Oltre 150 collezionisti all’evento culturale promosso dalle associazioni ‘Quattro Assi Più’, ‘L.A.M’ e ‘C.I.C.S’
Una domenica all’insegna del motorismo storico, lo scorso 17 novembre in Liguria. Un evento promosso da tre fra le più importanti e primarie associazioni di mezzi storici italiane, tra cui il ‘Circolo Italiano Camion Storici’, la ‘Lega Antichi Motori’ e la ’Quattro Assi Più’.
Nella suggestiva cornice dell’antica ‘Trattoria da Pippo e Ugo’, a Ognio, frazione di Neirone, che dal lontano 1902 fa bella mostra di sé nel catalogo dei ‘Locali Storici’ italiani, oltre 150 appassionati e collezionisti provenienti dal Nord e Centro Italia si sono ritrovati insieme per scambiarsi gli auguri di Natale, fare il punto sui raduni dell’anno che ormai volge al termine, e visitare la preziosa e ampia raccolta privata di mezzi storici militari della Seconda Guerra Mondiale fino agli Anni Sessanta sia italiani che esteri di proprietà del titolare della trattoria.
Esprimono soddisfazione Dario Bosio e Maria Luisa Massaldi, rispettivamente presidente e vice presidente della ‘L.A.M’, “in quanto la folta rappresentanza di persone che hanno preso parte al pranzo di Natale è sinonimo di coesione umana e aggregativa sul filo di una passione molto diffusa nel Belpaese”.
Gli fa eco Carlo Marazzato, il più grande collezionista italiano ed europeo di camion storici italiani del ‘900 (ne possiede oltre 250), nonché affermato industriale del ‘Gruppo Marazzato’, dal 1952 leader nazionale in tema di logistica industriale, bonifiche ed emergenze ambientali: “Tre fra i maggiori e più seguiti club italiani di veicoli storici insieme per una grande festa sono già un successo”, dichiara.
Per Piero Zavattaro, vice presidente del ‘C.I.C.S.’, “anche tramite questi incontri si rafforzano e consolidano rapporti di confronto e scambio culturale, oltre che legami di amicizia e cooperazione fra persone che condividono una passione unica nel suo genere, cui si deve la conservazione di una parte importante del patrimonio nazionale legato al trasporto di merci e persone su gomma”.
Chiude infine con ironia e simpatia Cristiano Politi (revisore dei conti e socio fondatore del ‘Circolo Italiano Camion Storici Gino Tassi’), stimato collezionista piacentino in ordine cronologico a essere stato storicamente il primo, in Italia, ad aver dato avvio ad ampie raccolte di autobus e camion storici: “Non abbiamo potuto giocare da piccoli, ora invece lo facciamo da grandi”.
Due nuovi appuntamenti la prossima settimana al Sant’Anna per la rassegna “Vitamine Jazz” arrivata alla sua terza stagione, organizzata per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curata da Raimondo Cesa.
I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3.
Martedì 19 novembre sarà la volta del “Trio Accorsi Blasioli Chiappetta”
Caterina Accorsi voce -Simone Blasioli sax – Alessandro Chiappetta chitarra
Caterina Accorsi
Muove i suoi primi passi come cantante nel pop e studiando teatro. Dal 2012 vive a Torino dove è attiva nella scena musicale jazzistica. Studia con Laura Conti, Roberta Gambarini, Dado Moroni, Albert Hera, Enrico Fazio, Kevin Mahogany, Gianni Virone e molti altri. Si laurea in Filosofia della Mente nel 2017 e in Canto Jazz nel 2019 con 110 e lode al Conservatorio Vivaldi di Alessandria, tenendo un concerto arrangiato per sestetto su Carla Bley. Si è esibita negli Stati Uniti all’Hendershot Coffe di Athens (Georgia), per il Novara Jazz Festival e il Monfrà Jazz Festival.
All’attività concertistica con i progetti Vibes&Voice, Bop-Doo Way 4tet e Carla Bley Village, affianca l’attività di didatta.
Nel 2012 ha partecipato al Concorso Sieber arrivando seconda classificata.
Ha ricevuto il Premio Talento Italiano 2014 come migliore allieva del primo anno del Conservatorio A.Vivaldi di Alessandria.
Simone Blasioli
Simone Blasioli inizia a studiare pianoforte e fisarmonica all’età di quattro anni sotto la guida del padre. All’età di 15 anni viene ammesso al Conservatorio L. D’Annunzio di Pescara dove si diploma brillantemente in Sassofono. Contemporaneamente studia Jazz presso l’Accademia Musicale Pescarese e presso la Fonderia delle Arti a Roma. Successivamente si laurea in Composizione per la musica applicata alle immagini con la votazione di 110/110 Lode e Menzione D’Onore e subito dopo in Direzione D’Orchestra presso il Conservatorio “A. Casella” dellʼAquila. Nel 2010 vince la Borsa di studio Erasmus in Composizione presso il Conservatorio di Castellón, in Spagna. Subito dopo vince una seconda borsa, (SMP), come Professore assistente di Composizione e Supervisore dell’Orchestra presso il RIAM di Dublino.
È primo sassofono alto della Big Band del Conservatorio dell’Aquila; suona in molte formazioni che spaziano dal duo al sestetto. Nel 2010/11 è stato quattro volte in tournée a Minsk con l’Italian Chansonnier.Vince numerosi concorsi nazionali e internazionali tra cui il 1° premio assoluto del 5° Concorso Stand Together: con la musica in Città Sant’Angelo e il 1° premio del Concorso Internazionale di Sassofono Città di Atri. È stato segnalato al Concorso: Composizione musicale, Creazione e Critica, SUONOSONDA, Genova. Arriva in semifinale al concorso Premio Massimo Urbani 2019.
Alessandro Chiappetta
Chitarrista e compositore, inizia a suonare la chitarra a nove anni da autodidatta.Ha Frequentato il Triennio di specializzazione in Jazz presso il Conservatorio G.Verdi di Torino sotto la direzione di Furio Di Castri.Partecipa successivamente ai seminari di Jim Hall, Scott Henderson, Joe Diorio, Mick Goodrick e John Scofield.
Ha collaborato con Enzo Zirilli, Luigi Bonafede,Andrea Allione, Alberto Marsico, Furio Di Castri, Luca Jurman, Fabrizio Bosso, Miroslav Vitous, Paolo Porta, Gianluca Petrella, Rob Sudduth, Tineke Postma, Mauro Battisti, Gianni Virone, George Garzone, Roberto Gatto, Quentin Collins, Alex Garnett.
Nel 2005 partecipa alle clinics di UMBRIA JAZZ a Perugia, avendo la possibilità di suonare con chitarristi quali Mark White e Jim Kelly. Nell’ambito di detta manifestazione viene selezionato tra diversi partecipanti vincendo una borsa di studio per il Berklee College di Boston.
Nel 2009 vince il contest di Moncalieri Jazz Festival, arrivando primo classificato come miglior musicista e compositore.
Giovedì 21 novembre “Voci PeriGolose” voci dal ‘500
basso e direttore Franco Romanelli – Raluca Nicolau – Laura Ribet – Jonathan Kleis – Armando Mugnai
La strada tracciata è quella giusta…partire dal repertorio rinascimentale, comunque di vera polifonia, intellettuale, sacro e profano, talvolta volgare ma certamente con un’ idea compositiva non per tutti, vuol dire alzare l’asticella delle difficoltà rispetto al pur meritorio canto popolare, alpino, tradizionale o il gospel, nati per le grandi platee.
Il gruppo vocale Voci PeriGolose, nato all’interno del Cdm borgarese, ha conquistato Verona.
Nei mesi scorsi, infatti, il gruppo corale, agli ordini del maestro Franco Romanelli, ha preso parte alla trentesima edizione del concorso internazionale di Verona. Un palco non nuovo per il gruppo borgarese, che già in passato aveva partecipato alla competizione, portando a casa un terzo posto.
Anche in questa occasione la concorrenza è stata agguerrita, dal momento che le formazioni musicali arrivavano da mezzo mondo: da varie regioni d’Italia, certo, ma anche da Cipro, dalla Germania, dagli Stati Uniti, dalla Turchia e dal Giappone, tanto per fare alcuni esempi. Internazionali i partecipanti, internazionale la giuria, con giurati italiani, spagnoli, tedeschi, americani e croati.
Giorgio Mazzucato grande esperto di musica antica e di madrigale, si è particolarmente congratulato col direttore (e con il gruppo) per la centratura dello stile, per le scelte esecutive, la dinamica e per lo stile provocatorio, perfettamente in linea con la prassi esecutiva del ‘500. Il direttore ha mostrato con la ricerca e scelta del repertorio, e con la teatralità dell’ esecuzione proposta una visione artistica l’originale e ben definita, di raffinata efficacia.
Un feto embrionale di 10-15 settimane è stato trovato in un contenitore cilindrico nel pomeriggio di domenica, a Torino, da un passante che lo ha consegnato ai carabinieri. Dall’ analisi medica effettuata si tratterebbe di un feto tra le 10 e le 15 settimane, collocato in una provetta di 7 centimetri di altezza e 3 di diametro con liquido di conservazione. I militari dell’arma hanno visionato i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per risalire all’identità di chi e ha abbandonato nell’aiuola la provetta che potrebbe essere stata rubata da un laboratorio ospedaliero.
Il BASKET VISTO DA VICINO
Il titolo evidenzia un problema che la squadra di Torino ha e che comincia a sembrare presente nel suo DNA: l’incapacità a vincere imponendosi. Sono tre le sconfitte e, sommando insieme i punti di differenza con cui sono maturate, arriviamo a soli cinque punti di differenza.
C’è chi potrebbe dire che sono solo pochi punti e che se ieri non avessimo subito un canestro all’ultimo secondo (come con Bergamo e con Latina) saremmo in testa a punteggio pieno, ma dei se e dei ma sono piene le “fosse” delle cattive gestioni.
In realtà la Reale Mutua gioca male in attacco e difende peggio. Solo quando sono artefici i giocatori stranieri Pinkins e Marks e l’italiano Alibegovic di giocate di buon livello estemporanee la squadra si stacca e va in vantaggio. Ma poi non solo non ha il Killer Istinct ma ha il “Nursery Istinct” con cui permette ad ogni squadra di rialzare la testa e talvolta si vince ma di solito si perde.
Sicuramente la panchina ha le sue colpe. Infatti quando entra nelle scelte tattiche confonde le idee e impone soluzioni “inquietanti”. Una per tutte: mancano circa due secondi e viene chiamato timeout; siamo sotto di uno e ci aspettiamo una giocata finale anche se sappiamo già cosa accadrà, ma non che non si riesca neanche a mettere la palla in campo!!!
In pratica non si discute che si potesse anche vincere, ma non si doveva perdere. Torino non ha personalità, non ha carattere e non ha spirito combattivo,difficile dare la colpa solo alla sfortuna. E’ stata più volte in vantaggio. Se quando mancano due secondi alla fine sei sopra di dieci punti (cosa che sembrava essere il minimo scarto tra le due squadre viste ieri) poco conta se entra o non entra l’ultimo tiro. E’ questo che conta, non perdere di uno o di due all’ultimo secondo, ma vincere di dieci quando sei più forte. E questo è quello che sarebbe giusto vedere.
E’ vero manca Diop, ma con tutto il bene che gli vogliamo, non è Lebron James (anche se il fisico ce l’ha!) e non si possono giustificare le sconfitte con la sua assenza.
Cappelletti sembra non essere più in grado di giocare a basket da play di livello. E’ vero che ha segnato quasi da metà campo, ma è entrato negativamente nella perdita di almeno sette palloni. Degli altri poco o nulla si può dire se non che se un giocatore infila 6 tiri da tre non marcato, forse direi che la gestione anche fisica della difesa sia alquanto carente.
Torino non è questa e non può essere questa. I commentatori esterni la chiamano corazzata, ma forse gli unici a non saperlo sono proprio allenatore e giocatori.
Un po’ di sana umiltà va bene, ma non mai e poi mai sottomissione o paura dell’avversario. Rispetto non timore! E dalle parole che ascoltiamo e leggiamo in settimana sembra proprio che a Torino manchi personalità e a Torino, senza personalità, nello sport non si fa molta strada. Il provincialismo è nella mente non nel luogo di nascita. Ci si eleva solo lavorando al meglio, senza urla, strepiti e inutili momenti di isteria con cambi frenetici, improvvisi e punitivi.
Siamo sempre ai vertici di una classifica incredibilmente corta e con Casale e Biella (incredibile!) in testa. Torino non può stare dietro. Torino ha tanta gente che vorrebbe il basket di vertice e lo merita una piazza che vuole il meglio. Speriamo in un cambio di mentalità: altrimenti sarà dura.
Paolo Michieletto
“Altius two”, prove di soccorso alpino
Si è conclusa, sulla rocca Sbarua nel pinerolese, l’esercitazione di soccorso alpino militare “Altius Two”, organizzata e condotta dal 3° Reggimento Alpini di Pinerolo, e che ha visto la partecipazione del servizio piemontese del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza unitamente alle Squadre Alpinistiche della Protezione Civile e alle Squadra Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto del Corpo Militare Speciale Ausiliario dell’Associazione Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Dopo un intenso periodo di preparazione, gli operatori delle Squadre Soccorso del Terzo congiuntamente ai team del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, della Guardia di Finanza e della Protezione Civile, hanno effettuato prove di interventi complessi in parete mediante l’impiego di specifiche barelle e utilizzando la tecnica del rappeling (discesa in corda doppia) per condurre l’infiltrazione nell’area d’intervento, e coordinare il successivo prelievo dell’infortunato da parte di elicotteri.
Il valore aggiunto scaturito dall’esercitazione è rappresentato dal confronto e dallo scambio di esperienze e informazioni sulle procedure tecniche, con lo scopo di rendere le squadre di soccorso e salvataggio “inter-operabili” tra realtà differenti, mettendole “a sistema” con gli assetti elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito, della Guardia di Finanza e dell’Elisoccorso del 118.
All’attività finale hanno presenziato, oltre al Comandante della Brigata Alpina Taurinense Generale Davide Scalabrin, il Consigliere regionale Paolo Ruzzola – in rappresentanza del Presidente della Regione Piemonte -, il Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese Luca Giaj Arcota, la Dirigente Regionale della Protezione Civile Sandra Beltramo ed il Comandante del 3° Reggimento Alpini Colonnello Christian Bison.
A conclusione dell’esercitazione, il Generale Scalabrin ha espresso parole di orgoglio per la professionalità dimostrata nel corso dell’esercitazione e, rivolgendosi ai militari, ha condiviso con loro alcune considerazioni sull’importanza di avere sempre unità efficienti, addestrate, flessibili e specializzate che siano in grado di operare in un contesto ambientale caratterizzato dalla verticalità nonché di intervenire con brevissimo preavviso per ogni esigenza di impiego.
Le Squadre Soccorso Alpino Militare – nate con il preciso scopo di supportare i militari in addestramento montano – sono composte da militari in possesso di specifiche qualifiche nei settori sciistico, alpinistico, meteo-nivologico e sanitario. Tali qualifiche le rendono un assetto peculiare delle Truppe Alpine di pagante impiego in un ampio spettro di emergenze e in grado di operare di concerto con il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese e Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.
Dispositivo seggiolini auto, un gran pasticcio
Di Roberto Placido
La capacità di un ministro e di conseguenza di un governo si misura in base ai provvedimenti che vengono presi. In questo caso parliamo di un provvedimento, la legge 117 del 1 ottobre de 2018 “ introduzione dell’obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l’abbandono di bambini nei veicoli chiusi”, sollecitato, invocato e atteso da molti anni. Ogni nuova tragedia, perché tale è la morte di un bambino, si levavano le richieste, le suppliche e le speranze dei genitori e dei cittadini in genere. Così tra un rinvio per il rinnovo del Parlamento e qualche, colpevole, distrazione di troppo siamo arrivati al provvedimento indicato nel titolo. Una legge di civiltà. Ma a questo punto arriviamo alla situazione incredibile nella quale centinaia di migliaia di famiglie italiane, con più di un milione di bambini, si sono trovate nel caos e nel marasma con, a causa della legge entrata in vigore all’improvviso lo scorso 7 novembre, negozi presi d’assalto ed i pochi seggiolini a norma , lievitati di prezzo, esauriti in un baleno. Per non parlare delle polizie municipali indecise sul da farsi. Sì perché nella legge oltre alle indicazioni su età, caratteristiche e dettagli sui seggiolini, sono indicate anche le sanzioni, da 80 a 323 euro di sanzione, cinque punti sulla patente fino alla sospensione della stessa da quindici giorni a due mesi. Ultima “ chicca” l’erogazione dei 30 euro per l’acquisto non si sa ancora come avverrà e quindi, si consiglia di conservare lo scontrino! In un paese normale ci si aspetta che un ministro ed i dirigenti del suo dicastero incontrino le aziende interessate per concordare costi, da ridurre in considerazione dell’obbligo degli apparati, caratteristiche e completa disponibilità nei punti vendita. Ed invece no, dopo il solito annuncio dell’entrata in vigore, subito smentita dalla necessità di attendere il via libera europeo, e la successiva dichiarazione del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli del definitivo via libera, il silenzio fino all’improvvisa entrata in vigore descritto prima. L’esperienza in un negozio specializzato, personale, di domenica 10 novembre è stata esauriente, appena abbozzata la fatidica domanda sui dispositivi… sono finiti, se vuole lasciare un acconto, con arrivo previsto a fine gennaio del 2020. La riflessione, oltre all’incapacità conclamata di un ministro, distintasi finora per la straordinaria “comprensione” verso le ricche concessionarie autostradali, riguarda il governo e la previsione, infausta, sulla sua durata. Se un provvedimento di civiltà atteso e condiviso da tutti viene gestito così nel caos e nell’improvvisazione, non può che andare a casa in un lasso di tempo abbastanza breve e quindi di alcuni mesi.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
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“Frattura” -Einaudi- euro 21,00
Andrés Neuman Galàn è uno scrittore, poeta e traduttore 42enne nato a Buenos Aires ma naturalizzato spagnolo. Laureato in filologia all’Università di Granada, oggi è lì che vive e lavora come professore di Letteratura latinoamericana presso lo stesso ateneo. Secondo la critica è uno dei migliori giovani scrittori di lingua spagnola, i suoi libri hanno vinto prestigiosi premi e sono tradotti in più di 20 lingue.
“Frattura” è l’ultimo… ed è bellissimo. Parla di sopravissuti alla bomba atomica, di tragedie varie come i terremoti e i danni inferti agli impianti nucleari; ma anche di amore, fragilità e forza, rivincita e perdita d’identità.
Protagonista è il giapponese Yoshie Watanabe, miracolosamente uscito indenne dalla devastazione delle bombe atomiche sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki, che diventano i due luoghi maledetti in cui sono morti il padre (davanti ai suoi occhi), mentre la madre e le sorelle sono state letteralmente dissolte. Di loro non è rimasta traccia, come se non fossero mai esistite se non per Yoshie, che deve continuare a vivere portandosi dentro il rovente dolore e una difficile –se non impossibile- “psicatrizzazione”. Cresciuto a Tokyo con degli zii, appena può abbandona il Giappone e gira il mondo per il suo lavoro di marketing director di un’azienda che produce televisori. Professionista instancabile fa una velocissima carriera. Watanabe è un doppio sopravissuto, perché è stato anche protagonista del terremoto del 2011 a cui è seguito lo tsunami con il devastante incidente e la fuga radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima (che, ironia della sorte, vuol dire “isola della fortuna). La sua vita viene raccontata dalle 4 donne che lo ameranno in tempi e luoghi diversi: Parigi all’epoca della Nouvelle Vague, New York dello scandalo Watergate, Buenos Aires alla fine della dittatura quando ancora si cercano invano i desaparecidos, e Madrid nei primi anni 90. Una vita intera, ma tante vite diverse, sempre da straniero.
Per l’occasione perché non scoprire e leggere gli altri precedenti romanzi di Neuman; ne suggerisco almeno due.
“Una volta l’Argentina” -Ponte alle Grazie- euro 16,80
Questo libro è un autentico e magnifico mosaico di tante vite diverse, collegate tra loro, che messe insieme sono anche l’affresco di una parte della storia dell’Argentina. E’ la storia della famiglia di Neuman, figlio della buona borghesia, che va a ritroso e ripercorre le storie dei suoi avi. L’ha scritto nel 2003 dopo aver ricomposto tanti frammenti a partire dal bisnonno paterno Jacobo, discendente di una famiglia vissuta nella Russia Zarista, che in Argentina conosce e sposa la cugina di primo grado, Lidia, nata in Lituania. Sono una coppia affascinante, decisamente moderna per l’epoca: vivono in una bellissima villa con personale di servizio, giardino e campo da tennis, in un quartiere residenziale di Buenos Aires. Lui accumula ricchezza ma non sa attaccare neanche un chiodo; lei ha abilità da tecnico della manutenzione, in più amministra il patrimonio e ha fiuto nel campo dell’arte. E’ l’inizio della discendenza, in parte reale e in parte fantastica, che Andrés Neuman rimette insieme tratteggiando caratteri, legami e gesta di una pittoresca genealogia. Ci sono prozii e zii sempre alle prese con qualche guaio e costretti a fuggire dal paese, antenati ebrei poco osservanti, nonne che arrivano da lontano e restano fedeli alle lingue di origine. Poi c’è tanto altro, come le pagine dedicate alla madre di Neuman, violinista coinvolta con la sua orchestra in una sparatoria. E sullo sfondo, sempre l’Argentina con le sue piaghe. Paese splendido ma martoriato da populismo, corruzione, fame, miseria, colpi di stato e dittature militari, torture e desaparecidos……
“Il viaggiatore del secolo” – Einaudi- euro 15,00
Parte della critica l’ha definito un romanzo ottocentesco, ma scritto con la sensibilità e gli occhi di un uomo del XXI ° secolo. E’ ambientato nella Germania del XIX ° secolo, nella cittadina di Wandernburgo, all’epoca della Restaurazione dopo la sconfitta di Bonaparte. E’ li che approda il giovane viaggiatore Hans con il suo baule pieno di libri e riviste, che di lavoro fa il traduttore e viaggia spesso. Wandernburgo non è la sua meta, dovrebbe essere solo una tappa del suo iter; invece diventa teatro della trama del romanzo. Si ferma a rifocillarsi nella locanda della numerosa famiglia Zeit ed è lì, in un’angusta stanzetta, che si arena il suo viaggio. Poi incontra Sophie, figlia del signor Gottlieb. E’ intelligente, colta, turbolenta, promessa sposa di un nobile e, nel frattempo, ha creato un brillante salotto letterario di cui è l’anima. Lì si discetta di letteratura, filosofia, politica ed economia. Hans non solo fa il suo ingresso nel circolo, ma imbastisce anche una liaison dangereuse con Sophie, dove alla carica erotica si mischiano parole, versi, pensieri ed emozioni. Hans conoscerà anche un pittoresco suonatore di organetto che vive ai margini, in una grotta, con il suo cane Franz; lo incontra nella piazza del paese, fa amicizia e con lui instaura un bellissimo rapporto fatto di confidenze, ascoltando le sue parole di profonda saggezza. Nella trama, a volte un po’ lenta, si inseriscono, a smuovere le acque, alcuni delitti e il mistero secondo il quale nessuno di coloro che sono transitati in paese, pare sia poi riuscito a ripartirne.
Il rapporto annualmente redatto da Assalco – Zoomark sulla “Cura degli Animali da Compagnia” – evidenzia che gli animali da compagnia delle famiglie italiane hanno raggiunto nel 2018 quota 60 milioni e mezzo.
Di questo numeroso insieme, che vede al primo posto per numero pesci e uccellini, fanno parte 7 milioni e mezzo di gatti e circa 7 milioni di cani. Ed è soprattutto alla salute e alla tutela di cani e gatti che è dedicata la maggior parte delle soluzioni assicurative sul mercato, per chi non vuol correre rischi e vuole essere pronto ad affrontare economicamente ogni tipo di imprevisto.
Ma come funzionano le assicurazioni per gli animali domestici e quali garanzie offrono?
Gli animali da compagnia sono, a tutti gli effetti, un componente della famiglia. È su questi due piani, responsabilità e tutela , che intervengono le assicurazioni. Le coperture relative a questi due aspetti vanno incontro alla richiesta di essere pronti a rispondere a qualsiasi danno involontariamente provocato a terzi e fornire le migliori attenzioni per quanto riguarda la salute dei propri animali.
La tutela per i danni causati dagli animali domestici rappresentano una garanzia aggiuntiva della garanzia RC Capofamiglia, garanzia pensata per far fronte ai danni a terzi causati da un membro del nucleo familiare nei limiti del massimale indicato in polizza. Come sempre è importante verificare attentamente, prima di sottoscrivere qualsiasi contratto di questo genere, che la copertura assicurativa sia valida per la razza canina o felina del proprio animale domestico, in quanto spesso i “cani impegnativi” sono esclusi, ma si possono aggiungere con un sovrapremio. Generalmente la copertura è valida anche quando l’animale domestico è accudito da una persona incaricata esterna al nucleo familiare.
La migliorata qualità dell’alimentazione, determinata da uno sviluppo qualitativo crescente del pet food industriale, e cure veterinarie, alle quali oggi si ricorre più spesso e con maggiore tempestività rispetto a un tempo, sono i due fattori che portano il rapporto Assalco-Zoomark a stimare che l’aspettativa di vita degli animali da compagnia si sia raddoppiata negli ultimi trent’anni. Gli interventi veterinari richiedono una sempre maggiore specializzazione in tecnica e strumentazione, lo sa bene chi si è trovato a ricorrervi, ed hanno costi spesso molto elevati, ai quali non è dato sottrarsi per ovvie ragioni. È in queste situazioni che può fare la differenza avere stipulato un’assicurazione apposita per la salute degli animali che coprano le spese veterinarie derivanti da infortunio e malattia. Tanti gli ambiti in cui una polizza sanitaria di questo tipo può intervenire:
- interventi chirurgici;
- ricoveri in cliniche veterinarie (risarcimento anche in forma di diaria per i tempi stabiliti da contratto);
- malattie (per il rimborso delle spese per visite ed esami ma anche a copertura dei costi per i medicinali);
- infortuni (per pagare le cure urgenti di pronto soccorso veterinario ma anche eventuali protesi e strumenti per la guarigione);
- trattamenti di riabilitazione post-ricovero.
Anche qui, come sempre, è bene fare attenzione alle specifiche del contratto, norme ed esclusioni, tempistiche massimali ed eventuali scoperti. Come avviene per tutte le polizze infortuni e malattia, potrebbero essere previste franchigie e si può, quindi, essere tenuti a farsi carico comunque di una parte delle spese sostenute. Un’altra discriminante potrebbe essere l’età e la razza dell’animale domestico, perché le Compagnie hanno diritto di porre restrizioni a questo proposito.
Alla RC può aggiungersi la voce Tutela Legale, una garanzia utile a ottenere un rimborso in caso di spese giudiziarie conseguenti a un sinistro, quando con la controparte non si trova un accordo e si apre una controversia. Sembrano verifiche scontate ma è meglio ricordarne l’importanza, dato che puo succedere che le contestazioni aperte con le Compagnie d’assicurazione riguardano proprio malintesi dovuti a una lettura frettolosa delle specifiche del contratto.
Emanuele Farina Sansone
Nuoto per salvamento, i vincitori

Campioni regionali
– Francesca Cristetti (Rari Nantes Torino) 200 super lifesaver, 100 percorso misto e 50 manichino
– Simone Re (Aquatica Torino) 200 ostacoli e 50 manichino
– Luca Serano (GS Vigili del Fuoco Salza) 100 manichino pinne e torpedo e 200 super lifesaver
– Rossella Fimiani (Aquatica Torino) 100 manichino pinne e torpedo
– Cristian Barbati (Rari Nantes Torino) 100 percorso misto
– Andrea Vivalda (Sa-Fa 2000 Torino) 100 manichino pinne
– Valentina Pasquino (Nuotatori Canavesani) 100 manichino pinne
– Giulia Vetrano (Centro Nuoto Nichelino) 200 ostacoli
Staffette
– Sa-Fa 2000 Torino (Maddalena Daraio, Elena Tetta, Andrea Vivalda, Davide Vivalda) 4×50 lifesaver mixed
– Rari Nantes Torino (Francesca Cristetti, Alice Magrini, Paola Lanzilotti, Giada Barale) 4×25 manichino F
– GS Vigili del Fuoco Salza (Lorenzo Frullini, Lorenzo Bigarella, Luca Serano, Lorenzo Ceccon) 4×25 manichino M
– Rari Nantes Torino (Francesca Cristetti, Beatrice Giorgis, Marta Sofia Sandrone, Paola Lanzilotti) 4×50 mista F
– Rari Nantes Torino (Federico De Stefani, Davide Petruzzi, Cristian Barbati, Jacopo Musso) 4×50 mista M
– Nuotatori Canavesani (Vittoria Borgnino, Sofia Aceto, Francesca e Valentina Pasquino) 4×50 ostacoli F
– Centro Nuoto Torino (Alessio Oberta Paget, Andrea Cibrario, Matteo Suardini, Gabriele Carbone) 4×50 ostacoli M