisi protagonisti di fatti contrari alle regole dell’Istituto. Due ristretti, un brasiliano che era stato scoperto a produrre alcolici in cella facendo macerare della frutta in un secchio e un senegalese a cui era stato elevato rapporto disciplinare per altri motivi sono stati convocati nella giornata di ieri per la valutazione dei singoli casi da parte del consiglio di disciplina, presieduto dal direttore di una delle Case Circondariali della Regione. Il primo detenuto di cui è stata valutata la posizione è stato il brasiliano il quale, dopo esser stato informato della sanzione comminatagli, uscendo dalla stanza ha proferito insulti e minacce nei confronti del direttore“, spiega il sindacalista. Il quale evidenzia che “mentre veniva fatto risalire al piano detentivo, il detenuto senegalese è stato fatto accedere nell’Ufficio entro il quale era costituito il consiglio di disciplina e, durante il giudizio, il soggetto ha dato in escandescenza danneggiando gli arredi dell’ufficio, insultando l’educatore ed il direttore per poi tentare di colpirli spingendo con forza una scrivania. Immediatamente è’ intervenuto il personale di Polizia Penitenziaria che ha riaccompagnato il detenuto in cella, tuttavia, nel tragitto, una volta giunto presso la rotonda del piano terra ha ripreso la sua furia danneggiando gli arredi presenti e urlando insulti ed improperi contro i presenti.  Avvertiti i rumori di oggetti rotti e grida provenienti dai piani sottostanti, il brasiliano appena giudicato dal consiglio di disciplina e rientrato in cella, ha quindi chiesto di scendere con la scusa di volersi recare in palestra. Una volta giunto a piano terra, ha iniziato a dare manforte all’altro detenuto riuscendo ad entrare nuovamente nell’ufficio comando, ove erano ancora presenti i componenti del consiglio di disciplina, riuscendo poi ad afferrare una sedia e scagliarla contro i presenti. Immediatamente, il personale di polizia penitenziaria è intervenuto per allontanare i due facinorosi e proteggere il direttore, l’educatore e gli altri presenti”. 

“Così non si può più lavorare”, denuncia Santilli. “Quel che è accaduto evidenzia ancora una volta come dentro le carceri del nostro Paese, ma in particolare nella Casa Circondariale di Torino, siano saltati completamente tutti gli schemi e in alcuni detenuti non siano presenti anche solo il più pallido bagliore delle elementari regole di educazione e viver civile. Basta, basta, basta!!! Chissà se ora che il destinatario delle violenze dei detenuti è stato un Direttore di carcere, anziché il solito appartenente alla Polizia Penitenziaria, la sensibilità delle istituzioni sarà sfiorata dal senso di pericolosità e precarietà che quotidianamente si respira in carcere”.

“Ci chiediamo quanto ancora dobbiamo aspettare per vedere l’assegnazione di un Comandante alla Casa Circondariale di Torino”, conclude Santilli, “perché non è assolutamente normale che un carcere da 1400 detenuti, in cui sono presenti tutti i circuiti penitenziari dell’Ordinamento e complesso come nessun altro nel Paese, sia da mesi senza un Comandante. A Torino serve un Comandante d’esperienza che abbia una visione d’insieme sulla complessità della gestione delle detenzioni! Ci vuole una presa di coscienza e un cambio di marcia che garantisca sicurezza dentro e fuori le mura detentive o presto l’ondata di violenza sarà incontenibile e non si potrà dire che il Sappe non l’aveva detto!”.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “ormai, episodi come questi, in quasi tutti i penitenziari del Piemonte sono all’ordine del giorno tanto da non fare più né notizia sull’opinione pubblica e, cosa ancor peggio, da considerare il quanto non più fatti di una sbalorditiva gravità, ma quasi come ordinaria amministrazione. È seria preoccupazione, da parte del personale di Polizia Penitenziaria, che se l’andamento di violenza, che sta caratterizzando questo periodo storico, che non trova eguali negli ultimi 20anni, a dover garantire la sicurezza e legalità all’interno degli Istituti Penitenziaria, dovrà essere chiamato l’Esercito e ciò per la semplice conseguenza dell’alto numero di feriti che si registrano tra il personale del Corpo di polizia penitenziaria“.

“Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria: il tracollo del sistema è dietro l’angolo”, conclude Capece: ““servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.

Rapine nelle ville, individuati presunti ladri

I Carabinieri di Alba hanno condotto le indagini sulle rapine in villa che si sono concluse con l’individuazione degli ultimi due indagati, ritenuti complici dei soggetti che lo scorso 4 giugno erano stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare. I delitti contestati sono rapina aggravata in concorso e lesioni, e si riferiscono a due gravi fatti di cronaca verificatisi a Montegrosso d’Asti nel 2021 e a Govone nel 2023 quando vennero rapinate le ville di alcuni anziani del luogo.

Juventus – Como, il tris di Thiago Motta

La Juventus di Thiago Motta stravince per  3-0 contro il Como. Al  23′, Mbangula segna la prima rete. Poi  palo di Vlahovic al 43′, ma Weah tira contro la traversa e va oltre la linea di porta. Nella ripresa Vlahovic fa tris di testa, gol annullato per fuorigioco di Cambiaso a inizio azione.  Al 91′ ecco il tris di Cambiaso. In chiusura esordio  per Douglas Luiz, che nel recupero manca di poco il quarto gol bianconero.

“Allarme ragno violino”: ma il comunicato ASL è falso

Un comunicato su presunte segnalazioni di presenza del «ragno violino» nelle zone periferiche di Novara è apparso sui social con gli accorgimenti da adottare  in caso di morso dell’insetto. Peccato che il comunicato non sia stato diffuso dall’Asl di Novara, ma sia un falso. La smentita è arrivata da ASL e Comune di Novara.

Nuova legislatura regionale, le priorità da affrontare. Intervista a Sergio Bartoli

 

Sergio Bartoli, neo consigliere regionale della Lista Cirio, è stato eletto presidente della V Commissione Ambiente dell’Assemblea regionale Piemontese. Lo abbiamo incontrato per fare il punto sulle iniziative della legislatura appena iniziata.

La nuova legislatura presenta importanti sfide per il Piemonte. Quali sono i temi principali da affrontare?

Molte sono le opportunità di sviluppo ma tante sono anche le criticità da affrontare che riguardano il territorio di una regione come la nostra alle prese con il costante invecchiamento della popolazione e con problemi che spaziano dall’occupazione al rilancio dell’economia. Sicuramente il lavoro, in particolare per i giovani dovrà essere al centro dell’attività del Consiglio e della Giunta. La sanità, che assorbe gran parte del bilancio regionale, sulla quale già la precedente giunta Cirio ha lavorato nell’ottica di ridurre le liste d’attesa e migliorare i servizi sui territori. I trasporti, visto che ci sono molte strade pericolose e nuove opere viarie da realizzare. E l’ambiente, di cui ci occuperemo in V Commissione, oggi prioritario anche perché collegato al tema del cambiamento climatico e di conseguenza alla nostra vita e al futuro del pianeta.

Lei è stato per anni sindaco di Ozegna. La Regione si impegnerà per i numerosissimi Comuni del Piemonte?
Per la mia esperienza posso dire che mi dedicherò personalmente in Consiglio regionale a valorizzare il ruolo dei Comuni nella società e nel tessuto economico piemontese. Per anni sono stato sindaco, e un sindaco – in particolare in un piccolo comune – è il primo cittadino nel vero senso della parola: deve essere primo nell’affrontare e possibilmente risolvere i problemi, primo nel prendere di petto le emergenze, primo nel capire la propria gente.

In sintesi il sindaco deve essere un uomo del fare?

Certo, infatti la comunità locale necessita di interventi che vanno al di là delle competenze ufficiali attribuite a un primo cittadino. Così il sindaco si trasforma spesso in una figura a metà tra il volontario e lo psicologo: anche la capacità di dialogo e di ascolto con le persone, saper dire una buona parola a chi è in difficoltà sono aspetti fondamentali di “valore umano aggiunto” nel rapporto tra sindaco e cittadini.

Che sensazione ha in questo suo nuovo ruolo regionale?
Mi avvicino con emozione al Consiglio regionale, istituzione prestigiosa, il Parlamento del Piemonte. Ma sono convinto che a questo prestigio istituzionale si debba accompagnare la capacità e la volontà del Consiglio e dei consiglieri (perché alla fine sono sempre le persone che fanno la differenza ) di agire nel concreto a favore della comunità piemontese.

In chiusura di intervista abbiamo chiesto a Bartoli cosa si aspettano sindaci e Comuni dalla Regione e dalle istituzioni in generale. Ecco alcuni temi da affrontare che ci ha elencato il presidente della V Commissione:

– lo spopolamento dei piccoli comuni che è un problema nazionale: sono il 70% dei comuni italiani, coprono il 56% della superficie italiana, ci abitano 10,5 milioni di persone. Il Piemonte è la seconda regione italiana per numero di Comuni: 1180. Dobbiamo attivarci anche nella nostra regione per combattere il disagio demografico ed economico, la desertificazione commerciale dei centri minori.

– Per garantire un futuro ai piccoli Comuni (in particolare quelle di aree marginali come la montagna) dobbiamo essere capaci di sfruttare pienamente le opportunità finanziarie del Pnrr. Perchè ciò avvenga non sono solo necessarie visione strategica e capacità organizzativa, ma bisogna disporre di figure essenziali come quella dei segretari comunali, dei quali oggi c’è carenza: e anche di questo tema la Regione si dovrà occupare in sinergia con il Governo.

– Dobbiamo poi puntare sulle opportunità residenziali, turistiche e agricole (patrimonio storico, paesaggio e prodotti agroalimentari), che se valorizzate, potrebbero dare nuovo futuro ai territori, recuperare le case vuote, gli edifici storici e le aree agricole.

– Inoltre vi sono problemi legati all’ assetto idrogeologico e alla messa in sicurezza del territorio sempre più fragile e a rischio. Preoccupa il cambiamento climatico che rappresenta una delle sfide più urgenti per i Comuni con le ricadute su cicli di acqua e rifiuti, risparmio energetico, rinnovabili, prevenzione del dissesto, agricoltura.

– Non dimentichiamo, infine, che i territori devono essere connessi tra loro anche dal punto di vista delle comunicazioni: bisogna quindi attivarsi per la piena copertura dei segnali TV e per la telefonia mobile.

La Regione deve quindi aiutare i Sindaci – anche grazie ad adeguate risorse finanziarie – a rendere i Comuni più forti, migliorando i servizi come la sanità e le scuole, per affrontare efficacemente la crisi ambientale e la crisi demografica, promuovere il diritto al lavoro, rendere concrete nuove prospettive di sviluppo.

I piloni della tangenziale diventano opere d’arte

In strada Crosassa nella periferia di Bra il cemento fa da tela all’arte.

L’arte di strada e’ uno strumento molto potente capace di trasformare aree grigie o degradate in musei en plein air. Le opere dipinte, perlopiu’ su muri o su strutture edificate in cemento come in questo caso, non sono solo “tele” colorate che migliorano e valorizzano una parete, ma sono veicoli moderni di diffusione che rivestono una vera e propria funzione sociale. Come abbiamo gia’ visto in precedenza alcuni di questi urlano terribili ingiustizie, riportano alla mente tragedie e affrontano importanti temi che riguardano tutti noi. Non c’ e’ solo la volonta’ , quindi, di rendere piu’ bello un muro di squallido gesso, non e’ solo una vocazione estetica, dietro alla maggior parte delle opere di street art c’e’ un pensiero, un obiettivo e una comunicazione energica che vuole scuotere le coscienze.

In Piemonte e precisamente sulla strada che porta da Bra a Bandito attraversata in un tratto dal cavalcavia dell’autostrada, dei freddissimi e asettici piloni sono stati trasformati in opere d’arte. Giovanni Botta, pittore braidese famoso per i suoi dipinti urbani a cielo aperto, ha voluto donare a quei pilastri un po’ di vita, li ha voluti rendere “parlanti” con le sfumature dell’arte, ma anche con considerazioni e insegnamenti impressi sui colori ; ogni opera, infatti, e’ accompagnata da uno scritto che vuole dare un preciso messaggio e fare di quei sostegni portanti un mezzo divulgativo. Tra i tanti testi spicca quello di Falcone: “Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili”.

Questa vivace iniziativa, ancora in progress, vede dipinti diversi personaggi carismatici tra cui Papa Francesco, Borsellino e Falcone, Madre Teresa di Calcutta, Sandro Pertini, Anna Frank, Chiara Lubich, Martin Luther King e Nelson Mandela, ma riproduce anche quadri famosi come la Gioconda o parti della Cappella Sistina dipinte da Michelangelo; tutti i volti ritratti hanno il viso attraversato dalle lacrime e questo crea oltre allo stupore una grande spinta emotiva sul visitatore indotto ulteriormente alla riflessione.

Ancora una volta la street art cambia uno scenario, converte uno spazio impersonale in una creazione piena di significato, spinge a fermarsi, non solo per ammirare l’opera in se’, ma anche per meditare su eventi ed argomenti di interesse collettivo. Questa arte sotto il cielo di tutti e’ un abile strumento per rilanciare intere aree e coinvolgere attivamente le persone, rappresenta un bene comune accessibile, gratuito e generoso.

MARIA LA BARBERA

Prolungato il calendario di caccia al cinghiale

Caccia e peste suina, l’assessore Bongioanni: «,approvata la fascia di 500 metri per gli agricoltori e permesso nei prelievi selettivi l’uso di visori notturni»

Con due delibere approvate  nell’ultima Giunta prima della pausa estiva su proposta dell’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi Paolo Bongioanni, la Regione Piemonte ha approvato due importanti misure per la gestione della caccia al cinghiale e un ancora più pressante contenimento della specie responsabile della Psa, la Peste suina africana.

Spiega Bongioanni: «La prima deliberafortemente voluta dalle associazioni agricole, riguarda il contenimento del cinghiale nel contrasto sanitario alla Psa e autorizza i proprietari e conduttori di un fondo rurale di effettuare abbattimenti di cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre i confini del proprio appezzamento, anche avvalendosi dei soggetti autorizzati e appositamente incaricati dalle amministrazioni competenti. La seconda delibera prolunga di un mese il calendario venatorio in Piemonte, permettendo ai cacciatori la battuta al cinghiale ininterrottamente per quattro mesi dal 15 settembre al 15 gennaio anziché – com’è stato finora – in un periodo di tre mesi scelto fra il 15 settembre e il 15 dicembre o dal 2 novembre al 30 gennaio. Si incrementa quindi in modo considerevole la possibilità di procedere alla caccia al cinghiale, riducendone il numero e di conseguenza la pressione sulle colture agricole, senza naturalmente dimenticare che l’attività venatoria nelle aree indenni dalla Psa comporta anche una riduzione dei possibili contatti fra il selvatico sano e quello affetto dal virus».

La norma recepisce la modifica introdotta a livello nazionale dalla nuova legge sull’agricoltura, la 101 del 14 luglio 2024 (la cosiddetta “Legge Lollobrigida”). Altra importante novità introdotta dalla legge 101 e recepita in questa delibera è che, nelle azioni di prelievo selettivo del cinghiale, gli operatori potranno ora avvalersi di dispositivi di puntamento, anche digitale, per la visione notturna.

Commenta Bongioanni: «Questi due provvedimenti vanno a rafforzare e rendere ancora più efficace e armonico il contributo dei diversi soggetti coinvolti a 360° nell’opera di contenimento della specie cinghiale e nella lotta alla diffusione della Psa: cacciatori, Polizia provinciale, guardiaparco, agricoltori, Gruppi Operativi Territoriali. Una lotta nella quale contiamo a breve di poter aggiungere anche il contributo dei militari e le altre misure su cui ci siamo confrontati nei giorni scorsi con il dottor Giovanni Filippini, prima fra tutti la nascita di un coordinamento delle Regioni coinvolte dalla pandemia».

Una terza delibera, sempre approvata dalla Giunta il 9 agosto su proposta dell’Assessore Bongioanni, permette infine per la stagione venatoria 2024-25 nuove immissioni, in deroga alla legge regionale 5 del 2018, di capi di specie cacciabilifagianopernice rossa, lepre e starna. È una richiesta venuta dagli Ambiti Territoriali Caccia e dai Comprensori Alpini per sostenere il ripopolamento naturale e l’autoriproduzione della fauna in territorio libero attraverso l’immissione di capi provenienti da allevamenti autorizzati.

“Una buca pericolosa ‘lunga’ 40 giorni”

“Una buca ” lunga” oltre 40 giorni. Siamo in strada Settimo altezza del civico 61 e in prossimità di un incrocio molto trafficato. Da oltre 40 giorni quella buca sta lì con tutta la sua pericolosità . Si è transennata e provvista di lucerna , peccato che  quella originaria non funzionava e specie di sera la presenza della buca  era pressochè invisibile col rischio di finirci contro. Poi qualcuno ha segnalato che la lanterna non emetteva segnali luminosi ad intermittenza. Qualcuno è venuto a sostituire la lanterna, buttando quella vecchia dentro la buca , è visibile in foto) e mettendone un’altra. Ma lasciando la buca ancora così per chissà quanto tempo. Parlano tanto di sicurezza  nelle strade ma i fatti sono sempre scarsi. Dopo oltre 40  giorni  che il comune ne è a conoscenza , ci si chiede quanto tempo occorre per sistemarla”. E’ quanto ci scrive il lettore Luigi Gagliano che ci invia anche le foto pubblicate.

Quasi un’Olimpiade: mancano 150 giorni all’Inizio dell’Universiade invernale a Torino

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Il conto alla rovescia è cominciato da un po’, ma adesso che mancano 150 giorni all’inizio della XXXII Universiade invernale l’attesa si sta facendo più pressante. Dal 13 al 25 gennaio 2025 la nostra città e i Comuni di Bardonecchia, Pragelato Pinerolo, Torre Pellice e Sestriere accoglieranno tantissimi giovani atleti in rappresentanza di oltre 50 Paesi di tutto il mondo pronti a gareggiare per conquistare la medaglia più ambita. Le delegazioni partecipanti saranno presenti a Torino dal 16 al 20 settembre in occasione dell’accensione della Torcia del Sapere e della partenza del tour della Fiaccola che coinciderà con la Giornata Internazionale dello Sport Universitario, che avrà luogo al Rettorato dell’Università degli Studi il 20 settembre.

Proprio in questi giorni i siti di gara stanno vivendo un importante restauro affinché gli atleti possano trovare dei campi di gara in perfette in condizioni. Non bisogna dimenticare che il Palavela è rimasto aperto per tutta l’estate su iniziativa del Comitato Organizzatore per ospitare uno stage della Nazionale Italiana Junior di Figura e Artistico, gli allenamenti degli azzurri dello Short Track e di Pattinaggio di Figura, il primo torneo di Floor Curling organizzato dalla FISG Piemonte. L’apertura dell’impianto di via Ventimiglia ha permesso anche a migliaia di giovani di provare il brivido del pattinaggio e delle discipline della neve in versione estiva al parco di Fisulandia.

Tra qualche giorno arriverà nella nostra città la coppia di pattinatori formata da Charlène Guignard e Marco Fabbri, già vincitori delle Universiadi nel 2015, che si alleneranno per l’inizio della nuova stagione agonistica, mentre tra novembre e dicembre si terranno i Test Events di Short Track, Biathlon e Hockey. Fra un mese si terrà la Festa di “Call to Action” dedicata ai volontari al Pala Gianni Asti.

Marco Aceto – Torino Click