ilTorinese

Valutazioni ambientali più snelle, Piemonte più competitivo

Il Consiglio regionale approva la nuova legge

L’assessore all’Ambiente Marnati: «Con questa legge il Piemonte sarà più attrattivo e competitivo»

Approvata dal Consiglio regionale la nuova legge sulle valutazioni ambientali (Valutazioni Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e Autorizzazione integrata ambientale) il cui obiettivo è quello non solo di semplificare, attraverso un testo molto più snello, ma dare anche maggior chiarezza normativa ed evitare l’eccessiva proliferazione di norme e permettere l’applicazione uniforme dei vari procedimenti (VIA, VAS e AIA) sul territorio regionale.

 «Massima semplificazione, chiarezza normativa, più trasparenza – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Così il Piemonte diventerà più attrattivo e competitivo, ci saranno ricadute positive sia sul regime delle imprese sia nei confronti dei cittadini. Grazie alla sburocratizzazione si permette alle imprese di agire con maggior celerità.  Con questa legge investire in Piemonte sarà economicamente più vantaggioso rispetto a molte altre regioni italiane che hanno oneri di istruttoria molto più elevati rispetto ai nostri, e, per le pubbliche amministrazioni, gli oneri saranno gratuiti».

 Festival delle Città Identitarie a Trino vercellese

Dal 21 al 23 luglio a  Palazzo Paleologo

Tra gli ospiti Gabriele Lavia, Luca Ward, Alessandro Sallusti e Patrizia Mirigliani

Gli spettacoli, su tre serate, toccheranno i temi più distintivi dell’identità trinese:
Cavour, la tipografia, il riso, la danza

cittaidentitarie.it/festival/viii-edizione-trino

Torino, 11 luglio 2023 – Arriva in Piemonte il Festival delle Città Identitarie: sarà infatti Trino, cittadina in provincia di Vercelli, a ospitare una delle tappe della rassegna itinerante nata per far conoscere i simboli culturali, storici e artistici delle città di provincia italiane attraverso il teatro, la musica, i libri e le persone che le hanno rese grandi. Dopo l’avvio a Potenza, a fine giugno, il Festival toccherà Loano dal 22 al 24 agosto. I Festival sono realizzati con il contributo del Ministero della Cultura e del Centro per il Libro e la Lettura del MIC, con il patrocinio della Regione Piemonte per la tappa trinese.

La manifestazione è stata presentata questa mattina nel Grattacielo Piemonte alla presenza degli assessori regionali alla Cultura Vittoria Poggio e alle Politiche sociali Maurizio Marrone, del sindaco di Trino Daniele Pane con l’assessore agli Eventi e Manifestazioni Mariateresa Alvino, dell’ideatore e direttore artistico del Festival Edoardo Sylos Labini.

Dal 21 al 23 luglio, nella città del Conte Camillo Benso di Cavour, dove fiorì l’arte della tipografia e si stampò la prima copia della Commedia con l’aggettivo «Divina», si alterneranno sul palco il maestro del teatro italiano Gabriele Lavia, che renderà omaggio a Dante Alighieri interpretando i più noti canti dell’Opera del grande Maestro; uno dei nostri doppiatori più amati, Luca Ward che, accompagnato dalla chitarra di Daniele Stefani, sarà in scena con Edoardo Sylos Labini – ideatore e direttore artistico dei Festival – per raccontare uno dei capisaldi del neorealismo italiano: Riso Amaro. Un racconto teatrale attraverso le immagini più famose del film ambientato nelle risaie vercellesi, per far scoprire agli spettatori un pezzo importante della storia d’Italia e del tessuto sociale di una comunità che oggi ha bisogno di rinascere. Sempre per Riso AmaroMiss Italia 2022 Lavinia Abate con Patrizia Mirigliani, patrona del famoso concorso di bellezza, ricorderà come Silvana Mangano, protagonista della famosa pellicola, iniziò la sua carriera partendo proprio da quella passerella. E ancora, l’attore Sebastiano Tringali che reciterà alcuni brani tratti dai più importanti discorsi di Cavour, che proprio nel borgo di Trino aveva fissato il suo buen retiroTorneranno poi a esibirsi Arianna, da giovanissima volto e voce ufficiale della Disney con la band diretta dal maestro Valeriano Chiaravalle, e Federico Palmaroli in arte #Osho con i suoi irriverenti meme satirici ormai divenuti cult. Infine, Premio Speciale a Mariuccia Bolle, mamma dell’etoile dei due mondi Roberto Bolle, che proprio a Trino deve i suoi natali e l’inizio della sua straordinaria carriera.

Tra i protagonisti della prima giornata, venerdì 21 luglio, il direttore di Libero Alessandro Sallusti, con il quale Edoardo Sylos Labini dialogherà sulla situazione della stampa in Italia e sui grandi tema di attualità culturale e politica. 

In chiusura, domenica 23 luglio, nel chiostro del palazzo comunale di Trino, non poteva mancare un intermezzo di danza, affidato a Barbara Altissimo, coreografa, performer e regista, protagonista del teatro-danza contemporaneo in Italia, che condurrà un’esperienza teatrale aperta alla cittadinanza: un cantiere itinerante, un laboratorio di tre giorni che diventa spettacolo e che vede come protagonisti i cittadini del piccolo borgo piemontese. Con lei, gli attori Gualtiero Scola e Pier Luigi Massoglia

Sempre domenica, presso il Borgo Ramezzana, appuntamento con Leggere le Città Identitarie, che vedrà protagonista il libro di Indro Montanelli Dante Alighieri, ovvero Durante di Alighiero degli Alighieri, in un incontro moderato da Angelo Crespi, giornalista, critico d’arte, saggista e drammaturgo italiano.

“Giuseppe Gabellone. Km 2,6”… di scotch

Ritorna alla “GAM” di Torino, l’artista – scultore e fotografo – brindisino, con un video giovanile, sintesi perfetta dell’intera sua sperimentazione artistica

Fino al 1° ottobre

A 27 anni dalla sua mostra personale (“Campo 6”) ospitata alla “GAM” di Torino, in collaborazione con l’allora neonata “Fondazione Re Rebaudengo”, Giuseppe Gabellone, artista brindisino (oggi residente a Parigi) ritorna, fino al 1° ottobre, negli spazi della “Videoteca” del Museo di via Magenta, presentando il video “Km 2,6”, acquisito dalla “Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT”, assicurando così alla Collezione della “VideotecaGAM” un’opera cardine della stagione artistica degli anni Novanta. Erede fra i più rappresentativi dell’“Arte Povera” e della “scultura post-minimalista” (fra gli studenti –  allievi all’“Accademia” di Bologna e a Brera di Alberto Garutti – che diedero vita a Milano al cosiddetto “Gruppo di via Fiuggi”), Gabellone (classe ’73) ha sempre rincorso sperimentazioni artistiche volte ad indagare la relazione fra “bidimensionalità” e “tridimensionalità”, coniugando in un tutt’uno linguaggi scultorei e fotografici, alla ricerca persistente, come ebbe a scrivere Francesco Bonomi in occasione di una sua personale del 2002 al “Museum of Contemporary Art” di Chicago, di idee che in sé contenessero i concetti di “presenza e assenza”. In quest’ottica si colloca anche “Km 2,6”, il video presentato alla “GAM” e realizzato, in una forma che sta fra l’idea di scultura e la dimensione filmica, nel ’93. Dice bene Elena Volpato, curatrice della mostra: “Il video è una di quelle rare opere che arrivano precocissime nel percorso di un artista eppure sembrano già contenere tutto intero il nucleo del suo pensiero. L’intelligenza che anima quel video si è andata infatti sviluppando con assoluta coerenza, in questi trent’anni, nella varietà dei frutti che va producendo”. Unità di misura lineare, quei “Km 2,6” diventano “misura di durata”.  La lunghezza indicata è quella del nastro adesivo che Gabellone, nel video, va dipanando tutt’attorno ai mobili e agli esterni della sua casa di famiglia in Puglia, fino a inglobare in un’unica “ragnatela scultorea” anche alcuni alberi del giardino. Allo svolgersi dello scotch risponde lo scorrere del nastro magnetico che registra l’opera, traducendo lo spazio in tempo e il tempo in spazio. “Ogni singolo frame del video è in realtà una scultura – ancora la Volpato – e lo è doppiamente per via del monitor, un vecchio ‘hantarex’ il cui utilizzo si andava rarefacendo proprio in quell’inizio degli anni Novanta, ma che per i primi decenni della storia del video d’artista aveva prestato al linguaggio elettronico un volume, da solido minimalista, che sarebbe poi andato perduto nella consuetudine delle proiezioni e degli schermi piatti”.

A completare la rassegna, una serie di 8 fotografie“Untitled”, datate 2009: fotografie di fotografie, immagini di sculture, di paesaggi che contengono sculture e anche cifre pittoriche “nel cromatismo che vira la stampa originale”. Sculture, quelle di Gabellone, “laboriosamente artigianali”, che spesso l’artista distrugge, ad additare l’effimero del reale, non prima di averle debitamente fotografate e quindi esistenti solo in quanto immagini fotografiche. Immagini fisse, drappi in cui si racconta di bambini che ridono all’aria aperta o di “volumi ancorati nello spazio, che al contempo si gonfiano sotto l’azione del vento che le modella come fossero bandiere”. Fra grezze manipolature di materiali di scarto dal legno all’acciaio all’alluminio all’argilla, in una sorta di “trasparenti scatole cinesi – conclude Elena Volpato – che contengono, una dentro l’altra, tutte le discipline artistiche attraversate dal pensiero dell’artista con il piacere di dissolverle una nell’altra, fino a liberare l’immagine come pura forza mentale”.

Gianni Milani

“Giuseppe Gabellone. Km 2,6”

“GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea”, via Magenta 31; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 1° ottobre

Orari: da mart. a dom. 10/18. Chiuso lunedì

Nelle foto:

–       Giuseppe Gabellone: “Km 2,6”, video, colore, sonoro, 30’, 1993, “Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT”

–       Giuseppe Gabellone: “Untitled”, stampe digitali, 2009, courtesy l’artista e “ZERO…”, Milano

Ultimi giorni raccolta firme per i Referendum contro l’invio di armi all’Ucraina

 

Bravi (PdF): Firmare per i referendum è un segnale forte contro la guerra”

Firmare per i referendum contro l’invio di armi all’Ucraina costituisce un segnale forte contro la guerra – ha osservato Carlo Bravi, del Popolo della Famiglia Piemonte  che è assolutamente importante giunga al Governo Meloni e alla sua maggioranza parlamentare, impegnata fin da quando era ancora all’opposizione nell’inviare verso Kiev ogni tipo di munizione e sistema d’arma, oltreché finanziamenti a palate“.

Le ragioni di fondo a favore dei quesiti referendari promossi dal gruppo Generazioni Future  osserva Bravi  risiedono anzitutto nell’articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana, in base al quale l’Italia non solo non fa ricorso alla guerra, ma la ‘ripudia’proprio, e quest’espressione così forte ed icastica tronca alla radice qualsiasi interpretazione ‘elastica’ dell’affermazione costituzionale, collocando la massiccia fornitura di armi all’Ucraina che il governo Meloni sta portando avanti in una chiara violazione della nostra Cartafondamentale“.

Una seconda ragione di sostegno – prosegue Bravi  risiede nella scelta delle priorità nell’azione di governo rispetto alla situazione dei cittadini: l’inflazione sta divorando rapidamente il potere d’acquisto degli italiani, un quarto dei quali è ormai al di sotto della soglia di povertà e lotta ogni settimana per sopravvivere e non finire per strada (o per smettere di restarci), mentre un terzo dei nostri connazionali ormai rinuncia a curarsi: non ci sembra davvero che all’Italia oggi ‘avanzino risorse’ per armare fino ai denti un paese che non è neppure nostro alleato, men che meno che ‘avanzino’ TREDICI miliardi di euro di spese militari AGGIUNTIVE programmati ogni anno dalla maggioranza di CentroDestra“.

Esorto quindi ogni cittadino a firmare per tali referendum, ormai solo più online al sito web generazionifuture.org  ha concluso Bravi  come ha fatto ogni membro maggiorenne della mia famiglia: non possiamo mancare a questa preziosa opportunità per tentare di arginare la deriva bellicista del governo e dell’intera Unione Europea, che rischia di trascinare l’intero continente nel vortice di una guerra generalizzata“.

Giachino: “La questione autostrade ritorna centrale”

La questione autostrade ritorna centrale per il futuro dei trasporti e della economia del Paese. Paghiamo le colpe di chi non ha fatto le manutenzioni straordinarie  ma paghiamo anche i gravi errori politico strategici  sulle infrastrutture degli anni 70.

L’incidente , per fortuna non tragico, di domenica scorsa  sulla A12 che sta causando code chilometriche per i turisti ma soprattutto per la economia del nostro Paese che da almeno un anno cresce più delle altre economie europee ma per recuperare il gap degli ultimi vent’anni ci vorrà molto tempo e stabilità di governo.
Come ha detto il Vice Ministro RIXI il 55% della nostra rete autostradale è vecchio, costruito cioè negli anni 60. E per fortuna le autostrade del mare, che sbloccai nel 2008 durante la mia esperienza organizzativa,  hanno trasferito strutturalmente una parte del traffico verso la Spagna che da oltre 10 anni salpa con la nave da Livorno e raggiunge Barcellona.
Paghiamo caro il blocco della costruzione delle autostrade del 1975 voluto da un emendamento comunista ispirato dall’on. Lucio Libertini.
Già quando venne decisa la costruzione della Autostrada del sole la sinistra del PCI non ne capiva la necessità. Negli anni 61-62 , su l’Unita’ si  chiedeva che, in alternativa alle autostrade, la costruzione di Scuole e Ospedali. Cosi nel 1964 il giorno della inaugurazione della Autostrada del Sole sulla prima pagina della Unità ci si chiedeva ancora della sua utilità. Appena ve ne furono le condizioni, la sconfitta della DC alle amministrative del  1975  e la presa di distanza del PSI di De Martino, il PCI presento’ un emendamento nel corso della discussione della Legge Bucalossi sull’uso del suolo col quale si bloccava per legge la costruzione delle autostrade. Questa norma verrà soppressa dal Governo Amato solo nel 2001. Ecco spiegato il ritardo del nostro Paese nella dotazione infrastrutturale . Un ritardo che ci è costato molto dal punto di vista economico perché la lentezza dei trasporti merci o della logistica ha un costo così come la congestione del traffico ha sicuramente inciso nella lotta alla incidentalità stradale e nella attrattivita’ economica.
Negli anni 2000 la esplosione del Movimento NoTav, No Gronda etc ha bloccato la costruzione di altre infrastrutture strategiche causando la minore crescita della economia e del lavoro del nostro Paese, come la TAV, la Gronda di Genova etc. Dopo il 2011 la costruzione di infrastrutture e’ nuovamente diminuita.
Solo con la nostra grande Manifestazione SITAV torinesi del 10 Novembre 2018  si è interrotta questa opposizione plasticamente evidenziata dal voto del Senato del 7,8.2019 largamente contrario alla mozione No Tav dei cinque stelle.  Senza quel Movimento SITAV il Governo Conte prima e Draghi poi non avrebbero dato così tanto spazio alle infrastrutture nella scrittura del PNRR.
Ora il nuovo Governo deve , nell’interesse nazionale, sbloccare e accelerare la costruzione della TAV , della Gronda di Genova etc. Trasporti e logistica competitività contribuiscono ad attrarre nuovi investimenti produttivi di cui abbiamo bisogno come il pane. D’altronde lo si vede proprio nel porto di Genova dove la decisione di costruire la nuova Diga e il completamento dei lavori del Terzo Valico stanno attirando tutti i grandi operatori mondiali dello shipping a investire nel porto , come se nella mia Torino a Mirafiori arrivassero investimenti di produttori esteri di auto .
Ora non possiamo più perdere tempo , aumentare gli investimenti pubblici da inoltre un forte contributo alla maggiore crescita della nostra economia e rilancerebbe il Vecchio Triangolo Industriale che negli ultimi anni è stato sopravanzato dal Nord Est.
Mino GIACHINO 
Presidente di SAIMARE  spa

Forza Italia: abbiamo spinto Lo Russo a partecipare a un blitz della polizia

SICUREZZA, ROSSO, FONTANA E PETRARULO (FI): SE CON UNA RICHIESTA DI CONSIGLIO CIRCOSCRIZIONALE APERTO LO RUSSO PARTECIPA AI BLITZ DELLA POLIZIA SIAMO PRONTI ANCHE A CHIEDERE UN CONSIGLIO APERTO

“Se solo attraverso la richiesta di un Consiglio Circoscrizionale aperto abbiamo spinto il Sindaco Lo Russo a partecipare ad un blitz della polizia, in pieno stile sovranità come ci hanno sempre raccontato dal PD, allora siamo pronti a rilanciare e domandare anche un Consiglio Comunale Aperto sul tema”. La chiosa arriva dai coordinatori provinciale e cittadino di Forza Italia il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana e dal responsabile cittadino del Dipartimento Sicurezza Raffaele Petrarulo.

“Sinceramente non è nello stile di Forza Italia partecipare ai blitz delle forze dell’ordine. Abbiamo un altro senso delle istituzioni. Annotiamo che prima la nostra conferenza stampa e poi l’esito nefasto del sondaggio di gradimento del sindaco lo hanno portato a tentare di uscire goffamente dall’angolo. Non è con la spettacolarizzazione di un intervento degli agenti che si risolvono anni di inerzia sul tema della sicurezza. Serve un cambio di passo totale, per esempio bisognerebbe spostarsi dalla comfort zone dove ha deciso di compiere la sua passerella Lo Russo e spostarsi in via Montanaro, Largo Giulio, Via Santhià, Largo Palermo, piazza Bottesini, Corso Vercelli solo per citare alcuni esempi. Ancora uno sforzo signor sindaco che magari riusciamo a rimettere in sicurezza una porzione di Torino!”. Concludono gli esponenti azzurri.

 Preioni (Lega): “valutazioni ambientali  con una norma semplificata e pragmatica”

Il Consiglio regionale del Piemonte ha votato a favore delle nuove disposizioni riguardanti le valutazioni ambientali strategiche, l’impatto ambientale e le autorizzazioni ambientali integrate.
“Le norme proposte sono volte a semplificare e uniformare il quadro normativo – ha commentato Alberto Preioni presidente dal Gruppo consiliare regionale della Lega Salvini Piemonte – riguardante le autorizzazioni di valutazione di impatto ambientale e  strategica.
Le ricadute di questa legge si faranno sentire sia sulle imprese sia sui cittadini. Per quanto riguarda le aziende con questo nuovo regime garantiremo costi minori rispetto ad altre regioni italiane, che hanno oneri di istruttoria più elevati. Pertanto, investire in Piemonte risulterà meno oneroso rispetto ad altre regioni.
I cittadini godranno di una semplificazione delle procedure burocratiche legate alle valutazioni ambientali. Un impianto moderno e pragmatico, che mira a favorire lo sviluppo sostenibile della Regione, garantendo un equilibrio tra gli interessi economici e quelli ambientali attraverso semplificazione, chiarezza normativa, trasparenza con lo scopo di far diventare il Piemonte più attrattivo e competitivo”.

Visita al Castello di Rivoli con Carolyn Christov-Bakargiev

Agnolo Gaddi
Angelo annunciante, Redentore, Vergine annunciata, 1387-1388
tempera e oro su tavola, 100 x 38,5 cm, 98 x 38,3 cm, 100,3 x 38,4 cm
Collezione Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte
deposito a lungo termine Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
L’Esperienza dell’Arte

Carolyn Christov-Bakargiev, Essere riservati. L’immortalità attraverso l’immortalità della propria collezione. Dalla precisione alla perfezione

giovedì 13 luglio 2023, ore 18.00* – 19.30
Villa Cerruti, Sala delle Orchidee

Il 13 luglio 2023, dalle 18.00 alle 19.30, Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della Fondazione Cerruti, guiderà il pubblico in una visita speciale alla scoperta dei segreti di Francesco Federico Cerruti e della sua raccolta d’arte e oggetti preziosi. Il rapporto privilegiato del collezionista con il libro e la legatura sarà affrontato esaminando un’importante opera della collezione: le cuspidi raffiguranti l’Angelo annunciante, il Redentore e la Vergine annunciata, 1387-1388, del pittore fiorentino Agnolo Gaddi.

* Il biglietto va ritirato entro le ore 17.45 presso la Biglietteria del Castello di Rivoli
La conferenza, per un numero massimo di 16 persone, si tiene nella Sala delle Orchidee di Villa Cerruti e comprende una visita speciale alla Villa.
È necessaria la prenotazione alla pagina https://www.castellodirivoli.org/tickets/#
Il costo del biglietto intero è di € 26,50; biglietto ridotto € 19,50 (giornalisti, gruppi da 3 o più persone, Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta); € 10,00 per studenti universitari fino a 26 anni e istituzioni equiparate.
Il biglietto è comprensivo dell’ingresso al Castello di Rivoli che potrà essere visitato nella stessa giornata, prima dell’incontro. Il Museo chiude alle ore 17.30, ma è possibile recarsi in Biglietteria nella Manica Lunga fino alle ore 17.45.
La navetta di collegamento alla Collezione Cerruti parte alle ore 17.55 dal piazzale antistante al Castello di Rivoli.
Per il ritiro del biglietto è necessario recarsi alla Biglietteria del Castello di Rivoli almeno 15 minuti prima della partenza della navetta.

Carolyn Christov-Bakargiev

Scrittore, storico dell’arte e curatore. Attualmente è Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte, Rivoli-Torino. Nel 2019 ha ricevuto l’Audrey Irmas Award for Curatorial Excellence. È stata Edith Kreeger Wolf Distinguished Visiting Professor in Art Theory and Practice alla Northwestern University, Chicago (2013-2019). È stata Direttore Artistico della Biennale di Sydney nel 2008, di dOCUMENTA (13) a Kassel, Banff, Alessandria-Cairo e Bamiyan-Kabul nel 2012 e della Biennale di Istanbul nel 2015. Fra le sue maggiori pubblicazioni: Arte Povera (Londra 1999).

Ied e Gallerie d’Italia: immagini dai confini della città

IED E GALLERIE D’ITALIA DI INTESA SANPAOLO PRESENTANO IL PROGETTO

“IL MARGINE FA LA PAGINA – IMMAGINI DAI CONFINI DELLA CITTÀ”:

SEDICI RICERCHE FOTOGRAFICHE SULLA CITTÀ DI TORINO PER RACCONTARNE STORIE, VITE E PECULIARITÀ OLTRE GLI STEREOTIPI

 

Nell’ambito di Bureau Metamorfosi, progetto triennale di indagine sulla Città, IED Torino presenta le ricerche fotografiche realizzate dagli studenti del corso di Fotografia e dal 18 luglio diffuse in tutta la città grazie alle collaborazioni con GTT e IGP Decaux.

 

Torino, 11 luglio 2023 – IED Torino presenta “Il Margine fa la pagina – Immagini dai confini della città”, progetto nato in partnership con le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo e secondo capitolo del percorso triennale di indagine sulla città di Torino, Bureau Metamorfosi.  Il progetto ha visto la curatela di Giulia Ticozzi, coordinatrice del corso triennale di Fotgrafia IED Torino e la supervisione di Antonio Carloni, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Torino, oltre che l’importante contributo di quattro esperti, Maurizio Cilli, Francesca Berardi, Arianna Arcara e Giulietta Fassino, e la guida del fotografo e docente Luís Aniceto. “Il Margine fa la pagina – Immagini dai confini della città” sarà fruibile dal 18 luglio al 15 settembre presso le Gallerie d’Italia – Torino nella sala immersiva del museo di Piazza San Carlo.

Se la prima tappa di Bureau Metamorfosi aveva esplorato il tema del Centro città, con il nuovo progetto l’Istituto Europeo di Design presenta sedici ricerche fotografiche realizzate da altrettanti studenti e studentesse del corso triennale di Fotografia, che hanno indagato da diverse e inedite prospettive scene di vita quotidiana, persone e storie di quegli angoli periferici di Torino dalle molteplici suggestioni e dai confini incerti, non solo geografici ma anche sociali, antropologici e architettonici. Con un approccio che li ha coinvolti dal punto di vista didattico, ma  anche nelle vesti di abitanti in prima persona della città, gli studenti hanno raccontato quartieri come Barriera di Milano, Madonna di Campagna, Mirafiori e Falchera Vecchia senza avere vincoli tematici: ne è nata un’indagine libera ed eterogenea, svincolata dal concetto di “città dormitorio” e di degrado associato spesso alle zone urbane periferiche. Il ventaglio di storie ha raccontato infatti una città rivelata, con una visione oltre gli stereotipi di quartieri, esaltandone la quotidianità fatta di vita, lavoro e socialità.

Gli sguardi fotografici degli studenti e delle studentesse sono passati dal raccontare la vita di alcune Associazioni sul territorio alla trasformazione e abbandono di luoghi, testimonianza di un tessuto industriale ora inevitabilmente rivoluzionato; dalla prima scuola ucraina di Torino a quelle situazioni che vedono incrociare generazioni, etnie e gruppi sociali differenti; dalle barriere architettoniche alla quotidianità di universitari e di chi sembra non dormire mai, come i protagonisti dello street food per eccellenza, il kebab. Gran parte del progetto si compone di ritratti e street photography, come per esempio in Crux Via, ricerca incentrata su Parco Dora, visto come baluardo del libero arbitrio, in quanto crocevia immobile e testimone ogni secondo di combinazioni diverse di elementi in grado di dare vita a infiniti risultati, scenari e istantanee.

“Il margine fa la pagina” si diffonderà inoltre dal 18 luglio nella città. Grazie alla collaborazione con GTT e IGP Decaux i manifesti e i progetti fotografici occuperanno gli spazi pubblicitari di strade e pensiline, in una forma di narrazione e di restituzione alla città che nelle sue diverse sfaccettature ha ispirato il progetto.

 

“Questo lavoro, che segna la seconda tappa di un progetto triennale realizzato in collaborazione con Gallerie d’Italia Torino – dichiara Paola Zini, Direttore IED Torino – testimonia come i fotografi siano oggi interpreti del contemporaneo da diversi punti di vista: economico, sociale, culturale, paesaggistico e siano figure con molteplici sbocchi professionali che vanno dal foto reporter alla fotografia di moda, dalla fotografia di prodotto e pubblicitaria alla fotografia editoriale”.

Antonio Carloni, Vice Direttore Gallerie d’Italia – Torino, dichiara: “Con questo secondo capitolo del percorso triennale di indagine sulla città di Torino realizzato con lo IED abbiamo nuovamente voluto affidare a giovani studenti avviati alla professione della fotografia l’occasione di raccontare i cambiamenti della nostra città, concentrandoci questa volta sulle periferie. Un racconto per immagini che testimonia al tempo stesso come le Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo siano diventate un luogo di riferimento per l’osservazione dell’attualità e per comprendere le trasformazioni del presente attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea”.

Fotografie di: Ballerini Giulia, Bergadano Alessio, Campi Pietro Maria, Celia Sara, De Stefano Luca, Figliuolo Silvio Giovanni Maria, Geraci Gian Marco, Idda Caterina, Lombardo Federico, Luigi Pietro Antonio, Puntillo Stefano, Riva Emanuele, Scalzeggi Alessandro David, Sorbello Erika, Terlizzi Andrea, Verduci Greta, studenti del 2° anno del corso triennale di Fotografia IED Torino.

 

I teatri torinesi: Teatro Macario

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Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

8 I teatri torinesi: Teatro Macario

Per tutto il 2020 un’istallazione, progettata dallo studio di architettura di Loredana Iacopino, ha caratterizzato l’ampio e regale spazio di Piazza Castello. La struttura è stata ideata per festeggiare i primi vent’anni dall’apertura del Museo Nazionale del Cinema e la nascita di Film Commission Torino Piemonte; si tratta di un’opera composta da diversi pilastri specchiati, in cui fanno capolino iconici attori e attrici che hanno interpretato i loro film in ambienti torinesi e dintorni. Tra i volti antichi, stampati in bianco e nero sulle superfici riflettenti, compaiono un “facciotto” rotondo, due grandi occhi spalancati ed un ciuffetto sbarazzino di capelli neri. Ironia della sorte: negli ultimi anni sono diverse le occasioni in cui la città della Mole ha esaltato e riconosciuto l’importanza del comico torinese Erminio Macario, personaggio burliero e geniale che tanto ha dato al capuluogo, ma che in cambio non ha ricevuto granché.
Non sempre dietro ai sorrisi dei grandi “clown” si celano vite altrettando ilari, ma il pubblico giudicante vuole solo divertirsi e difficilmente si interessa di chi si è adoperato affinché tutto andasse per il verso giusto. La vicenda di Erminio Macario si riflette nel suo omonimo teatro, anche conosciuto come “La Bomboniera”, situato in via Santa Teresa, un tempo uno dei cuori pulsanti dell’intrattenimento torinese ed oggi solamente una logora saracinesca tirata giù.

La storia di Erminio è tutta torinese. Egli nasce nella nostra città il 27 maggio 1902, in una piccola soffitta di via Botero, ed è ultimogenito di una famiglia umile ma numerosa. Frequenta poi la scuola Petacchioni, la stessa che aveva ispirato la stesura del celebre romanzo “Cuore”, scritto dal ligure De Amicis e pubblicato nel 1886.
La primissima esibizione di Macario avviene nel 1913, sul palcoscenico dell’oratorio Don Bosco della Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice; in questa occasione Erminio riveste un ruolo marginale ne “Il sacrificio di un innocente”, ma ha così l’opportunità di scoprire, già in giovane età, la sua vera vocazione.
Nel 1917 il futuro attore si inserisce nel mondo del lavoro e ricopre un impiego alla FIAT come operaio tuttofare, egli stesso ricorderà in seguito così quel turbolento momento della sua vita: “feci tutti i mestieri; se non imparati almeno iniziati”.
Nell’anno successivo Erminio continua a dimostrare la sua versatilità e il suo essere “resiliente” – per utilizzare un termine molto in voga in questo periodo – questa volta però sfrutta i suoi talenti per gestire una piccola filodrammatica di sua proprietà, situata in San Donato, all’interno della quale egli svolge tutte le mansioni, da costumista a cassiere, da primo attore a regista.
L’anno della svolta è il 1924, quando il giovane Macario si imbatte nel cavalier Molasso, coreografo, ballerino e celebre impresario. Caso vuole che quest’ultimo fosse alla ricerca di nuovi volti per lo “spettacolo di balli e pantomime” che si sarebbe tenuto di lì a poco al tetro Romano. Macario ha così il suo primo ingaggio a 15 lire al giorno: esordisce con “Sei solo stasera?” a cui segue “Senza complimenti!”.

La fortuna sorride al genio torinese e nel 1925 la carriera di Erminio è positivamente segnata dall’incontro con Isa Bluette, famosissima soubrette, che lo scrittura come “comico grottesco” all’interno della sua compagnia. Macario fa ormai parte “del giro buono” del teatro, non solo di Torino, ma italiano. A segnare la sua affermazione definitiva all’interno della scena della recitazione è lo spettacolo “Valigia delle indie” di Ripp e Bel-Ami (pseudonimi di Luigi Miaglia e Anacleto Francini), eseguito al teatro Odeon.
Il destino però non è sempre benigno e, una volta arrivato all’apice del successo, Macario è costretto a fronteggiare il funesto periodo della crisi del 1929. Erminio si ritrova così a sgomitare nuovamente per non cadere nel “dimenticatoio”, si sposta tra San Remo, Milano e Roma, ma alla fine torna fiducioso tra le braccia della sua amata Torino. Questa volta a venirgli in soccorso è Umberto Fiandra, il direttore della compagnia teatrale La Stabile del teatro Rossini. Macario si dedica così al teatro dialettale, occasione che si rivela una mossa decisamente strategica, poiché da una parte egli riesce a superare la crisi economica senza perdite irreparabili, dall’altra ha l’opportunità di collaborare con i grandi protagonisti della prosa.
Arrivano gli anni Trenta e una nuova ondata di positività colpisce la cittadinanza, si ha di nuovo voglia di ridere. Tra il 1932 e il 1933 Erminio – con un gesto tra il coraggioso l’incosciente – investe 12.000 lire, che all’epoca erano una somma assai ingente, per fondare la sua seconda compagnia teatrale, per la quale sceglie come sede principale il Teatro Maffei, meglio noto con l’appellativo “Bal tabarin”. Lo spettacolo di debutto è “Pelle di ricambio”; il successo non tarda a sostenere l’attività, ma la Seconda Guerra è ormai alle porte e il 20 novembre 1942 un bombardamento distrugge lo stabile, costringendo lo stoico Erminio a ricominciare ancora una volta quasi da zero.
Nel dopoguerra Macario si dedica principalmente al cinema. Tra i suoi maggiori successi vi sono “Come persi la guerra”, primo film comico neorealista, scritto da Monicelli e Benvenuti, Pinelli e Steno e “Il monello della strada”, in cui Erminio riveste il ruolo del primo anti-eroe del cinema italiano.

Il comico decide di espandere ancora le sue attività e si occupa, sempre nel dopoguerra, della rivista “Votate per Venere”, che riscuote grande successo anche a Parigi.
Negli anni Cinquanta Macario è fra i maggiori industriali dello spettacolo italiano: la media giornaliera di incasso è un milione.
Tra gli anni 1958 e 1963 il torinese lavora in ben sette film a fianco di colossi della pellicola come Totò, Peppino e Fabrizi; nel 1965, invece, partecipa alla riedizione della commedia musicale “Febbre Azzurra”, campione d’incasso della stagione.
Negli anni Settanta, Erminio si riavvicina al teatro, recitando in dialetto piemontese ed esaltando sempre più la sua ormai nota “Maschera Macario” che altro non è che il suo stesso volto, bonario, espressivo e soprattutto tanto amato dal grande pubblico. In questi anni ottiene grande successo la rivisitazione del famoso testo piemontese “Le miserie ‘d Monsù Travet”, eseguito con Lo Stabile di Torino presso il Teatro Alfieri. Dopo una vita trascorsa sui palcoscenici di altri, Macario decide che è ora di averne uno tutto suo. Sul finire degli anni Settanta inizia la realizzazione de “ La Bomboniera”, situata al numero 10 di via Santa Teresa e inaugurata ufficilamente nel 1977, con la commedia di Molière “Sganarello medicosifaperdire”.
E così Erminio, con la determinazione di chi non si è mai arreso, riesce a concretizzare il suo sogno più grande: avere un teatro tutto suo.
Tutte le storie però sono destinate ad avere un finale, e la vicenda di Erminio non può fare eccezione. Il 26 marzo 1980 il comico torinese smette per sempre di ridere, i funerali si svolgono la mattina del 28 marzo presso la chiesa di via San Dalmazzo, dopo la funzione la salma viene trasportata al Cimitero Monumentale di Torino, dove ancora oggi riposa.
Dopo la scomparsa, Torino non gli dedica nessuna via, piazza o monumento, in anni più recenti solo alcuni comuni come Grugliasco o Trofarello hanno avuto dei rimorsi di coscienza e hanno inserito il nome dell’attore all’interno della propria struttura urbana.

Il Teatro Macario è diretto negli anni Novanta da Pier Giorgio Gili e dopo la dipartita di quest’ultimo la struttura viene convertita in discoteca, il “Theatrò”.
Tuttavia, senza la forza d’animo dello storico fondatore, anche tale attività fallisce, le saracinesche si abbassano e i torinesi ci passegiano frettolosi accanto, dimentichi del fragore che un tempo caratterizzava quel quartiere. A portare avanti la memoria della vita e delle opere di Erminio Macario sono soprattutto i figli, aiutati dai parenti più stretti e dagli amici più vicini. Nel 2002, in occasione del centenario della sua nascita, viene fondata l’Associazione Culturale Erminio Macario “MacarioCult”.
Attualmente vi è stato un tentativo di rianimare gli impolverati spazi dell’ ex “Bomboniera”, si tratta della recente Galleria D’Arte “This is not Torino”, che ha deciso di aprire proprio in via Santa teresa 10, nella speranza di riabilitare, attraverso l’arte, uno dei luoghi storici della città.
Incrociamo le dita, come si suol dire, e dimostriamoci cittadini attivi, partecipiamo all’impresa di questa galleria anticonformista, che si vuole proporre più come “cantiere” che come luogo di esposizione.
Cari lettori e cari torinesi, prendiamo parte compatti a tali iniziative, poiché sappiamo bene che di Torino è facile innamorasi, ma difficilmente Torino si innamora a sua volta.

Alessia Cagnotto