Una delegazione di deputati del Parlamento europeo, membri della commissione Occupazione e affari sociali, ha concluso una serie di incontri presso la Fondazione europea per la formazione (ETF) e Piazza dei Mestieri sui temi dell’impiego, dell’istruzione e della competitività.
Il gruppo, composto da Dennis Radtke (PPE, Germania), Letizia Moratti (PPE, IT), Vivien Costanzo (S&D, DE), Pierfrancesco Maran (S&D, IT) e Benedetta Scuderi (Verdi/ALE, IT), ha incontrato martedì 15 aprile la direttrice dell’ETF, Pilvi Torsti, e la sua squadra per discutere i servizi principali dell’agenzia e le sue attività nei diversi Paesi partner, dall’Ucraina ai Balcani, dal Mediterraneo all’Asia Centrale. Mercoledì 16 aprile, la delegazione ha visitato la fondazione Piazza dei Mestieri. Guidati dal Presidente Dario Odifreddi, gli eurodeputati hanno incontrato autorità locali, docenti e studenti, e partecipato a un dibattito sulle politiche educative e sociali. Nel corso della mattinata sono intervenuti: la sottosegretaria alla Presidenza della Regione Piemonte Claudia Porchietto, l’assessore per le politiche sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, il rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati, la vicerettrice Maria Chiara Zanetti, il presidente della fondazione Compagnia di San Paolo Marco Gilli e la presidente della fondazione Cassa di risparmio di Torino Anna Maria Poggi. Al termine della missione, Dennis Radtke, che ha guidato la delegazione, ha commentato: “La formazione e il lavoro sono elementi chiave per la vita delle persone e insieme la costruzione democratica, soprattutto in questa delicata fase storica. In queste giornate presso ETF e Piazza dei Mestieri a Torino, abbiamo potuto approfondire i bisogni dei cittadini della porta accanto e sono bisogni a cui l’Europa deve rispondere, come la penuria di manodopera, il mismatch del mercato del lavoro, il miglioramento della competitività. Argomenti su cui il Parlamento europeo lavorerà con attenzione in questa legislatura.” |
SOMMARIO: Una nuova “Alleanza per Torino” – Sulla passeggiata Pannella – Lettere



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Il “politicamente corretto” è un fenomeno che sta diffondendosi in ogni settore e sta condizionando la nostra società, ormai ossessionata da comportamenti o espressioni che possono sembrare offensive verso gli altri.
Comportamento in linea di principio più che giusto (il rispetto verso il prossimo è una delle regole fondamentali di una società civile) ma che in molti casi sta ormai diventando francamente ridicolo.
Facciamo qualche esempio .
Negro. I dizionari definiscono la parola come “individuo appartenente ad una divisione antropologica dell’umanità caratterizzata dal colore scuro della pelle dovuto ad abbondanza di pigmento”. Niente di male, è un fatto naturale, ma nel tempo il termine è diventato dispregiativo, anche perché spesso usato in abbinamento a sporco (“sporco negro”!), un volgare insulto. E così si è passati a “nero”, ma anch’esso condannato per il riferimento al colore della pelle ed ecco “allora “persona di colore”. Ottima soluzione, può andare bene per africani, asiatici, sudamericani e addirittura per i simpatici Puffi…
Spazzino. Professione essenziale nella società moderna, in cui città sempre poi grandi producono rifiuti sempre più numerosi; ma il termine è spregiativo perché riduce l’attività allo spazzare le strade con la ramazza ed allora ecco apparire netturbino, con vaghe reminiscenze latine, persona che pulisce la città. Ma non è bastato, ed allora la versione oggi più diffusa è un rispettoso “operatore ecologico”, che va sempre in giro con la ramazza, ma realizza un intento nobile ed assurge all’Olimpo dei difensori della natura incontaminata, un seguace di Greta Thunberg…
Bidello. Ve lo ricordate tutti, l’onnipresente personaggio che ci accompagnava alle elementari, alle medie, al liceo, fino all’università. Addetto prioritariamente alla pulizia dei locali, era in realtà un tuttofare sempre attento ad aiutarvi con il sorriso in caso di necessità. Termine considerato umiliante dai difensori del politicamente corretto, che sicuramente non ne conoscono la nobile origine. Bidello, infatti, deriva dal latino medievale bidellus divenuto poi il francese bedeau, messaggero (parola nobile, altro che svilente). Oggi guai a chi parla di bidelli, bisogna definirli “operatori scolastici non docenti”…
Portantino. Persona essenziale nel sistema sanitario, è incaricato di spingere barelle e lettini trasferendo i pazienti il più in fretta possibile (ma con la massima sicurezza). Non va bene, è umiliante! E allora ecco spuntare anche qui un termine nobile come “operatore sanitario addetto al trasporto dei malati ospedalizzati”; peccato che se lo chiami così per chiedere un intervento urgente per tuo nonno colpito da ictus, il caro vecchietto nel frattempo muore…
Non possiamo chiudere queste brevi osservazioni senza accennare ad uno dei termini più noti nel linguaggio comune: arbitro. E’ quell’essere ridicolo vestito di nero che corre come un pazzo in mezzo a 22 giovanotti che cercano di mettere un pallone in una rete. Professione dignitosa, ma che perde ogni dignità quando il suddetto essere concede un rigore inesistente alla squadra che sta lottando contro la nostra; fatto che fa scattare immediatamente l’insulto: arbitro cornuto! In questo caso a nessuno verrebbe in mente di attenuare il grido con un più morbido “Direttore di gara sposato con una moglie poco attenta ai doveri coniugali”…
Spiace per gli arbitri, ma loro, a differenza dei negri, degli spazzini, dei bidelli, dei portantini, continueranno a portare il peso di termini pesantemente offensivi.
C’è un limite a tutto, anche al politicamente corretto…
GIANLUIGI DE MARCHI
Da giovedì 1⁰ a domenica 4 maggio al castello e parco di Masino, sul tema del “giardino possibile – il tempo e la cura”
È “Il giardino possibile. Il tempo, la cura” il tema della XXXIII edizione primaverile della “Tre Giorni per il Giardino”, tra le più importanti e apprezzate manifestazioni florovivaistiche d’Italia, che si svolgerà quest’anno straordinariamente nell’arco di quattro giornate, da giovedì 1⁰ a domenica 4 maggio, al Castello e Parco di Masino, Bene del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano a Caravino, in provincia di Torino.
Da oltre trent’anni l’evento si pone l’obiettivo di appassionare un pubblico sempre più ampio alla cultura del giardinaggio, alla cura del verde e alla conoscenza di semi, piante, fiori e frutti.
La mostra mercato organizzata dal FAI, curata da Emanuela Orsi Borio, ospiterà oltre cento vivaisti provenienti da tutta Italia ed espositori altamente specializzati, che proporranno piante e idee per il giardino, presentando e suggerendo, accanto alle soluzioni tradizionali, nuove possibilità e pratiche originali che favoriscano non solo la bellezza, ma capaci anche di mettere in evidenza la sostenibilità nella cura del verde.
Il tempo e la cura sono i temi al centro di questa edizione; grande o piccolo che sia, infatti, il giardino ci insegna che la cura e la manutenzione sono atti di conoscenza e relazione. Dalla progettazione iniziale all’impianto, fino al mantenimento quotidiano, ogni giardino è un luogo di trasformazione continua, che evolve grazie alla cura costante nel tempo, in un dialogo incessante tra uomo e natura. Seminare, coltivare, prendersi cura di un orto o di una semplice pianta in vaso significa anche riscoprire il tempo ciclico della natura e l’importanza del tempo dedicato all’osservazione e all’ascolto dei suoi ritmi. Oggi, più che mai, nell’era del cambiamento climatico e della fragilità ambientale, le risorse del tempo e della cura sono essenziali per garantire la conservazione e lo sviluppo della vita sulla Terra.
Il ricco programma culturale rifletterà, attraverso un ampio ventaglio di esperienze e testimonianze, il tema del tempo e della cura, declinato in quattro diversi aspetti. Dal tempo del FAI, esperti e giardinieri condivideranno l’esperienza che il FAI porta avanti nei suoi Beni: 50 anni di impegno nella cura del patrimonio naturalistico e ambientale, tra giardini storici, aree verdi, agricole e naturali, al tempo della storia, dalla cultura dei giardini nell’antico Egitto a cura del Museo Egizio di Torino al restauro architettonico e botanico degli Orti del Redentore a Venezia, a cura dell’architetto Paolo Pejrone, fino al modello contemporaneo di giardino urbano dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Si affronterà anche il tema del tempo della cura, dall’esperienza del Bosco di Rogoredo come occasione di rinascita ambientale e sociale al riscatto dei “giardinieri detenuti” nel carcere Milano Bollate tramite la cura di piante e giardini. Per finire, il tempo dedicato all’osservazione e all’ascolto della natura, dal modello produttivo “a tempo di natura” di Eleonora Giuliodori, agronoma ed ex giardiniera del National Trust, alle sorprendenti invenzioni tecnologiche che la natura silenziosamente ci suggerisce, raccontate nel libro “La natura lo fa meglio (e prima)” di Giulio Volpi.
Questi e altri approfondimenti accompagneranno la “Tre Giorni per il Giardino” in un ricco programma di presentazioni, incontri e laboratori (programma in allegato).
Il 2025 è anche l’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario del FAI: cinquant’anni di attività nel campo della tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale, dell’ambiente e del paesaggio italiano. Un impegno che si concretizza nella cura, quotidiana e appassionata, di luoghi d’arte e natura del nostro Paese, affinché le presenti e le future generazioni possano imparare a conoscerli e amarli.
Nel 2025 l’edizione primaverile della “Tre Giorni per il Giardino” inaugura la campagna #FAIbiodiversità, volta a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di preservare la ricchezza delle specie animali e vegetali, messa a rischio dal cambiamento climatico e dal sovrasfruttamento e inquinamento delle risorse naturali. Partecipando alla “Tre Giorni”, dal 1° al 4 maggio, e alle “Camminate nella biodiversità” nei Beni FAI – sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 maggio – i visitatori potranno approfondire la conoscenza di varietà, habitat ed ecosistemi e scoprire buone pratiche di tutela, facendole proprie e contribuendo così a ripristinare un dialogo equilibrato e sostenibile con la natura.
La madrina della Tre Giorni per il Giardino 2025 è Anna Zegna.
L’evento si svolge con il Patrocinio di Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Caravino.
Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2025” è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, Partner degli eventi istituzionali e Acqua Ufficiale della Fondazione, e al prezioso contributo di Pirelli, accanto al FAI dal 2005, che rinnova per il tredicesimo anno consecutivo la sua storica vicinanza all’iniziativa; due sinergie pluriennali strategiche e virtuose, da sempre fondate su medesimi obiettivi e valori, che si sono consolidate negli anni con la realizzazione di numerosi progetti. Grazie anche a BRT per il primo anno vicina alla Fondazione in qualità di sponsor del calendario eventi nei Beni. Una nuova collaborazione nata con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare le persone e le comunità alle bellezze del nostro Paese.
Per maggiori informazioni e acquisto dei biglietti, si può visitare il sito www.tregiorniperilgiardino.it
Mara Martellotta
Una domenica all’insegna delle supercar a Moncalieri
Domenica 27 aprile il centro storico di Moncalieri vivrà una giornata all’insegna della passione per la velocità, lo stile e le auto di élite, diventando il palcoscenico della seconda edizione di “MunCARlé”, una esperienza assolutamente unica che celebra l’eccellenza delle auto d’élite, con delle novità rispetto alla scorsa edizione.
L’evento, organizzato da Vivere Moncalieri in collaborazione con PitShop & Drink e con il patrocinio del Comune di Moncalieri, prenderà il via alle ore 12 con un’esposizione di Supercar e Hypercar in piazza Vittorio Emanuele II. Nello stesso tempo saranno disponibili degli stand nel piazzale Aldo Moro, la piazza sopra il parcheggio Multipiano, con attività di detailing, trattamenti specifici per la cura dell’auto, simulatore di racing con premi annessi, stand RedBull, capaci di garantire gusto e dinamicità durante l’evento.
Saranno presenti anche le novità assolute tra auto e moto esposte, la nuova Alpine A 290, le Moto supersportive della community Cavalieri Oscuri, Mini Innocenti del concessionario Tomini e la nuova Countryman JCW a cura di BIAUTO. Saranno anche presenti attività di sicurezza alla guida, giochi per bambini e stand organizzativi.
L’esposizione principale avverrà nella piazza più caratteristica della città, Piazza Vittorio Emanuele II, in cui saranno messe in mostra più di 30 Supercar e Hypercar dei marchi più prestigiosi, tra cui Porsche, Ferrari, Lamborghini, Lotus, McLaren, esposte in un unico contesto dove modernità e storia vanno di pari passo.
Tra le protagoniste due novità esclusive di quest’anno, la Nissan GTR50 realizzata da Italdesign, la vettura madrina dell’evento, e la RedBall Taurus.
A concludere la manifestazione una affascinante sfilata dei modelli lungo il viale del Castello, che terminerà alle 18.
Mara Martellotta
domenica 27 aprile al TJF 2025 |
INFO E BIGLIETTI:
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Nella foto: JAN BANG SEXTET “ALIGHTING” @ Ph Credit Colibrì |
La JST Jazz Parade dà il via alla giornata di domenica 27 aprile del TJF 2025, con il tour itinerante della marching band ispirata alle sonorità di New Orleans, a partire dalle ore 10:30 da Piazza Palazzo di Città. Dopo aver attraversato il centro di Torino tra Piazza Castello, via Accademia delle Scienze, Piazza Carlo Alberto, Piazza Carignano e Piazza San Carlo, la parata culminerà con un performance speciale a Porta Susa, dalle ore 13, che affascinerà il pubblico all’interno della stazione di RFI Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) con i ballerini di Balla Torino Social Dance. L’evento fa parte di un progetto che mira a trasformare le stazioni ferroviarie in spazi culturali vivi, capaci di connettere mobilità, arte e partecipazione.
Da non perdere domenica alle ore 11 al Teatro Vittoria, Korale, l’ensemble italo-coreano del quale fa parte la poliedrica batterista Francesca Remigi, vincitrice di Nuova Generazione Jazz 2021 e Top Jazz 2022, nota per le sue collaborazioni internazionali nella scena d’avanguardia e di improvvisazione libera. I rapporti tra jazz e musica dell’estremo oriente sono stati complessi, a seconda dei paesi: dal re trombettista jazz della Thailandia Bhumibol Adulyadej all’ampia e vivace scena giapponese, dalle intermittenze della Cina alla crescita del panorama indonesiano. Korale non rientra né nell’assimilazione del paradigma americano né nel facile esotismo, ma è un prodotto nuovo, ricco di tensioni immaginative.
Fra gli appuntamenti special alle ore 12 alla GAM, Galleria Civica d’Arte Morderna“Picture Jazz duo”, due insegnanti del CFM fanno incontrare il jazz e l’arte in occasione di EXPOSED Torino Foto Festival. L’evento è in collaborazione con CFM – Centro Civico di Formazione Musicale e con Fondazione Torino Musei.
Proseguono anche i club, con l’appuntamento delle ore 15 in via BALTEA 3 che vede protagonista Daniele Tione in “Cloaked in blue”. Daniele Tione si presenta nella solitudine del piano solo, interprete della tradizione jazzistica con un senso della melodia tutto italiano. Alle ore 16:30 si prosegue ai Bagni Pubblici di Via Agliè con Ballestriero Gilli Taufic in “2 A 1”: un viaggio dal Brasile classico di Pixinguinha e Hamilton de Hollanda a quello moderno di Djavan, Toninho Horta e Gismonti.
Al Cinema Massimo alle ore 15 l’appuntamento atteso con la pellicola “Colonna sonora per un colpo di Stato” di Johan Grimonprez, in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e con I Wonder Pictures. Il film è introdotto da Stefano Zenni. Nel gennaio 1961 il nuovo presidente del Congo, Patrice Lumumba, viene assassinato con la complicità di Belgio e Stati Uniti, per depredare le ricchezze del paese. Louis Armstrong è in tour in Congo e si trasforma inconsapevolmente nel paravento per il primo colpo di Stato post-coloniale in Africa, mentre altri artisti come Nina Simone, Duke Ellington e Dizzy Gillespie si chiedono qual è la loro posizione nel loro paese, in cui vige ancora 48 la segregazione razziale. Questo film è un magistrale racconto a più voci e a ritmo di jazz e soul su come è stata minata l’autodeterminazione africana negli anni ’60. Candidato agli Oscar 2025 come miglior documentario.
Fra i talk alle ore 16 alle Gallerie d’Italia Torino “Pieranunzi – Bertinetto: dialogo filosofico-musicale sull’autenticità”. Autenticità è una parola molto evocata in ambito musicale, spesso in riferimento alla qualità di un’interpretazione e alla sua fedeltà alla composizione. Ne parleranno Enrico Pieranunzi e Alessandro Bertinetto in un dialogo all’incrocio tra musica e filosofia.
Tra gli appuntamenti main nel filone dei ‘grandi pianisti’ del TJF 2025 alle ore 18 al Conservatorio Giuseppe Verdi sarà protagonista Amaro Freitas, l’astro nascente del jazz brasiliano che crea una musica che è esplorazione della tradizione del suo paese e insieme degli orizzonti più sperimentali. Freitas nasce a Recife in Brasile, un’area ricca di culture e tradizioni che lo hanno segnato profondamente: l’approccio allo strumento è debitore dei ritmi nordestini e della frenesia del frevo e del baião.
La giornata di domenica 27 aprile si conclude alle ore 21 con Furio Di Castri 8 in“Blowin’ in the wind” al Teatro Monterosa. Furio Di Castri, uno dei musicisti più importanti del jazz italiano, quest’anno compie settant’anni. Per il suo compleanno ha deciso di offrire al pubblico un mondo sonoro che è anche l’occasione per una riflessione. La guerra è una piaga che da sempre segna la storia dell’umanità e che l’arte cerca di esorcizzare. |
PROGRAMMA DOMENICA 27 APRILE
JST JAZZ PARADE, H 10:30
Cesare Mecca, tromba
H 10:30 Piazza Palazzo di Città
La JST Jazz Parade, il tour itinerante della marching band ispirata alle sonorità di New Orleans del TJF 2025 si terrà domenica 27 aprile a partire dalle ore 10:30 da Piazza Palazzo di Città. Dopo aver attraversato il centro di Torino tra Piazza Castello, via Accademia delle Scienze, Piazza Carlo Alberto, Piazza Carignano, e Piazza San Carlo, la parata culminerà con un performance speciale a Porta Susa, dalle ore 13, quando la marching band stupirà il pubblico all’interno della stazione di RFI Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) con i ballerini di Balla Torino Social Dance. L’evento fa parte di un progetto che mira a trasformare le stazioni ferroviarie in spazi culturali vivi, capaci di connettere mobilità, arte e partecipazione.
MAIN, H 11 – TEATRO VITTORIA
DoYeon Kim, gayageum, voce Korale è un ensemble italo-coreano del quale fa parte la poliedrica batterista Francesca Remigi, vincitrice di Nuova Generazione Jazz 2021 e Top Jazz 2022, nota per le sue collaborazioni internazionali nella scena d’avanguardia e di improvvisazione libera. I rapporti tra jazz e musica dell’estremo oriente sono stati complessi, a seconda dei paesi: dal re trombettista jazz della Thailandia Bhumibol Adulyadej all’ampia e vivace scena giapponese, dalle intermittenze della Cina alla crescita del panorama indonesiano. Korale non rientra né nell’assimilazione del paradigma americano né nel facile esotismo, ma è un prodotto nuovo, ricco di tensioni immaginative. La band lavora sulla creazione di un nuovo repertorio di musica originale che sintetizza linguaggi ed estetiche della musica contemporanea italiana e coreana. korale fin da subito riscuote l’interesse del pubblico e inizia a essere richiesto nei festival internazionali. Michelangelo Scandroglio ha già vinto numerosi premi in tutta Europa e ha suonato nei migliori jazz club: nel 2021 è stato considerato il miglior talento del jazz in italia. Youngwoo Lee, nato in Sud Corea, sviluppa il suo suono ad Amsterdam, dove vince, nel 2018, la Dutch Jazz Competition. DoYeon Kim è un’artista coreana che suona il gayageum, uno strumento a corda tradizionale del suo paese, e ha sviluppato un approccio unico e ampio che incorpora musica tradizionale, jazz e improvvisazione.
SPECIAL, H 12 – GAM, GALLERIA CIVICA D’ ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA TORINO
In collaborazione con CFM – Centro Civico di Formazione Musicale e con Fondazione Torino Musei
Roberto Regis, sassofoni Due insegnanti del CFM fanno incontrare il jazz e l’arte in occasione di EXPOSED Torino Foto Festival In collaborazione con CFM – Centro Civico di Formazione Musicale e con Fondazione Torino Musei. INGRESSO LIBERO con biglietto Collezioni permanenti GAM e con il PASS EXPOSED
CL(H)UB, H 15 – BALTEA 3 DANIELE TIONE “CLOAKED IN BLUE”
Daniele Tione, pianoforte
Tione si presenta nella solitudine del piano solo, interprete della tradizione jazzistica con un senso della melodia tutto italiano. Un equilibrio tra scrittura e improvvisazione nel quale il filo conduttore delle composizioni originali si arricchisce di una mirata e libera rivisitazione degli standard, come si evince dall’ultimo lavoro discografico Cloaked In Blue (DaVinci Classic & Jazz, 2024).
CINEMA, H 15 – CINEMA MASSIMO COLONNA SONORA PER UN COLPO DI STATO di Johan Grimonprez (Belgio/Francia/Paesi Bassi 2024, 150’, col., v.o. sott. it.)
In collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e con I Wonder Pictures. Il film è introdotto da Stefano Zenni.
Nel gennaio 1961 il nuovo presidente del Congo, Patrice Lumumba, viene assassinato con la complicità di Belgio e Stati Uniti, per depredare le ricchezze del paese. Louis Armstrong è in tour in Congo e si trasforma inconsapevolmente nel paravento per il primo colpo di Stato post-coloniale in Africa, mentre altri artisti come Nina Simone, Duke Ellington e Dizzy Gillespie si chiedono qual è la loro posizione nel loro paese, in cui vige ancora 48 DOMENICA 27 APRILE 49 la segregazione razziale. Questo film è un magistrale racconto a più voci e a ritmo di jazz e soul su come è stata minata l’autodeterminazione africana negli anni ’60. Candidato agli Oscar 2025 come miglior documentario.
TALKS, H 16 – GALLERIE D’ITALIA TORINO
Autenticità è una parola molto evocata in ambito musicale, spesso in riferimento alla qualità di un’interpretazione e alla sua fedeltà alla composizione. Che senso può avere nel jazz, un campo di pratiche che, dalle origini, si nutre dell’ibridazione e dell’incontro con l’altro? Ne parleranno Enrico Pieranunzi e Alessandro Bertinetto in un dialogo all’incrocio tra musica e filosofia. Il musicista e compositore di fama internazionale Enrico Pieranunzi dialoga con Alessandro Bertinetto, professore ordinario di estetica e di filosofia della musica all’Università di Torino.
Si ringraziano Gallerie D’Italia Torino e Intesa San Paolo
CL(H)UB, H 16.30 – BAGNI PUBBLICI DI VIA AGLIÈ BALLESTRERO GILLI TAUFIC “2 A 1”
Pietro Ballestrero, chitarra classica Massimiliano Gilli, violino Roberto Taufic, chitarra classica
Trio inedito, con una formazione cameristica caratterizzata dalla ricerca timbrica, dall’intensità ritmica e dal gusto per la melodia. Un viaggio dal Brasile classico di Pixinguinha e Hamilton de Hollanda a quello moderno di Djavan, Toninho Horta e Gismonti, in mezzo a composizioni originali dei tre.
MAIN, H 18 – CONSERVATORIO GIUSEPPE VERDI (GRANDI PIANISTI) AMARO FREITAS “Y’Y”
Amaro Freitas, pianoforte, percussioni
L’astro nascente del jazz brasiliano Amaro Freitas crea una musica che è esplorazione della tradizione del suo paese e insieme degli orizzonti più sperimentali. Freitas nasce a Recife in Brasile, un’area ricca di culture e tradizioni che lo hanno segnato profondamente: l’approccio allo strumento è debitore dei ritmi nordestini e della frenesia del frevo e del baião. La sua proposta, così originale, ha ottenuto il plauso della critica internazionale, che ne ha lodato la capacità di conciliare gli elementi più disparati in un caleidoscopio espressivo personale. L’approccio jazzistico è in debito con le tradizioni del Pernambuco quanto con Coltrane, Monk e Chick Corea, che Freitas indica quale suo principale modello. Nella dimensione solitaria emerge ancor più la fascinazione di un suono a volte ottenuto preparando il pianoforte o giocando con tocchi di elettronica: e si spazia trasversalmente da reminiscenze delle stride jazz di Art Tatum, all’impressionismo di Satie, dall’Africa ancestrale, alle rarefazioni percussive del piano preparato di Cage. Il nuovo album Y’Y (Psychic Hotline Records, 2024) è l’omaggio di Amaro Freitas alla foresta amazzonica e ai fiumi del nord del Brasile, o come lui stesso precisa: «un invito a vivere, sentire, rispettare e prendersi cura della natura, riconoscendola come nostra antenata».
MAIN, H 21 – TEATRO MONTEROSA (PRODUZIONE ORIGINALE TJF) FURIO DI CASTRI 8 “BLOWIN’ IN THE WIND”
Mauro Negri, clarinetto Giovanni Falzone, tromba Federico Pierantoni, trombone Nguyen Le, chitarra Andrea Dulbecco, vibrafono Fabio Giachino, tastiere Mattia Barbieri, batteria Furio Di Castri, contrabbasso, direzione
Furio Di Castri, uno dei musicisti più importanti del jazz italiano, quest’anno compie settant’anni. Per il suo compleanno ha deciso di offrire al pubblico un mondo sonoro che è anche l’occasione per una riflessione. La guerra è una piaga che da sempre segna la storia dell’umanità e che l’arte cerca di esorcizzare. Spiega Di Castri: «Partendo dalla musica di artisti che hanno scritto e cantato la poesia della loro terra, ho voluto radunare in un grande inno alla pace dei bozzetti sonori dei paesi che hanno vissuto conflitti drammatici a cui abbiamo assistito impotenti durante gli ultimi settant’anni, dal Vietnam all’Argentina e al Cile, dalla Bosnia al Medio Oriente. Un quadro al quale aggiungo un mio personale tributo al Tribunale Internazionale dell’Aja». Il titolo scelto per il concerto richiama uno dei manifesti pacifisti sonori più importanti di sempre: il nome più indicato per questo lavoro collettivo che mette insieme un gruppo di strumentisti d’eccezione, strettamente legati alla lunga carriera di Di Castri.
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BIGLIETTERIA TJF – Da martedì 11 marzo Urban Lab piazza Palazzo di Città 8/F Tel. +39.011.01124777 – tjftickets@comune.torino.it Martedì-sabato 10.30-18, aperta tutti i giorni da martedì 22 a mercoledì 30 aprile. Per i nati dal 2011 biglietti per tutti i concerti a 1 euro. Per le modalità di acquisto dei biglietti per persone con disabilità fisica tel 011.01124777 nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria.
ACQUISTI ONLINE www.torinojazzfestival.it; www.vivaticket.it Il costo del servizio di acquisto è pari al 12% del prezzo del biglietto, con un minimo di € 1. Al momento dell’acquisto del biglietto su Vivaticket è inoltre possibile aggiungere 1 € da donare alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo.
ACQUISTI PRESSO LE SEDI DEI CONCERTI Se ancora disponibili, i biglietti saranno posti in vendita presso le sedi dei concerti 45 minuti prima dell’inizio.
CANALI TJF Sito www.torinojazzfestival.it Facebook www.facebook.com/torinojazzfestival/ Instagram www.instagram.com/torinojazzfestival/ Twitter https://twitter.com/torinojazzfest YouTube www.youtube.com/user/torinojazzfestival Flickr www.flickr.com/torinojazzfest
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Da martedì 15 aprile a domenica 14 settembre prossimi, a dieci anni dalla scomparsa, la Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio, attraverso una vasta retrospettiva intitolata “Carol Rama – geniale sregolatezza” alla grande artista torinese di fama internazionale scomparsa nel 2015, premiata con il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2003. La mostra, curata da Francesco Poli e Luca Motto, presenta un’accurata
selezione di un centinaio di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, che documentano le principali tappe della ricerca
dell’artista dagli anni Trenta ai primi anni Duemila.
“Innanzitutto tengo a ringraziare il Presidente della Fondazione Accorsi-Ometto per aver voluto e poi promosso questa bellissima e curata mostra dedicata a Carol Rama, nel decennale della scomparsa, e che abitava proprio vicino a poche decine di metri dagli spazi del museo, in via Napione – ha dichiarato Luca Mana, direttore artistico della Fondazione Accorsi-Ometto – è importante sottolineare che il museo sta attraversando un periodo di trasformazione culturale, che ne vuole fare una vera e propria porta della città”
“L’esposizione, che si articola in diverse sezioni, otto per la precisione, si apre con una serie di acquerelli risalenti alla fine del decennio degli anni Trenta – hanno dichiarato i due curatori della mostra Francesco Poli e Luca Motto –
caratterizzati da una singolare libertà espressiva del segno grafico e da un’esplicita carica erotica, nei quali l’artista riversa le fantasie e le inquietudini della sua adolescenza, raffigurando personaggi e oggetti allusivi ed emblematici del suo vissuto. Si affianca la parallela produzione espressionista degli anni Quaranta di oli denotati da una densa materia pittorica e dai disegni rappresentanti volti, figure e paesaggi, per proseguire con le ricerche di inizio anni Cinquanta che si avvicinano all’astrattismo di matrice concreta e che confluiscono nell’Informale. Nel 1953 aderisce, unica donna insieme a Paola Levi Montalcini, alla compagine torinese del movimento “Arte concreta”, cui aderiscono Biglione, Galvano, Parisote Scroppo. Alla fine del decennio Carol Rama, come la maggior parte degli artisti, si rivolge all’Informale.
In mostra sono esposti una serie di dipinti denotati da una spessa materia pittorica dove emerge una potente carica cromatica e segnica. Segue la nota serie dei ‘Bricolages’ prodotta dalla metà degli anni Sessanta, che deve il suo nome al poeta Edoardo Sanguineti, ed esposti anche alla galleria di Luciano Anselmino: i Bricolages risalgono a partire dalla metà degli anni Sessanta e l’approccio pittorico a macchia, di derivazione Informale, è integrato con il collage di oggetti quali occhi di bambola, scarti della lavorazione del metallo, siringhe, pietre, tappi in gomma e molto altro. Si tratta di materiali e oggetti di recupero che per l’artista sono carichi di vissuto ed entrano nella composizione del dipinto. Vi sono poi I lavori risalenti alla fine degli anni Sessanta, composti da smalti, vernici nebulizzate e inserzioni di oggetti che attraverso l’allusione a figure con gli arti protesi a bombe atomiche rimandano alla condizione umana in piena Guerra Fredda. La sezione successiva della mostra prende in considerazione la produzione degli anni Settanta, in cui l’artista, con la serie delle cosiddette ‘Gomme’, si distanzia dalla produzione precedente propone opere d’impronta completamente rinnovata: scompare il pittoricismo di base a favore dell’esperienza del quadro in sé, ridotto nei suoi minimi termini. In superficie monocrome bianche o nere, Rama dispone porzioni di camere d’aria, talvolta pendule, in bilanciate composizioni astratte, animate soltanto dalle differenze cromatiche e dalle tracce dell’uso. Possiamo dire che in questo periodo l’artista sia passata dal colore all’oggetto come fine. Segue il ritorno a una rinnovata figurazione tipica degli anni Ottanta e Novanta dalla tecnica complessa e raffinata, cromaticamente accesa. I mondi di Carol Rama si popolano di figure umane, angeli, animali, geometrie, paesaggi e prospettiva fantastiche su carte prestampate, spesso del secolo precedente. L’esposizione si chiude con la produzione più recente, risalente al periodo compreso tra gli anni Novanta fino ai primi anni Duemila: figure umane, volti, animali, parti anatomiche costellano l’intricato linguaggio allusivo dell’artista. Carol Rama sviluppa a partire dalla metà degli anni Novanta un tema che sarebbe diventato una costante fino agli anni Duemila; dopo aver visto immagini riguardanti il morbo della mucca pazza, trae da essi ispirazione per costruire una nuova serie di opere dal forte impatto visivo.
Vi sarà inoltre una “mostra nella mostra”, intitolata “Inside Carol Rama”.
I 12 scatti fotografici dell’artista Bepi Ghiotti, realizzati in occasione del progetto omonimo del 2012-2014, permettono di addentrarsi nell’affascinante mondo di arredi, di oggetti e di immagini della mitica casa-studio di via Napione a Torino, dove Carol Rama ha vissuto per oltre
settant’anni.
Il visitatore è così catapultato nel magico mondo dell’abitazione dell’artista, luogo di creazione artistica, ma anche di
incontro e di scambio con artisti, intellettuali, critici, galleristi, musicisti tra i quali Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Cremona,
Edoardo Sanguineti, Italo Calvino, Cesare Pavese, Massimo Mila e Luciano Berio.
Carol Rama nasce a Torino nel 1918 e conduce un’infanzia agiata grazie alla florida attività imprenditoriale del padre, una carrozzeria che produce materiali per automobili. A soli 18 anni, nel 1936, dipinge il suo primo quadro intitolato “Nonna Carolina”, ora conservato alla GAM di Torino. Risale alla prima metà degli anni Quaranta lo spostamento di casa in via Napione 15, un alloggio mansardato dove l’artista avrebbe lavorato e vissuto fino alla sua scomparsa. Qui avrebbe maturato contatti anche con Casorati e la moglie Dafne, oltre che con altri intellettuali. Entrata in contatto e amicizia con Paola Levi Montalcini, Italo Cremona e Albino Galvano, di Carol Rama si ricordano l’esposizione collettiva del 1946 presso la Galleria del Bosco, insieme a Casorati tra gli artisti. Espone fino agli anni Ottanta in tutta Italia, diventa maggiormente nota al pubblico conseguentemente alla mostra del 1985 a Milano curata da Lea Vergine. Da quella data si sarebbero susseguite importanti personali dell’artista in Italia e all’estero. Carol Rama muore a Torino il 24 settembre 2015.
Museo Accorsi-Ometto – Via Po 55, Torino
Info: info@fondazioneaccorsi-ometto.it
Telefono: 011 837688
Mara Martellotta
Una Carta che dopo 80 anni è più attuale che mai
Era il 19 dicembre del 1943 quando sei giovani attivisti nella resistenza, due provenienti dalla Valle d’Aosta (Émile Chanoux ed Ernesto Page) e quattro dalle Valli valdesi (Giorgio Peyronel, Mario
Alberto Rollier, Gustavo Malan e Osvaldo Coïsson) sottoscrissero la Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, più nota come “Carta di Chivasso.” La Carta di Chivasso in certi versi, trova ispirazione nello scritto Per un’Europa libera e unita, conosciuto come Manifesto di Ventotene, redatto, nel 1941, da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi mentre si trovavano al confino. La Carta di Chivasso pone l’accento sulle rivendicazioni autonomiste delle popolazioni alpine che la rendono assolutamente peculiare e, appunto,
complementare rispetto al Manifesto di Ventotene. L’aggettivo “locale” viene utilizzato ben quindici volte ed è certamente il termine, non a caso, più ricorrente nel testo della Dichiarazione. L’intuizione dei redattori della Carta di Chivasso evidenzia la stretta correlazione la dimensione locale con quella europea e di avere compreso, in anticipo e con estrema lucidità, l’importanza di coniugare il futuro assetto repubblicano dell’Italia, su base regionale, con un’organizzazione, a livello continentale, di tipo federale. L’intento principale era quello di impedire il ritorno di uno Stato accentratore e oppressore, in particolare nei confronti delle comunità locali connotate da una lingua da quelle della maggioranza della popolazione.
GD
Piemonte: Plastic Free in azione nel weekend
In 9 località dando concretezza agli insegnamenti di Papa Francesco |
“Buttare via la plastica in mare è criminale, questo uccide la terra. Dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”. L’insegnamento di Papa Francesco sarà messo in pratica questo fine settimana dai volontari di Plastic Free Onlus, l’associazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento legato all’abuso di plastica. I 222 appuntamenti di pulizia e sensibilizzazione ambientale in programma in tutta Italia sabato 26 e domenica 27 aprile saranno preceduti da un minuto di silenzio, in rispetto del lutto nazionale per la morte del Pontefice. L’onda blu degli oltre 10mila volontari Plastic Freecelebrerà così la 55esima edizione dell’Earth Day, la Giornata della Terra indetta dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la popolazione mondiale sulle condizioni in cui versa il nostro Pianeta e su cosa poter fare per salvaguardarlo. L’obiettivo è ripulire l’ambiente, rimuovendo 100mila chili di plastica e rifiuti, e invitare tutti ad una maggiore consapevolezza dell’impatto dei propri comportamenti quotidiani. Anche il Piemonte sarà protagonista con 9 appuntamenti coordinati dalla referente regionale Flavia Faccia: sabato 26 aprile ad Alessandria, Castelletto d’Orba (AL), Biella (BI), Caraglio (CN), Borgaro Torinese, Moncalieri, Torino (TO) e domenica 27 aprile a Cuneo (CN) e Alpignano (TO). “Agire concretamente mettendoci passione, energia e amore per la terra. Con questo spirito – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – grazie al coordinamento dei nostri 1.200 referenti territoriali, entreremo in azione nei parchi delle città, lungo gli argini di fiumi e laghi, sulle spiagge delle località costiere e nei piccoli borghi italiani. Lo faremo coinvolgendo chiunque abbia a cuore il destino del Pianeta: per partecipare sarà sufficiente iscriversi gratuitamente www.plasticfreeonlus.it”. Le attività si svolgeranno con il supporto di Treedom, BCorp italiana e sustainability partner dell’iniziativa. La collaborazione permetterà anche di piantare alberi a sostegno delle attività ambientali di Plastic Free Onlus, che ad oggi ha coinvolto oltre 260mila volontari, raccolto 4,4 milioni di chili di rifiuti, e realizzato più di 7.800 appuntamenti di pulizia ambientale. Solo in Piemonte, da inizio anno, si sono svolti 41 appuntamenti coinvolgendo circa 400 persone e rimuovendo 7.830 chili di plastica e rifiuti. Quasi 1.200, inoltre, gli studenti sensibilizzati. Per scoprire tutti gli appuntamenti e partecipare: www.plasticfreeonlus.it |