ilTorinese

Gallo (Pd): “Battaglia vinta per le istituzioni”

” IL CENTRODESTRA SI VOTI IL REFERENDUM DI SALVINI”

“Lasciamo al centrodestra l’onere e l’onore di votarsi emendamenti e delibera referendaria. In questa lunga maratona che ci è stata imposta da Salvini e dalla Lega e che ha avuto la precedenza sui veri interessi del Piemonte, abbiamo provato, in tutti i modi, a far capire alla maggioranza l’assurdità di questo provvedimento. Ci fermiamo perché siamo riusciti a fare emergere i dubbi di costituzionalità e le posizioni contraddittorie di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia” ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo, esprimendo la posizione del suo Gruppo.

“Il centrodestra, in questi tre giorni – ha proseguito Gallo – non ha fatto un intervento nel merito della questione per spiegare le proprie idee e le proprie posizioni. In campagna elettorale Cirio ha sbandierato la necessità di semplificare e sburocratizzare le norme: la proposta referendaria occuperà 22-25 pagine. Un controsenso. Le minoranze hanno utilizzato gli unici strumenti che avevano per esprimersi, per denunciare un vulnus istituzionale: il Regolamento del Consiglio regionale. Il centrodestra quando si è conto che non sarebbe arrivato al termine della maratona ha fatto una forzatura chiedendo il contingentamento dei tempi di discussione. Peccato che il contingentamento si usi solo per i provvedimenti importanti per la vita della Regione. Questo non lo è. Nei prossimi mesi la maggioranza sarà costretta a confrontarsi e a dibattere con noi, non potrà trincerarsi sempre dietro a desideri e diktat di Salvini”.

Il Ninja. Ti aspetto dove il tempo si è fermato

LIBRI / Incontro con la scrittrice Stefania Panetta

“Il Ninja” è un romanzo che racconta di come sia sufficiente un attimo a cambiarti la vita.

E’ stata proprio l’autrice, Stefania Panetta, classe 1991 di Torino, laureata in Scienze della Comunicazione, a spiegarci il perché:

Il Ninja viene considerato un romanzo d’amore. In realtà oggi, dopo averlo riletto più o meno un centinaio di volte, penso che sia più la storia di una crescita personale, quella della protagonista. E’ un invito a imparare a conoscere se stessi, ma soprattutto a capire che tipo di persona desideriamo affianco a noi.
Il libro parla di una ragazza, Serena, che ha deciso di percorrere una strada “lineare”: ha studiato all’università, ha trovato un lavoro ed è fidanzata da circa otto anni con il suo primo amore. Nessun ostacolo sembra interrompere il suo cammino, finché un giorno cambia tutto e le sue certezze si sgretolano una dopo l’altra sotto i suoi occhi. E’ a questo punto che Serena comincia a crescere e a chiedersi se quella che aveva vissuto fino a quel momento, fosse davvero la vita che desiderava. In questo percorso incontra Matteo, un uomo più grande di lei che le fa guardare il mondo da un’altra prospettiva. Inutile dire che tra i due inizia un rapporto decisamente particolare, che sarà ricco di colpi di scena!

Perché questo titolo, Il Ninja?

“In effetti potrebbe essere fuorviante, ma se ci pensate bene, ognuno di noi è stato un po’ Ninja nella vita. Nella concezione che abbiamo noi di questa figura, il ninja è un personaggio chiave nei film perché arriva nel momento in cui la situazione sembra disperata, la risolve e scompare in una nuvola di fumo. Credo che ognuno di noi si sia comportato così o abbia incontrato qualcuno così almeno una volta nella vita.”

Quanto c’è di te in questo libro?

“Molto. Chiaramente tante cose sono state romanzate, ma considero Serena (la protagonista del libro) come la parte più nascosta di me, quella più vera, che può permettersi di essere pessimista o di vedere il mondo da una prospettiva diversa da tutti gli altri.”

Anche la tua famiglia ha avuto un ruolo importante nella pubblicazione del libro, giusto?

“Assolutamente. E’ grazie a loro se mi sono convinta a mandare il manoscritto alle case editrici ed è grazie a loro se ho coltivato la mia passione per la scrittura fin da bambina. La mia famiglia mi ha insegnato che sognare è giusto ed è un dovere anche se i giovani della mia età vengono educati ad accontentarsi.”

Ci sarà un seguito del romanzo?

“C’è una nuova storia in cantiere e posso anticiparvi che parlerà sempre d’amore, in fondo è quello il motore che fa muovere il mondo, no?”

 

“Il Ninja” lo trovate in tutti gli store online e su Amazon:

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Presentato a Torino il progetto “Caserme Verdi”

Razionalizzazione e riqualificazione energetica ed ambientale delle caserme
 Si è svolto ieri, al Palazzo dell’Arsenale, il convegno “Caserme Verdi – per un Esercito all’avanguardia in un Paese moderno”, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, del Prefetto di Torino Claudio Palomba, del Sindaco della città di Torino Dott.ssa Chiara Appendino, di numerose altre autorità e qualificati esponenti del mondo universitario, industriale, della ricerca e dei media.
Il Generale di Divisione Vasco Angelotti, Capo Dipartimento Infrastrutture dello Stato Maggiore Esercito ha aperto i lavori illustrando i lineamenti progettuali dello “Studio Grandi Infrastrutture – Caserme Verdi”. Successivamente sono intervenuti il professor Paolo Mellano, direttore del Dipartimento architettura e design del Politecnico, l’architetto Rosa Gilardi, capo della direzione urbanistica del comune di Torino e il professor Marco Perino, ordinario di fisica tecnica e direttore del dipartimento di energia del Politecnico, moderati dalla giornalista Beatrice Bortolin di NewsMediaset.
Nel proprio intervento, il Generale Farina ha evidenziato l’importanza di ammodernamento del parco infrastrutturale attraverso la realizzazione di basi militari di nuova generazione, che risultino efficienti, funzionali, ispirate a criteri costruttivi innovativi con basso impatto ambientale e ridotti costi di manutenzione, necessari sia per la sicurezza e il benessere dei soldati sia per aumentare l’integrazione sociale attraverso l’apertura di strutture ricreative anche alla popolazione civile residente nelle zone contermini.
Il Capo di SME ha poi aggiunto: “CasermeVerdi” è molto più di uno studio perchè stiamo già operando in modo fattivo e concreto che porterà numerosi vantaggi tra cui l’apertura alla popolazione, migliori standard di efficienza energetica e riduzione del footprint ambientale. In Piemonte il progetto coinvolgerà la caserma Riberi di Torino e la “Manuel Fiorito” di Candiolo, il comprensorio inclusivo “Dalla Chiesa – Perotti” di Fossano e la caserma “Babini” di Bellinzago Novarese. Tale studio, – ha poi concluso il Generale Farina -, rappresenta un’immensa opportunità per il personale dell’Esercito, della Difesa e dell’intero Paese, laddove consentirà alla funzione militare di supportare la comunità territoriale”.
La sindaca Appendino, durante il suo indirizzo di saluti, ha sottolineato che “con “Caserme Verdi” si arricchisce la collaborazione da tempo attiva fra il Ministero della Difesa e la Città di Torino. Infatti, dopo le dismissioni di alcuni siti militari cittadini per essere riqualificati e destinati a servizi pubblici, questo progetto offrirà l’opportunità ai torinesi di frequentare e fruire di nuovi spazi attrezzati, per il tempo libero e non solo.
L’idea di aprire le porte delle caserme ha inoltre una forte componente simbolica, cioè quella di mettere a disposizione della cittadinanza luoghi che fino a poco tempo prima venivano considerati chiusi e inaccessibili. I contenuti del progetto “Caserme verdi” – ha aggiunto la prima cittadina del capoluogo piemontese –  vanno ben oltre l’operazione di riqualificazione del patrimonio militare, perché possono indubbiamente contribuire a rendere migliore la qualità della vita in quelle basi dove il personale dell’Esercito svolge la propria attività professionale e, al contempo, favorire le relazioni sociali con la popolazione civile che vive intorno ad esse”.
Lo “Studio Grandi Infrastrutture – Caserme Verdi” coinvolge al momento 26 caserme dislocate su tutto il territorio nazionale e prevedrà cinque diverse aree funzionali: area comando, addestrativa, logistica, sportiva ricreativa, alloggiativa. Il progetto, partendo da inderogabili necessità di sicurezza e benessere del personale – inteso sia come persona sia come soldato che rappresenta un’importante risorsa operativa da addestrare e rendere efficiente – è stato sviluppato su direttrici quali rispetto dell’ambiente, bassi consumi energetici, e basso impatto finanziario con indiscutibili ricadute sul tessuto economico e sociale delle aree interessate prossime alle caserme.

Commercialisti in sciopero

Tutte le nove associazioni di rappresentanza dei Commercialisti aderiscono alle giornate di sciopero del 30 settembre e primo ottobre prossimi

 

Nei giorni 30 settembre e 1 ottobre è stata proclamata l’astensione degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dalle associazioni nazionali dei Commercialisti ADC-AIDC-ANC-ANDOC-FIDDOC-SIC-UNAGRACO-UNGDCEC-UNICO, nel rispetto delle modalità contemplate dal codice di autoregolamentazione dell’Ordine. L’astensione riguarderà la trasmissione telematica, quali intermediari, dei modelli di pagamento F 24 nei giorni 30 settembre e primo ottobre, e la partecipazione ad udienze presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali dal 30 settembre al 7 ottobre prossimi.

“Si tratta di uno sciopero di carattere storico – spiega il dottor Marco Ziccardi, commercialista torinese e presidente dell’Accademia Dottori Commercialisti, nata a Torino nel dicembre 2017 affiliata all’Andoc (Associazione Nazionale Dottori Commercialisti) – in quanto vi hanno aderito tutte le sigle sindacali ed ha ricevuto l’appoggio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti. Chiediamo al Ministero dell’Economia e delle Finanze una minore burocratizzazione, che oggi grava sugli studi professionali e sui loro clienti, ed una maggiore certezza nel diritto tributario che, a differenza di altre branche del diritto, è soggetto in Italia a cambiamenti continui ed incessanti”.

“Il Governo infatti – prosegue il dottor Ziccardi – con il suo silenzio-assenso si assume la responsabilità politica della violazione dei diritti del contribuente, che è insita nella introduzione stessa dello strumento egli ISA e nella più generale gestione dei rapporti tra Erario e Contribuente. I commercialisti non possono né devono essere considerati un semplice strumento di riscossione, proprio nel momento in cui si palesa l’esigenza di incrementare il gettito tributario. Rivendichiamo, invece, un ruolo attivo nel costruire un nuovo contesto normativo tributario nazionale”.

“Due sono gli obiettivi – prosegue Marco Ziccardi – che noi commercialisti ci prefiggiamo con questo sciopero, la piena e vera attuazione dello Statuto del Contribuente, con veri poteri da attribuire ai Garanti del contribuente di inibire l’applicazione delle norme che risultano vessatorie, e la realizzazione di un rapporto tra Stato e professionisti, che siano esperti e qualificati in materia tributaria. Ogni nuova norma dovrà essere concertata con le rappresentanze di categoria, come avviene in ogni altra relazione sociale e industriale. I commercialisti devono, altresi’, essere tutelati nell’esercizio della loro professione dalla concorrenza sleale di soggetti che operano al di fuori dell’Ordine dei Dottori commercialisti, soggetti che non seguono l’aggiornamento professionale obbligatorio per tutti gli iscritti, pari a 30 crediti l’anno, e che svolgono abusivamente la professione”.

L’ Accademia dei Dottori commercialisti, nata a Torino nel 2017, nasce come associazione di secondo livello per aggregare   e rappresentare, a livello istituzionale nazionale, le diverse Accademie territoriali dei Dottori commercialisti, allo scopo di porre al centro del loro operato il rispetto per la meritocrazia, la cultura e l’etica.

 

Mara Martellotta

 

Cambia sede il Centro Malattie Sessualmente Trasmesse

Trasferimento  (MST) dall’ospedale San Lazzaro al Centro per la Salute Sessuale del presidio “Sperino” di via Juvarra 19

Si comunica che, in attuazione della DGR n. 87-8996 del 16 maggio 2019, a partire da lunedì 30 settembre le attività del Centro Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) della Città della Salute di Torino verranno trasferite dall’ospedale San Lazzaro al Centro Unificato dell’ASL Città di Torino, che ha sede presso il Presidio “Sperino”, via Juvarra 19, piano seminterrato.

Il Centro Multidisciplinare per la Salute Sessuale della Città di Torino Ce.Mu.S.S. continuerà a garantire ai cittadini le prestazioni di diagnosi e cura delle infezioni trasmesse per via sessuale, con accesso diretto, in gratuità ed anonimato, integrandole con nuove funzioni per la promozione della salute sessuale, con la collaborazione dei medici, chirurghi e dermatologi della Città della Salute di Torino.

Il Centro multidisciplinare opererà in stretto raccordo con i servizi sanitari a vario titolo dedicati (malattie infettive, dermatologia, ginecologia ed ostetricia, rete dei consultori, rete dei servizi vaccinali) e svolgerà attività di prevenzione e promozione della salute, diagnosi e cura delle infezioni, consulenza psicologica, assistenza alle vittime di violenza sessuale, consulenza e supporto alla programmazione regionale, attività di sorveglianza epidemiologica, formazione e ricerca scientifica.

Daspo decennale agli ultras bianconeri

 Il Questore di Torino, ha irrogato 38 provvedimenti Daspo nei confronti degli esponenti di rilievo delle tifoserie ultras della squadra Juventus F.C., coinvolti a vario titolo nell’operazione “Last Banner” . Per la prima volta sono stati emessi provvedimenti con durata decennale. I dettagli saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà in questura alle 10,30.

La Regione sceglie il referendum maggioritario

Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris

Dopo tre giorni di discussione, con due sedute serali, il Consiglio regionale ha approvato con 31 sì della maggioranza – la minoranza ha abbandonato l’Aula e non ha preso parte al voto in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi – la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Degli otto ordini del giorno collegati l’Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).

Sempre con 31 sì della maggioranza l’Assemblea ha poi approvato la deliberazione che individua quale delegato effettivo dell’Assemblea legislativa per portare la delibera alla Corte di Cassazione il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia  e quale delegato supplente il capogruppo della Lega Nord Alberto Preioni.

L’iter, previsto dall’articolo 75 della Costituzione, ha coinvolto diversi altri Consigli regionali che si sono espressi durante la settimana.

“In una limpida e attonita sfera” al Collegio San Giuseppe

Il tema della “luce” nelle opere di ventidue artisti. In mostra  fino al 18 ottobre

Il titolo della rassegna graffia la suggestione dei versi ungarettiani di “Preghiera” (da “L’Allegria”, ultima edizione 1942) e ci introduce da subito al filo conduttore che lega le oltre sessanta opere assemblate, fino al prossimo 18 ottobre, negli spazi del Collegio San Giuseppe di Torino: il tema della “luce”, simbolo frequente nell’arte e nella letteratura d’ogni tempo. Qui, nelle sale espositive del prestigioso Istituto di via San Francesco da Paola, lo ritroviamo come cifra stilistica e messaggio portante nei lavori di ventidue artisti assemblati nella quarta mostra della terza serie di esposizioni d’arte organizzate e curate da Alfredo Centra (direttore del Collegio), Francesco De Caria e Donatella Taverna. Opere tutte accompagnate da attinenti citazioni liriche – soprattutto di grandi poeti del ‘900– selezionate e ripescate nella memoria, con paziente e saggia indagine ricognitiva, dalla stessa Taverna.

Arte figurativa e grande poesia. Insieme. Luce come sacralità di vita, soprattutto, ed immagine simbolica del Divino, di un esistere e ritrovarsi fra le cose finite del mondo, in virtù di un “Oltre” – infinito ed eterno – cui tendere ed ispirarsi in ogni secondo di esistenza terrena. In un viaggio di ampio, totalizzante e accogliente respiro culturale e fideistico che s’apre con la gestualità astratta di Helen von Allmen (svizzera di Basilea) fortemente ispirata ad antiche tradizioni religiose collegate al “Mandala”, così come alle vivide informali esplosioni di luce create dagli impasti di carta con foglio d’oro di Isidoro Cottino o dall’olio (“Astrazione”) di Susanna Fisanotti e dai delicati ma corposi pastelli di Elsa Lagorio (Torino, 1930– 1992).

Ai simboli islamici della luce si rifanno invece le ceramiche di Elvio Arancio (origini tunisine e profonda praticata fede musulmana), accanto agli stupendi vetri della chierese Monica Dessì: entrambi, a modo loro, autori di una “Fenice” che è fuoco di colore per il primo, tenuto a freno in una sottile poetica iridescenza del vetro fuso per la seconda. L’iter espositivo prosegue, attraverso riferimenti più o meno espliciti alle Scritture, con un dipinto grandioso come la candida “Figura femminile” di Luigi Rigorini Jr. (moderna Samaritana, accanto alla fonte – pozzo di Giacobbe?), sconvolta dal messaggio di luce accecante che l’investe e che tanto s’avvicina alla drammatica “Ultima luce” di Ottavio Mazzonis (Torino, 1921 – 2010), essenza spirituale del Cristo morto, “aurora radiante – recitano accanto i versi di Neruda – coi suoi bei colori” che “annuncerà alle anime che l’Amore è venuto”. Grande famiglia d’arte, quella dei Rigorini è rappresentata in rassegna anche da un armonico disegno déco del nonno Luigi Rigorini Sr. (Novara, 1879 – Torino 1956) e dai paesaggi di forte impronta turneriana del padre Antonio Rigorini (Torino, 1909 – 1997).

Superbo nella sua struggente malinconica bellezza l’“Autoritratto rosso e oro” di Pino Mantovani, critico d’arte e pittore, fra i più interessanti esponenti dell’innovazione figurativa novecentesca. Il viso segnato dal tempo emerge dallo spazio rosso di un taglio astratto, protetto da tre angeli (o spettri?), realizzati nell’imponenza delle ampie informi tuniche su tela grezza che lascia filtrare misurate impronte di luce. A seguire la cupa grafia, interrotta da minimi barbagli luminosi, di Mario Gomboli (Firenze, 1946 – Torino, 2014), l’ansiogeno surrealismo dell’alessandrino Vito Oliva e la prorompente   informalità della canavesana Rita Scotellaro. Composta e solare è di contro la “Venezia” di Anna Maria Palumbo, come splendida e “scientifica” la “Montagna di luce” di Eugenio Gabanino; tutt’altro dai tormentati “miraggi” di Valeria Carbone e dell’esile cometa che fatica a spezzare il buio infinito in cui viaggiano i “Magi” dell’oristanese Ilio Burruni (Ghilarza, 1917 – Torino, 2016). Simboli di luce perfetta, sono infine i geometrici “acciai” di Massimo Ghiotti, accanto alla tenera malinconia de “L’addio” di Carla Parsani Motti e alle sospese essenziali atmosfere dell’alsaziano Jean Louis Mattana (Reims, 1921 – Torino, 1990). A chiudere il percorso, la stupenda “Crocifissione” di Laura Maestri (Alessandria, 1919 – Torino, 1986): blu e nero, corpi grevi e senza volto, abbandonati alla morte e al dolore, ma sorvegliati dall’alto da una grande sfera di luce. La certezza dell’“Oltre”. A commento, dall’“Apocalisse” (22, 3-5): “Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo adoreranno; vedranno il suo volto e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli”.

Gianni Milani

“In una limpida e attonita sfera”

Collegio San Giuseppe. Via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino al 18 ottobre

Orari: dal lun. al ven. 10,30/12,30 e 16/18; sab. 10,30/12. Ingresso libero

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Nelle foto

– Monica Dessì: “La Fenice”

– Luigi Rigorini Jr.: “Figura femminile”
– Ottavio Mazzonis: “Ultima luce (XIV Stazione Via Crucis)”
– Pino Mantovani: “Autoritratto rosso e oro”
– Jean-Louis Mattana: “Tramonto”
– Laura Maestri: “Crocifissione”

Iren aumenta gli investimenti

Iren è pronta a cogliere opportunità di sviluppo anche di dimensioni rilevanti e per il 2024 prevede investimenti (+10%) e marginalità (Ebitda oltre 1 mld €) in crescita.

 

 

3,3 miliardi di euro di investimenti, Ebitda atteso a oltre 1 miliardo di euro, centralità del cliente/cittadino nelle scelte strategiche, focus sull’economia circolare e volontà di cogliere opportunità di sviluppo anche di dimensioni rilevanti.

 

Sono questi i principali obiettivi del piano industriale di Iren al 2024 presentato ieri a Milano alla comunità finanziaria. Un piano fortemente orientato allo sviluppo che prevede una crescita organica pari a 200 milioni di euro, sostenuta da investimenti nelle reti, volti a massimizzare qualità ed efficienza dei servizi, nell’ambiente, per progetti riguardanti l’economia circolare e lo sviluppo di impianti di trattamento rifiuti, nel settore Energy grazie all’estensione del teleriscaldamento e a una maggiore flessibilizzazione degli impianti di produzione elettrica. A questi si aggiungono la riconferma delle concessioni in scadenza in ambito gas, servizio idrico integrato e raccolta rifiuti, la partecipazione a gare gas in atem di interesse e la crescita della customer base con il raggiungimento di 2,25 milioni di clienti al 2024 con un forte focus sullo sviluppo di servizi aggiuntivi come il new downstream, l’e-mobility, i pagamenti digitali e il miglioramento della customer experience.

 

Un percorso di crescita sostenuto da efficienza, con il raggiungimento di sinergie per 62 milioni di euro; sostenibilità, con 2 miliardi di euro di investimenti previsti in progetti di economia circolare, uso delle risorse idriche, decarbonizzazione e creazione di città resilienti; persone, favorendo il ricambio generazionale e lo sviluppo di nuove competenze, e digitalizzazione dei processi del Gruppo, per i quali sono previsti 350 milioni di euro di investimenti per rendere più efficiente l’organizzazione e fornire servizi a elevato valore aggiunto a clienti e cittadini.

 

Secondo Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato del Gruppo Iren, “il Piano Industriale 2019-2024 conferma l’impostazione strategica attuata negli ultimi anni, convalidandone i pilastri industriali di centralità e valore del cliente, transizione energetica, sostenibilità delle risorse e rivoluzione tecnologica. L’obiettivo del piano è quello di rafforzare il profilo industriale del Gruppo investendo nella crescita, nell’efficienza dei processi e nell’eccellenza operativa al fine di mantenere un ruolo centrale nel percorso di consolidamento del settore. A tal fine sono stati inseriti a piano progetti considerati opzionali lo scorso anno, incrementando del 10% il valore complessivo degli investimenti che raggiunge i 3,3 miliardi di euro.”

 

In questo scenario di investimenti e marginalità crescenti, forte della priorità strategica riservata alla crescita sia organica sia per linee esterne – grazie al miglioramento della qualità della posizione finanziaria netta favorita dall’operazione di OLT appena conclusa e agli investimenti corporate effettuati – il Gruppo Iren si appresta a cogliere opportunità di sviluppo anche di dimensioni rilevanti grazie al modello di business impostato negli anni e al miglioramento dei ratio finanziari.

 

Dal punto di vista finanziario, il piano industriale prevede un rapporto posizione finanziaria netta/EBITDA a 2,4x al 2024, un utile netto a fine piano a 300 milioni di euro e conferma la dividend policy che prevede un incremento costante del dividendo del 10% annuo con un pay-out ratio medio che passerà dal 50% circa del 2019 al 60% a partire dal 2022.

 

“Il piano industriale appena approvato manifesta l’intenzione del Gruppo di perseguire nel track record di crescita dimostrato negli ultimi anni, incrementando ulteriormente gli investimenti (+86% rispetto al piano del 2015), con importanti ricadute sui territori in cui operiamo in termini di creazione di valore. L’attenzione ai territori e alle comunità è evidente anche nella qualità degli investimenti pianificati dei quali 2 miliardi di euro sono destinati a progetti con impatti positivi in termini di sostenibilità ambientale e sociale. Ci vogliamo porre come soggetto abilitatore allo sviluppo dei territori serviti, aiutandoli ad affrontare le sfide di sostenibilità economica, energetica e ambientale e i nuovi scenari di innovazione nei servizi”, ha concluso Renato Boero, Presidente del Gruppo.

 

Per quanto riguarda il Piemonte, il Piano Industriale al 2024 di Iren prevede:

 

  • – il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata al 61%, in crescita del 12% rispetto a oggi,
  • – la realizzazione di 3 impianti di trattamento dei materiali raccolti in maniera differenziata:
    • o 1 impianto a Borgaro di selezione e separazione della carta/plastica
    • o 1 impianto a Vercelli di produzione di pallet derivante da legno raccolto in maniera differenzia
    • o 1 biodigestore a Santhià che tratterà la frazione organica producendo biometano.
  • Aumento delle volumetrie teleriscaldate (+10 milioni di metri cubi) grazie alla realizzazione di sistemi di accumulo di calore (costruzione di 2 impianti di storage)
  • 1 impianto di storage elettrico a Torino Nord
  • 1 impianto di raffreddamento ad aria della centrale di Moncalieri che sostituirà l’acqua del Po attualmente utilizzata per raffreddare l’impianto con conseguente miglioramento dell’impatto ambientale e della disponibilità dell’impianto.

 

 

Complessivamente, il Piano Industriale di Iren al 2024 prevede che il 96% dei 3,3 miliardi di investimenti previsti sia realizzato nei territori di riferimento del Gruppo. In arco piano, Iren investirà quindi 720 euro per ciascun abitante servito, con un incremento del 39% rispetto al periodo 2014-2019 e conseguenti benefici in termini di servizi erogati.

 

Un impatto sul territorio che particolarmente sarà significativo anche alla luce della prevista crescita del personale (tasso di turnover positivo) e dell’indotto generato in termini di occupazione indiretta (+14%).

 

Un’attenzione importante sarà data alla sostenibilità, ambito in cui sono previsti 2 miliardi di investimenti che porteranno a un incremento del 35% dei veicoli elettrici, a una riduzione del 5% delle perdite idriche, a un aumento dell’8% della percentuale della raccolta differenziata, a 1 milione di contatori elettronici installati su gas, acqua, energia elettrica e a 200 milioni di euro di investimenti nell’efficienza energetica.

 

Un torinese nella nazionale di calcio di Poste Italiane

La squadra gialloblu difenderà a Coverciano il titolo conquistato nell’ultima edizione
 La Nazionale di Poste Italiane torna in campo a Coverciano (Fi) per
difendere il titolo di campione della “Azzurri Partner Cup”, il torneo di calcio a 7, arrivato quest’anno
alla terza edizione, organizzato dalla FIGC tra le selezioni degli sponsor della Nazionale Italiana.
Grande attesa quindi nello storico Centro Tecnico Federale, dove sabato 28 settembre si
incontreranno le rappresentative delle aziende partner degli Azzurri.
Tra i convocati della nazionale gialloblu, allenata da Angelo Di Livio c’è il centrocampista Manuele
Desiderio, tesserato a livello dilettantistico nella formazione del Don Bosco Caselle. Un’occasione
unica e di responsabilità per il portalettere di Caselle Torinese selezionato per un appuntamento così
prestigioso.
La Nazionale di Poste Italiane, composta da dipendenti tesserati a livello dilettantistico, si pone
l’obiettivo di valorizzare lo sport come veicolo di integrazione e coesione tra colleghi, per favorire lo
spirito di squadra diffondendo un messaggio di partecipazione e di leale competizione. Attraverso le
attività della Nazionale di calcio, Poste Italiane moltiplica così le occasioni per finalizzare iniziative di
solidarietà e di vicinanza ai territori, interpretando in una chiave popolare e divertente la sua vocazione
di azienda socialmente responsabile.