ilTorinese

Minaccia con un coltello il titolare del locale

Ha rapinato un locale di via Belfiore la sera del 5 Luglio: ha approcciato il titolare, che conosceva molto bene, impugnando un coltello da cucina posto dietro il bancone e gli ha chiesto del denaro, dopo avergli puntato l’arma ad altezza del viso

La vittima gli dava una banconota da 20 € per fare in modo che la situazione non degenerasse e l’uomo si allontanasse; qualche ora più tardi, il rapinatore si è però presentato una seconda volta nel locale, questa volta rivolgendo le proprie attenzioni ad una dipendente, contro cui ha inizialmente inveito verbalmente per poi strattonarla, al fine di avere ancora del denaro. Poco dopo, l’uomo ha desistito, allontanandosi, probabilmente preoccupato perchè dei clienti stavano chiamando il 112.

Avuto notizia della prima rapina e della tentata seconda, alcune Volanti dell’Ufficio prevenzione generale e del Commissariato Barriera Nizza effettuavano una perlustrazione della zona alla ricerca del responsabile; una pattuglia del Commissariato lo rintracciava in via Galliari, ad appena 500 metro dal luogo del delitto.

L’uomo, un cittadino tunisino di 49 anni, irregolare sul territorio nazionale, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la persona, è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per rapina aggravata. Il coltello utilizzato per commettere la rapina è stato rinvenuto e sottoposto a sequestro.

M.Iar.

 

La 500 elettrica sarà tutta torinese

Con un investimento di circa 700 milioni di euro, una capacità produttiva di 80 mila auto l’anno, con la possibilità di aumentarle e circa 1200 persone dedicate alla produzione si avvierà la realizzazione della nuova Fiat 500 BE

Gli aspetti del progetto sono stati  illustrati dal responsabile Emea di Fca, Pietro Gorlier, in occasione dell’installazione di uno dei primi robot della nuova linea nello stabilimento di Mirafiori. A partire dai prossimi mesi si procederà con l’allestimento dell’impianto, così da partire con le prime pre serie entro fine 2019  e con l’avvio della produzione nel secondo trimestre 2020. “Oggi iniziamo a scrivere l’ennesimo nuovo capitolo della storia di Mirafiori  – ha sottolineato Gorlier – con un vero prodotto made in Fiat, made in Torino. La 500 elettrica sta per iniziare una carriera di successo”.

Energia e sviluppo sostenibile, Costanzo (M5S): “Stanziati 500 milioni”

Riceviamo e pubblichiamo

“NORMA SODDISFACENTE, LA RINASCITA DEL PAESE PARTE DAI COMUNI”

Il Ministero dello Sviluppo economico ha firmato ieri il decreto che rende operativa la norma contenuta nel Decreto Crescita in favore dei Comuni, per la realizzazione di progetti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile. Si tratta della cosiddetta “norma Fraccaro”, che assegnerà ai Comuni 500 milioni di euro in funzione del numero dei residenti per interventi di illuminazione pubblica, di risparmio energetico degli edifici pubblici, di installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, per la mobilità sostenibile, l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici, e l’abbattimento delle barriere architettoniche.

“Siamo molto soddisfatti dell’approvazione di questa norma – afferma la deputata torinese Jessica Costanzo (M5S) – il piano di rinascita del Paese non può che partire dai Comuni, che costituiscono l’ossatura del nostro tessuto sociale”.  “Il Governo – sottolinea la deputata –  ha riconosciuto nei fatti con questo intervento l’importanza strategica dei Comuni e la grande attenzione alle realtà comunali. La norma fa seguito alla bella notizia di ieri, quando è stato reso noto che in meno di cinque mesi il 95% dei 400 milioni stanziati dall’ultima legge di bilancio per finanziare lavori pubblici nei comuni è già stato appaltato.”

Cane muore dimenticato in auto per ore sotto il sole

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Cronache italiane

Dopo essere tornata a casa ha dimenticato il cane per alcune  ore dentro l’auto sotto il sole cocente

Accortasene, ormai era troppo tardi e per l’animale non c’era più nulla da fare. E’ accaduto nel Genovese, dove la donna ha lasciato il suo  golden retriever di  sei anni,  ed è andata a casa con il figlio. I passanti hanno visto l’animale in difficoltà e hanno chiamato gli agenti che  hanno provato a salvare l’animale bagnandolo e provando a farlo respirare ma senza riuscire salvarlo.

 

(foto archivio)

Ambulanza si ribalta nello scontro: paziente incastrato a bordo

In corso Unione Sovietica, questa mattina un incidente ha coinvolto un’auto e un’ambulanza.

Lo scontro è avvenuto all’angolo con corso Giambone, dove  l’ambulanza si è ribaltata ed è finita sui binari del tram.  Grazie all’intervento dei vigili del fuoco è stato estratto il paziente che era rimasto intrappolato a bordo, poi trasportato in ospedale da un altro mezzo di soccorso. La polizia municipale  sta ricostruendo la dinamica, mentre il tram 4  è stato deviato.

Daisy vince alle Universiadi e dedica la medaglia a Torino

E’ Torino a vincere la prima medaglia dell’atletica leggera alle Universiadi di Napoli, grazie a Daisy Osakue nel lancio del disco

L’atleta azzurra che era stata vittima di un atto di bullismo per il quale rischiò di perdere la vista, è studentessa di criminologia alla Angelo State University del  Texas. Il suo è un  primato personale di 61,69: ha migliorato il lancio di 34 centimetri rispetto ai 61,35  nella stagione degli Usa. L’atleta ha dedicato la vittoria a Torino.

 

(foto Fidal)

Smaltiva i rifiuti della carrozzeria illegalmente e senza autorizzazione

Un imprenditore di Druento, comune del Torinese, è stato denunciato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di un intervento effettuato in collaborazione con il personale della Polizia Municipale di Druento e dell’ARPA Piemonte

I Finanzieri della Compagnia di Susa, hanno appurato come l’imprenditore, nel corso del tempo, abbia “alimentato” una vera e propria discarica ambientale di rifiuti pericolosi e potenzialmente nocivi per la salute pubblica. Tutto il materiale, scarto della sua attività di carrozzeria, era, tra l’altro, stato ingegnosamente celato in un seminterrato per evitare lo smaltimento ed occultarlo in caso di controlli.

Sono inoltre state rinvenute, dopo un’attenta verifica, anche evidenti tracce di sversamento al suolo di olii minerali esausti, altamente inquinanti.

L’uomo, un trentanovenne del posto, è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali, gestione illecita delle acque di prima pioggia nonché per l’assenza di ogni sorta di autorizzazione in materia.

Nel corso dell’intervento, che ha coinvolto le aree esterne, interne ed il seminterrato dell’edificio, i Finanzieri hanno inoltre scoperto come l’imprenditore impiegasse 3 lavoratori “in nero”, esposti, in tal modo, ad elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali.

Per questa circostanza, l’uomo rischia sanzioni per oltre 30.000 euro e la sospensione dell’attività economica.

L’attività svolta conferma l’impegno della Guardia di Finanza sia nel contrasto agli illeciti profitti sia per la tutela dell’ambiente

Patrizia Polliotto nella “governance” del Gruppo San Donato

Il noto avvocato torinese nominata Presidente dell’Istituto ‘Galeazzi’, primo ospedale ortopedico italiano.

 

Un nuovo incarico di primo piano, affidato alla competenza e all’esperienza dell’avvocato Patrizia Polliotto, che annovera in curriculum prestigiosi ruoli al vertice in primarie società pubbliche e private come ‘Juventus’, ‘Iren’, ‘Compagnia di San Paolo’, ‘Zucchi’, ‘Viasat’, ‘Finmeccanica’, ‘Engineering’e ‘NB Aurora’, oltre a presiedere dal 2010 il Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Dal 24 giugno scorso, il noto e stimato legale torinese è stato nominato a Milano Presidente dell’Istituto Ortopedico ‘Galeazzi’, una delle eccellenze del ‘Gruppo San Donato’ di cui è stato nominato Presidente l’ex ministro Angelino Alfano.

Un fiore all’occhiello della sanità italiana, uno dei 3 IRCSS al primo posto per moltissimi tipi d’intervento, eccellenza nella chirurgia spinale, nella medicina rigenerativa che consente la riutilizzazione dei tessuti, unico in Italia a garantire l’intervento di protesi all’anca in 48 ore. Last but not least, come si suol dire, non ultimo per importanza, voglio infine ricordare altresì il cantiere del nuovo ‘Galeazzi’ che ho visitato nei giorni scorsi rimanendone entusiasta. Sarà il primo edificio a sorgere nell’area ‘Expo’, strategica sia per la Lombardia che per il Piemonte, speriamo sempre più collegate, grazie al treno a levitazione magnetica che in 10 minuti unirà Torino e Milano. Un’opera che sarà davvero una delle punte più avanzate non solo nell’ortopedia, ma anche in altre specialità mediche, sede universitaria e di ricerca di assoluto prestigio”.

Oggi, il ‘Gruppo San Donato’ è il primo player privato della sanità italiana. Fondato nel 1957, assiste annualmente oltre 4 milioni di pazienti dislocati in 19 ospedali, per un totale di circa 6mila posti letto disponibili e oltre 16 mila collaboratori.

L’avvocato Polliotto ricorda: “Tutto è nato grazie all’incontro con la famiglia Rotelli e il Dottor Ghribi per un progetto di sviluppo all’insegna di sinergia industriale e ricerca”.

Per poi concludere: “Così, dopo alcuni mesi di lavoro, eccomi qui, grata alle persone che mi hanno dato fiducia per l’opportunità, nonché fiera di far parte di questa affermata e prestigiosa realtà che in Italia fa la differenza nel settore d’appartenenza, anche per l’ampia presenza di quote rosa nel gruppo. Tra queste in primis la Dottoressa Gilda Gastaldi: oltre a essere la proprietaria ed una persona eccezionale, è Presidente della ‘GSD Foundation’. E con lei l’Ingegner Elena Bottinelli quale Amministratore Delegato del ‘Galeazzi’ da molti anni e del San Raffaele dal 2017, a dimostrazione delle concrete ed evidenti possibilità di crescere che le donne hanno nel gruppo”.

Riconoscimento economico alle professionalità della Città della Salute

E’  stato firmato un importante  accordo tra la Direzione della Città della Salute di Torino e le Organizzazioni Sindacali del Comparto
Esso mira, nell’ambito delle Linee guida del Contratto Collettivo Nazionale, a garantire una migliore valorizzazione delle diverse professionalità presenti in Azienda. Dopo dieci anni verrà riconosciuta (per la prima volta da quando è Città della Salute, prima erano ancora le tre singole Aziende separate), senza intaccare il bilancio aziendale, ma solamente nell’ambito delle disponibilità del Fondo contrattuale per i dipendenti, una progressione economica per fasce per i dipendenti del comparto (circa 6000 tra infermieri, OSS, amministrativi, tecnici) della Città della Salute distribuiti nel prossimo biennio tra il 2019 ed il 2021. Solo per il 2019 si tratta di 1 milione di euro. Inoltre è stato concordato il Piano degli incarichi di funzione (circa 883.500 euro), ovvero le posizioni organizzative per coloro che hanno incarichi di coordinamento e responsabilità. Infine verrà riconosciuta una maggiore valorizzazione e/o riconoscimento economico ai dipendenti con maggior disagio legato ad istituti, quali la indennità di pronta disponibilità, indennità lavoro notturno, area critica, il riconoscimento del disagio del personale che svolge funzioni amministrative front line. Tutti questi accordi sono il frutto di un grande lavoro e di una fattiva collaborazione tra la Direzione Aziendale (Silvio Falco, Giovanni La Valle, Valter Alpe) e tutte le Organizzazioni Sindacali. Grande soddisfazione per tutte le parti in causa, ma soprattutto un grande riconoscimento ed un segnale importante per i dipendenti della Città della Salute per il lavoro e l’impegno che quotidianamente profondono per mantenere alte le eccellenze degli ospedali.

Srebrenica, ventiquattro anni dopo

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Ripensando all’11 settembre del 2001 la stragrande maggioranza delle persone si ricordano dov’erano, chi aveva al loro fianco, cosa facevano in quegli istanti drammatici, quali emozioni provarono di fronte all’assalto terroristico alle Torri gemelle del World Trade Center di Manhattan

Pochi, troppo pochi rammentano le stesse cose pensando all’11 luglio di ventiquattro anni fa quando, nella calda estate di guerra del 1995, cadde Srebrenica e iniziò l’ultimo massacro del secolo. Le vittime furono tre volte più numerose di quelle di New York, ma quasi nessuno se ne accorse. Non c’erano immagini, in quei giorni, in tv. Srebrenica, per troppi era un nome senza storia, quasi impronunciabile. Quella cittadina tra le montagne della Bosnia nord-orientale, enclave musulmana a pochi chilometri dalla Drina, cosa rappresentava? Poco o nulla, per chi non aveva nessun desiderio di sapere, conoscere. L’Europa era al mare, la Bosnia non faceva quasi più notizia, la guerra che aveva insanguinato i Balcani pareva stesse finendo.

E poi perché bisognava sapere ? Era più facile chiudere gli occhi o girare la testa da un’altra parte. In fondo tutti erano complici di quanto stava accadendo: l’Europa, le Nazioni Unite, la Nato, la civilissima indifferenza dell’Occidente. Così si lasciò che il massacro avvenisse. Oltre diecimila musulmani bosniaci maschi, tra i 12 e i 76 anni,vennero catturati, torturati, uccisi e sepolti in fosse comuni dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache e dai paramilitari serbi. Tutto avvenne in una decina di giorni dopo che la città, assediata per tre anni e mezzo, fin dai primi giorni del conflitto, era caduta il 10 luglio nelle mani criminali del generale Ratko Mladić. Nove anni dopo il Tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia (Tpi) definì quello di Srebrenica “un genocidio”, il primo in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Ma da quel momento, tra omissioni e rinvii, è passato moltissimo tempo. Sono passati ventiquattro anni. Ora,sappiamo. Radovan Karadžić e Ratko Mladić, i due principali boia, sono stati condannati all’ergastolo per genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra. altri non hanno pagato per i loro crimini e, con il tempo, si tende a rimuovere,dimenticare. Restano però le tombe, il ricordo di uccisioni, saccheggi,

violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio. Ci sarà mai una giustizia piena? Quasi cinque lustri dopo rimane l’amara sensazione di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per parecchi dei carnefici di allora, in molti casi ancora a piede libero e considerati dagli ultranazionalisti alla stregua degli “eroi”. Ha fatto bene in questi giorni Don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi e prete coraggioso, a rammentare le similitudini di quella vicenda con l’attualità brutale dell’oggi, con l’accanimento nei confronti dei migranti, con l’assurda violenza che si consuma contro le donne. Come tanti altri, in tutti questi anni mi sono impegnato a raccontare ciò che è stato fatto a Srebrenica affinché il grido di madri, mogli e figlie di chi venne ucciso nella città “dell’argento e del sangue” non resti inascoltato. Da anni queste donne coraggiose, durante le loro proteste non violente che si svolgono l’11 di ogni mese a Tuzla, pronunciano una parola: “Odgovornost”, responsabilità. Chiedono verità e giustizia, accertamento delle responsabilità,condanne per tutti i criminali. E’ un modo per offrire voce e forza a queste donne. Uno dei più grandi intellettuali balcanici, l’indimenticabile Predrag Matvejevic, scrisse: “I tragici fatti dei Balcani continuano, non si esauriscono nel ricordo come avviene per altri. Chi li ha vissuti, chi ne è stato vittima, non li dimentica facilmente. Chi per tanto tempo è stato immerso in essi non può cancellarli dalla memoria”. Quando ebbi la fortuna di conoscere Matvejević parlammo a lungo di Mostar, dell’Erzegovina, della storia della città del ponte che unisce le due rive della Neretva, del suo sentirsi cittadino europeo.

L’Europa, per lui, non era solo il futuro, ma la costruzione politica che avrebbe risolto i problemi del passato. Diceva: “ i Balcani sono la polveriera d’Europa, ma restano anche il barometro di quello che è l’Europa.Resto convinto che ora che i nazionalisti hanno portato tutti i popoli alla rovina, toccherà a noi salvare il salvabile”. Immaginava un’ Europa diversa da quella che erige muri, srotola fili spinati, rifiuta l’altro senza pensare, egoisticamente, che in fondo è solo l’immagine di se stessa con più disperazione, fame e paura. Sperava di non dover più vivere l’orrore e la tragedia di Srebrenica. Per questo, soprattutto ora che anche lui ci ha lasciati, il dovere della memoria ci obbliga a  non cedere le armi della giustizia e della ragione. 

Marco Travaglini

Le foto sono di Paolo Siccardi