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Sullo smog rottura tra Regione e Città Metropolitana

L’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati interrompe i rapporti istituzionali con il tavolo sulla qualità dell’aria della Città Metropolitana

«Pronto un tavolo per agire autonomamente con i sindaci della provincia»

«Da ora in avanti la Regione agirà autonomamente convocando i sindaci coi quali concordare le politiche per la riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria». Così l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, dopo l’incidente di questa mattina presso la sede della città Metropolitana, dove si sono incontrati 23 sindaci per pianificare le misure di contenimento delle sostanze inquinanti assieme con la consigliera con delega all’Ambiente, Barbara Azzarà. L’incontro è stato organizzato dalla Città Metropolitana per avviare il confronto coi sindaci sul contenimento degli inquinanti, ma in contemporanea con la firma di partenariato di ripartizione dei fondi comunitari all’EnviPark. «Non è accettabile – ha detto Marnati –che per tre volte consecutive si sia cercato l’incidente pianificando incontri senza verificare la presenza della Regione, che tra l’altro è il principale erogatore di sostegni economici. Questa grave sgrammaticatura istituzionale avrà come conseguenza il fatto che, da ora in avanti, in assenza di scuse formali, agiremo autonomamente».

Conclude Marnati: «Convocherò personalmente in assessorato il tavolo sulla qualità dell’aria con tutti i sindaci per concordare con loro le misure per la riduzione delle sostanze inquinanti. I sindaci sono i nostri primi interlocutori, e sono qui in assessorato regionale sono a casa loro».

Oro e Rolex nei reggiseni per sfuggire ai carabinieri

Orologi Rolex, oggetti in oro e pietre preziose, per  oltre 65mila euro, sono stati sequestrati dai carabinieri nelle abitazioni di tre sinti, due le donne, già noti alle forze dell’ordine. L’intervento dei militari è avvenuto  al campo nomadi di via Lega  a Torino, nell’ambito dei controlli finalizzati al contrasto di truffe e furti in abitazione. Sequestrati anche attrezzi per l’edilizia e una banconota falsa, da 200 euro. Le donne hanno nascosto nei reggiseni i preziosi, probabile provento di furto, e hanno finto di sentirsi male.

Giovane piemontese dona midollo e salva paziente in Inghilterra

 L’inglese affetto da un grave tumore del sangue

 

500 donazioni di Cellule Staminali Emopoietiche da donatore anonimo in Piemonte

 

Pochi giorni fa, un giovane residente in Piemonte, con un atto di grande altruismo e gratuita solidarietà, ha offerto una concreta speranza di guarigione ad un paziente inglese affetto da una grave patologia tumorale del sangue, donando le cellule staminali emopoietiche del midollo osseo (CSE).   Mario (il nome è di fantasia) è risultato l’unico compatibile tra oltre 37 milioni di donatori iscritti nei Registri Internazionali che si rendono disponibili a donare le loro cellule ad un paziente che non conoscono e di cui probabilmente non sapranno mai nulla.

 

Il prelievo coincide con il raggiungimento del considerevole traguardo di 500 donazioni di CSE a scopo di trapianto per pazienti italiani ed esteri, eseguite in Piemonte in 30 anni di attività. L’internazionalità è uno degli elementi di spicco e di forza di questo programma di medicina globale, che consente di realizzare un processo così complesso ed articolato come il trapianto, con donatore e ricevente che vivono anche in Continenti diversi.

Così, nel 32% delle donazioni avvenute nei Centri Prelievo CSE della Città della Salute di Torino (CSS) – e degli ospedali di Cuneo ed Alessandria – le cellule donate hanno raggiunto il paziente al di fuori dei confini italiani in Europa ed USA per lo più, fino al Brasile ed Argentina, in un tempo massimo di 24 ore dal prelievo.

 

I 500 donatori effettivi sono stati selezionati tra gli oltre 70.000 che in questi 30 anni si sono iscritti al Registro tramite i Centri situati nei Servizi Trasfusionali degli ospedali di Alessandria, Cuneo, Ivrea, Verbania, Vercelli, CSS di Torino ed Aosta, coordinati dal Registro Regionale (il cui referente é la dottoressa Norma Ferrero), con sede presso il Centro Regionale Trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso).

La nostra Regione ha contribuito al 12% delle donazioni totali italiane, collocandosi al terzo posto dopo Lombardia e Veneto, che però contano su una popolazione più numerosa.

 

Nel corso degli anni sono cambiate le caratteristiche dei donatori effettivi. Ad esempio, si è delineata una progressiva riduzione della loro età. Infatti il 70% di coloro che hanno donato nell’ultimo quinquennio ha meno di 35 anni ed il 30% ha addirittura meno di 25 anni, a fronte del 50% e 10% rispettivamente nel decennio precedente. I dati della letteratura scientifica evidenziano che le cellule staminali provenienti da un donatore giovane attecchiscono più rapidamente, favorendo la guarigione del paziente. Pertanto la giovane età del donatore è una caratteristica che favorisce la selezione da parte del Centro Trapianti.

Rispetto al genere, si rileva che il 73% delle donazioni proviene da maschi, pur essendo le femmine presenti nel Registro in percentuale leggermente superiore, lasciando quindi intendere che le caratteristiche dei donatori, in particolare peso e fattori biologici, favoriscono la loro selezione rispetto alle donatrici.

Fino al 2004, inoltre, le CSE erano prelevate solo dalle creste iliache delle ossa del bacino. Dal gennaio 2005 è possibile prelevare le cellule anche dal sangue periferico, con procedura di aferesi, dopo stimolazione del donatore con fattore di crescita. Questa fonte attualmente è utilizzata in circa il 70% delle donazioni.

 

In Italia il programma di donazione di CSE è stato avviato nel 1989 con la creazione del Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), presso l’ospedale Galliera di Genova, con l’obiettivo di ricercare soggetti sani, disponibili ad offrire in maniera anonima, volontaria, non retribuita le proprie CSE a scopo di trapianto a pazienti affetti da malattie ematologiche gravi, quali leucemie, linfomi e malattie genetiche, quali la talassemia, che non hanno trovato il donatore compatibile nell’ambito della loro famiglia. La realizzazione del programma è resa difficoltosa dalla necessità di reperire donatori con caratteristiche affini al ricevente per il sistema genetico HLA, che è responsabile del riconoscimento di ciò che è estraneo e quindi del rigetto. Questa regione del nostro genoma presenta dei geni molto variabili, diversi tra un soggetto e l’altro. Le combinazioni tra queste varianti possono essere milioni e solo quando il donatore ha caratteristiche identiche al paziente il trapianto ha una elevata probabilità di successo.

La procedura di ricerca di un donatore non consanguineo è molto complessa e richiede un considerevole impiego di risorse, poiché coinvolge numerosi specialisti e strutture e soltanto dalla sinergia e collaborazione tra le professionalità coinvolte, scaturisce il successo del programma.

Sostegno fondamentale alla realizzazione del programma proviene dalle Associazioni di volontariato, prima tra tutte l’ADMO, che, in collaborazione con l’AVIS e la FIDAS ed altre Associazioni di donatori di sangue, si propone di favorire la cultura della donazione, mediante campagne di informazione e sensibilizzazione.

 

Possono accedere al Registro tutti i soggetti sani di età compresa tra 18 e 35 anni ed in buone condizioni di salute rivolgendosi ad uno dei Centri Trasfusionali della nostra Regione.

Informazioni dettagliate sono pubblicate sul sito web CRT Piemonte: http://www.trapiantipiemonte.it

 

ppb

Il comandante dei Civich ci ripensa e ritira le dimissioni

Il comandante della polizia municipale Emiliano Bezzon ritira le dimissioni e resta  alla guida dei Civich torinesi. Ha infatti chiesto alla sindaca Appendino di respingere le dimissioni, presentate la scorsa settimana in relazione alla polemica per le multe ai monopattini. “Non me la sento di lasciare il comando”, ha detto  Bezzon durante la cerimonia per di anniversario anniversario della polizia municipale. “La Città ha bisogno di lei. Sono contenta che abbia deciso di rimanere”, ha commentato la sindaca.

I 200 milioni di Finpiemonte investiti su tre anni

Da Palazzo Lascaris

I 200 milioni frutto del rientro di una quota del capitale sociale di Finpiemonte verranno investiti in tre anni, fino al 2021. Lo prevede il maxiemendamento della giunta sull’assestamento di bilancio illustrato ieri dall’assessore al bilancio Andrea Tronzano in prima commissione, presidente Carlo Riva Vercellotti.

Nel bilancio pluriennale 83,6 milioni saranno impegnati entro l’anno corrente, 60,2 entro il 2020, 56,2 entro il 2021. “I 90 milioni di investimenti concertati con le parti sociali sono mantenuti così come erano stati definiti nel confronto”, ha precisato l’assessore.

L’assestamento prevede inoltre di trasferire a Finpiemonte 150 milioni originariamente previsti per l’estinzione di uno dei derivati accesi dalla Regione: “Per farlo in coerenza con la richiesta di economicità prevista dalla legge, occorre procrastinare l’intervento, dato che il mercato dei derivati è in crescita rispetto a un anno fa. Per poterlo fare bisogna utilizzare l’elasticità concessa a FinPiemonte, che ha tempo fino al 2022 per cogliere il momento più vantaggioso per l’operazione finanziaria”, ha spiegato Tronzano.

Il maxiemendamento prevede anche l’iscrizione tra le spese obbligatorie della copertura per le borse di studio in eccesso rispetto alle risorse stanziate.

Altri emendamenti prevedono: 100mila euro alla Città metropolitana per il recupero dell’edificio confiscato alla mafia a San Giusto Canavese; 723 mila per la realizzazione di una rotonda sulla viabilità a Sito Interporto; 1,5 milioni per l’aggiornamento dei servizi informatici della protezione civile;  480 mila euro per la copertura di debiti fuori bilancio; un milione per consulenze specialistiche per il rilancio dei settori tessile, Itc e meccanico.

Nella discussione generale Domenico Ravetti (Pd) ha sostenuto che questo assestamento “è povero di indirizzi politici, e quando tentate di esprimerli, come nel caso della riprogrammazione dei fondi Finpiemonte, offrite al sistema economico un rallentamento evidentissimo. Rinviare l’uso di una parte così importante dei fondi al 2021 è una scelta da rivedere, lo proporremo in aula. Maggiori risorse sono necessarie per gli extra Lea e per il dissesto idrogeologico, come per lo sport. Su questi e altri temi proporremo emendamenti”.

Per Alberto Preioni (Lega), “il bilancio è un lascito che ci siamo trovati, non può essere stravolto, ma nei prossimi mesi attueremo il nostro programma di governo. Ad esempio dall’anno prossimo nei nuovi bandi sullo sport si vedrà chiaramente la nostra volontà politica, come nella redistribuzione delle risorse degli  extra Lea su tutto il Piemonte, in modo da dare maggiore peso alle aree periferiche, alle zone lontane.  Siamo comunque disponibili a ragionare su eventuali modifiche dell’assestamento su proposte di buonsenso, anche aprendo un tavolo di trattativa”.

Una proposta di confronto raccolta da Silvio Magliano (Moderati) “per verificare se si vuole davvero segnare un cambiamento, visto che alcune leve si potevano azionare con più coraggio rispetto a quanto fatto in questo assestamento”. “L’assestamento pone le basi per i successivi cambiamenti”, ha risposto Tronzano.

Sean Sacco (M5s) ha definito “molto timido” il provvedimento proposto dalla giunta: “ Non ci sono stati cambi di passo, vedremo cosa emergerà dalla discussione. Spero che ci sia spazio anche per le opposizioni per fare politica, non c’è tempo per grossi ragionamenti sul 2019. Dal previsionale si capirà di più cosa intende fare la maggioranza”.

Marco Grimaldi (Lev) ha criticato le proposte della giunta: “Presenteremo un emendamento sul salva-mutui e altri emendamenti, alcuni ostruzionistici, altri di merito. Sul dissesto idrogeologico, ad esempio, anche la nostra giunta ha avuto le sue alluvioni e abbiamo dato un segnale. Voi neanche quello”.

Nel dibattito sono intervenuti anche Alessandra Biletta (Fi), Sergio Chiamparino, Monica Canalis, Alberto Avetta, Daniele Valle, Diego Sarno, Raffaele Gallo (Pd), Francesca Frediani (M5s) e Maurizio Marrone (Fdi).

Verso l’edizione numero 74 della Mostra di San Giuseppe

Dal Piemonte

Dal 13 al 22 marzo 2020 a Casale Monferrato. D&N Eventi Srl organizzerà l’evento all’insegna della continuità

 

Una primavera di appuntamenti al PalaFiere Riccardo Coppo, dopo la Mostra regionale , dal 3 al 5 aprile arriverà ‘Monferrato Green Farm’

 

Il motore dell’edizione numero 74 della Mostra Regionale di San Giuseppe 2020 ormai da qualche tempo sta girando a pieno regime, anche perché quest’anno (prima novità) le ‘Fiere di primavera’ a Casale Monferrato saranno due. L’edizione numero settantaquattro della Mostra regionale di San Giuseppe a Casale Monferrato si terrà da venerdì 13 a domenica 22 marzo 2020 Ad organizzarla, all’insegna della continuità, sarà nuovamente D&N Eventi di Casale Monferrato, società composta da tre imprenditrici monferrine. . Sede sarà nuovamente il PalaFiere Riccardo Coppo al Quartiere Fieristico della Cittadella. Intanto lo staff di D&N anticipa che “saranno confermati gli ingredienti che hanno contribuito al successo delle ultime edizioni, ovvero l’ingresso gratuito ed il percorso alternato”. Non mancheranno, però, altri graditi ritorni, che sono ormai dei classici, dall’Area Giochi, riservata ai giovanissimi, alla ‘Piazzetta del Gusto’ con l’enogastronomia di diverse regioni italiane abbinata a quella del territorio, ‘Arteinfiera’, ormai alla ventiseiesima edizione, ideata a curata dal critico d’arte (e artista) Piergiorgio Panelli. Tra la ‘riproposte’ ci sarà anche l’Eno-Area che vede, affiancata ai produttori vinicoli, un’area degustazione. Per la ristorazione invece è in arrivo una “novità che alzerà il livello qualitativo dell’offerta”.

Infine sarà allestita nuovamente l’area verde, a cura di Vivai Varallo e dell’Istituto Luparia di San Martino di Rosignano.

E questa sarà una vera e propria anticipazione ‘sul campo’ della prima edizione della seconda delle fiere di primavera.

Dal 3 al 5 aprile 2020, sempre a cura di D&N Eventi di Casale Monferrato verrà proposta nella cornice del PalaFiere Riccardo Coppo, la prima edizione di ‘Monferrato Green Farm – Fiera del verde e dell’agricoltura che proporrà corsi, workshop,attività ludo didattiche, un’area gastronomica dei prodotti Dop e tanto altro per chi ama la natura, il giardinaggio ed il bello.

L’evento ha il patrocinio della Provincia di Alessandria, della Città di Casale Monferrato,Camera di Commercio di Alessandria e la collaborazione di Confartigianato Imprese Alessandria, Confagricoltura Alessandria, , Coldiretti Alessandria, Asproflor, Coniolo Fiori, Istituto tecnico agrario Vincenzo Luparia,Vivai Varallo,Sanber,Costanzo Savio e Doriano.

 

Esercitazione internazionale per il “Nizza Cavalleria”

BRIGATA ALPINA TAURINENSE


Cincu (Romania), novembre 2019. La componente pesante del Reggimento “Nizza Cavalleria” (1°) di Bellinzago Novarese (NO), su piattaforma Blindo Armata “Centauro”, ha terminato l’importante esercitazione internazionale denominata “Scorpion Legacy 2019”, presso il comprensorio addestrativo del Land Forces Combat Training Center “Getica” di Cincu in Romania.

L’addestramento è iniziato il 28 ottobre con un’esercitazione di posto comando che ha impegnato il Comandante del 1° Gruppo Squadroni ed alcuni Ufficiali dello Staff del Comando del “Nizza”. L’attività addestrativa ha avuto come momento conclusivo un’attività a fuoco nelle giornate del 6 e 7 novembre, a cui hanno preso parte due plotoni dello Squadrone Blindo Pesante impiegando dieci Blindo “Centauro”.

Nel complesso, l’attività ha visto più di sessanta soldati dell’Esercito Italiano confrontarsi e addestrarsi con personale internazionale, utilizzando uno scenario tipicamente “combat” su terreni aperti e pianeggianti.
In tale contesto, la situazione operativa ha previsto la risposta ad un attacco convenzionale, attuando in un primo tempo attività tattiche difensive e, a seguire, sviluppando attività controffensive congiuntamente al 20° Battaglione di Fanteria delle Forze Armate rumene, a una compagnia dell’Esercito portoghese e ad una polacca.


In particolare, al “Nizza” è stato assegnato il compito di costituire l’unità di copertura delle forze di manovra, effettuando lo schermo di sicurezza della fronte di Brigata e, successivamente, di raggiungere la zona di raccolta a premessa della fase di contrattacco.

Durante le fasi preparatorie, gli uomini e le donne del Reparto hanno avuto inoltre l’opportunità di addestrarsi, a partiti contrapposti, allo svolgimento di diversi compiti tattici, utilizzando i sistemi di simulazione “Miles”.

L’esercitazione “Scorpion Legacy 2019”, condotta dal personale delle Truppe Alpine inquadrate nella Brigata Alpina “Taurinense”, ha permesso al personale del Colonnello Matteo Rizzitelli, Comandante del “Nizza”, di condurre attività tattiche differenziate in bianco e a fuoco in un contesto Joint e Combined.

Per “Vitamine Jazz” arriva il Quartetto Baracco

Per la Fondazione “Medicina a Misura di Donna”
Giovedì 14 novembre Ospedale Sant’Anna
sala “Terzo Paradiso” via Ventimiglia 3 ore 10.00

“Vitamine Jazz”
138° concerto – terza stagione

“Quartetto Baracco”
Ezio Baracco sax – Roberto Reverso chitarra – Andrea De Ferrari Calvo contrabbasso – Andrea Pelle percussioni

Il gruppo ripropone le atmosfere dei grandi classici del jazz, dal blues allo swing, da Duke Ellington a Miles Davis a Sonny Rollins.  Gli standard jazz costituiscono il cuore del genere e la lingua comune di tutti i jazzisti, di ogni provenienza e di ogni epoca.
Autori e interpreti celebrati internazionalmente, spalancheranno una finestra sulla musica improvvisata che, partendo dal jazz, è diventata uno fra i principali veicoli espressivi della tradizione musicale americana.
I pazienti saranno cullati dolcemente dalle note soft dei musicisti che dalla sala “Terzo Paradiso” si sposteranno al Day Hospital di Oncologia per poi terminare il loro intervento in Maternità.

“Pietre” sul “cammino delle libertà”

Il libro di Antonio Pileggi

Accingersi alla lettura di un libro scritto da una persona tanto cara è complicato, per via del coinvolgimento emotivo. Ritengo sia inevitabile. Si ha il timore di restarne delusi, ma la speranza di trovare nelle pagine il nobile spirito di chi si conosce consente di soverchiare il disagio iniziale.

E’ quanto mi è accaduto al primo sfogliare la carta di “Pietre”, opera di Antonio Pileggi, Presidente dell’Associazione culturale Liberalismo Gobettiano, caro amico e punto di riferimento nella nostra comune casa del pensiero liberale.

Il libro, edito dalla Rubettino, è in verità una raccolta di scritti, forgiati nella fucina feconda della mente di Pileggi, volti a tracciare un percorso chiaro e maturo di quello che noi, vecchi empiristi, definiamo “comportamento liberale”.

Forte dell’esperienza sul campo a vari ed alti livelli, l’autore ci raccolta della grande battaglia, forse la più importante negli ultimi anni in Italia, della difesa della nostra Costituzione dai maldestri colpi d’accetta di qualcuno, per fortuna resi inefficaci dalla vittoria del No al Referendum del 4 dicembre 2016. Fu un muro democratico al “al disegno oligarchico voglioso di farsi una nuova Costituzione di comodo intrecciata con una legge elettorale di comodo e incostituzionale”. Le future generazioni di questo Paese, se qualcuno gli ricorderà quanto accaduto, dovranno essere riconoscenti a chi ha avuto il coraggio di opporsi al sinistro progetto e il popolo lo ha capito, salvando non la conservazione delle cose, come demagogicamente qualcuno ha accusato, ma la democrazia stessa di un paese, da sempre incline ad assecondare la sua conveniente simpatia per le varie forme di fascismo, come lucidamente diagnosticò Ennio Flaiano.

Dalla Costituzione italiana alla Scuola o, meglio, al Diritto allo studio, tema carissimo all’autore, il quale vede, come non condividere?, nell’“impoverimento generale del Paese”, da cui deriva la scarsità di risorse da destinare alla formazione dei nostri giovani, un legame preoccupante col sempre più diffuso “disagio sociale”. Disagio di cui oggi, sconcertati, vediamo i frutti velenosi, quale il gretto razzismo che, a più livelli, sta emergendo dalle cronache quotidiane.

Figuriamoci, poi, se intubiamo il problema nello stretto canale miasmatico di una “Pubblica amministrazione feudalizzata”, lontana da quella promossa negli anni dal liberale Pileggi, nella sua lunga esperienza professionale e lavorativa. E’ un problema di cultura e, quindi, di cultura politica, di cui è responsabile una classe dirigente “non” formatasi in partiti deformati nel nuovo ruolo di meri “strumenti per aggregare consensi e per la scalata a posizioni di potere da parte di singoli o di gruppi”. A tale morbo non si è sottratto neanche il variegato e disgregato mondo liberale con il caso emblematico del PLI e le vicende della lista Alde alle elezioni europee del 2014.

Sul finire dello svolgersi degli eventi, ci si può porre legittimamente la domanda su quali conclusioni addivenire con la lettura di Pietre. E’ lo stesso autore che dipana il velo, qualora ve ne fosse bisogno: l’importanza della partecipazione attiva. “Partecipazione attiva” è una locuzione alquanto complessa, perché è figlia di uno sforzo dinamico di cui ciascuna generazione necessita. E’ movimento e, infatti, Pileggi parla di “cammino delle libertà”. L’uomo non è stato creato per morire di staticità, ma progredisce, tramite i suoi errori inciampa fino a deturparsi, ma ha comunque bisogno di agire. E’ nella sua natura. Affinché il suo sia un progredire e “i furbi e i furbastri” non riescano nel tentativo di “violentare il diritto del singolo e delle comunità intermedie”, servono regole. E perdonate se confido che, per chi scrive come per Pileggi, il metodo liberale rappresenta il laicamente sacro propulsore di regole a garanzia delle libertà e dei diritti dell’uomo.

A tal riguardo, in Pietre sono presenti due scrigni contenenti il tesoro prezioso del Liberalismo: il noto Manifesto di Oxford del 1997 e un Piccolo abbecedario, redatto nel 2014 da Pileggi, la cui lucidità culturale e politica qui raggiunge l’apice.

Ecco! Il Piccolo abbecedario liberale di Antonio Pileggi è il più bel manifesto dei tempi odierni. In esso vi è tutto ciò di cui un uomo necessita nell’intraprendere il suo cammino per le libertà.

 

Massimiliano Giannocco

Tecnici del Comune prossimi allo sciopero. Altra grana per la sindaca?

Riceviamo e pubblichiamo

Le condizioni nelle quali i lavoratori tecnici devono lavorare sono condizionate da norme complesse in continua evoluzione oltre che dai vuoti normativi e le sentenze che si susseguono talvolta contraddicendo modus operandi sino a quel momento seguiti. A tutto ciò oggi si somma l’effetto del mancato turnover imposto da ragioni di bilancio e da normative che hanno di fatto bloccato sia l’assunzione di nuove leve che la valorizzazione del personale interno il quale a fronte di una grande esperienza acquisita, spendibile nell’ ente se opportunamente posizionata nell’ambito dell’organigramma dei profili tecnici. In questi anni le Aree tecniche della Citta di Torino, composte da figure professionali tecniche (ingegneri geometri, architetti, periti, agronomi ecc.) spesso abilitate, portatrice di esperienze uniche, hanno fatto fronte al lavoro anche se prive di adeguati riconoscimenti e giusti mezzi operativi. Tutto ciò ha portato i professionisti tecnici della città di Torino a tre assemblee, partecipate come da tempo non accadeva, ed infine il vuoto e il non ascolto delle istanze rappresentate dalle organizzazioni sindacali, hanno portato allo stato di agitazione che culminerà in uno sciopero indetto da ANTEL CSA Dipartimento Tecnici il 25 novembre. Oggi, 13 novembre le suddette rappresentanze sindacali saranno ascoltate in I Commissione Personale e Bilancio che potrebbe darsi carico, sposando le motivazioni del futuro dell’ufficio tecnico offrendo le prime concrete risposte ad un lungo elenco di criticità a partire da quella più urgente, viste le scadenze di legge, che è quella relativa ai passaggi di carriera che vadano a colmare una grossa lacuna su un comparto che svolge spesso ruoli di categoria superiore. Restiamo fiduciosi anche perché le soluzioni ai problemi dell’ufficio tecnico, attraverso un turn over e successivo incremento delle figure necessarie, porterebbero ad un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi di cui possono beneficiare i cittadini.

Il capo dipartimento Tecnici CSA

Massimo Druetto