ilTorinese

Tanti avvocati, mancano gli idraulici: anche in Piemonte pochi giovani vogliono diventare artigiani

/

In tutto il Paese, come evidenzia lo studio della CGIA di Mestre,  si fatica a reperire nel mercato del lavoro giovani disposti a fare gli autisti, gli autoriparatori, i sarti, i pasticceri, i fornai, i parrucchieri, le estetiste, gli idraulici, gli elettricisti, i manutentori delle caldaie, i tornitori, i fresatori, i verniciatori e i batti-lamiera. “Senza contare che nel mondo dell’edilizia è sempre più difficile reperire carpentieri, posatori e lattonieri. Più in generale, comunque, l’artigiano di domani sarà colui che vincerà la sfida della tecnologia per rilanciare
fare che è il vero motore della nostra eccellenza manifatturiera.”, osserva la CGIA.

• A Vercelli, Rovigo, Lucca e Teramo le flessioni percentuali più elevate

Tra il 2023 e il 2012 è stata Vercelli la provincia con il -32,7 per cento ad aver registrato la variazione negativa più elevata d’Italia. Seguono Rovigo con -31, Lucca con -30,8 e Teramo con il -30,6 per cento. Le realtà, invece, che hanno subito le flessioni più contenute sono state Napoli con il -8,1, Trieste con il -7,9 e, infine, Bolzano con il -6,1 per cento. In termini assoluti le province che hanno registrato le decurtazioni più importanti sono state Torino con -21.873, Milano con -21.383, Roma con -14.140, Brescia con -10.545, Verona con -10.267 e Bergamo con -10.237 (vedi Tab.1). Per quanto riguarda le regioni, infine, le flessioni più marcate in termini percentuali hanno interessato l’Abruzzo con il -29,2 per cento, le Marche con il -26,3 e il Piemonte con il -25,8. In valore assoluto, invece, le perdite più significative hanno interessato la Lombardia con -60.412 unità, l’Emila Romagna con -46.696 e il Piemonte con -46.139. Il dato medio nazionale è stato pari al -22 per cento.

Primo controesodo: traffico intenso senza criticità

/
Si avvia alla conclusione il terzo weekend di agosto, contrassegnato dal primo “controesodo” per i rientri verso nord e in direzione dei principali centri urbani e dalle ultime partenze verso le mete estive.
Sulla rete stradale e autostradale in gestione Anas (Gruppo FS Italiane) rispettate le previsioni da bollino rosso con una diminuzione dei transiti di circa il 10% rispetto allo scorso fine settimana che era contrassegnato da bollino nero. Il traffico è risultato maggiore nella giornata di sabato 17 agosto (+5% rispetto al venerdì) e come sempre più intenso nelle ore diurne tra le 8 e le 18.
Un volume di traffico comunque significativo che è transitato sulla rete Anas senza particolari criticità.
Da venerdì a oggi i transiti registrati dalla rete di sensori di rilevamento traffico distribuiti lungo la A2 “Autostrada del Mediterraneo” sono stati 2,9 milioni, con una diminuzione complessiva del -7% rispetto allo scorso fine settimana, dovuta al calo dei veicoli in direzione sud, in parte compensato da un aumento del traffico di rientro in direzione nord, risultato del 40% maggiore rispetto alla direzione opposta.
In particolare la tratta nord della A2, con circa 182.000 veicoli transitati presso Baronissi e circa 156.000 all’innesto con l’A3, fino ad arrivare ai 265.000 di Pontecagnano Faiano, risultata la tratta più carica dell’intera infrastruttura con 420.000 veicoli se si considera l’intero ponte di Ferragosto. Usuale rottura di carico tra Battipaglia con 193.000 veicoli e Campagna con 132.000, ulteriore diminuzione nel tratto appenninico con 78.000 veicoli presso Laino Castello e consueto aumento a Falerna con 100.000 veicoli transitati nel fine settimana.
La diminuzione del traffico lungo la SS16 Adriatica rispetto quello dello scorso fine settimana è stata del -12%, con circa 1,9 milioni di transiti registrati nel fine settimana dai sensori distribuiti lungo i suoi 1000 km.
Sono rimasti stabili i veicoli transitati sulla tratta Rimini Riccione (68.000), mentre a Falconara Marittima sono scesi a 46.000, a Fermo a 50.000 e ad Alba Adriatica a 55.000.
Come sempre la tratta più carica risulta quella Pugliese con 61.000 transiti a Barletta, 99.000 a Molfetta, 281.000 a Bari e 160.000 a Brindisi.
Lungo la costa Tirrenica sono stati oltre 741.000 i transiti registrati nel weekend dai sensori di traffico attivi lungo la SS1 Aurelia (-1% rispetto il precedente weekend), oltre 568.000 lungo la SS 148 Pontina (-13%) e 510.000 sulla SS18 Tirrenia inferiore (-12%).
Lungo la SS1 Aurelia sono stati registrati 32.000 veicoli presso Ventimiglia, 25.000 ad Arenzano, 47.000 a Sarzana e 44.000 tra Livorno e Cecina. Più carica è risultata la sezione di Grosseto con 337.000 veicoli, scesi a 56.000 a Montalto di Castro.
Lungo la SS148 Pontina, sono stati 200.000 i transiti registrati in prossimità di Roma, 111.000 ad Ardea e 71.000 presso Latina, scendendo a 51.000 in corrispondenza di Sabaudia.
Lungo la costa Tirrenica della Campania, sulla SS7 Quater, si segnalano i 102.000 transiti registrati nel periodo presso Castel Volturno, ed i 93.000 presso Giugliano in Campania.
Sulla SS18 Tirrenia inferiore a partire dai 121.000 transiti registrati presso Salerno, si passa ai 90.000 presso Capaccio Paestum, e dopo la rottura di carico lungo la costa Lucana, si torna, nel tratto Calabrese, a 71.000 veicoli presso San Nicola Arcella e 48.000 a Vibo Valencia.
Lungo la dorsale appenninica della SS3bis sono stati 50.000 i veicoli transitati presso San Gemini, 55.000 a Mercato Saraceno e 36.000 presso Ravenna, dove il traffico è risultato costante rispetto allo scorso fine settimana.
Continuando lungo la direttrice Ravenna-Mestre della SS309, sono stati registrati 62.000 transiti all’altezza di Chioggia e 42.000 nel comune di Campagna Lupia, ultima sezione di conteggio prima della Riviera del Brenta.
In Sardegna sulla SS131 Carlo Felice, sono stati circa 76.000 i transiti registrati presso Monastir, 31.000 presso Macomer e 29.000 a Sassari.
Lungo la costa Jonica sono stati oltre 1,1 milioni i transiti rilevati dai sensori distribuiti lungo i 500 km della Strada Statale 106 “Jonica”, con una diminuzione del -6% rispetto lo scorso fine settimana. Partendo dai 70.000 transiti registrati presso Reggio di Calabria, si passa ai 67.000 presso Simeri Crichi, ai 75.000 di Corigliano Rossano sulla SS106radd terminando con i 91.000 di Castellaneta, risultata stabile rispetto lo scorso fine settimana.
Nel Nord Italia, lungo la SS36 il traffico è risultato in diminuzione del -16% rispetto i valori registrati lo scorso fine settimana. In totale nella sezione di Monza sono transitati 152.000 veicoli, divenuti dopo 50 km circa 119.000 nel comune di Costa Magna per poi scendere a 77.000 nella tratta tra Lecco e Mandello del Lario ed a circa 65.000 tra Mandello del Lario e Colico.
Dopo l’innesto della SS38, in comune di Novate Mezzola i veicoli circolati nel fine settimana sono stati 31.000, divenuti 18.000 dopo le uscite per la Val Chiavenna.
Lungo la SS38Var i veicoli registrati all’innesto con la SS36 sono stati 56.000, mentre sulla SS38 sono transitati circa 52.000 veicoli prima della tangenziale di Sondrio e circa 26.000 dopo il comune di Tirano.
Spostandosi sulle Alpi occidentali sono state circa 9.000 le autovetture transitate sulla SS25 tra l’uscita Susa Ovest e Moncenisio, oltre 26.000 sulla SS26 prima delle diramazioni per la Thuille e Courmayeur ed oltre 31.000 sulla SS24 presso Oulx.
In Veneto, sulla SS51 “di Alemagna”, invece, sono state registrate circa 66.000 transiti presso Longarone e circa 32.000 a Cortina d’Ampezzo.
In Friuli  Venezia Giulia sulla SS52bis sono stati circa 22.000 i veicoli transitati tra Tolmezzo ed il confine di Stato e circa 18.000 sulla SS54 tra Cividale del Friuli ed il confine di Stato, mentre in prosecuzione della A4, lungo l’RA13 presso Duino Aurisina sono transitati oltre 104.000 veicoli.
Ricordiamo che il calendario dei bollini per l’estate è disponibile sul sito di Anas ( https://www.stradeanas.it/it/esodoestivo) e sul sito di Viabilità Italia ( https://www.poliziadistato.it/articolo/28345).
Per la situazione dei cantieri inamovibili Anas invita i viaggiatori a consultare prima di partire la pagina Esodo estivo del sito  stradeanas.it (link https://www.stradeanas.it/it/esodoestivo).

Flash mob a Torino per il Venezuela

 

NICCO: “CONVOCHERÒ UN COMITATO DEI DIRITTI UMANI. UNITI PER LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA”

“Esprimo la mia, e quella del consiglio regionale del Piemonte del Comitato dei Diritti umani e Civili, totale vicinanza al vostro popolo. Siamo stati al vostro fianco in queste settimane ed oggi partecipiamo per esprimervi il nostro pieno sostegno, in un momento cruciale per la difesa dei diritti umani e della democrazia. “, il messaggio del presidente Davide Nicco durante il flash mob (un grande cerchio con tante bandiere del Venezuela), che si è svolto ieri pomeriggio, la giornata della ‘grande protesta mondiale’, davanti a Palazzo Madama anche a Torino.

“Sono e siamo tutti davvero addolorati – ha sottolineato Nicco – perchè la crisi in Venezuela non si ferma. Anzi, la situazione politica e sociale, dopo la contestata rielezione del presidente Nicolas Maduro, si aggrava, giorno dopo giorno. Con ripercussioni devastanti sulla popolazione civile”.

Il Consiglio regionale del Piemonte ed il Comitato Regionale per i Diritti Umani e Civili, rappresentato dal vice presidente Gianpiero Leo, hanno ancora una volta espresso la propria profonda preoccupazione per la grave situazione di crisi che sta affliggendo il Venezuela e così come già fatto da molti rappresentanti di governo e associazioni umanitarie hanno chiesto alle autorità venezuelane di pubblicare tempestivamente tutti i registri di voto per garantire piena trasparenza del processo elettorale.

“Ad oggi – hanno sottolineato Nicco e Leo – non sembrano esserci più dubbi rispetto al fatto che anche le ultime elezioni non siano state libere ed eque, e siano quindi prive di legittimità democratica”.

“Ho già deciso di convocare entro la prima metà di settembre il Comitato regionale per i Diritti Umani e Civili per concordare e definire altre azioni di sostegno al popolo venezuelano. E’ fondamentale unirsi in nome di un popolo, per la sua libertà di scelta e per la sua dignità, per difendere i valori di giustizia e contro ogni forma di oppressione.
Vogliamo fare sentire la nostra solidarietà e dare voce a chi sta difendendo anche a costo della vita i propri diritti fondamentali: i venezuelani non devono mai sentirsi soli. Noi faremo la nostra piccola ma doverosa parte”, ha concluso il presidente del consiglio regionale Nicco.

Strappa collana e prende a pugni un uomo in centro città

Gli agenti del Commissariato di P.S. Centro hanno arrestato un cittadino marocchino di trent’anni gravemente indiziato di rapina, denunciandolo anche per il rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale.

E’ mattina quando la pattuglia del commissariato, transitando in Via Milano, nota, all’altezza della fermata della GTT “Porta Palazzo Sud”, un uomo strappare una collana d’oro ad un cittadino italiano, che colpisce anche con un pugno al volto per poi darsi alla fuga.

Non perdendolo mai di vista, i poliziotti rincorrono il trentenne fino a Via Goffredo Mameli, dove viene fermato; dopo un primo controllo si riscontra che l’uomo si era verosimilmente disfatto della collana durante la fuga.

Successivamente il cittadino marocchino viene sottoposto ad ulteriori accertamenti per l’identificazione ma lo stesso si rifiuta di comunicare le proprie generalità.

A questo punto gli agenti si sincerano delle condizioni della parte lesa la quale riferisce che mentre era alla fermata della GTT era stato avvicinato dal soggetto che, dapprima gli poneva delle domande incomprensibili, poi con una mossa improvvisa, gli strappava la collana d’oro che aveva al collo e lo colpiva con un violento pugno, provocandogli delle escoriazioni.

Il trentenne viene denunciato per rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, arrestato per rapina e tradotto in carcere.

Ascom: ristoranti aperti ad agosto in ogni quartiere

/

Ad agosto nessun problema per cenare fuori casa a Torino, i ristoranti sono aperti in ogni quartiere. Lo rileva la mappatura realizzata da Ascom Confcommercio Torino e provincia sulle attività di ristorazione sui che restano aperte in città per offrire residenti e visitatori l’opportunità di esplorare e gustare la nostra offerta gastronomica.

«Lontani i tempi in cui Torino si svuotava con la chiusura della Fiat e il conseguente esodo verso il Sud, oggi la città resta viva e animata anche ad agosto– sottolinea Maria Luisa Coppa, Presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia – e la ristorazione ne è una dimostrazione. In ogni quartiere si possono, infatti, trovare ristoranti aperti tutto il mese, anche a Ferragosto. La città si conferma in grado di offrire una variegata ristorazione di qualità sia per i cittadini rimasti in città sia per i turisti che scelgono il nostro territorio per le vacanze estive. La presenza di ristoranti aperti in misura maggiore in centro rispetto a quartieri più periferici è proprio il segnale della volontà degli imprenditori di rispondere ad un turismo che apprezza sempre di più l’offerta enogastronomica torinese».

Nel centro cittadino c’è l’imbarazzo della scelta, tra locali tradizionali e nuove proposte. Partendo dal Po, ai Murazzi è aperto il Porto Urbano; risalendo lungo piazza Vittorio si incontra la Drogheria e, più avanti, l’Antico Ristorante Porto di Savona e, poco distante Planet, in via Principe Amedeo. In zona piazza Castello ci sono lo Sfashion Cafè e l’Arcadia. Il Pastificio Defilippis accoglie chi sceglie via Lagrange, mentre in via San Francesco da Paola cucine aperte per Le Vitel Etonné e La via del sale. Spostandosi verso il Quadrilatero, si trova il Forno Ricca, in piazzetta IV Marzo e, per chi preferisce la cucina vegetariana e vegana, la Mezzaluna, in Piazza Emanuele Filiberto. In zona Università ci sono, ad esempio, Hambre Burger in via Montebello 2 e la storica pizzeria Mammamia di corso san Maurizio. Per gli amanti del classico, in piazza Solferino l’omonimo ristorante è aperto tutto il mese. Proposte sfiziose arrivano da Savurè, in via Piave, CheeseTO in Via Des Ambrois, El Puig d’Estelles in Via XX Settembre e M**BUN in via Rattazzi.

La zona della Gran Madre si conferma un luogo vivace e per agosto restano aperti rinomati ristoranti come il Monferrato, Aroma, Vineria Rabezzana e il plant based L’Orto già Salsamentario, tutti in via Monferrato. Poco più in su, verso la collina, troviamo la storica trattoria Decoratori e Imbianchini in via Lanfranchi e, salendo ancora, il fresco della Trattoria Con Calma accoglie torinesi e turisti in strada comunale del Cartman, mentre in strada Val San Martino è aperto il Birilli.  Per chi preferisce la zona lungo il fiume, ecco Pantagruele, in corso Moncalieri.

Man mano che ci si allontana dal centro l’offerta è più circoscritta, ma comunque interessante.  In Crocetta, locali come il Bistrot Papillon in Corso Montelungo, e Slurp in via Massena, mantengono viva la scena gastronomica della zona. In Cit Turin si possono trovare proposte stellate come il Piano 35, in cima al grattacielo di corso Inghilterra, e più popolari come Forchetta e Scarpetta, sempre in corso Inghilterra.

In San Salvario la vita serale prosegue anche in agosto con ristoranti aperti come Scannabue, in Largo Saluzzo o Bottega Baretti in via Sant’Anselmo. Altra zona di movida, il quartiere Vanchiglia, non fa mancare la sua proposta gastronomica in locali come Bachalau Osteria in corso Regina Margherita o il vegetariano Soul Kitchen in via Santa Giulia.

Anche nei quartieri più periferici non mancano i ristoranti aperti, tanto che agosto potrebbe rappresentare una buona occasione qualche nuova scoperta. A Regio Parco, ad esempio, troviamo aperti Fratelli La Cozza e la Fabbrica Di Birra Metzger; in Borgo San Paolo c’è la trattoria Mombercelli (fino al 24 agosto); a Mirafiori si danno il cambio Lentinis’, che chiude solo la settimana di Ferragosto, e All’Oca di Pulcinella, che riapre il 17 agosto. In San Donato è sempre aperta l’Osteria Barcellona, in Barriera di Milano cucine attive per tutto il mese da Edit in piazza Teresa Noce e Tut vin in Borgo Dora.

Cinquantenne muore sul campo di motocross

Un uomo di 50 anni è morto sul campo di motocross di Vercelli. Il motociclista stava percorrendo il tracciato in sella alla sua motocicletta da cui è caduto per cause da accertare. A nulla sono valsi i soccorsi del 118 per tentare di salvarlo.

Milan – Torino 2-2

Il Milan recupera al 95′ e ce la fa a pareggiare con il Torino a San Siro. In soli sette minuti recupera due reti e conquista il primo punto della stagione. La partita si smuove con l’autorete di Thiaw nel primo tempo, Zapata raddoppia nella ripresa. Morata e Theo Hernandez giocano solo nel secondo tempo. Così lo spagnolo segna il gol dell’1-2 all’89’, fino all’incredibile 2-2 di Okafor in pieno recupero.

 

Il Conte Verde torna al Moncenisio con i suoi cavalieri

È un salto nel passato medioevale di Moncenisio che festeggia i suoi 800 anni dalla fondazione nel 1224. Incastonato in Val Cenischia lungo la via Francigena Moncenisio si chiamava un tempo Ferrera Cenisio. Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, è l’assoluto protagonista dello spettacolo equestre che ogni anno nel piccolo comune (51 residenti) richiama centinaia di turisti e villeggianti. La festa, animata dal Gruppo storico dei cavalieri del Conte Verde, rievoca i viaggi e le spedizioni compiute da Amedeo VI per visitare i suoi numerosi possedimenti a cavallo delle Alpi. Per l’occasione i personaggi che danno vita allo spettacolo sono tutti rigorosamente vestiti di verde, destrieri compresi. Fin da ragazzo infatti Amedeo partecipava ai tornei equestri indossando abiti di colore verde. È il gran giorno del Conte Verde e dei suoi fedeli cavalieri tornati a Moncenisio dopo una lunga cavalcata attraverso le Alpi. Ognuno rappresenta un personaggio d’epoca con costumi medievali e con accampamenti, vessilli e spade che riproducono quelli originali curati in ogni dettaglio. Più volte in questi anni il gruppo storico ha attraversato le antiche strade delle terre dei Savoia sostando nelle dimore e nei castelli reali che si trovano lungo il percorso.

Da Torino a Chambéry e fino ad Altacomba, l’abbazia dove è sepolto Amedeo VI. È suggestiva e affascinante la rievocazione storica del passaggio del Conte Verde al valico del Moncenisio. Sono stati tanti i viaggi compiuti da Amedeo VI su e giù per le Alpi. Nell’autunno del 1350 accompagnò la sorella Bianca attraverso la Maurienne e il Colle del Moncenisio (2083 metri) in occasione del matrimonio di Bianca con Galeazzo Visconti, celebrato a Rivoli. Alcuni anni dopo valicò nuovamente il Moncenisio per accompagnare la nipote Isabella di Valois promessa sposa a Gian Giacomo Visconti. Non appagato dalle fatiche piemontesi il Conte Verde decise di trasferirsi nel vicino Oriente, di andare all’avventura in terre a lui sconosciute e di combattere contro nemici molto potenti, i turchi ottomani, la superpotenza dell’epoca che cominciava a penetrare nei Balcani. Si tratta della celebre spedizione in Oriente (giugno 1366 -luglio 1367) immortalata nell’imponente monumento di Pelagio Palagi di fronte al Municipio di Torino. La statua al Conte Verde in piazza Palazzo di Città ricorda appunto la sua partecipazione alla crociata contro turchi e bulgari. Fu una decisione presa sull’onda dell’entusiasmo e del fervore determinato dalle notizie che filtravano in Europa sull’espansione turca a danno dell’Impero bizantino e anche per la stretta parentela che univa Amedeo al cugino Giovanni V Paleologo prigioniero dei bulgari. Il Conte conquistò Gallipoli sullo stretto dei Dardanelli e la restituì ai bizantini dopo aver liberato Giovanni V imperatore d’Oriente. L’ultimo viaggio del Conte Verde attraverso il valico del Moncenisio avvenne nel 1383 quando la sua salma (morì di peste durante l’ennesima campagna militare) fu portata a Lanslebourg scortata con tutti gli onori dai suoi cavalieri e da lì ad Hautecombe dove fu sepolto.

Filippo Re

L’intelligenza emotiva

STARE BENE CON NOI STESSI

 

Siamo abituati a parlare di intelligenza come ne esistesse una solo tipologia. Si sente spesso dire “Quella è una persona intelligente” o, al contrario, “Lo trovo poco intelligente”, ma in realtà esistono varie tipologie di intelligenza.

Verbale e linguistica, logico matematica, musicale, corporea e cinestesica, spaziale e visiva, interpersonale, intrapersonale, naturalistica, tecnologica, concreta, emotiva, ecc. A ben pensarci, dunque, è praticamente impossibile essere totalmente intelligenti.

Il che è anche un po’ una salvezza per ognuno di noi, perché immagino ci sia successo di sentirci particolarmente poco intelligenti in certe situazioni o riguardo ad alcuni aspetti teorici o pratici. Ci sono quindi intelligenze che abbiamo in misura più o meno rilevante.

Tra queste l’intelligenza emotiva ha una grande importanza. Essa consiste nel gestire nel modo migliore le proprie emozioni e quelle delle altre persone, avendo la capacità di percepire con precisione le emozioni, di generarle e di comprenderle.

Con la conseguente possibilità di regolarle in maniera riflessiva, anche allo scopo di promuovere la nostra crescita emotiva e intellettuale. L’intelligenza emotiva (o emozionale) include un insieme di cinque competenze e abilità principali.

Che ci sostengono nelle nostre relazioni sia interpersonali, cioè nelle relazioni con le altre persone, che intrapersonali, cioè nella relazione che abbiamo con noi stessi. Ne riparliamo domenica prossima su Il Torinese.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore

“Teatri e teatrini”, curiosità e bozzetti nella Torino del ‘700 e ‘800

Sino al 9 settembre, nella Corte Medievale di palazzo Madama

Una curiosità: il ventaglio (pergamena dipinta ad acquerello e stecche in avorio) che raffigura il Teatro Regio e il Teatro Carignano (Arlecchino e Balanzone in scena), nelle sue due facce, con i palchi e i nomi degli occupanti nella stagione teatrale del 1780 – 1781, una preziosa fonte di reddito, i posti centrali, più costosi, vengono occupati stabilmente dalle famiglie aristocratiche. È uno dei quaranta oggetti che compongono, nella Corte Medievale di Palazzo Madama (sino al prossimo 9 settembre, gli appassionati di teatro dovrebbero farci la fila), la mostra “Teatri e teatrini. Le arti della scena tra Sette e Ottocento nelle collezioni di Palazzo Madama”, con l’affettuosa quanto lodevolissima cura di Clelia Arnaldi di Balme (“un’idea avuta un paio di anni fa, la ricerca nei depositi e negli archivi e la difficoltà a farmi largo in mezzo a tutto un materiale che amavamo rimettere sotto gli occhi del visitatore, le esigenze soprattutto delle scelte”), un mondo dell’arte dove non soltanto hanno trovato posto le grandi regie e i nomi di certi divi, ma quanto per lunghi decenni, per secoli, ha interessato le messe in scena degli spettacoli (vicino a noi, un ricordo per tutti, la maniacalità di un Visconti o i nudi piani inclinati di uno Svoboda) che entravano nei raffinati teatri di corte e negli apprezzati teatrini di marionette. Poi, accanto, in un generale allestimento di ampio respiro (vivaddio, felice anche per l’impiego di teche e supporti trasportabili che potrebbero essere impiegati anche in successive occasioni, in ossequio alla sacrosanta legge del finché si può non buttiamo niente alle ortiche), il dipinto di Giovanni Michele Graneri a rappresentare l’interno del Regio torinese, anno di grazia 1752, durante la rappresentazione del “Lucio Papirio”, con gli attori cantanti e l’orchestra in primo piano, un’illusione di archi di colonne di fughe incalcolabili che certo dovevano afferrare l’attenzione dei nobili e dei borghesi affacciati dai palchi e seduti nelle poltrone di platea, allietati durante la rappresentazione di camerieri che offrivano frutti e bibite: con buona pace di chi oggi storce il naso se in certe nostre sale teatrali circolano bibite o acque minerali.

Opere la cui sistemazione storica e bibliografica la si deve allo studio e alla passione e alla fatica quotidiana di Mercedes Viale Ferrero (1924 – 2019), figlia di quel Vittorio Viale, forse troppo presto dimenticato, che fu direttore del Museo Civico d’Arte Antica di Torino dal 1930 al 1965 e per il quale il direttore Giovanni Carlo Federico Villa, nel compimento del suo terzo anno di guida, facendo gli onori di casa, ha entusiastiche parole di apprezzamento: “Io non esito a definire Viale il più grande direttore di Musei Civici del suo tempo e non solo, non italiano ma a livello europeo, per cui sarebbe ora che le autorità e il pubblico torinese prendessero finalmente coscienza della grandezza di un tale studioso.” Nel 2024 si celebra il centenario della nascita di Mercedes Viale e a lei e alla sua indimenticabile passione per la storia del teatro è dedicata la mostra.

Il principe e l’impresario che agivano nel Settecento erano consapevoli che i cambi di scena, definiti “comparse”, per il maggior divertimento del pubblico dovevano essere “molte, meravigliose e varie”, e che non soltanto le musiche e i testi determinavano il successo di un’opera, le scenografie dovevano rispecchiare originalità e le macchine teatrali dovevano spingere all’ammirazione, opera di persone ingaggiate per una unica stagione, con contratti rinnovabili ma non fissi: anche se i puristi guardassero a esse come a un motivo di distrazione dall’ascolto della musica e finissero con quasi ripudiarle. Innegabile che la grandezza delle costruzioni, nel pubblico come nel privato, dovesse confrontarsi con un sempre precario sistema economico. “Nell’Ottocento – ricorda Arnaldi di Balme – gli spettacoli presero a circolare in un tessuto teatrale allargato, in cui la stessa opera veniva rappresentata contemporaneamente in sale e città diverse. I teatri non erano più privilegio di pochi, si moltiplicavano numerosi sul territorio ed erano affollatissimi. Per il carnevale del 1858 a Torino si diedero ben 28 opere in musica in cinque teatri; nel 1860 si rappresentarono 46 opere in nove sale. E la città contava allora circa 200.000 abitanti.”

Atri vastissimi, palazzi, archi di trionfo, studi di scultori e progetti di cucine, sepolcri e alcove e antri delle streghe, giardini intesi come intrattenimento, selve come luoghi di smarrimento e boschetti ad ospitare solitudini e confidenze: questo e molto altro è progettato e rappresentato nei disegni che si snodano al centro e lungo la Corte Medievale. Sono la prova della lunga attività che accompagna la preparazione della stagione che si apriva il 26 dicembre e si concludeva con la fine del Carnevale. Con la scelta dei libretti, l’ingaggio degli scenografi che tra luglio e agosto dovranno presentare al direttore di scenario i bozzetti delle tante trasformazioni richieste, la realizzazione delle scene e il montaggio in autunno: il giorno della prova è il 26 novembre, un mese esatto prima della serata inaugurale, coreografo compositore cantanti e ballerini fanno prove separate, finché tutti si ritrovano insieme tre giorni prima dello spettacolo per le prove generali: e si va in scena. Dai bozzetti di Filippo Juvarra (uno per tutti, la “veduta romana” del 1722, in occasione delle feste ideate e coordinate dallo stesso per le nozze di Carlo Emanuele III con Anna Cristina Luisa di Sultzbach, per la rappresentazione del “Ricimero” nel teatro del principe di Carignano prima e poi nel teatrino del Rondò con cinque recite riservate alla corte) ai disegni dei fratelli Galliari, Bernardino Fabrizio e Giuseppe (uniche generazioni a collaborare con il Regio per tutta la seconda metà del Settecento, di quest’ultimo il “Magnifico padiglione di Annibale”, penna e acquerello su carta del 1792, per la scena VII di “Annibale in Torino” musicato da Nicola Zingarelli, dove i Taurini sono i più moderni Sabaudi stretti attorno al loro sovrano nel timore dei recenti eventi successi in Francia), a quelli di Pietro Gonzaga e Pietro Liverani, questi soltanto quindicenne scenografo titolare del Teatro di Faenza, realizzazioni per i teatri di Torino, Milano e Parma dal 1750 a tutto il secolo successivo, dove ogni elemento è invenzione, precisione, ricerca di una bellezza che potesse poi trovare il proprio spazio in palcoscenico.

Anche il teatro di marionette era una forma di spettacolo molto amata, soprattutto nel corso del XIX secolo. In mostra cinque fondali per teatrini tra i quindici giunti a palazzo Madama nel 1984 dalla collezione di Mario Moretti, esperto d’arte, di musica e di teatro, da lui tolti dalla polvere di un deposito, acquistati e restaurati. Ancora montati sulle bacchette originali, alcuni ancora a mostrare le giunture di tela per l’adattamento a questo o a quel palcoscenico, provengono dal teatro detto di San Martiniano in via San Francesco d’Assisi a Torino (nelle vicinanze di piazza Solferino), presso la chiesa omonima oggi non più esistente, luogo d’attività della compagnia Lupi – Franco, fondali che tratteggiano attualità storica e ideali risorgimentali, rappresentazioni orientali che incontrano il gusto del pubblico, “Reggia egiziana” di Giovanni Venere o la “Reggia persiana” di Giuseppe Toselli, entrambe negli anni 1840 – 1844, anni in cui collaborano con Giuseppe Morgari in San Martiniano, spettacoli sconosciuti ma legati alla piacevolezza di un mondo favoloso e misterioso.

Elio Rabbione

didascalie:

Giovanni Michele Graneri (Torino 1708 – 1762), “Interno del teatro Regio”, 1752, olio su tela, Palazzo Madama; Bernardino (Andorno 1707 – 1791) e Fabrizio Galliari (Andorno 1709 – Treviglio 1790), “Luogo magnifico terreno nella reggia di Alessandro” (per “La vittoria d’Imeneo” rappresentato nel 1750 al Teatro Regio di Torino per le nozze di Vittorio Amedeo III di Savoia), 1750, disegno a penna, pennello e inchiostro bruno, acquerello grigio su cartoncino, Palazzo Madama; Giuseppe Toselli (Peveragno, attivo dal 1835), “Reggia Persiana”, fondale per teatrino di marionette San Martiniano di Torino, 1840 – 1844, Palazzo Madama; “Ventaglio pieghevole con interno del Teatro Carignano”, 1780, pergamena dipinta ad acquerello, avorio, Manifattura torinese, Palazzo Madama.