“Infine è avvenuto ciò che speravamo e ci aspettavamo: è caduta in primo grado l’accusa di associazione a delinquere per 16 membri del centro sociale Askatasuna e del Movimento No TAV, nonostante le condanne, comunque molto ridotte rispetto alle richieste della Procura, per alcuni singoli imputati per gli altri capi d’accusa. Abbiamo sempre pensato che l’accusa di associazione a delinquere fosse frutto di un teorema del tutto infondato, completamente fuori luogo per persone che con i loro atti non si sono arricchite né avvantaggiate in nessun modo. Che le iniziative del centro sociale per il contrasto alla precarietà abitativa, la promozione dello sport popolare, la distribuzione di cibo e tamponi durante il lockdown, i corsi di italiano per stranieri non siano mai state una maschera per altre finalità. Le responsabilità penali sono sempre personali e non è mai esistito un nucleo che architettasse un programma criminoso. Di fatto non accolta in questa sede anche la richiesta monstre di risarcimento del danno: dovrà essere provato davanti al Tribunale Civile. Come abbiamo sempre detto, Askatasuna non è un covo criminale e continuerà a esistere, anche come bene comune. Ci aspettiamo delle scuse da chi, da destra, aveva dimenticato ogni garantismo e attaccato pesantemente in questi mesi imputati e solidali e auspichiamo che ora si apra una riflessione sull’uso sproporzionato del diritto penale contro il dissenso e i movimenti sociali.” – lo dichiarano il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, la Capogruppo di AVS in Piemonte,Alice Ravinale, e la Capogruppo di Sinistra Ecologista al Comune di Torino, Sara Diena.
“Commessi reati gravissimi e noi siamo parte lesa come lo è lo Stato”
“La sentenza emessa a carico di componenti del centro sociale Askatasuna, come tutte le sentenze, va rispettata, ma ci obbliga a chiedere a gran voce al ministro Piantedosi di impugnarla. Nel processo sono stati contestati reati gravi, anche al di là dell’associazione a delinquere che non è stata al momento riconosciuta, dei quali 18 imputati sono stati ritenuti colpevoli. Reati rispetto ai quali le Forze dell’ordine sono spesso parte lesa, proprio come lo è lo Stato che, però, si è visto negare i risarcimenti. Non ci si può assolutamente fermare qui. Chi lavora per la sicurezza conosce purtroppo molto bene le imprese degli appartenenti ad Askatasuna, e la maggior parte degli operatori in divisa impegnati nelle ‘zone di loro competenza’ ne ha conosciuto gli effetti sulla propria pelle. Sono anni che viviamo una vera e propria odissea per fronteggiare i continui, ripetuti, attacchi contro le istituzioni, gli enti privati, le città, i cittadini inermi, da chi pensa di poter affermare la propria supremazia sullo Stato con arrogante menefreghismo delle regole. Oggi sentiamo che molti di questi imputati sono stati condannati ma, in concreto, rischiano di non scontare alcuna pena e di non pagare un soldo pur se le iniziative di questi anni hanno spesso danneggiato e offeso cose, cantieri, città e, soprattutto, operatori in divisa impegnati solo a svolgere il proprio lavoro. Non è accettabile che si consideri chiusa questa storia di violenza e prepotenza senza andare fino in fondo. Adesso attendiamo il ricorso in appello che non può e non deve mancare”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo la sentenza nel cosiddetto “processo Askatasuna” in cui, nonostante le 18 condanne per reati vari (ma non per l’associazione a delinquere venuta meno) alla Presidenza del Consiglio ed ai ministeri dell’Interno e della Difesa, costituiti parte civile, sono stati negati i risarcimenti.
UniTo, Biancone: “ecco il Bilancio Pop”
Il Bilancio POP è uno strumento innovativo diffuso in America, Canada, Australia e Nuova Zelanda, e adottato da alcuni enti pubblici e istituzioni in Italia, tra questi l’Università di Torino – prima università italiana ad averlo implementato all’interno delle proprie politiche di Ateneo.
Si tratta di una forma di bilancio che va oltre i tradizionali bilanci finanziari, concentrandosi anche sugli aspetti sociali, culturali e ambientali. In particolare, il Bilancio POP cerca di mettere in luce l’impatto delle politiche dell’Ateneo sulla comunità e su diversi gruppi di popolazione, come studenti, personale accademico, amministrativo e cittadini.
È per questo motivo che nella realizzazione del suo secondo Bilancio POP, UniTo ha deciso di porre un focus particolareggiato sui temi ritenuti più importanti dai propri portatori di interesse.
Attraverso la competenza e la tecnologia messa a disposizione dal Dipartimento di Management e dall’Università degli Studi di Torino, con il coordinamento del gruppo di ricerca guidato dal Prof. Paolo Biancone, sono stati analizzati i sentimenti dell’utenza in riferimento agli argomenti e alle tematiche trattate nel primo bilancio POP realizzato nel 2023, mappando più di 40 canali social tra cui Facebook, Twitter, Instagram e definendo quali argomenti e tematiche abbiano generato un sentimento negativo o positivo.
I temi che hanno suscitato maggiore interesse sui social sono stati analizzati dalla Governance di Ateneo che ha conseguentemente dettato le linee guida di redazione di questo documento.
Tutte le tematiche trattate considerano il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), la Relazione sulle Performance in coerenza con il Piano Strategico di Ateneo 2021-2026.
Impostazione, redazione e applicazione dell’approccio e rispetto delle linee guida e standard sono stati definiti dal Comitato Scientifico (Paolo Pietro Biancone, Silvana Secinaro, Valerio Brescia, Davide Calandra) applicati dal Comitato tecnico (Valerio Brescia, Davide Calandra, Federico Lanzalonga, Federico Chmet, Ginevra Degregori, Michele Oppioli, Lara Demarchi, Rita Tamburrini, Federica Bassano).
Le informazioni contenute nel Bilancio POP sono il frutto dell’elaborazione dei dati forniti dalle diverse Direzioni di UniTo, in collaborazione con i Dipartimenti, le Aree e gli uffici di supporto e tutto il personale di UniTo coinvolto nel raggiungimento dei risultati messi in evidenza nel report.
Commenta il prof. Paolo Biancone: Il Bilancio POP si distingue dal bilancio integrato o dal bilancio sociale per la sua forte orientazione alla chiarezza, all’accessibilità e al coinvolgimento dei principali portatori di interesse (non esperti di contabilità e bilancio). Non si limita a rendicontare performance e impatti, ma li traduce in un linguaggio comprensibile a tutti, con l’obiettivo di rafforzare la fiducia, stimolare la partecipazione e rendere realmente fruibili i contenuti economici e sociali. A differenza degli altri modelli, il bilancio POP nasce per essere uno strumento di comunicazione pubblica e dialogo con la comunità, basato su criteri di comprensibilità, inclusione, diffusione capillare e rappresentazione del valore pubblico generato, integrando anche tecnologie digitali di raccolta del bisogno e strumenti partecipativi.
Mario Lattes in mostra a Monforte d’Alba
La collezione ed alcune opere presso la Fondazione Bottari Lattes
“Echi del ‘900. Le collezioni della Fondazione Bottari Lattes da Amedeo Modigliani a Pinot Gallizio” è il titolo della mostra inauguratasi sabato 29 marzo scorso e aperta fino all’11 maggio prossimo presso la Fondazione Bottari Lattes a Monforte d’Alba.
L’esposizione rappresenta la narrazione dell’universo creativo di Mario Lattes a partire dalla collezione personale dell’artista con oltre quaranta opere. La mostra è curata da Armando Audoli e valorizza il corpus della Fondazione, in quanto, accanto alla raccolta originaria di Mario Lattes, sono presenti i lavori acquisiti dalla moglie, Caterina Bottari Lattes, che ha idealmente proseguito l’attività del marito, arricchendola di nuove opere secondo la propria sensibilità.
Per Mario Lattes il collezionismo non era solo una ricerca estetica, ma un’estensione del proprio percorso ed impegno artistico e intellettuale. L’incisione, il disegno e la pittura, le tecniche che più lo appassionavano, rappresentano il fulcro di questa mostra.
Secondo il curatore Armando Audoli, la collezione di Mario Lattes riflette il suo spirito irregolare e visionario, con la presenza di una serie di opere capaci di accostare con naturalezza artisti eccentrici e simbolisti ai grandi nomi del Novecento europeo e italiano.
Tra i pezzi più significativi in mostra spicca un dipinto del 1963 di Pinot Gallizio, che dialoga con opere di protagonisti dell’informale torinese come Giacomo Soffiantino, Piero Ruggeri e Sergio Saroni. Sono presenti tele di Ennio Morlotti, Albino Galvano, una selezione di incisioni di Mario Calandri, Luigi Bartolini, Jean Pierre Velly e Anderle.
Non mancano opere di artisti di respiro internazionale come Georges Braque, Maurice Utrillo e Amedeo Modigliani, che è presente con il disegno “Figura dell’uomo seduto”, delicato disegno di un fumatore di pipa.
Tra gli altri artisti presenti Osvaldo Licini, Ernst Fuchs, che testimoniano l’interesse di Lattes per il simbolismo e il surrealismo mitteleuropeo. Di Italo Cremona è esposta l’opera “La macchina da cucire”, sono anche presenti opere di Lucio Fontana, Gianfranco Ferroni, Virgilio Guidi, Fausto Melotti, Mario Sironi, Francesco Tabusso, Carlo Terzolo e Renzo Vespignani.
Un corpo di non minor rilevanza di opere riguarda i dodici lavori tra oli su tela, cartone e tecniche miste su carta realizzate da Mario Lattes, al quale venne dedicata una mostra nella famosa galleria Galatea nel1960.
L’iniziativa della mostra “Echi nel ‘900” si inserisce nel programma culturale della Fiera Internazionale dei Vini del Piemonte- Vinum Alba 2025 e vede rinnovare la collaborazione tra l’ente Fiera di Alba e la Fondazione Bottari Lattes che, durante l’apertura della mostra, promuoverà laboratori didattici e visite guidate per le scuole, permettendo ai ragazzi anche la sperimentazione della tecnica dell’incisione.
Orari di apertura
Dal lunedì al venerdì 9.30/13; 14.30-16.30
Sabato, domenica e festivi 10/13; 14/17.
Ingresso gratuito senza prenotazione
Mara Martellotta
Moncenisio, commemorati i cantonieri caduti nel 1925
Si è svolta, in occasione del centenario, la commemorazione delle vittime di una valanga che il 29 marzo 1925 travolse e uccise quattro cantonieri al lavoro lungo la strada statale 25 “del Moncenisio”, a poche centinaia di metri dal confine di Stato con la Francia. I quattro cantonieri, impegnati nella rimozione della neve da una fontana lato strada, furono sorpresi e sepolti da una valanga di grandi dimensioni che ne causò la morte. A nulla valsero le ricerche da parte delle squadre di soccorso che recuperarono i corpi dei lavoratori ormai senza vita.
Nel centenario del tragico evento, il Comune di Moncenisio e Anas con i Sindaci dei vicini Comuni di Susa, Venaus, Giaglione, Mompantero e Novalesa hanno commemorato la storia dei quattro cantonieri, che ancora resta viva sul territorio, con un incontro e un momento di raccoglimento presso la lapide recentemente restaurata che ricorda Pietro Rumiano, Michele Rivetti e Silvino e Camillo Perottino, “vittime di una valanga nell’adempimento del dovere”, come inciso sull’epigrafe.
La notizia fu data alcuni giorni dopo, il 4 aprile 1925, dalla testata valsusina L’Indipendente che riepilogò i fatti sottolineando il grande sforzo nelle operazioni di ricerca e recupero dei cantonieri da parte delle squadre di soccorso.
Con la benedizione del Sindaco Lo Russo
Binzoni, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia: “Quanto avvenuto ieri non ha nulla di pacifico né di democratico. Inquietante che da parte dei ‘democratici del Pd’ non vi sia stata alcuna presa di distanza”
“Quello che è andato in scena ieri, in occasione della celebrazione di chiusura del Ramadan – dichiara Alessandra Binzoni, vice Capogruppo di Fdi in Consiglio Regionale – non ha nulla di pacifico né di democratico. Abbiamo assistito a scene che sono in aperto contrasto con le parole pronunciate dal Sindaco Lo Russo, all’insegna dell’inclusione, della pace e della condivisione.
“Allahu Akbar ripetuto svariate volte, i soliti slogan contro Israele, gli insulti all’Italia oltre alle tante donne presenti segregate e sepolte sotto i burqua sono la rappresentazione plastica di un islam radicale che ha concluso il Ramadan dando alle fiamme l’immagine del Presidente del Consiglio Meloni. La cosa inquietante – prosegue Binzoni – è che tutto questo è avvenuto sotto gli occhi e con la benedizione del Sindaco di Torino. Inoltre, a distanza di ore, non ho ancora letto alcuna presa di distanza da parte dei ‘democratici del Pd’ né alcuna condanna da parte delle pseudo femministe di sinistra”.
“E’ evidente che l’inclusione cara al Pd e al Sindaco Lo Russo prevede la sottomissione e l’islamizzazione della società. A questa idea di Torino cara a tutta la sinistra rispondiamo con una difesa dei nostri valori e della nostra cultura. Non vi può essere vera inclusività in assenza di rispetto reciproco, di tolleranza tra diverse sensibilità religiose o politiche, e di rispetto della donna che non può essere in alcun modo trattata come un oggetto” conclude Binzoni.
La Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Gli operatori della Squadra Mobile, nel corso di un servizio di pattugliamento volto al contrasto di azioni criminose nella zona del centro, notavano, nei pressi di Corso Moncalieri, una vettura sospetta che suonava il clacson per attirare l’attenzione di due soggetti che, subito dopo, salivano a bordo.
Gli investigatori seguivano l’auto e dopo aver visto i due ragazzi scendere e allontanarsi, procedevano al controllo della vettura e del suo occupante.
Nel corso della perquisizione personale, successivamente estesa al domicilio dell’uomo, i poliziotti rinvenivano diverse dosi di cocaina, speed, marijuana, ecstasy, e oltre 1.400 euro in contanti.
Il procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Torino si trova nella fase delle indagini preliminari pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.
Ciononostante, in sede di convalida dell’arresto, il G.I.P. del Tribunale di Torino ha ravvisato nei suoi confronti la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, convalidando tale misura e disponendone la custodia cautelare in carcere.
AGGIORNAMENTO
L’accusa di associazione per delinquere è caduta oggi al Palazzo di Giustizia nella sentenza del processo Askatasuna, che coinvolge 28 imputati. E stata emessa nel primo pomeriggio di oggi. Sono 18 le condanne e 16 le assoluzioni per associazione a delinquere, in quanto il reato non sussiste. Le condanne riguardano i singoli episodi contestati. Anche lo storico leader Giorgio Rossetto è stato condannato: 3 anni e 4 mesi di reclusione.
Questa mattina
Di fronte al Palazzo di Giustizia Bruno Caccia di Torino si sta svolgendo un presidio in attesa della sentenza di primo grado del processo che ha come imputati 28 militanti del centro sociale Askatasuna, A 16 di loro viene contestata l’associazione per delinquere. “Associazione per resistere”è lo slogan dei manifestanti, diverse decine, appartenenti ai No Tav, Extinction Rebellion, e collettivi studenteschi e per la casa.
“Ho presentato un’interrogazione alla quale, data l’importanza del tema, auspico di avere una risposta in tempi stretti, per sapere dall’Assessore regionale alla sanità se sia stato valutato l’impatto dell’inflazione sulla soglia di reddito per l’esenzione dal ticket sanitario, se intenda farsi portavoce presso il Governo della richiesta di un aggiornamento della normativa vigente, adeguandone la soglia ai livelli attuali di reddito e costo della vita, e se la Regione abbia intenzione di prevedere misure per mitigare l’effetto dell’erosione del potere d’acquisto sulle fasce di reddito più basse e sui soggetti più vulnerabili della popolazione al fine di garantire un accesso equo alle cure” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.
“Le attuali soglie di esenzione dal ticket sanitario – prosegue la Consigliera regionale Pd – risalgono a normative degli anni ’90 e non sono state adeguate all’inflazione e all’aumento del costo della vita. Negli ultimi anni la difficile congiuntura economica e sociale, fortemente influenzata dalla pandemia, ha colpito duramente molte persone e non possiamo permettere che famiglie con redditi medio-bassi subiscano un ulteriore aggravio delle proprie spese sanitarie. Il mancato aggiornamento della soglia rischia di escludere numerosi cittadini che, pur superando di poco il limite, versano in difficoltà economiche”.
“Il mancato aggiornamento della soglia di esenzione e le liste d’attesa sempre più insostenibili rischiano di aumentare la percentuale dei coloro che sceglieranno di non curarsi, esponendosi al rischio di un aggravamento delle condizioni di salute, con un conseguente peggioramento della qualità della vita e delle capacità lavorative. Nella salute non può e non deve esistere disuguaglianza e compete alle istituzioni garantire a tutti le cure adeguate” conclude la Consigliera Laura Pompeo.