Un vertice bilaterale si terrà lunedì a Genova, tra le giunte regionali di Piemonte e Liguria, in presenza dei presidenti Alberto Cirio e Giovanni Toti, con i loro assessori. Si incontreranno a Genova, nella sede della Regione Liguria di piazza De Ferrari, per fare il punto su diversi argomenti, come la candidatura Unesco delle Alpi liguri, la riqualificazione delle aree montane confinanti e la Via Francigena. “Su tanti fronti strategici come trasporti, turismo e cultura, ma anche su servizi fondamentali come sanità e istruzione, Piemonte e Liguria possono potenziare le loro sinergie non solo a livello di iniziative, ma partendo da una programmazione e pianificazione comune – afferma il presidente della Regione Piemonte, Cirio – La logistica è un nodo fondamentale, Tav e Terzo Valico si incrociano in Piemonte e Alessandria e Cuneo sono i retroporti naturali di Genova e Savona. E penso poi allo sviluppo delle nostre aree montane confinanti e alla progettazione europea, ad esempio in agricoltura”.
Dal 24 settembre al 1 ottobre rue Ferdinand Duval sarà la vetrina per sette talenti selezionati, pronti a mettere in mostra la loro creatività durante la Paris Fashion Week
Una nuova concezione per comunicare sette stilisti, facendoli vivere alla città e rendendo così l’haute couture sempre più accessibile.
“LA STANZA” è uno spazio essenziale e trasformabile all’interno del quale convivono in perfetta sinergia brand innovativi e ricercati, frutto del genio creativo dei designer coinvolti. “LA STANZA” sarà, quindi, una vetrina dove dal 24 settembre all’1 ottobre, in rue Ferdinand Duval 17, Parigi (quartiere Marais), appassionati di moda e addetti ai lavori potranno vedere liberamente pezzi unici che normalmente si potrebbero ammirare solo sui red carpet di sfilate private.
“LA STANZA” si differenzia dagli altri showroom di moda grazie alla sua filosofia itinerante che mira ad unire sotto un unico progetto brand all’apparenza distanti tra loro mettendoli in relazione grazie ad una prestigiosa vetrina che vive durante un evento internazionale come la Paris Fashion Week. L’idea è quella di non avere all’interno dello spazio corner divisi e dedicati ma unire i sette marchi suggerendo abbinamenti tra colori e materiali diversi.
I brand coinvolti in questo progetto sono: PS Red Whale, marchio di borse artigianali della veronese Paola Simenone; AAAunbranded, la griffe di calzature unisex che fuoriesce dagli schemi esaltando i dettagli; Patrizia Fabri, architetto e designer del cappello dalle linee forti e decise; Helga Kovacs, stilista che disegna e produce innovativi accessori in pelle; Odàmi, una linea di abbigliamento dal carattere fortemente grafico; YUKAI, firma made in Germany dalla produzione limitata che coniuga la filosofia giapponese con la semplicità; e in fine Monica Trevisi con i suoi gioielli frutto dell’incontro tra acciaio, pietre dure, cristalli, gemme e pelle.
“LA STANZA” nasce a Torino nel 2018 da un’idea di Silvia Parlagreco, e dalla sua lunga esperienza nel settore moda, con l’obiettivo di stringere collaborazioni con designer, stilisti, artigiani, grafici mettendo in relazione oggetti e persone creando contrasti in armonia. “Abito, abitare, avere abitudini hanno la stessa radice etimologica” dice Silvia Parlagreco, “è lo stretto legame tra il corpo, il luogo e il costume che dà origine all’identità, alla consapevolezza, anche collettiva, della propria individualità e personalità.Nella nostra Stanza ospitiamo artigiani e stilisti il cui operato muove da una autentica urgenza interiore, ha radici nel passato ma è frutto della propria contemporaneità”.Una giornata dedicata ai collezionisti a caccia dei modelli più esclusivi a due e quattro ruote: Automotoretrò e Automotoracing tornano a Torino dal 31 gennaio al 3 febbraio 2019
In mostra alla Reggia di Venaria, la straordinaria “avventura” dei giardini d’Europa dal Cinquecento all’Ottocento. Fino al 20 ottobre
Dalle perfette geometrie di quelli italiani alle fughe “all’infinito” di quelli francesi fino al “pittoresco” delle composizioni inglesi: autentiche mirabilia, paradisi terrestri dove occhi e anima smarriscono non di rado il senso e la concretezza della realtà terrena, ai più celebri giardini e parchi d’Europa realizzati fra il Cinquecento e gli inizi del Novecento, la Reggia di Venaria dedica, nella Sala delle Arti, una suggestiva e originale rassegna condotta, per la prima volta, attraverso il fil rouge delle osservazioni, dei racconti e del materiale artistico prodotto da prestigiosi “viaggiatori” dell’epoca, assidui frequentatori delle rotte europee percorse in lungo e in largo visitando paesaggi, città e giardini da cui trarre ispirazioni, le più varie. Siano essi architetti, paesaggisti, principi, scrittori, intellettuali o uomini di cultura in genere, i loro appunti, i loro diari, le loro opere letterarie o pittoriche ci consentono non solo di ricostruirne gli itinerari e le impressioni raccolte, ma anche di viaggiare idealmente attraverso luoghi di grande bellezza, testimoni della storia e della cultura di un continente.
Ed è proprio lungo queste trame, segnate dal tema del “viaggio”, che si dipana la mostra, ripartita in dodici sezioni, che vedono assemblate circa 200 opere fra dipinti, disegni, arazzi, volumi, modelli e altri svariati manufatti. Curata da Vincenzo Cazzato (docente di “Storia dell’Architettura” presso l’Università del Salento), Paolo Cornaglia (suo collega al Politecnico di Torino), Maurizio Reggi (cui si deve l’allestimento) e Paolo Pejrone (oggi fra i più noti architetti del paesaggio a livello internazionale), l’esposizione prende avvio con le testimonianze del viaggio compiuto dal filosofo, scrittore e politico francese Michel de Montaigne che, nel suo “Journal du Voyage en Italie” (1580-1581), ci accompagna nei più famosi giardini italiani del Cinquecento, felicemente impressionato non solo dai perfetti terrazzamenti e dalle “rigorose architetture” vegetali, ma soprattutto dalla presenza di artifici quali grotte, automi, musiche e giochi d’acqua, mentre nel secolo successivo il viaggio di André Le Notre ( giardiniere e amico del Re Sole nonché creatore del “giardino alla francese”, artefice dell’ideazione dei Giardini di Versailles e, su incarico di Emanuele Filiberto di Savoia, del rifacimento del parco del Castello di Racconigi), permette di documentare la diffusione in Europa di “un nuovo modo di concepire complessi su grande scala, apprezzati da grandi e piccoli Re Sole”. Ma nel Settecento è soprattutto il “giardino all’inglese”, pittoresco e dalla natura più libera e selvaggia, a costituire un forte richiamo per architetti e giardinieri di fama internazionale come lo svedese Fredrik Magnus Piper e l’italiano Francesco Bettini o il parigino Louis de Carmontelle, che su un appezzamento di terreno nel villaggio di Monceau, acquisito dal Duca di Chartres nel 1769, organizza un “giardino di piacere” in stile anglo-cinese, in seguito definito la “Follia di Chartres”. Luoghi d’arte, perfetta o bislacca o visionaria o di opulenta magnificenza, raccontati nei viaggi di fine Settecento da artisti come Jan van Nickelen o George Lambert o dal veneziano Bernardo Bellotto ( imponente “vedutista” come il più famoso zio Antonio Canal – Il Canaletto), così come dagli aristocratici Conti del Nord (eredi al trono di Russia) o dal Principe di Ligne o, nella tappa obbligata del “Grand Tour” su e giù per l’Italia, da pittori come il francese Hubert Robert o Jean-Honoré Fragonard, fra i massimi esponenti del rococò. Pagine di grande portata storica, oltreché artistica, come quelle letterarie rappresentate dalle “Lettres historiques et critiques sur l’Italie” scritte, fra il 1739 e il 1740, da Charles de Brosses o da due grandissimi scrittori appassionati d’Italia, come Stendhal e Goethe che, da nord a sud della penisola si spingono il primo fino a Napoli, il secondo fino in Sicilia. E la storia continua. Fra Otto e Novecento, con due viaggiatori americani d’eccezione, Henry James e Edith Wharton, l’Italia si conferma ancora terra di giardini, fonte esemplare di ispirazione per quelli d’Oltreoceano.
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A corollario della mostra, nel Parco Basso della Reggia si potrà anche ammirare la nuova installazione di Giuseppe Penone realizzata a completamento del suo “Giardino delle Sculture Fluide”: sette sculture in marmo dal titolo “Anafora” collocate quali tomi di libri nelle sette grotte del grande Muro Castellamontiano. Inoltre i Giardini della Venaria presentano anche la rassegna “Viaggio fotografico nei Giardini delle Residenze Reali d’Europa”: 120 scatti con scorci da brividi, a partire dalla Reggia di Caserta al Cremlino a Versailles fino agli Historic Royal Palaces inglesi.
Gianni Milani
“Viaggio nei giardini d’Europa. Da Le Notre a Henry James”
Reggia di Venaria – Sala delle Arti, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (TO); tel. 011/4992333 o www.lavenaria.it
Fino al 20 ottobre
Orari: dal mart. al ven. 10/18, sab. dom. e festivi 10/19,30, lun. chiuso
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Nelle foto
“Sono Jessica Costanzo, membro della Commissione XI, Lavoro Pubblico e Privato, alla Camera dei Deputati ed eletta nel collegio Piemonte 1. Vi scrivo per il caso di Deniz Pinaroglu, giornalista e blogger turco trattenuto da quindici giorni circa al Cpr di Torino. Come saprete, la definizione della pratica per l’ottenimento della protezione internazionale è ancora in alto mare, vista la necessità di appurare quale Stato tra Italia e Grecia abbia competenza per esaminare la domanda, incastrando dunque normative concorrenti, tra cui il regolamento UE 604/2013 (cd. Dublino 3) e il nostro decreto legislativo 25/2008, che regolamenta il procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale. Nel frattempo però Pinaroglu ha avviato lo sciopero della fame, ritenendo ingiusta la sua detenzione al Cpr in quanto oppositore politico del regime di Erdogan. Scrivo dunque per sollecitare la Commissione ad avviare al più presto la pratica, che so necessitare di un ulteriore passaggio presso la Questura di Torino. Per quanto possibile nell’esercizio delle mie funzioni, chiedo la massima celerità possibile affinché possa sbloccarsi una situazione paradossale e che rischia sempre più di avvitarsi su se stessa, tra le infinite pieghe della burocrazia, senza tener conto della situazione precaria di salute che va continuamente aggravandosi”.
Greenpeace: “basta cibo che divora le foreste”
Riceviamo e pubblichiamo
Oggi, secondo giorno dello “sciopero internazionale per il clima” i volontari di Greenpeace hanno svolto un’attività di sensibilizzazione davanti ad alcuni fast fooddella città con l’obiettivo di mostrare il legame fra gli incendi in Amazzonia e la produzione industriale di carne e mangimi come la soia.
Lo sciopero internazionale per il clima è stato indetto per ricordare a tutte e tutti che siamo in uno stato di emergenza. Non possiamo difendere il clima del Pianeta se non difendiamo le foreste. Eppure, in Brasile, l’Amazzonia continua a bruciare per fare spazio ai pascoli di bestiame e in tutto il Sud America le foreste vengono distrutte per produrre quantità insostenibili di carne e fare spazio a colture destinate alla mangimistica.
L’Unione europea, durante il Vertice G7 a Biarritz (Francia) ha dichiarato di voler difendere l’Amazzonia stanziando fondi contro gli incendi, eppure continua a sostenere con sussidi pubblici il sistema industriale di produzione della carne e ha elaborato un Piano d’azione contro la deforestazione che non affronta i costi ambientali e umani delle proprie politiche commerciali e agricole. In questo modo, continua a permettere a una manciata di multinazionali di accedere a nuovi mercati a scapito della necessità di valutare il costo ecologico, climatico e umano degli accordi commerciali in cui è coinvolta, come rischia di accadere nel caso dell’accordo di libero scambio Ue-Mercosur.
Greenpeace chiede quindi all’Unione europea una normativa in grado di garantire che i prodotti immessi sul mercato europeo non siano collegati alla deforestazione, al degrado delle foreste o alle violazioni dei diritti umani, e di assicurare che il settore finanziario non sostenga questa devastazione. L’associazione ambientalista chiede inoltre una riforma della Politica Agricola Europea (Pac) con misure efficaci per ridurre la produzione di carne, tagliando i sussidi pubblici alla produzione industriale di carne e utilizzandoli invece per una vera transizione verso metodi di produzione ecologica.
A giocare un ruolo chiave sono anche le grandi multinazionali. Per quanto riguarda il settore agroalimentare i fast food, ad esempio, utilizzano grandi quantità di materie prime agricole la cui produzione è fra le principali cause di deforestazione in Brasile. Inoltre, commercializzando grandi quantità di prodotti a base di carne nei mercati emergenti e in tutto il mondo, contribuiscono alla crescita della domanda mondiale di carne. Nonostante abbiano sottoscritto impegni di “Zero Deforestazione”, McDonald’s, Burger King, KFC e altre catene di fast food non stanno rispettando gli impegni presi.
Greenpeace ha promosso le petizioni:
“La foresta non è un discount” https://attivati.greenpeace.it/petizioni/foreste/
“Il Pianeta nel Piatto” https://attivati.greenpeace.it/petizioni/allevamenti-intensivi-ambiente/
Si è appena concluso presso l’Allianz Stadium il match Juventus – Verona, valevole per il campionato di Calcio Serie A stagione2019/2020, alla presenza di 39.945 spettatori, di cui 938 tifosi ospiti.
Non è stata riscontrata alcuna criticità per l’ordine pubblico: tutti i servizi predisposti dal Questore di Torino si sono svolti regolarmente nella fase antecedente, concomitante e successiva all’incontro calcistico.
I servizi di prevenzione hanno consentito al personale della Digos di Torino di identificare oltre 50 supporter della Juventus con maglie e felpe recanti loghi dei gruppi ultras coinvolti nell’indagine “Last Banner”. Nei loro confronti verranno elevate le sanzioni amministrative previste per la violazione del Regolamento d’uso dell’Allianz Stadium.
Tre tifosi dell’Hellas Verona sono stati denunciati dal personale della Polizia di Sato e verranno indagati in stato di libertà per aver danneggiato alcuni ciclomotori parcheggiati all’altezza della Tribuna Nord.
Un tifoso juventino è stato, infine, identificato e denunciato dopo aver sottratto indebitamente un pallone finito sugli spalti della Curva Sud; all’esito dell’attività il pallone è stato riconsegnato alla Società.
Il suo nome è Krokodil, coccodrillo, una nuova droga che arriva dalla Russia ed è stata scoperta per la prima volta dai carabinieri nel Torinese. Arrestato un quarantasettenne di Torino, che in base alle indagini spacciava in casa e riceveva i clienti su appuntamento telefonico. I militari dell’Arma di Venaria hanno sequestrato 77 grammi di Krokodil, sei grammi di cocaina e un telefono cellulare. Lo stupefacente era nascosto nel manico di una scopa. E’ un narcotico a base di codeina che in Russia ha riscontrato molta popolarità negli ultimi anni. Prende il nome coccodrillo per l’effetto che produce sulla pelle di chi lo assume, causa lacerazioni ai tessuti. Il pusher vendeva ogni dose a venti euro, prezzo economico rispetto ad altre sostanze.
Senza biglietto, picchia il controllore Gtt
Ha preso a calci e pugni uno dei controllori che lo avevano sorpreso senza biglietto a bordo di un autobus, ed è stato arrestato dalla polizia. Già noto alle forze dell’ordine, l’uomo viaggiava su un mezzo della linea 30. in corso Casale. Ai piedi della collina è stato controllato da tre operatori della Gtt che con lui sono poi scesi per le formalità della sanzione amministrativa. Ma il passeggero ha mostrato dei documenti falsi e, alle rimostranze dei controllori, li ha minacciati colpendone uno con pugni al torace. L’aggressore è scappato verso la zona della Gran Madre, dove gli agenti della squadra volante lo hanno rintracciato e arrestato per resistenza, violenza e lesioni a P.U. e denunciato per minacce e false attestazioni sull’identità personale. Il controllore è stato giudicato guaribile in tre giorni.