ilTorinese

Liberty misterioso: Villa Scott

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È luomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nellarte 

Lespressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo luomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché  sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare.

Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo.  Non furono da meno gli  autori delle Avanguardie del Novecento  che, con i propri lavori disperati, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto Secolo Breve.

Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di ricreare la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i ghirigori del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa ledera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di unarte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che larte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

Torino Liberty

1.  Il Liberty: la linea che invase l’Europa
2.  Torino, capitale italiana del Liberty
3.  Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
4.  Liberty misterioso: Villa Scott
5.  Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
6.  Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
7.  Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
8.  La Venaria Reale ospita il Liberty:  Mucha  e  Grasset
9.  La linea che veglia su chi è stato:  Il Liberty al Cimitero Monumentale
10.  Quando il Liberty va in vacanza: Villa  Grock

Articolo 4. Liberty misterioso: Villa Scott

Talvolta il cinema va in cerca di luoghi suggestivi e unici, per rendere la pellicola ancora più indimenticabile. Uno di questi ambienti da cellulosa si trova nella collina torineseuna villa silenziosaNascosta in un elegante “vedo non vedo” tra il verde degli alberil’abitazione si affaccia indifferente sul panorama torinese che si prostra poco più in  delle sue fondamenta. È Villa Scott, situata in Corso Giovanni Lanza 57, uno dei più fulgidi esempi dello stile floreale a livello nazionale. Il committente, Alfonso Scott, consigliere delegato della Società Torinese Automobili Rapid, nel 1901 acquista un appezzamento di terreno precollinare affidando l’incarico di costruire una villa per la propria famiglia all’ingegnere Fenoglioche allora aveva 36 anni

Fenoglio si impegna nella costruzionedando al  progetto caratteristiche architettoniche di alto pregio, con una chiara apertura al Liberty, e con prospetti caratterizzati da decorazioni floreali in litocemento e in ferro battutoAlla morte di Alfonso Scott, la villa passa alle Suore della Redenzioneche la utilizzano per ospitare un collegio femminilenoto con il nome di Villa Fatima. Fenoglioche lavora al progetto di Villa Scott in collaborazione con il collega Gottardo Gussonirisolve le difficoltà di realizzazione – dato che vi è un dislivello di ben 24 metri tra la villa e il cancello d’ingresso – con una scalinata e con l’inserimento di diversi corpi di fabbricaaccanto al complesso principale lievemente curvilineo della villa. Il volume della costruzione è arricchito da un apparato decorativo che trae vita anche dalla scala esternaL’edificio viene completato nel 1902, anno in cui Fenoglio si dedica anche alla palazzina Fenoglio-La Fleur di corso Francia angolo via Principi d’AcajaNel contesto dell’ampio spazio verde in cui è ubicata Villa Scott, si stagliano netti i due corpi laterali a torrettauno su quattro livelliun altro sutre, ma con un bovindo quadratocollegati da una veranda vetrata sormontata da una terrazza.  La pianta di Villa Scott è amabilmente articolata in un gioco di loggebovindivetrategli elementi litocementizi di finitura murariaripieni e turgidi con misura, quasi rinviano all’ultimo barocco, con radiosi richiami ecletticiLa fantasmagoria floreale, la fitta lavorazione del terrazzinogli ariosi loggia-ti laterali, la decorazione a stucchi e boiseries di color crema e oroil tutto perfettamente in armoniacon l’arredo interno, un mobilio apertamente ispirato a un fioritoLuigi XVI, ne fanno una dimora elegante e raffinata, e piuttosto suggestivatanto che il regista Dario Argento vi ha ambientato uno dei più celebri gialli italianiProfondo rosso, del 1975.

Villa Scott viene infatti scelta per essere la villa del bambino urlante e gioca un ruolo essenziale per lo svolgimento della trama: è tra queste mura che si trova la soluzione del mistero. Tra gli appassionatialcuni indentificano la sfarzosa e terribile residenza del film giallo-horror con l’altrettanto celebre Villa Capriglioanch’essa situata in collina e nascosta tra la vegetazionesede inquietante di vicende 

orrorifichepurtroppo più veritiere rispetto a quelle altrettanto spaventose ma irreali di Villa Scott. 

Occorre ricordare che all’epoca delle riprese la villa era utilizzata come collegio femminile e abitata da suore e fanciulle che ovviamente non potevano rimanere  mentre veniva girato il film. La produzione dovette allora trovare un escamotagepoiché non si poteva abbandonare quella location così perfettamente suggestiva! Si decise dunque di offrire un periodo di villeggiatura a Rimini alle suore e a tutte le ragazze del collegio, le quali non opposero alcuna obiezione e con la loro vacanza inaspettata contribuirono alla realizzazione di una delle pellicole horror più conosciute. Dopo un breve periodo di abbandono, la villa è stata  restaurata e adibita a residenza privata.

Alessia Cagnotto

Riaperti al pubblico gli uffici postali di Roure e Exilles

Sono terminati nelle sedi, infatti, i lavori di ristrutturazione e ammodernamento finalizzati ad accogliere, anche tutti i principali servizi della Pubblica Amministrazione grazie al progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, l’iniziativa ideata da Poste Italiane per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nei 7 mila comuni con meno di 15mila abitanti contribuendo al loro rilancio.

Tra gli interventi effettuati il rinnovo della pavimentazione, lavori di tinteggiatura, nuovi arredi e postazioni ergonomiche. Oltre ai servizi postali, finanziari, di assicurazione ed energia presso gli uffici postali sono disponibili anche i servizi INPS (il cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “OBIS M” che riassume i dati informativi relativi all’assegno pensionistico).

Gli uffici postali di Roure e Exilles sono a disposizione dei cittadini con il consueto orario: Roure   il martedì dalle ore 8.20 alle ore 13.45  e il sabato sino alle 12.45 ed Exilles martedì, mercoledì e venerdì dalle 8.20 alle 13.45.

Poste Italiane conferma, ancora una volta, non solo la missione al servizio del sistema Paese ma anche il valore della capillarità, elemento fondante del proprio fare impresa, in netta controtendenza con il progressivo abbandono dei territori.

Dopo l’autorizzazione della Commissione Europea a fine ottobre 2022 i lavori di ristrutturazione sono stati avviati in oltre 4.870 uffici postali in tutta Italia ed entro la fine del 2026 saranno complessivamente 7000 i nuovi uffici Polis.

Controesodo, più di 24 milioni di veicoli in viaggio in Italia. Rallentamenti sulle tangenziali piemontesi

Si avvia alla conclusione il primo weekend di controesodo estivo 2025 sulla rete stradale e autostradale di Anas (Gruppo FS Italiane).
Questa mattina  in Piemonte la situazione è risultata particolarmente difficile sulle tangenziali e sugli accessi alle aree urbane, con un afflusso sostenuto dovuto al rientro dei pendolari, tanto da ricevere il bollino rosso nelle prime ore del giorno. Verso il pomeriggio, la circolazione si è comunque mantenuta intensa, ma con un graduale miglioramento, passando a bollino arancione
A livello nazionale sono stati complessivamente più di 24 milioni i transiti registrati: oltre 17,5 milioni nelle giornate di venerdì 22 e sabato 23 agosto e più di 6,6 milioni alle 12 di oggi.
Nonostante i volumi di traffico di notevole rilievo non si sono registrate particolari criticità.
L’aumento della mobilità rilevata rispetto a quella dei giorni dello scorso fine settimana è stato sensibilmente più alto per la giornata di venerdì, che nel confronto con Ferragosto ha visto un incremento medio su tutta la rete in gestione Anas del 7,1% mentre nella giornata di sabato il traffico è rimasto sostanzialmente simile (+0,4%).
Tendenzialmente stabile rispetto domenica scorsa il traffico rilevato dalle prime ore di oggi. Si segnala anche questa domenica un incremento del traffico rispetto la scorsa domenica sull’autostrada A2 del Mediterraneo in direzione nord, con flussi orari di traffico notturno più che raddoppiati rispetto domenica scorsa, e con incrementi del 30-50% tuttora riscontrabili lungo tutta l’infrastruttura.
Durante venerdì e sabato trascorsi sulla A2 tra l’innesto con la A30 ed il nodo di Salerno sono transitati 109.473 veicoli e dopo l’innesto con la A2 dir NA di collegamento con l’autostrada A3 Napoli sono stati 151.504. Il picco massimo, registrato come al solito presso l’impianto di Pontecagnano è stato di 221.265 veicoli, 160.513 dopo Battipaglia, 105.075 a Campagna e 100.839 presso Casalbuono. Sul tratto appenninico sono risultati 72.154 presso l’impianto in comune di Rivello e 75.773 presso quello di Altomonte. Dopo Cosenza, presso Montalto Uffugo sono transitati 62.258 veicoli, 90.414 dopo Falerna, 74.464 presso Palmi e 64.155 presso Villa San Giovanni.
In Sicilia sulla A19DIR sono transitati 151.837 veicoli presso Palermo, mentre presso Altavilla Milicia sulla A19 ne sono stati misurati 93.927, scesi a 31.830 presso Alimena e 26.171 presso Caltavuturo.
Sul Grande Raccordo Anulare di Roma sono complessivamente transitati 238.407 veicoli presso la Romanina, 260.896 tra Laurentine a Pontina, 205.211 tra la Pisana e l’Aurelia, 179.429 tra via Cassia e l’Ospedale S. Andrea e 191.098 tra via Nomentana e via Tiburtina). Il massimo carico sulla A91 è stato registrato a Roma con 221.557 veicoli, mentre sulla SS148 “Pontina” i veicoli registrati dal sistema sono stati 146.401 presso Roma, ad Ardea erano 102.419, 70.168 presso Latina e nel tratto finale presso Sabaudia 42.187.
Lungo la SS16 “Adriatica” partendo dal tratto veneto presso Rovigo con 36.374 veicoli complessivi nel fine settimana, quindi su quello emiliano-romagnolo con i  28.491 di Ferrara, i  64.162 di Ravenna, i 62.297 di Rimini ed i  47.762 di Riccione, poi marchigiano con i  41.055 di Falconara Marittima ed i  39.896 di Fermo, proseguendo sulla costa abruzzese sono stati  52.463 i veicoli misurati ad Alba Adriatica e  23.227 presso Vasto, il valore minimo è stato registrato in provincia di Isernia in comune di Campomarino con 15.230 veicoli, per finire in Puglia a Brindisi con il valore di  135.771  veicoli transitati nel fine settimana.
Sul versante Tirrenico, per quanto attiene alla SS1 “Aurelia” i volumi veicolari totali misurati tra venerdì e sabato sono stati 20.052 a Cerveteri in provincia di Roma, 50.333,00 a Montalto di Castro.
In provincia di Viterbo, passando in Toscana sono stati misurati 64.488 veicoli a Grosseto, 51.946 in provincia di Pisa in comune di Vecchiano; nel tratto ligure sono stati   17.158 i veicoli misurati presso Sarzana in provincia di La Spezia, 21.460 ad Arenzano in provincia di Genova, 18.721 a Finale Ligure per la provincia di Savona, 29.286 presso Ventimiglia per la provincia di Imperia. Lungo la dorsale tirrenica meridionale della SS18, i volumi maggiori sono stati registrati dalla stazione di misura presso Capaccio Paestum con 70.409, quindi San Nicola Arcella con 51.360, Eboli con 51.321, Vibo Valentia 47.624 e Belvedere Marittimo 42.569.
Per la SS106 Jonica la “classifica” dei maggiori volumi di traffico del fine settimana parte da Castellaneta con 69.594, Stalettì 64.558, Reggio di Calabria con 63.309, Simeri Crichi con 60.484, Cutro con 36.296, Borgia sulla SS106 varA con 34.238 transiti.
Sulla SS51, infine, sono stati 20.155 i veicoli transitati tra Belluno e Ponte nelle Alpi, saliti a 51.513 presso Longarone e 18.576 presso Valle di Cadore.

E’ mancato Enrico Morbelli, presidente della Famija piemonteisa di Roma e fondatore delle scuole di liberalismo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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Aveva 83 anni ed era stato un brillante giornalista in Rai, figlio di quel Riccardo  Morbelli che creò con Angelo Nizza  la trasmissione radiofonica  di  grande successo “I quattro moschettieri”.Era un liberale autentico, colto e fermo nelle sue idee, ma capace di porsi  sempre in discussione come è nello stile dei liberali. Agli inizi del nostro rapporto mi considerava uno dei soliti “liberali litigiosi” , poi si accorse, nei  nostri ulteriori incontri, che tra di noi poteva nascere solo una utile collaborazione e una buona amicizia, come poi è stato. Morbelli, esponente di rango del partito liberale a Roma, era stato l’animatore della Fondazione Einaudi della capitale, creata da Malagodi e Badini Confalonieri e fu anche candidato sindaco di Roma. Al di là della crisi del Pli e della dolorosa  dismissione della storica sede di via Frattina dove Enrico era di casa, fu capace di guardare lontano, creando le scuole di liberalismo in tutta Italia dove chi scrive è stato docente. Morbelli ha creato a livello intellettuale una nuova classe dirigente liberale di cui Nicola Porro resta l’allievo diventato maestro. Lo scorso anno fu il promotore delle celebrazioni nazionali di Luigi Einaudi per cui si spese senza risparmio di sé, girando in  tutta Italia. Ma Morbelli era anche un bon vivant, amante della cucina e della convivialità. Lui mi invitava a Roma e io lo invitavo a Torino, sempre negli stessi locali storici.

Avevamo  nei mesi scorsi prenotato  in autunno una fonduta con tartufi. Nostro amabile e raffinato commensale era spesso il giornalista Michele Canonica, pronipote del grande scultore e attuale Presidente della “Dante Alighieri“ di Roma. La Famija piemonteisa si è ripresa  sotto la sua illuminata e capace  presidenza, dopo la crisi non affrontata da Zanone presidente che cedette la storica sede della Famija fondata nel 1944 dal ministro liberale Marcello Soleri. E’ stato Morbelli a chiarire che presunte presidenze oltre a Soleri non corrispondevano al vero . L’aver avuto come Segretario generale un uomo capace ed autorevole come l’avv. Francesco Ugolini  è stato un aiuto molto importante che Morbelli più volte ha riconosciuto. E la Famija andrà avanti anche perché Ugolini è uno straordinario organizzatore che ha già pianificato le future attività.

Il 23 ottobre sarò sicuramente a Roma per ricordare alla Famija Marcello Soleri a 80 anni dalla sua morte. Ci sarà con me la pronipote Olimpia Soleri e mi peserà molto l’assenza di Enrico che volle tenacemente programmare quell’incontro . Pur essendo un piemontese quasi sempre vissuto a Roma (d’estate tornava nella casa avita in provincia di Alessandria come i Carandini tornavano a Collereto), aveva salde le sue radici nel Piemonte liberale e risorgimental . Quando Piero Ostellino venne al “Cambio“ per  ricevere il premio “Pannunzio”, fu felice  di avere Morbelli al suo fianco.
Per la scuola di liberalismo gli indicai come direttore il compianto Massimo Edoardo Fiammotto che gli fu utile e fedele collaboratore in quello spirito di lealtà che è proprio dei liberali piemontesi che si sentono eredi di Cavour e di Sella e vedono la piccola politica come cosa estranea. Morbelli fu anche al mio fianco nel centenario della nascita di Pannunzio nel 2010,  quando alcuni pensarono di creare all’ultima ora  una associazioncina per scalzare dal Comitato Nazionale il Centro “Pannunzio”, nato nel 1968. Morbelli fu fermissimo nel condannare un’operazione di potere indecente. Da quell’anno nacque tra noi anche una forte amicizia personale che mi impedisce di trattenere le lacrime alla notizia della sua morte improvvisa.

Economia, un autunno a due velocità per Torino e il Piemonte

L’economia piemontese si avvia alla ripresa delle attività di settembre con un quadro complesso e in chiaroscuro. Dopo un 2024 chiuso con una crescita del prodotto interno lordo appena sopra lo 0,5% e con un mercato del lavoro in leggera espansione, il 2025 pare un anno di transizione, in cui la tenuta occupazionale convive con segnali preoccupanti provenienti dal settore industriale. La produzione manifatturiera ha infatti registrato un calo costante negli ultimi trimestri, con un -1,7% nei primi mesi dell’anno, e solo alcuni comparti – come l’alimentare e le bevande – sembrano resistere alla frenata che ha colpito soprattutto l’automotive, il tessile e la metalmeccanica.

Sul fronte del lavoro, il bilancio resta positivo: il primo trimestre del 2025 ha visto un saldo occupazionale in crescita di oltre duemila posizioni, in buona parte a favore delle donne, e le imprese hanno programmato decine di migliaia di nuove assunzioni per il trimestre estivo, pur con una lieve flessione rispetto al 2024. Parallelamente, però, si è impennato il ricorso alla cassa integrazione, con un aumento superiore al 120% rispetto all’anno precedente: un dato che fotografa le difficoltà di molte aziende, in particolare nell’indotto dell’automotive, alle prese con ordini ridotti e mercati esteri meno dinamici.

Proprio l’automotive è al centro delle maggiori preoccupazioni dei sindacati, che parlano apertamente di rischio “di desertificazione industriale” se non arriveranno investimenti mirati, sostegni all’innovazione e politiche di salvaguardia dei posti di lavoro. Le difficoltà di Stellantis e della filiera piemontese legata al settore, unite alla debolezza dell’export verso la Germania, contribuiscono a un clima di incertezza che pesa sulle prospettive di crescita.

Non mancano tuttavia segnali incoraggianti: alcune province, come Novara e Vercelli, mostrano un lieve recupero degli ordinativi e aspettative di miglioramento per la seconda metà dell’anno, mentre turismo, logistica e servizi continuano a fornire un contributo positivo alla tenuta dell’economia regionale.

In sintesi, il Piemonte si prepara a riaprire dopo l’estate con una situazione a due velocità: un’occupazione che regge, sostenuta anche da politiche regionali per la formazione e l’impresa femminile, ma un apparato industriale che resta fragile e bisognoso di strategie di rilancio. A settembre, tra fabbriche che faticano a ripartire e sindacati in allerta, la sfida sarà quella di coniugare stabilità sociale e innovazione produttiva, per evitare che la ripresa resti solo parziale e diseguale.

Trasformiamo le nostre aspettative in aspirazioni

Trasformare le nostre aspettative in aspirazioni significa, quindi, prendere in mano il timone della nostra vita, assumere il potere su noi stessi invece che concederlo agli altri, o al caso, o al destino. Significa smetterla finalmente di lamentarci per la nostra condizione o per le cose che nella nostra vita non ci piacciono o ci fanno soffrire.

E trovare, una volta per tutte, il coraggio di diventare davvero protagonisti delle nostre scelte e del nostro percorso esistenziale. Possiamo quindi affermare che le aspirazioni portano tendenzialmente, se adeguatamente sentite, pensate e perseguite, alla felicità, mentre le aspettative, al contrario, ci conducono con buona probabilità all’infelicità.

La componente di azione presente nelle aspirazioni, che si sostiene con la motivazione e l’impegno, rappresenta un fattore importante per il nostro benessere. Al contrario la passività tipica delle aspettative, che diventa spesso pretesa, è causa di insoddisfazione e di frustrazione. Ma anche nel gestire le nostre aspirazioni dobbiamo evitare alcuni errori.

Come il non riuscire a lasciare andare le “aspirazioni perdute”, mantenendo il rimpianto per quello che non siamo riusciti a realizzare nel passato. Rimuginare sul passato non ci porta da nessuna parte e la frustrazione ci toglierà l’energia necessaria a individuare e inseguire nuove aspirazioni.

Facciamo anche molta attenzione a che le nostre aspirazioni non siano superiori a ciò che siamo in grado di realizzare. Le illusioni possono essere molto pericolose e talvolta le mettiamo inconsapevolmente in atto con una sorta di auto boicottaggio. Oppure possono essere la scusa per non metterci mai in azione.

Spaventati dall’enormità e dall’irraggiungibilità del nostro proposito. La paura del fallimento e della frustrazione, che inevitabilmente ciò provocherebbe in noi, finiscono col bloccarci completamente, impedendoci così di iniziare qualsiasi percorso e di realizzare qualunque aspirazione. Piedi ben per terra, dunque. Aspirazioni si, ma in armonia con ciò che siamo e sentiamo davvero.

(Fine della terza e ultima parte dell’argomento).

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

Ecco perchè i grandi eventi di ciclismo scelgono Torino

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Negli ultimi anni Torino e il  Piemonte sono state scelte per ospitare le partenze dei tre Grandi Giri per la loro capacità di generare impatto mediatico e turistico, grazie a investimenti pubblici mirati, una forte tradizione ciclistica, e accordi strategici tra organizzatori e istituzioni locali. L’obiettivo comune: mettere il territorio sotto i riflettori mondiali, attraendo spettatori, bike tourism e visibilità internazionale.

Le città che ospitano la Grande Partenza ottengono un’enorme visibilità globale: sono eventi seguiti da milioni di spettatori in quasi 200 Paesi. Il Piemonte ha investito, ad esempio per la Vuelta, circa 4,5 milioni di euro e il  ritorno stimato è di circa 40 milioni, grazie al turismo, alla promozione territoriale e alla copertura televisiva.

Il tutto è frutto di accordi tra organizzatori (ASO, RCS, Unipublic) e istituzioni locali (Comune di Torino, Regione Piemonte): trattative, sponsorizzazioni e presentazioni istituzionali accompagnano ogni operazione. Per la Vuelta 2025, l’accordo è stato annunciato ufficialmente in presenza del sindaco di Torino e del presidente della Regione Piemonte. Del resto il Piemonte, con una tradizione legata a campioni come Coppi, Girardengo, e, più recentemente, Ganna e Longo Borghini, ha  un forte legame storico con il ciclismo. Così Torino è già stata teatro di tappe e partenze storiche: ha ospitato decine di partenze e arrivi del Giro, e tappe del Tour in varie edizioni, diventando una città ricorrente nella storia dei grandi giri.

Le decisioni spettano agli organizzatori delle competizioni: RCS per il Giro, ASO per il Tour, Unipublic per la Vuelta. Sono loro a stabilire la partenza, in base alle offerte e agli accordi territoriali. E, naturalmente, sono coinvolti anche i Governi locali, Regioni e Comuni che con le loro  proposte, mettono in campo risorse e organizzano eventi collaterali, con l’obiettivo di valorizzare il territorio.

Il Giro  è partito più volte da Milano. ma dal 1960 la città di partenza cambia ogni anno, incentivando concorrenti come Torino a candidarsi per visibilità e attrattiva. Il Tour 2024,  da Firenze e poi passando per Torino, ha rappresentato una novità  nel territorio italiano. E oggi la Vuelta che, dopo Giro e Tour, inizia in Piemonte.

Collegno: “Accampamento nell’area Gtt di Fermi”

Il blog “Il FATTO Collegnese” scrive su Facebook: “anche oggi 24/08/25 passeggiando in zona Fermi rinnova il peggioramento della situazione accampamento. Con amaro in bocca segnaliamo il degrado che continua la sua crescita nell’area e nella proprietà Gtt. Non abbiamo più parole …. Anche Gtt ci comunica la sua perplessità sulla presenza (EVIDENTE) di Rom nel loro park. Che i cittadini siano coscienti che, non solo noi del FATTO , ma anche forze politiche di opposizione cittadina, hanno seguito tutte le pratiche di legge che ci dovrebbero portare a loro allontanamento… ma nulla è stato fatto, anzi continua imperterrito l’allargamento e la loro presenza ! Ci vogliamo proporre per un sit-in di protesta nei blog cittadini! Questo non può essere ACCETTABILE per la dignità umana e per il degrado crescente!” “Da circa 2 anni che chiediamo, dopo esposti presentati anche da forze politiche di opposizione, lo sgombero dell insediamento rom su zona Fermi”.

Tsukiko la figlia della luna

Libri

UN VIAGGIO REALE IN QUELLO CHE CREDIAMO IRREALE

 

Giappone, tempi moderni. Poco più che ragazzina, Tsukiko, riceve la devastante notizia della morte dei genitori in un incidente d’auto. Ѐ un colpo terribile alla sua percezione del mondo, rispetto a una vita improvvisamente divenuta banale e vuota di qualunque significato.

A metà fra la sua volontà e la sorte, la vecchia Hana le offre da leggere un libro di insegnamenti spirituali, che però Tsukiko rigetta perché troppo distanti dai suoi stati d’animo straziati dal dolore della perdita. È una battaglia che la spinge a scaraventare il libro sulla parete della sua stanza e a dire a stessa che dovrà trovare da sola le risposte, partendo per un viaggio avventuroso verso la vetta del monte Fuji che le dicono contenga tutte le risposte, incontrando gli Elementi della natura e i loro Spiriti Custodi.

Attraversando Terra, Acqua, Fuoco e Aria giungerà anche a conoscere l’Etere, il quinto elemento.

Ma il suo vero obiettivo resta il Maestro che vive nel monte.

 

L’AUTRICE

Torinese di origine, Monica Felletti è nata il 9 settembre 1977

Dal 2000 vive e lavora a Roma

Da sempre appassionata di spiritismo e parapsicologia, ha investito tutti i suoi sforzi in una ricerca della vera comprensione di ciò che ci sembra inspiegabile.

Negli anni ha fatto parte di alcuni cerchi medianici di alto profilo, sperimentando direttamente le più diffuse tecniche di contatto con l’Aldilà.

E’ intervenuta, attraverso interviste, su canali YouTube dedicati al tema riscuotendo apprezzabile successo. Dopo la pubblicazione de “L’altro lato delle cose” con Serarcangeli editore e la collaborazione ad alcuni testi inerenti spiritismo e medianità, è qui alla sua prima pubblicazione indipendente.