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Patentino per lo smartphone, serve una regia regionale

Nella lotta al cyberbullismo e alla dipendenza da internet serve maggior coordinamento tra i soggetti che si occupano dei progetti e una regia regionale con misure uniformi sul territorio. È quanto emerso  in sesta Commissione, presieduta da Paola Antonetto, dove si è svolta l’audizione dei soggetti coinvolti nel progetto ‘patentino per lo smartphone’ per gli studenti delle scuole medie: i rappresentanti dell’associazione Contorno Viola di Verbania, le Asl di Novara e di Cuneo, la Polizia postale, l’Ufficio scolastico regionale, e le scuole capofila di Novara e Torino.

Nel 2023-2024 la patente di smartphone, istituita con legge regionale nel 2018, ha coinvolto 30 mila studenti, 3.500 docenti e 4.000 genitori: il progetto rientra tra quelli di educazione alla cittadinanza digitale previsti dall’offerta formativa in Piemonte, ma ancora in forma sperimentale e non uniforme su tutto il territorio. Dall’audizione è emersa appunto la necessità di avere un patentino uguale per tutti.

Tra gli auditi sono intervenuti anche i rappresentanti degli studenti del Gruppo Noi dell’Istituto tecnico Omar di Novara, che attraverso la peer education (educazione tra pari) offrono supporto e ascolto ad altri studenti sui rischi dell’uso di internet e sulla dipendenza da connessione.

Domenico Rossi (Pd) ha parlato della necessità di potenziare l’intervento della Regione “perché dopo anni di sperimentazione servono progetti più strutturati e più forti e la Regione può avere un ruolo di coordinamento delle misure”.

Emanuela Verzella (Pd) ha sottolineato che, in ambito scolastico, “le risorse del Pnrr destinate alla formazione andrebbero indirizzate in modo da evitare ‘un ingorgo formativo’”  e che tra le misure da potenziare c’è la psicologia scolastica.

 

Debutta il drone per il trasporto di organi da trapianto

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L’iniziativa Torino City Lab, il laboratorio a cielo aperto della Città di Torino, con la sua “Casa delle Tecnologie Emergenti – CTE NEXT”, ha dimostrato nuovamente il suo ruolo di piattaforma abilitante per sperimentazioni di frontiera: ieri, 1 ottobre 2024, un drone ha compiuto con successo un volo di prova per il trasporto di materiale organico, partendo dal Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) e atterrando alla Palazzina di Genetica delle Molinette.  Sorvolando le strade di Torino in modalità di navigazione automatica, il drone ha coperto un tragitto di 500 metri in linea d’aria. Questa sperimentazione rappresenta un passo significativo verso il futuro della mobilità urbana e dei servizi sanitari nazionali.

Il volo fa parte del progetto Indoor, usINg Drones fOr Organ tRansportation, promosso da Fondazione DOT Onlus – Donazione Organi e Trapianti e frutto della collaborazione tra la Città di Torino e diversi partner istituzionali e tecnici, tra cui il Centro Regionale Trapianti di Piemonte e Valle d’Aosta, il Politecnico di Torino, la Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Università degli Studi di Torino, il Centro Nazionale Trapianti, ENAC, Mavtech e ABzero.

ABzero, una delle startup del portfolio della Casa delle Tecnologie Emergenti, ha già avuto la possibilità di testare il suo drone in situazioni reali nel 2022, vincendo uno dei bandi aperti da CTE NEXT per facilitare sperimentazioni innovative nel campo della smart city e dell’urban innovation.

“Le potenzialità di impiego dei droni sono innumerevoli e possono migliorare la qualità della vita dei cittadini, introducendo servizi che diventeranno di uso quotidiano per le generazioni future”, ha commentato l’Assessora all’Innovazione Chiara Foglietta. “Il nostro impegno attraverso CTE NEXT e le diverse call è volto ad accelerare lo sviluppo e il testing di nuove soluzioni urbane”.

Il drone di ABzero è dotato di una smart capsule, cuore dell’innovazione, che garantisce condizioni ottimali per il trasporto dei beni. Questo contenitore brevettato, realizzato in poliuretano e dotato di intelligenza artificiale, è in grado di monitorare attivamente temperatura e umidità degli oggetti trasportati – in particolare sangue, medicinali e organi – oltre a rilevare eventuali emolisi dei globuli rossi. Grazie a un’applicazione mobile dedicata, è possibile attivare un volo completamente autonomo, consentendo al pilota di supervisionare le operazioni da remoto mentre l’intelligenza artificiale gestisce automaticamente le condizioni ambientali e la sicurezza del volo.

Per garantire la sicurezza a terra durante le operazioni, la Città di Torino ha messo a disposizione per tutta la durata della sperimentazione, 24 unità delle forze dell’ordine. Inoltre, ha supportato e facilitato le procedure di autorizzazione.

La sperimentazione apre la strada all’uso di droni in ambito urbano, con potenziali applicazioni utili per il trasporto di beni a servizio della collettività, non solo in ambito medico, in aree densamente popolate. Proprio ad agosto dello scorso anno, la Città di Torino ed ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere sperimentazioni congiunte, rafforzando l’impegno reciproco a incentivare lo sviluppo di nuovi servizi innovativi. Questi servizi, tra cui il delivery sanitario, potranno migliorare l’accessibilità e la mobilità delle aree metropolitane, con ricadute positive sulla qualità della vita e sulla sicurezza dei cittadini.

L’attività non si ferma qui, ma si innesta nelle iniziative della Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino, che continuerà a promuovere servizi urbani innovativi con i droni relativi alla delivery in ambito sanitario e non solo. Questo avverrà sia attraverso la creazione di aree di sperimentazione regolamentate (“sandbox”) in collaborazione con ENAC, appunto, sia attraverso il vero e proprio testing di innovative soluzioni tecnologiche legate mobilità aerea urbana. Con queste iniziative, la Città non solo risponde alle sfide attuali, ma si posiziona come un faro di innovazione per il futuro, aprendo la strada a un ecosistema urbano sempre più intelligente e connesso.

(ilTorinese.it) fonte Torino Click

Aimaretti e Ferrone nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT

 Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT, presieduto da Anna Maria Poggi, ha nominato oggi Gianluca Aimaretti e Vincenzo Ferrone come nuovi membri.
Entrambi sono stati selezionati dalle terne proposte dal Comitato Regionale Universitario del Piemonte, rafforzando così la rappresentanza territoriale dell’organismo, dopo le dimissioni di Gianluca Gaidano e il posto reso vacante dalla nomina di Anna Maria Poggi alla presidenza.

 

Il percorso di rinnovamento della Fondazione CRT procede in piena collaborazione con tutte le componenti della struttura e nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – ha affermato la Presidente Anna Maria Poggi -. Il Consiglio di Indirizzo continuerà a sostenere le numerose realtà del territorio, promuovendo una sinergia sempre più efficace con le istituzioni locali. Come Presidente è mia responsabilità statutaria quella di garantire l’autonomia e l’indipendenza della Fondazione. Il lavoro avviato è e sarà coerente con questo impegno, per una maggiore trasparenza e inclusione nelle decisioni e nelle attività della Fondazione“.

Ravello (Fdi): Su Israele la sinistra va in frantumi

“C’è da chiedersi se esista, poltrone a parte, un collante in grado di tenere insieme la maggioranza in Comune: non c’è tema che, ormai, non risulti divisivo. Oggi è una partita di calcio, peraltro assegnata dalla storia a Udine, ma non c’è un singolo passaggio che non veda la sinistra torinese andare in frantumi. Dal Meisino alle grandi opere, dalla sicurezza ai grandi eventi, ogni singolo esponente dell’amministrazione Lo Russo procede in ordine sparso”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice-Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

“Screzi politici a parte – continua Ravello – il dramma è che a farne le spese è proprio Torino, ostaggio di un tira e molla ignominioso che, giocoforza, sfocia nell’immobilismo decisionale. I dem e la sinistra torinese trascinano la città verso le sabbie mobili dell’inerzia, una condizione potenzialmente esiziale per un territorio che ha davanti a sé sfide epocali”.

Nuovo assalto a un bancomat

 

Questa notte, alle 02.30 circa, a Favria (TO) via servais 1, i Carabinieri sono intervenuti a seguito di una deflagrazione presso la filiale UniCredit; il bancomat è stato fatto esplodere con il metodo cd della “marmotta” ed ha causato danni strutturali all’edificio al momento inagibile.
Il danno non è stato ancora quantificato; nessun ferito.
Procedono i carabinieri della sezione operativa di Ivrea e Rivarolo

Uomo in manette per aggressione al personale ospedaliero

Il 28 settembre, prime ore del giorno, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “degli infermi” di Rivoli (TO), i Carabinieri del Nucleo Radiomobile e del Comando Stazione locale, sono intervenuti su richiesta del n.u.e. 112 in quanto veniva segnalata la presenza di un uomo in stato di alterazione psicofisica: giunti velocemente sul posto, gli equipaggi dell’Arma hanno trovato un ventisettenne, sedicente cittadino ucraino, sprovvisto di documenti, che palesava un atteggiamento estremamente aggressivo nei confronti dei sanitari; peraltro, il giovane non si è calmato neppure di fronte ai militari che ha perfino tentato di aggredire. L’uomo è stato immobilizzato e, all’atto della perquisizione, trovato in possesso di una frusta artigianale in metallo. A causa di ciò e del suo comportamento costantemente non collaborativo, l’uomo è stato arrestato: le accuse sono “resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicazione della propria identità personale, porto di armi o oggetti atti ad offendere e violazione delle leggi sul soggiorno dei cittadini stranieri”, sufficienti a farlo accompagnare in carcere presso la casa circondariale “Lorusso e Cutugno”.

Muore donna travolta da un treno

Si è probabilmente trattato di un gesto volontario che ha causato la morte di una donna investita da un treno. Il tragico fatto è avvenuto ieri sera nella stazione di Settimo Torinese. Sul posto la polizia ferroviaria e i soccorsi che hanno solo potuto constatare il decesso della vittima.

Ravinale (AVS): “Le Universiadi non dovrebbero compromettere il diritto allo studio

Eppure in Piemonte avverrà proprio questo: Edisu lascerà senza stanza centinaia di studenti e studentesse per i Giochi”.

Edisu ha stabilito che sono tre le strutture riservate agli atleti e alle atlete: Villa Claretta, Olimpia e Lingotto. 818 posti letto totali.

Chi si vede assegnare uno di questi posti letto, nel mese di gennaio dovrà sgomberare la stanza e qui, secondo le linee guida pubblicate sul sito di Edisu la scorsa settimana, si aprono due strade:

  1. Lo studente dichiara di essere in grado di trovarsi una sistemazione altrove, temporanea, e allora riceverà ben 8,18 euro a notte (circa 300 euro totali). In maniera del tutto impropria, a questa disponibilità corrisponde una premialità riconosciuta da Edisu: gli studenti e le studentesse che la manifestano, infatti, avranno “priorità di assegnazione presso una di queste strutture indipendentemente dalla posizione in graduatoria”.

  1. Lo studente dichiara di non essere in grado di trovare altra sistemazione: in tal caso, Edisu provvederà ad assegnarlo ad altra struttura nel periodo delle Universiadi.

«Al di là del disagio creato agli studenti borsisti, peraltro in sessione di esame, è evidente che si sia lontani da una soluzione adeguata: soprattutto a Torino dove le residenze universitarie private hanno prezzi che talvolta superano i 700 Euro mensili per stanza e il mercato degli alloggi privati risulta sempre più inaccessibile per studenti e studentesse, 300 Euro non sono certo sufficienti a consentire allo studente di trovare una soluzione alternativa.

È allora prevedibile che Edisu dovrà reperire un altro alloggio per molti: ma come è possibile che questo possa avvenire, visto che nello scorso anno accademico il numero di borsisti fuori sede a Torino era di 9.200 mentre il numero di posti letto a bando era 2.429?» ha dichiarato Alice Ravinale, Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio regionale.

«L’ho chiesto oggi all’assessora Chiorino. La risposta, inquietante, è che sono stati opzionati posti letto presso alcune residenze private gestite da Camplus, quanti e a quale prezzo non è dato saperlo. Ma soprattutto: se la Regione ora pensa di rivolgersi a privati per gestire l’allontanamento dei borsisti dalle loro residenze, perché non ha pensato di farlo subito per ospitare atleti e atlete, evitando agli studenti un trasloco in sessione? Davvero è questo il rispetto che questa amministrazione regionale ha per il diritto allo studio?» ha concluso la Capogruppo di AVS.