ilTorinese

“E non mi importa se non mi ami più…”

Music Tales, la rubrica musicale

“E non mi importa se non mi ami più

E non mi importa se non mi vuoi bene

Dovrò soltanto reimparare a camminare”

Vi ho già parlato non troppo tempo fa di Edoardo D’Erme, in arte Calcutta.

Classe 1989, cantautore, può piacere o meno ma io adoro i suoi videoclip inveterati e alquanto bizzarri.

Trovo ci sia del gran genio dietro questa penna che probabilmente non incontrerà il gusto di tutti voi.

Calcutta improvvisò alla tastiera il ritornello, registrandolo per caso in un video, poi se ne dimenticò. Anni dopo ritrovò il video e completò la canzone. Decise di chiamare Pesaro la donna protagonista del testo (tenendo in conto il precedente di Roma nun fa’ la stupida stasera), come la città nella quale aveva vissuto per un periodo durante i suoi viaggi solitari.

 Riguardo a questo il cantautore ha affermato:

«Diciamo che non era un periodo felice. Davvero mi ero dimenticato, era un’improvvisazione fatta con la tastiera su cui avevo scritto il ritornello, la strofa l’ho scritta più avanti. L’idea di fondo era che Pesaro, nonostante, la nebbia o il tempo grigio, è una che non si fa fregare. Non che le ragazze non siano intelligenti, ovvio, una volta è pure venuta a lamentarsi dopo un concerto.»

Il testo parla di una persona che deve ricominciare ad andare con le sue gambe dopo la fine di una relazione.

Trovo i “modi” descrittivi di Calcutta dei “modi” geniali e oltremodo particolari.

Sarebbe un Mondo migliore se “Ti amo” e “Addio” si potessero dire una sola volta nella vita. E mai alla stessa persona.

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:” ma cosa mi manchi a fare”

Buon ascolto

CHIARA DE CARLO

(49) Calcutta – Cosa mi manchi a fare – YouTube

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Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Giachino: Accelerare le Infrastrutture

 (TAV Tangenziale est,  Geonda Genova) per rilanciare il PIL, rendere strutturali nel Bilancio dello Stato il Ferrobonus e il Marebonus. Governo di Legislatura per affrontare i problemi non risolti negli ultimi 10 anni ( Crescita e Salario Minimo)
Interpellato a margine della Assemblea dei 2200 Spedizionieri di FEDESPEDI,  l’ex Sottosegretario ai trasporti e attuale Presidente di SAIMARE Giachino ha dichiarato che il Governo si trova sul tavolo i gravi problemi non risolti negli ultimi 10 anni.”Debito pubblico cresciuto di 700 miliardi, bassa crescita del PIL, bassi salari , sanita’ e immigrazione. Ecco il commento:
Il governo Meloni deve pertanto poter lavorare per tutta la legislatura per fare le riforme necessarie e rilanciare la crescita della economia e del lavoro anche attraverso una forte politica industriale e della logistica adeguata al cambiamento della globalizzazione e alla introduzione della Intelligenza Artificiale.
Occorre dare una fortissima accelerata alle Infrastrutture, dalla TAV alla Tangenziale di Torino alla Gronda di Genova anche per controbilanciare gli effetti pesanti della recessione tedesca e la bassa crescita della Cina.
Gli spedizionieri , che organizzano  almeno il 60% della logistica italiana, contano  sul Piano auto del Ministro Urso e sul Piano Mattei verso verso i Paesi africani.
Rendere strutturali nel Bilancio dello Stato il FERROBONUS , che ideai primo in Europa mben 14 anni fa , quando ebbi l’onore di lavorare come Sottosegretario ai trasporti , e quando Greta andava ancora all’asilo , e il Marebonus che sbloccai nel 2008 , mi sembra basilare per sviluppare il trasporto merci su rotaia  e la intermodalità ferroviaria , atto concreto di una politica dei trasporti green.
Da ultimo sogno che gli interventi normativi a costo zero sulla  Burocrazia pubblica che rallenta la operatività logistica nei nostri porti, trovino finalmente sbocco. Perché dopo 10 anni continuiamo a perdere 6 miliardi di PIL a causa dei milione di containers italiani che arrivano ai porti del Nord Europa”.

Uccide moglie, figlio e suocera e si toglie la vita

Tragedia famigliare ad Alessandria. Un ingegnere di 67 anni,  Martino Benzi, ha ucciso il figlio di 17 anni e la moglie di 55  nella propria casa. Il genero ha poi  ucciso la suocera e si è  tolto la vita. I Carabinieri stanno indagando su questo terribile caso di omicidio-suicidio avvenuto nell’abitazione di famiglia e  all’interno della casa di riposo “Istituto divina provvidenza Teresa Michel” ad Alessandria. L’uomo sarebbe entrato nell’istituto e ha colpito la donna con un coltello che ha rivolto poi verso se stesso uccidendosi.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Bimbo di tre anni cade dal secondo piano: neanche un graffio

Un bambino di 3 anni è caduto dal balcone di un edificio dal secondo piano, ad Alessandria. È salvo grazie alla presenza dei fili della biancheria all’esterno del terrazzo del piano di sotto, che hanno attutito la caduta. Il bimbo – che era solo in casa – è così atterrato al piano di sotto, senza ferite. La madre è stata denunciata per abbandono di minore.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Il “Diario italiano” di Quaglieni alla Fondazione Camis De Fonseca

Mercoledì 4 ottobre  a Torino alle ore 17,30 alla Fondazione Camis De Fonseca (via Pietro Micca 15), Giancarlo Bonzo, Bruna Bertolo e Maria Luisa Alberico presenteranno il nuovo libro di Pier Franco Quaglieni “Diario italiano. Figure del nostro tempo”, Pedrini Editore. Personaggi della storia ritratti dall’autore senza mai indulgere all’agiografia, ma descritti con luci ed ombre nel rifiuto di ogni mitizzazione e di ogni preconcetto. Un libro ispirato ai criteri storici più rigorosi, ma con vivacità di scrittura per ripercorrere i grandi temi delle ideologie del Novecento, dal comunismo al fascismo, all’antifascismo post bellico e odierno, ai sovranismi del Terzo Millennio.

Crolla rampa di scale, paura nel condominio

In corso Palermo a Torino, al civico 61, ieri in tarda serata una rampa delle scale è crollata. I Vigili del fuoco hanno evacuato i residenti utilizzando il cestello dell’autoscala. Sul posto la polizia municipale e l’ufficio tecnico del Comune per verificare le ragioni del crollo. Non si registrano feriti.

3 punti dorati! Juventus-Lecce 1-0

Sesta giornata serie A

Milik

La Juventus di Allegri ottiene il massimo risultato dei 3 punti con il minimo sforzo e la massima resa di una Juventus “normale”, ma una Juventus così non era ciò che si aspettava il pubblico bianconero all’Allianz Stadium di Torino, soprattutto dopo le quattro reti subite dal Sassuolo.
I bianconeri faticano ad avere la meglio su una delle squadre più in forma e ben organizzate del campionato. Dopo un primo tempo,fin troppo sottotono, nella ripresa la Juve trova la rete del vantaggio con una furbesca ed opportunista zampata di Milik.Il Lecce non riesce a reagire,zero tiri in porta ed alla fine chiude in 10 uomini per il doppio giallo a Kaba.La gara di stasera certifica che la Juventus è, momentaneamente,seconda dietro l’Inter capolista ed ha ampi margini di miglioramento per potersi candidare alla lotta per vincere lo scudetto.

Enzo Grassano

Avevano rapinato un commerciante, due in manette

L’attività di prevenzione sul territorio svolta dalla Polizia di Stato di Torino anche nel quartiere Madonna di Campagna ha condotto nelle scorse ore all’arresto di due persone gravemente indiziate di rapina in concorso.

Nella notte di giovedì, gli agenti impegnati nel servizio di controllo del territorio in via Bibiana, sono stati attirati da alcune urla provenienti da un minimarket di via Coppino. Giunti sul posto immediatamente, vedevano uscire dall’esercizio commerciale una coppia di cittadini italiani che non lasciavano trapelare fosse successo alcunchè. I poliziotti li fermavano comunque per un controllo, riscontrando a questo punto un atteggiamento ostile da parte dei due trentacinquenni, i quali sostenevano di non comprendere i motivi della loro identificazione. In realtà, i poliziotti accertavano che l’interno del minimarket era a soqquadro, con dei vetri sparsi sul pavimento, espositori e cartoni di bevande per terra:  inoltre, il titolare dell’attività, un cittadino di nazionalità bengalese, presentava diverse ferite alle mani, alle braccia e al volto.

Dalle verifiche effettuate, pochi istanti prima la coppia di trentacinquenni avrebbe aggredito il proprietario del minimarket, impegnato nelle operazioni di chiusura dell’attività, utilizzando una lampada nei pressi dell’ingresso del negozio, colpendolo alla nuca. Approfittando della sua posizione di inferiorità, i due lo avrebbero poi allontanato dalla cassa, impossessandosi del contenuto, e successivamente avrebbero tentato di rapinargli anche il telefonino, colpendolo con pugni alla testa, ma senza riuscirvi. Durante la perquisizione dei due complici, i poliziotti rinvenivano il denaro asportato dalla cassa, e lo restituivano al commerciante; procedevano dunque all’arresto dei due cittadini italiani per rapina in concorso.

 

 

Le incertezze narrative e registiche di una triste “Felicità”

Sugli schermi l’opera prima di Micaela Ramazzotti

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Gruppo di famiglia (sgangherata) in un interno. Che è uno di quelli infossati nei tanti serpentoni di pareti e balconi tutti eguali della periferia romana, la famiglia è quella di Desirè (“con l’accento”, ci tiene a precisare), ragazza dolce e “strana”, parrucchiera sui tanti set cinematografici della capitale, detta anche “la bicicletta” perché “tutti ci hanno fatto un giro”. Malinconica e per tutti rassicurante, volgarotta, dolce e perdente, non soltanto perché l’attore di turno, nel chiuso della roulotte, prima del ciak, riesce per l’ennesima volta ad approfittarsene: ma perché continua a essere vittima di una coppia di genitori che non fa altro che rinfacciarle fatti e misfatti di una vita, egoista, ricattatoria, con un padre che la sfrutta economicamente (“se non ci aiutiamo tra noialtri”) e una madre pronta a spiattellarle qualsiasi mancato appoggio, cieca come una talpa di quanto stia succedendo in casa sua. Vittima, Desirè, anche di quel professore universitario che l’ha scelta e che dice di amarla, che la porta alle cene chic tra colleghi dove la figuraccia è sempre servita tra tentativi di discorsi e storpiature di parole: una relazione che tra sorrisi e litigate resta in piedi con i continui rattoppi erotici, immediati, frustranti, assurdi ma per entrambi inevitabili. Il suo unico scopo di affetto e di protezione è il fratello Claudio – una pioggia di “Cla’” per il gran romanesco, a tratti incomprensibile, che circola doverosamente nella storia -, ragazzo problematico e depresso, vagonate di pasticche, senza un futuro, “strano”, sull’alterino della madre che continua a stirargli la camicia bianca, pronta per un lavoro che lui nemmeno riesce a fare.

Felicità” è l’opera prima (tristissima e incerta) di Micaela Ramazzotti, scritta con le amiche Isabella Cecchi e Alessandra Guidi, che a Venezia ha vinto il Premio Spettatori nella sezione Orizzonti. Se la è cucita addosso la sua Desirè, le vuole bene, la protegge, la compatisce, la comprende a differenza di quanto furbescamente e malvagiamente non facciano gli altri: ma siccome è tutta sua, una maschera che ormai conosciamo a menadito, altro non è, senza un briciolo di nuova invenzione, che l’ultima tappa – per ora, ne siamo sicuri – di un vecchio percorso, partito da “Tutta la vita davanti” sino a “Gli anni più belli”, passando attraverso piccoli capolavori come “La pazza gioia” e “Vivere” e “La tenerezza”. Le donne, soprattutto, di Paolo Virzì. Una donna squinternata, di animo buono ma strapazzata, sempre affannata, di corsa di qua e di là, sciupata, vicina alla disperazione e al baratro ma in qualche modo pronta a rialzarsi, qualsiasi sia il modo, semplice in quella vita che tira avanti a fatica. Prevedibili personaggio e attrice, senza equivoci, il che in non poche situazioni sminuisce quell’affetto e anche quell’autenticità che Ramazzotti ha fatto di tutto per infonderle.

Si sarebbe tentati di dire che ha pensato troppo a se stessa, mettendo in ombra gli altri, lasciandoli ai luoghi comuni e a certe caricature di troppo, a certi sopra le righe, come è il padre Max Tortora, nella sua sguaiataggine, in quella scena d’ospedale davanti al letto dell’immigrato, nel redde rationem nello studio della psicologa, nell’incontro burrascoso con il mancato genero, con lo sgambetto che il regista Veronesi gli tende tra le maestranze del film. Intenzioni di Ramazzotti, va bene, ma una briglia più serrata avrebbe giovato al racconto e al personaggio. Più a suo agio Sergio Rubini nelle frustrazioni del suo professore, nella ribellione che s’accende su altre scelte; da elogiare il fratello Matteo Olivetti, anche se il suo Claudio (rimaniamo di più di fronte allo svilupparsi dei rapporti con Desirè ma della malattia sappiamo in definitiva poco, con accenni sempre eguali) più di altri rientra nei difetti del film, le cose non dette, i personaggi non sviluppati abbastanza, e poi le volgarità disseminate troppo spesso, le scene interrotte di fretta. Di prim’ordine, al contrario, le persone di cui l’autrice ha saputo e voluto circondarsi, da Jacopo Quadri, per il montaggio, a Luca Bigazzi per la fotografia, a Carlo Virzì per le musiche.