ilTorinese

Rimpatriato cittadino bosniaco irregolare

La Polizia di Stato di Alessandria ha proceduto all’accompagnamento nel proprio paese di origine di un cittadino bosniaco (pluripregiudicato per reati contro il patrimonio), scarcerato nella giornata di martedì 22 ottobre 2024 dalla Casa  Circondariale “Cantiello e Gaeta” dopo avere scontato una condanna per un cumulo di pene per i reati di guida sotto l’influenza di alcool, furto e due ricettazioni. Entrato in Italia nel 1997, il 41enne ha a carico numerosi precedenti penali e di polizia, la maggior parte per reati contro il patrimonio. Il soggetto ha commesso diversi furti all’interno di ditte e aziende del Nord Italia, furti di ciclomotori, autovetture e beni custoditi all’interno delle stesse.

Nel 2019 è stato arrestato per un furto di materiale elettrico commesso all’interno del magazzino della Provincia di Alessandria di Quargnento insieme ad un altro soggetto con cui ha forzato il cancello dell’attività. Nel luglio del 2022 è stato condannato per un furto all’interno di un camper commesso forzando la finestra dello stesso mentre il proprietario si era recato ai campi di beach volley di Chiavari.
(Notizie dal Piemonte-Questura di Alessandria)

La bella addormentata

Tenta di rapire bimbo di due anni a Torino, arrestato dai carabinieri

Un senza fissa dimora di 46 anni, di origini nigeriane, ha tentato di portare via con se’ un bimbo di due anni che si trovava oggi pomeriggio  con suo padre in un negozio di bricolage in via Cigna a Torino. Il genitore ha inseguito l’uomo e ha ripreso con se’ il bimbo. I carabinieri sono giunti sul posto e il senza fissa dimora ha iniziato a dare in escandescenze denudandosi e brandendo una bottiglia. I militari lo hanno arrestato.

Irvine Welsh, il suo ultimo romanzo “Resolution” al Circolo dei lettori

Giovedì 24 ottobre al Circolo dei lettori nel giorno di apertura di Radici, il festival dell’identità, curato da Giuseppe Culicchia che si conclude domani, Irvine Welsh ha presentato il suo ultimo romanzo, uscito questa settimana per Guanda, Resolution, terzo capitolo della trilogia del poliziotto Ray Lennox. Irvine Welsh, lo scrittore e drammaturgo scozzese che si è imposto negli anni Novanta con Trainspotting da cui è stato tratto il film cult omonimo, ha raccontato del suo rapporto con la Scozia e con la scrittura, in dialogo con il suo traduttore Massimo Bocchiola, alla presenza dell’interprete Simona Caldera.

Welsh ha raccontato come mai alcuni luoghi più di altri sono adatti a fare da sfondo ai suoi romanzi. Ray Lennox si muove negli stessi luoghi dell’autore, perché nasce ad Edimburgo, cresce nei quartieri popolari di Edimburgo, si trasferisce a Miami e poi a Brighton. Nonostante abbia vissuto anche a Dublino e a Chicago questi sono spazi difficili per uno scrittore, entrambe le città hanno una grande tradizione letteraria, nel caso di Lennox anche lui viene da Edimburgo, un luogo dove piove sempre, dove le persone non fanno altro che parlare all’interno dei pub, è una cultura molto verbale. Mentre Miami è l’esatto opposto, la gente non parla, c’è il sole, sono tutti in giro con lo skateboard e c’è un narcisismo che si esprime in modo molto più visivo che verbale. Ho pensato quindi di mettere Lennox in quella situazione, renderlo un pesce completamente fuor d’acqua. Ho anche immaginato Lennox attirato dall’acqua, quindi quando mi sono ritrovato a Brighton dove ho creato la mia etichetta discografica e anche lo studio di registrazione, guardando il mare ho pensato che potesse essere un luogo dove riuscivo a vedere il mio personaggio. Ecco perché questi luoghi sono finiti qui.

Massimo Bocchiola sottolinea la sua maestria nel maneggiare una pluralità dei registri linguistici del parlato, ogni personaggio si esprime in maniera coerente con il proprio ceto sociale e la provenienza geografica.

Da dove ti viene questa tua capacità di ascolto?

Beh, gli scozzesi son dei gran chiacchieroni. La cosa che mi piace molto delle conversazioni è l’energia che si sprigiona, in Scozia in particolar modo la lingua viene usata in modo performativo, forse questo deriva anche dalla nostra tradizione celtica di narrazione, per cui la lingua non è solo uno strumento di comunicazione ma è una vera e propria performance culturale, attraverso la lingua noi diciamo chi siamo, esprimiamo come vogliamo essere visti dal resto del mondo ed è questo che mi interessa molto della lingua.

La Scozia è molto presente sullo sfondo, che rapporto hai con il tuo Paese e il Regno Unito?

La Scozia ha avuto l’opportunità di diventare indipendente e quando è stato il momento invece poi ha deciso di rimanere con il Regno Unito, quella che è una forza in declino ormai. Infatti l’idea di Regno Unito è nata dall’idea di un impero industriale, è per questo che Inghilterra e Scozia si sono unite, con l’idea di unire le flotte mercantili volte poi a mettere insieme le forze tecniche e ingegneristiche, ma quest’era ormai è finita e la Gran Bretagna fa fatica a trovare un suo ruolo dal dopoguerra. Quindi c’è un rapporto ambivalente con il Regno Unito e con la Scozia che sembra non essere pronta ancora per un ruolo di democrazia sociale e invece continua a seguire una strada di declino data da questo mondo moderno. Mi sembra che quello che caratterizza la Gran Bretagna e la Scozia negli ultimi dieci anni sia un senso di profonda insoddisfazione dopo la Brexit. Al di là di Londra che continua ad essere un posto meraviglioso in grande fermento e sviluppo però il resto della Gran Bretagna sembra quasi un Paese del terzo mondo.

Edimburgo è un po’ la Londra della Scozia? Ed esiste una divisione settaria tra Edimburgo e Glasgow?

Esiste ed è più forte nella parte occidentale della Scozia, ad esempio se sei ad Edimburgo e chiedi a qualcuno che scuole ha fatto è perché si cerca di capire qual è la provenienza di classe sociale, invece se lo si chiede a Glasgow questa domanda è per capire invece se sei uno scozzese cattolico o protestante o ancora uno scozzese di origine irlandese. E questa divisione è legata anche all’identità che passa attraverso il calcio. Edimburgo è una città molto ricca in alcune parti, ben diversa è la zona da cui vengo io che è la parte più vicina al porto, un po’ più a est.

La cosa moto interessante che è stata detta di te è che sei l’erede dei grandi moralisti scozzesi. I tuoi libri, dietro l’apparente anarchismo di alcuni romanzi e molti dei tuoi personaggi, sono profondamente morali.

Penso che scrivere fiction sia sempre un atto morale, questo perché la fiction utilizza il subconscio che è il modo per entrare in contatto con ciò che è morale, attraverso il subconscio noi cerchiamo la verità più profonda. Il subconscio è il motore umano per capire, comprendere a fondo, certo, io amo scrivere di personaggi molto incasinati, che hanno fatto delle scelte pessime, però anche se sono immersi nell’oscurità vedono sempre un barlume di luce.

Welsh ha lasciato spazio anche a diverse domande dal pubblico, a chi gli ha chiesto di raccontare qualcosa del suo processo creativo e consigli per scrittori in erba ha risposto così.

Quando decido che è tempo di scrivere un libro non vado a riprendere gli appunti che ho scritto per i libri passati, ma li ignoro e mi metto a scrivere 20.000 parole e in quel momento non guardo altro. Quando arrivo a quella quantità stampo e poi mi metto con la biro a lavorare su queste 20.000 parole per provare a identificare un tema, un personaggio, una trama e di solito qualche cosa trovo. Poi a quel punto vado a riprendere i vecchi appunti per vedere se c’è qualcosa che si può inserire e se ho identificato qualcosa che può funzionare allora mi metto a lavorare su una grande lavagna bianca dove inizio a schizzare mappe e a togliere, a tagliare e a incollare per arrivare a creare una sorta di struttura.

Per diventare scrittori bisogna amare la solitudine, perché il lavoro dello scrittore è molto solitario. Io credo che gli scrittori migliori siano quelli un po’ schizofrenici, quelli che da un lato amano tantissimo stare con gli altri, stare in compagnia e in società ma allo stesso tempo amano stare da soli, e questo è il motivo per cui è molto difficile vivere con uno scrittore e questo è il motivo per cui mi sono sposato mille volte e ho divorziato mille volte. È molto difficile stare con una persona che di punto in bianco scompare, che non è presente emotivamente perché è presa da questo altro mondo che sta creando e pi di punto in bianco emerge dalla sua stanza e dice “Beh, allora, cosa facciamo, usciamo?”. Quindi per far lo scrittore prima di tutto bisogna assicurarsi che trascorrere tanto tempo da soli sia un piacere.

GIULIANA PRESTIPINO

Maltempo: “Gianca” rinvia a sabato 2 novembre la serata inaugurale  

 

Torino, 26 ottobre 2024 – A causa della chiusura dell’area dei Murazzi per il persistente maltempo è rinviata a sabato 2 novembre la serata inaugurale di Gianca, storico locale  simbolo della scena notturna torinese, la cui nuova gestione negli ultimi due anni lo ha reso un punto di riferimento per gli amanti dei Dj set e gli appassionati di musica elettronica, in un modello di club ispirato a quelli europei.

Confermata la line-up della serata dove oltre ai DJ resident F’al ed Elip si esibiranno due artisti di fama internazionale: Wurtz e Sideral. In occasione dell’inaugurazione inoltre verrà svelato il nuovo luogo e la ristrutturazione dei locali, che avranno una architettura totalmente rinnovata e un padiglione esterno vetrato che permetterà di ampliare lo spazio a disposizione rendendolo facilmente utilizzabile  e affascinante anche per il periodo invernale.

Un progetto che è frutto della passione e della visione di quattro soci, ma soprattutto amici, uniti dall’amore per il clubbing e la nightlife e che ha permesso di ospitare i protagonisti più influenti della scena elettronica torinese e figure di rilievo internazionale, come Armonica, Leon, Dyed Soundorom, Tini, Tania Vulcano, Ralf e i Neverdogs.

 

ITCILO. I suoi primo 60 anni di “pensiero innovativo”

Una “storica” mostra fotografica, presente la Ministra Marina Calderone, per dare il via ad un anno di appuntamenti celebrativi dell’“ILO” di Torino

Giovedì scorso 24 ottobre, era presente anche il “Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali”, Marina Calderone, all’inaugurazione della “mostra fotografica” dal titolo significativo “Pioneering learning for social justice”, primo appuntamento delle celebrazioni, che si terranno per un anno intero e ideate in omaggio alla storia del “Centro di formazione dell’Organizzazione internazionale del Lavoro”, nato a Torino nel 1964 (con sede nel “Campus delle Nazioni Unite”, in via Maestri del Lavoro, 10) sulla scia delle iniziative organizzate per il Centenario dell’“Unità d’Italia”, celebrato nel 1961 con la grande “Esposizione Internazionale” dedicata al Lavoro.

A dare il via alla Festa del “Centro”, da sempre “pioniere di soluzioni innovative”, la “Seduta speciale” del Consiglio di Amministrazione, alla presenza del “Direttore Generale” dell’“Organizzazione Internazionale del Lavoro”, Gilbert F. Houngbo, e del “Direttore” dell’“ILO” di Torino, Christophe Perrin.

In oltre mezzo secolo di storia, il “Centro” ha formato “funzionari” e “diplomatici” provenienti da tutto il mondo, proponendo metodologie di insegnamento innovative e corsi all’avanguardia. Un “hub” di innovazione in continua trasformazione, che ha sempre mantenuto fede alla “missione fondante” dell’“ILO”promuovere il lavoro dignitoso in ogni angolo del mondo, coltivando la giustizia sociale per una pace duratura”.

Uno dei nostri punti di forza – ha commentato Christophe Perrin – è la nostra sede a Torino: una città che vanta una profonda tradizione di cooperazione internazionale, innovazione sociale e formazione a tutti i livelli. Torino non è stata solo una casa per il ‘Centro’, ma è diventata parte integrante della nostra identità. Siamo grati ai nostri partner strategici: Governo italiano, Regione Piemonte e Città di Torino, che sin dall’inizio ci hanno accompagnato, riconoscendo l’importanza di questo ‘Centro’ per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. Ciò che contraddistingue l’‘ITCILO’ è la sua missione di riunire governi, rappresentanti delle imprese e dei lavoratori, all’interno di un luogo dove diverse prospettive possono trovare ascolto. Questo Centro non è solo uno spazio di apprendimento del presente, ma anche un laboratorio per plasmare il futuro”.

Parole che assolutamente si rispecchiano nei fatti.

Nel 2023, 6.800 persone provenienti da 177 Stati diversi hanno partecipato alle “attività formative” presenziali dell’“ILO”, sia sul “Campus ONU” a Torino che sui progetti di formazione a livello paese. Alla formazione presenziale si affiancano le “attività di apprendimento online” che permettono di coinvolgere 92.000 utenti (di cui 79mila direttamente sull’“e-campus” dell’“ITCILO” e 13mila utenti attraverso piattaforme di formazione gestite dal “Centro”). Infine, non sono da dimenticare le attività di “networking” knowledge sarin” che nel 2023 hanno coinvolto circa 5.600 persone, e quelle di “comunicazione” advocacy” che hanno raggiunto e sensibilizzato oltre 130mila persone sui temi del “lavoro” e dei “diritti umani”.

La mostra

La giornata celebrativa dello scorso giovedì 24 ottobre ha dato il via ad una serie di iniziative tese a non spegnere i riflettori sui gloriosi 60 anni dell’“ITCILO”. Prima fra tutte una bellissima mostra fotografica che vuole ripercorrere la storia del “Centro” attraverso tre suggestivi allestimenti.

Prima tappa, nel cortile, il “Padiglione Africa”

Le immagini raccontano l’evoluzione dei corsi e dei laboratori, ma anche delle metodologie di insegnamento, con un focus sulle tecnologie utilizzate all’epoca e quelle attuali. A partire dai primi laboratori tecnici al “Palazzo del Lavoro” agli innovativi corsi in marketing e comunicazione, che già negli anni Sessanta erano aperti a persone provenienti da tutto il mondo. Negli anni il “Centro” ha messo a disposizione servizi, attività sportive e culturali quali mensa, lavanderia, punto medico, palestre e campi da gioco, eventi musicali, così da rendere più piacevole la vita dei dipendenti e il soggiorno dei partecipanti.

 

Seconda tappa, piano terra, “Piemonte”

Qui troviamo le fotografie “storiche” (in b/n e a colori) dei tanti personaggi famosi che hanno visitato il “Palazzo del Lavoro” e il “Campus”: da un ammirato Alfred Hitchcock che osserva il cantiere dell’opera di Pier Luigi Nervi alla Regina Elisabetta II, accompagnata da Gianni Agnelli durante la visita, nel 1961, all’“Esposizione Internazionale del Lavoro”. E ancora, vari capi di Stato internazionali, presidenti della Repubblica italiana e i segretari generali delle Nazioni Unite.

Terza tappa, primo piano, Il racconto dei Giornali

Una rassegna di articoli giornalistici (“La Stampa” e “Stampa Sera”) che raccontano fatti e avvenimenti riguardanti il “Centro di Formazione”. A cominciare, ovviamente, dalla storica firma a Roma (1964), che diede il via a questa lunga avventura. Che continua nel tempo a grandi e significativi passi.

g.m.

Nelle foto: Il Ministro Marina Calderone fra Christophe Perrin e Gilbert F. Houngbo e foto della Mostra (Alfred Hitchcoch e la Regina Elisabetta II con Gianni Agnelli)

Devastano negozio di telefonia e tentano di rubare la merce: arrestati in flagranza

Torino, “Quartiere San Donato”. Hanno prima scardinato la saracinesca di un negozio di telefonia, danneggiato gli arredi e gran parte del materiale presente all’interno, per poi dirigersi verso il retro del locale con l’obiettivo di aprire la cassaforte con dentro merce e documentazione sensibile, il tutto con l’utilizzo di un piede di porco.
Tre pattuglie dei Carabinieri si sono precipitate sul luogo del furto dopo che era scattato l’allarme collegato al 112 e hanno fatto ingresso nel negozio, che in un primo momento sembrava ormai vuoto. I militari hanno però agito d’astuzia, attendendo al buio qualche minuto all’interno del locale e facendo credere ai presunti ladri che si fossero allontanati per andare alla loro ricerca nelle vie limitrofe. I tre ragazzi nordafricani quindi, dopo aver aperto la porta del retro del negozio nel tentativo di darsela a gambe, sono stati sorpresi dalle pattuglie e, portati in caserma, sono stati poi dichiarati in stato di arresto.
Addosso ai giovani sono stati inoltre trovati: due coltelli a serramanico, con lama di 7,5cm e 10cm e una bottiglietta spray al peperoncino, con le linguette di sicurezza rotte e
verosimilmente pronta all’uso.
Il 20enne, 21enne e 22enne sono stati tutti arrestati in flagranza di reato per “tentato furto
aggravato”.