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Lo scrittore Liu Zhenyun è in Italia per presentare il suo libro intitolato “Una frase ne vale diecimila”, mercoledì 27 novembre, alle ore 18, presso il MAO di via San Domenico 11, a Torino. Il libro è di recentissima traduzione italiana. Zhenyun sarà a colloquio con Stefania Stafutti della Sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici. Interverranno gli studenti delle scuole medie superiori “A. Spinelli” e “Umberto I” di Torino, e “G.F. Porporato “ di Pinerolo, presentando altre opere dell’autore tradotte in italiano.
L’incontro è gratuito, con prenotazione obbligatoria.
Giovedì 28 novembre, alle ore 10, con un anticipo di 15 minuti, si terrà un incontro gratuito con prenotazione obbligatoria dal titolo “Scrivere di gente comune: Liu Zhenyun racconta le sue opere”. L’appuntamento è presso l’auditorium del complesso Aldo Moro, in via Sant’Ottavio 18, a Torino. In collaborazione con la Sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici e ISA Istituto di Studi Asiatici dell’Università di Torino. Liu Zhenyun è oggi l’autore di maggior successo nel panorama letterario cinese. Molti dei suoi lavori sono pubblicati in italiano, tra cui i più recenti sono “Un giorno, tre autunni” e “I mangiatori di angurie”. In questi giorni esce finalmente, anche nella nostra lingua, forse la sua opera più importante: “Una frase ne vale diecimila”, insignita nel 2006 del Premi Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese in ambito letterario. Contribuiscono alla fama dello scrittore le versioni cinematografiche e televisive di molte sue opere, spesso sceneggiate dallo stesso scrittore e diretti da registi di rilievo internazionale e premiati anche fiori dalla Cina. Una breve rassegna dei film tratti dai suoi romanzi sarà presentata a partire dal 2 dicembre prossimo presso il cinema Romano.
Mara Martellotta

I consigli della Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Piemonte.
L’arrivo del pacco danneggiato è purtroppo un inconveniente sempre possibile quando si acquista online. Ad aggravare il disservizio è il fastidioso rimbalzo di responsabilità tra venditore e corriere che spesso si innesca a tutto svantaggio del consumatore.
Un primo consiglio per evitare problemi riguarda il momento dell’acquisto: rivolgetevi a venditori affidabili che garantiscano all’acquirente delle chiare procedure da seguire in caso di danni. Una volta tenuto conto di questo, però, può comunque capitare che un nostro ordine online arrivi a casa danneggiato. Questi sono i consigli di UNC: “Se possibile, aprire il pacco davanti al corriere, così da segnalare eventuali danni all’imballaggio o al contenuto già nella bolla di consegna; se non è possibile aprire il pacco alla presenza del corriere, documentate la fase di disimballaggio con foto e video, così da dimostrare che l’eventuale non integrità dell’ordine non dipende da voi; esiste la possibilità di “accettare con riserva” una consegna, è un diritto del consumatore che permette di verificare l’integrità dell’oggetto ordinato anche in un secondo momento. Quest’ipotesi torna utile quando, ad esempio, ritiriamo un pacco presso l’ufficio postale;
non appena constatate il danno contattate il venditore, che dovrà rispondere dei problemi al pacco anche nel caso in cui siano stati causati dal corriere”, spiega Patrizia Polliotto, avvocato, fondatore e presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. “Secondo il Codice del Consumo il venditore è sempre responsabile di eventuali problemi relativi all’ordine fino al momento in cui l’acquirente non ne entra materialmente in possesso. Questo è un importante strumento per il consumatore, che deve essere quindi tutelato anche in caso di danno arrecato dal corriere o di danno non immediatamente riconoscibile al momento della consegna. L’unica eccezione a quanto detto si presenta nel momento in cui il compratore scelga direttamente il corriere dal quale vuole che venga effettuata la consegna: in questo caso, la responsabilità per la perdita o il danneggiamento del pacco passa al cliente. Se invece la scelta del corriere è una possibilità data dal venditore, la responsabilità resterà comunque in carico a quest’ultimo”, chiosa il noto legale torinese.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.
“L’impegno dei sindaci è stato importante, innanzitutto nella gestione delle emergenze di quei giorni e di quelle ore. Non dimentichiamo che gli eventi alluvionali capitano in pochi minuti. Chi ricorda il 5-6 novembre 1994 ricorda come le colline iniziarono a franare in pochi istanti, i fiumi uscirono in pochi momenti. Ai sindaci dobbiamo il grazie per come hanno gestito quei momenti di grande difficoltà; il grazie per aver ricostruito; e oggi a loro possiamo anche destinare un impegno maggiore in questi 30 anni per normative più semplici e più facili”: è quanto ha dichiarato ieri il presidente della Regione Alberto Cirio ad Alessandria in occasione della presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad una serie di cerimonie legate al ricordo dell’alluvione che 30 anni fa causò la morte di 14 persone in città, 69 in tutto il Piemonte.
Il presidente Cirio si è soffermato sul fatto che “i nostri nonni, i nostri anziani curavano meglio il territorio e pulivano i fiumi. Oggi per i sindaci diventa difficile, perché non sempre normative nazionali ed europee li mettono nella condizione di poterlo fare. Questa giornata che ci ricorda un evento tragico, in cui è stata intelligente e giusta la scelta dell’amministrazione comunale di volere posizionare un monumento a imperitura memoria delle vittime, è anche un’occasione per ricordare quanto è stato fatto soprattutto la messa in sicurezza del territorio: in questi 30 anni abbiamo avuto episodi e situazioni alluvionali simili e in alcuni casi anche più gravi, ma gli effetti non sono stati così nocivi proprio perché il territorio era stato messo in sicurezza”.
Infine Cirio ha espresso un ringraziamento “a tutte quelle donne e quegli uomini che, il giorno dopo l’alluvione, hanno preso una pala e dato il loro contributo, a testimonianza di una voglia di ripartire e di lavorare che è tipica e che rende orgoglioso il nostro Piemonte” e “al lavoro della Protezione civile, perché il 1994 segna lo spartiacque tra la nascita di una Protezione civile fatta davvero di professionisti che mettono in sicurezza il territorio”.
A conclusione della cerimonia nel Teatro Alessandrino, alla presenza di 200 sindaci dei Comuni del Piemonte che subirono i danni più gravi dell’alluvione, ha preso la parola il presidente Mattarella: “Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo. Il tema non può ridursi alla rapidità ed efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di ‘mitigare’ le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze. La storia ci consegna sovente tragedie. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti, che tendono invece prepotentemente a riproporsi, per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo”.
“Le alluvioni, le catastrofi manifestano i loro effetti negativi, psicologici, economici, ambientali anche ben oltre l’emergenza”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “la sicurezza dei cittadini va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza”.
In precedenza il Capo dello Stato, accompagnato dal presidente Cirio, dal sindaco Giorgio Abonante, dal prefetto Alessandra Vinciguerra e dal presidente della Provincia Luigi Benzi. Si era recato nel nella zona del ponte Meier, in Lungo Tanaro San Martino, per l’inaugurazione di un monumento dedicato a tutti coloro che si spesero nel 1994 per aiutare la comunità in ginocchio e la ricostruzione della città, e poi al parco Carrà per deporre una corona d’alloro al memoriale delle vittime dell’inondazione.
Torino, una città a misura di famiglie
Dal prossimo anno, il logo “Torino Famiglie” identificherà spazi, progetti e azioni più a misura delle famiglie e dei loro figli. È una delle azioni del Piano per le Famiglie approvato dalla Giunta comunale su proposta della vicesindaca Michela Favaro e rappresenta l’impegno della Città verso l’obiettivo di ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”. Per la prima volta la Città si dota di un Piano strutturato di azioni rivolto alle famiglie, ovvero a tutti quei nuclei dove uno o più adulti si prendono cura di un minore.
Un impegno che si inserisce nel più ampio quadro del Documento Unico di Programmazione 2024-2026 che, nella sezione dedicata a diritti sociali, politiche sociali e famiglia prevede lo sviluppo di strategie mirate per rispondere ai bisogni e per favorire il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie torinesi, in particolar modo di quelle con bambini in età prescolare.
“Può sembrare scontato che ogni Città abbia politiche e azioni dedicate alle famiglie del proprio territorio – spiega la vicesindaca Favaro – ma spesso ciò che accade è che queste siano scollegate tra loro, a volte ripetitive e altre volte parziali. La redazione di un Piano strutturato ci permette di adottare un linguaggio comune, coordinare gli sforzi, comunicare meglio. Abbiamo lavorato a un documento che fosse un punto di partenza solido su cui costruire future iniziative e nuovi livelli di complessità. Agiamo sul locale e nel quotidiano per creare un ecosistema cittadino accogliente per le famiglie residenti e ospiti, per le famiglie che già ci sono e per quelle che si formeranno”.
Il risultato è il documento complessivo approvato oggi dalla Giunta e strutturato in dieci azioni positive, che rappresentano altrettanti impegni dell’amministrazione per i prossimi anni a sostegno delle famiglie torinesi e che si rivolgono in particolare alle giovani famiglie e ai giovani che stanno costruendo un progetto di famiglia a Torino: spazi verdi, servizi educativi e commerciali, conciliazione dei tempi, offerta culturale e sportiva, agevolazioni economiche e comunicazione. Inoltre, a partire dal 2025 i cittadini torinesi potranno riconoscere le azioni dedicate alle famiglie e ai loro figli e figlie grazie al logo “Torino famiglie”, presentato per la prima volta in questo documento.
LE DIECI AZIONI POSITIVE NEL DETTAGLIO
STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DIGITALE RIVOLTO ALLE FAMIGLIE CON MINORI: strumento digitale utile a informare, orientare e permettere l’accesso a servizi, opportunità, eventi, agevolazioni e informazioni rivolte alle famiglie con figli minori residenti o ospiti nel territorio cittadino;
POLITICHE DI RIEMPIMENTO IN AMBITO CULTURALE E NON SOLO: stimolare gli stakeholder del territorio (anche mettendoli in rete) a rendere disponibili gratuitamente o a tariffe agevolate posti e opportunità non venduti o in fasce di scarsa affluenza nell’ambito dei loro servizi;
UTILIZZO DI SPAZI VERDI DELLE SCUOLE DELLA CITTÀ: dare nuova visibilità e vivibilità al patrimonio verde di prossimità, rendere i giardini scolastici punti di riferimento per il quartiere in orari extra scolastici, spazi per la sperimentazione di iniziative di amministrazione condivisa con i cittadini;
ACCOGLIENZA DEI NUOVI NATI: distribuzione alle famiglie di un kit di benvenuto per i nuovi nati. L’obiettivo è portare un messaggio positivo nelle case delle famiglie, con un piccolo dono per salutare l’inizio di una nuova vita e consegnando alle neo mamme e ai neo papà strumenti e informazioni utili per affrontare la meravigliosa e complessa esperienza della genitorialità;
CERTIFICAZIONE E DIFFUSIONE DEL MARCHIO “TOFAM” AD ATTIVITÀ COMMERCIALI, CULTURALI E SPORTIVE: istituire una certificazione di qualità dei servizi con l’obiettivo di identificare le attività che erogano servizi a favore delle famiglie secondo standard predefiniti;
COINVOLGIMENTO DELLE FAMIGLIE NELLA COSTRUZIONE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE: eventi e spettacoli teatrali in aree pubbliche, rivolti a tutte le famiglie torinesi per raccogliere le opinioni di coloro che abitano la Città, scoprire il modo in cui la vivono e valorizzare i loro desideri e idee per il futuro. L’iniziativa ha preso il nome di “Gioca alla fiaba”;
RETE DI IMPRESE SUL TERRITORIO PER LA PROMOZIONE DEL WELFARE AZIENDALE: introdurre elementi di premialità nei bandi di concessione, negli appalti per l’affidamento di servizi e per la fornitura di beni della Città per le proposte progettuali che tengono conto delle esigenze di conciliazione dei tempi delle famiglie; per le aziende che abbiano politiche di welfare aziendale, in particolare con agevolazioni alle madri;
CERTIFICAZIONE FAMILY AUDIT PER LA CITTÀ DI TORINO: la certificazione Family Audit è uno strumento manageriale a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che intendono certificare il proprio impegno per l’adozione di misure volte a favorire la conciliazione tra vita e lavoro, le pari opportunità e più in generale il benessere organizzativo;
CAMPAGNA AFFIDI FAMILIARI: promuovere e sostenere le risorse spontanee della comunità, diffondendo una cultura di mutuo aiuto tra persone e famiglie, di solidarietà e di partecipazione che favorisca la cura nei contesti di vita dei bambini in difficoltà e delle loro famiglie e l’accoglienza temporanea, nonché la promozione e l’accompagnamento del volontariato familiare;
PIANO DEI TEMPI E ORARI: promuovere il coordinamento dei tempi e degli orari della città, al fine di rendere flessibili gli orari dei servizi rivolti ai cittadini e favorire la presenza di famiglie con bambini.
Pubblico – privato: l’evoluzione della filiera sanità
All’UniCredit University di Torino un confronto sull’efficienza della spesa sanitaria futura
per avviare una transizione che contemperi gli attuali livelli d’offerta e sistemi industriali:
possibili efficienze per quattro miliardi su logistica, servizi, costi e utilizzo delle strutture
A parità di risorse pubbliche e servizi, la filiera della sanità pubblica piemontese può crescere come valore dall’11,7% al 14,2% del Pil regionale, che nel 2023 è stato equivalente a 138 miliardi di euro. E’ quanto riporta uno studio del Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi, presentato al convegno “Le evoluzioni della filiera della salute – Il futuro delle collaborazioni fra pubblico e privato” organizzato da Confindustria Piemonte in collaborazione con UniCredit.
“Identificare quella della salute come filiera industriale che può crescere e recare vantaggio all’economia regionale e alla sua popolazione, è la chiave di lettura su cui intende impegnarsi il sistema confindustriale piemontese promuovendo una piena e costante collaborazione fra pubblico e privato. Per questo riteniamo possa essere opportuna una modalità definita anche attraverso un protocollo d’intesa che regoli i reciproci impegni e consenta quello scambio di informazioni, considerazioni, esperienze e sperimentazioni che potranno favorire l’innovazione necessaria al mantenimento dell’universalità del servizio sanitario e contestualmente alla crescita del PIL di settore” spiega Alberta Pasquero, presidente della Commissione Sanità e Scienza della vita di Confindustria Piemonte.
Attualmente la cura delle persone in Piemonte esercita una domanda pari all’8,6% del PIL, prevalentemente a finanziamento pubblico che nel 2024 è stato pari a 9,43 miliardi, con una occupazione pubblica di 66 mila addetti e una occupazione complessiva di 166 mila persone, che aggiungendo gli addetti indiretti, arriva fino a 278 mila unità lavoro equivalenti, pari al 15% degli occupati regionali. Il Pil direttamente e indirettamente attivato sale quindi a 18,2 miliardi, pari all’11,7% del Pil regionale 2023.
“Con Finpiemonte, le imprese, le agenzie di attrazione degli investimenti e noi come assessorato alla Sanità regionale, vogliamo avviare un progetto di sviluppo dell’industria sanitaria in Piemonte. Vogliamo lavorare su tutti i comparti coinvolti: dalla ricerca alla distribuzione e logistica, dall’innovazione alle strutture ospedaliere, senza però creare nuove sovrastrutture ma attraverso Finpiemonte. L’importante è che tutti questi soggetti si parlino e creino un progetto strategico su questo comparto, per incrementare l’attrattività del Piemonte rispetto alle altre regioni italiane, ma anche guardando alle imprese straniere” spiega Federico Riboldi, assessore alla Sanità di Regione Piemonte.
Un grande potenziale inutilizzato, confermato anche nell’analisi del Centro Einaudi, poiché la spesa sanitaria attiva ricerche, nuove tecnologie e diffonde innovazioni che provengono da tutto il mondo, e che potrebbero scaturire di più dal territorio economico regionale, che ha una vocazione per l’hi-tech e l’innovazione. Le piattaforme dove cura ed innovazione procedono di pari passo hanno generato la fortuna di casi esteri, sia in Europa, a Lille, sia negli Stati Uniti, ad Akron. Per stimare questo potenziale, lo studio ha immaginato di accrescere gli acquisti e gli investimenti originati dal territorio, a parità di spesa finale, trovando che la realizzazione di un sistema completo industria-sanità porterebbe la quota di PIL al 14,2% con un aumento di 4,4 miliardi di PIL, a parità di spesa sanitaria pubblica e privata, senza ipotizzare un probabile aumento di spesa e senza considerare le opportunità di esportazione. Non solo, la sanità e il suo insieme integrato realizzerebbero una crescita occupazionale diretta e indiretta di 61 mila unità lavoro equivalenti, da 278mila a 339mila, a parità di spesa per le cure iniziale di 13,3 miliardi. Si avrebbe altresì un aumento di imposte riscosse da 6,6 miliardi a 8,3 miliardi, riferibili alla domanda interna di cure, con un aumento di gettito annuo di 1,7 miliardi, che giustificano la quota di investimento pubblico nella realizzazione della rete mista.
“La filiera della salute in Piemonte rappresenta una priorità concreta di sviluppo sia per i cittadini che per le imprese. Il supporto di UniCredit è focalizzato su tre priorità: una migliore gestione della logistica del farmaco, gli investimenti in innovazione e ricerca nelle scienza della vita, lo sviluppo di partnership tra pubblico e privato” spiega Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit.
In caso contrario, il costo di non adeguamento agli standard innovativi della logistica sanitaria, allungamenti dei periodi di cura, non adeguatezze, costi da ridondanza e da non ottimizzazione dei trasporti e dei luoghi di immagazzinaggio, sulla base degli studi condotti in altri Paesi, si può stimare prudentemente al 5% della spesa sanitaria totale. Considerando che la spesa sanitaria del Piemonte è di 8 miliardi di euro, il costo potenziale di non innovazione potrebbe raggiungere i 400 milioni di euro all’anno.
All’evento hanno partecipato anche Gianluca Ansalone, country head of public affairs Novartis Italia; Mariella Enoc, manager di strutture sanitarie no profit; Laura Morgagni, direttore Fondazione Piemonte Innova; Enzo Pompilio D’Alicandro, vicepresidente Camera di Commercio di Torino; Luigi Vercellino, direttore generale Asl di Alessandria; Michele Vietti, presidente Finpiemonte, confrontandosi sulle rispettive esperienze nel settore. Hanno invece discusso innovazioni per la crescita della filiera: Massimiliano Boggetti, presidente Cluster Alisei; Ilaria Catalano, responsabile logistica sanitaria Poste Italiane; Fabrizio Grillo, presidente Federated Innovation @MIND; Giulia Minnucci, molecular r&d senior director Europe di Diasorin; Giuseppe Savoia, direttore valorizzazione e sviluppo immobiliare di Sistemi Urbani Fs; Massimo Scaccabarozzi, presidente di Menarini Biotech; Fabio Luppino, amministratore delegato di Plurima.
Nuovo collegamento “Sicilia Express” da Porta Nuova
Nuovo collegamento “Sicilia Express” di FS Treni Turistici Italiani (Gruppo FS) che unisce in treno le città del Nord (da Torino Porta Nuova) e Centro Italia con la Sicilia. All’evento di presentazione hanno partecipato l’Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani Luigi Cantamessa, l’Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Siciliana Alessandro Aricò, l’Assessore alle Infrastrutture e lavori Pubblici di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi e l’Assessore ai trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia Franco Lucente.
Il nuovo Sicilia Express nasce in collaborazione con l’Assessorato Regionale dell’Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana con l’obiettivo di offrire un nuovo modo di viaggiare che coniuga il turismo lento, sostenibile, di qualità alla bellezza del viaggio in treno. Il collegamento sarà disponibile il 21 dicembre e il 5 gennaio per garantire una maggiore offerta per chi desidera spostarsi in Sicilia durante le festività natalizie.
Grazie alla collaborazione con la Regione Siciliana, il treno di FS Treni Turistici Italiani avrà prezzi competitivi a fronte di livelli di servizio che vanno dalle carrozze letto alle cuccette, fino agli scompartimenti con sei posti a sedere. L’esperienza a bordo treno sarà arricchita dalla presenza di personaggi noti – come l’attore Salvo Piparo, Claudio Casisa dei Soldi Spicci, lo stilista siciliano Alessandro Enriquez e diversi influencer – che racconteranno il viaggio verso la Sicilia.
Il Sicilia Express avrà a disposizione due carrozze ristorante dove saranno serviti, durante tutto il viaggio, prodotti tipici della tradizione enogastronomica siciliana. Inoltre, a bordo di tutti i convogli di FS Treni Turistici Italiani, è possibile ospitare anche gli animali domestici.
Il treno viaggerà il 21 dicembre con partenza da Torino Porta Nuova alle ore 15:05 e arrivo a Messina alle ore 9:45. Fermate intermedie nelle stazioni di Novara (16:12), Milano Porta Garibaldi (17:03), Parma (19:10), Modena (19:52), Bologna (20:21), Firenze Santa Maria Novella (21:44) Arezzo (23:16), Roma Tiburtina (01:07), Salerno (03:56) e Messina. Una volta giunto dall’altra parte dello Stretto il convoglio, diviso in due sezioni, prevederà per la parte diretta a Palermo (13:35), la partenza da Messina alle 10:20 e le fermate di Milazzo (10:44), Capo d’Orlando (11:32), Santo Stefano di Camastra (12:18)., Cefalù (12:44), Termini Imerese (13:06) e Bagheria (13:22). Allo stesso modo, la sezione diretta a Siracusa (13:15), partirà da Messina alle 10:10 e fermerà a Taormina (11:19), Giarre Riposto (11:34), Acireale (11:46), Catania Centrale (12:01), Lentini (12:27) e Augusta (12:50).
Il ritorno il 5 gennaio 2025 con partenza da Messina alle ore 18:50 con arrivo a Torino Porta Nuova alle ore 12:50 del giorno successivo. I biglietti per viaggiare a bordo del Sicilia Express saranno acquistabili dal 3 dicembre sul sito www.fstrenituristici.it e su tutti i canali di vendita di Trenitalia, App, biglietterie di stazione e Self-Service.
Informazione promozionale
“Le donne nell’arte” sono protagoniste della mostra in programma da martedì 26 novembre al 7 dicembre prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia. Le quattro artiste dell’esposizione, curata dalla direttrice artistica Monia Malinpensa, sono Alessandra Cardi, Anita Clemente, Ines Tropeani e Luisa Piccoli.
L’artista Alessandra Cardi vive e lavora a Montebelluna, in provincia di Treviso. Senza un’educazione scolastica in ambito artistico ha manifestato già dalla giovinezza una particolare propensione per l’equilibrio di colore delle linee. Il suo istinto la conduce a avvicinarsi all’arte astratta, che sente molto vicina a quel mondo interiore che diventa propulsore creativo quando si avvicina a una tela. Esprime con il suo linguaggio pittorico emozioni profonde, finalizzate a una ricerca interiore altamente riflessiva. I suoi soggetti astratti, che sono caratterizzati da elementi figurativi dal tratto volutamente non compiuto, evolvono in una rappresentazione ricca di dettagli formali e di aspetti simbolici. Il segno incisivo si libera in una astrazione poliedrica di pura espressione in cui l’utilizzo di materiali diversi, quali la corda, regalano all’opera dimensione sensoriale del tutto suggestiva in grado di lasciare spazio di interpretazione allo spettatore.
L’artista Anita Clemente, nata a Milano nel 1977, da sempre attratta dall’arte in ogni sua forma, si approccia al disegno, alla pittura e al genere figurativo. Sentendosi limitata dalla staticità della pittura, si avvicina in momenti più recenti al mondo fotografico e lo riconosce come un mezzo, più che come un fine. Non si limita alla sola rappresentazione figurativa, ma trasforma la materia attraverso interventi di innovativa combinazione e di complessa progettualità, dove è evidenziato un iter che la contraddistingue. Frammenti di fotografie e moduli pittorici si liberano costantemente nelle sue installazioni, giocando con i pieni e i vuoti per creare un aspetto tridimensionale di ampio stile personale. Si tratta di un’artista capace di unire diverse tecniche con una stesura valida e suggestiva che spazia in modo magistrale dal figurativo all’astratto.
Ines Tropeani, nata a Montebelluna, in provincia di Treviso, nel 1989, frequenta l’Istituto d’Arte dove si diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia, per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si laurea in Discipline e Arti dello Spettacolo. Fotografa e scenografa, unisce l’approccio naturalistico e realistico con una sensibilità speciale e meticolosa nei dettagli, riflettendo una profonda e attenta analisi del soggetto. L’artista ha la capacità di trasformare un semplice paesaggio o elemento naturalistico in una rappresentazione intensa, che vive di emozioni e stati d’animo ricorrenti. La composizione del soggetto fotografico assume un ruolo fondamentale nel suo iter, che si carica di luci e di ombre magistrali in un perfetto connubio.
L’artista Luisa Piccoli, nata a Bisceglie, in provincia di Bari, nel 1953, ha conseguito la maturità classica e ha frequentato l’Accademia d’Arte di Bari. È pittrice, scultrice, scrittrice, poeta e scenografa. Utilizza un linguaggio di grande spessore umano e porta alla luce una figurazione di notevole tensione lirica e di poetica creatività, che si distingue rilevante e personale. L’artista concepisce opere sulla condizione umana e sociale con profonda essenza emotiva, offre al fruitore importanti spunti di riflessione e significativi messaggi, sempre con rispettabilità e sentimento. Si tratta di racconti di pura contemplazione che suscitano emozioni, e svolgono una funzione molto impegnativa e simbolica.
Mara Martellotta